Sono pochi i dati che al momento sono stati rilevati sul cadavere di un uomo italiano di circa 50 forse 55 anni ritrovato all’interno di una Fiat Punto, parcheggiata in un tratturo di campagna nei pressi di poggio Imperiale, piccolo centro dauno del Foggiano. A segnalare il corpo ai carabinieri è stato un contadino. Ora si attende il medico legale per stabilire le cause della morte. Numerose infatti le tracce di sangue all’interno della vettura, ma non è chiaro se l’uomo sia stato accoltellato o ucciso a colpi d’arma da fuoco.
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Cadavere in una Fiat Punto nel Foggiano, omicidio a Poggio Imperiale
Pubblicato da tdy22 in dicembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/07/cadavere-in-una-fiat-punto-nel-foggiano-ucciso-poggio-imperiale/
Il ginecologo che fotografava le parti intime delle pazienti
Un ginecologo di Schifferstadt, in Germania, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere per aver fotografato e filmato di nascosto le vagine di 1.484 pazienti, creando un archivio in cui le catalogava per nazionalità di provenienza. E’ stato il tribunale di Frankenthal a riconoscere il medico responsabile di abusi sessuali e di violazione della sfera intima delle donne che erano in cura da lui. L’abitudine dell’uomo è stata scoperta da due sue assistenti, insospettite tanto dal rumore frequente di apertura e chiusura di un cassettino posto sotto la sedia ginecologica quanto dalla posizione dello schienale sempre reclinato in posizione orizzontale. Tale posizione faceva sì che le pazienti non si accorgessero di quanto accadeva, celato alla loro vista. Le due assistenti hanno denunciato la perversione del loro datore di lavoro dopo aver scoperto una macchina fotografica digitale e parecchie foto intime. A quel punto, mentre erano in svolgimento le indagini, è venuto alla luce un archivio gigantesco con 36.146 foto intime e 62 video, immagini scattate e riprese tra maggio 2008 ed agosto 2011. Le foto venivano quindi classificate tramite i codici “thai”, “rus” e “tuerk”, per indicare la nazionalità thailandese, russa e turca delle pazienti. Durante il processo il ginecologo, che ha ammesso le sue responsabilità, ha cercato giustificazione nel fatto di aver subito abusi sessuali da bambino e spiegando che nel suo studio medico il suo “lato oscuro” aveva preso il sopravvento. Nonostante abbia dichiarato: “Mi vergogno per quello che ho fatto”, i giudici hanno respinto la richiesta della difesa di una condanna a due anni con la condizionale. Il medico sconterà così tre anni e mezzo in carcere, sei mesi in meno rispetto la richiesta della pubblica accusa.
Pubblicato da tdy22 in novembre 11, 2013
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Bimbi di 5 anni rinchiusi in gabbia a lottare: la denuncia di un fotografo
E’ stato un fotografo statunitense a decidere di denunciare quello che avviene in molte città americane, dove bimbi anche di 5 anni vengono spinti in una gabbia per lottare tra loro, spronati alla violenza e spesso incoraggiati dagli stessi genitori, che ricavano soldi dagli incontri. E’ stato il Daily Mail a spiegare che i bambini addestrati a restare in una gabbia per lottare, anche se piangono vengono esortati a tornare sul ring e a vincere in condizioni che possono essere definite senza dubbio barbare. Stando agli insegnanti di tale disciplina, le MMA (arti marziali miste) sono una lotta corretta, tanto che ogni bimbo a fine gara deve stringere la mano all’avversario, ma non prendono in considerazione il fatto che questi bambini vengono picchiati per la gioia dei loro genitori, ricavandone infortuni, commozioni cerebrali e rotture di ossa.
Pubblicato da tdy22 in novembre 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/11/bimbi-di-5-anni-rinchiusi-in-gabbia-a-lottare-la-denuncia-di-un-fotografo/
Resta sempre lei “la Top”: Gisele in passerella a San Paolo
33 anni e due figli e non li dimostra, anzi, resta la modella più pagata del mondo e la sua presenza eclissa le sue compagne di sfilata. Lei è Giselle Bundchen, tornata in Brasile, suo Paese d’origine, dopo due anni di assena in occasione della settimana della moda di San Paolo. La top model ha solcato la passerella per presentare la collezione del brand brasiliano Colcci.
Pubblicato da tdy22 in novembre 1, 2013
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19 luglio 1992: la strage di via D’Amelio. L’Italia ricorda il giudice Borsellino
19 luglio 1992: in via Mariano D’Amelio Paolo Borsellino viene ucciso dalla mafia. Per lui, e la sua scorta, è stata scelta una morte uguale a quella dell’amico e collega Giovanni Falcone, ucciso a Capaci il 23 maggio dello stesso anno. Rita e Salvatore, fratelli del magistrato, in occasione del 21esimo anniversario hanno detto di voler “consegnare la memoria alle nuove generazioni”. Nessuno deve pensare che “Paolo Borsellino possa essere ricordato un solo giorno all’anno. In quel giorno di 21 anni Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si recò assieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Una fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione con circa 100 kg di esplosivo a bordo detonò al passaggio del giudice, uccidento oltre al magistrato anche i cinque agenti di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Solo antonino Vullo sopravvisse: al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.
Il magistrato Antonino Caponnetto, in un’intervista alla Rai, ha dichiarato che, secondo gli agenti della scorta, la strada era pericolosa, tanto che era stato chiesto di procedere preventivamente a una rimozione dei veicoli parcheggiati davanti alla casa. Il Comune non accolse la richiesta. La bomba che provocò la morte del giudice e della scorta era radiocomandata a distanza, ma non è mai stata definita l’organizzazione della strage. Paolo Borsellino era a conoscenza di un carico di esplosivi arrivato in città appositamente per essere utilizzato contro di lui. Oggi sono tante le manifestazioni in ricordo di quella strage, una ferita ancora aperta della Storia italiana. Nel vento sventolano agende rosse, simili a quella che utilizzava il giudice e che si era pensato di aver riconosciuto in un video d’epoca. La scientifica decise poi che si trattava solo di un parasole. Rita Borsellino ha affermato: “Dopo 21 anni di false verità e buchi neri, non posso cedere alla debolezza ma devo avere la certezza di arrivare alla verità, altrimenti non crederei più nello Stato, in quella parte dello Stato che deve poter trovare giustizia e libertà”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 19, 2013
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Femminicidio nel cuneese, un uomo perde la testa e uccide la moglie
Delitto a Bra, in provincia di Cuneo dove un uomo ha ucciso la moglie, con un colpo di arma da fuoco. Il delitto è avvenuto in strada Crosassa, alla periferia della città. Il responsabile dell’omicidio sarebbe Domenico Bambino, un 50enne titolare di una ditta di autotrasporti. Quando sono arrivati i carabinieri, l’uomo era seduto su un muretto, vicino al luogo del delitto. Sarebbe stato lui stesso ad avvertire i militari. Secondo alcuni testimoni l’uxoricida teneva ancora tra le mani la pistola usata per uccidere la moglie. La coppia viveva in una villetta nella zona residenziale di Bra.
Pubblicato da tdy22 in giugno 30, 2013
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Paolo Borsella: stroncato da un malore mentre era in volo per tornare a casa
Era partito da poche ore da Punta Cana, nella repubblica di Santo Domingo, diretto a allo scalo parigino di Roissy da dove poi avrebbe preso un volo per raggiungere l’Italia Paolo Borsella, 24enne italiano originario di Castelfidardo, in provincia di Ancona. Ma non è mai arrivato. A interrompere il suo volo un malore improvviso che l’ha colto mentre si trovava nella toilette di un volo Air France. Borsella, residente al quartiere della Figuretta e figlio di un imprenditore, si trovava nella città caraibica dove progettava di aprire una pizzeria quando ha deciso di fare una sorpresa alla famiglia alla quale è molto legato. Sono state le fonti aeroportuali a rendere nota la notizia alla stampa francese, avvisando anche che oggi è il giorno deciso per l’autopsia, ma già nella notte sono iniziati ad arrivare i messaggi su Facebook che annunciavano la sua morte. Lo sportivo potrebbe essere morto a causa di un infarto. Borsella, più piccolo di tre fratelli, viaggiava con la fidanzata.
Pubblicato da tdy22 in giugno 10, 2013
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10mila euro per chi darà informazioni sul killer di Domenico Lorusso
Non sembrano dare risultati le indagini condotte finora per identificare il killer dell’ingegnere di Potenza Domenico Lorusso, ucciso la sera del 28 maggio a Monaco di Baviera. La polizia ha quindi deciso di mettere una taglia sull’assassino e verranno versate 10mila euro a chiunque fornirà informazioni utili per identificarlo, visto che la ragazza della vittima non è in grado di fornire un identikit e il dna prelevato non ha riscontri tra gli schedari. Nel frattempo il fratello di Lorusso, Paolo, è pronto per recarsi in Germania per capire a che punto siano le ricerche.
Pubblicato da tdy22 in giugno 10, 2013
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Morire per uno sputo: la storia di Domenico Lorusso
Aveva povato a difendere la sua ragazza colpita da uno sputo Domenico Lorusso, morto per una coltellata al petto in un parco pubblico vicino al fiume Isar a Monaco di Baviera. La polizia, che ha ricostruito l’omicidio, cercano l’assassino, fuggito subito dopo. Tornerà ora in Italia il corpo dell’ingegnere di 31 anni originario di Potenza e trasferitosi in Germania per lavorare in una società aeroportuale. L’omicidio è avvenuto alle 22 di martedì, mentre lui e la fidanzata rientravano in bicicletta verso il centro della città. Una passeggiata su due ruote, brutalemnte interrotta quando l’assassino, sconosciuto e probabilmente ubriaco, ha sputato alla ragazza, anche lei potentina come l’ingegnere, senza alcun motivo. Lorusso si è rivolto all’uomo per chiedere le ragioni del suo gesto, quando la situazione è degenerata. L’assassino ha estratto il coltello con cui ha sferrato il colpo al petto. La fidanzata ha chiamato i soccorsi, ma non è bastato: Lorusso è morto dopo essere stato ricoverato all’ospedale “Klinikum Rechts der Isaar”. Ora si cerca l’autore dell’ingiustificabile gesto, di età vicina ai 35 anni, con capelli corti e neri e vestito con un giaccone scuro. La microcriminalità è un fenomeno presente nelle maggiori città tedesche e l’ingegnere non è la prima vittima italiana. Due anni fa un altro italiano, il 23enne Giuseppe Marcone fu ucciso a Berlino, dove lavorava nel ristorante del padre. Fu investito da un’auto mentre usciva dalla metropolitana del Kaiserdamm, mentre scappava da due giovani che lo avevano aggredito senza motivo. All’epoca, i responsabili furono condannati a due anni e 4 mesi di reclusione.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 30, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/30/morire-per-uno-sputo-la-storia-di-domenico-lorusso/
32enne italiano accoltellato a Monaco di Baviera
Domenico Lorusso, 32enne originario di Potenza ma residente a Monaco e dipendenti di una compagnia aerea, è stato ucciso ieri sera a Monaco di Baviera, dopo essere stato colpito da uno sconosciuto con un coltello da uno sconosciuto. Lorusso, la cui morte è stata confermata dal consolato, e stato accoltellato in Erhardstrasse, a pochi passi dal Deutsches Museum. Pare che il tragico evento, avvenuto attorno alle 22, si sia verificato nel corso di un tentativo di scippo nei confronti della sua ragazza. Il giovane, nel tentativo di difenderla, sarebbe stato aggredito violentemente e accoltellato. Sulla dinamica sono ancora in corso accertamenti.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/29/32enne-italiano-accoltellato-a-monaco-di-baviera/
Londra violenta: un altro uomo accoltellato
Skynews ha reso noto che un altro uomo sarebbe stato accoltellato a Woolwich, dove degli estremisti islamici britannici di origine nigeriana hanno ucciso, nei giorni scorsi, il soldato Lee Rigby. L’aggressione ha infatti avuto luogo a soli 300 metri rispetto a dove Rigby è stato accoltellato mercoledì e dove ancora si trovano i fiori lasciati da tutti coloro che hanno pianto per la sua tragica fine. Sky, citando fonti della polizia, riferisce che non è ancora chiaro se esista un legame tra i due episodi. Un fatto simile era avvenuto anche ieri, a Parigi, dove a subire un’aggressione è stato un soldato francese.
Nel frattempo, oggi è stato effettuato il quarto arresto per quel che riguarda l’omicidio del soldato: un 22enne è stato fermato dagli agenti dell’antiterrorismo inglese nel nord di Londra. Con le stesse accuse erano già stati arrestati altri tre uomini ieri sera.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/26/londra-violenta-un-altro-uomo-accoltellato/
Folla a Benevento ai funerali del carabiniere morto… “Tiziano, sei un eroe!”
Folla e cori ”Tiziano, sei un eroe” nel Duomo di Sant’Agata dei Goti (Benevento) ai funerali dell’ appuntato dei carabinieri Tiziano Della Ratta, ucciso il 27 aprile durante un tentativo di rapina in una gioielleria di Maddaloni (Caserta). Presenti i ministri della Difesa Mario Mauro, delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo ed il comandante dell’ Arma, Leonardo Gallitelli. Il rito e’ stato celebrato dall’ Ordinario Militare Mons. Vincenzo Pelvi.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/01/folla-a-napoli-ai-funerali-del-carabiniere-morto-tiziano-sei-un-eroe/
Arrestati i killer dell’appuntato Tiziano Della Ratta
Sono stati fermati i due rapinatori che ieri hanno ucciso, durante una sparatoria, l’appuntato Tiziano della Ratta a Maddaloni, in provincia di Caserta. I fermati sono Rosario Esposito Nuzzo, di 20 anni, e Giuseppe De Rosa, di 22 anni, entrambi di Napoli. Trattenuti in stato di fermo anche Vincenza Giaglione, di 30 anni, e Angelo Covato, di 19, componenti del gruppo che ha partecipato alla rapina in gioielleria e alla sparatoria che ne è seguita. Entrambi piantonati da ieri nell’ospedale di Caserta.
Pubblicato da tdy22 in aprile 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/28/arrestati-i-killer-dellappuntato-tiziano-della-ratta/
Tiziano Della Ratta: morire per combattere il crimine
L’appuntato 35enne Tiziano Della Ratta stava svolgendo il suo lavoro oggi, assieme al maresciallo Domenico Trombetta, quando verso le 17 ha risposto ad una chiamata. L’allarme era scattato in una gioielleria di via Ponte Carolino di Maddaloni, in provincia di Caserta: quattro banditi, armi in pugno, avevano intenzione di rapinare il negozio quando sul posto è giunta una pattuglia del Nucleo operativo della Compagnia di Maddaloni. Della Ratta ed il collega, in borghese, hanno intimato ai quattro di fermarsi: la risposta è stata l’apertura del fuoco. Pronta la risposta dei militari che hanno ferito e bloccato due banditi, mentre gli altri, che hanno continuato a sparare all’impazzata, sono riusciti a guadagnare l’uscita per poi dileguarsi a bordo di una Fiat Uno. Anche un cliente è rimasto ferito ad una gamba, fortunatamente in maniera lieve. Subito è scattata la caccia all’uomo con posti di blocco, decine di pattuglie e due elicotteri. Ma intanto per Della Ratta, che proveniva dalla provincia di Benevento e, dopo alcuni anni di servizio a Roma era stato trasferito nel Casertano, non c’era più nulla da fare. Il maresciallo è invece stato portato all’ospedale di Caserta, dove le sue condizioni non destano preoccupazione. Presso la struttura sono ricoverati anche i due rapinatori, due italiani, che sono stati ascoltati a lungo dagli investigatori.
I commilitoni, accorsi sul luogo del delitto, hanno mostrato la loro commozione, loro che tanto stimavano l’uomo che ha lasciato la moglie ed un figlio di un anno.
Pubblicato da tdy22 in aprile 27, 2013
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Confessa a sorpresa il compagno di Lea Garofalo
Carlo Cosco, condannato in primo grado all’ergastolo per l’uccisione di Lea Garofalo, ha confessato in aula nel processo di secondo grado l’omicidio della testimone di giustizia calabrese. “Mi assumo la responsabilità dell’omicidio, merito l’odio di mia figlia”, ha detto l’uomo davanti ai giudici. Quando gli è stato chiesto come mai non l’aveva mai confessato l’uomo ha aggiunto “varie circostanze me lo hanno impedito”.
Pubblicato da tdy22 in aprile 9, 2013
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Il figlio del salafita uccide un 15enne, scontri in Egitto!
Sono morte tre persone, fra cui un 15enne, in uno scontro violento scoppiato per futili motivi calcistici nel quartiere Shubra al Cairo, nei quali è coinvolto il figlio di un leader salafita. Secondo fonti, l’omicida è figlio del capo della campagna del candidato salafita alla presidenza Hazem Salah Abu Ismail, Gamal Saber. I familiari del ragazzo sono scesi in strada con armi e molotov, uccidendo due persone. Saber ha negato, sulla sua pagina Facebook, il coinvolgimento del figlio, sostenendo invece che la bagarre è scoppiata per distogliere l’attenzione dalla distruzione di una moschea del quartiere, per mano dei copti. “Gli incidenti sono avvenuti in una zona densamente abitata da copti”, ha scritto segnalando di avere lanciato un appello per difendere la moschea “dalle mani dei copti che l’hanno completamente demolita”.
I tafferugli a Shurba sono ripresi nel pomeriggio, quando i parenti della vittima e del ragazzo accusato di averlo ucciso hanno ripreso la battaglia, con colpi di arma da fuoco. Un gruppo di abitanti del quartiere, riferiscono fonti della sicurezza, hanno tentato di assaltare un posto di polizia nel strada principale del quartiere. Ora sembrano non placarsi le proteste e la tensione è ancora molto alta.
Pubblicato da tdy22 in marzo 19, 2013
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KILLER SERIALE? NUOVA IPOTESI PER YARA!
Un’ipotesi choccante è stata formulata ieri sera, nel corso della trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto’, in onda su Rai 3. Yara Gambirasio, Sarbjit Kaur e Eddy Marone Castillo: sono tre omicidi collegati?
Ci sarebbero molti punti in comune e moltissime coincidenze che potrebbero collegare i tre delitti.
Yara è stata ritrovata senza vita, tre mesi dopo la sua scomparsa, in un campo di Chignola d’Isola. Un mese dopo, vicino al fiume Serio a Cologno, vicinissimo il luogo del ritrovamento della piccola Yara, è stata ritrovata morta Sarbjit Kaur. Sui due corpi gli stessi tagli, le stesse ferite. Nelle vicinanze di quel campo maledetto, a Chignola d’Isola, fu ritrovato anche il corpo del 26enne, Eddy Marone Castillo, probabilmente ucciso per motivi di droga. Amici di Eddy giurano che il ragazzo, prima di scomparire, venne picchiato da alcuni uomini e trascinato su un’auto rossa. Forse la stessa auto rossa di cui parla Enrico Tironi, giovane vicino di casa di Yara, che afferma di aver visto un’auto rossa fermarsi a parlare con la ragazzina, proprio la sera della sua scomparsa.
Pubblicato da tdy22 in marzo 7, 2013
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Serena Dandini racconta i femminicidi!
S’intitola “Ferite a morte” ed è la “voce” di chi non ce l’ha fatta. Così Serena Dandini prova a raccontare l’orrore che sta attraversando il mondo in ogni sua latitudine e che non risparmia neppure l’Italia. Femminicidio, ovvero quando a uccidere è chi ti “ama”! Morire per voglia di possesso, per frustrazione maschile, per incapacità di eleborare la fine di uan relazione. Da lavoro teatrale “Ferite a morte” diventa pagina, un libro per non dimenticare la violenza brutale!
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2013
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ZIO MICHELE NON ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLA MORTE DI SARAH?
«In questo processo gli imputati hanno detto una serie di falsità, a cominciare da Michele Misseri che si accusa del delitto ma non ha neppure visto uccidere Sarah. Lui, riferendo che era stata la figlia Sabrina per poi tornare ad accusarsi del delitto, ha rotto un patto di famiglia scellerato». Lo ha detto il pm Mariano Buccoliero nella requisitoria in corso dinanzi alla Corte di Assise di Taranto al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. «Misseri non può, in quattro minuti come si evince dalle loro stesse dichiarazioni – ha detto il pm – aver ucciso Sarah, cercato di coprire il corpo ed essere uscito dal garage per parlare con Sabrina che già era in veranda. Il delitto è stato commesso in casa, dove in quel momento c’erano tre persone: Sabrina, Cosima e Michele. Lasciamo stare le chiacchiere di Michele Misseri, questo è il processo di Sabrina Misseri, che ha sempre negato persino che Sarah quel giorno sia arrivata a casa sua, tirando fuori la storia del rapimento, e del suo risentimento e della sua gelosia nei confronti di Sarah per il rapporto con Ivano Russo».
Pubblicato da tdy22 in febbraio 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/25/zio-michele-morte-sarah/
Video shock! Prigioniero belga torturato e ucciso.
Un detenuto nudo, con i polsi legati e implorante picchiato a morte dagli agenti della polizia belga armati di scudi e manganelli. Le immagini choc sono contenute in un video mostrato per la prima volta in un reportage del programma Panorama sulla tv di lingua fiamminga Vrt.
La vittima è Jonathan Jacob, di 26 anni, originario di Affligem, fermato per strada dalla polizia a Mortsel (provincia di Anversa) il 6 gennaio 2010, perché sotto l’effetto di anfetamine, mostrava un comportamento aggressivo. Il medico aveva consigliato di ricoverare il giovane in ospedale, ma la struttura sanitaria locale aveva rifiutato l’internamento. Così Jacob era stato condotto in cella. Nelle immagini si vede l’uomo nudo, piangere, disperarsi, urlare. La polizia di Mortsel chiede aiuto all’equipe d’assistenza speciale della polizia di Anversa. I fotogrammi rivelano come al loro ingresso i poliziotti lanciano un razzo luminoso, poi stringono il detenuto in un angolo e gli sono addosso. Lo picchiano. Una macchia di sangue resta sulla parete. L’uomo è immobile mentre gli somministrano un’iniezione. Al termine del filmato un medico entra nella cella ma Jacob non ha più polso, nè battito cardiaco. È morto. L’autopsia ha stabilito che la causa del decesso è stata un’emorragia interna provocata dalle percosse ricevute durante l’intervento dei poliziotti. Un agente è stato rinviato a giudizio per le botte, mentre il medico dell’ospedale psichiatrico per omissione colposa.
Le condizioni delle carceri belghe forse sono peggiori delle nostre? E l’Europa non interviene?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/22/video-shock-prigioniero-belga-torturato-e-ucciso/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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