Se il red carpet degli Oscar è prestigioso, il Party realizzato ogni anno al termine della cerimonia dalla rivista Vanity Fair lo è anche di più. Le star presenti alla premiazione non sono mancate al dinner e all’appello erano presenti tante altre star, per la gioia di fotografi e paparazzi che hanno potuto continuare a far ballare i flash. Scontato il cambio d’abito per le celebrità, che hanno sfilato come se fossero fresche di trucco e parrucco. Ovviamente, non passano inosservate le belebrity, ma neanche gli stilisti che le hanno vestite. Malin Akerman ha indossato un elaborato abito di J. Mendel a cui ha abbinato un sandalo oro lucido e una clutch Anya Hindmarch, Jennifer Lawrence ha scelto un prezioso mini abito Tom Ford, Penelope Cruz ha optato invece per la moda eco-sostenibile, indossando un abito blu notte di H & M della collezione “Conscious”. Emmy Rossum ha scelto un abito da favola Monique Lhuillier, Rashida Jones un Valentino, Taylor Swift un abito nero lungo e paillettato di Julien Macdonald, Kate Beckinsale ha indossato un abito couture di Elie Saab, Kate Hudson uno di Zuhair Murad Couture. Rosie Huntington-Whiteley ha scelto un abito azzurro pallido di Cushnie et Ochs, Anne Hathaway, uno bianco e nero di Viktor & Rolf senza spalline, Diane Kruger un Valentino, Jaime King uno Couture di Ulyana Sergeenko, Selena Gomez uno oro in tulle ricamato di Emilio Pucci. Elizabeth Banks si è presentata con un abito di Jenny Packham a cui ha abbinato una clutch Jimmy Choo ‘Cloud’ e scarpe Casadei, Kristen Bell ha scelto un abito rosso da famme fatale di Zuhair Murad, Naomie Harris uno Naeem Khan. Evan Rachel Wood ha sbalordito con un abito di Elie Saab Couture, Eve Hewson ha indossato un abito nero senza spalline di Dsquared. Cavalli anche per Jada Pinkett Smith e Sheryl Crow. Bruce Willis e Emma Heming e Jason Bateman e Amanda Anka hanno scelto invece Dolce&Gabbana. Le più scandalose, come sempre, sono state Donatella Versace e Lady Gaga, arrivate in coppia. Insomma, un matrimonio tra spettacolo e moda da togliere il fiato!
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Il post Oscar… è glam! Il Vanity Fair Party
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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David Beckham compra casa: è la villa dove fu ucciso Versace
Casa Casuarina ha cambiato proprietario: è stata la famiglia Beckham ad acquistare, dopo mesi di trattative, la mega-villa di Versace a Miami Beach, per 60 milioni di dollari. Lo rende noto l’agenzia di stampa spagnola Europa Press. Si tratta della villa dove lo stilista italiano venne ucciso sedici anni fa da uno squilibrato ed è un edificio degli anni Trenta con vista sul mare, piscina, dieci camere da letto e un megasalone di 250 metri quadrati. Lo stilista l’acquistò nel 1992 per 10 milioni di dollari e ne spese 33 per ristrutturarla. Nel 2000 passò poi di mano finendo in quelle del magnate americano Peter Loftin, che aveva tentato, senza successo, di trasformarla in un albergo di lusso. Nel 2012, la villa era stata messa all’asta, ma senza esito. Ora, invece, villa Causarina potrebbe avere un nuovo proprietario. Tra l’altro Victoria Beckham, moglie dell’ex calciatore inglese, è intima amica della sorella dello stilista, Donatella Versace. E’ stata la stessa Donatella a confermare la vendita, esprimendo soddisfazione per l’operazione.
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
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Le incredibili creazioni di moda di una bimba di 4 anni: sono tutte di carta!
Una madre americana, Angie, che come molte altre pubblica le foto della figlia su Instagram. Così come fanno moltissime altre persone. Solo che la sua piccola Myhen, di 4 anni, non è come le altre: un giorno ha iniziato a interessarsi alla moda e la sua passione ha continuato a crescere. Così, a un certo punto, le due hanno deciso d’iniziare a creare i loro vestiti, con una perticolarità: niente stoffa, solo carta. E così l’account Instagram, al quale nel frattempo si è aggiunta una pagina web, si è rapidamente trasformato in una collezione di creative imitazioni degli abiti che si vedono sfilare sui red carpets e in passerella. E Angie assicura: fanno tutto assieme!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2014
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Quando la moda sposa la bontà: le scarpe a forma di dolce
A Orlando, in Florida, si trova un’azienda che è stata in grado di far sposare due passioni: quella per i dolci e quella per le scarpe. Si tratta della Shoe Bakery, che crea modelli di calzature letteralmente da mangiare con gli occhi. Tutte le calzature sono rigorosamente realizzate a mano, con un impegno che va dalle 3 alle 6 settimane per essere realizzate e spedite ai clienti. Il prezzo può variare dai 60 ai 400 dollari.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2014
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“Bugie tossiche”: Greenpeace si scaglia contro D&G
Azione di protesta contro D&G ieri a Milano, dov’è in corso la Settimana della Moda, dove Greenpeace ha chiesto una moda libera da sostanze chimiche pericolose. Gli attivisti, in occasione della sfilata di Dolce&Gabbana al teatro Metropol, hanno scelto questa location per appendere uno striscione di 60 metri quadri con la scritta “Toxic Lies. Courtesy of Dolce&Gabbana” (Bugie tossiche. Offerte da Dolce&Gabbana). Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace, ha dichiarato: “Ci sembrava giusto far sapere al parterre del Metropol che lo show che sta per aprirsi è potenzialmente il prodotto finale di una filiera tossica, che inquina l’ambiente e mette in pericolo la salute di tutti noi. Le sostanze chimiche pericolose ritrovate sui prodotti a marchio D&G dimostrano che questo brand non ha nessun controllo sulla propria filiera e non può quindi garantire ai propri clienti di non essere complice dello scandalo tossico che avvelena l’Alta moda”. Recentemente è stato pubblicato, da Greenpeace International, un rapporto che evidenzia come le stesse sostanze chimiche pericolose usate dai marchi di largo consumo siano impiegate anche da brand del lusso, come Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana, per produrre capi di Alta moda per bambini. Tali sostanze, che a seguito del processo produttivo o del lavaggio degli stessi abiti giungono poi nei laghi e nei fiumi, hanno la proprietà di accumularsi nell’ambiente e sono stati ritrovate anche nelle regioni più remote del Pianeta. Alcune di esse possono interferire con il sistema ormonale di uomini e animali. Ancora Campione spiega: “Nonostante le ripetute richieste, iniziate più di un anno fa con la classifica The Fashion Duel, Dolce&Gabbana non ha mai risposto né a noi né alle migliaia di consumatori che chiedono più trasparenza sulla propria filiera e di conoscere cosa finisce esattamente nei loro prodotti. Crediamo che sia arrivato per Dolce&Gabbana il momento di parlare chiaro, e far vedere a tutti di che stoffa sono fatti loro e i vestiti che producono”. Al momento hanno sottoscritto l’impegno Detox dell’associazione ambientalista in venti aziende: l’obiettivo è quello di assicurare la trasparenza della filiera, richiedendo ai propri fornitori di pubblicare i dati sugli scarichi delle sostanze chimiche pericolose e azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.
Le immagini della protesta di Greenpeace:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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Greenpeace invade la Galleria Vittorio Emanuele a Milano… “Detox now”
Detox now, ovvero disintossicati ora! Questa è la battaglia degli attivisti di Greenpeace che protestano a Milano contro i tessuti usati dalle grandi marche, che secondo l’associazione, userebbero sostanze tossiche nella fabbricazione di abiti per bambini realizzati dai brand del lusso del Made in Italy. Così 5 attivisti di Greenpeace in tuta arancione e corde, per protestare contro l’avvio della settimana di sfilate della moda femminili, hanno affisso uno striscione con la scritta “The king is naked”, in cima alla Cupola, mentre altri cinque mostravano un altro striscione: “Versace detox now” .
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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Giallo a Manhattan: il cadavere di uno stilista italoamericano nel fiume Hudson
Era noto per aver vestito le grandi star, tra le quali Robert de Niro, Mickey Rourke, Ricky Martin e Chris Noth, lo stilista newyorkese ma di origini italiane Michele Savoia. Il cadavere del 55enne, visto l’ultima volta giovedì, in occasione di una festa organizzata da Paris Hilton, il suo cadavere è stato ritrovato nelle acque del fiume Hudson, a Manhattan, non lontano dallo yacht in cui viveva attraccato a Chelsea Piers. Savoia, proprietario dell’atelier “House of Savoia”, era noto come “The Tailor”, “il sarto”, ed era specializzato soprattutto nella realizzazione di capi retrò stile anni ’30. Lui stesso amava raccontare che si trattava di un gusto ereditato dal nonno italiano, immigrato in New Jersey. Oltre a vestire diverse star Savoia ha anche realizzato i costumi di alcune produzioni cinematografiche e di musical di Broadway, tra cui il revival di ‘Evita’. Ora la polizia indaga per scoprire se si tratti di suicidio o omicidio. Stando alle testimonianze di amici e conoscenti, Savoia aveva ultimamente difficoltà economiche, tanto che di recente era stato costretto a vendere per 5.000 dollari la sua adorata Harley Davinson al banco dei pegni.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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E’ tornata la pelliccia: dopo anni di lotte degli animalisti, eccola in passerella
Se star come Rihanna, Kim Kardashian, Lady Gaga e Justin Bieber si mostrano tranquillamente con addosso una pelliccia, la moda si adegua e alla New York Fashion Week, come sottolineano molti osservatori, proprio questo capo è tornatoprepotentemente nelle collezioni degli stilisti: non soltanto con i tradizionali visoni, volpi e cincillà ma anche pelli di gorilla, volpe e cane (in questo ultimo caso illegale). Un’incredibile svolta quindi, visto che dagli anni ’90 le numerose campagne degli animalisti avevano convinto i produttori di abbigliamento a rimuovere quasi completamente il tessuto dalle passerelle. Come ricorda l’Huffington Post, una delle prime a compiere la svolta anti-pelliccia era stata Stella McCartney, che aveva inviato ai colleghi designer un video per mostrare le agghiaccianti condizioni degli allevamenti per animali destinati a diventare cappotti e copricapi.
Del resto gli stessi testimonial della Peta, l’organizzazione animalista americana, sembrano aver fatto marcia indietro, a partire da Naomi Campbell che era apparsa nuda in un manifesto dove campeggiava la scritta: “Preferisco rimanere nuda piuttosto che indossare una pelliccia”: la top model è apparsa recentemente in pelliccia per la collezione Dennis Basso, imitata da numerose attrici, cantanti e artisti. Fur Insider, che registra il ritorno della pelliccia nella moda, ha rilevato che la vendita di capi che includono questo materiale è salita del 44% nell’ultima decade ed è presente nel 70% delle collezioni 2013-2014.
“Una frenesia per la pelliccia”, annota con addolorato stupore lo stilista John Bartlett in un commento per il magazine animalista americano The Dodo. Bartlett, contrario da lungo tempo alla presenza delle pellicce alle sfilate, racconta di avere recentemente chiesto spiegazioni ai colleghi stilisti. Soltanto uno, Ralph Rucci, ha affermato: “Uso questo materiale perché è bello”. Secondo Bartlett esiste invece un motivo più commerciale e meno artistico, esplorato anche da una inchiesta del New York Times: l’azienda Saga, che rappresenta gli allevatori scandinavi di animali da pelliccia, regala generosi viaggi a Copenaghen agli stilisti che vogliano imparare nuove tecniche sartoriali per arricchire il vestiario con inserti in pelliccia, fornendo gratuitamente quintali di materiale: “Purtroppo il mondo della moda – così all’avanguardia in molti aspetti – è ancora arretrato per quanto riguarda un dialogo più compassionevole e aperto sugli animali. E potrete averne una prova alla New York Fashion Week”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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La moda… inonda New York
Sono iniziate oggi le sfilate a New York, che dureranno fino al 13 febbraio, prima che le passerelle invadano Londra, Milano e Parigi. E quest’anno le passerelle a Manhattan saranno distribuite in varie zone, senza contare che sarà la prima volta per uno stilista famoso, Alexander Wang, pa Brooklyn. Wang ha mandato a fashion editor e buyers un invito con tanto di mappa che ha fatto rabbrividire, per assistere al suo show ai Navy Yards bisognerà attraversare l’East River. Niente più eventi raggruppati sotto i tendoni di Bryant Park nel centro di Manhattan: la mappa degli show si allargherà da Lincoln Center (69 sfilate ufficiali) a Chelsea, a Wall Street e Tribeca. Spostamenti per le strade della Grande Mela dunque, forse nel peggior periodo possibile visto che il maltempo continua a stringere in una morsa di gelo e neve la città Spiega Blitz Quotidiano:
Perfino designer storici della scena newyorchese come Michael Kors e Diane Von Fustenberg sono migrati a sud. Per Diane, gran dama della moda di New York, questo e’ un anno speciale: il suo “wrap dress”, l’abitino grembiule supersexy e liberato che l’ha fatta diventare famosa come stilista, compie 40 anni e lo show DVF, sabato 9 febbraio agli Spring Studios scelti la scorsa stagione da Calvin Klein, si intitola per l’appunto “Bohemian WRapsody”. Per Wang la scelta dell’oltre East River e’ stata voluta (“Lo spazio e’ incredibile e in linea con lo spirito della collezione”), ma anche obbligata: a rubargli la passerella abituale, Pier 94 sulla 55esima strada, sono state nei prossimi giorni le modelle a quattro zampe del Westminster Kennel Club, il concorso per il cane più bello del mondo. Le collezioni per la prossima stagione sono ovviamente un test per il mondo della moda in continuo movimento: stavolta sara’ anche un banco di prova di un nuovo rapporto tutto da inventare, quello con Bill de Blasio, il successore di Michael Bloomberg al timone della Grande Mela. Pur non essendo una “fashion icon”, Bloomberg e’ stato nei 12 anni del suo triplice mandato un alleato di ferro della industria della moda, mentre i de Blasio, moglie Chirlane e figlia Chiara comprese, sono un grosso punto interrogativo. “Nessuno li conosce”, hanno detto al New York Times molti insider. Perfino Nanette Lepore, che ha vestito la First Lady di New York e la figlia il giorno dell’insediamento, non ha mai incontrato faccia a faccia la Prima Famiglia: i capi sono stati consegnati in “garment bags” senza che venisse richiesta nessuna prova.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 6, 2014
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La moda irrompe a San Pietroburgo, Prada apre nel cuore dello shopping
Moda e architettura si fondono insieme a San Pietroburgo dove il noto marchio Prada ha aperto il suo negozio all’interno di uno storico edificio su Bolshaya Konyushennaya Street, nel cuore dello shopping cittadino. Il negozio, progettato dall’architetto Roberto Baciocchi, occupa una superficie di circa 400 metri quadrati che ospitano tutte le collezioni maschili e femminili del marchio. La facciata è composta da un ingresso centrale e da due vetrine laterali, incorniciate da profili in acciaio lucido borchiato. Lo spazio interno è suddiviso in due grandi ambienti.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
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La nuvola è visitabile, anche se non è finita!
Si può visitare il nuovo centro congressi dell’Eur, a Roma, progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas. I cantieri della “nuvola” infatti saranno aperti in occasione della sfilata di moda primavera/estate 2014 di Gattinoni, organizzata eccezionalmente nella struttura nell’ambito di AltaRoma AltaModa, ospiti e stampa hanno potuto visitare in esclusiva il futuro polo congressuale, caratterizzato dall’interazione di tre elementi architettonici, una teca, una lama e una nuvola (dalla quale il progetto prende il nome). I lavori dovrebbero concludersi entro il 2015, data in cui sono programmati i primi convegni internazionali.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 26, 2014
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Piccole stelle Disney crescono… e seguono le orme della Cyrus!
In principio fu Britney Spears, quindi Lindsay Lohan e Miley Cyrus, ora c’è Bella Thorne. Si tratta della nuova stellina uscita dalla Disney e pronta a trasformarsi in una bad-girl. Protagonista della serie tv per ragazzi “A tutto ritmo”, ha fatto un passo nel mondo della moda posando per la nuova collezione di abiti del brand “Candie’s”, giocando a far la femme fatale e mostrando le curve. E sono piovute critiche.
Katie Yoder, dell’associazione no-profit Culture and Media Institute, ha detto: “Il marchio Candie’s non vende vestiti, vende sesso e insegna alle ragazzine come essere seducenti. Il messaggio mandato dalla Thorne è che essere femminili non ha niente a che fare con l’essere genuine e che la sicurezza si acquista solo scuotendo i fianchi e muovendo il sedere”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
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In caso di fine del mondo… arriva il giubbotto ultratecnologico
E’ stata Marie-Elsa Batteux Flahault, della Design Academy di Eindhoven (Olanda), ad aver ideato l’abito “per le emergenze”. Si tratta di un giubbotto multitasking che si adatta a quasi tutte le situazioni estreme. Dalla fantasia camouflage, il tessuto tecnico cela uno strato termico che protegge dalle temperature estreme, una visiera che scherma da fumi nocivi, cuscini gonfiabili per restare a galla, tasche interne per viveri di scorta e persino lame estraibili per l’autodifesa. Insomma, un capo che si adatta a situazioni estreme come incendi, uragani, alluvioni, esplosioni ed è ispirato al movimento americano dei ”preppers”, convinti dell’esistenza di un’apocalisse imminente.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
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Peta contro le pellicce: protesta a Berlino
Il 14 gennaio è iniziata a Berlino la settimana della moda, nota anche come Mercedes-Benz Fashion Week dal nome del principale sponsor e, nella capitale tedesca, l’organizzazione in difesa dei diritti degli animali ne ha approfittato per protestare contro l’utilizzo delle pellice.
Sono anche stati esposti cartelli che invitano i consumatori a riflettere proprio su questo tema. In piazza, sono scese delle attiviste nude “travestite” da animali.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
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H&M nella bufera: le modelle taglia M considerate “taglie forti”
Piovono polemiche su H&M da quando, la settimana scorsa, il marchio ha diffuso il suo catalogo dov’era messa in risalto la sezione taglie forti. Le modelle che indossavano i capi, tuttavia, erano molto più esili rispetto a quelle che normalmente vengono definite “plus-size”.
La notizia è stata riportata dall’Huffington Post. che ha spiegato anche come gli utenti non abbiano apprezato le immagini e il fatto sia rimbalzato in rete e in Twitter sono apparsi commenti del tipo “Dovreste vergonarvi a definire queste come taglie forti” e “Non c’è da stupirsi che le ragazze pensino di dover apparire in un certo modo”. In Svezia, sede del marchio, l’avvocato Emma Igelström ha sottolineato: “H&M deve assurmersi le proprie responsabilità. É lo sponsor per la squadra olimpica svedese e chiamando ‘taglie forti’ queste ragazze rafforza l’idea che le donne ideali sono super – magre”. H&M ha rilasciato una dichiarazione in risposta alle critiche sostenedo che tutte le modelle della sezione “taglie forti” indossavano almeno una 44, lo standard per l’abbigliamento plus–size. Tuttavia, un rappresentante dell’azienda ha detto che il tutto è soggetto a libera interpretazione, visto che le modelle presenti nella sezione avrebbero potuto facilmente indossare una taglia M.
Sono diverse le persone che si sono espresse contro l’uso del termine “taglie forti”, tra le quali anche Tyra Banks e qualche agenzia di moda ha provato a correre ai ripari mescolando modelle “magre” e “taglie forti” ma sembra che, nonostante tutto, in molti ancora classifichino il mondo in due categorie. L’esperimento, infatti, non ha avuto un grande successo. Nonostante, alla base, ci sia un’unica realtà: sono modelle.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2014
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Il fondatore dei Modà nei guai: ai domiciliari per molestie a minori
Sono stati i pm Daniela Cento e Lucia Minutella a chiedere gli arresti domiciliari, in un centro dell’hinterland milanese, per l’ex tastierista ora fonico dei Modà Paolo Bovi. Il musicista è accusato dal gip milanese Luigi Gargiulo di molestie sessuali su quattro ragazzini tra i 13 e i 16 anni che frequentavano la parrocchia dove si offriva come animatore. Le accuse risalgono al 2011. Il Corriere della Sera spiega che le denunce dei familiari dei ragazzini hanno attivato nel 2013 l’indagine sul musicista, ma già parecchio prima la parrocchia lo aveva allontanato come animatore, dopo che uno dei ragazzini aveva accennato a un prete comportamenti che il sacerdote aveva ovviamente ritenuto inappropriati in una educatore a contatto con i ragazzi. Il gip ha già applicato per Bovi il braccialetto elettronico anticipando, in sostanza, le nuove norme del decreto Cancellieri sull’obbligatorietà del dispositivo (il giudice deve spiegare quando non ritiene di applicarlo) che entreranno in vigore quando sarà convertito in legge.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2014
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L’appello della modella taglie forti: “basta con manichini troppo magri”
L’appello che, attraverso un’intervista rilasciata all’Huffington Post, lancia ai rivenditori è semplice: che i manichini siano adeguati agli abiti per le maggiorate. Lei ha 23 anni, si chiama Alex La Rosa ed è una fiera modella taglia 48 di Los Angeles che, nonostante le difficoltà a trovare lavoro, non ha alcuna intenzione di dimagrire. Alex spiega che l’uso di manichini per mini-abiti, notevolmente più piccoli delle collezioni in vendita, scoraggia i consumatori diffondendo in loro aspettative non realistiche. La frustrazione, inoltre, è controproducente.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 14, 2014
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Quando la moda è a ritmo di rock: sfilano i Kiss!
Escalation rock alla sfilata di John Varvatos con i modelli che inizialmente hanno sfilato con poco trucco, poi con una stella nera dipinta sull’occhio, poi con una cera bianca interrotta da fulmini neri, fino ad arrivare a una maschera dipinta su tutto il volto. Il richiamo è più che evidente e infatti alla fine arrivano loro, i Kiss, gruppo rock che l’anno scorso ha festeggiato i 40 anni di fruttuoso sodalizio.
In passerella il tasso di rock e metal è stato alto, supportato da un’ambientazione un po’ gotica con candelabri e bauli scuri. “Volevo dare un magic twist agli abiti di questa collezione, portandola a un nuovo livello – dice lo stilista – Mentre lavoravo con i Kiss alla campagna pubblicitaria della primavera-estate di cui sono protagonisti, sono stato sorpreso da come tutti li apprezzino. E’ l’idea del supereroe, dell’uomo mascherato con incredibili poteri, che rende il mito duraturo. E’ esattamente questa la mentalità che volevo esplorare”
Pubblicato da tdy22 in gennaio 12, 2014
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L’ultima di Miley Cyrus… i cadaveri!
Polemiche e ancor più polemiche per la campagna pubblicitaria di Marc Jacobs che vede protagonista Miley Cyrus che non è la prima volta che collabora con lo stilista newyorchese, ma stavolta sembra che la provocazione si andata ben oltre le aspettative. Nella foto, illuminata solo e unicamente dalla luna, la Cyrus appare preoccupata e triste accanto a una donna riversa a terra con il viso ricoperto di capelli, quasi fosse morta.
Non è la prima volta che in pubblicità si utilizza una donna che sembra morta o stremata quasi avesse subito una violenza sessuale. Il Guardian scrive:
Questa ossessione per la morte non deve sorprendere, se la si considera come la conseguenza ultima del modo in cui la sottomissione e l’inerzia delle donne sono sessualizzate e trasformate in un accessorio glamour e facilmente vendibile. Negli ultimi anni ci sono stati numerosi e brillanti progetti che hanno sottolineato la bizzarria di una rappresentazione femminile che pone le donne davanti all’obiettivo in pose da contorsioniste che le fanno sembrare ridicole, deboli, vulnerabili e allo stesso tempo, trasmettono anche un messaggio di disponibilità sessuale […] La gente vuole davvero queste immagini? Vogliono davvero che la violenza sulle donne venga sessualizzata? Ci sono forti segnali che dicono di no, a partire da tutte le donne che si schierano contro questo tipo di immagini […]. Eppure, c’è una ragione per cui queste immagini continuano a proliferare: nel momento in cui nella nostra cultura la donna è stereotipicamente rappresentata come passiva e vulnerabile, l’industria pubblicitaria è arrivata alla conclusione più logica: non c’è niente di più attraente di una ragazza morta».
Insomma la stampa inglese non ha apprezzato soprattutto perché si fa notare come la campagna sia stata lanciata un giorno dopo l’uscita dell’ultimo numero di Entertainment Weekly, dedicata al fin di prossima uscita Gone Girl che mostra Ben Affleck avvinghiato a una cadaverica Rosamund Pike su un lettino da camera mortuaria.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 10, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/10/lultima-di-miley-cyrus-i-cadaveri/
Nudo in giallo! I Simpson erotici
Il nudo è giallo! Marge e Homer Simpson , nelle immagini dell’artista AleXsandro Palombo, fondatore del blog Humor Chic, e autore di pungenti satire sul mondo della moda, diventano hot. Marge è la classica femme fatale, Homer invece diventa un elegante latin lover in abito scuro. Così si celebrano i 25 anni dei Simpson, con i due protagonisti senza veli!
Pubblicato da tdy22 in dicembre 30, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/30/nudo-in-giallo-i-simpson-erotici/
E Balotelli lanciò una nuova moda…
Che a SuperMario piaccia essere al centro dell’attenzione è noto, certo gli va dato atto che è bravo a inventare stratagemmi sempre nuovi. Come la nuova moda che ha lanciato ora e che passa dai suoi piedi. Si tratta delle scarpette decorate con titoli di giornali a lui dedicati. Che non passano inosservate, come nonl’ha fatto la celebre frase “Why Always me?” scritta in grassetto. Le scarpette hanno fatto il loro debutto nel match di lunedì sera contro la Roma, terminato con un pareggio, e non sembrano però aver portato eccessiva fortuna all’attaccante rossonero: Mario non ha siglato alcun gol, anche se ha servito un assit perfetto che ha permesso il pareggio. Intanto… si è aggiudicato un altro titolo di giornale!
Pubblicato da tdy22 in dicembre 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/18/e-balotelli-lancio-una-nuova-moda/
Effetto Renzi: il sorpasso del centrosinistra
Stando a quanto rilevato da Swg, dopo l’elezione di Renzi a segretario del Pd il centrosinistra ha guardagnato, in una settimana, sei punti. E l’intenzione di voto degli italiani muta anche per quanto riguarda la Lega, dove alla guida ora c’ Matteo Salvini: mezzo punto guadagnato anche dal suo partito. Calo nell’ordine dei tre punti, invece, sia per Forza Italia che per il Movimento 5 Stelle. La crescita del Pd corrisponde anche ad un sorpasso netto del centrosinistra sul centrodestra: 40,5% contro 33,6%. L’effetto Renzi riesce a mettere d’accordo anche i sondaggisti, anche se si riscontrano lievi differenze di percentuale. Le analisi di Ixe (per Agorà) mostrano che il Pd guadagna più di due punti (+2,1%) e si conferma primo partito con il 29,5 percento di consensi. Perde invece quasi un punto e mezzo (-1,4%) il Movimento 5 Stelle, che segue con il 21,9 percento. In crescita Forza Italia (+0,4%), al 21,3 percento, mentre perde mezzo punto il Nuovo Centrodestra, che scende sotto la soglia del 5 percento (4,8%).
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/13/effetto-renzi-il-sorpasso-del-centrosinistra/
A volte ritornano… di sicuro lo fanno a Natale!
Chi non ricorda la scena di Bridget Jones quando, al primo incontro con Mark Darcy scopre che quest’uomo altrimenti perfetto indossa un imbarazzante maglione con la renna?
Natale è anche questo: i maglioni che spesso vincono il titolo di “più brutti dell’anno”. Ricamati, infiocchettati, con fantasie di renne, fiocchi di natale e Babbo Natale per tutti i gusti. Ma non pensiamo che siano una moda da nerd: anche i brand più in voga in Gran Bretagna cavalcano il trend e, da Topshop a H&M fino a Zara, tutti presentano il loro maglione. L’HuffPost presenta una raccolta dei “migliori”:
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/13/a-volte-ritornano-di-sicuro-lo-fanno-a-natale/
Auguri scarponcino giallo! Il Yellow Boot Timberland e i suoi 40 anni
Yellow Boot Timberland. E’ lui lo scarponcino giallo per eccellenza e quest’anno compie 40 anni. Per festeggiare l’ingresso negli “anta”, si è regalato un tour europeo che è partito da Berlino e dopo Palermo, Roma e Bologna, ora arriva a Milano. Oggi, giovedì 12 dicembre, ha fatto festa nello store di corso Matteotti la chiusura del Lab Tour, che sottolinea ancora una volta l’importante messaggio della collezione autunno inverno “Best then, Better now”, e si fa portavoce di un vero e proprio motto che esprime l’approccio senza compromessi del brand ai valori di qualità, artigianalità, autenticità con un gusto ed un design rinnovati, focalizzando i cardini della filosofia eco del brand, che sono e rimangono il filo conduttore di tutti i prodotti.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 12, 2013
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E se Marge si trasformasse in un’icona della moda?
Se anche ci provasse, Marge Simpson non riuscirebbe mai a passare inosservata, fosse solo per quella sua chioma azzurra che tocca il cielo. Però c’è chi, come il designer di origini italiane AlexSandro Palombo, ha voluto tentare di trasformarla in un’icona di stile. Come? Facendola sfilare come una modella con addosso gli abiti che hanno segnato la moda di otre 20 anni dettando stile ed eleganza. L’artista ha spiegato a Vogue Uk che “C’è una Marge Simpson in ogni donna. Con questo omaggio ho voluto accendere la magia, la forza, la femminilità, l’eleganza, l’erotismo e la bellezza che è in ciascuna”. Tra gli altri modelli che Marge ripropone, il tailleur rosa di Dior che indossava Jackie Kennedy, il corpetto firmato Yves Saint Laurent con cui spesso viene ricordata Madonna, l’abito blu che Kate Middleton portava il giorno dell’annuncio del fidanzamento e il modello di Valentino con cui Julia Roberts ha sfilato la notte degli Oscar, quando vinse la statuetta.
Pubblicato da tdy22 in novembre 23, 2013
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E’ morto l’hair stylist milanese Aldo Coppola
Era malato da tempo il più famoso hair stylist italiano, noto in tutto il mondo, Aldo Coppola, spentosi la scorsa notte nella sua casa a Milano. Coppola aveva 73 anni e contro la malattia ha combattuto con tutte le sue forze, rendendola anche uno stimolo a migliorarsi nel suo lavoro. Lui stesso disse: “da quando sto male mi è tornata la creatività”. A 12 anni, mentre frequentava l’accademia Unasas dove ha appreso la storia del costume e dell’acconciatura, Coppola ha iniziato a lavorare nel salone del padre e solo tre anni dopo era stato nominato Maestro d’arte, vincendo anche il campionato italiano dell’acconciatura femminile. Nel 1961, inizia il connubio con il mondo delle passerelle: Elvira Leonardi Bouyeure, stilista italiana celebre tra gli anni 50 e 60 conosciuta come Biki, l’aveva chiamato infatti a pettinare le modelle che avrebbero sfilato a Firenze, nella cornice di Palazzo Pitti. Dell’hair stylist va ricordata inoltre la stretta collaborazione con L’Oréal e l’apertura di tre saloni nel capoluogo lombardo tra i quali la sede storica, quella in via Manzoni. Al momento, il suo sistema di franchising, presentato sul mercato nel 1992, conta oltre 50 affiliati in tutta Italia. E’ invece del 1993 l’inizio della realizzazione della sua Accademia che oggi ha sede a Milano e Mosca.
Pubblicato da tdy22 in novembre 21, 2013
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Resta sempre lei “la Top”: Gisele in passerella a San Paolo
33 anni e due figli e non li dimostra, anzi, resta la modella più pagata del mondo e la sua presenza eclissa le sue compagne di sfilata. Lei è Giselle Bundchen, tornata in Brasile, suo Paese d’origine, dopo due anni di assena in occasione della settimana della moda di San Paolo. La top model ha solcato la passerella per presentare la collezione del brand brasiliano Colcci.
Pubblicato da tdy22 in novembre 1, 2013
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La nuova moda agghiacciante: selfie al funerale
Forse è solo per esorcizzare il dolore, forse è di cattivo gusto, forse è solo per stupire o chissà quali motivazioni ci possono essere per scattare un selfie al funerale della nonna o per controllare l’abito prima di prendere parte alla cerimonia. Sul web la moda c’è e si fa sentire:
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
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Nuove scarpe per Icardi: ruggirà contro il Verona?
Si chiamano Adizero f50 Yohji Yamamoto le nuove scarpe firmate Adidas che, presentate dall’azienda, questo week-end faranno il loro debutto in campo, per una prima e unica volta, ai piedi di pochi, selezionati giocatori tra i quali David Alaba (Bayern Monaco), Lucas Moura (Paris Saint Germain) e Mauro Icardi (Inter) per l’Italia. A disegnare l’edizione limitata, 2000 paia, lo stilista Yohji Yamamoto, nome non nuovo in casa Adidas e che ha spiegato: “La mia ispirazione è una miscela di tradizione e cultura moderna e fantascientifica giapponese che, spero, dia ai giocatori armonia e maggiore fiducia per esprimere se stessi senza alcun timore. Le persone devono sentirsi libere di esprimere se stesse. Basta seguire il proprio istinto.” E sicuramente le calzature non passano inosservate: sulla parte anteriore della scarpa compare una coppia di leoni imperiali che richiamano un’antica tradizione, nella quale questi animali facevano da guardia agli imperatori giapponesi, che abitavano terreni sacri. Ma sicuramente i calciatori non si limiteranno ad apprezzare il design, si tratta infatti delle scarpe che, con i loro 165, sono le più leggere attualmente sul mercato. Utilizzano infatti la stessa tecnologia della gamma adizero permettendo ai giocatori di essere più veloci che mai. In Italia potremo ammirarle a partire dalle 20.45 di domani sera, quando Icardi scenderà in campo contro il Verona: ruggirà?
Pubblicato da tdy22 in ottobre 25, 2013
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L’ultimo, strano accessorio di Lady Gaga
Lady Gaga riesce sempre a far parlare di sè. Quando non è per la musica è per il suo abbigliamento che non passa mai inosservato. L’ultimo accessorio che ha sfoggiato, mentre si trovava a passeggio per Los Angeles, sicuramente si fa a sua volta notare: sembra infatti una zampa di rettile.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 23, 2013
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Laura Louise Cannon e la sua vittoria sul cancro… a suon di fashion!
Ha appena 23 anni l’inglese Laura Louise Cannon, ma grinta da vendere. Tanta da riuscire a sconfiggere una malattia devastante come il cancro. C’è chi si lascia abbattere e ne diventa vittima, ma non lei, che ha trovato un modo tutto suo per reagire: immergersi nel mondo del fashion! Dopo aver provato sulla sua pelle la chemioterapia e aver visto i suoi capelli cadere, ha creato un blog, Laura Louise and her naughty disease…, attraverso il quale ha raccontato come essere bella anche seguendo terapie così debilitanti. A forza di affermazioni tipo “Quando hai dei tacchi altissimi nessuno si preoccupa se sei pelata”, la 25enne ha attraversato la malattia con tono ironico e agguerrito, facendosi forza con articoli glamour che l’hanno portata ad avere oltre 100 mila lettori e diventare una star del web.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Marocchini aprono negozio nel loro Paese, in Italia hanno massacrato una 80enne
La massacrarono con un oggetto contundente, probabilmente un portacenere in marmo, mai più trovato. La vittima Maria De Freitas, 80 anni, non si è più ripresa. Portata in rianimazione dopo il massacro ha infatti riportato danni che i medici hanno dichiarato permanenti. I criminali Adil Channita, 22 anni, e Mohamed Lamghari, 25, entrambi marocchini, hanno aperto un negozio in Marocco e si occupano di moda. All’anziana portarono via 20 mila euro, anche se non trovarono i 104 mila euro in contanti che la donna teneva in un cassetto. Forse questa sarà l’unica pena che sconteranno visto che nonostante la condanna i due criminali ora sono imprenditori all’estero.
Pubblicato da tdy22 in settembre 26, 2013
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Quel “negozio” di Prada in mezzo al deserto che rischia di essere distrutto
Nel desrto del Chihuahua, in Texas, dove i passanti sono asinelli e qualche sporadico automobilista, sorge una vetrina di Prada. Siamo sulla Route 90 a pochi chilometri dalla cittadina di Valentine ed è qui che sorge il negozio che espone borse e scarpe della nota marca. Inaugurato nel 2005, ora rischia però di chiudere a causa di una legge texana che risale al ’65 per la quale la piccola costruzione costituirebbe una “pubblicità illegale”. Come mai? Il “negozio” non è tale, semmai si tratta di un’installazione artistica chiamata “Prada Marfa” e ideata dai danesi Michael Elmgreen e Ingar Dragset. Costata 80mila dollari, l’opera, che non verrà riparata in caso di danni da agenti atmosferici, ha richiamato numerosi turisti nonostante lo “store” sia eternamente chiuso. In esposizione, borse e scarpe selezionate personalmente da Miuccia Prada dalla collezione autunno/inverno del 2005. A protezione dell’installazione, una serie di telecamere di sicurezza che hanno il compito di evitare eventuali furti e atti di vandalismo. Un simile episodio si era infatti verificato pochi giorni dopo la sua inaugurazione, quando il “negozio” è stato danneggiato e gli articoli presenti al suo interno sono stati trafugati. Ora però il Dipartimento dei Trasporti del Texas sta valutando la possibilità di radere al suolo l’installazione perché nessuno dei suoi autori ha mai chiesto l’autorizzazione per porre una pubblicità ai bordi della Route 90. Michael Elmgreen si è rifiutato poiché non la ritiene tale: “Costruire un negozio nel deserto – ha detto al New York Times – per noi rappresenta una critica all’industria del lusso”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 22, 2013
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Moda e paesaggi… non sono poi così diversi tra loro!
Paesaggi e moda complementari? A quanto sembra sì, come ci dimostra l’opera del fotografo Joseph Ford, che ha comparato la moda con la natura e, tramite le immagini, ha provato ad affiancarle. Ecco allora che una maglia con la zip si fonde con una strada che costeggia il mare e una maglia diventa la continuazione di un deserto. Ma anche l’ambiente urbano che ricorda una camicia. Impossibile confodorli? Provate a guardate!
Pubblicato da tdy22 in settembre 15, 2013
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Vietato l’accesso al Comune alla consigliera: indossa i leggings!
Un custode del Comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, si è sentito in dovere d’impugnare un’ordinanza dell’ex sindaco della località con cui si vieta di entrare nel municipio con pantaloncini corti e infradito. Grazie a questa ha sbarrato la strada a Tina Somma, consigliera comunale del Pd. Il motivo? La Somma indossava un paio di leggings neri sotto il ginocchio e un magliettone molto coprente su un paio di sandali anatomici. “Ho inutilmente tentato di fargli notare che il mio abbigliamento era più che decoroso”, ha spiegato.
Pubblicato da tdy22 in settembre 3, 2013
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Italiani che trovano il successo all’estero: il caso del marchio Kinabuti
Caterina Bortolussi e Francesca Rosset, entrambe poco più che trentenni, sono arrivate in Nigeria alcuni anni fa e proprio nella capitale del Paese, Lagos, hanno creato il loro marchio di abbigliamento: Kinabuti. Come loro spiegano: “pensiamo di essere al posto giusto nel momento giusto”. La società risponde alla domanda di prodotti di “lusso” che sta sorgendo in alcune fasce di una popolazione che sta vivendo una progressiva crescita del benessere: la Nigeria è infatti uno dei paesi africani più ricchi di petrolio e il suo Pil aumenta al ritmo del 7-8% annuo. Qui ci si rivolge non solo ai prodotti importati dall’estero, ma anche a quelli realizzati in loro, che consentono di rispondere in modo più rapido ed efficace alle richieste della clientela valorizzando contemporaneamente le capacità artigianali del territorio. Si creano inoltre nuovi posti di lavoro e infatti l’azienda delle due italiane ha finanziato un programma di formazione che si rivolge a giovani donne che vivono nelle aree più degradate del paese.
Da qui sono uscite 21 ragazze che ora, a un anno e mezzo dall’avvio del progetto, lavorano stabilmente come modelle professioniste: le loro storie sono state raccontate dal regista svedese Marcus Wemer Hed nel docu-film “In our ghetto”.
15 donne della comunità di Rumolumeni, nel delta del Niger, stanno inoltre seguendo un corso di cucito e confezione per imparare a tagliare e cucire gli abiti secondo i canoni internazionali. Caterina racconta: “Ci sono i talenti, la voglia di fare ma non le competenze. Mancano le scuole di formazione, un sistema distributivo definito e una supply chain sicura”. E poi ci sono i problemi logistici, tipici di un paese in via di sviluppo (“le strade non funzionano, manca l’elettricità”).
Anche per questo i quantitativi prodotti attualmente da Kinabuti sono ancora limitati, ma – promettono le due socie – “non appena riusciamo ad aumentare la produzione, puntiamo ad esportare i nostri abiti anche in altri paesi”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 2, 2013
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Quest’estate va di moda… il trash?
C’era un tempo in cui si affermava con orgoglio che gli italiani avevano il senso della moda… E sembra proprio il caso di parlare di “c’era una volta”, visto quello che imperversa sulle nostre spiagge. Sembra proprio che in estate, liberi anche dai codici d’abbigliamento, in molti riescono a dare il peggio di sè. Fuori dai confini del Belpaese sembra non essere sfuggita questa “tendenza cafonal” in cui riescono immancabilmente a spiccare gli emuli dei protagonisti di Grande Fratello quando non direttamente dei Tronisti. I must diventano allora occhiali che coprono mezzo viso, catene il più pesanti possibili e abbronzature feroci perchè “quando si torna a casa si deve vedere bene che sono stato al mare”. Senza parlare di sopracciglia ad ali di gabbiano per lui e per lei, pinocchietti nel guardaroba maschile e tacchi 12 sulla sabbia per le vere addicted. In alternativa, via libera a infradito e ciabatte ortopediche, possibilmente il più fluo possibile. A raccontare tutto questo anche la firma di Le Monde Marc Beaugé, che ha preso Capri come suo osservatorio: “Quando si arriva sull’isola ci si ritrova con una folla di turisti vestiti con canottine terribili, l’infradito, occhiali paurosi, jeans slavati, costumi dalle terribili e improbabili fantasie floreali e tatuaggi degni di guerrieri maori”. Fernanda Speranza, commissario dell’Azienda di soggiorno e turismo di Capri, ha tirato in ballo “i dati positivi di presenze di turisti stranieri” che “vanno in controtendenza con quanto dichiarato dal giornalista di Le Monde”. Ma nessuno mette in dubbio che l’Italia sia un Paese bellissimo, il giornalista parla piuttosto di chi popola le località turistiche. Ma sono gli stessi media a veicolare un concetto di moda che poi viene ripreso e riproposto sulle nostre spaggie. Tre esempi? L’estate 2013 è stata all’insegna del costume fluo, visibile a distanza e che ha catturato anche Ilary Blasi, Antonella Mosetti & Co., che non si sono fatte pregare e hanno sfoggiato i loro microcostumini dai colori di un giubbotto catarifrangente, avvinati a immancabili occhiali specchiati e braccialetti, ovviamente flou. E sempre in tema di costumi femminili, dopo anni di ferretti e push-up, quest’estate era quanto meno doveroso sfoggiare il bikini a fascia, che tutto fa, tranne valorizzare le forme femminili: le fashioniste giurano che tutto ciò sia estremamente elegante. Dulcis in fundo, e in pieno stile cow-girl, sempre a fascia ma… con frangia incorporata!
Pubblicato da tdy22 in agosto 21, 2013
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La moda è razzista? Forse solo marketing, ma i dati sono agghiaccianti
C’è veramente del razzismo nella moda? La domanda non è certo nuova se già Vogue Usa nel luglio del 2008 usciva con una copertina dal titolo “It’s fashion racist?”
In Italia, poco tempo prima, però, Franca Sozzani, nell’edizione tricolore di Vogue aveva pubblicato un numero con solo modelle nere.
Ma veniamo ora alle passerelle degli ultimi tempi. New York (come di Parigi, di Milano, di Londra) sono dominate da modelle bianche, ed è così dalla fine degli anni 90, ovvero dalla fine dell’era delle “supermodel” (Helena Christensen, Cindy Crawford, Naomi Campbell, Elle MacPherson, Claudia Schiffer).
Jezebel, un blog che si occupa di fashion, ha monitorato in questi anni la presenza delle minoranze nei defilè. Dopo un lieve incremento nel 2009, la percentuale delle modelle nere sulla passerella è rimasta stabile fino a quest’anno, quando è stata rilevata una percentuale del 6% di indossatrici nere nella Fashion Week di New York, in febbraio. L’anno scorso era stata del 8,1%. D’altro canto la presenza di modelle bianche nella settimana della moda newyorchese 2013 è stata dell’82,7%.
Non va meglio in Europa, dove stilisti come Phoebe Philo per Céline o Raf Simons per Dior hanno presentato intere collezioni senza una modella nera.
“C’è qualcosa che non va”, protesta Iman, modella somala protagonista delle sfilate di Calvin Klein, Versace e Yves Saint Laurent negli anni 70 e 80, anni nei quali per una modella nera era più facile sfilare. Iman, insieme a Bethann Hardison (che sfilava negli anni 60) è a capo di un movimento che vuole fare pressioni sugli stilisti newyorchesi perché usino più indossatrici nere a partire dalla prossima Fashion Week. La battagliera Iman non esita a citare Malcom X quando afferma che porterà avanti la sua crociata “Con ogni mezzo necessario”:
“Abbiamo un presidente nero, una first lady nera. Verrebbe da pensare che le cose siano cambiate, ma non sono cambiate. Anzi, invece di andare avanti siamo andati indietro… Mi sembra che i tempi richiedano di tracciare una linea con decisione, come negli anni 60, dicendo che se gli stilisti non usano modelle nere, allora noi li boicottiamo”.
È vero, alle sfilate dominano le bianche. Ma a ben guardare a essere sotto-rappresentata non è solo l’etnia africana. Fra le bianche sono sempre più rare le modelle mediterranee, mentre le indossatrici dell’Est sono la schiacciante maggioranza. Fra le minoranze, le sudamericane sono in netto declino così come le africane, mentre sono in deciso aumento le asiatiche.
Il criterio è razzista, ma è il razzismo del fatturato: in Asia l’alta moda incassa sempre di più, in Europa (così come nella black America) sempre di meno.
Pubblicato da tdy22 in agosto 19, 2013
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Moda vestita a lutto: morta la co-fondatrice di Zara
E’ morta, a seguito di un’emorragia celebrale, la co-fondatrice di Zara, Rosalia Mera, mentre si trovava in vacanza a Minorca, nelle Baleari. Trasportata subito alla clinica privata San Rafael di Coruna, nel Nord della Spagna, Mera non ce l’ha fatta. Descritta da Forbes come la «self-made woman più ricca del mondo», Mera aveva lasciato la scuola a 11 anni per lavorare come cucitrice.
Si racconta che i primi vestiti contribuiva a cucirli a mano lei, quando il marito Amancio Ortega, all’epoca 39enne, aprì in una via del centro di La Coruña il primo negozio Zara. Poi i due divorziarono ma lei è sempre rimasta la co-fondatrice del gruppo diventando, tempo dopo, la donna più ricca di Spagna con un patrimonio di 4,6 miliardi di euro. È morta all’età di 69 anni.
Pubblicato da tdy22 in agosto 16, 2013
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Nuovi guai per D&G: Peter Fonda ha sporto denuncia!
Dopo le polemiche dei giorni precedenti tra gli stilisti e il Comune di Milano, nuovi guai all’orizzonte per Dolce & Gabbana. Peter Fonda ha sporto denuncia presso la Corte Superiore della California contro la griffe. L’attore americano chiede un risarcimento di 6 milioni di dollari e la cessione dei proventi della vendita di una linea di magliette prodotta dal marchio italiano ispirate a Easy Rider, il film cult del 1969 interpretato da Dennis Hopper, Jack Nicholson e lo stesso Peter Fonda. Nella denuncia l’attore ha preso di mira anche la Nordstorm, la società di distribuzione dei capi d’abbigliamento che, assieme a D&G, dovrebbe quindi versare la cifra.
Ma nel capoluogo lombardo la querelle, intanto, prosegue. Gli stilisti hanno ripercorso la vicenda giudiziaria in un’intervista al Corriere della Sera. In primo grado, sono stati condannati in primo grado per omessa dichiarazione al fine di evadere le imposte. Ora loro ripetono: “Per l’infedele dichiarazione dei redditi nel penale siamo stati assolti perché il fatto non sussiste. Lo stesso giudizio del gup per l’omessa dichiarazione: il fatto non sussiste”. Quindi l’annuncio: “Se la condanna a 400 milioni di multa sarà confermata, chiudiamo. Non saremmo in grado di resistere”. Ma gli stilisti spiegano anche di essere estranei alla vicenda che vede la vendita di un loro marchio a un prezzo di mercato guardato con sospetto dalla finanza e ribadiscono che tutto è stato fatto in modo legale. Dolce ritorna sullo scambio di fuoco con l’assessore. “Magari io non avrei scritto “fate schifo” scegliendo parole diverse. Ognuno ha il suo temperamento. Ma sulla decisione di chiudere per indignazione, pagando regolarmente i dipendenti, sia chiaro, siamo stati d’accordo. Non ne potevamo più”. Ancora una volta, ribadiscono un concetto a loro caro: a differenza di altri, non hanno residenze fittizie all’estero ma da sempre vivono nel nostro Paese, inoltre “Abbiamo due imbarcazioni, ormeggiate in porti italiani e battono bandiera italiana”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 24, 2013
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D&G riaprono i negozi… e la Lega raccoglie firme contro Pisapia
La Lega approfitta della riapertura dei negozi Dolce&Gabbana, dopo tre giorni di serrata per “indignazione”, per avviare una raccolta firme a sostegno dei due stilisti e contro l’assessore Franco D’Alonso e il sindaco Giuliano Pisapia. Un gruppo di rappresentanti del Consiglio Comunale di Milano della Lega si è infatti riunito oggi davanti alla boutique di corso Venezia esponendo anche una bandiera della Lega e un cartello che recita: “Raccolta firme. Pisapia caccia D&G ma firma contratti con occupanti abusivi. La Lega dice no”. Il capogruppo al Consiglio comunale, Alessandro Morelli, ha spiegato: “Presentiamo una mozione per dire che se il sindaco si comporta così con le eccellenze del made in Italy allora faccia lo stesso con tutti quelli che hanno situazioni di illegalità, come gli occupanti abusivi”. Luca Lepore, consigliere comunale, mostrando un foglio con la stampa ‘D&G D’Alfonso e Gang’ aggiunge: “D’Alfonso dice che con questa storia Dolce e Gabbana si sono fatti pubblicità, allora noi la facciamo a D’Alfonso, ma la facciamo negativa”. Tra i primi firmatari una negoziante della zona Brera che fa anche parte del gruppo ‘Commercianti contro area C’: “I turisti stanno scappando, il centro è sfasciato ed è pieno di graffiti. Noi del comitato avremmo dovuto fare una serrata come l’hanno fatta D&G. Dobbiamo trovare un modo per far cadere il sindaco”. Per quello che riguarda i dipendenti, nessuno parla, anche perchè “non siamo autorizzati a parlare dell’azienda e siamo stati invitati a non fare commenti sulla vicenda”. A sbilanciarsi è invece il direttore del Martini Bar, Mirko Caria: “Io e l’intero staff avalliamo al 100% la decisione degli stilisti e sosteniamo la loro protesta contro il Comune”. A quanto si dice dietro le vetrine delle boutique di Dolce&Gabbana, i clienti oggi non hanno fatto tante domande sulla chiusura straordinaria, ma da quel che si sente dire sui marciapiedi, non tutti hanno digerito il comportamento dei due contendenti. Se le dichiarazioni di D’Alfonso sono state “l’ennesima sparata politica”, dicono alcuni clienti appena usciti dai negozi, la chiusura di tre giorni è stata “forse un’esagerazione”. Per quel che riguarda Pisapia, la polemica “è assolutamente terminata e finita”. Il sindaco ha proseguito “Loro questa mattina hanno riaperto i negozi e spero che adesso finiscano le polemiche e si guardi avanti nell’interesse della città, della moda, della collettività e del paese”. Il sindaco ha precisato inoltre di avere invitato, attraverso il direttore generale della maison, i due stilisti a Palazzo Marino “per parlarci e chiarirci, basta con le polemiche”. Gli stilisti non hanno ancora confermato la loro presenza all’incontro che dovrebbe aver luogo mercoledì. A chi gli ha chiesto perchè in un’intervista apparsa ieri su La Repubblica si fosse definito ‘indignato’ ha poi risposto: “chi dice che Milano fa schifo non può che fare indignare non solo il sindaco ma tutti i milanesi”. Sulla vicenda è entrato anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha dichiarato: “Mettiamo a disposizione i nostri spazi. Mi sembra una follia, un’azione masochistica dire di no a chi rappresenta i marchi d’eccellenza, specie in un momento di crisi”. Ha poi concluso: “Spero che il Comune di Milano faccia un ravvedimento operoso”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/22/dg-riaprono-i-negozi-e-la-lega-raccoglie-firme-contro-pisapia/
Pisapia: Dolce e Gabbana dovrebbero chiedere scusa a Milano
Continua la tensione a Milano e anche il sindaco Pisapia, che ha tentato di mantenere i toni bassi per giorni, ora si è stancato. Dopo la serrata delle vetrine di Dolce e Gabbana e la loro “indignazione” contro la città di Milano, ha spiegato a Repubblica: ” Adesso basta, gli indignati siamo noi. La reazione di Dolce e Gabbana è decisamente sopra le righe, inaccettabile: dovrebbero chiedere scusa a Milano”. Per il Primo Cittadino, quello che manca sono i presupposti per una simile reazione: “Se la prendano con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, i pubblici ministeri e la stampa. Da ultimo con la città di Milano”. Anche perché, ricorda Pisapia, “la frase infelice dell’assessore è stata chiarita immediatamente”. E poi, “se si sono sentiti offesi potevano prendersela con lui (D’Alfonso, ndr). Che c’entra “Milano fai schifo”? Per la moda facciamo tantissimo”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/21/pisapia-dolce-e-gabbana-dovrebbero-chiedere-scusa-a-milano/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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