Kinder-svastiche mangiabili, domani a Milano per #ilpiugrandeartista

kinder-svastiche-mangiabili-tuttacronacaUn libro surreale e cinico come molti lo hanno definito, ma c’è anche chi pensa che quel dramma generato da Adolf Hitler sia ancora troppo tragico per poterci ridere sopra. Così Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, il nuovo libro di Massimiliano Parente per Mondadori, racconta l’autobiografia di Max Fontana (il cui nome è un incrocio tra Lucio Fontana e il titolo dell’orinatoio di Duchamp), un uomo i cui comportamenti sono talmente eccessivi e provocatori che suscitano indignazione, ma anche sconcerto per la banalità e la superficialità umana. Hitler per il protagonista del libro è un “vip” lo considera un personaggio famoso e la svastica diventa un ossessione tanto da fargli affermare  “Se dici che la svastica è bella succede un casino. Se dici che i campi di concentramento sono belli non ne parliamo. E cos’altro deve fare un artista se non far succedere un casino? E allora: Heil Hitler”.

Domani a Milano per la presentazione del libro saranno anche posizionati, come si vede dalla foto postata sui social dallo stesso scrittore Massimiliano Parente, ci saranno anche le Kinder – svastiche mangiabili.

Provocazione o cattivo gusto?

Polemica su “Lady Mafia” è un inno alla criminalità o il nuovo Diabolik?

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E’ scoppiata la polemica su “Lady Mafia”, il primo fumetto, uscito in edicolom con protagonista una donna killer che uccide senza pietà per arrivare a scalare la gerarchia criminale e diventare la boss più temuta sul territorio. Si chiama Veronica De Donato, è una ragazza del sud cresciuta al nord a cui i clan hanno sterminato la famiglia e il suo unico obiettivo è quello di tornare a Foggia e vendicarsi. E’ uscito ieri in edicola e già la critica lo ha accolto a suoni di fanfara definendolo “il Diabolik in gonnella”, ma le associazioni che da sempre lottano contro la criminalità organizzata come l’associazione Libera per il  coordinamento per la cultura della legalità, ha trovato scandalosa l’uscita di un fumetto che inneggi alla mafia, con una protagonista che mira solo a diventare la più potente e rispettata boss della Puglia in uan regione appunto in cui il problema della criminalità è da sempre una piaga sociale contro la quale lottare ogni giorno. Il fumetto è stato boccaito anche dalla Commissione parlamentare antimafia. “Si sfrutta il “fascino” della mafia per un’attività commerciale che di educativo non ha nulla” attacca Libera. “Invitiamo la casa editrice a sospendere la pubblicazione: nel paese di Lea Garofalo e di tante donne che hanno scelto, a prezzo della vita, il coraggio della denuncia, Lady Mafia rappresenta un insulto alle vittime”. “È offensiva verso tutti coloro che non hanno cercato vendetta ma giustizia attraverso lo Stato” insiste Davide Mattiello della Commissione antimafia. “Un giudizio dato senza aver letto il fumetto, in base al titolo” si difende il creatore Pietro Favorito, proprietario della casa editrice Cuore Noir che pubblica la serie. “Ho riflettuto prima di sceglierlo, ma rappresenta una dichiarazione d’intenti: Lady Mafia incarna il male, e dà ribrezzo a chi si avvicina perché fa vedere a quale degenerazione si può arrivare quando la legge non garantisce la giustizia. Anche Diabolik, quando uscì, fu molto contrastato. Ma io nella storia denuncio brutalità come lo stalking, la violenza sulle donne, l’omofobia “

Voi che ne pensate?

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L’attrice porno che si reinventa autrice di libri… erotici! Sasha Gray

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Il suo primo libro, The Juliette Society, è uscito in Italia un mese fa e ora l’ex pornostar (con 225 film all’attivo) Sasha Grey ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair per parlarne. Se anche l’opera arriva sulla scia della trilogia delle Cinquanta sfumature, la notorietà della Gray è indubbiamente un ottimo biglietto da visita e, nonostante non ci siano ancora state offerte per i diritti cinematografici la neo scrittrice ha già le idee chiare se un giorno dovesse diventare un film: vorrebbe produrlo e scritturare l’attrice Mia Wasikowska. A lei potrebbe toccare il ruolo di Catherine o della disinibitissima Anna, che introduce l’amica alle gioie del sadomaso e delle orge, come quelle della Juliette Society, dove si ritrovano solo ricchi e potenti. Ma il libro non sarà un caso isolato: “Per ora ho in mente un secondo romanzo -ha spiegato- dove raccontare come Catherine entra a far parte della Juliette Society, le sue motivazioni. Come tutti, anche lei è attirata da ciò che le fa paura”.

L’eros in cucina, arriva il nuovo libro delle studentesse inglesi

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Eros e cucina non è una novità e non è certo stato inventato da Kinvara Hubbard e Mimi Williams, le due studentesse inglesi che hanno pubblicato “Naked student Cookbook”. Dove è quindi la novità? Forse va ricercata nello humor tipicamente inglese che pervade le pagine del libro in cui le due amiche d’infanzia con la passione della cucina, tra un sottile gioco di seduzione, fatto di vedere e non vedere, dispensano consigli e ricette culinarie aggiungendo quel pizzico osè che potrebbe essere la chiave del successo del libro.

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“Resistere non serve a niente”, ma vale il Premio Strega a Walter Siti

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“Resistere non serve a niente”, ma è valso il Premio Strega 2013 a Walter Siti. Con 165 voti lo scrittore e saggista classe 47, che si è formato alla Normale di Pisa che ha imposto la storia di Tommaso: ex ragazzo obeso, matematico mancato e giocoliere della finanza; tutt’altro che privo di buoni sentimenti, con un complesso di Edipo irrisolto e con inconfessabili frequentazioni. Quello che viene ritratto è il mondo del denaro, dove possedere significa esistere, il corpo diventa moneta per assicurarsi un futuro e la violenza un vantaggio commerciale. Conosciamo un’olgettina intelligente e una scrittrice impegnata, un sereno delinquente di borgata e un mafioso internazionale che interpreta la propria leadership come una missione. Dove è il confine tra soldi sporchi e puliti? Forse è quel confine flebile tra bene e male. Ma lo scrittore di Rizzoli che si è aggiudicato il premio confessa:

«Mi sono dato perdente già da ieri. È una bella tattica per restare tranquillo. Un esercizio zen. Tutto quello che viene è in più. Ho pregato fin dall’inizio il mio editore di non informarmi e di tenermi fuori dai meccanismi del premio perché mi rendeva ansioso».

Ma la vera sfida è stata per il secondo posto  conquistato per un soffio da Alessandro Perissinotto con “Le colpe dei padri” (Piemme), 78 voti. Soltanto un voto in più di Paolo Di Paolo con “Mandami tanta vita” (Feltrinelli), 77 voti. Il seggio è stato presieduto da Alessandro Piperno, vincitore della scorsa edizione del premio.

Quel libro serbo che celebra il Cav!

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Chi è Adriana Mirkovic? Una quarant’enne  che  ha lavorato come direttrice marketing nella Bk Television e ora ha deciso di pubblicare un libro celebrativo di Silvio Berlusconi dal titolo inequivocabile: Silvio Berlusconi, uspeh i moc (Silvio Berlusconi, successo e potere). Lei è proprio una persona entusiasta di questa figura della politica italiana, tanto da definirlo  un esempio irraggiungibile nel business, nella vita e nella politica. E per certi versi sicuramente ha ragione…. Chi mai potrà paragonarsi a Silvio Berlusconi?

Ma sicuramente l’ex Premier ha insegnato come vendere un libro alla Mirkovic: “La gente – scrive Adriana nel volume – mi chiede, sempre e dappertutto come ha fatto Silvio Berlusconi ad avere successo e a diventare potente? La mia risposta è: lo saprete quando leggerete il libro”.

Ma se la Mirkovic scrive a quanto pare Silvio Berlusconi risponde e andrà presto a farle visita a Belgrado. «Sono io ad averlo invitato», afferma la Mirkovic, «è rimasto impressionato dal fatto che una donna serba abbia scritto un libro sul suo successo quando tutti gli altri lo davano per sconfitto. Il libro l’ho pubblicato a spese mie, anche se mi è costato molto, così da non dover subire nessuna pressione».

 

La trilogia dell’estate è all’insegna dell’erotismo al femminile

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Uscirà il 10 luglio il terzo capitolo della trilogia che celebra l’erotismo al femminile scritto dalla friulana Irene Cao. Dopo ‘Io ti guardo’ e ‘Io ti sento’ arriva infatti sugli scaffali ‘Io ti voglio’, sempre con protagonisti la restauratrice Elena e lo chef siciliano Leonardo. Un viaggio senza limiti alla scoperta del piacere, tra arte, cucina, amicizia, amore e sesso che s’insinua sulla scia delle “Cinquanta sfumature” di E.L.James. Ambientata nella laguna veneziana, la trilogia racconta la storia di Elena, dedita esclusivamente al suo lavoro, come le rimprovera l’amica Gaia, che cerca invano di trascinarla ogni sera a una festa. Ma la ragazza preferisce trascorrere il suo tempo con Filippo, amico con le carte in regola per diventare l’uomo ideale. Almeno fino a quando non fa la conoscenza dell’inquilino indesiderato del palazzo dove sta lavorando: lo chef di origine siciliana Leonardo. E’ con lui che Elena inizierà a conoscere tutti i sensi del piacere, ma ad una condizione: non cedere all’innamoranto. Ma si può combattere contro se stessi? La Cao, nata nel 1979 a Pordenone, ha studiato Lettere Classiche a Venezia e attualmente vive in un piccolo paese del Friuli.

L’intervista di Moccia… l’amore è un format?

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Moccia ritorna tra gli scaffali e lo fa con “Quell’attimo di felicità”, un libro che ripercorre le vicende di due amici, due 20enni, di Roma Nord, Nicco e Ciccio, i quali in comune hanno il numero due. Il primo ha due lavori il secondo due ragazze. Incontreranno due turististe americane, Ann e Raily, e per una settimana le porteranno a fare il giro della capitale. Tra luoghi comuni che attraversano Trastevere e il Pantheon e un’inevitabile storia d’amore, Moccia sembra proporre un modello anni ’50 con tanto di copertina su cui “spopola” una coppia in Vespa, chiaro richiamo a  Vacanze romane (di cui suo padre Pipolo-Giuseppe Moccia, già fece il remake Innamorato pazzo con Celentano-Muti). Poi “l’originalità” della seconda parte che cambierà da paese a paese secondo il luogo di pubblicazione del libro.

Ma è lo stesso Federico Moccia che in un’intervista a Il Giornale spiega il senso di questa scelta tipografica:

«Tipo, prendi la scena della festa: in Grecia si ballerà il sirtaki e si mangerà il souvlaki, in Russia si berrà la vodka e si farà quel ballo lì dove stanno con le braccia incrociate, il ballo della steppa. Dà più calore e nel momento in cui tu leggi è più divertente, crea appartenenza».

Quindi si cambia ogni volta?

«So già quali sono i blocchetti che devo cambiare insieme al traduttore. La storia rimane la stessa, cambiano i piatti, i paesini da cui provengono le straniere… Prenderemo paesi piccoli, mica Barcellona o Madrid. Così c’è il senso della scoperta».

E come si chiama questa “nuova” forma editoriale?
«Alla fine poi è il concetto di formattizzazione, come le trasmissioni tv che vengono ripetute nei vari Paesi. Un adattamento. Come lo potremmo chiamare? È un Personal International Book. Un libro che parla di te. Un Pib».

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Ma se il “format” è nuovo forse non è nuova la storia… non stride, nel 2013, parlare dell’italiano con la straniera?
«Ma da tanto non se ne parlava. Mi interessava tornarci, anche per un’indagine. Che combina l’italiano all’estero? È ancora romantico mentre gli inglesi sono ubriaconi e i tedeschi frettolosi nel fare l’amore? È ancora il più bravo a corteggiare?».

Forse non se ne sentiva il bisogno? Forse oggi abbiamo bisogno di integrazione piuttosto che di epiteti che si rifanno a vecchi luoghi comuni? Forse avremo bisogno di “sdoganarci” internazionalmente e non andare all’estero riproponendo gli anni ’50?  Forse, ma secondo Moccia:

«Continuiamo a essere i migliori, anche se abbiamo perso un po’ di smalto. Dobbiamo ricrearci l’immagine di ragazzo simpatico, sportivo, calciatore che vince ai Mondiali, che sa cantare le belle canzoni, ti fa la serenata, ti fa ridere e ti ascolta anche se non capisce la lingua. Un uomo pieno di attenzioni».

Questa è davvero l’immagine che vogliamo dare all’estero? Ancora una volta l’italiano pizza e mandolino? Naturalmente sì, da quanto si evince dalla scelta di Moccia quando il giornalista chiede chi sceglierebbe tra Totò e Gigi Rizzi:

«Gigi Rizzi rimane l’uomo che ha conquistato la donna più amata al mondo, l’esploratore che ha piantato la bandierina. Può sembrare maschilista, ma allora la donna era vista più che mai come un continente da conquistare. Io lo intendo con simpatia. Nicco e Ciccio sono una nuova versione di Totò e Peppino alla scoperta della Grande Mela, però con Dragon nel telefonino che ti traduce le frasi».

E forse è proprio il suo protagonista Ciccio, al volante della Tigra, il “vecchio” italiano che si è spolverato e ritorna prepotentemente sulle pagine di Moccia…
«Ogni volta a Piazza Navona o a Fontana di Trevi mi sorprendo: le straniere si accompagnano sempre a dei “bori”, dei cafoni. Mai ragazzi carini, eleganti. Alla fine è sempre il “boro” che la vince. Forse perché si agita di più».

Ma dove stanno i cafoni di Piazza Navona e di Fontana di Trevi? Dove stanno i “bori”? Sicuramente l’immagine è un po’ forzata, perché in giro a Roma non ci sono più luoghi comuni… magari c’è degrado a Campo de Fiori, a Trastevere e in quei luoghi dove si affollano i turisti… ma quel clima da “Dolce Vita” non appartiene più a una Capitale ombra di se stessa.

Il contrario di Jep Gambardella. Altro che La grande bellezza.
«Quella è un’ottima rappresentazione di una Roma adulta, un respiro antico, le statue, le chiese, gli androni, i personaggi della Chiesa, il riflesso felliniano… Un giovane di tutto questo non s’accorge neanche. Alle statue si vuole appoggiare per baciare la ragazza. La passione ha il sopravvento sul capitello. La luna sui Fori è il ricordo di un paio di labbra. La Roma che racconto io è piena di passione, delusione, sofferenza come solo a vent’anni».

Quali ventenni? Quelli superficiali? Dove sono quei ventenni spensierati se oggi sono tutti preoccupati dalla disoccupazione e dall’identità persa dentro la distruzione di un “male di vivere” che non ha nulla di poetico, ma solo una devastante realtà di impotenza?

Forse Moccia torna a quello stereotipo di ventenni un po’ démodé dopo che il romanzo sui trentenni, L’uomo che voleva amare, ha venduto poco?

«Ha venduto 225mila copie. È stato ampiamente ripagato. Chi sceglie me ha sempre un risultato positivo. Eravamo abituati ad altre cifre: un milione e otto Tre metri sopra il cielo, uno e tre per Voglia di te. Ma le mode vanno e vengono perché nella società tutto cambia: ne rimangono 150mila che ti apprezzano fissi, a ogni libro. Però quando scelgo una storia non mi faccio condizionare, sennò non fai niente».

Ma a Ponte Milvio ci passa spesso?
«Abito lì vicino. Vado a comprare il pane, al baretto dei cocomeri, ai negozietti dell’usato, a mangiare al Sicilia in Bocca».

E i lucchetti aumentano?
«A dispetto di chi non li vuole. Non puoi negare la forza dell’amore».

Dan Brown riorganizza l’Italia: Renzi alla guida e Benigni all’Inferno!

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Dan Brown è a Firenze e alla domanda su Matteo Renzi, lo scrittore afferma “Non l’ho ancora incontrato, ma credo che lo vedrò a breve. Mi dicono che sia una persona sorprendente; magari, chissà, potrà anche rappresentare il futuro dell’Italia”. Ma l’incontro tra il romanziere e il sindaco di Firenze è questione di ore infatti è atteso in serata nell’ambito di un evento organizzato da Mondadori. Dan Brown poi azzarda anche un nome per l’attore del film che sarà tratto dalla sua ultima opera “Inferno”: Roberto Benigni.

“Lascio l’onore alla Sony pictures di annunciare la trasposizione cinematografica del mio libro – ha detto Brown – ma vi svelo un segreto: alla Sony sono davvero entusiasti di fare il film, e se la città di Firenze ci vorrà, a breve, in giro per la città, ci saranno un sacco di star e telecamere. Nulla di nuovo per voi immagino…” ha sorriso, aggiungendo poi che “sarebbe un grandissimo onore avere per il film Roberto Benigni”.

Brown ha spiegato di essere un fan dell’attore e regista toscano: “è anche un grande dantista e grazie a youtube sono riuscito a seguire molte delle sue conferenze” sulla Divina Commedia. Lo scrittore ha precisato di “non aver mai parlato con Benigni nè di Dante nè del film: spero però di poter farlo presto”, ha concluso.

Fonzie scrive libri per ragazzi e parla di sogni.

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Henry Winkler, ma per tutti Fonzie di Happy Days oggi ha 67 anni ed è in Italia per promuovere i volumi editi da Uovonero di cui lui è l’autore. Il primo è “Hank Zipzer e le cascate del Niagara”. I libri di Winkler sono indirizzati a ragazzi con difficoltà di apprendimento… tema molto caro a Winkler che ha passato l’infanzia sentendosi chiamare “cane scemo”,  “stupido e pigro” e un ragazzo che non avrebbe “mai combinato niente”. Ma quale era il problema di Winkler? Era dislessico, ma lo scoprì solo a 31 anni.

“Io non sono speciale – dice l’attore – non sono migliore di nessuno di voi. Da bambino avevo grandi difficoltà a leggere, a scrivere, a imparare. I miei genitori mi chiamavano ‘cane scemo’. Ma io volevo fare l’attore, e quel sogno l’ho tenuto bene a mente ogni giorno della mia vita. Alla fine ci sono riuscito. Per cui fate come me, inseguite i vostri sogni: se vi impegnerete al massimo, prima o poi si realizzeranno”.

Da piccolo principe a grande saggio… la storia di de Saint-Exupéry compie 70 anni

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Il piccolo vagabondo intergalattico viaggia alla ricerca della verità e scopre solo “le aberrazioni del mondo degli adulti”. La storia più semplice del mondo che ha diversi piani di lettura, una specie di iniziazione che attraverso una spirale spaziale compie la sua evoluzione fino alla percezione del mondo adulto. Lui, il piccolo principe, fa incontri strani e vive esperienze che nascondono un simbolismo diverso. Età dopo età il protagonista del libro riesce a evolvere insieme al suo lettore ed è per questo che nonostante i suoi 70 anni ancora i bambini dell’era 2.0 sono entusiasti delle sue storie. In occasione del suo compleanno e per tutto il mese di maggio, le gelaterie Grom dedicano un gelato al piccolo eroe: fiordilatte alla ricotta di pecora – l’animale di cui il principe è alla ricerca -, la granella di mandorla che richiama le stelle e i semi di sesamo, quei minuscoli contenitori di vita che ogni giorno ci ricordano di rinascere.

Arriva in Italia il manuale d’amore… esplicito!

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“Make Love” ovvero il manuale tedesco sull’amore che ha già venduto oltre 200mila copie in Germania ed è stato adottato come libro di testo. Ora arriva in Italia edito da  L’Ippocampo edizioni  ed è già scoppiata la polemica. Il libro, scritto da una sessuologa, Ann-Marlene Henning, e da una giornalista freelance, Tina Bremer-Olszewski, ha un linguaggio sobrio, ma racconta il sesso senza tabù corredandolo anche di immagini di coppie eterosessuali e omosessuali realizzate dalla coreana Heji Shin. Il libro, pensato per gli adolescenti, parte dal presupposto che, vivendo nell’epoca in cui siamo pur se bombardati dalla pornografia, di sesso ne sappiamo davvero troppo poco.

Così attraverso una serie di esercizi, da fare in compagnia o da soli, gli adolescenti hanno la possibilità di conoscerdi e intraprendere il viaggio nella propria sessualità. Il percorso è dettagliatissimo e inizia da come baciare e su come gestire la prima volta.

Il libro contiene anche spiegazioni sui diversi orientamenti sessuali, dall’omosessualità, alla bisessualità, all’eterosessualità, per approdare poi alla transessualità e al travestimento.

Tocca il problema delle malattie a trasmissione sessuale in particolare Aids/hiv, epatite b, herpes genitale, papillomavirus, sifilide, gonorrea e sulle tipologie di anticoncezionali ormonali e a barriera, come il preservativo maschile e femminile. Quest’ultimo, il Femidom, è “l’unico contraccettivo che protegge dalle malattie a trasmissione sessuale nei rapporti se l’uomo non vuole usare il condom”.

All’interno del volume si trovano anche indicazioni per i rapporti orali e l’utilizzo di sex toy.  Si parla poi di fetiscismo, di urofilia, del Bdms e delle lenzuola in vinile perfette per le orgie a base di olio. 

Naturalmente non mancano indirizzi web ad associazioni che trattano la sessualità e  che si offrono come centri specializzati per le malattie genitali o problemi di ginecologia.

Naturalmente il libro in Italia ha subito profonde critiche ancor prima di trovar posto sugli scaffali delle librerie.

La lettera di Amanda ai Kercher.

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Come mai tutti i presunti assassini sono grafomani? Scrivere è catartico e su questo non ci sono dubbi così Amanda Knox non fa eccezione e come, Restivo, scrisse anche lei una  lettera alla famiglia di Meredith Kercher. La lettera non fu mai spedita  su consiglio degli avvocati della studentessa americana. Ora si torna a parlare di questa vicenda nel  “Sun on Sunday”, che pubblica alcuni estratti del testo. Amanda aveva scritto una lettera anche per scusarsi con Patrick Lumumba, il congolese che si sarebbe poi rivelato completamente innocente, ma che era stato in un primo momento accusato dalla giovane. Anche questo testo non era mai stato spedito, sempre su consiglio dei legali. “Queste lettere – avevano consigliato gli avvocati ad Amanda – potrebbero essere considerate soltanto un escamotage”.

Ecco alcuni estratti del libro di Amanda riportati sul giornale britannico: “A volte ripenso ad alcuni miei comportamenti del passato e vorrei aver fatto diversamente. Per prima cosa, vorrei aver scritto ai Kercher. Desideravo dire loro quanto volevo bene alla loro figlia. Con quanto affetto parlava della sua famiglia. Dire loro che la sua morte era per me un grandissimo dispiacere.E poi, avrei voluto scrivere a Patrick che mi dispiaceva averlo accusato. Quel mio gesto è imperdonabile, e lui non meritava quel trattamento, ma avrei voluto dirgli che non avevo nulla contro di lui. Altri mi avevano spinto a fare il suo nome e a me dispiaceva immensamente”.

“Quelle lettere non furono mai spedite – riprende Amanda – perché Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova (i suoi due avvocati) mi dissero di non farlo. I giudici avrebbero preso questo comportamento per un escamotage”.

Ed ecco i testi delle due lettere. Ai Kercher: “Mi dispiace per la vostra perdita e mi dispiace che mi ci sia voluto così tanto tempo per dirvelo. Non sono io che ho ucciso vostra figlia. Anch’io sono una sorella e posso soltanto immaginare quanto grande sia il vostro dolore. Nel tempo, relativamente breve, in cui Meredith ha fatto parte della mia vita, lei è sempre stata gentile con me. Penso a lei ogni giorno”.

E poi, a Patrick: “Mi sento in colpa nei tuoi confronti”. “Ma mostrai quelle lettere a Carlo – continua Amanda – e lui mi disse che non era il momento giusto”.

Le accuse della Knox… per diventare scrittori bisogna uccidere?

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«Ho cominciato a capire come ci si possa sentire imprigionati dentro la propria vita, così disperati da volerne fuggire, anche se questo significa non esistere più» Come non esiste più Meredith. Nel libro c’è anche un lungo elenco di come Knox abbia pensato di togliersi la vita dall’avvelenamento con la candeggina allo sbattere la testa al muro (ottimo modo di suicidarsi).  La ragazza ha confessato di aver sofferto anche di forti attacchi d’ansia tanto da rimanere paralizzata per la paura (chiederà il risarcimento danni allo stato italiano?) La Knox ha parlato dell’atteggiamento delle sue compagne di cella definendolo come rude e ostile, mentre lei naturalmente si sarà sempre comportata con dolcezza e umanità… come quella maledetta sera di Halloween?

Come mai è stato permesso ad Amanda Knox di pubblicare il suo libro? Perché è stato edito anche in Italia, dove fra l’altro mancano alcuni passi fondamentali dove l’imputata (a cui fra l’altro andrà rifatto il processo come stabilito dalla Cassazione) accusa le guardie italiane di violenze psicologiche e sessuali? Come mai l’editoria mondiale è affamata di storie amorali? Perché dobbiamo pubblicare le farneticazioni degli assassini e non un romanzo scritto da uno scrittore? Bisogna uccidere per diventare scrittori?

Cocaina… ormai è come fare l’aperitivo!

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«Oggi la cocaina non è più d’elite, com’era negli anni ’80. È diventata una droga di massa: assumerla è come fare l’aperitivo. 8 persone su 200 hanno assunto cocaina almeno una volta nell’arco della loro vita. È una droga performante – ha continuato lo scrittore -, che aiuta a lavorare di più. Così chi ne fa uso, dal chirurgo al camionista, non si sente in colpa, perché in questo modo pensa ad aiutare la famiglia e a guadagnare di più.»

L’atteso “ZeroZeroZero” racconta l’economia globale attraverso ‘la merce che per eccellenza domina il mondo’: «Ho scoperto che tutte le lingue hanno un termine per raccontare la cocaina. Dai nomi di donne, a parole come ‘Vitamina C’ e ’24sette», ha detto ancora Saviano. «La foglia di cocaina nasce in Sud America, ma le radici della pianta sono in Italia» ha aggiunto Saviano. «Le regole e il sistema delle mafie italiane sono prese a modello dai cartelli della droga – ha continuato lo scrittore. Le nostre mafie hanno sempre investito nella cocaina e tutti vogliono avere rapporti con il nostro sistema malavitoso». Saviano ha, però, ricordato l’attenzione della giustizia italiana nel combattere la criminalità organizzata: «La giurisprudenza antimafia italiana – ha spiegato lo scrittore, che ha dedicato il libro alla sua scorta – è la migliore al mondo. Già poter parlare di questi temi in prima serata, nei tg e nei dibattiti, vuol dire molto».

Questa è l’anticipazione della puntata di questa sera a “Che tempo che fa” che andrà in onda questa sera alle 20.10 su Rai3

Gli scandali del mondo della moda racchiusi in un libro… ecco VogueLeaks!

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Kirstie Clements è diventata il Bradley Manning del mondo della moda? È la domanda che si pone The Independent nel ripercorrere lo scandalo dell’uscita del suo “libro-verità” sul mondo delle passerelle.

Secondo i racconti di Clements, che è stata licenziata da Vogue dopo 25 anni di onorato lavoro, esiste una “classifica della magrezza” nel mondo della moda: “Quando una modella protagonista di un buon lavoro in Australia perdeva due misure al fine di essere chiamata per delle sedute oltre mare, allora l’ufficio di Vogue Australia diceva che era diventata una ‘magra di Parigi’” e ha anche puntualizzato: “Sapete come si diventa magri? Non è vero che le modelle mangiano perché il solo modo per non ingrassare è rifiutare il cibo. Mangiano fazzoletti per non sentire i morsi della fame”. C’è chi la critica e chi la difende come l’esperta di stile Caryn Franklin: “Clements ha rivelato il lato oscuro del fashion business e ha fatto capire che le modelle sono giovani donne vulnerabili che, per restare nel mondo del lavoro, cedono all’autolesionismo. Le sfilate di moda producono i peggiori modelli di bullismo”. Franklyn crede che questa faccenda verrà messa a tacere perché “Il denaro può tutto e le voci del dissenso devono essere ignorate: il mondo della moda non è diverso da un regime”, scrive The Independent.

Franklyn crede che nonostante l’iniziale indignazione, si farà ben poco per cambiare la situazione nel mondo della moda e lancia l’allarme sul problema. La fame uccide e le modelle rischiano la salute vivendo a calorie zero. Entrano in ballo problemi legati alla stanchezza, alla deglutizione e la pelle perde la bellezza ma queste sono solo le prime questioni perché poi arrivano incidenti più gravi: gli organi interni ne risentono. “Le rivelazioni di Clements non sorprenderanno nessuno nel mondo della moda. Essere modelli porta a prendere parte a una guerra contro il proprio corpo. Sei anni fa, ci furono critiche simili in seguito a uno studio universitario che turbò il Regno Unito: nonostante la fama e il denaro, le modelle ammettevano di sentirsi estranee alla vita. Non è cambiato niente”. Ora Kirstie Clements è additata come il Bradley Manning della moda ma le sue dichiarazioni susciteranno la stessa eco del Wikileaks o cadranno, magari sui tacchi?

Zenobia tra le pagine di… Queen of the East by Alexander Baron

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Zenobia tra le pagine di… The Monk’s Tale by Geoffrey Chaucer

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Amanda Knox… abbassa i toni dopo la sentenza della Cassazione!

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Il libro di memorie di Amanda Knox “Waiting to be heard” verrà pubblicato nei tempi prestabiliti nonostante l’annullamento dell’assoluzione per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher. Come scrive il Mirror online, tra l’altro, verrà modificato il capitolo sulla giustizia italiana (e tolte le critiche ai pm, ai giudici e alla polizia). “Verranno abbassati i toni, per evitare ritorsioni”, raccontano gli avvocati della ragazza americana.  Quindi se non usciva la sentenza di annullamento  il libro sarebbe uscito con gli insulti alla magistratura italiana?

HarperCollins, la casa editrice della 25enne di Seattle, ha confermato quindi i piani per il lancio del libro e per le interviste promozionali: Waiting to be heard sarà nelle librerie a partire dal prossimo 30 aprile. La Knox, che dovrà affrontare nuovamente il processo di secondo grado dopo l’annullamento da parte della Corte di Cassazione della sentenza di assoluzione per lei e Raffaele Sollecito, ha firmato un contratto editoriale da quattro milioni di dollari nel 2012 per la pubblicazione delle sue memorie. Nel testo la ragazza racconta la sua esperienza in carcere, il rapporto con la polizia italiana, oltre a nuovi dettagli sul caso che l’ha vista coinvolta. La sera del 30 aprile verrà trasmessa anche la prima intervista televisiva di Amandasulla rete Abc, con la giornalista Diane Sawyer.

L’estratto del libro di Raffaele Sollecito, inedito in Italia!

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Raffaele Sollecito ha scritto un libro, inedito in Italia, ma pubblicato negli Usa, “Honor Bound: my journey to hell and back with Amanda Knox” ( Patto d’onore: i miei giorni all’inferno e ritorno con Amanda Knox). E’ il racconto della vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista a partire dal novembre 2007 dopo la scoperta del cadavere di Meredith Kercher nella casa di Perugia. Fra poco uscirà anche il libro di Amanda che ha firmato con HarperCollins un contratto in esclusiva per quattro milioni e 300mila dollari; nei giorni scorsi ha incassato la prima rata, un milione.
Questo è un estratto del libro di sollecito che narra la notte in questura, il suo interrogatorio e quello di Amanda senza risparmiare pesanti accuse alla polizia (naturalmente).  Quella notte si concluse con la confessione di Amanda che accusò del delitto Patrick Lumumba (poi scagionato da un testimone, un professore svizzero) e con l’arresto della ragazza di Seattle e di Raffaele.

“Appena i miei inquirenti aumentarono la pressione, mi chiesero di vuotare le tasche. Io capii immediatamente che questo non era un buon segno. Io ho tirato fuori un fazzoletto, il mio portafoglio, il mio cellulare e alla fine, con tutta l’attenzione su di me, il coltellino tascabile.

Uno di loro prese il coltellino con un panno e lo portò rapidamente fuori dalla stanza. Ho provato a spiegare  che era qualcosa che portavo con me in giro, ma che non avevo lavato. Mi rendevo conto che le cose non sarebbero andate bene a lungo.

“Non ho il diritto di avere un avvocato?” Io chiesi.

Mi risposero di no.
“Posso almeno chiamare mio padre?”
“Tu non puoi chiamare nessuno”. Mi ordinarono di mettere il mio cellulare sul tavolo.

Le persone entravano ed uscivano dalla stanza con grande intensità.
Ad un certo punto, mi sono trovato solo con un poliziotto. Questi si chinò verso di me e mi disse: “Se provi ad alzarti e ad andartene, ti riduco in poltiglia e ti uccido. Ti lascio in un bagno di sangue.”
La serata è stata descritta in maniera molto diversa dagli ufficiali di polizia in Tribunale.
Essi negarono che io avessi richiesto un avvocato o che fossi stato sottoposto.

Daniele Moscatelli, il poliziotto di Roma, disse: “Qualsiasi cosa domandò, acqua o altro, gli fu messa completamente a disposizione.”

Ma, posso garantire, che io ero spaventato a morte e completamente frastornato. Ero stato educato a pensare che la polizia è onesto difensore della sicurezza pubblica. Mia sorella faceva parte dei carabinieri, nientemeno! Al momento mi sembrò che si comportassero più come gangster.

Poi arrivò un suono che gelò le mie ossa: la voce di Amanda che chiedeva aiuto nella stanza a fianco. Lei gridava in italiano “Aiuto!Aiuto!”.

Io chiesi che cosa stava succedendo e Moscatelli mi disse che non c’era niente di cui preoccuparsi. Ma questo era assurdo. Io potevo sentire gli ufficiali di polizia urlare e Amanda singhiozzare e pianger per altre tre o quattro volte.

Che cosa stava succedendo? Quando tutto ciò sarebbe finito?”

“A questo punto, Amanda era già crollata. Come più tardi racconterà, gli inquirenti sostenevano di avere concrete prove che lei si trovasse nella casa di via della Pergola la notte che Meredith fu uccisa. Quando lei disse di non ricordare tutto ciò, loro la minacciarono con trenta anni di carcere e la colpirono ripetutamente alla testa. (La polizia ha negato di averla minacciata in qualsiasi modo).”

“Per almeno un’ora, Amanda fu interrogata in italiano. Gli ufficiali di polizia dissero che Amanda sembrava capire abbastanza bene le domande, ed il verbale che loro redassero descriveva le sue capacità lessicali relative alla lingua italiana come adeguate.
Poi, alcuni minuti dopo la mezzanotte, arrivò un interprete. Lo stato d’animo di Amanda era peggiorato. Lei non ricordava affatto di aver inviato un messaggio a Patrick, non era, dunque, nella posizione di analizzare il contenuto del messaggio. Quando le fu suggerito che lei non solo avevo inviato a lui un messaggio ma che aveva anche organizzato un incontro, la sua serenità venne meno; lei scoppiò in un pianto incontrollabile, e portò le sue mani sulle sue orecchie come per dire, io non voglio più sapere niente di tutto questo.

Per me la notte non era ancora terminata. Mentre Amanda viveva il suo incontro faccia a faccia con Mignini, io fui portato in un’altra stanza e fui coperto di minacce ed di insulti.

“Tu non sai cosa hai fatto” disse qualcuno. “La tua famiglia sarà distrutta. Tu passerai i prossimi 30 anni in prigione”.

O ancora: “Il tuo povero padre, come prenderà questa storia. Cosa ha fatto per meritarsi un figlio come te? Tu devi dirci cosa è successo!”.

Ripensandoci, io non sono sicuro che essi volessero spingermi a confessare il crimine. Il loro interesse più urgente era che io fornissi testimonianza che incriminassero Amanda.

Ad un certo punto uno degli inquirenti apri la porta rumorosamente, si avvicinò e mi schiaffeggiò. “Tuo padre è una persona onesta”, egli disse. “Non si sarebbe mai meritato un figlio come te, uno che sta con una puttana come Amanda”.

Le persone entravano ed uscivano. Qualche volta venivo lasciato solo.
Alcune volte venivo sgridato.
E poi giunse il mattino.

Io fui portato al reparto medico della Questura e mi fu detto di spogliarmi. “Levati tutto,” mi dissero, “anche le tue mutande”.

Io ero già stato senza scarpe per la maggior parte della notte, ma questo fu un nuovo livello di umiliazione. Mi fu chiesto del mio tatuaggio manga giapponese che ricopre la maggior parte della mia scapola sinistra  –  un regalo che mi feci dopo aver passato un brutale programma d’esame nel 2004  –  e mi fecero camminare attorno di fronte ad un dottore donna.

Mi sono sentito così imbarazzato che non l’ho neanche guardata. Dopo alcuni minuti, lei prese un paio di forbici e mi tagliò alcuni capelli dalla testa e un campione del mio pelo pubico. Questo fu fatto per stabilire il mio profilo del DNA, essi dissero. Di certo, avrebbero potuto prelevare un campione con un tampone dalla mia bocca. O prendere i campioni di peli con i miei vestiti ancora addosso.

Così io fui accompagnato in un’altra parte della Questura. Attraversai una cella di custodia e all’interno udii Amanda piangere come una bambina. Io non potevo vederla, ma si riusciva a sentire bene attraverso la piccola fessura della porta. Le chiesi velocemente sugli eventi della notte, ma lei era troppo isterica per ragionare.

Quando smetteremo di far scrivere libri a probabili assassini riempiendoli di soldi?

Serena Dandini racconta i femminicidi!

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S’intitola “Ferite a morte” ed è la “voce” di chi non ce l’ha fatta. Così Serena Dandini prova a raccontare l’orrore che sta attraversando il mondo in ogni sua latitudine e che non risparmia neppure l’Italia. Femminicidio, ovvero quando a uccidere è chi ti “ama”! Morire per voglia di possesso, per frustrazione maschile, per incapacità di eleborare la fine di uan relazione. Da lavoro teatrale “Ferite a morte” diventa pagina, un libro per non dimenticare la violenza brutale!

 

La Tour d’argent nelle pagine di… À l’ombre des jeunes filles en fleurs di Proust

À l'ombre des jeunes filles en fleurs

La Tour d’argent nelle pagine di… À la recherche du temps perdu di Proust

À la recherche du temps perdu

In politica piove sul bagnato!

 

Ingroia sull’Europa che fa il tifo per Monti: “C’ e’ quella delle banche e dei poteri finanziari e quella dei popoli e dei diritti. La prima sicuramente sì, la seconda direi proprio di no!”

Nicolò Scialfa (ex Idv, ora Diritti e Libertà) ha deciso di dimettersi dall’incarico perché coinvolto nelle spese folli dei gruppi consiliari liguri.

Burlando su Scialfa:”Comprendo e apprezzo la scelta di Nicolo’ Scialfa di lasciare le cariche ricoperte all’interno della Giunta regionale, un gesto che si addice ai suoi principi e all’esigenza di difendere nel modo piu’ consono la sua persona” politica piove su bagnato

Il canto di Rivolta – dalla trilogia di Hunger games

Sopravvissuta? Sì, per ben due volte Katniss ce l’ha fatta a uscire viva dall’Arena degli Hunger Games. Ora è ritornata nel suo distretto, dalla sua famiglia e presto potrà sposarsi. Avvolta da quest’atmosfera da sogno, ha inizio il terzo capitolo della trilogia di Hunger Games. Ma è davvero il momento per Katniss di poter deporre le armi e iniziare una nuova vita? Naturalmente, no. Lei è in pericolo e tutto il distretto lo è. Ben presto la ragazza sarà costretta a impugnare di nuovo le armi per difendere la propria libertà e le persone a lei care. La differenza? Non sarà più un’arena, sarà una guerra senza nessuna regola… spietata e ingiusta come solo la realtà può essere! Benvenuti nell’inferno di Panem.

il canto della rivolta

Rushdie e i suoi “Versi Satanici”: i musulmani chiedono spiegazioni su libro

 

I musulmani indiani vogliono un confronto diretto con l’autore di “Versi Satanici”. Vorrebbero incontrarlo per capire le ragioni che hanno spinto Rushdie a scrivere un libro così blasfemo. L’autore ha detto di volersi recare a Mumbai per  promuovere il film basato sul suo romanzo della ‘Midnight’s Children’. Avverrà l’incontro?

diavolo

La ragazza di fuoco – dalla trilogia di Hunger Games

tumblr_mepxw270JY1r5ri45o1_500Ritroviamo  Katniss Everdeen e Peeta Mellark  vincitori degli Hunger Games, pronti per iniziare il loro tour dei vincitori insieme. Ma questa calma apparente non può durare! Katniss torna dalla sua famiglia sana e salva. Qui rincontra il suo amico di sempre, Gale. Ma il tempo è passato e il ragazzo, ora, è freddo e distaccato. Anche Peeta, all’improvviso, le volta le spalle. In un attimo è di nuovo scontro! Katniss si ritrova a lottare, non solo negli affetti, ma anche contro una protesta che sale di giorno in giorno. Il potere l’accusa di aver scatenato la rivolta attraverso la minaccia del suo suicidio e di quello di Peeta. Ora, per sedare la rivolta, non resta che convincere il mondo del folle amore che lega Katniss a Peeta. Ma loro si amano ancora o è solo una farsa per calmare le masse?

Hai perso il primocapitolo della saga? Leggi qui!

La Francia tra le pagine di… Anfitrione di Moliere

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La Francia tra le pagine di… L’ invitata di Simone de Beauvoir

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La Francia tra le pagine di… Amour di Paul Verlaine

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Delillo “in corto”: L’angelo Esmeralda, 9 racconti scritti in 30 anni

Per la prima volta Einaudi pubblica una raccolta dell’autore in Italia.

“Quando suonavo il jazz”… un libro tutto da scoprire di Carmela Formicola

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Alla scoperta de “La bella di Buenos Aires” di Vázquez Montalbán Manuel!

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Esce il 14 maggio! Con un mosaico sul web Dan Brown svela titolo del nuovo libro

SI CHIAMERA’ “INFERNO”!

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Metti una sera con… “Madame Sbatterflay” di Luciana Littizzetto

Serata divertente, consigliato soprattutto dopo un’intensa giornata di lavoro.  Politica vista con grande arguzia e satira da una delle scrittrici e show woman più irriverenti del panorama italiano.

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Reality, gladiatori e guerra… HUNGER GAMES!

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Tra reality show, giochi gladiatori e tecniche da guerra del Vietnam, l’autrice Suzanne Collins riesce a confezionare una trilogia per young adult che affascina e rapisce anche il pubblico di adulti. “Hunger game” inizia in un’America post-apocalittica, dove la protagonista quindicenne  Katniss Everdeen, si offre volontaria a partecipare agli Hunger Games, come “tributo” del Distretto 12,  per salvare la sorella minore. Dallo stesso distretto viene anche l’altro “tributo”  Peeta Mellark, un giovane che Katniss conosce sin dalla scuola e che una volta ha salvato la vita di Katniss offrendole il proprio pane quando la famiglia di lei stava per morire di stenti.

Cosa sono gli Hunger Game?

24 giovani, 12 ragazze e 12 ragazzi si devono affrontare in un arena, senza esclusione di colpi, fino a quando non resterà un solo vincitore. L’arena, che è apparentemente un luogo naturale, in realtà è stato creato artificialmente dagli Strateghi, le menti che hanno inventato il gioco, e sono disseminati di trappole e di insidie per arricchire lo spettacolo. Come in ogni reality show che si rispetti, entrano in “gioco” gli sponsor che possono aiutare i loro beniamini regalando premi che annienteranno gli altri partecipanti. Una guerra senza sosta e un pubblico eccitato dalla morte in diretta di ragazzi costretti a combattere gli uni contro gli altri.

Alla fine resteranno solo Katniss e Peeta. E quando tutti si aspettano di vedere lo scontro finale, i due decidono di non combattere. Katniss e Peeta si amano e  non tollerano che uno dei due possa morire… The show must go on e gli Strateghi vogliono un unico vincitore! Nelle mani dei ragazzi rimane come unica possibilità quella di tentare di suicidarsi (come Romeo e Giulietta) in modo da non  dare alcun vincitore allo show.

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