Erano da poco passate le 22 di lunedì 24 febbraio quando un ristoratore, che aveva investito tutti i suoi soldi in un bar tavola calda, da anni in difficoltà a causa dei lavori per la realizzazione del tunnel urbano in viale Lombardia a Monza, si è dato fuoco in strada. L’uomo, proprietario del bar Raffaello, protestava da alcune settimane con altri commercianti già da alcune settimane. Motivo: evitare il posizionamento di barriere anti rumore che non solo offuscherebbero le facciate delle attività, ma anche, dicono i proprietari, impedirebbero sosta e accesso di mezzi nei passaggi carrai. C.D.G. ha scelto come forma di protesta il fuoco: ha intriso una coperta di benzina e ha minacciato di darsi alle fiamme. Sul posto sono arrivati gli agenti di una volante della Polizia Stradale di Seregno mentre l’uomo saliva sulla coperta alla quale aveva dato fuoco. Il comandante della Polizia Stradale di Seregno è rimasto ustionato insieme ad un agente. I tre uomini sono stati soccorsi da vigili del fuoco e operatori del 118. Le loro condizioni non destano attualmente preoccupazione, anche se il commerciante ed uno dei poliziotti hanno riportato ustioni estese su tutto il corpo.
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“Bugie tossiche”: Greenpeace si scaglia contro D&G
Azione di protesta contro D&G ieri a Milano, dov’è in corso la Settimana della Moda, dove Greenpeace ha chiesto una moda libera da sostanze chimiche pericolose. Gli attivisti, in occasione della sfilata di Dolce&Gabbana al teatro Metropol, hanno scelto questa location per appendere uno striscione di 60 metri quadri con la scritta “Toxic Lies. Courtesy of Dolce&Gabbana” (Bugie tossiche. Offerte da Dolce&Gabbana). Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace, ha dichiarato: “Ci sembrava giusto far sapere al parterre del Metropol che lo show che sta per aprirsi è potenzialmente il prodotto finale di una filiera tossica, che inquina l’ambiente e mette in pericolo la salute di tutti noi. Le sostanze chimiche pericolose ritrovate sui prodotti a marchio D&G dimostrano che questo brand non ha nessun controllo sulla propria filiera e non può quindi garantire ai propri clienti di non essere complice dello scandalo tossico che avvelena l’Alta moda”. Recentemente è stato pubblicato, da Greenpeace International, un rapporto che evidenzia come le stesse sostanze chimiche pericolose usate dai marchi di largo consumo siano impiegate anche da brand del lusso, come Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana, per produrre capi di Alta moda per bambini. Tali sostanze, che a seguito del processo produttivo o del lavaggio degli stessi abiti giungono poi nei laghi e nei fiumi, hanno la proprietà di accumularsi nell’ambiente e sono stati ritrovate anche nelle regioni più remote del Pianeta. Alcune di esse possono interferire con il sistema ormonale di uomini e animali. Ancora Campione spiega: “Nonostante le ripetute richieste, iniziate più di un anno fa con la classifica The Fashion Duel, Dolce&Gabbana non ha mai risposto né a noi né alle migliaia di consumatori che chiedono più trasparenza sulla propria filiera e di conoscere cosa finisce esattamente nei loro prodotti. Crediamo che sia arrivato per Dolce&Gabbana il momento di parlare chiaro, e far vedere a tutti di che stoffa sono fatti loro e i vestiti che producono”. Al momento hanno sottoscritto l’impegno Detox dell’associazione ambientalista in venti aziende: l’obiettivo è quello di assicurare la trasparenza della filiera, richiedendo ai propri fornitori di pubblicare i dati sugli scarichi delle sostanze chimiche pericolose e azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.
Le immagini della protesta di Greenpeace:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/24/bugie-tossiche-greenpeace-si-scaglia-contro-dg/
A Milano gli animalisti invadono la piazza: basta pellicce!
Nel capoluogo lombardo si sta svolgendo la settimana della moda e, come del resto era facile immaginare visti i capi sfilati a New York, a farla da padrone sono state le pellicce. Gli animalisti hanno quindi approfittato di questo sabato soleggiato per organizzare una protesta in concomitanza con la sfilata di Roberto Cavalli all’Arco della Pace. I manifestanti si sono presentati in massa e si sono sdraiati a terra a voler rappresentare animali morti dopo la caccia. Non sono mancati cartelli con immagini di animali in gabbia pronti per essere condannati in nome del lusso.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/22/a-milano-gli-animalisti-invadono-la-piazza-basta-pellicce/
Wainwright vs Papaboys: l’artista “sorpreso dalle reazioni dei cattolici”
Dopo le accuse di blasfemia rivoltegli dai Papaboys e altre organizzazioni di giovani laici Rufus Wainwright, che sarà ospite a Sanremo mercoledì, risponde tramite un comunicato. Il discografico dell’artista rende infatti noto che “le reazioni alla sua apparizione al festival da parte di alcuni gruppi cattolici conservatori sono arrivate come un’enorme sorpresa” e che “alcune delle cose che sono state dette di lui su diversi media debbono essere rettificate”. Il comunicato prosegue: “Rufus ama ed ammira l’Italia, il suo popolo e la cultura italiana. E’ stato sempre un artista che ha parlato apertamente della sua sessualità sin dall’inizio della sua carriera e che esplora con le sue canzoni il regno dei margini e la fragilità della condizione umana. La sua canzone Gay Messia che è l’oggetto dello scontento di questi gruppi non intendeva essere blasfema dal momento che non è il ritratto di Gesù né di nessuna altra figura religiosa della chiesa cattolica ma una metafora di un mondo dove le persone gay hanno gli stessi diritti degli eterosessuali. Una cosa che, giudicando dalle reazioni, in Italia è ancora molto lontana. La crocifissione era sfortunatamente un metodo per uccidere le persone molto comune 2000 anni fa”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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Solidarietà a Luxuria: manifestazione pro-gay davanti all’ambasciata russa
Mentre Vladimir Luxuria viene fermata, e rilasciata, per ben due volte a Sochi, dove sono in corso i Giochi Olimpici Invernali, in Italia va in scena una manifestazione davanti all’ambasciata russa a Roma. In piazza si sono ritrovate le associazioni gay della capitale, che hanno manifestato la loro solidarietà all’ex parlamentare. Presenti anche l’attrice Eva Grimaldi e la deputata Sel Ileana Piazzoni.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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In alto i calici: i prof e il “brindisi contro lo spreco”
Inusuale protesta al liceo linguistico Regina Margherita di Torino da parte dei professori che hanno manifestato contro il test dell’etilometro disposto per gli stessi docenti da una delibera regionale lo scorso ottobre. La protesta messa in atto è un “brindisi allo spreco” e vuole dire no a una “ridicola e umiliante visita medica”. I sindacali spiegano: “La visita di massa dei prof costerà più di 4mila euro solo al Regina,mentre la scuola cade letteralmente a pezzi”. E ancora: “Potevamo rifiutare l’obbligo di legge della visita, ma abbiamo scelto la strada della feroce ironia”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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La crociata dei Papaboys contro Sanremo blasfemo

Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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“Via la divisa”: corteo contro il reintegro dei poliziotti che uccisero Federico
Era il 25 novembre 2005 e Federico Aldrovandi veniva massacrato da quattro poliziotti durante un controllo. Oggi, a Ferrara, alle 15.15, ha preso il via il corteo di protesta contro il reintegro dei quattro agenti che gli tolsero la vita e che hanno appena finito di scontare la pena per “eccesso colposo in omicidio colposo”. Alla manifestazione prendono parte almeno 2mila persone, di ogni età e tra le quali gli ultras della Spal, di cui Federico era tifoso, del Bologna. Quello che chiedono è che gli agenti vengano destituiti dalla polizia per aver disonorato la divisa. Lino Aldrovandi, padre di Ferderico, ha spiegato: “Il messaggio che questa decisione manda agli uomini della polizia è che per aver ucciso un ragazzo si può anche essere premiati, perché essere messi in un ufficio è sicuramente più agevole che lavorare sulle volanti”. Ai manifestanti è arrivata via Twitter anche la solidarietà di Nichi Vendola: “Via la divisa per rispettare i familiari di Federico. Via la divisa – ha aggiunto – per rispettare i poliziotti onesti e le istituzioni”. Tra i presenti anche un vicentino che durante il G8 di Genova si trovava alla Diaz, Arnaldo Cestaro: “Mi hanno rotto un braccio e varie costole. Sono qui perchè eventi simili non devono più accadere”. E dentro ai “simili” vengono racchiuse tutte le “violenze e i crimini dello Stato”. Presente al corteo anche il deputato pentastellato Ferraresi, che ha partecipato al corteo per “Chiedere anche da qui, oltre che a livello istituzionale, che venga fatta giustizia perchè un ragazzo non può morire così”. Chi è qui la pensa allo stesso modo: la sospensione dal servizio per sei mesi non è sufficienti. “Quegli agenti devono essere radiati non possono reindossare la divisa”. Ma non mancano neanche Lucia Uva e Ilaria Cucchi, che chiedono giustizia per i loro morti.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 15, 2014
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L’Italia non è un Paese per disabili: la protesta solitaria a Roma
La signora Liliava Salvatori è rimasta disabile al 100% dal 1968, quando venne investita da un camioncino. Da allora, si è sottoposta a una decina di interventi, tra cui l’asportazione delle anche. Oggi la donna ha deciso di piazzarsi in mezzo alla strada, sotto la scalinata del Campidoglio a Roma, e sedersi a terra con accanto la sua carrozzella. Tutto questo perchè, spiega, “Mi hanno tolto il pulmino e mi hanno promesso una indennità per prendere il taxi. Sono mesi che non arriva”. Dall’amministrazione capitolina “mi hanno detto che mi davano la badante: ma io non la voglio”, aggiunge la protagonista della solitaria protesta che sta creando disagi e pesanti rallentamenti nel traffico del centro di Roma. La donna spiega anche di essere una militante di lungo corso del partito comunista prima e di Sinistra e libertà ora, e di “aver votato anche quello là”, facendo riferimento al Sindaco Ignazio Marino. I vigili sul posto, che cercano di convincerla a liberare la carreggiata, spiegano che non è la prima volta che effettua proteste di questo genere.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 5, 2014
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Non solo violenza in Ucraina, la protesta si fa anche a suon di musica!
Dopo aver visto sui media di tutto il mondo la violenza nelle manifestazioni in Ucraina, arriva anche chi vuole protestare in modo pacifico. Così Markiyan Matsekh ha deciso di portare il pianoforte in strada e suonare un po’ di musica classica proprio di fronte alle linee di polizia. Nei mesi successivi poi il piano è stato verniciato con i colori della bandiera ucraina uniti a quelli dell’Unione europea per farlo diventare un simbolo delle proteste in atto nel paese. L’emozione suscitata da questa azione pacifica è visibile su YouTube:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Il monolite che fa la sua apparizione al Circo Massimo: “spazio all’arte”
Tre giorni fa, al centro del Circo Massimo, ha fatto la sua apparizione un’opera colorata, “Il monolite bifronte” di Francesco Visalli. Un omaggio a Mondrian che ha conquistato, senza che nessuno dicesse nulla, uno dei palcoscenici più prestigiosi di Roma. Una provocazione artistica, certo, un esperimento urbano, ma anche, spiega lo stesso artista, una denuncia nei confronti dell’amministrazione capitolina e delle istituzioni culturali “impotenti” davanti al materializzarsi della scultura. Per intere settimane, racconta Visalli, nessuno è andato infatti a bussare alla sua porta per chiedere conto di quell’installazione così moderna a due passi dal Colosseo, di fronte agli antichi Palazzi Imperiali: niente verifiche, nessuna denuncia, nessun controllo. Né sulle autorizzazioni, né sul versante sicurezza. E l’artista sul suo sito avverte: “Pronti i disegni per un totale di 4 installazioni in altrettante piazze”. L’opera è alta oltre tre metri, pesa più di due tonnellate, ha due facce, una bianca e l’altra nera, elementi dai colori accesi e un ampio basamento: e il Campidoglio non ne sapva nulla. Mesi di lavoro, in un posto più che in vista a Roma, che si è trasformato in un test: vedere quando avrebbero impiegato le autorità per accorgersi della nuova “presenza”. “Il monolite – dice Francesco Visalli – è un monito per l’amministrazione comunale e per quella nazionale perché recuperi il principio fondatore del Paese più bello del mondo, cioè l’arte. Arte che ha segnato la storia di millenni, arte che se fosse valorizzata, basterebbe da sola a sanare definitivamente il deficit pubblico. E tutto questo non ha colori di partito politico, è universale, vale per tutti”. Monumento e operazione sono stati economicamente sostenuti interamente dall’artista, senza aiuti economici o sponsor. E non finisce qui: a giorni il monolite potrebbe prendere “voce” grazie alla partecipazione di alcuni nomi noti del mondo dello spettacolo. Un manifesto per dire basta alla disattenzione sull’arte. Nel frattempo, mentre nessuno si è mosso per mesi , ora il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, che in un tweet ha scritto: “Abbiamo chiesto ai vigili la rimozione”. Spiega l’artista: “Non sono contento del risultato ottenuto, lo sarei stato molto di più se il Comune se ne fosse accorto dopo due giorni. È ovvio che debba essere rimosso. Mi rattrista che la reazione sia arrivata dopo due mesi e perché ho divulgato la notizia. Io stesso non ho piacere di vedere il monolite davanti al Circo Massimo, la sua collocazione potrà essere un’altra ma volevo dare un segnale forte. L’arte e la cultura non trovano più spazio, quindi lo occupano”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 29, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/29/146154/
Ancora bocche cucite al Cie: ricomincia la protesta
Lo scorso 21 dicembre una decina di immigrati ospitati al Cie di Ponte Galeria, a Roma, si cucivano la bocca per una settimana circa per protestare contro i tempi di permanenza troppo lunghi nel centro. Una quindicina di immigrati aveva messo in atto contemporaneamente una protesta nel cortile del Cie di Ponte Galeria con i materassi. La protesta era stata poi sospesa in cambio dell’impegno a un miglioramento delle loro condizioni. Al loro caso, che aveva avuto una forte eco e aveva coinvolto anche altri Cie, si erano interessati, tra gli altri, il senatore del Pd e presidente della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi, e il deputato del Pd, Khalid Chaouki. Ora la protesta delle bocche cucite al Cie di Ponte Galeria è ripresa. Nella serata di sabato 25 gennaio, infatti, in 13 sabato sera si sono cuciti la bocca: sono tutti marocchini, provenienti da Lampedusa. Sette sono gli stessi che si cucirono la bocca poco prima di Natale. A confermarlo è il direttore del Cie, Vincenzo Lutrelli. Gli immigrati hanno annunciato a medici e infermieri che faranno lo sciopero della fame. Le loro condizioni di salute, al momento, sarebbero buone. “I marocchini – aggiunge il direttore Lutrelli – protestano per il protrarsi della loro permanenza nel centro. Si lamentano del fatto che da Natale non è cambiato nulla e dicono di aver avuto notizie da altri loro connazionali che si trovano in altri centri di uscite, mentre loro sono ancora qui”. Una delle “bocche cucite” del Cie, il 29 dicembre, si trovava fuori dal centro, ubriaco, aveva distrutto 19 moto e presi a calci bidoni.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 26, 2014
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Alla Camera si vota per il decreto Imu-Bankitalia… ed è subito bagarre!
E’ stata votata oggi, nell’Aula della Camera, la fiducia al governo posta sul decreto Imu-Bankitalia. I sì sono stati 335, 144 i no e un astenuto. Tra lunedì e martedì il voto finale sul provvedimento. Ma la votazione ha preso una piega animata quando i grillini hanno dato vita a un’autentica bagarre esponendo cartelli e sdraiandosi a terra per ostacolare l’accesso al corridoio posto sotto il banco della presidenza della Camera, percorso dai deputati per esprimere il voto ad alta voce. Luigi Di Maio, presidente di turno e a sua volta pentastellato, ha espulso dall’aula diversi parlamentari: tra questi, Massimo Baroni, Simone Valente, Stefano Vignaroli, Marco Brugnerotto. “Mi appello al buon senso, non è il caso di continuare…”, ha ripetuto più volte Di Maio prima di abbandonare il suo scranno. Ovviamente la protesta è stata documentata sui social network dai protagonisti. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. L’iniziativa, spegano i grillini è stata presa perchè: “La foglia di fico della cancellazione dell’Imu, bacata dal verme della mini-Imu, è caduta. E ha lasciato scoperta la vergogna del regalo da 7,5 miliardi alle banche e alle assicurazioni azioniste di Bankitalia”. E aggiungono: “Il saccheggio delle riserve della banca nazionale, soldi degli italiani, si concretizza nel venerdì nero in cui gli italiani si mettono in fila per ottemperare agli obblighi di un fisco vessatorio e caotico, reso incomprensibile da decenni di interventi stratificati, contraddittori e spesso ispirati da ragioniclientelari”. E ancora: “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
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Almeno 5 morti in Egitto: tre attentati
Sarebbero, secondo fonti governative, almeno cinque le persone che hanno perso la vita in Egitto, al Cairo, dove si sono verificati tre attacchi, di cui uno suicida con un’autobomba. Diverse decine i feriti. Obiettivi, il quartier generale della polizia nel centro del Cairo, una stazione di polizia a Talbeya, e una stazione della metropolitana. Fonti della sicurezza hanno affermato che l’attacco contro il dipartimento sicurezza del Cairo, nel quartiere di Abdeen,sarebbe stato condotto da “un kamikaze, a bordo di un’auto carica di esplosivo”. Nella capitale egiziana, dove domani cadrà il terzo anniversario della rivolta contro Hosni Mubarak, le forze di sicurezza sono in stato di massima allerta, si tratta del primo episodio del genere. Il capo delle forze di sicurezza del Cairo si trovava all’interno del quartier generale obiettivo dell’attentato di oggi, ed è rimasto illeso. Nei giorni scorsi fonti concordanti avevano messo in guardia sulla possibilità di un attentato suicida nella capitale. Nel frattempo è stata rivendicata dal gruppo jihadista Ansar Beyt el-Makdes (‘i sostenitori di Gerusalemme’) la partenità dell’attentato contro il quartier generale della polizia al Cairo dove si sono contati circa 50 feriti e l’edificio è stato completamente sventrato. Nel secondo attacco, nei pressi della stazione metro di Bohuth, la vittima al momento è solo una, con 15 feriti. La terza esplosione è stata causata da un ordigno artigianale (Ied) che è deflagrato nei pressi di un commissariato di polizia a Talbeya, a Giza, lungo la strada che porta alle Piramidi. L’esplosione di stamane ha anche danneggiato gravemente il museo islamico del Cairo, che sorge davanti al quartiere generale della polizia: “Un edificio del museo è crollato, 8 manoscritti sono stati distrutti, e la maggior parte dei reperti sono stati danneggiati”, ha detto all’Ansa una fonte qualificata.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
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Istituti colabrodo e presidi in piazza. La rivolta della scuola
A Montecitorio per la prima volta non ci sono gli studenti, ma i presidi delle scuole. Sfilano protestando “La nostra è una categoria bistrattata, siamo il parafulmine del sistema scuola. Abbiamo sempre più responsabilità e siamo appesantiti». A parlare in occasione della protesta nazionale, è la preside del Newton di Roma, Ivana Uras, che, interpellata sulla situazione del suo istituto, risponde: «al Newton, come in altre scuole, ci sono problemi di edilizia e sicurezza. Noi li segnaliamo a Comune e Provincia ma troviamo un muro e gli utenti se la prendono con noi».
«Ad esempio – racconta ancora la preside del Newton di Roma, Ivana Uras – il nostro ascensore è rotto da ottobre. Fortunatamente nel plesso centrale non abbiamo persone in carrozzina, ma abbiamo avuto ragazzi con le stampelle che hanno avuto problemi». La dirigente del Newton non è l’unica a lamentarsi della situazione del suo istituto: Anna Rita Tiberio, dirigente dell’Istituto comprensivo di via Poseidone, sempre a Roma a chi glielo chiede riferisce che «dentro le aule piove. Il Municipio purtroppo non ha nulla per la manutenzione ordinaria. Noi ripariamo le porte con i contributi delle famiglie e ci sono i secchi perchè piove dal tetto. Ma questo capita in diverse scuole». Il collega dell’Istituto comprensivo di via Marelli, Enrico Farda, infatti, le fa eco: «Il mio edificio, della scuola primaria, è un colabrodo. Sono intervenuti i vigili del fuoco e l’ufficio tecnico del VI Municipio è venuto tante volte. È venuto anche l’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale che si è interessato alla vicenda ma concretamente nulla si muove. La cultura – aggiunge Farda – è un investimento e invece noi ci troviamo ogni anno a fare i conti della serva». Silvia Sanseverino del liceo classico Aristofane sostiene: «Il problema della sicurezza accomuna le scuole di ogni ordine e grado. E il lavoro di preside e molto complesso. Ma a questo complessità non corrisponde la necessaria attenzione da parte del ministero e non corrisponde un’adeguata retribuzione».
Tutti fanno parte della dirigenza pubblica, a livello gerarchico sono sullo stesso gradino, ma tra i presidi che guidano le scuole italiane e i dirigenti amministrativi di seconda fascia che lavorano a viale Trastevere o negli uffici scolastici regionali, c’è un profondo gap, di responsabilità e soprattutto di retribuzione. A sostenerlo è Tuttoscuola, sulla base di una tabella comparativa e proprio mentre oggi i presidi sono scesi in piazza per la prima volta proprio per denunciare un aumento del carico di lavoro e delle responsabilità a fronte di retribuzioni bloccate. Il dato che balza immediatamente all’occhio è il diverso peso della busta paga: 55.000 euro è la retribuzione media annua lorda dei dirigenti scolastici, 110.000, e dunque esattamente il doppio, quella dei dirigenti amministrativi di seconda fascia. Eppure, a scorrere la tabella di Tuttoscuola, le responsabilità dei presidi non paiono poche: contabili, erariali, previdenziali, per la sicurezza degli edifici scolastici, nei confronti di personale e studenti e poi ancora per l’assunzione dei supplenti, la gestione degli appalti. Naturalmente anche i dirigenti amministrativi di seconda fascia hanno il loro bel carico di impegni e competenze, ma – fa notare Tuttoscuola – «la parola ‘responsabilita» è dirimente«. Senza contare – sottolinea la stessa testata – che un preside ha un numero medio di dipendenti intorno al centinaio mentre in genere un dirigente amministrativo di seconda fascia ha sotto di sè in media cinque persone.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 23, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/23/istituti-colabrodo-e-presidi-in-piazza-la-rivolta-della-scuola/
La Valleverde fallisce e i lavoratori scendono in strada
La Valleverde dichiara fallimento il 19 gennaio e parte un’indagine della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini con perquisizioni a catena in sei città del nord, nelle abitazioni e negli uffici dei vertici vecchi e nuovi del calzaturificio. Nel frattempo i 130 dipendenti del calziturificio sono scesi in strada a protestare con i nuovi manager che li appoggiano contro il sequestro giudiziario dell’azienda in esecuzione a fine mese. Tuttavia, il timore di Gdf e Procura è che i lavoratori abbiano avuto informazioni fuorvianti e che vengano strumentalizzati. Come riporta il Messsaggero:
Secondo i finanzieri, attraverso un intreccio societario e l’utilizzo strumentale del concordato preventivo sono stati sottratti all’azienda almeno 10 milioni di euro. Sono sette gli imprenditori e manager che il pm Luca Bertuzzi ha iscritto nel registro degli indagati per bancarotta. Tra questi Armando Arcangeli, fondatore dell’originaria Valleverde Spa e ideatore dello slogan che invitava a «camminare in una Valleverde», e il direttore generale Antonio Gentile che poi ha assunto l’incarico di liquidatore della Spes, la società in cui si era trasformata la prima Spa e che avrebbe dovuto traghettare lo storico calzaturificio verso il concordato preventivo.
Tra gli indagati anche manager e imprenditori che, con la Valleverde Srl appositamente costituita, avevano ottenuto in gestione gli asset in affitto dalla Spes, che con il ricavato avrebbe dovuto ripianare i debiti come da omologa del concordato. Nella Srl sono indagati l’amministratore Enrico Visconti, residente a Desenzano del Garda; Ernesto Bertola, di Brescia; David Beruffi, di Castiglione delle Stiviere, responsabile finanziario. Indagato anche Raffale Piacente, di Roma, e una dipendente della Srl.
Nelle perquisizioni in case e uffici – nelle province di Brescia, Mantova, Milano, Rimini (anche a Coriano) e Roma, quindi non solo del nord – i militari hanno sequestrato documenti e materiale informatico. L’affitto d’azienda per la gestione del calzaturificio e del magazzino, produzione e marchio compresi, che doveva servire a ripagare i debiti della Spes, non è stato mai pagato dalla nuova Valleverde Srl: secondo la Gdf era tutto programmato, con accordi, tanto che una denuncia di truffa della nuova gestione contro la vecchia, accusata di aver fatto sparire parte del magazzino, è considerata artificiosa dalla Guardia di finanza.
La nuova gestione sostiene che la sparizione del magazzino avrebbe fermato il pagamento del canone, ma secondo la Procura sarebbe solo un marchingegno escogitato per dirottare denaro verso altre società. I lavoratori sono senza stipendio da tre mesi e protestano convinti delle ragioni dei nuovi vertici e i manager oggi, in una risposta alla lettera aperta dei dipendenti contro il sequestro giudiziario, protestano pure contro l’esecuzione del provvedimento, previsto sia per i negozi sparsi in Italia sia per il complesso aziendale di Coriano.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 21, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/21/la-valleverde-fallisce-e-i-lavoratori-scendono-in-strada/
“Fuori le mele marce”: i tifosi dell’Inter in rivolta
E’ caos in casa Inter dopo quello che è accaduto in questi due giorni: prima lo scambio Guarin-Vucinic con la Juve, poi il blocco della trattativa in seguito ripresa quindi, il punto e a capo arrivato da Thohir che ha detto no. Ora l’ira dei tifosi è esplosa e si sono riuniti sotto la sede del club esibendo uno striscione che recita “fuori le mele marce dalla società”. I tifosi stanno protestando urlando cori contro la Juventus, il dg e il direttore tecnico Marco Fassone e Marco Branca. E’ stata la Curva Nord a richiamare tutti i supporters all’appello in in seguito al caso Vucinic-Guarin, con un comunicato che recita: “La Curva Nord si sta recando in questo momento sotto la sede. Ci auspichiamo la presenza del maggior numero di persone”. Un rappresentante è quindi salito per parlare con la dirigenza contro la quale stanno protestando. La notizia della conclusione negativa della trattativa tra Inter e Juventus riguardante lo scambio Guarin-Vucinic era in precedenza stata accolta con un lungo applauso dai tifosi nerazzurri presenti sotto la sede del club. Gli stessi sostenitori hanno poi intonato cori contro la Juventus e contro il direttore generale nerazzurro Marco Fassone.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 21, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/21/fuori-le-mele-marce-i-tifosi-dellinter-in-rivolta/
Letame in strada per protestare contro Hollande
Indignazione e protesta nei confronti di Hollande, tanto che un camionista ha rovesciato una gran quantità di letame davanti all’Assemblea nazionale francese a Parigi. Sul proprio mezzo l’uomo aveva anche attaccato un cartello «Fuori Hollande e tutta la classe politica». La polizia lo ha immediatamente fermato.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/16/letame-in-strada-per-protestare-contro-hollande/
Peta contro le pellicce: protesta a Berlino
Il 14 gennaio è iniziata a Berlino la settimana della moda, nota anche come Mercedes-Benz Fashion Week dal nome del principale sponsor e, nella capitale tedesca, l’organizzazione in difesa dei diritti degli animali ne ha approfittato per protestare contro l’utilizzo delle pellice.
Sono anche stati esposti cartelli che invitano i consumatori a riflettere proprio su questo tema. In piazza, sono scese delle attiviste nude “travestite” da animali.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/16/peta-contro-le-pellicce-protesta-a-berlino/
Una delle Bocche cucite al Cie esce e devasta 19 moto
Era la Vigilia di Natale quando un palestinese 31enne prendeva parte alla prostesta delle bocche cucite all’interno del Cie di Ponte Galeria a Roma. La notte scorsa, libero e ubriaco, ha scaraventato a terra 19 motocicli (5 moto e 14 motorini) a calci, ribaltato 16 bidoni dei rifiuti e danneggiato alcune centraline elettriche. E’ stato quindi sorpreso da una gazzella in transito in viale Guglielmo Marconi dov’è stato arrestato per danneggiamento continuato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, con precedenti e irregolare sul territorio italiano, aveva anche tentato di fuggire e ha opposto una violenta resistenza all’arresto scagliandosi contro gli uomini dell’Arma. Grazie ad alcune testimonianze raccolte sul posto, i militari hanno eseguito un’ispezione nella zona constatando che il cittadino palestinese, prima di prendersela con le moto, aveva buttato a terra e ribaltato in strada 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e altri 14 motocicli. Non solo, aveva anche danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica. Il 31enne è stato ammanettato dai carabinieri e portato in caserma, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 30, 2013
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Sospesa la protesta delle bocche cucite al Cie
E’ stato Mohammed Nouimy, una specie di portavoce degli immigrati al Cie di Ponte Galeria, a Roma, ha confermato che è stata sospesa la protesta degli immigranti che era iniziata lo scorso 21 dicembre: l’hanno infatti interrotta sia gli ultimi due immigrati che tenevano le bocche cucite che i circa venti che attuavano lo sciopero della fame. Gli ospiti del Cie hanno scritto una lettera al Papa che è stata consegnata ieri al direttore della Caritas diocesana don Emanuele Giannone.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 26, 2013
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Non costruite l’autostrada: distruggete la casa degli Elfi!
L’autostrada non dev’essere costruita, c’è il rischio di distruggere l’ambiente naturale degli Elfi! Non è la favola ambientalista che arriva il giorno di Natale, è una lotta che stanno portando avanti degli ambientalisti islandesi. A Reykjavik, infatti, gli Elfi, gli infaticabili aiutanti di Babbo Natale, si sono trasformati nella causa che sta fermando la costruzione di un’autostrada. “Salviamo la casa degli Elfi, quello è il loro habitat naturale”. Gridano i “Friends of Lava”, il gruppo di abitanti di Gálgahraun Lava Field, quello che da tutti è considerato il paese degli Elfi. La corte suprema del Paese ha fatto. al momento, interrompere il progetto: vuole infatti fare luce sulla vicenda. Mettersi contro le leggende potrebbe essere controproducente. La realtà però nasconde una battaglia ambientalista per salvaguardare un’area considerata ancora incontaminata.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 25, 2013
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Petardi e uova contro le vetrine: a Napoli in corteo
Corteo non autorizzato oggi a Napoli, partito da piazza Medaglie d’Oro nel quartiere Vomero e composto da precari, studenti, ex lavoratori licenziati e “senza casa” contro i “privilegi della casta”. In testa, uno striscione con la scritta: “Natale per tutti o per nessuno”. I manifestanti, una sessantina circa, hanno attraversato piazza Amedeo prima d’imboccare via dei Mille, facendo registrare problemi al traffico cittadino. Alcuni partecipanti, una volta raggiunta piazza dei Martiri, ha lanciato un petardo davanti il palazzo Partanna, che ospita la sede dell’Unione Industriali di Napoli. I manifestanti hanno anche lanciato uova contro le vetrine di dei negozi di note griffe di moda che si affacciano sulla piazza.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 23, 2013
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I nostri 7 giorni… aspettando il Natale!
Nei prossimi giorni si attende la tempesta di Natale: freddo, ghiaccio e neve accompagneranno la Vigilia e il giorno di festa più atteso dell’anno. E viene spontaneo sperare che almeno quel manto bianco possa “coprire” almeno per qualche ora tutto quello che c’è di sbagliato in questa Italia. Come ogni settimana si è parlato molto di politica, a iniziare dagli auguri per le feste del Presidente Napolitano, passando per la soddisfazione di Letta per essere riuscito “a mangiare il panettone” anche quest’anno, fino al taglio delle province. Mentre fiumi d’inchiostro si spendono per aggiornare costantemente su quello che accade nelle Aule del potere, tra le polemiche alla Boldrini, le proteste del Movimento 5 Stelle e le vicessitudini di Berlusconi, tuttavia, la crisi che sembra essere sempre “quasi alla fine” pesa con tutta la sua tragicità sui cittadini. Ma gli italiani devono fare i conti anche con i terremoti, con quella speranza di un futuro migliore che spesso si trasforma in fuga all’estero (dal quale, capita anche questo nell’Unione Europea, si può essere cacciati). Non lo si vede più il futuro e per questo ci si concentra sulle tragedie quotidiane e su chi è migrante in Italia: non possono passare sottovoce le vicende dei Cei: da Lampedusa a Roma. E se protesta dev’essere, ormai coinvolge tutta la popolazione, con le manifestazioni dei Forconi, che siano a piazza del Popolo o a San Pietro, degli studenti e di chiunque s’indigna. In tutto questo, il Belpaese resta “macchiato” da fiumi d’odio e vede spuntare nuove campagne shock contro la violenza sulle donne. Allora ben venga anche quella tempesta natalizia tanto attesa: forse “ripulirà” se non gli animi almeno l’aria…
Per fortuna, tuttavia, sarà che il Natale si avvicina e i bimbi scrivono lettere a Babbo Natale, sarà che i nostri cieli sono solcati dalla cometa Lovejoy che ci indica il cammino, non smettiamo di sperare, di proseguire, di credere in qualcosa. Ci saranno dei cambiamenti nel 2014? E’ quello che tutti noi ci auguriamo, che siano per il meglio. Sicuramente lo sperano i tifosi di calcio, visto che sta per aprirsi la nuova sessione di mercato e già si fa il totonomi e si controlla chi potrebbe lasciare e chi giungere sulle panchine. Perchè quel pallone alla fin fine, lo si voglia o no, crea un legame, permettendo a tutti di estraniarsi per 90 minuti da tutto quello che accade e, nel migliore dei casi, rallegrarsi. Manca pochissimo ormai a Natale, lo sanno anche i giocatori dell’Atalanta che nella sfida contro la Juve hanno indossato una maglia creata appositamente per lanciare i loro auguri. Anche i bianconeri non hanno però scordato i tifosi: i loro auguri sono arrivati via video, con un cartone animato creato apposta per l’occasione. Non c’è nulla da fare: Natale è il tema di questa settimana, sia che si unisca alla cronaca presentando un Presepe in cui appaiono i due marò, ancora in India, sia che si programmi il pranzo (fosse anche a base di panini… però speciali!), sia che si tratti di un cagnolino che intona la famosa canzone “Tu scendi dalle stelle”. Anche noi vogliamo concentrarci sul Natale e su quell’anziano signore vestito di rosso che sfreccia nei cieli. Perchè alla fin fine, accada quel che accada, dev’essere innanzitutto un sentimento, un’emozione. Il mondo è illuminato da infinite luci e ci auguriamo che possano tingere le vite di tutti noi. A questo punto resta solo una domanda: chi sarà il regista del vostro Natale?
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!
Pubblicato da tdy22 in dicembre 23, 2013
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La polizia picchia furiosamente le donne che protestano contro una legge
Venerdì, il governo conservatore di Mariano Rajoy ha approvato un progetto di legge sull’aborto più restrittivo delle norme in vigore dal 1985, modificate nel 2010 dalla maggioranza progressista di José Luis Rodriguez Zapatero, che pose la legislazione spagnola all’avanguardia in Europa. Se il progetto verrà approvato, com’è più che probabile sia, l’aborto sarà un reato, anche se solo per i medici e non per la donna, e potrà essere consentito solo in pochi casi e ben specificati. Il Pp aveva fatto di questa riforma uno dei punti salienti del programma elettorale con cui vinse le elezioni nel 2011. L’approvazione del progetto di legge viene però contestato dalle femministe e dal Partito socialista (Psoe) che lo definisce “cinico e ingiusto”. L’opposizione annuncia battaglia per cancellare una legge che colpisce “l’autonomia delle donne per esercitare liberamente la loro maternità”. Chiede il voto segreto e si appella alle 76 deputate del Pp per modificare il testo. Ma le possibilità che ciò avvenga sono molto scarse. La decisione non poteva non suscitare polemiche e proteste e la scorsa notte sono state tre le persone fermate, stando a quanto le fonti della polizia a EFE, con l’accusa di resistenza, disobbedienza e aggressione a tutori dell’ordine. Periodismo Humano ha pubblicato un video che mostra come la polizia abbia identificato e picchiato delle manifestanti. In seguito, il gruppo Nosotras decidimos ha convocato una nuova protesta per chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
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Il Lago dei Cigni al Teatro dell’Opera di Roma va in scena… su base registrata!
Ieri, una ventina di musicisti hanno protestato in Piazza del Campidoglio contro l’impotesi di ridimensionamento dell’ente previsto dalla legge Bray. Spartiti alla mano e strumenti pronti, hanno dato vita alle note del Nabucco. Alcune ore più tardi è quindi giunto l’annuncio, come spiega Repubblica, dei tre sindacati Slc Cgil, Fials Cisl e Libersind Confsal: “Bloccheremo sine die tutte le produzioni” a cominciare proprio dallo “sciopero” indetto per stasera. A spingere alla decisione, le dichiarazioni di Ignazio Marino, favorevole al ricorso del teatro al prestito per le strutture in difficoltà previsto nella stessa legge. Tuttavia hanno dovuto fare i conti con il corpo di ballo che nel pomeriggio ha spiegato il primo ballerino del Costanzi Alessandro Tiburzi (delegato Uilcom): “Lo spettacolo potrà andare in scena con una base registrata”. E ancora: “Anche noi siamo preoccupati per il futuro del Teatro, ma è anche vero che c’è già un incontro fissato con il sindaco per il prossimo 10 gennaio e in quella sede discuteremo. In questi tempi di crisi bisogna lavorare, dare un segnale di rispetto al pubblico che ha pagato per godere dello spettacolo. I problemi li dobbiamo risolvere fuori dal palcoscenico”. Quindi la soluzione: Il Lago dei Cigni andrà in scena, come previsto, solo che la prima di questa sera vedrà i ballerini danzare su una base registrata.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
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Bocche cucite: la protesta shock di quattro migranti
Mentre il neosegretario dei Democrat Matteo Renzi è in visita al centro di accoglienza immigrati di Lampedusa, giunge la notizia della clamorosa protesta in atto al Cie di Ponte Galeria a Roma. Qui quattro magrebini, ospiti della struttura, si sono cuciti la bocca per protestare contro il protrarsi della permanenza nel centro.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
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I pentastellati e la bagarre in Aula contro il presunto lobbista del Pd
Nuova bagarre alla Camera riguardo la Legge di Stabilità, con i deputati del Movimento 5 Stelle che tornano ad attaccare il Pd, che accusa di prendere ordini dalle lobby e arrivano a fare il nome del presunto lobbista. In Aula sono stati esposti dei cartelli con la scritta “Caro Pd decido io” e la foto di Luigi Tivelli, consigliere parlamentare della Camera che i grillini definiscono “lobbista mandato per controllare l’azione del Pd”. Già giovedì, sul blog di Beppe Grillo, appariva un video che denunciava il fatto.
Giorgio Sorial, deputato M5S, intervenendo durante le dichiarazioni di voto sul disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 ha detto: “A decidere in Parlamento non sono i ministri, né i segretari di partito. Sono i lobbisti”. E ancora: “Noi oggi denunciamo questi fatti in aula e come furono cacciati i mercanti dal Tempio saranno cacciati i lobbisti”, ha aggiunto leggendo poi in aula quella che ha definito “la registrazione della telefonata di un lobbista”. “Il lobbista è Luigi Tivelli e se questo Parlamento avesse dignità lo caccerebbe”. Durante il suo intervento, il pentastellato ha bocciato la legge di stabilità che, ha detto, essere stata condizionata dai “lobbisti che saccheggiano i soldi di tutti i contribuenti”, e l’ha definita una legge “marchetta”, mentre, ha proseguito, “le nostre proposte sono state bocciate per insufficenti risorse”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
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Spending review? La casta si compra 210 auto blu blindate!

La gara è strutturata in due lotti: il primo prevede la fornitura di un massimo di 150 berline a tre volumi (con una base d’asta di 18.075.000 euro Iva esclusa), il secondo 60 vetture a 5 porte a trazione integrale (con una base d’asta di 7.230.000 euro Iva esclusa). Il tutto avviene mentre il governo sottolinea i progressi nella riduzione delle auto blu per le amministrazioni centrali e locali. Per ciò che concerne lo Stato centrale, al primo dicembre 2013 sono 1663, il 7,6% del totale della P.A., 288 in meno rispetto a fine 2012 (-14,8%). Ridotte le auto di servizio nei Ministeri: sono 1290, ridotte di 201 unità rispetto a fine 2012 (-13,5%), la maggior parte delle quali (1128) concentrate nei dicasteri cui sono affidati servizi istituzionali di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Sono poi 4.557 le auto blu a disposizione delle amministrazioni regionali e locali.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 18, 2013
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Metro B a Roma bloccata dai “Forconi”
Disagi per i cittadini romani che oggi si sono trovati con i binari della metro bloccati quando il presidio dei ‘Forconi’, stanziato in piazzale dei Partigiani, nelle prime ore della mattina ha occupato la linea B. In particolare sono stati bloccati da manifestanti i binari a Garbatella e Piramide. In particolare, sulla metro B i treni viaggiano tra Laurentina e Magliana e tra Castro Pretorio e Rebibbia. La Roma-Lido invece è attiva tra Magliana e Cristoforo Colombo.
“Non andremo a Montecitorio oggi – dichiara il portavoce Enrico Leoni – aspettiamo il terzo colpo di Stato con la fiducia al Governo Letta nel pomeriggio. Staremo qui fino a sabato, quando insieme agli autotrasportatori di tutta Italia convergeremo su Roma e assedieremo il Parlamento”.
Nei dintorni della piazza l’unico spostamento del gruppo, annuncia Leoni: “Alle 12 faremo un breve corteo fino a piazzale Ostiense, ma non ci spingeremo oltre”. Alla domanda sulla scarsa affluenza: “Roma è diversa dal resto d’Italia, ha una reazione a sé. E poi non potevamo bloccare la città per due settimane”. Guai però a chi riduce il movimento dei cittadini italiani ai “Forconi”: “Non siamo la stessa cosa, sono due componenti che possono collaborare”.
Poi la precisazione di Danilo Calvani, leader nazionale del movimento, sull’eventuale ‘assedio’ a Montecitorio o ai ‘palazzi del potere’: “Il coordinamento 9 dicembre non parteciperà ad alcuna iniziativa che non sia stata autorizzata precedentemente dalla Questura. Noi – ha proseguito – abbiamo intenzione di agire solo nell’ambito della totale legalità. Qualsiasi mobilitazione che metteremo in atto sarà possibile solo se autorizzata”. Calvani ha quindi messo in guardia da eventuali azioni di oggi da parte di qualcun altro. “Noi per ora staremo qui”, ha concluso.
E intanto Casapound, con una trentina di attivisti, è arrivata in piazzale dei Partigiani, sventolando bandiere tricolori. Il leader Simone Di Stefano chiede un aumento della mobilitazione: “Bisognerebbe spostarsi un po’ più al centro, cercare di avvicinarci ai palazzi del potere. Però io non sono fra gli organizzatori e non so perché ci troviamo a piazzale Ostiense invece che a piazza di Spagna. Montecitorio è un simbolo che dobbiamo cercare di raggiungere”. Il problema per Di Stefano è che: “Un movimento senza leader e coordinamento può sempre sfuggire di mano. È rischioso manifestare senza sapere bene cosa si chiede”.
Sale la tensione intorno a Montecitorio, dopo le conclusioni del discorso in aula del premier Enrico Letta. Un gruppetto di manifestanti, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, è stato allontanato dalle transenne che da stamani impediscono il libero passaggio nella piazza dell’ingresso principale della Camera perché considerato minaccioso dagli agenti. Si tratta di un gruppetto di una ventina di persone che sventola bandiere tricolori, ha intonato l’inno di Mameli e indirizza cori di protesta contro il palazzo.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 11, 2013
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La conferenza stampa di Carlo Ancelotti… con “intruso”!
Gazprom, oltre a essere la più grande compagnia russa ed il maggiore estrattore al mondo di gas naturale, figura anche negli sponsor della Champions League. E proprio per questo gli attivisti di Greenpeace hanno preso di mira una conferenza stampa del torneo Europeo per il loro ultimo blitz.
La conferenza stampa in questione è quella del Real Madrid, che ha avuto luogo ieri e alla quale hanno preso parte Carlo Ancelotti e il difensore Pepe. Mentre i due parlavano con i giornalisti del loro prossimo impegno in Champions, che li vedrà affrontare il Copenaghen, alle loro spalle ha fatto la sua apparizione un cartello mobile con la scritta ‘Save the Arctic‘, in segno di protesta contro la Gazprom.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2013
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Sfidano il freddo per dire STOP al FALSO MADE IN ITALY!
Non li ha fermati neppure il freddo, la Coldiretti con le mantelle gialle sfida anche le temperature rigide per far arrivare la loro voce dalla frontiera del Brennero a Roma. Il messaggio è chiaro: “No al falso cibo Made in Italy”. La mobilitazione «La battaglia di Natale: scegli l’Italia» è iniziata e vuole difendere il settore dalle importazioni di bassa qualità spacciate come italiane.
Nell’area di parcheggio «Brennero» al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) scelta come campo base della protesta, con tanto di megatenda per preparare pasti e bevande calde, ci sono trattori e decine di pullman che nella notte hanno portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia.
I tir sono stati bloccati dagli agricoltori che personalmente si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere quale merce arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Gli striscioni sono piuttosto espliciti: «615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania», «1 mozzarella su 4 è senza latte», «Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro», «Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate».
Cosa mangiamo? I nostri cibi per circa un terzo cioè il 33% vengono confezionati con materie prime straniere e poi esportate con il marchio Made in Italy, con i consumatori che peraltro sono all’oscuro di tutto ciò. Questo è il dato che emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti nell’ambito della mobilitazione che l’organizzazione agricola sta svolgendo al valico del Brennero contro le importazioni di bassa qualità spacciate come italiane. «Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali – denuncia il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani ma fatti con maiali allevati all’estero. Inoltre tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta; oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere».
La presenza di ingredienti stranieri nei prodotti alimentari realizzati in Italia – spiega Coldiretti – è dovuta alla ricerca del rifornimento a basso costo e senza preoccupazioni per le conseguenze sulla salute: perciò finisce nel piatto dal concentrato di pomodoro cinese all’olio di oliva tunisino, dal riso vietnamita al miele cinese. Solo nell’ultimo anno – cita tra i vari esempi l’organizzazione agricola – sono scomparsi in Italia 615mila maiali per lasciare spazio alle importazioni di carne do bassa qualità dall’estero. «È anche necessario – conclude il presidente Moncalvo nel richiedere la completa attuazione delle leggi sulla etichettatura obbligatorie d’origine – che sia resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero, venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola e diventi operativa la legge che vieta pratiche di commercio sleale, tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto spendono per produrre».
Pubblicato da tdy22 in dicembre 4, 2013
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Salvini, Calderoli e Borghezio in manette: manifestazione per Lancini
L’8 novembre è stato arrestato il sindaco di Adro, nel Bresciano, il leghista Oscar Lancini, con l’accusa di falso e turbata libertà degli incanti. Oggi sono state oltre mille le persone che, nel paese, hanno preso parte alla manifestazione a sostegno del primo cittadino. Presenti anche il senatore leghista Roberto Calderoli, l’europarlamentare Mario Borghezio e il segretario lombardo Matteo Salvini, oltre a numerosi amministratori locali del Carroccio, con tanto di manette ai polsi. Per Borghezio “l’arresto di Lancini è stata una por***a”. Duro anche Salvini: “Lo Stato fa le leggi per svuotare le carceri e liberare i criminali e poi arresta gli amministratori che governano per il bene della loro gente”. Il corteo è giunto fino aal’abitazione di Lancini, che ha salutato con la mano dalla finestra pur non mostrandosi. Salvini ha detto: “Se tra una settimana non ti hanno liberato, domenica prossima verremo a liberarti noi”. Si è invece mostrata la moglie del sindaco, che ha ringraziato il politico e ha riferito ai giornalisti: “Mio marito è distrutto. Non sta più mangiando da una settimana”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 17, 2013
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S’inchioda i testicoli al suolo della Piazza Rossa: accusato di teppismo!
Piotr Pavlensky si era inchiodato i testicoli al selciato della Piazza Rossa, in Russia, la scorsa domenica. Il gesto del pittore voleva essere una denuncia contro “l’apatia, l’indifferenza politica e il fatalismo della società russa moderna”. E ora, rivela una fonte delle forze dell’ordine di Mosca all’agenzia Interfax, rischia fino a cinque anni di prigione con l’accusa di “teppismo” aggravato. Nel frattempo si trova agli arresti domiciliari e l’accusa che pende sull’artista è quella che fa riferimento a una parte dell’articolo 213 del codice penale russo: “teppismo motivato da odio politico, ideologico, razziale, etnico o religioso, o odio o inimicizia verso un determinato gruppo sociale”. Lo stesso reato portò ala condanna a due anni le Pussy Riot.
Pubblicato da tdy22 in novembre 15, 2013
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La protesta shock: s’inchioda a terra i testicoli!
Piotr Pavlenski, pittore russo noto per le sue azioni di protesta, è stato ricoverato questa domenica dopo aver inchiodato, utilizzando un martello, i suoi testicoli al selciato della Piazza Rossa di Mosca in segno di protesta, contro il Cremlino nel giorno in cui si celebra il Giorno della Polizia in Russia. Pavlenski è restato nudo e “fissato al suolo” per oltre un’ora osservando le sue parte intime definendo questa sua protesta, intitolata Fixing, “metafora dell’apatia, dell’indifferenza politica e del fataliamo dell’attuale società russa”. Il manifesto del pittore spiega che “Non è l’arbitrarietà dei potenti a privare la società della sua capacità di agire, ma il restare fermi ad osservere le sconfitte e le perdite che inchioda con sempre maggiore forza il Cremlino alle pietre , trasformando le persone in statue che aspettano rassegnate il loro destino “. Dopo un’ora e mezza dall’inizio della sua protesta, l’artista è stato trasportato in un ospedale della capitale, anche se una fonte delle forze dell’ordine ha già riferito all’agenzia RIA-Nóvosti che, una volta ricevute le cure, verrà preso in custodia dalla polizia. Il poliziotto ha descritto l’azione di Pavlenski come qualcosa “normale per un malato psichico”. Il pittore, a sua volta, crede che “la società, ora che il potere ha convertito il Paese in un grande carcere, permette l’arbitrarietà e, dimenticando la sua superiorità numerica, con il suo non-agire avvicina il trionfo di uno Stato di Polizia”. Non è la prima volta che l’artista di San Pietroburgo agisce sul suo corpo per esprimere la propria protesta contro il governo di Vladimir Putin. Lo scorso 3 maggio era rimasto completamente nudo, avvolto unicamente da filo spinato, di fronte al palazzo dell’Assemblea legislativa di Pietroburgo Assemblea. In quell’occasione “l’opera” si chiamava “Corpo” e simboleggiava “l’esistenza umana in un contesto di repressione legale, quando il minimo movimento provoca una dura reazione del sistema giuridico, che s’inchioda nel corpo dell’individuo”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 10, 2013
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Raffaele Pennacchio: disabile muore dopo due giorni di contestazioni
Sono stati proibitivi, per i manifestanti malati, i due giorni di protesta per il diritto all’assistenza domiciliare ai disabili e Raffaele Pennacchio, medico 55enne malato di Sla e membro del direttivo del Comitato 16 novembre onlus, non ce l’ha fatta. Come racconta la vicepresidente della onlus, Mariangela Lamanna, “”Era stanco e provato per i due giorni di partecipazione alla nostra protesta”. L’uomo è morto mercoledì notte, dopo l’incontro con il governo e il presidio sotto il ministero dell’Economia. Spiega ancora Lamanna: “Raffaele si è battuto per accendere i riflettori sull’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi che hanno diritto a restare a casa con dignità e a cure amorevoli. Chi meglio di un familiare può assistere un congiunto malato grave?”. E ancora: “Mercoledì, nonostante la stanchezza, al tavolo con il governo rappresentato dal viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, dal sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta e dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, Raffaele continuava a dire, ‘fate presto, noi non abbiamo più tempo’”. Era contento mercoledì sera quando è tornato in albergo, soddisfatto perchè il Comitato aveva strappato al governo l’impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi. “Rideva e scherzava, poi all’improvviso si è accasciato sulla sedia tra il nostro sgomento”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 24, 2013
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I malati protestano: si chiede l’assistenza domiciliare
Il Comitato 16 novembre onlus questa mattina incontra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il viceministro del Lavoro Guerra e il sottosegretario all’economia Baretta. Ma per far sentire forte la loro voce, ieri notte hanno protestato davanti al Mef a Roma per far valere i propri diritti e le proprie libertà. Tra i manifestanti, anche 30 disabili gravissimi, alcuni anche tracheotomizzati. Il vicepresidente dell’associazione, Mariangela Lamanna, ha spiegato: “La notte è stata un incubo. I malati sono molto provati ma questa prova era necessaria per sostenere il nostro progetto di assistenza domiciliare”. E prosegue: “Ieri in un primo incontro con il sottosegretario Baretta abbiamo presentato i sei punti del nostro progetto ‘Restare a casa’ per assicurare ai malati un’assistenza domiciliare degna di questo nome. Far rimanere a casa i malati di sla e di altre patologie invalidanti ha purtroppo costi enormi: molti di loro sono tracheotomizzati ed attaccati ad un respiratore”. E precisa: “Non capiamo perchè se lo Stato è disposto a spendere 90mila euro l’anno per tenere un malato in una Rsa (Residenza sanitaria assistita) gli stessi fondi non può dirottarli verso le famiglie, ovviamente dietro rendicontazione di tutte le spese sostenute”. Prosegue dunque il presidio sotto il Ministero dell’economia. “Questa notte abbiamo avuto attimi di paura per il nostro segretario, Salvatore Usala, (malato di Sla e trachoetomizzato), il suo respiratore non funzionava bene, ma poi per fortuna l’allarme è rientrato”, precisa Lamanna.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/23/i-malati-protestano-si-chiede-lassistenza-domiciliare/
Contro tagli e contratti dei precari, il flash mob dei pompieri a Pisa
Il corpo dei Vigili del fuoco sta morendo “per colpa delle polemiche di austerity. E’ quanto hanno denunciato una cinquantina di pompieri, aderenti all’Unione sindacale di base, che oggi si sono ritrovati oggi in Piazza dei miracoli a Pisa. I manifestanti, con addosso le loro divise e circondati da centinaia di turisti, si sono stesi a terra e hanno fatto scendere due striscioni dalla Torre. Spiega l’Usb: “Il Governo tenta di limitarci con blocchi di assunzioni, congelamento di contratti, innalzamento dell’età pensionabile e riduzione degli acquisti di automezzi”. E ha concluso: “Noi vogliamo solo poter continuare a svolgere con professionalità il nostro lavoro al servizio dei cittadini, pertanto chiediamo di essere ascoltati e pubblicizziamo una vera riforma del settore protezione civile, con al centro i Vigili del Fuoco, così da poter garantire il soccorso in Italia ed evitare il disperdersi di fondamentali risorse economico – finanziarie”. Nell’occasione è stato anche annunciato uno sciopero generale a Roma il 18 ottobre.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 12, 2013
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“Ci hanno condannato a morte”. E il malato si crocefigge davanti a Montecitorio
La protesta dei malati per la libertà di cura con il metodo Stamina ha preso l’avvio il 23 luglio e ancora prosegue. Uno dei volti più conosciuti di questa lotta è quello di Sandro Biviano, affetto da distrofia muscolare e che oggi ha messo in atto un gesto forte tentando ancora una volta di sensibilizzare chi di dovere: si è fatto crocefiggere. E’ avvenuto nella serata di venerdì, durante una veglia di preghiera per ricordare i bimbi morti negli ultimi mesi che, nel pensiero dei malati, avrebbero potuto salvarsi se avessero fatto subito le infusioni con il metodo Stamina una volta avuta l’autorizzazione da parte del giudice. Sandro indossava una maglia con la scritta “Non ho più voglia di morire”. Sulla croce una targa con la scritta Aifa, Agenzia italiana del farmaco. Le forze dell’ordine che si trovavano in piazza montecitorio hanno tentato d’impedire che la croce venisse messa in posizione ma i manifestanti hanno iniziato ad urlare: “Dov’è la Lorenzin? Starà a dormire”. Dopo di che hanno spiegato che “crocifissione” è quella che stanno subendo loro, non solo per la decisione del ministro di ufficializzare il no alla sperimentazione ma anche per l’indifferenza verso la loro vicenda. “Ho fatto questo gesto perchè ci hanno condannato a morte, come fu per Gesù” ha detto Biviano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Mala-università: assemblea permanente allo Iuav
Circa 200 studenti entrati in assemblea permanente. E’ successo ieri allo Iuav, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove i giovani si sono riuniti davanti alla sede dell’ex cotonificio, a Santa Marta, preoccupati per l’impossibilità di seguire le lezioni e di non riuscire a fare gli esami del proprio piano di studi a causa della nuova offerta formativa dell’ateneo. Gli universitari non gradiscono la riorganizzazione dei dipartimenti, trovandosi ad affrontare problemi logistici e organizzativi. “Aule strapiene e un’offerta didattica che peggiorerà”, dichiara chi protesta. Gli studenti, durante l’assemblea, hanno redatto delle proposte comuni, consegnate nel pomeriggio al rettore Amerigo Restucci nel pomeriggio. Nel frattempo, il collettivo Lisc ha indetto per l’11 ottobre una manifestazione in difesa del diritto allo studio. “Tra vecchi ordinamenti e nuovi ordinamenti, i direttori di dipartimento attraverso l’area della didattica hanno creato delle tabelle di equivalenza che costringono 1200 studenti a seguire corsi che prima non dovevano frequentare – dichiarano i manifestanti – così siamo costretti a ragionare in continua emergenza”. Chi protesta guarda anche alla conferenza di Ateneo del 31 ottobre prossimo che, dicono, “dovrebbe servire a trovare delle soluzioni.” La riorganizzazione, entrata in vigore quest’anno, secondo gli studenti ha portato a una totale disorganizzazione e un’offerta didattica palesemente impoverita. Intanto il rettore prende tempo: “Ascolterò le proposte e le segnalazioni che arriveranno dagli studenti e dopo l’assemblea cercheremo di dare le dovute risposte” dichiara Americo Restucci. Ma non sarà affatto facile: gli studenti hanno già bocciato i nuovi ordinamenti dei corsi dei laurea nati dai dipartimenti, dopo l’abolizione delle facoltà. Ma nel frattempo ben 160 studenti del biennio della laurea magistrale si sentono in un limbo perché senza una collocazione nei tre dipartimenti che hanno preso il posto dei tradizionali corsi di laurea; inoltre nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento alcuni esami non vengono riconosciuti o sono da ripetere. Oppure si rischia di laurearsi saltando alcuni esami fondamentali.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
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Lo striscione “Napoli Colera” che fa la sua apparizione al San Paolo
Sono stati gli stessi supporters azzurri a esporre in curva uno striscione con la scritta “Napoli Colera”, chiara provocazione per quanto accaduto nelle ultime partite, con i cori razzisti rivolti proprio a loro. I tifosi partenopei hanno poi anche allusivamente avanzato la proposta: ora chiudeteci la curva. L’iniziativa degli ultras ha suscitato non poche polemiche, nonostante fosse loro intenzione dimostrare solidarietà ai supporters del Milan e dell’Inter che si sono visti squalificare le proprie curve per discriminazione territoriale.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 6, 2013
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Poesie e racconti: i colori della fantasia
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