Francese o italiano o ancor meglio romano? I dubbi di Totti negli auguri a Garcia, si sono protratti e nel video con un mix tra francese e romano ha celebrato i 50 anni del suo allenatore, colui che lo ha messo al centro della squadra e gli ha dato una seconda giovinezza:
“Tanti auguri e bon anniversaire mister, les jeux sont faits, ca va bien sur le Tour Eiffel – il messaggio del n.10 all’allenatore trasmesso da Roma Channel – 50 ans e non ce pensà. Auguri”.
“Happy birthday Rudi”, così, invece, il presidente della Roma, James Pallotta, utilizza il profilo Twitter del club giallorosso per fare gli auguri al tecnico francese Rudi Garcia che oggi compie 50 anni. “Benvenuto nella mia decade – il cinguettio del 56enne patron statunitense – Te ne auguro molte altre, la maggior parte delle quali con noi”. A Trigoria l’allenatore è stato festeggiato da dirigenza e squadra con una torta con sopra raffigurato il lupetto stilizzato della Roma e la scritta “Auguri mister”.
Un compleanno social quello dell’allenatore della Roma che oggi compie 50 anni. Video registrati dei giocatori, i saluti di Pallotta e Facebook e Twitter per tutti coloro, soprattutto i tifosi giallorossi, che vorranno personalmente lasciare il loro messaggio a colui che davvero è considerato l'”eroe” capace di riavvicinare alla squadra della Capitale anche chi ormai aveva rinunicato a tifare da anni. Un inizio campionato perfetto, poi qualche errore arbitrale e tanta stanchezza. Poi però la società era rimasta di stucco quando qualche mese fa nell’autobiografia uscita in Francia, Garcia raccontava anche di aver trovato “una lentezza amministrativa non da grande club” e strutture a Trigoria “vecchie e superate” che lui aveva rivoluzionato. Ma tutto questo sarà probabilmente ridimensionato nell’edizione italiana che uscirà a marzo dal titolo “Tutte le strade portano a Roma”. Ma oggi non può essere il giorno della polemiche ma solo della grande festa epr l’allenatore che ha saputo guidare la squadra in vetta alla classifica seconda solo alla Suventus
Cosa ci può essere di più esaltante per il proprio ego che rivevere un video per il proprio compleanno ceh ci faccia ripercorere i momenti migliori della nostra vita? Così Wanda Nara ha fatto realizzare unfilmato per il compleanno di Icardi che ripercorre i migliori momenti della carriera del giocatore, all’interno vi sono anche tanti messaggi di auguri da parte di conoscenti e amici… peccato per quell’immagine che si è trasformata in un gaffe con un uomo che strappa davanti alla telecamera una foto di Milito in quattro parti e dice: “Adesso basta Principi, voglio solo Mauro Icardi“. Forse questa “caduta di stile” poteva essere risparmiata…
Ricoverata il giorno del suo compleanno, al settimo mese di gravidanza, così Melissa Satta racconta la sua esperienza a “Diva e donne” che lo riporta nella rubrica “Sussurri fra divi”. La Satta si è sentita male il 7 febbraio, “Ho avuto un piccolo problema ma ora è tutto a posto, altrimenti non sarei ritornata in Italia per girare la nuova sitcom Amici@letto 21h su Comedy Central Purtroppo sono stata male proprio il giorno del mio compleanno. Che brutto! Ero un po’ agitata, ma se sei incinta e non stai bene, in ospedale ti tengono in osservazione per sicurezza, e così è stato. Sono tornata a casa e dopo due giorni di riposo tutto è di nuovo come prima: ora però starò in Germania e non prenderò più voli per l’Italia fino al parto». Su Twitter, Melissa aveva scritto: «Essere dimessa dall’ ospedale e trovare a casa il mio amore e tutti i fiori è stato il mo- mento più bello». Kevin-Prince Boateng, infatti, da Düsseldorf ha preso l’aereo e si è precipitato a Milano per vedere di persona le condizioni di Melissa e del piccolo che si ritiene che possa nascere intorno al 20 aprile.
Da Baresi a tanti sconosciuti il web oggi ha voluto rendere omaggio a un grande campio che compie 47 anni. Roberto Baggio, Divin Codin, indimenticabile attaccante anche della nazionale italiana, oggi può davvero festeggiare con l’affetto di molti suoi fan un traguardo importante.
Lo avevano invitato alla festa di compleanno della compagna di classe, ma Tommy, non ci può andare, la mamma glielo ha vietato perché la bambina ha genitori gay. Così la madre di Tommy ha scirtto un messaggio da far recapitare alle mamme dell piccola Sophia che compierà 7 anni il prossimo 1 marzo:
“Tommy non parteciperà. Io non credo in quello che fate e non voglio esporre il mio figlio innocente al vostro ‘stile di vita’. Mi dispiace che Sophia debba crescere in questo modo. Se avete un problema o se ne volete parlare, fatelo con me…”.
Il messaggio è stato scritto a mano sul biglietto ricevuto dal figlio con data e luogo della festa che si terrà a Long Island, ma l’immagine è stata poi postata sulla pagina di una radio locale che ha diffuso la notizia.
E’ morto in ospedale il ragazzino di 12 anni che oggi ha accusato un malore a scuola presso l’istituto Agnelli di Torino. I primi a soccorrerlo sono stati gli insegnanti che hanno cercato di rianimarlo e hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Ieri il bambino aveva festeggiato i suoi 12 anni e oggi è morto davanti ai suoi compagni. A ricostruire la tragedia è don Enrico Stasi, preside dell’istituto salesiano Agnelli di Torino. «Era un ragazzo che si faceva amare – dice – tutta la comunità salesiana e il personale scolastico è profondamente scossa da questa perdita». Il malore ha sorpreso il giovane all’improvviso. «Era in mezzo ai suoi compagni e agli insegnanti, che l’hanno soccorso immediatamente», racconta don Enrico, secondo cui sino a quel momento il dodicenne «non aveva manifestato nessun disturbo». «Aveva festeggiato in classe il suo compleanno – dice – regalando ai compagni delle caramelle». A soccorrerlo, quando si è sentito male, è stato l’insegnante responsabile delle pratiche di basic life support. «È stato prontamente assistito, in attesa dell’ambulanza, che non ha tardato ad arrivare», si limita ad aggiunge il preside della scuola, un istituto molto noto in città. «La scuola – conclude – è stata vittima di un’inaspettata disgrazia».
Adesso c’è la conferma della scienza: gli uomini ricordano meno delle donne, in particolare nomi e date. Cosa significa? Se il vostro partner non ricorda anniversari e compleanni, non prendetevela troppo. A dimostrare questa caratteristica maschile c’ha pensato una ricerca dell’università norvegese di Scienza e tecnologia pubblicata sulla rivista Bmc Psychology, curata dal professor Jostein Holmen e il suo team. Lo studio è stato condotto coinvolgendo circa 37mila persone, alle quali è stato sottoposto un questionario con nove domande sulle capacità di ricordare. Ai partecipanti sono state poste domande riguardanti la difficoltà di ricordare le cose, di dire con esattezza cosa stessero facendo un anno fa o se fossero in grado di ricordare in dettaglio alcune conversazioni. I risultati hanno dimostrato, appunto, che gli uomini ricordavano peggio delle donne, in particolare nomi e date. Messi alla prova sui nomi, infatti, dichiaravano di aver difficoltà a ricordare l’86,5% delle donne e l’89,7% degli uomini, mentre per le date la stessa problematica riguardava il 79,4% degli uomini e il 64,7% delle donne.”Si aprla molto del fatto che le donne ricordino più degli uomini, ma non abbiamo ancora capito perché. Questo rimane ancora un mistero irrisolto” ha affermato Holmen.
Michelle Obama, da sempre portavoce della buona alimentazione, si è unita nella sua crociata ai giocatori del Miami Heat che spiegano che mangiare sano aiuta a diventare un campione. E proprio la first lady ne dà una dimostrazione in un video che sta spopolando in rete: si esibisce in una favolosa schiacciata al canestro mentre i giocatori sono impegnati in un’intervista ai microfoni di LetsMove.Gov. Indovinate chi è finito al centro della scena?
Dei nomi importanti di Washington non mancava nessuno alla festa, tenutasi ieri sera, per il 50° compleanno della First Lady Michelle Obama. Un party alla Casa Bianca rigorosamente da ballo, secondo i voleri di questa “splendida cinquantenne”, come si è definita la stessa First Lady, parafrasando le protagoniste di Sex and The City e la loro celebre frase ”Fifty and fabulous”. Resta avvolto nel mistero, tuttavia, il regalo del marito Barack e lo stesso dicasi anche della lista degli invitati per l’appuntamento mondano dell’anno alla corte della “Mum in Chief”. Sull’invito, le prescrizioni erano chiare: ci sarebbero stati solo snack, dolci e balli, unica raccomandazione, quindi, le scarpe da ballo e la cena già consumata. Nella palazzina bianca di 1600 Pennsylvania Ave c’erano anche Beyoncè e il marito Jay-Z, ambedue ormai amici intimi degli Obama. Così come non potava mancare Oprah Winfrey. Michelle, dal canto suo, si è presentata più che preparata ai 50 anni, con più grinta che mai. “Non mi sono mai sentita più sicura di me”, ha dichiarato la “Mum in Chief’ alla rivista People. E ironica, su Twitter ha cinguettato: ”Sono felicissima di unirmi a Barack nel ‘club dei cinquantenni. Ecco la mia tessera da anziana”, postando una foto in cui mostra raggiante la sua tessera della Aarp, l’associazione di persone ‘over cinquanta’ più nota degli Stati Uniti. Malgrado le voci e i pettegolezzi di una crisi matrimoniale, questa figlia di uno dei quartieri più popolari di Chicago, con due lauree da Ivy League alle spalle, per i prossimi tre anni e’ pronta ad intraprendere nuove sfide al fianco del marito. Non solo la battaglia contro l’obesità giovanile, ma anche quella per il diritto allo studio, ancora negato a tanti giovani negli Stati Uniti, a fianco dei veterani e delle famiglie dei caduti in guerra.
Michael Schumacher, in coma dopo il terribile incidente sugli sci a Meribel, è “in leggero miglioramento”. Sono i medici dell’ospedale di Grenoble a spiegare che l’ex pilota mostra leggeri segni di miglioramento, come ha precisato una fonte all’agenzia Sid, aggiungendo che le sue condizioni restano comunque sempre critiche. A nove giorni dalla drammatica caduta durante la quale ha riportato un serio trauma cranico, dopo il bollettino dei medici che nel pomeriggio parlava di situazione stabile, in serata da fonti vicine alla famiglia sono filtrate queste parole: “Il momento drammatico è passato. Tiriamo un sospiro di sollievo”. Anche se la strada verso la completa guarigione è ancora molto lunga, la speranza adesso cresce.
Il nuovo comunicato dell’ospedale di Grenoble, dov’è ricoverato l’ex pilota Michael Schumacher, ancora in coma indotto, recita: “La privacy del paziente esige che non vengano dati dettagli sul suo trattamento ed è per questo che non prevediamo di tenere conferenze stampa né di diffondere comunicati scritti. Chiediamo di rispettare il segreto medico e di attenersi solo alle informazioni date dal nostro staff o dal suo management”. Le condizioni di Schumi, è stato reso noto, restano stabili ma sempre critiche. Nel frattempo la procura e i gendarmi che indagano sull’incidente sciistico occorso al sette volte iridato hanno fatto sapere che terranno una conferenza stampa mercoledì alle 11, al palazzo di giustizia di Albertville, nelle Alpi francesi. E’ stato il procuratore Patrick Quincy, citato da diversi media transalpini, a darne l’annuncio. La conferenza stampa, ha spiegato, fornirà aggiornamenti sull’avanzamento delle indagini per ricostruire la dinamica della caduta. Il procuratore, nativo della Repubblica del Congo dove ha vissuto per 20 anni, ha lavorato come pubblico ministero per oltre 28 anni, sei anni dei quali trascorsi sull’isola francese d’oltremare della Riunione. Ad Albertville ha lavorato dal 2009 come procuratore. A “Le Dauphiné Libéré” Quincy ha dichiarato: “Sono testardo, perseguirò il mio obiettivo fino alla fine”.
Festa di compleanno che si trasforma in tragedia. Durante la sera, intorno alle 19.30, un 15enne ha trovato e impugnato un vecchio revolver, poi risultato rubato anni fa, e ha fatto fuoco. Una sua coetanea di 15 anni è stata colpita all’occhio. Trasportata d’urgenza in ospedale la ragazzina e operata, si teme che ci possano essere danni permanenti. L’episodio è avvenuto nella serata di sabato a Vernate, nel Milanese. Ora il pm del Tribunale dei minori sta sentendo in queste ore tutti i ragazzi presenti alla festa per ricostruire l’incidente.
E’ in coma da una settimana Michael Schumacher, in lotta contro il tempo e un edema cerebrale che non si riassorbe. Nel frattempo sono arrivate notizie sulle sue condizioni di salute in forma non ufficiale tramite l’ex pilota Philippe Streiff che spiega come l’ex ferrarista non rischia più la vita, ma la voce, l’uso delle braccia e delle gambe. Streiff ha parlato con Gerard Saillant, il famoso chirurgo francese amico di Schumacher e Ronaldo, volato a Grenoble “a titolo personale”. Si tratta del medico che operò Schumi nel ’99 al ginocchio, due anni dopo il suo incidente al gran premio d’Inghilterra. A lui Ronaldo dedicò due gol, dopo che per due volte Saillant lo aveva riportato sui campi di calcio. “Saillant mi ha detto che le condizioni di Michael sono serie, ma che la sua vita non è più in pericolo, per fortuna” ha raccontato Streiff a Radio Monte Carlo. Ma il pericolo resta. “Adesso gli fanno scanner ogni giorno per vedere come si riassorbe l’edema cerebrale. Più si riassorbirà velocemente, meno ci saranno conseguenze. Ormai sappiamo che l’edema era bilaterale lunedì scorso e che ora resta soltanto sul lato sinistro e questo è già un progresso. Ma se non ci saranno evoluzioni presto, c’è il rischio di emiplegia del lato opposto, il destro, che purtroppo è anche il lato della voce. Ci sarà sicuramente rieducazione, spero che riuscirà a ritrovare l’uso della parola e degli arti”. Streiff si è voluto mostrare ottimista sulle possibilità di farcela per il suo amico. “E’ la più importante corsa della sua vita – ha detto – ma ha un mentale talmente forte che ce la farà, ce la farà senza conseguenze, me lo sento”. Ma per avere certezze bisogna attendere domani, quando arriverà il nuovo bollettino, con i medici che nei giorni scorsi si sono limitati a parlare di “condizioni stabili ma critiche”. Ma nel frattempo è giunto un comunicato della portavoce di Schumacher, Sabine Kehm, con il quale ha raccomandato di considerare come “pura speculazione qualsiasi informazione sulla salute di Schumacher che non provenga dai medici che si occupano di lui o dalla direzione dell’ospedale”. Per ora i medici che seguono il sette volte campione del mondo hanno soltanto evocato uno “choc ad alta cinetica”, ovvero uno schianto ad alta velocità. Impossibile però fino a questo momento determinare le cause della violenza della caduta, su una prima e poi probabilmente una seconda pietra, talmente forte da spaccare in due il casco, recuperato “pieno di sangue” secondo i testimoni. Streiff, che è di Grenoble, e che ha conosciuto bene le piste di Meribel, ha detto al quotidiano L’Equipe di non trovare normale “che tra le due piste regolarmente segnalate ci sia questo passaggio con rocce sporgenti il cui accesso non sia stato vietato da barriere”.
E’ stato l’ex pilota di Formula 1 Philippe Streiff, grande amico di Schumacher, a riferire all’Associated Press di aver parlato con il dottor Saillant, secondo cui la vita di Michael non sarebbe più in pericolo. “Non sono un medico – ha precisato Streiff parlando con i giornalisti – sto solo riferendovi quello che mi ha detto Gerard Saillant. E lui mi ha detto che Schumacher è ancora in gravi condizioni, ma ora per fortuna non è più in pericolo di vita”. La manager del sette volte iridato, Sabine Kehm, ha tuttavia invitato tutti alla cautela, ribadendo che “le sue condizioni sono ancora critiche ma stabili e non ci sarà nessun bollettino medico fino a lunedì”. Nel frattempo anche questa mattina presto gli amici e i familiari di Schumi sono arrivati all’ospedale di Grenoble, dove l’ex campione di Formula 1 è ricoverato da domenica in coma indotto dopo un incidente sugli sci. La moglie di Schumacher, Corinna, in compagnia del padre Rolf e del fratello Ralf sono stati i primi ad arrivare. Con loro c’era il medico di famiglia, il professor Gerard Saillant e il presidente della Fia Jean Todt con la moglie. L’ex team principal della Ferrari, grande amico di Schumi dopo i tanti trionfi di Maranello, praticamente tutti i giorni si reca a far visita allo sfortunato pilota.
Simon Darby, portavoce di Nicholas “Nick” John Griffin, presidente del British National Party (il Partito Nazionale Britannico) e membro del Parlamento europeo da Giugno 2009, ha fatto un’incredibile gaffe parlando del sette volte campione del mondo di Formula 1 attualmente in coma dopo un incidente sugli sci. “Michael Schumacher ha milioni in banca, ma ora farebbe di tutto per essere nella posizione di Nick, giusto”, ha detto. Mr Griffin è stato costretto a dichiarare la bancarotta dopo aver contratto enormi debiti per una controversia legale per negligenza professionale. Lui stesso, via Twitter, ha precisato che la dichiarazione di insolvenza non gli impedisce di continuare a essere un parlamentare Ue né tantomeno di ricandidarsi. Semplicemente, ha detto, “mi libera da preoccupazioni finanziarie. È una bella giornata!”. Sentito da UffPost Uk, il suo portavoce si è lasciato sfuggire l’infelice paragone.
Era nato un mistero attorno alla telecamera istallata sul casco protettivo di Michael Schumacher al momento dell’incidente: non era infatti certo che fosse stata ritrovata e, secondo il quotidiano francese, l’ex pilota aveva sul casco una Gopro (quella utilizzata per riprendere scene di sport amatoriali), che sarebbe finita in un primo momento nelle mani della famiglia, non disposta a consegnarla agli inquirenti. I familiari del pilota avrebbero voluto tenere per loro la telecamera perché “non tenuti a consegnarla” , per motivi di privacy, secondo Bfm Tv. Ora, tuttavia, il mistero sembra essersi risolto e la videocamera sarebbe nelle mani degli inquirenti francesi. A riferirlo, fonti riservate vicine all’inchiesta. Al pari della videocamera, erano già stati sequestrati per essere esaminati anche gli sci del sette volte campione del mondo di Formula Uno
Il quotidiano francese Dauhinè Libèrè ha scritto che Michael Schumacher, al momento del tragico incidente a meribel, indossava un casco munito di telecamera. Quello che non è chiaro, tuttavia, è se la telecamera fosse accesa al momento dell’incidente e se le immagini eventualmente registrate siano ancora disponibili dopo lo schianto. Ancora, con l’incidente che è oggetto di un’inchiesta di Albertville, gli inquirenti, riferisce ancora il quotidiano, stanno ascoltando il figlio di Schumacher e un altro giovane: i due ragazzi potrebbero fornire informazioni sull’accaduto.
Compie 45 anni oggi il campione di Formula 1 Michael Schumacher, ricoverato a Grenoble dopo il terribile incidente sugli sci. Per l’occasione, tifosi da tutto il mondo inviano messaggi di affetto e testimonianze di vicinanza a lui e alla famiglia e in molti stanno organizzando manifestazioni per augurargli la guarigione. La famiglia ha diffuso un messaggio in cui ringrazia tutte le persone che sono vicine a Michael: “E’ un combattente e non si arrenderà”. Nel frattempo il piazzale davanti alla struttura ospedaliera dove si trova l’ex pilota, in lotta per la vita, i supporters del Cavallino si sono riuniti per esprimere il loro sostegno.
Sta lottando per vivere Michael Schumacher, dopo aver sbattuta la testa la scorsa domenica a causa di una brutta caduta dagli sci. Ma oggi è anche il suo compleanno e la Ferrari, sul suo sito, ha voluto fare al suo campione i migliori (doppi)auguri. “È un giorno speciale per la Ferrari e tutti i suoi tifosi. Oggi è il compleanno di Michael Schumacher, in queste ore impegnato nella corsa più importante della sua vita, e a lui vogliamo dedicare un omaggio particolare”. Sul sito appare una galleria fotografica che ripercorre i successi del sette volte iridato ex pilota. “Sono moltissimi i momenti belli in tanti anni trascorsi insieme e ne abbiamo voluti scegliere 72. Non è un numero casuale ma è quello che identifica il numero di vittorie conquistate da Michael con la Scuderia dal 1996 al 2006: 72 Gran Premi che hanno fatto gioire noi e i milioni di tifosi del Cavallino Rampante sparsi in tutto il mondo. Sono state emozioni indimenticabili che, insieme alla passione, all’impegno e alla dedizione hanno reso Michael per sempre parte della grande famiglia ferrarista”. E il sito del Cavallino conclude: “Tutta la Ferrari, a cominciare dal Presidente Luca di Montezemolo e dal Team Principal Stefano Domenicali che sono in continuo contatto con la famiglia di Michael e le persone a lui più vicine, sta seguendo costantemente l’evolversi della situazione. Gli auguri che vogliamo fargli oggi sono doppi, ovviamente!”
Nella giornata di oggi sono attesi davanti all’ospedale di Grenoble numerosi fan del campione, provenienti tanto dall’Italia che dalla Francia che si riuniranno in una veglia silenziosa per Schumi.
Il 18 gennaio si terrà la serata di gala in onore dei 50 anni della First Lady americana Michelle Obama, il cui compleanno cade il giorno precedente, e decine di persone stanno ricevendo in questi giorni l’invito, stando a quanto riporta il Chicago Tribune. La lista degli invitati non è ancora nota ma quello che è trapelato che sull’invito al dance party si legge: “Indossate scarpe comode. Probabilmente si ballerà un pò di bougie”. La festa sarà sul modello “Snacks & Sips & Dancing & Dessert”, una festa in cui si stuzzica, si beve, si balla e si mangia l’immancabile dolce. Ciò che è trapelato sono gli “avvertimenti”: come il fatto di non aspettarsi la cena ma di mangiare prima della festa.
Compie gli anni oggi Papa Francesco e non manca di condividere questa giornata con i fedeli. Tra questi, in particolare, quattro senzatetto sono stati invitati a colazione e a messa a Santa Marta dallo stesso Pontefice, dopo che gli sono stati presentati dall’elemosiniere pontificio, monsignor Konrad Krajewski. I clochard vivono nella zona di San Pietro e uno di loro si è presentato con il suo cagnolino, che pa presentato a Francesco. Durante la celebrazione a Santa Marta il Papa ha detto: “Qual è il cognome di dio? Siamo noi, ognuno di noi”. E ha poi continuato: “Qualcuno una volta ho sentito che diceva: ‘ma questo brano del vangelo sembra l’elenco telefonico!’ e no, è tutt’altra cosa: questo brano del vangelo è pura storia e ha un argomento importante. Dio ha voluto farsi storia. Ha fatto il cammino con noi”. Anche i Papaboys festeggiano la ricorrenza e per l’occasione hanno organizzato una 24 ore non-stop di preghiera che terminerà alla mezzanotte di oggi nella chiesa romana di san Lorenzo in Piscibus ed è stata accolta da molte associazioni cattoliche per garantire la copertura di tutti i turni di di preghiera. I cavalieri templari cattolici hanno già comunicato che resteranno tutta la giornata. “Perché una maratona di adorazione eucaristica come regalo di compleanno a papa Francesco? perché la frase più usata dal santo padre dall’inizio del suo pontificato è ‘pregate per me'” – spiegano i papaboys. “Facciamo appello agli altri ragazzi e ragazze di tutto il mondo perché si uniscano a noi con un momento di preghiera presso le proprie parrocchie ed anche da casa”. Tanti momenti di preghiera per il compleanno di Francesco ci sono anche a Buenos Aires, come spiega a Radio Vaticana Luis Avellaneda, segretario della parrocchia di San José, dove Jorge Mario Bergoglio “ha scoperto la sua vocazione, proprio in un confessionale”. “Pregheremo per tutte le intenzioni del Santo Padre che per noi è tanto lontano: siamo alla fine del mondo noi. Ma siamo vicinissimi al cuore del Santo Padre. Abbiamo la necessità e il bisogno di pregare per lui – ha spiegato il religioso – perché capiamo il momento difficile del mondo e della Chiesa”.
Yellow Boot Timberland. E’ lui lo scarponcino giallo per eccellenza e quest’anno compie 40 anni. Per festeggiare l’ingresso negli “anta”, si è regalato un tour europeo che è partito da Berlino e dopo Palermo, Roma e Bologna, ora arriva a Milano. Oggi, giovedì 12 dicembre, ha fatto festa nello store di corso Matteotti la chiusura del Lab Tour, che sottolinea ancora una volta l’importante messaggio della collezione autunno inverno “Best then, Better now”, e si fa portavoce di un vero e proprio motto che esprime l’approccio senza compromessi del brand ai valori di qualità, artigianalità, autenticità con un gusto ed un design rinnovati, focalizzando i cardini della filosofia eco del brand, che sono e rimangono il filo conduttore di tutti i prodotti.
Il matrimonio è stato rimandato a lungo ma ora sembrerebbe giunto il tempo, per Brad Pitt e Angelina Jolie, di arrivare all’altare. Stando a quanto riportato dal Daily Star, la coppia starebbe progettando quattro feste di nozze con la prima che potrebbe aver luogo il 18 dicembre, giorno del 50° compleanno di Brad, in Australia, dove Angelina sta girando il suo ultimo film, ‘Unbroken’. Qui la Jolie vorrebbe una cerimonia in stile aborigeno al sorgere del sole. Dopo di che, nei primi mesi del 2014, sarebbe prevista una cerimonia intima a Los Angeles o a New York a seguito della quale si dirigeranno nelle Bahamas dove sono state sparse le ceneri della madre di Angelina, Marcheline Bertrand, morta di cancro a 56 anni. Il gran finale, invece, è previsto in Francia, il prossimo maggio, in concomitanza con il festival di Cannes. Brad Pitt e Angelina Jolie stanno assieme dal 2005 e sono fidanzati dal 2012: riusciranno ora a convolare a nozze?
E’ CalcioNapoli24 a pubblicare la foto che dimostra l’affetto dei tifosi partenopei per Gonzalo Higuain. Il Pipita, nato a Brest nel 1987, compie oggi 26 anni e i fan hanno festeggiato a Castelvolturno con palloncini e un cuore, dimostrando all’attaccante argentino tutto il loro affetto. Per il suo primo compleanno in maglia azzurra, il bomber spera di fare ai tifosi, e farsi, un regalo d’eccezione: segnare domani e battere l’Arsenal, per assicurare al Napoli il passaggio agli ottavi di finale di Champions League.
Icona sexy da circa 30 anni, oggi Kim Basinger compie 60 anni e, nonostante l’età, la star sembra essere sempre ricordata per la sua interpretazione in 9 settimane e 1/2 al fianco di Mickey Rourke. Nonostante il premio Oscar arrivato nel 1998 come migliore attrice non protagonista in L.A. Confidential, la Basinger è rimasta ingabbiata negli anni nel ruolo di Elizabeth McGraw. Ora c’è attesa per vederla in “Il grande match” diretta da Peter Segal al fianco di Robert De Niro e Sylvester Stallone che uscirà in Italia il 16 gennaio. Auguri a Kim Basinger.
Carlitos Tevez ancora una volta ha portato un po’ di Argentina in Italia. Siamo abituati alle sue esultanze dopo un gol segnato con le dediche ai quartieri di Buenos Aires, ma questa volta si parla di cucina. L’occasione era il compleanno della moglie Vanesa, compagna di una vita da quando erano ragazzi, e l’attaccante l’ha festeggiato alla maniera porteña: con salsicce e asado, rigorosamente alla brace. Non poteva, ovviamente vista l’era 2.0, mancare un cinguettio: “Felice compleanno amore della mia vita! Grazie per stare sempre al mio fianco. Ti amo, bella”, ha scritto l’attaccante bianconero.
Kimila Ann Kim Basinger è nata l’8 dicembre 1953 ad Athens, in Gorgia, negli Stati Uniti e vinse il premio Oscar come Miglio Attrice Non Protagonista in L.A. Confidential. “Nel suo discorso di ringraziamento, disse: “Se qualcuno ha un sogno, che sappia che questa è la prova che è possibile realizzarlo”. Con Alec Baldwin, secondo marito dopo Ron Snyder, ha avuto una figlia, Ireland, una 18enne che le assomiglia molto e lavora come modella.
Come attrice, è stata una dei miti dell’erotismo cinematografico. In un’intervista del 1997, parlando del film che le fece guadagnare l’Oscar, nel quale interpreta una prostituta di lusso, la protagonista di 9 settimana e 1/2 confidò: “Essere un sex symbol in America è più difficile che non esserlo in Europa”. Il suo ultimo lavoro cinematografico è Grudge Match, una commedia con Sylvester Stallone e Robert De Niro. Uno dei suoi segreti di bellezza? Si dice sia non prendere il sole. Ecco una carrellata di foto per vedere i suoi cambiamenti nelle ultime decadi, ora che si appresta, domenica, a compiere 60 anni:
E’ stato presentato ieri mattina il francobollo emesso da Poste Italiane in due milioni e 660mila pezzi dedicato alla Mole Antonelliana in occasione dei 150 anni dalla posa della prima pietra. Del valore di 70 centesimi, autoadesivo, il francobollo riproduce una veduta prospettica dell’edificio progettato da Antonelli e oggi sede del Museo del Cinema. Non è l’unico monumento al quale è stato dedicato un simile riconoscimento, fa infatti parte di una serie tematica intitolata “Il patrimonio artistico e culturale italiano” che dedica analoghi omaggi anche alle Mura rinascimentali di Lucca, al sito archeologico di Alba Fucens (L’Aquila), al Complesso monumentale di Santa Sofia in Benevento e alla Cattedrale di Nardò. L’emissione del francobollo dedicato al simbolo del capoluogo piemontese, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Ferraris, il presidente del Museo del Cinema Ugo Nespolo e Marisa Giannini di Poste Italiane.
Il 18 dicembre la star hollywoodiana Brad Pitt spegnerà le 50 candeline e Angelina Jolie ha deciso di fargli un regalo davvero unico: Petra Island. L’isolotto, che l’attrice acquistera per 15 milioni di euro, ha la forma di un cuore e sorge a 50 miglia a nord di New York, un luogo ideale per una fuga romantica. E’ il Mirrori a rivelare che la Jolie la settimana scorsa si è recata in visita sull’isola, dove si trova anche una pista d’atterraggio per gli elicotteri, ed è rimasta entusiasta nello scoprire che le uniche due case presenti sono opera dell’architetto preferito da Brad, Frank Lloyd Wright. Una fonte ha confidato al tabloid “La casa è perfetta per delle fughe romantiche o per una vacanza in famiglia. E’ privatissima e secondo Angelina il fatto che l’isola sia a forma di cuore è molto importante per lui”.
Il bambino che è quasi un miracolo e pesa poco più di una piuma. Centoventisette giorni di ricovero, in un’altalena di ansia, angoscia, rabbia, paura, speranza: Lorenzo venuto al mondo all’ospedale di Padova il 27 novembre 2012 dopo 24 settimane di gestazione, peso 535 grammi, lunghezza 32 centimetri, è il simbolo di questa domenica, celebrata come la Giornata mondiale della prematurità.
Ora finalmente Lorenzo è fuori pericolo a casa e si prepara a festeggiare tra dieci giorni il suo primo compleanno e la mamma ha deciso di regalargli un diario che racconta la sua storia così da grande lo potrà leggere e capire quanto forte è stato. «Mesi interminabili, provanti, ma la forza che ti nasce dentro è linfa per tuo figlio. Sono stata ricoverata a 21 settimane per infezione e rottura del sacco, 20 giorni a letto, la stanchezza e soprattutto il non sapere cosa sarebbe successo mi portavano a grande sconforto. Mi sentivo – racconta mamma Antonella – incapace di proteggere la mia creatura. “È nato”: sentii solo queste parole, non lo vidi, non lo sentii, mi misero in una stanza con un pesante fagotto di ghiaccio sulla pancia, sola, non sapevo, non potevo piangere perché mi faceva male. Poi arrivò mio marito, con gli occhi gonfi, gli chiesi solo se era vivo, sì lo era, mi sentii sollevata, c’erano speranze. Al rientro in reparto, giorni terribili, le altre mamme si prendevano cura dei loro bambini, io aspettavo». «Vidi Lorenzo per la prima volta attraverso il video di mio marito, mi sembrava così grande, in realtà pesava poco più di un pacco di pasta». Poi un giorno lo vide davvero, nel reparto di terapia intensiva neonatale: «Mi mostrarono l’incubatrice, la nuova “pancia”, lui era molto piccolo, magro, intubato, con la parenterale. Siamo stati in terapia intensiva tanto tempo, poi ho cominciato a fare la marsupio terapia: emozionante, finalmente provavo qualcosa di simile alla gioia, il suo profumo, il suo cuoricino, e la sua vocina». Problemi agli occhi, una difficile scalata grammo dopo grammo, finchè il 13 marzo scorso, giorno dell’elezione di Papa Francesco, «portammo a casa il nostro campione».
Spegne 39 candeline Alex Del Piero e festeggia regalandosi un gol e la vittoria al suo Sidney FC contro il Melbourne Victory nella quinta giornata della regular season della A-League. E’ stata la sua squadra a portarsi in vantaggio già al 2′ con Richard Garcia. Al 14′ arriva il raddoppio a firma Sebastian Ryall, che sfrutta l’errato disimpegno della difesa del Melbourne e indacca di testa. Solo tre minuti e gli ospiti accorciano le distanze con Archibald Thompson. Al 25′ guai per il Sidney che resta in 10 a seguito dell’espulsione di Warren. Subito dopo, arriva il pareggio grazie alla punizione di James Troisi deviata dalla barriera. Prima dell’intervallo, Del Piero si procura e trasforma il rigore decisivo. Non arrivano altre emozioni nella ripresa e il Sidney ritrova la vittoria dopo tre sconfitte consecutive, portandosi così a 6 punti in classifica.
Alex Del Piero compirà gli anni solo domani, se teniamo conto del fuso orario italiano, ma in Australia la mezzanotte era già passata quando sul sito della Juventus è stato pubblicato il messaggio di auguri per l’ex capitano. “Volevamo essere tra i primi a farti gli auguri e questa volta il fuso orario ci ha dato una mano. Magari ci costringe a levatacce o a notti insonni per vederti giocare, ma finalmente si è sdebitato. Il 9 novembre a Sidney è già arrivato: la mezzanotte dalle tue parti è scoccata alle 14.00 italiane e allora eccoci», dice il club rivolgendosi all’ex numero 10 che ora milita in Australia con la maglia del Sidney FC. “Probabilmente starai dormendo, visto che domani… pardon, oggi per te, c’è la partita contro il Melbourne (a proposito, in bocca al lupo!), ma ci fa piacere pensare che, quando ti sveglierai, leggendo queste poche righe, saprai che dall’altra parte del mondo stiamo già festeggiando i tuoi 39 anni. Tanti auguri campione!”.
Certe cose le conosciamo, eppure non possiamo fare a meno di meravigliarci ogni volta che ne facciamo esperienza. Sappiamo che un anno che inizia è destinato a terminare e che i cerchi si chiudono sempre. Eppure stupisce ugualmente che, dopo aver iniziato parlando dell’uragano Sandy, questi nostri primi 365 giorni terminino con la tempesta San Giuda. La parte migliore di una fase che si chiude in modo simmetrico? Che abbiamo la certezza se ne aprirà un’altra. Tutta da scrivere, tutta da vivere. Ma prima d’iniziare un nuovo post, prima di mettere mano al nostro secondo anno, vogliamo vedere cosa ci lasciamo alle spalle. La domanda che ci poniamo è una sola: potremmo mai avere un altro anno simile? Perchè davvero, le abbiamo viste tutte. Ci siamo persi solo la fine del mondo, ma non possiamo farcene una colpa: errore di calcolo dei Maya!
Cosa dire di questi 365 giorni? Sono stati 12 mesi di “maltempo” per molti versi. Ma le giornate cupe sono anche state rischiarate da raggi di luce che hanno riscaldato l’umore. Dicevamo che siamo partiti con il vento in poppa, non sarebbe potuto essere diversamente vista la furia di Sandy. Ma proprio quell’evento ci ha permesso di puntare i riflettori sugli Stati Uniti. Anche l’America aspetta un nuovo ciclo. Perchè nell’ultimo anno abbiamo assistito e applaudito alla riconferma di Barak Obama come leader e poi l’abbiamo visto inciampare nella questione siriana, scontrarsi contro la crisi economica e il braccio di ferro con i repubblicani senza dimenticare lo scandalo del Datagate che l’ha coinvolto “a sua insaputa”. Ma mentre all’estero infuriava la bufera, in Italia le piazze venivano sconvolte dallo Tsunami Tour e la prospettiva di veder il governo “aperto come una scatola di sardine” ha iniziato a farsi strada. Dopo di che, la concitazione. Non solo nessun partito, nè alcuna coalizione, hanno ottenuto un numero sufficiente di voti lasciandoci per diverso tempo in balia del dubbio amletico dei politici: “allearsi o non allearsi”, ma anche senza una guida religiosa. Perchè l’aver visto tutto comprende anche questo: Benedetto XVI ha rinunciato al seggio pontificio aprendo le porte per permettere l’ingresso al nuovo, nelle vesti di un Papa che arriva “dalla fine del mondo”, che chiede ai fedeli di pregare per lui e che ama sorprendere con le sue telefonate e non solo.
E se il “gran rifiuto” di Ratzinger ha meravigliato, la creazione delle Larghe Intese al governo ha fatto rabbrividire molti, per il loro non avere un’identità. La fiducia nel popolo scema e si ricorre alla violenza, con quel gesto estremo che è stata la sparatoria avvenuta davanti a Palazzo Chigi il giorno del giuramento: a farne le spese il brigadiere Giuseppe Giangrande, assieme alla figlia assurto al ruolo di eroe quotidiano. Con una simile premessa, e con Bersani che ha prima traghettato il partito alle elezioni con fare dittatoriale e poi, fallito l’obiettivo, ha lasciato la Segreteria dem, non meraviglia che fin da subito sia iniziata una nuova campagna elettorale. Anche se ai più, anche a livello mondiale, risulta incomprensibile che un pregiudicato ri-fondi un partito. Perchè in quest’anno si è molto parlato del “grande perseguitato della magistratura”, Berlusconi è stato condannato ma al suo posto continua a restar saldo come nessun altro e non ci stupiremo se si continuerà a parlare di lui. Del resto in questi 12 mesi non è l’unico “finito” che rinasce a nuova vita. L’esempio eclatante è quella Roma che dopo aver mortalmente deluso i suoi tifosi, sotto la guida di Garcia è risorta dalle sue ceneri più lucente che mai. Perchè siamo in Italia e non possiamo non parlare di calcio, non possiamo dimenticare lo scudetto della Juve, le molte balotellate, il sorriso bonario di Benitez e la qualificazione della Nazionale ai Mondiali.
Ma l’appuntamento con Brasile 2014 c’impone di ricordare anche quanto accaduto in Brasile negli ultimi mesi: non è stata solo la festa per la Giornata Mondiale della Gioventù alla presenza di Papa Francesco ma, soprattutto, quei mille problemi, in primo luogo economici, che hanno fatto sì che in migliaia si riversassero nelle strade per protestare contro il governo e chiedere una vita migliore. Ma se parliamo di proteste non possiamo scordare quella al Gezi Park, in Turchia: un sit in per salvare un’area verde che si è presto trasformata in contestazione nazionale. Chi ha avuto molto da dire, però, durante tutto l’arco di questi 365 giorni, comparendo un po’ ovunque, sono state le Femen. Le attiviste hanno fatto la loro apparizione in Italia e all’estero forti dei loro topless e delle scritte sulla pelle. Ma quest’ondata di femminismo è il contraltare dei numerosissimi femminicidi che hanno portato a puntare il dito anche contro le pubblicità. E se non se ne parla per l’uso del corpo delle donne è per quel sottofondo razzista che a volte lasciano trasparire. Una in particolare ha fatto molto discutere: quella di un parco giochi svedese che ha mostrato bimbi in lacrime al solo pensiero di doversi recare nei Paesi del sud Europa invece di godersi le attrazioni casalinghe. Forse questo dovrebbe farci riflettere: vorremmo attirare turisti ma lasciamo che i nostri beni di maggior rinomanza si sfaldino sotto il peso dell’incuria e del tempo.
Ma l’uomo non è “lupo” solo con le sue ricchezze artistiche, si rivela tale anche con i suoi simili. Come nel caso di quella notizia nota da anni ma che a periodi torna a far discutere, e si spera a rifletter, dell’azienda farmaceutica che “trasmette il cancro” nei vaccini, così come nel caso dei cinesi che fanno abortire una donna al settimo mese. Molto avremmo da ricordare di quest’anno, il processo per la morte della piccola Sarah Scazzi e le interminabili indagini sul caso Melania Rea e sull’omicidio di Yara Gambirasio, senza scordare che anche Oscar Pistorius si è macchiato del delitto d’omicidio. Ma la quotidianità non è solo cronaca nera, politica o crisi (che si riverbera anche nel problema delle pensioni). Ci sono anche i momenti di svago, quelli che ti portano a seguire programmi come Amici e a meravigliarti se Miguel Bosè lascia il posto da giudice oppure a interessarti della vita personale del vip di turno, come dimostrano i matrimoni giunti al capolinea di Cavani e di Bova. E c’è quella difficilmente comprensibile rabbia nei confronti di una OLLG che viene fatta salire sul palco dove si sta esibendo Justin Bieber durante un concerto. Ma ora è tempo di guardare all’oggi e a quello che verrà: ci chiediamo che ne sarà dei migranti e se riusciremo a porre un freno alle tragedie, per quanto ancora la terra continuerà a tremarci sotto i piedi e se l’Etna tornerà a “travestirsi” da Tour Eiffel con la sua lava. Tutto quello che accadrà, saremo pronti a riferirvelo e a condividerlo con voi. Non avremo una visione privilegiata dall’alto come Parmitano… ma i radar a 360° sono sempre funzionanti! Pronti? Non è Capodanno ma… è sempre un nuovo inizio!
Ma ciao e tanti auguri ai miei amichetti “cronacosi”! Io sono l’ultima arrivata qui: mi han pescata nella rete e visto che era abbastanza comoda come amaca ho deciso di starmene un po’ qui! Io son Cozza e sono una vera appassionata del vostro mondo: qui sott’acqua lo chiamiamo “mondo bipede” e lo guardiamo in modo tutto strano. In genere io l’osservo attraverso guscio (quando non ho ciuffo davanti agli occhi, in quel caso mi distraggo e inizio a far le trecce! Che ci volete fare, sott’acqua siam un po’ ondivaghi anche per quel che riguarda l’attenzione!) e così un giorno, mentre spiegavo a Scoglio che l’unica differenza fra me e Crozza è una “r” (ma mica mi sento da meno: lo vorrebbe lui un ciuffo come il mio!), questi simpaticoni del mondo emerso mi han ancorato davanti agli occhi un amo a cui non ho potuto resistere: basculare in un blog tutto mio! E da allora scrivo su Cozza News. Ammetto che a volte non capisco perchè si rotolino dal ridere peggio di me quando perdo l’equilibrio in cima a una duna ma che vi posso dire: meglio così! Un’ondata di sana allegria ogni tanto ci vuole quindi… tuffiamoci tutti e avanti così! (Anche perchè mica son gambero che ingrano la retro!)
Non di sola cronaca vive l’uomo… e lo sappiamo bene noi che siamo degli autentici golosi! Ecco allora che un giorno ci siam detti: ma se abbiamo questa passione, perchè non condividerla? E’ così che è arrivata Tuttacronaca in cucina! Sarà che a volte un po’ di coccole servono e che altre certe notizie vanno “digerite”, dipenderà dal fatto che a volte abbiamo l’impressione che i politici ci stiano cucinando a fuoco lento… abbiamo deciso di metterci ai fornelli noi. Condividere con voi le nostre ricette preferite… e non solo! Perchè se ci si prende una pausa golosa è bello condire il tutto con qualche curiosità, una spruzzatina di storia, un goccio di glamour e, soprattutto, condividere il piatto con il giusto commensale! E così abbiamo deciso di “cucinare per…”, scegliendo i piatti preferiti di attori, registi, cantanti, personaggi storici… Così, per poter chiudere un attimo gli occhi e ritrovarci catapultati lontani, a volte nello spazio, altre nel tempo. Per viziarci un po’ e ritagliarci degli spazi di piacere. E visto che la candelina è stata spenta e il desiderio espresso… non ci resta che brindare! A cento di queste ricette!
Punteggi, voti ricevuti, vittime, feriti, profondità di terremoti, gol, misure, percentuali, stime… Di numeri ne abbiamo dati tanti in quest’anno. Per una volta lo facciamo… parlando di noi! Partiamo dai post, le nostre finestre privilegiate su quanto succede attorno a noi. In 365 giorni ne abbiamo pubblicati 23.922 ricevendo 1.513.455 di graditissime visite e 16.332 commenti: un’unica candelina reggerà tutto questo peso? Noi crediamo di sì: ci siamo rafforzati anche grazie ai premi che ci avete voluto assegnare! Ma la nostra vera forza siete tutti voi, i 1336 che ci seguite qui in WordPress, i 503 in Facebbok, i 174 in Twitter. E poi chi passa per il tempo di un saluto, chi trascorre qualche minuto con noi, chi abbiamo perso per strada e chi abbiamo ritrovato dopo un po’. E proprio tutti voi vogliamo ringraziare: che siano state “amicizie a prima vista”, intervalli di battibecchi, scambi di opinione più o meno accesi… siamo felici abbiate percorso questo tratto con noi… e ci auguriamo siate pronti a ripartire! A tutti voi, un grazie e un grandissimo abbraccio!
Era la sera di lunedì 29 ottobre 2012, in Italia si pensava “il primo (giorno di lavoro) è andato”. Chi ama le notti “horror” già non vedeva l’ora arrivasse Hallowen e tutti gli altri pregustavano il relax del prossimo wekk-end che, per i più fortunati, era previsto lungo. Accendendo la televisione, però, ci si trovava risucchiati in un altro incubo, tutto reale. Lontano, addirittura oltre l’oceano. Ma Sandy quel giorno era il nome più pronunciato. E proprio quello spaventoso uragano è stato il nostro punto di partenza. Eccolo:
Ma la Statua della Libertà resiste?
Quando tutto è pumbleo, quando tutto è avvolto nella nebbia e tutto scompare… Lei è lì… Nell’uragano!
Buon 126° anniversario LIBERTA’!
Scrisse Jean Josipovici: “Guardando indietro, si scopre che degli anni si sono decisi in pochi minuti.” Forse in quei “pochi minuti” neanche si riflette sul fatto che quello che si sta per intraprendere più che una gita al parco è un percorso in salita. Quello che è affascinante è il fatto che non ci si rende conto di quello che si riesce a scoprire lungo il cammino. Non solo un panorama inaspettato o una volpe che ti attraversa il sentiero. Ma anche la voglia di proseguire per sapere cosa c’è oltre. Per raggiungere la cima e riunire quei pezzi di paesaggio in un puzzle di tutto quello che ci circonda. Tuttacronaca è stato questo. Chiedersi un giorno “perchè no?”, infilarsi le scarpe e partire. A volte sono stati nubrifagi improvvisi, altre raggi di sole. E ora che il primo anno è passato, in piedi su questo cucuzzolo ci guardiamo attorno a osservare quello che c’è… E scopriamo nuove vette da scalare. Perchè un viaggio è così: ti spinge ad andare avanti. Quindi ora spegniamo la nostra prima candelina… Prima però esprimiamo un desiderio… Promesso che se si avvera ve lo riveliamo! 3 – 2 – 1…
Sono stati annunciati per le ore 17.30 di oggi i funerali dell’ex generale nazista Erich Priebke, che si terranno in forma privata all’istituto Pio X di Albano, dalla Confraternita dei padri Lefebvriani. Davanti all’edificio sono in corso delle proteste, con uno striscione che recita “Priebke boia”. E se in molti dicono “Lo portino alla discarica che è qui vicino”, tra la folla ci sono anche degli estremisti di destra: alcune persone sono venute alle mani. Albano laziale è città riconosciuta medaglia d’argento al valore della Resistenza e il suo sindaco, Nicola Marino, ha provato a fermare il transito del feretro con un’ordinanza ma il Prefetto ha rigettato l’ordinanza: può passare. “Albano è una città molto sensibile per tradizione storica in virtù della medaglia d’argento al valore della Resistenza. – Aveva detto il primo cittadino – Non potremmo permetterlo per rispetto dei caduti, di chi ha combattuto, e delle famiglie che hanno perso parenti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine”. Resta però da risolvere il problema della sepoltura. Da Pomezia è arrivato un secco no dal sindaco Fabio Fucci “all’ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione dell’ex generale nazista nel cimitero militare tedesco pometino”, si legge in una nota. “Sono meravigliato – dichiara il Primo Cittadino – dall’eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non è meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra. I crimini del regime nazista – conclude Fucci – sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro”. Ma per il corpo del nazista non c’è posto neanche nel suo paese natale, Hennigsdord, cittadina pochi chilometri a nord di Berlino. L’amministrazione comunale ha fatto sapere all’agenzia Dpa che il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia.
In Italia però, alla vigilia del 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, il ministro per le Riforme Costituzionali Quagliarello, a Mix24 su Radio 24 ha detto: “Credo che il diritto cristiano a una sepoltura dignitosa vada preservata per tutti”. Quanto al divieto del Vaticano a celebrare funerali all’ex ufficiale SS, Quagliariello dice: “Ma questa è un problema di convenienza. La cosa importante è tenere la vita e la morte, fino a che possibile, fuori dalla vita polemiche pubbliche”. Sveva Belviso, capogruppo capitolino Pdl, interpellata durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, ha affermato: “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma”, aggiungendo: “È una questione delicata e questo ha portato il sindaco Marino a prendere una posizione, anche condivisibile, e a dire ‘Roma non vuole che sia sepolto quì. Ma questa sarà un’altra delle cose su cui dovrà tornare indietro, perché un sindaco deve fare i conti con le norme”. In merito alla sepoltura dell’ex SS è intervenuto anche Massimo Cacciari, in un’intervista al Messaggero: “È assurdo che il sindaco gli rifiuti una sepoltura”. E ancora: “È un dibattito macabro e perfino grottesco che si arrivi a discutere se seppellire o meno una persona”, afferma. “Siamo di fronte alla morte di un vecchio. Lo si seppellisca”, rimarca, spiegando che “qui non è in discussione il pentimento e tantomeno il perdono. Priebke è morto, che Dio ne abbia misericordia”.
Oggi, 14 ottobre, il Vicariato di Roma ha diffuso una nota “in merito alla celebrazione dei funerali del signor Erich Priebke”. Si legge: “La richiesta è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre. L’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio – finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose – dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke. Pertanto, nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite”.
Nel frattempo, l’ANSA ha raggiunto telefonicamente il figlio di Priebke, Jorge, che da Bariloche provocatoriamente ha dichiarato: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…”. L’uomo ha detto: “Quasi tutto è un’ingiustizia. Perché quella gente non guarda quanto succede in Medio Oriente, Siria, Iran oppure quei poveracci a Lampedusa che muoiono nel Mediterraneo? Perché continuano invece a prendersela con uno dei tempi della guerra finita più di 60 anni fa? Che la smettano di ‘joder’ (rompere, ndr), sono dei risentiti, quelli rompono nel mondo fin da prima di Cristo”. Alla domanda su chi siano ‘quelli’, risponde: “Gli stessi di cui stiamo parlando. Ma ora basta – conclude – mi sono arrabbiato troppo. Meglio non parlare più”. Ma ha anche esposto la sua idea: che suo padre, ex generale SS, fosse una vittima. “Il processo contro mio padre è stata una falsificazione fatta dagli ebrei. L’ho visto quando sono stato a Roma. C’era molto rancore”. “Credo che quanto sia successo a mio padre sia dovuto al fatto che era l’unico ancora vivo tra quelli delle Fosse Ardeatine, l’unico che aveva raggiunto i cento anni”. E precisa: “ormai non ci sono più neanche i suoi vecchi amici”. Alle Ardeatine “non ebbe una responsabilità diretta. Agì per obbedienza dovuta nei confronti dei superiori. Può essere che abbia sparato due volte”. Nel sottolineare di “aver sempre saputo poco della guerra”, e di essersi “aggiornato solo di recente”, spiega che neanche il padre “parlava più di quei tempi”. Alle Ardeatine “il capo era Kappler, poi c’erano Wolff, Hass e gli altri. Lui era nel gruppo, non so in quale ruolo. Non era certo il ‘numero tre’, forse il ‘numero dieci’ o giù di lì. Molti dicono che era il capo del carcere di Roma: neanche questo è vero, e non lo è neppure la storia che lui teneva in mano la lista” con i nomi dei prigionieri prima che entrassero nelle grotte. “In questi giorni – precisa – su internet stanno uscendo delle cose tremende, quasi mio padre fosse colpevole di tutto. Sul web scrivono tanti giovani, che non sanno niente sulla guerra, gli ebrei o il nazismo”. “Quello che leggo è falso. Non è per esempio vero che abbiamo vissuto nascosti con un altro nome. Qui a Bariloche mio padre ha avuto incarichi pubblici”, aggiunge, precisando che nel 1994, prima di essere ‘scoperto’ da una rete tv americana, Priebke aveva fatto “diversi viaggi, in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e gli Stati Uniti”. “Mio fratello Ingo vive d’altra parte a New York, anche se va spesso in Germania. Ma noi – conclude – non ci vediamo da anni”. Jorge ha quindi precisato che non parteciperà ai funerali del padre. “L’ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene”. E ancora: “Siamo molto tristi, anche se ora sto un po’ meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L’ultima volta che l’ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene… Mi aveva detto ‘alla prossima’. Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare”. Alla domanda se intenda partecipare ai funerali del padre, Jorge Priebke afferma: “A parte il fatto che ho dei problemi fisici, non abbiamo i soldi per il biglietto. In Argentina – precisa – prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni”. “Quando c’è stata l’estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato”, afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunità tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche.
Inizialmente Paolo Giachini, l’avvocato di Erich Prieblke, responsabile della strage delle Fosse Ardeatine e morto venerdì scorso all’età di 100 anni, aveva annunciato il funerale dell’ex SS per martedì, alla vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Ma le polemiche non si placano e nessuno vuole accogliere le esequie del boia che mai si è pentito: anche il Vicariato di Roma le ha rifiutate in forma privata. Ora il legale torna all’attacco e commenta: “Lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, è profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà”. Giacchini ha sostenuto che “Una grossa fetta del popolo italiano è sconcertata che i diritti religiosi, sanciti nella nostra Costituzione e che una mente umana non diabolica riconosce, vogliano essere negati a una persona defunta”. E proseguito: “Nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite dall’Ordinario”. L’avvocato ha quindi aggiunto: “Il diritto canonico parla di peccatori manifesti, Priebke veniva regolarmente confessato, è stato assolto dal clero, lo accettavano in Chiesa fino a pochi mesi fa, adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare”. Resta il fatto che l’Italia non può e non deve dimenticare le terribili pagine della sua storia. Dal 19 al 21 ottobre tornerà infatti nella Capitale l’iniziativa ‘Roma ricorda: occupazione e deportazione, resistenza e liberazione’, il viaggio della memoria nei luoghi della Shoah che coinvolge studenti e insegnanti di 24 scuole superiori romane.
Si fanno sempre più accesi i toni quando si parla del funerale dell’aguzzino nazista delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, morto due giorni fa all’età di 100 anni. Il Vicariato spiega che“Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”. Ribatte Giachini, legale dell’ex SS, “I Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente. Per cui anche Priebke ne ha diritto. La chiesa è dei fedeli e Priebke era un fedele”. E aggiunge che “da 2mila anni non è mai stato cacciato nessuno da una chiesa e non mi risulta che si possa fare neppure legalmente”. Giachini spiega comunque che “sarà una cerimonia funebre privata, parteciperanno parenti e amici stretti. Non deve avere un tono che possa avere riscontri politici e di solennità. Per fissare con precisione il luogo dei funerali aspettiamo il certificato di morte affinché si possa traslare la salma”. In questo clima arriva un post su Facebook destinato a incendiare gli animi. A pubblicarlo il presidente di centrodestra della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, che comunica la sua revisione della storia mettendo sullo stesso piano Che Guevara e l’aguzzino nazista delle Fosse Aredeatine Erich Priebke, morto qualche giorno fa all’età di 100 anni. Si legge nel post: “Ernesto Che Guevara è un macellaio peggiore di Priebke nei primi anni del regime di Fidel Castro a Cuba”. Come ricorda il Mattino: “Parametrati nazismo e rivoluzione comunista. Un ritorno a prima dello scorso aprile quando in occasione della celebrazione del 25 aprile, lo stesso Iannone aveva «revisionato» il suo predecessore Edmondo Cirielli, oggi parlamentare di Fdi, che aveva cancellato il ruolo dei partigiani e l’importanza della Resistenza nella nascita dell’Italia repubblicana. Al 25 aprile Iannone aveva invitato a guardare come «testimonianza di libertà per la pacificazione nazionale». Una svolta, sembrò, rispetto a Cirielli che aveva menato fendenti contro le «rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza» e evocato il ricordo del «sacrificio dei giovani soldati degli eserciti alleati, in particolare del conteningente Usa, immolati sull’altare di un altra Patria per l’affermazione degli ideali di libertà e democrazia». Dei partigiani e della Resistenza nulla. E fu polemica. La stessa che certamente animerà oggi Iannone.”
L’Italia non dimentica i suoi morti. Dopo che dall’Argentina è arrivato il rifiuto ad accogliere la salma di Erich Priebke, l’avvocato dell’ex generale nazista che si macchiò le mani nella strage delle Fosse Ardeatine, ha annunciato che i funerali si sarebbero svolti a Roma. Ma il questore della Capitale, Fulvio Della Rocca, d’intesa con il prefetto Giuseppe Pecoraro, ha precisato che sarà vietata qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne. La Questura di Roma prenderà comunque tutte le misure di sicurezza adeguate nel caso di una celebrazione privata dei funerali in chiesa, che non sarebbe comunque vietata. Il presidente dell’Anpi di Roma, Francesco Polcaro, ha a sua volta preso la parola: “Ribadiamo che questi funerali non possono trasformarsi in una manifestazione di apologia del nazi-fascismo. Chiediamo alle autorità competenti di vigilare su questo punto e procedere, secondo le legge italiana qualora si manifestasse con simboli, gesti, slogan contrari alla nostra Costituzione”. I funerali si svolgeranno probabilmente martedì, giorno della vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. In occasione del suo centesimo compleanno, l’ex ufficiale aveva rilasciato una lunga intervista testamento, nella quale non ha rinnegato il suo passato: “Ho scelto di essere me stesso”. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, rispondeva: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”. E ancora: “Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”. Anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha preso la parola: “Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo”. E ha aggiunto: “E’ difficile provare emozione di fronte alla morte di un criminale -un soggetto che nell’arco della sua vita, e qui rimane l’amarezza, non ha mai mostrato nessun momento di cedimento e non ha mai confessato i suoi peccati di gioventù. Non si è mai pentito delle azioni criminali, non ha mai avuto pietà per le sue vittime e neanche per i loro familiari”. E conclude: “Io personalmente oggi non riesco né a ridere né a piangere”. MA anche il Vicariato ha presentato un no all’ipotesi di celebrare martedì nella Capitale i funerali dell’ex SS, Erich Priebke. “Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”, si legge in una nota. Anche il sindaco della Città Eterna Marino è entrato nella questione spiegando che “Qualunque forma di funerali solenni” di Erich Priebke nella Capitale “sarà negata”. Il primo cittadino ha sottolineato che Roma “è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente”. “Proprio nei giorni in cui si ricorda il 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto, Roma non può diventare luogo di manifestazioni a favore di chi ha inflitto tanta sofferenza alle persone che vivono in questa città”, ha aggiunto.
E’ morto ieri, all’età di 100 anni, l’ex SS Erich Priebke. Il suo avvocato, Paolo Giachini, aveva riferito che l’ex capitano sarebbe stato sepolto accanto alla moglie, a Bariloche, ma ora Hector Timerman, ministro degli esteri dell’Argentina, “ha dato dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l’ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke”. A renderlo noto il ministero, precisando che “gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell’uomo”. Dello stesso pensiero dal Daia, organismo che riunisce le differenti associazioni della comunità ebrea argentina, secondo la quale che Erich Priebke “abbia scontato la sua condanna nella comodità del suo appartamento, invece di stare nella cella di una prigione” costituisce “una offesa ai familiari delle sue vittime e ai milioni sterminati dal sinistro regime nazista”. L’organizzazione ha quindi sottolineato, in un comunicato diffuso dopo l’arrivo della notizia della morte del nazista, che colui che si macchiò del sangue delle Fosse Ardeatine era “un criminale razzista che non ha mai espresso nessun pentimento per i cuoi crimini”. Nel testo si legge ancora: “Il fatto che Priebke sia vissuto impunemente durante decenni nel nostro paese, nella città di Bariloche, godendo della vita che aveva tolto a tanti civili innocenti, costituisce una offesa ai principi della Repubblica per i quali combattiamo gli argentini”. La nota termina quindi con un appello “alle forze vive del nostro Paese, perché riflettano e si esprimano al riguardo”.
È morto a Roma Erich Priebke. L’ex capitano delle SS aveva compiuto 100 anni lo scorso 29 luglio e da tempo viveva nella capitale italiana, tra mille polemiche.
Priebke aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi nel 1993. Fu Heinrich Himmler a farlo entrare nelle SS, dove raggiunse il grado di capitano (SS-Hauptsturmführer). Dopo l’armistizio e fino al maggio 1944 operò a Roma, sotto il comdando di Herbert Kappler, che il 23 maggio 1944 ordinò le esecuzioni di 335 ostaggi, da fucilare per rappresaglia alle Fosse Ardeatine. Il 14 giugno Priebke 1944 divenne ufficiale di collegamento con lo stato maggiore della GNR, con sede a Brescia e diede un forte impulso alle perquisizioni ed alle azioni di rastrellamento, allo scopo di individuare le cellule cittadine di supporto ai partigiani che presidiavano le montagne bresciane. In seguito alla sconfitta della Germania, l’SS fuggì da un campo di prigionia presso Rimini e, munito di documenti falsi, si rifugiò in Argentina, a San Carlos de Bariloche, sfuggendo alla cattura per i processi per crimini di guerra e non fu mai scoperto. Nel 1991 la sua partecipazione al massacro delle Fosse Ardeatine fu denunciato nel libro di Esteban Buch El pintor de la Suiza Argentina (Il pittore della Svizzera Argentina). A seguito dell’uscita del libro, tre anni più tardi, il giornalista Sam Donaldson lo intervistò, nella sua abitazione argentina, per conto dell’emittente ABC. Fu allora che le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine.
L’anno successivo Priebke venne rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Roma. La Procura militare chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra. Venne imputato di “concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani” per quanto avvenuto a Roma ma il primo agosto del 1996 il Tribunale militare dichiarò di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione” e ordinò l’immediata scarcerazione dell’imputato. I membri della comunità ebraica organizzarono un tumulto nell’aula giudiziaria che non permise alla sentenza di essere eseguita. La situazione si placò quando arrivarono da parte del governo italiano precise rassicurazioni sul fatto che l’ex SS non sarebbe stato liberato nonostante la sentenza del Tribunale Militare. La sentenza venne in seguito annullata dalla Corte di Cassazione e Priebke fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione. A Priebke fu concessa la detenzione domiciliare a causa della sua età avanzata. Il 12 giugno 2007 il giudice militare concede a Priebke, 93enne, il permesso per uscire di casa “per recarsi al lavoro” presso lo studio del suo avvocato, permesso poi revocato perchè Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi a lavorare nello studio del suo avvocato. Due anni dopo, mentre ancora godeva di ottima salute, ottenne però il permesso di uscire di casa “per fare la spesa, andare a messa, in farmacia” ed affrontare “indispensabili esigenze di vita”. Nel luglio di quest’anno, varie scritte comparirono in occasione del suo centesimo compleanno, tra le proteste della comunità ebraica.
Inutile ricordare che oggi John Lennon avrebbe compiuto 73 anni, inutile ricordare i fiumi di note e parole che ci ha lasciato scrivendo un pezzo memorabile della storia della musica, inutile anche voler cercare di spiegare a parole l’autore di Image. John Lennon a distanza di tempo è ancora oggi un faro per le generazioni che in lui cercano un rifugio nel quale poter immaginare quel mondo che sarebbe potuto essere e che invece non è stato per colpa di chi ha voluto seppellire l’uguaglianza, la libertà, la condivisione… Il social network era negli accordi di Instant Karma, in quell’armonia che rimbomba ancora oggi nelle teste di chi davvero vuole guardare oltre a quei numeri che ci indicano come un paese perdente, disoccupato, inoccupabile. Nelle orecchie di chi fugge all’estero a riconquistarsi il futuro, di chi crede in se stesso e lotta ogni giorno, di chi non ha perso quell’etica di giustizia che sembrano invece aver smarrito tante istituzioni sulla terra. Give Peace a Chance oggi è più vera che mai, un urlo dalla Siria che arriva fino agli Usa che rischiano il default, all’Eurozona che sogna una ripresa e la Cina che è in frenata economica.
E ancora per tanti Lennon è lì a rispondere alle tu domande, proprio come quando da adolescente ti ritrovi all’interno di quegli interrogativi che solo la musica sembra ascoltare… Come quando ti senti esplodere e arriva l’assolo di chitarra che va all’unisono con il tuo cuore in gola, come quando ti senti fuori posto e le note ti fanno da scudo… “allora John, giovanissimo 73enne, che si fa ora?” E lui la risposta ancora una volta ce la dà:
Un messaggio inequivocabile quello lanciato su Twitter da Mariah Carey per festeggiare il fidanzato Nick Cannon… foto hot e un “ti sto aspettando!” che vale davvero un milione di auguri… anche se il regalo sembra che Mariah non l’ha fatto solo a Nick ma a molti fan che hanno potuto vedere una versione molto intima e hot della cantante.
Era il 2 settembre 2011 quando la Juventus ha potuto finalmente trovare una sua “casa”: lo Juventus Stadium è infatti il primo stadio “di proprietà” del calcio nostrano. Il progetto era stato fortemente voluto dalla Triade ed ha iniziato a prendere vita a marzo del 2008 quando, come spiega Canale Juve, “il CDA bianconero ha dato il definitiva via libera per l’inizio dei lavori per l’abbattimento del vecchio Delle Alpi e la costruzione di questo gioiello di innovazione e tecnologia.” Per festeggiare i 2 anni della “casa” della Vecchia Signora, la società ha realizzato un video, pubblicato in Youtube. Ma la Juve può festeggiare anche un’altra notizia: ieri c’è stato infatti il via libera della Giunta Comunale di Torino per il progetto che prevede la bonifica ambientale e l’abbattimento della zona della Continassa, l’area limitrofa allo stadio. Qui sorgeranno i nuovi campi di allenamento e la nuova sede sociale del club.
Il 4 settembre 1998 nasceva Google con un finanziamento di 100mila dollari, Larry Page e Sergey Brin depositarono i documenti per la fondazione della società con sede in un garage della Silicon Valley, in California. All’epoca si puntò solo sul motore di ricerca, gratuito e nettamente il migliore in circolazione. Oggi la società ha più di 40.000 dipendenti e 40 sedi in tutto il mondo. Il suo quartier generale, invece, è a Mountain View, a pochi chilometri da quel garage affittato 15 anni fa.Il 19 agosto 2004 Google debuttava a Wall Street con un prezzo di collocamento di 85 dollari per azione. Da allora il valore del titolo è più che decuplicato.
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*