Ha richiesto l’impegno di 200 tra agenti e pompieri la ricerca dei resti dell’atleta ungherese Victor Kovats, precipitato mentre si stava esercitando in Cina per i campionati del mondo di volo con tuta alare, di cui aveva vinto il titolo nel 2012. Lanciatosi con la sua tuta alare dalla cima di una collina del Tianmen Mountain National Forest Park, nella provincia di Hunan, Kovats non è riuscito ad aprire il paracadute, forse a causa di un malfunzionamento, precipitando nei boschi sottostanti. Le cause della mancata apertura sono ancora da accertare. Secondo quanto riportato dai soccorritori, il cranio dell’uomo è stato completamente distrutto dall’impatto con la boscaglia. I mondiali non sono comunque stati annullati e hanno preso l’avvio l’11 ottobre, nella stessa area.
Tutti gli articoli con tag 11 ottobre 2013
Victor Kovats muore durante un lancio di prova: ritrovati i resti
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Sesso su una rampa con una prostituta, il degrado di Roma denunciato sul web
Il sesso a pagamento continua a essere un grave disagio per gli abitanti del quartiere Prati Fiscali a Roma. Se di giorno la zona è un luogo residenziale e commerciale come tante aree della capitale, appena dopo il tramonto il quartiere si trasforma e decine di prostitute affollano le strade. Camminano lungo i marciapiedi a pochi passi dalle abitazioni, amplificando il degrado e rendendo difficile la vota agli abitanti del quartiere. Un utente, giorni fa ha deciso di fotografare una coppia intenta a consumare un rapporto sessuale sulla rampa di un noto negozio del quartiere, proprio per denunciare il livello a cui si è arrivati negli ultimi tempi. Sembra che la città sia stata abbandonata a se stessa e sono i cittadini a rimanere vittima dell’aumento di attività criminali.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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“Ci hanno condannato a morte”. E il malato si crocefigge davanti a Montecitorio
La protesta dei malati per la libertà di cura con il metodo Stamina ha preso l’avvio il 23 luglio e ancora prosegue. Uno dei volti più conosciuti di questa lotta è quello di Sandro Biviano, affetto da distrofia muscolare e che oggi ha messo in atto un gesto forte tentando ancora una volta di sensibilizzare chi di dovere: si è fatto crocefiggere. E’ avvenuto nella serata di venerdì, durante una veglia di preghiera per ricordare i bimbi morti negli ultimi mesi che, nel pensiero dei malati, avrebbero potuto salvarsi se avessero fatto subito le infusioni con il metodo Stamina una volta avuta l’autorizzazione da parte del giudice. Sandro indossava una maglia con la scritta “Non ho più voglia di morire”. Sulla croce una targa con la scritta Aifa, Agenzia italiana del farmaco. Le forze dell’ordine che si trovavano in piazza montecitorio hanno tentato d’impedire che la croce venisse messa in posizione ma i manifestanti hanno iniziato ad urlare: “Dov’è la Lorenzin? Starà a dormire”. Dopo di che hanno spiegato che “crocifissione” è quella che stanno subendo loro, non solo per la decisione del ministro di ufficializzare il no alla sperimentazione ma anche per l’indifferenza verso la loro vicenda. “Ho fatto questo gesto perchè ci hanno condannato a morte, come fu per Gesù” ha detto Biviano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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I dispersi della Concordia: riconosciuto il corpo di Maria Grazia Tricarichi
In questura a Catania, attraverso delle foto, Elio vincenzi e la figlia Stefania hanno riconosciuto la catenina e le scarpe della moglie e madre dispersa a seguito del naufragio della Costa Concordia. Maria Grazia Tricarichi, 50 anni, era una dei due dispersi a seguito della tragedia avvenuta il 13 gennaio 2012. A questo punto si ritiene appartengano alla donna i resti strappati al mare dai sommozzatori e che in un primo momento si pensava fossero quelli del cameriere indiano Russle Rebello, che resterebbe l’unica persona ancora dispersa. La figlia della donna ha riconosciuto la catenina che era stata regalata alla qualche ora prima del naufragio dall’amica Maria Luisa Virzì, un dono per il compleanno della Tricarico che proprio la notte della tragedia compiva 50 anni. Il marito Elio ha detto: “Sono frastornato così come mia figlia. Due anni sono stati lunghi in attesa di potere dare una degna sepoltura a mia moglie. Il mio pensiero va ai familiari di Rebello che attendevano anche delle risposte”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Se la tua vita non ti permette di giocare, ballare, vivere ogni giorno… cambia vita!
“Se la tua vita non ti permette di giocare, ballare, vivere ogni giorno… cambia vita”. Termina con questo consiglio un video che sta spopolando in rete, con quasi un milione di visite in 20 giorni Dailymotion. Il cortometraggio, ¿Bailamos?, vuole ricordarci di prestar sempre attenzione ai bimbi, i veri grandi saggi di casa: sono loro a ricordarci di godere di ogni momento, facendo quello che ci piace e senza troppe preoccupazioni. Il video s’incentra su un dialogo tra la piccola Malena, che sogna un futuro da ballerina, e suo padre, che le consiglia di studiare materie come l’inglese e l’informatica, di modo da iniziare fin da subito a costruirsi un futuro. L’uomo spiega alla piccola che è importante arrivare un giorno ad avere una carriera che dia sicurezza, soddisfazione e assicuri il futuro, permettendo, una volta anziani, di arrivare anche alla pensione. Ovviamente, visto il momento che stiamo vivendo sia in Italia che all’estero, appena il padre parla di “trovar lavoro”, “avere una sicurezza economica” e “assicurarsi una pensione”, arriva il contrappunto di risate. “Il proposito di questo video è di ricordare ai genitori immersi in una dinamica culturale di lavoro e consumo, che i bambini son bambini e che devono giocare e godere la loro infanzia e dovere degli adulti è di appoggiarli nelle loro mete e nei loro sogni e… giocare con loro. L’ossessione di assicurare loro il meglio, ci può rendere ciechi e farci dimenticare le cose che danno un senso alla nostra vita. Un atteggiamento che trasferiamo poi su di loro”, spiega la descrizione del video di JAF Producciones. Nel preseguo del video, dopo che il padre ha convinto la piccola a mettere da parte il suo sogno di diventare ballerina a favore di una carriera solida, è Malena a porre però delle domande al padre, del tenore: sei soddisfatto, sei contento, stai bene vivendo in questo modo, mettendo da parte i tuoi sogni? Il genitore risponde con dei sì forzati… salvo poi “ravvedersi”… e invitare la figlia a ballare!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Laura Louise Cannon e la sua vittoria sul cancro… a suon di fashion!
Ha appena 23 anni l’inglese Laura Louise Cannon, ma grinta da vendere. Tanta da riuscire a sconfiggere una malattia devastante come il cancro. C’è chi si lascia abbattere e ne diventa vittima, ma non lei, che ha trovato un modo tutto suo per reagire: immergersi nel mondo del fashion! Dopo aver provato sulla sua pelle la chemioterapia e aver visto i suoi capelli cadere, ha creato un blog, Laura Louise and her naughty disease…, attraverso il quale ha raccontato come essere bella anche seguendo terapie così debilitanti. A forza di affermazioni tipo “Quando hai dei tacchi altissimi nessuno si preoccupa se sei pelata”, la 25enne ha attraversato la malattia con tono ironico e agguerrito, facendosi forza con articoli glamour che l’hanno portata ad avere oltre 100 mila lettori e diventare una star del web.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Fiumi d’alcool… sparsi a terra! Crolla scaffale in un supermercato
Un addetto che riordina lo scaffale degli alcolici. Due donne che, poco distanti, osservano quello che è esposto mentre parlano tra loro. Una scena normale, come se ne vedono quotidianamente. Quello che però sorprende del video girato in un supermercato americano è che, quando l’addetto termina di sistemare le bottiglie, improvvisamente l’intera struttura cade in avanti, cogliendo tutti di sorpresa. Il ragazzo ha una prima reazione e tenta di frenare la caduta, imitato da una delle due clienti. Ma subito si rendono conto che è una sfida improba e indietreggiano. Nessuno si è fatto male… a parte le numerose bottiglie infrentesi al suolo!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Dna sul coltello di Sollecito, potrebbe essere di Amanda
Ora ci sarebbero elementi sufficienti da poter far ipotizzare che il Dna ritrovato sul coltello sequestrato in casa di Sollecito possa essere riconducibile ad Amanda Knox. Questa è l’indicazione almeno, al momento, che sta emergendo dalla perizia dei carabinieri del Ris di Roma, incaricati dalla Corte di Firenze che sta celebrando l’appello bis.
Gli esami sono iniziati giovedì e sono proseguiti per tutta la giornata di venerdì, alla presenza dei consulenti delle parti. Per l’esito definitivo, comunque, servono altri accertamenti. I risultati saranno presentati con una perizia che sarà depositata entro la fine di ottobre e discussa poi in aula il 6 novembre.
La traccia venne individuata dagli esperti nominati nel processo d’appello a Perugia, ma non sottoposta ad analisi perché ritenuta non suscettibile di «corretta amplificazione, essendo un low copy number». Cioè una quantità di Dna tale «da non poter garantire risultati affidabili».
Dopo l’annullamento da parte della Cassazione delle assoluzioni di Sollecito e Amanda Knox, nell’appello bis in corso a Firenze, i giudici hanno ordinato una nuova perizia. Al Ris avevano chiesto di stabilire se la traccia finora non esaminata fosse analizzabile e, nel caso, se fosse riconducibile alla vittima o a Rudy Guede, già condannato a 16 anni di reclusione. Gli elementi emersi porterebbero invece al codice genetico della Knox.
Gli avvocati Luciano Ghirga e Luca Maori, legali della Knox e di Sollecito, si sono infatti limitati a far capire che sarebbero soddisfatti se fossero confermate le indiscrezioni sull’attribuzione alla giovane di Seattle. «Se corrisponderanno al vero – ha commentato il legale della famiglia Kercher, l’avvocato Francesco Maresca – si conferma che il coltello è passato nelle mani di Amanda, risultando accertato che la perizia doveva essere portata a termine e che fu invece lasciata incompiuta»
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Cintura di castità 2.0: jeans chiusi con un catenaccio!
Si rivolge alla polizia perchè… il fidanzato l’ha costretta per anni a indossare un’originale cintura di castità. E’ successo a Zacatlame, sul golfo di Veracruz, in Messico. Qui un 40enne ha fatto indossare alla sua compagna, una 25enne, dei jeans con un catenaccio di cui solo lui aveva la chiave. La giovane, che aveva difficoltà anche per andare al bagno ma alla quale non è mai venuto in mente di tagliare i jeans e riconquistare la sua libertà perchè troppo innamorata, si è recata alla polizia per farsi togliere il lucchetto. Le autorità hanno fermato l’uomo, ma la donna non ha sporto denuncia una volta che lui si è trovato dietro le sbarre. Il carceriere, quindi, si è limitato a firmare un documento dove assicura di non “rinchiudere” più la fidanzata.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Pareggio azzurro… con un pizzico di fortuna! Finisce 2-2 contro la Danimarca!
E’ la serata-festa di Buffon questa: il portiere bianconero indossa per la 137esima volta la maglia della nazionale superando il numero di presenze di Fabio Cannavaro: è nuovo record per la nostra Nazionale. Agli italiani serve una vittoria per entrare tra le 8 teste di serie ai Mondiali di Brasile 2014. Se comunque non ci riuscissero questa sera a Copenaghen, avranno un’altra possibilità di riuscirci martedì prossimo al San Paolo, quando affronteranno l’Armenia.
Al Parken Stadium, Olsen schiera un 4-3-3 con Andersen; Zimling, Bjelland, Agger, Boilesen; Ankersen, Kvist, Eriksen; Khron-Dehli, Bendtner, Braitwhite. Risponde Prandelli con un 4-3-2-1 composto da Buffon; De Silvestri, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; Thiago Motta, Montolivo, Marchisio, Candreva, Diamanti; Osvaldo. Balotelli non sarà neanche in panchina: il rossonero, di cui tanto si era parlato nei giorni scorsi, ora è vittima della febbre.
E’ la Danimarca a tenere il possesso di palla nei primissimi minuti la Danimarca, fino al 5′, quando gli azzurri arrivano al tiro con un Candreva poco convinto che si fa respingere il tiro senza problemi. Dopo alcuni tentativi da parte di entrambe le squadre, attorno al 12′ è l’Italia a fare il gioco. Al 13′ fallo di Agger su Diamanti, ma il richiamo dell’arbitro è solo verbale. Tre minuti e Diamanti a commettere fallo su Jacobsen che guadagna una punizione a metà campo. L’azione prosegue con i danesi che guadagnano un angolo. Al 21′ Osvaldo cerca la rete, ma lo fa in modo poco convinto: facile la parata per Andersen. Bisogna attendere il 28′ perchè la situazione si sblocchi: Thiago Motta per Osvaldo, stop a seguire e tiro preciso una volta rimasto solo davanti al portiere Andersen che viene battuto: 0-1!
Al 30′ Diamanti resta a terra per un po’ dopo aver subito un fallo di Kvist. La Danimarca inizia ad avanzare: al 32′ però pasticcia nell’area di Buffon mentre tre minuti dopo la sfera arriva davanti a Bendtner, accerchiato da quattro azzurri. Al 37′ Eriksen tenta un cross che si trasforma in una specie di tiro, ma non riesce a cogliere di sorpresa Buffon. Al 42′, con Prandelli che chiama un gioco più ordinato, l’Italia perde palla a centrocampo, i danesi però non attendono di avvicinarsi all’area azzurra: tentano il tiro ma la palla schizza alle stelle. Negli ultimi minuti del primo tempo gli azzurri sono distratti: Krohn-Dehli prova il tiro ma pasticcia troppo con la palla. Al 45′ la Danimarca agguanta il pareggio: Bendtner, di testa, su cross di Krohn-Dehli, approfitta di una difesa azzurra troppo rilassata in questo frangente: 1-1! Su questo risultato, le squadre tornano agli spogliatoi.
Alla ripresa cambio tra le fila della Danimarca: Larsen entra al posto di Braithwaite. Al 3′ ci provano gli azzurri: cross di Montolivo al quale non arriva Osvaldo: forse c’è una trattenuta su di lui. Inutili le proteste del centravanti. Dopo due minuti contropiede per gli uomini di Prandelli: Montolivo passa a Diamanti invece che a Candreva, il capitano del Bologna tira di esterno sinistro: palla fuori. Al 9′ Chiellini falloso su Larsen regala ai danesi un calcio di punizione da posizione centrale: batte Eriksen che colpisce il palo. Buffon era rimasto praticamente immobile. Gli uomini di Olsen fanno il gioco e bisogna attendere il 14′ per un’incursione di Marchisio che tenta il tiro, ma troppo debole. La Danimarca continua a pressare: si salvano gli azzurri ma i danesi continuano ad aggiudicarsi calci d’angolo. Al 18′, su corner avversario, Chiellini allontana il pallone di testa, prova ad arrivarci Diamanti ma su di lui Bjelland commette fallo: primo cartellino giallo del match.
Due minuti e Candreva tenta il destro da fuori: palla sul fondo. Al 21′ Buffon salva lo specchio da un tiro potentissimo di Zimling: pallone sopra la traversa, ne scaturisce un calcio d’angolo, la palla arriva a Bjelland dopo un rimpallo, traversa per il danese e nuovo calcio d’angolo. Subito dopo arriva il primo cambio per Prandelli: Aquilani sostituisce Marchisio. Al 26′ secondo cartellino giallo dell’incontro, per Zimling, che era già stato diffidato. I danesi continuano a pressare, con gli azzurri costantemente impegnati in difesa. Al 32′ Prandelli opta per un secondo cambio: esce Diamanti ed entra Cerci che al minuto successivo serve Candreva che tira in porta e Andersen devia in corner, lo batte Aquilani, la palla arriva a Osvaldo che però non riesce a tirare. Al minuto successivo la Danimarca passa in vantaggio: Balzaretti dorme e non controlla Bendtner che su cross di Krohn-Dehli tira di testa: 2-1 e doppietta per il danese. Subito dopo cartellino giallo per lui: si è tolto la maglia.
A nove minuti dal termine terzo e ultimo cambio per gli azzurri: entra Gilardino per Montolivo. Cambio anche per i padroni di casa: Zimling lascia il posto ad Andreasen. Anche l’autore della doppietta torna in panchina: entra Makienok. Al 38′ Agger anticipa Gilardino in area servito da Cerci. Tre minuti dopo è Candreva che lo serve, ma il giocatore perde la scarpa e inciampa. Altri due minuti ed è Gilardino a ricevere la sfera al centro dell’area. Prova a girarsi ma non riesce a calciare. Subito Chiellini commette fallo di mano e la Danimarca può ripartire. Al primo minuto di recupero finalmente l’Italia riesce a ritrovare la strada del gol dopo che c’ha provato negli ultimi minuti insistentemente: Aquilani tocca la palla tirata da Osvaldo e spiazza Andersen: 2-2!
Al minuto successivo terzo cartellino giallo per i danesi: Boilesen per fallo su Cerci. Gli azzurri guadagnano un calcio di punizione ma non preoccupano Andersen. Ancora un minuto e arriva il triplo fischio: finisce in parità grazie anche alla fortuna!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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200 agnelli sacrificali per un rito islamico… si tenta di salvarli
Sono 200 gli agnelli di dubbia provenienza che sono stati portati a Massa Carrara in attesa del 15 ottobre, quando, in occasione di una festa islamica, verranno macellati durante un rituale che prevede appunto il sacrificio di capi di bestiame. Un’associazione animalista sta provando a impedire il massacro dei poveri animali e ha presentato un esposto alla Asl di Massa Carrara dove si sottolinea come gli agnelli sarebbero custoditi «in violazione delle più elementari norme igienico sanitarie e delle modalità prescritte dalla legge, in materia di macellazione». In queste ore si stanno svolgendo, a seguito dell’esposto, alcuni sopralluoghi all’interno delle due stalle in cui si trovano i 200 agnelli. Il Comune di Massa fa sapere che «se dovesse risultare tutto a norma, non potrà essere impedita la macellazione rituale, poiché la legge italiana prevede il rispetto dei culti e delle tradizioni religiose».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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I manichini con i tumori, così si protesta nella Terra dei Fuochi
Sono fatti con bottiglie di plastica e parti annerite all’altezza del seno, dello stomaco e dei polmoni, i manichini con i tumori che sono stati installati per protesta la scorsa notte nelle piazze di alcuni Comuni tra le provincie di Napoli e Caserta. Le opere, realizzate da Giovanni Pirozzi, sono una chiara protesta verso il degrado ambientale e l’aumento di cancro nella zona ormai tristemente denominata come Terra dei Fuochi. Per realizzare queste opere sono servite 5 mila bottiglie di plastica e tra i tanti manichini figurano anche tre neonati colpiti dalle neoplasie.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Fazio, 3 anni e 5 milioni e 400 mila… incluso anche Sanremo 2014
Rinnovato il contratto a Fabio Fazio, ma nessuno aveva dubbi. L’unica incognita era la somma e secondo quanto rivelato dal sito Panorama.it l’accordo che il conduttore avrebbe trovato sarebbe di ben 5 milioni e 400 mila euro con il vincolo di restare per 3 anni in Rai. Oltre a Che Tempo che Fa nel contratto è stato incluso anche il festival di Sanremo 2014. L’accordo firmato in questi giorni, anche se in realtà il contratto sarebbe scaduto a luglio 2014, non avrebbe avuto un intesa facile visto lo scetticismo di qualche consigliere, ma poi anche le ultime resistenze sono crollate. Anche perché Fazio ha accettato di ridursi lo stipendio: nel complesso 600 mila euro in meno rispetto al precedente accordo, 200 mila euro all’anno. Fazio passa da 2 milioni a 1,8 milioni all’anno.
Ancora troppo? E’ apprezzato dai telespettatori lo sforzo di ridurre i costi della Rai? Ai posteri l’ardua sentenza!
Il video di Renato Brunetta a Che Tempo che Fa e le scintille sui 5 milioni
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Gesù tatuato, scoppia la polemica sulla pubblicità
Si tratta di una pubblicità di un sito, Jesustattoo.org, ma il cartellone che mostra Gesù tatuato in una cittadina del Texas, Lubbock, ha già acceso la polemica. Il Gesù tatuato, sulle braccia tese ha scritte parole come “Outcast”, “Addicted,” Jealous ”, ovvero “Reietto”, “Drogato”, “Geloso”.
E naturalmente i pareri si sono divisi tra coloro che hanno gridato al blasfemo e allo scandalo, e gli altri che hanno invece accolto la provocazione. Tra gli ultimi anche un pastore battista che ha affermato: “Penso che sia ben fatto. In fondo è una visuale di Gesù che prende cura di un uomo del popolo e dei suoi peccati, per portarlo verso un nuovo inizio”
Jesustatoo.org, si legge nel sito, è “un piccolo gruppo di persone umiliato dall’amore di Cristo. Non siamo una chiesa. Non stiamo vendendo nulla. Vi invitiamo a diffondere il messaggio di Cristo a più persone possibili”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Amore puro diventa d’oro… l’Amoroso conquista la vetta!
Sono bastate due sole settimane per conquistare il Disco d’oro ad Alessandra Amoroso e il suo Amore Puro. Non c’è stata classifica che non l’ha vista trionfare e la cantante, con alle spalle già 11 dischi di platino ora è pronta a intraprendere il suo nuovo live Amore Puro Tour le cui prime tappe saranno il 3 dicembre a Milano al Mediolanum Forum e il 5 dicembre a Roma al Palalottomatica.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Gol e assist: Del Piero incanta e porta la sua squadra alla vittoria!
Partita d’esordi della A-League 2013-2014 e Alex Del Piero ha messo subito la sua firma. Il capitano del Sydney FC ha fatto brillare il suo astro regalando la vittoria alla squadra contro i Newcastle Jets. Al 36′ ha siglato la rete del vantaggio mentre nella ripresa ha confezionato un assist perfetto per Chianese, autore del secondo gol dell’incontro. La squadra si era preparata in Italia, dove Pinturicchio si è goduto il bagno dei suoi tifosi e ora i suoi uomini, alla prova su campo, hanno dimostrato tutto il suo valore, mettendo in luce che anche la fase difensiva, punto debole della scorsa stagione, è stata messa a punto. Il match è infatti terminato a reti inviolate per il Sydney, che hanno staccato un ottimo biglietto da visita anche se, ovviamente, si parla solo del primo incontro, come lo stesso Del Piero ha sottolineato ai microfoni della TV australiana, rigorosamente in inglese, al termine della vittoria contro il Newcastle Jets: “Sono contento, siamo contenti. Abbiamo cominciato col piede giusto, è un buon giorno per noi. Ora però pensiamo subito alla prossima partita”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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La corte rinvia la decisione: per Milan-Udinese stadio aperto ai tifosi
Audizione presso la Corte di Giustizia per la squalifica di San Siro oggi, al termine della quale Cantamessa, avvocato del Milan, ha detto: “Un rinvio? Non c’è stata nessuna richiesta da parte nostra”. Il legale ha quindi aggiunto: “In caso di conferma della sentenza, potremmo fare ricorso all’Alta corte di Giustizia del Coni, ma spero non ce ne sia bisogno”. Su due ore di udienza, l’arringa dell’avvocato è durata appena 15 minuti: “Potresti essere anche Demostene ma quando hai parlato dieci minuti non ti ascolta più nessuno. Gli argomenti c’erano e ci sono e sono ben tre”. Anche Lubrano, legale degli abbonati rossoneri, ha preso la parola: anche i tifosi infatti hanno fatto ricorso per la chiusura di San Siro. Secondo indiscrezioni, il Milan spera di convincere la Corte ad annullare la squalifica del campo puntando tutto sul fatto che l’arbitro non abbia sentito e refertato nulla, presentando anche la registrazione audio dello stadio in cui non si sentirebbe nessun coro razzista. La corte ha comunque rinviato la sentenza: è stata infatti chiesto un supplemento d’indagine.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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La mano che lanciò il Duomo… polemiche contro la scultura a Rosarno
Per alcune ore a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria è stata esposta una scultura – opera presentata ad un festival della rigenerazione urbana patrocinato dal Comune – che ritrae la mano di Massimo Tartaglia, l’uomo che nel dicembre del 2009 tirò la statuetta del Duomo di Milano in faccia a Silvio Berlusconi.
La denuncia arriva da Il Giornale che riporta le parole del consigliere comunale Udc Giuseppe Idà:
“Altra figuraccia dell’Amministrazione comunale di Rosarno, non c’è mai fine al peggio…. Ieri in pompa magna hanno scoperto in Piazza Valarioti questa ‘Opera d’Arte’, dopo essersi accorti che era un obbrobrio, e che di arte non c’era proprio nulla, con una scusa banalissima nell’arco di dieci minuti l’hanno immediatamente rimossa!! La Statua ritrae la mano di quello squilibrato che tirò la statuetta del Duomo di Milano in faccia di Berlusconi, rischiando di ammazzarlo!!”
Ora la statua è stata rimossa. Ma su Facebook è stata pubblicata una foto della scultura.
“Come amministrazione comunale siamo all’oscuro della vicenda”, ribatte il primo cittadino, “Sappiamo solo che, nell’ambito della kermesse che si è conclusa il 28 settembre scorso, un artista, del quale non ricordo nemmeno il nome, ha realizzato quest’opera, effimera come le altre che sono state realizzate in quella occasione. Opera che è stata rimossa dai vigili urbani. Non poteva esserci alcuna inaugurazione da parte dell’amministrazione comunale perché non avevamo commissionato alcuna opera del genere che, peraltro, non è mai stata visionata da alcuno. L’unica foto che la riguarda, essendo stata sempre coperta da un drappo, è stata scattata dallo stesso artista che se l’è fatta per ricordo. Non c’è nessun caso, dunque anche perché, per quanto ci riguarda, eravamo del tutto ignari della cosa.”
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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13enne morto nel Torinese: Davide giocava in un cantiere con divieto d’accesso
I suoi amici avevano in un primo momento spiegato che era caduto dalla bici mentre stava pedalando il 13enne morto ieri nel Torinese. Poi, però, la versione è cambiata e si è saputo quello che è accaduto. Davide Giovannini ieri si trovava con gli amici nel cantiere di un albergo in costruzione, una zona recintata alla quale l’accesso è vietato. Davide è caduto, da solo, da un’altezza di due metri. Non si tratta quindi di una caduta dalla bici, ma di una bravata dei ragazzini. Un “gioco” che si è rivelato mortale. I dieci amici di Davide sono stati portati alla caserma dei carabinieri di Verolengo dopo che il medico legale ha riscontrato sul corpo del giovane ferite “non compatibili con una caduta da bicicletta”. Gli interrogatori però non hanno ancora portato a ricostruire cosa sia accaduto dopo la caduta e i carabinieri ipotizzano sia stato lo stesso 13enne a trascinarsi fino alla strada, dov’è stato trovato e dove i medici del 118 gli hanno prestato i primi soccorsi. Il luogo dov’è morto mentre tentavano di praticargli un massaggio cardiaco.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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A rischio la raccolta rifiuti in 62 comuni napoletani, nuova emergenza
Antonio Mascolo, il sindaco di Tufino chiude lo stir e mette a rischio la raccolta rifiuti in 62 Comuni della provincia e in parte della città di Napoli.
Che cosa è lo stir?
L’impianto di tritovagliatura come indica ChimiciOnLine è:
Un operazione di trattamento dei rifiuti costituita da due parti separate ma complementari: la triturazione e la vagliatura.
La prima fase, quella di triturazione, serve essenzialmente per ridurre il volume dei rifiuti e deve essere eseguita sia nella fase di selezione dei rifiuti che in quella di post-trattamento meccanico.
La seconda, invece, quella di vagliatura ha lo scopo di separare i diversi tipi di materiale che compongono un determinato rifiuto. Ad esempio se si sta procedendo alla vagliatura di rifiuti indifferenziati grazie alla vagliatura è possibile dividere la parte più pesante, come metalli, legno, inerti e vetro, da quella più pesante come la carta , la plastica o le sostanze organiche.
Con l’ordinanza di oggi Mascolo di fatto impedisce quest’operazione “a tempo indeterminato”.
Il Consiglio provinciale di Napoli ha approvato un ordine del giorno in cui chiede al prefetto di Napoli di riaprire, con i suoi poteri, l’impianto. I consiglieri provinciali Mimmo Giorgiano (Pd) e Giorgio Carcaterra (Sel), promotori dell’ordine del giorno condiviso anche dal presidente della Giunta Pentangelo, dall’assessore all’ambiente Caliendo e dagli altri consiglieri, definiscono ”gravissima” la situazione, che “potrebbe precipitare rapidamente se non ci saranno gli interventi necessari”. La chiusura dello stir potrebbe determinare “una nuova e devastante emergenza per i 62 comuni che sversano ogni giorno nell’impianto di Tufino”. All’interno dell’impianto di tritovagliatura di Tufino- chiuso oggi a tempo indeterminato dal sindaco con un’apposita ordinanza – un gruppo di operai sta attendendo novità dai sindacati e da parte dei vertici della SapNa, società della Provincia di Napoli che gestisce l’impianto. Ai camion con i rifiuti indifferenziati giunti stamattina nella struttura non è stato consentito l’ingresso nella struttura. Successivamente ne è stato disposto il trasferimento nell’altro impianto stir di Caivano (Napoli). “Abbiamo rilevato delle anomalie – ha detto all’ANSA il sindaco di Tufino, Antonio Mascolo – come la mancata sostituzione di alcuni filtri e la presenza di bidoni che, a nostro parere, non dovevano essere portati in quell’impianto”. “La nostra – dice ancora Mascolo – è una decisione volta a tutelare la salute dei cittadini e degli operai che lavorano nell’impianto”. “Non credo sia giusto che l’amministrazione comunale, o i suoi delegati, – conclude Mascolo – possano accedere all’impianto solo dietro autorizzazione da parte dei vertici della SapNa a cui ricordiamo che la struttura è sul nostro territorio”.
Ed è nuova emergenza rifiuti nel Napoletano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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L’odio calcistico bandito dalle librerie: ritirato il libro anti-Juve
Non si firma neanche con il suo nome, usa lo pseudonimo “Massimo Astio” l’autore di “100 buoni motivi per odiare la Juve”, le 2mila copie del quale sono sparite dalle librerie Rizzoli, che hanno deciso di ritirare il libro. come spiega il direttore generale di Rcs Libri, Massimo Turchetta, spiega: “Poteva accendere tensioni di cui non si avverte il bisogno”. Ora era stata presa di mira la Vecchia Signora, bersaglio privilegiato per chi vuole “sparare facile”, con tutta probabilità, poi sarebber venuto il turno di Milan e Inter o altre squadre sotto i riflettori. Del resto, titoli simili esistono già, editi qualche anno fa, da Newton Compton. Ecco come ne parla Angelo Carotenuto in un articolo comparso su Repubblica:
“C’è un libro che non leggeremo. Massimo Astio è uno scrittore esordiente. Si dice nato a Gambatesa, in provincia di Campobasso, giura che il calcio è la sua passione, «il sentimento anti juventino la mia fede». Massimo Astio, ovviamente uno pseudonimo, ha compresso questa sua fede in un volumetto di un centinaio di pagine. «La bibbia del tifo anti bianconero», lo chiama così.
Una galleria di battute e barzellette, di quelle che regolarmente circolano sul web. Nulla di originale. I rigori regalati, l’arbitro che per osservare il galateo non si presenta mai a mani vuote alle partite della Juve, il canale YouRube su cui vedere i video. Cose così.
Un libriccino che si presenta come «irresistibile catalogo con le peggiori malefatte della Vecchia Signora». Quali? La solita ricostruzione storica degli episodi (il gol di Turone, il rigore di Iuliano, l’arbitro Wurz), un po’ di oleografia contro, qualche battuta estrema sui muscoli di Vialli e Del Piero. Ma il libro di Massimo Astio nelle librerie non c’è più. Ritirato. Per decisione spontanea di Rizzoli, la casa editrice. Decisivo il titolo: “100 buoni motivi per odiare la Juve”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Condannato un commilitone di Parolisi per molestie sessuali
Un anno e due mesi per il maresciallo capo Antonio Di Gesù per molestie sessuali nei confronti di una caporala che avrebbe anche minacciato “Qualsiasi cosa farai – avrebbe detto il maresciallo, all’epoca dei fatti magazziniere della 3° compagnia – sappi che è la tua parola contro la mia. Non ti permettere di dire nulla a nessuno… Se provi a dire qualcosa, io ti rovino la carriera e la vita”.
Chi è Antonio di Gesù?
38 anni, originario di Nardò all’epoca dei fatti, nel luglio 2009, era in servizio presso il 235esimo Reggimento addestramento volontari di Ascoli Piceno, un commilitone, quindi, di Salvatore Parolisi, recentemente condannato per l’uccisione della moglie, Melania Rea.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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La Grecia lascia l’Europa? Ecco il sogno all’ombra del Partenone
Il sogno dei greci? Mollare l’Europa e tornare con i turchi, come ai tempi dell’Impero Ottomano. Questa, almeno, l’opinione di Yigit Bulut, già analista finanziario e conduttore televisivo, dal luglio scorso adviser del premier Recep Tayyip Erdogan, a cui è fedelissimo.
“Se oggi in Grecia fosse fatto un referendum – da detto Bulut durante un’intervista all’emittente Haberturk – Almeno il 51% voterebbe per l’uscita dall’Europa e il ricongiungimento con la Turchia”.
Un punto di vista singolare, se si considera che nel 1830 l’indipendenza dall’Impero Ottomano costò alla Grecia una lunga e sangionosa guerra di indipendenza e che la Mezzaluna è stata guardata per decenni con sospetto, quando non con un odio viscerale che per alcuni aspetti si trascina anche oggi. Eppure, l’adviser non ha dubbi. Con la sua crescita economica, la sua stabilità, l’influenza che ha in tutta la regione, ormai l’unico Paese della Mezzaluna a vocazione europea ha maturato un’identità superiore, che va al di là di quella turca.
Bulut sta diventando uno dei bersagli preferiti della stampa nazionale grazie alle sue dichiarazioni, che spesso colpiscono perché quanto meno fantasiose. Pochi giorni fa aveva fatto scoppiare un piccolo putiferio nel governo per aver definito il premier Erdogan “l’unico vero socialista in Turchia”. Se si conta che Erdogan stesso si è sempre collocato nelle correnti dell’Islam moderato, si capisce che l’identificazione del suo adviser è giunta poco gradita.
Altro giro, altro regalo: durante le proteste di Gezi Parki negli scorsi mesi, che hanno visto andare in piazza milioni di persone, Bulut aveva detto che alcuni poteri esterni stavano attentando alla vita del primo ministro, il problema è che, secondo lui, stavano cercando di farlo con la “telecinesi”. Affermazioni che superano la soglia della fantasia e che hanno procurato non pochi imbarazzi alla Presidenza del Consligio.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Ribelli in casa Pd: “Indulto? Un errore, criminali di nuovo in strada”
Dopo la nomina di Flavio Zanonato a ministro dello Sviluppo Economico, il 28 aprile di quest’anno Ivo Rossi è diventato sindaco facente funzioni della città veneta di Padova. Un centro che da anni conosce e fa i conti con il problema dell’immigrazione, con aggressioni ad anziani in pieno centro, con i cimiteri dove visitatori vengono aggrediti e il Comune si è visto costretto a interrompere l’erogazione d’acqua perchè veniva utilizzata per lavare i panni o farsi una doccia, con gli agenti aggrediti da accattoni-falsi invalidi che lanciano le loro stampelle. In questo contesto il sindaco Rossi si è trovato a rispondere alle domande postegli da Il Gazzettino. Lui, uomo del Pd, non è d’accordo con l’indulto. I relativamente pochi episodi di violenza che si sono verificati nella sua città “hanno incrinato la fiducia dei cittadini, la loro sensibilità, e l’insicurezza anche se solo ‘percepita’ alla fine ha gli stessi effetti di quella reale”. Quindi cosa bidognerebbe fare? “Non bisogna smettere di fare quello che stiamo facendo, vigilare, controllare, presidiare il territorio, investigare. La sicurezza pubblica non è esattamente affare mio, ma coinvolge tutta la città, e questa sì mi deve stare a cuore. E in questi giorni c’è una preoccupazione in più…”. Che sarebbe? “Tanta fatica per fermare i responsabili, e poi, tra un po’, ce li vedremo tornare tutti liberi. Vede, da cittadino so benissimo che le condizioni di vita nei nostri carceri sono disumane, non degne di un Paese civile. Eppure, da amministratore, so anche che gli indulti rimettono sulla strada criminali, soprattutto spacciatori, che non sanno fare altro che tornare a delinquere. E non va bene, nè ovviamente per la sicurezza nè tantomeno per il ‘morale’ delle forze dell’ordine: pensi lei come ci si potrebbe sentire se tutti i nostri sforzi risultassero inutili, e gli ex arrestati ci facessero ‘ciao’ per strada…”. Il primo cittadino mira quindi a un “maggiore coordinamento tra tutte le forze in campo” al fine di “creare una polizia ‘di prossimità’, sempre più presente nel territorio”. Ma il problema, per quanti sforzi si possano fare, è che “gli strumenti normativi a disposizione sono scarsi. Ad esempio, gli accattoni che si vedono continuamente in giro sono praticamente tutti “regolari”, grazie alle sanatorie del passato: possiamo sanzionarli, ma basta. E nonostante ogni nostra azione ‘scoraggiante’, continuano ad arrivare anche nomadi, a volte solo in transito, certe altre con intenzioni più ‘stanziali'”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Ad Agrigento i cittadini s’improvvisano addetti ai tombini
Le piogge stanno creando molti disagi in Italia e la paura di alluvioni si fa sempre più spazio tra i cittadini e così i residenti ad Agrigento si sono dati appuntamento in piazza per aprire e pulire i tombini visto che l’amministrazione comunale non lo fa da anni. C’è anche chi scatta una foto e la invia tramite Twitter a diversi media per denunciare quanto sta avvenendo in città.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Il ministero blocca Stamina e una madre tenta il suicidio
Il ministero della Sanità ieri ha bloccato il metodo Stamina e la madre di Mauro Terranova, ragazzo che soffre da dieci anni di una patologia definita «Atassia spino cerebellare» ha tentato il suicidio gettandosi dal ponte ‘Guerrieri’ di Modica. La signora Anna Carta appena aveva appreso del blocco della sperimentazione era caduta in uno stato di profonda prostrazione, per la mancanza di cure alternative e ormai priva di speranza ha cercato il gesto estremo. Non è facile infatti la vita di Mauro che non può muoversi, stenta a parlare ed è spesso colpito da crisi epilettiche. A impedire il suicidio alla signora Carta è stato un automobilista di passaggio che si è accorto in tempo di ciò che stava accadendo e ha iniziato a parlare con la donna che era ancora attaccata al passamano del ponte. L’intervento provvidenziale dei Vigili del Fuoco ha tratto in salvo la donna.
Lunedì scorso Anna Carta aveva incontrato a Ragusa l’assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino per sottoporle il ‘caso’ del figlio. L’assessore aveva annunciato una visita in Sicilia di Davide Vannoni, padre del metodo ‘Stamina’ per firmare un protocollo con questa cura in alcuni ospedali siciliani, tra cui il Ferrarotto di Catania. Sia la donna sia l’automobilista, che ha accusato un malore per l’esperienza vissuta, sono stati trasportati nel Pronto soccorso dell’ospedale «Maggiore» di Modica.
Il problema dei famigliari che si sono aggrappati a una speranza e che ora sono di nuovo soli nella drammatica realtà quotidiana dovrebbe essere un tema al centro di quei servizi al cittadino che sono alla base di una esistenza dignitosa.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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I patrigni possono sposare le figlie 13enni: la nuova direttiva iraniana
Shock per la decisione del Parlamento della Repubblica Islamica dell’Iran che a fine settembre ha votato una misura che autorizza i padri adottivi a contrarre matrimonio con le figlie appena tredicenni. La misura ha bisogno della convalida del Consiglio dei guardiani della Costituzione preposto, che è composto da dodici membri: sei alte autirità religiose e sei avvocati. L’approvazione del Consiglio è indispensabile per la messa in applicazione. La misura dovrebbe far parte di un vasto programma che ha lo scopo di proteggere l’infanzia. Ovviamente la direttiva ha acceso le polemiche suscitando le ire dei difensori dei diritti umani, preoccupati anche per le derive pedofile che potrebbe celare. In Iran le giovani possono sposarsi dopo aver compiuto 13 anni in presenza del consenso paterno. Se c’è l’accordo di un giudice, possono però essere condotte all’altare anche prima del sopraggiungere di questa età. La battaglia per l’abrogazione, tuttavia, non sembra facile. Come viene ricordato anche da Polisblog, tra le giustificazioni dei sostenitori del testo c’è anche la questione dell’hijab, il velo che le figlie adottive devono indossare in permanenza presenza del padre e che invece possono dismettere in casa in seguito alle nozze, un vantaggio secondo la posizione del governo di Rohani. Per l’avvocato Shadi Sadr, dell’ONG Justice for Iran, si tratta però di una giustificazione che lascia sconcertati. Il legale aggiunge anche: “Sposarsi con un figlio adottivo non fa arte della cultura iraniana. Questa legge legalizza la pedofilia”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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L’omofobia che costringe alla fuga… la storia di Gianluca
Emigrato sì, ma perché gay. Emigrato perché gli hanno bruciato la casa. Emigrato perché Gianluca Calignano, 29enne di Brindisi, ha subito minacce, insulti e intimidazioni. Così due mesi fa ha deciso di trasferirsi all’estero e ha scelto la Germania, dove ha un lavoro part-time con un contratto di pochi mesi e vorrebbe tornare ma : “Ho paura di tornare in Puglia”, racconta all’ANSA.
Nei mesi scorsi erano apparse delle scritte omofobe sui muri della sua abitazione. Gli hanno tagliato ripetutamente gli pneumatici dell’auto, gli hanno intimato di lasciare il paese perché “a Tuturano non c’è spazio per i gay”.
Ora Gianluca chiede aiuto: “A marzo – dice – il sindaco di Brindisi mi aveva promesso che mi avrebbe assegnato un alloggio popolare lontano da Tuturano, ma non ha mai dato seguito all’impegno. Ora vivo fuori, ma dovrò tornare. E ho paura”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Trema la terra nel Perugino: scossa di terremoto a Gubbio
Alle ore 17:24 un terremoto di magnitudo 2.1 è stato registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel distretto sismico del Bacino di Gubbio. L’evento ha avuto ipocentro a una profondità di 5.7 km. L’epicentro è stato localizzato in provincia di Perugia, nelle vicinanze di Gubbio. Altri comuni nel raggio di 20 km dall’epicentro sono Cantiano, Costacacciaro, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo e Sigillo, tutti nel Perugino.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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I giornalisti “epurati” dopo aver criticato Papa Francesco
Sono stati licenziati Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, intellettuali cattolici di stampo tradizionalista che su Il Foglio avevano avevano criticato Papa Francesco. Sono passati pochi giorni e quel commento dal titolo “Questo Papa non ci piace”, non è passato inosservato e sono stati quindi allontanati da Radio Maria dove conducevano il programma.
Nel loro articolo sul Foglio, Gnocchi e Palmaro puntavano il dito contro le interviste di Bergoglio, in particolare quella a Eugenio Scalfari, e il suo stile comunicativo, definendoli “un campionario di relativismo morale e religioso”.
I due intellettuali hanno spiegato sul Foglio come è andata:
“Dopo l’articolo ‘Questo Papa non ci piace’, firmato mercoledì 9 ottobre sul Foglio, siamo stati esautorati dalla conduzione delle trasmissioni che abbiamo condotto per dieci anni su Radio Maria, ‘Incontri con la bioetica’ (Palmaro) e ‘Uomini e letteratura: incontri alla luce del Vangelo’ (Gnocchi). Ci è stato comunicato con una garbatissima telefonata del direttore padre Livio Fanzaga, nei confronti del quale non muta la nostra amicizia. Ma questo non cambia la sostanza dei fatti”.
“Padre Livio ritiene che non si possa essere conduttori di Radio Maria e, contemporaneamente, esprimere critiche sul Papa. Pur non condividendo questa linea editoriale, ne prendiamo atto rimarcando comunque che le nostre critiche a papa Francesco non contengono una sola riga che non si attenga alla dottrina cattolica e non sono state espresse dai microfoni della Radio”.
“L’atto compiuto nei nostri confronti risulta dunque abbastanza raro nell’uso giornalistico sia nella sostanza sia nel metodo colpendo delle opinioni, discutibili certo ma legittime, espresse su un’altra testata”. Con questo “non possiamo però tacere che, per dieci anni, abbiamo avuto la possibilità di trattare a Radio Maria in assoluta libertà temi molto scottanti per merito del suo direttore. Ed è proprio ciò che rende più amaro questo epilogo, di cui vogliamo dare così notizia anche agli ascoltatori delle nostre trasmissioni”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Curarsi con le erbe… o con la cannabis? Il nuovo studio per la Sclerosi Multipla
Mentre seguita la ricerca sulla Sclerosi Multipla, dal fronte delle cure alternative giungono notizie di un nuovo progresso. Per saperne di più bisogna guardare alla TAU, la Tel Aviv University, dove i ricercatori hanno scoperto che alcuni composti, presenti naturalmente nella pianta di cannabis, potrebbero combattere e impedire l’infiammazione cerebrale e nel midollo spinale, collegata a questa patologia. Lo scopo del team di studiosi era quello di capire se le proprietà antinfiammatorie di CBD e THC potressero essere applicate anche al trattamento dell’infiammazione associata con la SM. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti. Al momento, per quel che riguarda questa malattia, non si è ancora scoperto quali siano i fattori scatenanti nè come trattarla. Quello che è noto è che si tratta di una malattia infiammatoria in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso, provocando una debilitazione a livello motorio, fisico e, in alcuni casi, problemi cognitivi. Tra i ricercatori anche la dottoressa Kozela, che ha spiegato che “l’infiammazione è parte della risposta immunitaria naturale dell’organismo, ma in casi come la Sclerosi Multipla, sfugge di mano. Il nostro studio esamina come i composti isolati dalla marijuana possono essere utilizzati per regolare l’infiammazione e proteggere il sistema nervoso e le sue funzioni.” Il team non è nuovo a questo genere di studi e già in passato aveva dimostrato che il cannabidiolo (CBD), un metabolita presente nella cannabis, è in grado di trattare i sintomi di malattie simili alla sclerosi multipla, visto che impedisce alle cellule immunitarie di trasformarsi e attaccare le cellule nervose nel midollo spinale. I ricercatori sono partiti da questi primi risultati per capire, con il nuovo studio, se le proprietà antinfiammatorie di CBD e THC (tetraidrocannabinolo), un altro composto abbondantemente presente nella cannabis, potessero essere applicate anche alle infiammazioni associate alla malattia della Sclerosi Multipla. E’ stato il Journal of Pharmacology Neuroimmune a pubblicare i nuovi risultati, che mostrano come le cellule immunitarie implicate nel danneggiamento specifico del cervello e del midollo spinale, sia che venissero trattate con il cannabidiolo che con il tetraidrocannabinolo, producano meno molecole infiammatorie, in particolare una chiamata interleuchina 17 (o IL-17), in grado di raggiungere e danneggiare il cervello e il midollo spinale. Al momento sono necessarie ulteriori ricerche, ma i ricercatori ritengono che ci siano motivi di speranza per il trattamento della Sclerosi Multipla. “Quando viene utilizzata con saggezza, la cannabis ha un potenziale enorme. Stiamo solo cominciando a capire come funziona” ha affermato Kozela.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Gli spifferi di TRIGORIA: Garcia la blinda, non vuole “indiscrezioni”
Rudi Garcia non è una primadonna e questo è noto da tempo, ma a Roma si sente esposto. Non ne ha fatto mistero parlando al bar davanti a un caffè con alcuni giornalisti che gli hanno chiesto cosa odiasse di Roma: “Trigoria è come un groviera, piena di buchi. Se vado su internet mentre sono in campo leggo quello che sto facendo. Ma li chiuderemo tutti”, ha risposto il ct giallorosso.
Garcia, che sul campo non teme nessuno, si sente invece assediato e teme una fuga di notizie. Così ha fatto chiudere le serrande di ogni ufficio del centro tecnico e nessuno deve essere neppure a bordo campo. I giardinieri non possono calcare i vialetti che circondano i prati nelle ore in cui si allena la suqadra e gli unici dirigenti autorizzati ad affacciarsi sul terreno di gioco sono i “fedelissimi” del tecnico, il d. s. Sabatini e il d. g. Baldissoni.
Persino i giovani della Primavera sono tenuti lontano, nel timore che i loro occhi curiosi di rubare una finta, un tocco di palla, un modo di calciare ai colleghi adulti, possano rivelarsi indiscreti. I baby giallorossi hanno i loro spogliatoi in fondo al centro sportivo e, abitualmente, raggiungevano il campo d’allenamento a piedi, passando per i viali che costeggiano i campi. A vedere quegli stormi di ragazzini intorno ai suoi campioni, Garcia ha storto il naso. Imponendo ai giovani di raggiungere il campo non attraversando il centro sportivo all’interno, ma passando addirittura da fuori, accompagnati da una mini corriera messa a loro disposizione per gli spostamenti “interni”. Persino il tecnico Alberto De Rossi, tra l’altro papà di Daniele, deve stare alle prescrizioni di Rudi. Un perfezionista ossessionato dalle spie: “Perché se gli avversari sanno quello che facciamo si può perdere una partita”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Dalle telefonate alle schede telefoniche… l’evoluzione di Papa Francesco
Papa Francesco ci ha abituato alle sue telefonate indirizzate a varie personalità politiche o di spicco in giro per il mondo e in particolare in Italia. La comunicazione è al centro del suo Pontificato e questo è giornalmente sotto gli occhi di tutti: dalla lattina presa da un fedele al cambio della papalina. Un universo fatto di piccoli gesti che stanno pian piano cercando di riavvicinare la Chiesa al suo popolo. L’ultimo atto è stato quello di acquistare numerose schede telefoniche internazionali e distribuirle presso i Centri di accoglienza di Lampedusa. Il Papa voleva infatti dare la possibilità ai migranti di mettersi in contatto con i propri familiari, nei paesi d’origine.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Storia di una escort: vittima e carnefice
Due processi, un’unica donna alla sbarra. In uno in veste di vittima, nell’altro in quella di assassina. E’ quanto accade alla Corte di Assise di Rovigo. Lei è una escort brasiliana 43enne, Cleide De Paula, che ieri ha portato in aula il medico W.B., che ora deve rispondere di ipotesi di reato quali: violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali. Tutti questi atti sarebbero stati commessi ai danni della brasiliana con la quale, all’epoca, conviveva. Almeno stando alla ricostruzione della procura della Repubblica e della parte civile, che vede la donna seguita dagli avvocati Lorenza Munari e Anna Osti del foro di Rovigo. In special modo, ad essere presi in considerazione dal capo d’imputazione sono due giorni durante i quali la brasiliana sarebbe stata chiusa a chiave in una stanza e costretta a subire atti sessuali violenti, che le avrebbero anche provocato lesioni. L’avvocato Luigi Migliorini, che cura la difesa di W.B., mira però a minare la credibilità della donna, smontando così un’accusa che si basa principalmente sulle testimonianze della presunta vittima. Per fare questo, ha chiesto che i verbali del secondo procedimento in cui è coinvolta entrino anche in questo. I giudici si sono riservati la decisione alla prossima udienza. Di cosa tratta quindi il secondo processo, quello che vede la De Paula accusata? Tutto parte dall’11 ottobre del 2012. In via Luigia Modena Colorni, una traversa di via Badaloni, a Rovigo, la 43enne, secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, avrebbe ucciso Andrea Marcomin, 53 anni, di Adria, ex postino, cavaliere del Lavoro ed ex candidato alle Amministrative. La morte dell’uomo sarebbe avvenuta durante un gioco erotico nell’appartamento della escort. La vittima si trovava legata al letto mentre lei avrebbe colpito Marcomin alla testa con un oggetto contundente, forse una gamba del letto svitata a questo scopo. Dopo l’uccisione, fu la stessa brasiliana a chiamare i soccorsi. La donna, arrestata e portata in carcere, dopo alcuni giorni tentò di togliersi la vita. Fu proprio la brasiliana a chiamare i soccorsi, dopo l’uccisione. Arrestata e portata in carcere, alcuni giorni dopo tentò anche di togliersi la vita. Questo secondo processo prenderà l’avvio il prossimo 5 dicembre quando la donna comparirà di fronte alla Corte d’Assise difesa dagli avvocati Lorenza Munari e Anna Osti del foro di Rovigo.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Aosta fondata nel solstizio d’inverno… La storia della città su due peni!
L’anno di fondazione della città di Aosta è noto e fu il 25 avanti Cristo… Che fosse fondata in onore dell’Imperatore Augusto è altrettanto noto… Infatti il suo nome italiano deriva dalla contrazione della parola Augusta in quanto la città originariamente si chiamava Augusta Praetoria! Ma ora siamo arrivati al massimo della raffinatezza storica perché forse siamo vicini all’individuazione anche del giorno di fondazione! Attraverso il ritrovamento di due peni scolpiti su le mura romane gli archeologi hanno datato la nascita della città al 23 dicembre. Infatti sopra uno dei due peni c’è l’altorilievo di un Capricorno, che presso gli antichi romani simboleggiava il solstizio d’inverno ed era anche l’emblema di Augusto. Le sculture sono state scoperte durante i lavori di restauro di una delle torri della città, la Torre Balivi. L’archeologa Stella Bertarione, che ha scoperto i due altorilievi, ha spiegato al Daily Mail: “Originariamente le due sculture erano esposte alla vista di tutti. Ma durante il Medio Evo la torre è stata probabilmente sommersa e la sua base è stata coperta dai materiali portati dalle alluvioni. Del resto se non fossero state coperte le due sculture dei peni sarebbero state distrutte in epoca medievale perché considerate rappresentazioni oscene. Curiosamente i prepuzi dei due peni puntano a sud-ovest, dove il sole sorge durante i mesi invernali”. La professoressa Bertarione è convinta che la città sia stata fondata il 23 dicembre,il giorno in cui il sole sorge nella direzione indicata dai due falli.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Dalla Costituzione alla Magna Carta?
Arriva l’ennesimo monito del Presidente Giorgio Napolitano che con un messaggio al forum italo-francese dal titolo “Dalle riforme la rinascita” che si sta tenendo a Cogne (Aosta) auspica una nuova Carta:
“E’ ora possibile e necessario affrontare il compito di un sapiente rinnovamento del nostro ordinamento costituzionale, coerente con i suoi valori fondanti” e poi aggiunge “il valore ancora attuale della Carta come strumento di indirizzo e stimolo verso una Europa di pace e di progresso”.
Il monito del Capo dello Stato speriamo che sia colto dal Legislatore come evoluzione della Costituzione e non come una trasformazione involutiva che conduca a tornare nei tempi passati quando la Carta diventava una concessione da parte del Re ai propri sudditi.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Gli ospedali italiani: tra infiltrazioni d’acqua e topi
Situazione difficile per gli ospedali in provincia di Ancona. Ad Osimo i topi avrebbero rosicchiato i cavi elettrici delle apparecchiature radiologiche, mentre a Loreto ci sarebbero delle infiltrazioni di acqua piovana dal solaio del corridoio che unisce la portineria al Pronto soccorso dell’ospedale. A Loreto poi si attende che arrivi la nuova Tac e nel frattempo viene portato via anche l’ecocardiografo. Lo afferma il consigliere regionale Enzo Marangoni «La Tac e altre strumentazioni della Radiologia di Osimo sarebbero rimaste senza elettricità per un guasto al pannello del sistema elettrico – scrive in una nota Marangoni -. La verifica ha portato a una sgradita scoperta: l’impianto era stato rovinato dai topi e all’interno del pannello sono stati rinvenuti anche escrementi di tali animali. Sembrerebbe che sia scaduta da tempo la convenzione con la ditta che eseguiva la derattizzazione».
E questa sarebbe la causa, per Marangoni, di disservizi e problemi. Oltre alla Tac rotta da 3 mesi e non ancora sostituita, al S. Casa, anche ieri dopo un acquazzone, il personale è stato costretto a sistemare teli sui pavimenti bagnati dalla pioggia per evitare scivoloni all’utenza. L’altra emergenza riguarda l’ecografo. «La ditta proprietaria sembra abbia deciso di riprenderselo – aggiunge il consigliere – in quanto l’Asur risulta morosa nel pagamento del comodato d’uso. Ma l’apparecchio è indispensabile per i pazienti dell’hospice per il posizionamento dei cateteri negli esami radiografici del torace».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/11/gli-ospedali-italiani-tra-infiltrazioni-dacqua-e-topi/
Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere
Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere. Queste sono le misure previste dai Paesi dell’Unione europea, come oggi riportato in un articolo di Libero:
“Eppure basterebbe guardare un po’ al di là dei nostri confini giuridici per scoprire che in Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera è prevista una sanzione penale specifica per chi fa ingresso illegale sul territorio nazionale e anche per chi vi soggiorna irregolarmente. Non fa eccezione il Regno del Belgio, dove la reclusione può prolungarsi fino a tre mesi ed è seguita immancabilmente dall’espulsione del colpevole. In Danimarca, invece, distinguono fra la permanenza irregolare, che rientra fra le fattispecie penali e può comportare anche la reclusione fino a sei mesi, e l’ingresso illegale, punito con una multa o una misura amministrativa”.
E la lista dei paesi europei in cui il reato rimane non è finita, spiega Morigi:
“Quanto all’Austria, lo tratta soltanto come un illecito amministrativo, ma il soggetto colto senza documenti validi oltre a beccarsi una multa da 200 a 1.500 euro, può essere detenuto per 72 ore, dopo le quali scatta il rimpatrio. Allo stesso modo, la Finlandia e i Paesi Bassi dopo la sanzione pecuniaria, prevedono l’espulsione. Anche in Portogallo seguono la stessa linea, salvo inasprire le misure con i recidivi: chi viola il divieto di reingresso rischia due anni di galera. Pur di cacciare i clandestini, la Grecia è disposta a rinunciare anche al denaro delle multe”.
Non sono escluse Irlanda e Lussemburgo:
“In Irlanda, se c’è volontarietà, si possono aprire le porte del carcere per tre anni, senza che per questo sia condonata la contravvenzione fino a 3mila euro. Nel piccolo Granducato del Lussemburgo, per contro si viene espulsi o respinti, ma si può guadagnare un soggiorno di sei mesi in prigione”.
Insomma, scrive Morigi, in tutta Europa per gli immigrati clandestini è previsto anche il carcere:
“Perfino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede un elenco esaustivo di ipotesi giustificative della detenzione, tra cui il fatto di impedire l’ingresso illegale nel territorio o di favorire l’allontanamento di una persona. E, da ultimo, nel 2011, la Corte di Giustizia europea ha chiarito che la direttiva comunitaria sui rimpatri non vieta a uno Stato membro di classificare come reato un soggiorno irregolare e di irrogare sanzioni penali per scoraggiare e reprimere la commissione di un’infrazione delle norme nazionali in materia di soggiorno né di imporre una detenzione finalizzata a determinare se il soggiorno sia regolare o meno”.
Se è vero che potremmo essere noi a dare il buon esempio è anche vero che le condizioni finanziarie e sociali del nostro Paese, purtroppo, non danno la possibilità a coloro che arrivano di costruirsi un futuro. Perché dunque strappare per una seconda volta la possibilità ai migranti di un progetto di vita? Perché lasciare queste persone all’interno di centri di prima accoglienza che sono ormai diventati centri claustrofobici e malsani? Quando si inizierà davvero a fare una politica comunitaria di accoglienza e non di respingimento? Quando quelle multe, rimpatri e carcere si trasformeranno in Europa in speranza di una vita migliore? Vergogna? No, disperazione e impotenza di fronte ad altre Nazioni che si sono arroccate su posizioni punitive e puntano il dito contro l’Italia… poi si lavano le coscienze con un contributo insufficiente, capace solo di prolungare l’agonia di quei migranti rinchiusi nei centri sovraffollati.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Omicidio suicidio, tragedia famigliare ucciso il vicesindaco di Loano
Paolo Noisello, 55 anni, ha ucciso la moglie Stefania Maritano, nella villetta di Loano, in provincia di Savona dove la coppia risedeva. Poi l’uomo ha rivolto contro di sé la pistola e ha fatto fuoco. La Maritano, 49 anni, era vicesindaco di Borghetto Santo Spirito. Sul posto sono presenti i carabinieri che stanno cercando di ricostruire la causa che ha portato al folle gesto.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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E’ morto il boia, Erich Priebke
È morto a Roma Erich Priebke. L’ex capitano delle SS aveva compiuto 100 anni lo scorso 29 luglio e da tempo viveva nella capitale italiana, tra mille polemiche.
Priebke aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi nel 1993. Fu Heinrich Himmler a farlo entrare nelle SS, dove raggiunse il grado di capitano (SS-Hauptsturmführer). Dopo l’armistizio e fino al maggio 1944 operò a Roma, sotto il comdando di Herbert Kappler, che il 23 maggio 1944 ordinò le esecuzioni di 335 ostaggi, da fucilare per rappresaglia alle Fosse Ardeatine. Il 14 giugno Priebke 1944 divenne ufficiale di collegamento con lo stato maggiore della GNR, con sede a Brescia e diede un forte impulso alle perquisizioni ed alle azioni di rastrellamento, allo scopo di individuare le cellule cittadine di supporto ai partigiani che presidiavano le montagne bresciane. In seguito alla sconfitta della Germania, l’SS fuggì da un campo di prigionia presso Rimini e, munito di documenti falsi, si rifugiò in Argentina, a San Carlos de Bariloche, sfuggendo alla cattura per i processi per crimini di guerra e non fu mai scoperto. Nel 1991 la sua partecipazione al massacro delle Fosse Ardeatine fu denunciato nel libro di Esteban Buch El pintor de la Suiza Argentina (Il pittore della Svizzera Argentina). A seguito dell’uscita del libro, tre anni più tardi, il giornalista Sam Donaldson lo intervistò, nella sua abitazione argentina, per conto dell’emittente ABC. Fu allora che le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine.
L’anno successivo Priebke venne rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Roma. La Procura militare chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra. Venne imputato di “concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani” per quanto avvenuto a Roma ma il primo agosto del 1996 il Tribunale militare dichiarò di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione” e ordinò l’immediata scarcerazione dell’imputato. I membri della comunità ebraica organizzarono un tumulto nell’aula giudiziaria che non permise alla sentenza di essere eseguita. La situazione si placò quando arrivarono da parte del governo italiano precise rassicurazioni sul fatto che l’ex SS non sarebbe stato liberato nonostante la sentenza del Tribunale Militare. La sentenza venne in seguito annullata dalla Corte di Cassazione e Priebke fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione. A Priebke fu concessa la detenzione domiciliare a causa della sua età avanzata. Il 12 giugno 2007 il giudice militare concede a Priebke, 93enne, il permesso per uscire di casa “per recarsi al lavoro” presso lo studio del suo avvocato, permesso poi revocato perchè Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi a lavorare nello studio del suo avvocato. Due anni dopo, mentre ancora godeva di ottima salute, ottenne però il permesso di uscire di casa “per fare la spesa, andare a messa, in farmacia” ed affrontare “indispensabili esigenze di vita”. Nel luglio di quest’anno, varie scritte comparirono in occasione del suo centesimo compleanno, tra le proteste della comunità ebraica.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Il video indigna il web: uomo insulta una nonna delle vittime della strage di Viareggio
Sale la tensione di fronte a Montecitorio dove un uomo, probabilmente un tutore dell’ordine pubblico ha fatto le corna a una nonna delle vittime della strage di Viareggio. La donna ripresa nel video diffuso da Il Fatto Quotidiano, ha perso nella strage la figlia Stefania e due nipotini, Lorenzo e Luca Piagentini e stava solo manifestando con striscioni e cartelli davanti al Parlamento. Le forze dell’ordine hanno fatto immediatamente sgomberare i familiari delle vittime che stavano protestando unite insieme alle vittime dell’amianto. La manifestazione si è tenuta nei giorni scorsi, ma il video è stato diffuso oggi.
Durante lo sgombero sono nate liti e la nonna avrebbe indicato il Parlamento affermando “Peccato che non sia successo a loro”. A questo punto è scattato il gestaccio da parte del tutore dell’ordine, che ha invitato anche la donna a lasciare la Piazza.
“Non dovete mettere le mani sui nostri morti» ha gridato con tutto il fiato in gola Daniela Rombi,presidente dell’associazione “Il Mondo che vorrei”. “Cosa fanno di male questi striscioni?”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Il Papa e l’Europa, i 30 minuti di Francesco e Schulz
Un incontro durato 30 minuti fra Papa Francesco e il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz che si è svolto in privato alla sola presenza di un interprete. Al momento dello scambio dei regali, Schulz ha donato al Papa un fotoalbum sulla visita di Giovanni Paolo II al Parlamento Europeo di 25 anni fa e un libretto di preghiere tedesco di epoca ottocentesca, dei Gesuiti.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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L’accampamento romano autorizzato da Marino
Il sindaco del pedale, sarà ricordato anche per essere il primo sindaco ad aver autorizzato un campeggio nel cuore della Città Eterna consegnando il giardino antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano ai Cobas che il 18 ottobre prossimo potranno piantare le loro tende e dormire in piazza. Un vero accampamento in un luogo pubblico che ancor prima di essere installato già è stato definito ad alto rischio di incidenti. E pure se ci sono rassicurazioni da parte delle forze dell’ordine che saranno poste a presidio dell’accampamento, i timori restano. Non sarebbe la prima volta che manifestanti violenti o estranei alla manifestazione si annidino proprio tra quanti invece vorrebbero protestare pacificamente. Quale migliore opportunità di accamparsi a Piazza San Giovanni in Laterano? Forse il sindaco di Roma, amante della cultura, avrà pensato di poter ricreare un “accampamento romano” e dopo la liberazione dei Fori Romani ha pensato bene di poter istituire un vero e proprio campeggio all’interno di una Piazza la cui basilica è solo uno dei monumenti artistici. Lì accanto vi sono le mura romane e la Scala Santa, aree che dovrebbero essere tutelate e valorizzate e non diventare luogo di bivacco e campeggio ad altissimo rischio.
E per questo tra Prefettura e Campidoglio pare ci siano stati non pochi attriti nell’ultima riunione del comitato per la sicurezza. Il prefetto Pecoraro ha chiaramente detto: “Rischiamo di trasformare piazza San Giovanni in un fortino, un posto ingestibile soprattutto perché il sabato arriveranno moltissimi antagonisti, No Tav e No Global, e anche anarchici”.
I commercianti della zona già annunciano che probabilmente chiuderanno. Troppo alto il timore ed il rischio di vedere le proprie vetrine ed i propri negozi devastati.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Cominciamo bene: lo sposo si dimentica della moglie all’autogrill
Il giorno più bello… quello delle nozze, del viaggio, della scritta Just Married, ma nonostante le tante aspettative e l’emozione una sposa preoccupata ha dovuto ricorrere proprio il giorno del matrimonio alla polizia di Bad Hersfeld, nel Land tedesco dell’Assia. La neo moglie chiedeva aiuto dopo essere stata abbandonata da sola all’autogrill di Kirchheim, lungo l’autostrada. La coppia si era fermata nell’area di ristoro e dopo una pausa il marito, credendo che la moglie fosse a riposare nella parte posteriore del bus, era ripartito tranquillamente. Solo dopo più di due ore e duecento chilometri, con il cellulare scarico, quando ormai aveva raggiunto la città di Braunschweig, si é accorto che la moglie non c’era.
Just Married. L’avevano anche scritto sul lunotto del piccolo bus con cui avevano deciso di partire per il viaggio di nozze. Da cui però ha rischiato di tornare a casa solo lui. Ieri sera, verso le dieci, una donna ha telefonato con voce preoccupata alla polizia di Bad Hersfeld, nel Land tedesco dell’Assia: suo marito, fresco di matrimonio, era scomparso con tutto il pulmino, lasciandola sola all’autogrill di Kirchheim, lungo l’autostrada.
“Cominciamo bene…”, è intitolato il comunicato della polizia sulla vicenda. La coppia si è abbracciata solo dopo 5 ore e verso le tre del mattino hanno lasciato la stazione di polizia di Bad Hersfeld con i migliori auguri degli agenti, per “tanti anni felici lungo una strada da percorrere insieme”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Poesie e racconti: i colori della fantasia
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