Quando la moda sposa la bontà: le scarpe a forma di dolce

scarpe-torta-tuttacronacaA Orlando, in Florida, si trova un’azienda che è stata in grado di far sposare due passioni: quella per i dolci e quella per le scarpe. Si tratta della Shoe Bakery, che crea modelli di calzature letteralmente da mangiare con gli occhi. Tutte le calzature sono rigorosamente realizzate a mano, con un impegno che va dalle 3 alle 6 settimane per essere realizzate e spedite ai clienti. Il prezzo può variare dai 60 ai 400 dollari.

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Torte o capolavori? Tutte e due!

torta-arte-tuttacronacaMangiare con gli occhi? Ma anche ammirare, riconoscere l’opera di riferimento e un ripasso di storia dell’arte. Oltre, ovviamente, al piacere per il palato. Tutto questo in un’unica torta. Possibile? Sì, se si parla di cake design e i pasticceri omaggiano i maestri della rappresentazione. Su torte e dolci spuntano anche le riproduzioni di quadri celebri, come mostrano alcune immagini raccolte dal sito Flaworvire.

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Dolci ritirati dagli scaffali: coca tra gli ingredienti, ma è uno scherzo

Carrefour-Argentina-tuttacronacaNella lista degli ingredienti si leggeva: “Cocaina, 12 grammi”. E per questo i supermarket argentini del colosso francese Carrefour hanno dovuto ritirare dagli scaffali tutte le confezioni di dolci. La notizia arriva dall’Argentina e la riporta La Stampa spiegando che il gruppo, che nel Paese sudamericano ha 500 negozi, si è scusato e ha parlato di “uno scherzo di cattivo gusto” di un dipendente di una ditta fornitrice. Da parte sua, Carrefour ha assicurato che la cocaina non è mai stata presente nei dolci ma la notizia non ha mancato di suscitare un’ondata di commenti ironici su internet.
coca-dolci-tuttacronaca

“È come per le torte, alla fine di ogni serata, …

cheesecake-tuttacrona… del cheesecake e della torta di mele non rimane assolutamente nulla, della mousse di pesche e della torta di cioccolato ne rimangono delle fette, mentre la meravigliosa torta di mirtilli rimane intatta.”

-Jeremy- (Un bacio romantico – My Blueberry Nights, di Wong Kar Wai, 2007)

Halloween “amaro” per i bimbi obesi

halloween-tuttacronacaIn America l’obesità è un problema che affligge ampie fette della popolazione, a partire dalla tenera età E così una donna del Minnesota sta destando scalpore con la sua decisione: niente “dolcetto o scherzetto” per i bimbi obesi. Al posto di ciocciolatini e caramelle ha infatti pronte delle lettere per convincerli a non esagerare con le abbuffate di dolci. Ovviamente subito la rete si è attivata e sui social network ha preso vita un dibattito tra chi critica e chi invece sostiene una simile idea. Dal canto suo, la donna si difende dalle accuse affermando che spera solo di contribuire a migliorare le abitudini alimentari. Per addolcire la notizia… ecco una carrellata delle torte più adatte per la notte più spaventosa dell’anno! Chissà, se i piccoli sovrappeso prenderanno alla lettera le parole della donna, forse l’anno prossimo ne offrirà una fetta anche a loro…

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Orsetti di gomma in lutto: è morto il loro papà, “Mister Haribo”

Hans-Riegel-haribo-tuttacronacaE’ morto oggi a Bonn, all’età di 90 anni per un arresto cardiaco, Hans Riegel, il capo del marchio Haribo, il produttore delle caramme gommose amate in tutto il mondo. Riegel era stato sottoposto nel luglio scorso a un intervento al cervello per la rimozione di un tumore maligno. Assieme al fratello minore Paul, morto nel 2009, Riegel era stato in grado di trasformare la fabbrica fondata dal padre nel 1920 in un gigante globale e dandole un nome che è diventato sinonimo di dolcezza: Hans Riegel Bonn – Haribo (Haribo sta per le iniziali dei tre nomi). Disse una volta: “Amo i bambini, sono i miei clienti” e proprio a loro ha sempre guardato con i suoi prodotti. Nell’azienda, che ora è tra le dieci migliori al mondo per quel che riguarda i prodotti dolciari, si occupava di spedizioni e marketing mentre il fratello Paul della produzione. Erano gli anni 50, quelli del miracolo economico, quando la Haribo crebbe rapidamente, accrescendo il numero di dipendenti e il giro d’affari aprendo filiali all’estero. Oggi l’azienda produce in 15 stabilimenti in Europa e dà lavoro a circa 6.000 persone. Hans Riegel, che non era sposato ed era un uomo schivo che non amava la pubblicità, ha provveduto per tempo alla successione: nel 2010 sono saliti al vertice del suo impero i due nipoti Hans-Guido Riegel e Hans-Arndt Riegel.

L’Aquila Made In, quando i prodotti del territorio arrivano in America

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Vino, olio, legumi, zafferano, tartufo,dolci, mieli, marmellate e pasta pronta, cucinata secondo la migliore tradizione regionale il tutto pronto per essere imbarcato sul primo aereo diretto in America. Sono una ventina le aziende agroalimentari, aderenti al marchio “L’Aquila Made In”, che distribuiranno i loro prodotti sul mercato statunitense, grazie alla società “Cortellessa e Telli”, promotrice di una catena di punti vendita solidali in America. Una vetrina di eccezione per le imprese alimentari aquilane e per il rilancio della città colpita dal sisma del 2009.

“L’associazione L’Aquila Made In, a cui hanno aderito Confindustria, il Consorzio per lo Sviluppo del Nucleo Industriale, Confcommercio, CNA, Coldiretti e One Group”, dichiara il presidente, Lorenzo Di Marzio, “è sorta nel 2011 allo scopo di favorire la ripresa economia del territorio nella fase post-sisma, creando un marchio collettivo che potesse identificare i prodotti tipici locali e favorirne la promozione e la diffusione sui mercati internazionali. L’accordo con la società newyorkese è frutto di mesi e mesi di lavoro e incontri con i produttori e gli importatori americani e asiatici”.

Il cagnolino che ha adottato un micetto: le due ‘girl’

cane-gatto-tuttacronacaMichelle Smith è volontaria all’Anderson County P.A.W.S., nel South Carolina, un centro recupero per animali selvatici che si occupa di accogliere e curare animali feriti o infortunati. E’ lei stessa a raccontare la storia di Girl, un micetto di un mese e un cane di 5 anni: “Ho ricevuto la telefonata di soccorso per un cagnolino abbandonato ma quando sono arrivata sul posto e mi sono avvicinata al piccolo animale ho visto che, nascosto sotto il suo corpo, c’era questo gatto piccolissimo che il cane stava proteggendo. Ho portato entrambi al nostro centro. Sono inseparabili e lei, il cane, si prende cura di questo felino come una mamma: dormono sullo stesso cuscino e si coccolano a vicenda”. Ora nessuno riesce ad immaginarli separati, come spiega Jessica Cwynar, direttore del centro: “Mi piacerebbe che qualcuno adottasse le due ‘girl’ insieme, concedendo a questi due animali di vivere sotto lo stesso tetto, ma non mi dispiacerebbe vederli qui tutti i giorni. Credo che questa sia una di quelle storie fantastiche che succedono raramente”. Le immagini del cucciolo e del cagnolino in America hanno rapidamente fatto il giro delle tv e del web.

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Le regole d’oro contro le intossicazioni

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Il caldo è arrivato e el temperature delle ultime ore non hanno lasciato spazio a dubbi, ma è proprio quando le temperature salgono che i rischi alimentari aumentano. Nel mondo le intossicazioni alimentari note sono più di 250 e si manifestano con vari sintomi: dalla nausea alla febbre, dalla disidratazione alle reazioni cutanee. Per combatterle servono poche regole:

  • Fare attenzione a dove si compra la carne. Rivolgersi sempre ai negozi autorizzati per essere certi che la macellazione venga eseguita secondo le norme igieniche in vigore. Inoltre è preferibile la carne ben cotta, perché, come tutti sappiamo, i batteri muoiono ad alte temperature. Fare massima attenzione al barbecue che a volte non  fa cuocere la parte centrale del pezzo di carne. Bisogna essere sicuri che la carne arrivi almeno a 69° C.
  • Anche i pesci necessitano della massima attenzione e il primo avvertimento è sulla freschezza del prodotto. Non tutti sono in grado di riconoscere la freschezza di ogni specie di pesce, è quindi necessario fidarsi della pescheria dove lo si compra. Per mangiarli crudi o poco cotti è necessario andare nei ristoranti in cui è presente l’abbattitore. I batteri del pesce a bassissime temperature muoiono. Se lo si vuole consumare a casa, crudo è meglio parlarne preventivamente con la pescheria di fiducia. Il limone distrugge solo alcuni batteri, ma non tutti quindi non basta cospargere i crostacei di limone per evitare i rischi.
  •  Per la frutta e la verdura è necessario fare attenzione all’acqua con cui vengono lavate. In alcuni paesi è proprio l’acqua ha trasmettere alla verdura i batteri che sono causa poi delle intossicazioni. E’ una buona norma, anche in Italia, d’estate aggiungere all’acqua un disinfettante, anche del bicarbonato, per essere sicuri che si siano uccisi i batteri.
  • Fare attenzione all’acqua, essere certi che sia potabile e al minimo dubbio scegliere quella in bottiglia.
  • Attenzione anche alle uova. Il rischio di salmonellosi in questo prodotto è alto. E’ preferibile sempre mangiarle cotte, inoltre prima di rompere l’uovo sarebbe una buona norma passarlo sotto l’acqua per lavarlo. Attenzione però a non comperare le uova e lavarle prima che vengano usate, lavando l’uovo, infatti, si leva una pellicola che è presente sul guscio che serve invece per una migliore conservazione.
  • Forse non tutti sanno che uno dei prodotti a maggior rischio è il gelato. La prima regola è la conservazione e la data di scadenza.  Mai ricongelare un gelato squagliato.
  • Fare attenzione ai dolci soprattutto quelli a base di creme e e uova che andrebbero consumati entro 1 o 2 giorni.

Per evitare le intossicazioni bisogna stare attenti all’igiene, alla cottura e ai negozi dove la si acquista. Bastano poche attenzioni per non rovinarsi la vacanza!

14 marzo ovvero… il giorno del Pi Greco!

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14 marzo, giorno dedicato al Pi greco. Perchè? La scelta è ispirata dalla grafia anglosassone che scrive questa data 3.14, ossia l’approssimazione in centesimi del Pi greco. Non solo la data però, anche l’ora per alcuni è particolarmente importante: festeggiare alle ore 15, infatti, porta ad una “precisione maggiore”, dato che il numero si adegua così all’approssimazione 3.1415. Il primo “Pi Day” risale al 1988, quando Larry Shaw organizzò la celebrazione all’Exploratorium di San Francisco. Festa per gli amanti dei numeri, viene celebrata nei dipartimenti di matematica di varie istituzioni nel mondo, ma anche organizzando ritrovi nei mondi virtuali e tramite i social network. Per gli anglosassoni c’è un doppio motivo di festeggiamento: Pi ha infatti la stessa pronuncia di Pie, torta, quindi… i più golosi possono sbizzarrirsi nella decorazione di dolcissime formule matematiche!

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Uno sguardo a Terni… la torta di San Valentino!

Panna e fragole su un soffice letto di pan di spagna. La ricetta puoi trovarla qui

strawberry cake

Il panettone artigianale… arrivava dal discount!

Torino. Denunciato per tentata frode in commercio il proprietario di una storica pasticceria: acquistava i panettoni in un discount per poi rivenderli come artigianali. Nel locale non è nemmeno presente un laboratorio di produzione!

Preparandosi alla festa di Diwali

Il 13 novembre inizierà ufficialmente la “festa delle luci”, un’occasione in cui l’intera nazione indù celebra la vittoria del bene sul male. La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rama della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta. Il popolo della città al ritorno del re accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore, da qui il nome Dipawali o, più semplicemente, Diwali.

Ed ora? Città e villaggi continuano ad essere illuminati da migliaia di lanterne scintillanti mentre le famiglie si riuniscono per celebrare la festa e ovunque si organizzano fiere, ci si scambia doni e nessuno si ferma per i cinque giorni prescritti.

Ma come ogni festa, anche Diwali ha i suoi dolci tipici, che già iniziano ad essere preparati secondo le tradizionali ricette di famiglia. E così, in attesa che sia tempo di accendere le luci, le tavole si ricoprono di leccornie variopinte, donate agli ospiti e offerti alla dea della fortuna Lakshmi. Essenziali allo scopo sono i methai, dolci fatti a mano, così come chevda e namkeen, i croccanti snack salati incredibilmente speziati.

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