Da Gianni Sperti al fiasco di vino del Monopoli: Sorrentino ringrazia tutti!

sorrentino-ringrazia-tuttacronacaDei ringraziamenti di Paolo Sorrentino al momento di ritirare la statuetta degli Oscar per il suo La Grande Bellezza si è molto parlato, sia perchè non è stata eccessivamente gradito il ringraziamento a Maradona sia per il suo inglese, preso di mira su Twitter. Ora però c’è un nuovo fenomeno che sta spopolando in rete. Basta andare sul sito Sorrenthanks perchè vengano generati automaticamente dei nuovi ringraziamenti, con combinazioni quanto mai insospettabili. Le divertenti combinazioni stanno facendo impazzire gli utenti e sono diventate virali in tempo record: provare per credere!

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Il selfie dei record? La parodia è servita!

selfie-tuttacronaca-parodiaSe ne parla ancora, perchè un selfie da record non cade presto nel dimenticatoio ed ecco allora che quello delle star voluto da Ellen DeGeneres durante l’86esima edizione degli Oscar continua a viaggiare rapido in rete: vanta attualmente più di 3,2 milioni di retweet. Ma tanta attenzione non può “salvarsi” dalla parodia ed ecco che c’ha pensato Matt Groening che, sulla pagina Twitter dei Simpsons, ha pubblicato una divertente vignetta che offre uno sguardo “più ampio” rispetto al selfie originale: appare infatti anche Homer, con Bradley Cooper che cerca di tenerlo alla larga. Ma non è l’unico caso. Sul web spopolano le parodie del selfie da Oscar, con fotomontaggi che includono meme popolari, come Grumpy Cat, e ossessioni della rete, come l’attore Nicolas Cage, da tempo protagonista di un blog (Nicolas Cage as Everyone), nel quale centinaia di personaggi diversi impersonano l’attore.

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Il retroscena della foto più retwittata di tutti i tempi!

ellen degeneres oscar 2014-tuttacronacaIl selfie più retwittato di sempre, che ha girato il mondo in poche ore, è quello che Ellen DeGeneres ha scattato durante la notte degli Oscar 2014. Ma quella foto non è stata casuale, così come molte altre della serata. Non tutti sanno, infatti, che dietro c’è la Samsung, che ha sborsato 20 milioni di dollari di pubblicità. Condizione: il suo nuovo smartphone Galaxy Note 3 doveva essere il protagonista indiscusso dello show. L’idea ha funzionato perfettamente… almeno fino a quando la presentatrice non si è fatta un clamoroso autogol. Se nella foto da record Jared Leto, Jennifer Lawrence, Channing Tatum, Meryl Streep, Julia Roberts, Kevin Spacey, Bradley Cooper, Brad Pitt, Lupita Nyong’o e anche suo fratello Peter N’yongo sono stati tutti testimonial più o meno inconsapevoli di Samsung, la DeGeneres ha postato infatti anche altre foto scattate però con un iPhone. Come dimostra quest’altro selfie:
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Il post Oscar… è glam! Il Vanity Fair Party

vanity-fair-party-tuttacronacaSe il red carpet degli Oscar è prestigioso, il Party realizzato ogni anno al termine della cerimonia dalla rivista Vanity Fair lo è anche di più. Le star presenti alla premiazione non sono mancate al dinner e all’appello erano presenti tante altre star, per la gioia di fotografi e paparazzi che hanno potuto continuare a far ballare i flash. Scontato il cambio d’abito per le celebrità, che hanno sfilato come se fossero fresche di trucco e parrucco. Ovviamente, non passano inosservate le belebrity, ma neanche gli stilisti che le hanno vestite. Malin Akerman ha indossato un elaborato abito di J. Mendel a cui ha abbinato un sandalo oro lucido e una clutch Anya Hindmarch, Jennifer Lawrence ha scelto un prezioso mini abito Tom Ford, Penelope Cruz ha optato invece per la moda eco-sostenibile, indossando un abito blu notte di H & M della collezione “Conscious”. Emmy Rossum ha scelto un abito da favola Monique Lhuillier, Rashida Jones un Valentino, Taylor Swift un abito nero lungo e paillettato di Julien Macdonald, Kate Beckinsale ha indossato un abito couture di Elie Saab, Kate Hudson uno di Zuhair Murad Couture. Rosie Huntington-Whiteley ha scelto un abito azzurro pallido di Cushnie et Ochs, Anne Hathaway, uno bianco e nero di Viktor & Rolf senza spalline, Diane Kruger un Valentino, Jaime King uno Couture di Ulyana Sergeenko, Selena Gomez uno oro in tulle ricamato di Emilio Pucci. Elizabeth Banks si è presentata con un abito di Jenny Packham a cui ha abbinato una clutch Jimmy Choo ‘Cloud’ e scarpe Casadei, Kristen Bell ha scelto un abito rosso da famme fatale di Zuhair Murad, Naomie Harris uno Naeem Khan. Evan Rachel Wood ha sbalordito con un abito di Elie Saab Couture, Eve Hewson ha indossato un abito nero senza spalline di Dsquared. Cavalli anche per Jada Pinkett Smith e Sheryl Crow. Bruce Willis e Emma Heming e Jason Bateman e Amanda Anka hanno scelto invece Dolce&Gabbana. Le più scandalose, come sempre, sono state Donatella Versace e Lady Gaga, arrivate in coppia. Insomma, un matrimonio tra spettacolo e moda da togliere il fiato!

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Tutti sul carro del vincitore: i politici e La Grande Bellezza

La-grande-bellezza-politica-tuttacronacaIn Italia basta una statuetta, anche se si tratta di un premio importante quale l’Oscar, per mettere tutti d’accordo. E per dimostrare una volta di più come si è pronti a salire sul carro del vincitore per sfruttare l’occasione di onori e gloria. Ecco allora che se l’ambito premio torna sul suolo italico dopo 15 anni (allora a trionfare fu l’inarrivabile La vita è bella di Benigni) con Paolo Sorrentino e il suo La Grande Bellezza, è questione di attimi prima che arrivi l’ovazione. Fiat crea uno spot ad hoc e la politica si tuffa nel patriottismo. Sul Fatto Quotidiano scrive Andrea Scanzi:

È un po’ come quando la gente esulta perché in quello stesso bar qualcuno ha vinto all’Enalotto: un misto di tenerezza e follia, perché il neovincitore è uno sconosciuto e dunque la sua vittoria non cambierà la vita di chi sta esultando. Qui però, oltre alla sensazione di straniamento, c’è forse un po’ di malafede. La vittoria di Paolo Sorrentino ha ispirato una quantità torrenziale di felicitazioni illustri (o pseudo-tali): un esercito di chi è felice davvero e di chi simula invece entusiasmo per mettere il cappello sul successo altrui. Magari sfruttandone la scia, magari elemosinando uno strapuntino di attenzione. Giusto essere felici per un premio a un bel film e a un cineasta prodigioso. Meno giusto, o quantomeno bizzarro, che tra i primi ad appropriarsi dell’Oscar sia Dario Franceschini. Certo, è italiano. Certo, è ministro della Cultura. Ciò nonostante, sfuggono i punti di contatto tra Franceschini e la bellezza (non necessariamente grande).

SU TWITTER, Franceschini pareva incontenibile: “Viva Sorrentino, viva il cinema italiano! Quando il nostro Paese crede nei suoi talenti e nella sua creatività, torna finalmente a vincere”. Non pago di una tale retorica, profusa con generosità invidiabile, Franceschini ha poi aggiunto: “Ho telefonato a Sorrentino per dirgli della mia gioia e ringraziarlo. Al risveglio sarà per l’Italia un’iniezione di fiducia in se stessa”. Particolarmente attiva la politica di quasi-sinistra nell’esprimere giubilo. Così Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: “Ringrazio Sorrentino per avere inserito tra le sue fonti d’ispirazione Maradona e Napoli. Da Napoli, la città intera vi fa immensi complimenti”.

De Magistris, che pure da candidato sindaco si ergeva a novello “Gunny” Eastwood refrattario alla melassa, è inciampato pure lui nella finzione ipocrita della bellezza come panacea di tutti i mali: “(Sono) felice e orgoglioso per La grande bellezza di Sorrentino e Servillo. È con la bellezza che si sconfigge la crisi morale e culturale”. Non poteva mancare Matteo Renzi, che non ha rinunciato al “maanchismo” nemmeno parlando dell’Oscar: “In queste ore dobbiamo pensare ad altro e lo stiamo facendo. Ma il momento orgoglio italiano per Sorrentino e #LaGrandeBellezza ci sta tutto” (Renzi, da buon politico gggiovane, usa gli hashtag; Franceschini, da buon residuato bellico, no). Meno ilare la politica di destra, che però – non avendo di fronte un regista facilmente etichettabile – si è limitata a qualche affondo qua e là: altri tempi quelli in cui Giuliano Ferrara criticava così tanto La vita è bella da farlo piacere anche a chi non lo aveva amato. C’è anzi chi a destra ha addirittura plaudito, tipo Giancarlo Galan: un brutto colpo per Sorrentino. Ancora più ferale per il regista l’apprezzamento di Alemanno che in una nota ha scritto: “Il modo migliore per portare Roma verso il riscatto civile e verso l’uscita dalla crisi economica è quello di investire sulla sua bellezza e sul suo immenso patrimonio artistico e culturale”. Il profilo facebook di Roma Capitale ha scelto di cambiare la foto di copertina scegliendo quella del film. (…)

Il fatto che la pellicola non sia tanto sulla grande bellezza quanto sulla perdita di essa, è ovviamente un dato marginale: l’importante è fermarsi al titolo. L’importante è fare il trenino come in discoteca, canticchiando Brigitte Bardot Bardot o – meglio – Ahhh ahhh ahhh ahhh, a far l’amore comincia tu.

Il selfie degli Oscar…. e quel perfetto sconosciuto tra le star

peter-selfie-oscar-tuttacronacaIl selfie più retwittato della storia del social network: è quello voluto da Ellen De Generes durante la cerimonia degli Oscar e scattato da Bradley Cooper. Ha fatto il giro del mondo lo scatto e con esso una domanda: ma chi è quello sconosciuto ragazzo che appare tra le star? La domanda ha ora una risposta: si tratta del fratello della vincitrice dell’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista per “12 anni schiavo”, Lupita Nyong’o. Lui si chiama Peter ed è uno studente al primo anno dell’Università Stetson della Florida all’aftershow che si è anche messo in posa con Michael Fassbender, vecchia conoscenza dal momento che ha lavorato sul set con la sorella in “12 anni schiavo”.

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“Certo che Sorrentino poteva studiare un po’ d’inglese prima…”

sorrentino-discorso-tuttacronacaSorrentino sarà anche stato premiato dall’Academy ma di certo non ha ottenuto l’ovazione dal pubblico italiano. Se non per quel che riguarda il film, di certo il suo discorso di ringraziamento al momento della premiazione è diventato un boomerang che gli si è ritorto contro. A iniziare da quel suo prendere a modello Diego Armando Maradona. Il regista l’ha spiegato come “maestro di spettacolo” ma resta il fatto che in Italia l’ex campione del Napoli è additato come evasore fiscale.

Oltre a questo, però, in molti hanno puntato il dito contro la sua pronuncia inglese: con la lingua straniera Sorrentino se l’è cavata tanto miseramente da meritarsi un hashtag: #sorrentinoinglese. “Certo che Sorrentino poteva almeno impararlo un po’ d’inglese prima di andare a ritirare l’Oscar”, scrivono su Twitter. E i commenti acidi si sono susseguiti in rete. C’è anche chi prova a difenderlo ribattendo frasi del tipo: “vorrei sentire voi in inglese”. Resta il fatto che… non tutti devono trovarsi a fare un discorso in mondovisione!

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La gaffe dell’Academy: confonde Penèlope Cruz con Salma Hayek!

cruz-deniro-tuttacronacaTutto stava scorrendo liscio al gala degli Oscar 2014. Forse anche troppo. Una gaffe doveva prima o poi occorrere. Nell’era 2.0, se non avviene in diretta probabilmente arriva via Twitter, e anche la notte delle star non ha fatto eccezione. Quando la serata stava per terminare, senza essere incappata in alcun inghippo, l’Academy ha fatto il suo scivolone, via Istagram. Pubblicando una foto dal backstage, nella quale appare De Niro che si prepara ad assegnare i due premi per la sceneggiatura (non originale a “12 anni schiavo” e originale a “Her”), l’Academy si confonde e scrive: “Hayek e De Niro si preparano nel backstage #oscars”. Peccato solo che non si trattasse della messica Salma, ma della spagnolissima Penèlope Cruz!

La notte degli Oscar… riassunta in gif animate!

oscar-2014-tuttacronacaIn Italia ogni Tg e, in generale, ogni media, sta parlando della vittoria del film di Sorrentino “La grande bellezza”, ma molti sono stati i momenti che verranno ricordati dell’86esima edizione degli Oscar e l’Huffington Post ha pensato di ricapitolarla tramite gif animate. Tre ore di cerimonia riassunte in poche immagini particolarmente significative: pronti al ripasso?

Iniziamo allora con la sensazione di vincere un Oscar come miglior film: viene immediatamente voglia di saltare! tv show gifs

E che dire delle attrici che si godono la serata… improvvisando un ballo? Tra di loro l’intramontabile Meryl Streep:
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e non è da meno l’attrice Lupita Nyong’o…
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… nè Amy Adams.
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Jennifer Lawrence ci ricasca, letteralmente. Se riesce a inciampare anche l’anno prossimo possiamo dire per certo che è nata una nuova tradizione!
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Emma Watson y Joseph Gordon-Levitt: lezione di eleganza dai due giovani attori.
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Ellen De Generes, la conduttrice della serata, ha avuto un’idea geniale: riempire la pancia a tutti! Come? Solo una parola: pizza!
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Brad Pitt, da bravo padre di famiglia, si è incaricato di distribuire i piatti…
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Ma era scontato che qualcuno dovesse “sganciare”: è stato il produttore Harvey Weinstein a scucire 200 dollari di mancia al fattorino:
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Jared Leto ha sovvertito i ruoli: è lui che si occupa di “sfamare” la madre:
Lupita Nyong’o ha vinto l’Oscar e Liza Minnelli ha voluto festeggiare con lei:
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Ma uno dei momenti clou della serata è stato indubbiamente il selfie che Ellen DeGeneres ha voluto scattare con alcuni attori: è subito diventata la foto più retwittata!
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Già che c’era, ha provato anche a spaventare Leonardo DiCaprio e Sandra Bullock…
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… ma non c’è serata degli Oscar se non c’è anche moda… e sicuramente ha dato una lezione di stile… fatato!
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Cate Blanchett, favoritissima, ha fatto finta di sorprendersi per il suo Oscar
Il momento più romantico della sarata? Sicuramente il bacio tra Matthew McConaughey y Camila Alves
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 Non resta che darsi appuntamento all’anno prossimo!

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 Buon cinema a tutti! 

La Nasa “copia” Gravity: niente effetti speciali!

nasa-gravity-tuttacronacaIl film “Gravity” di Alfonso Cuaron ha sbancato agli Oscar, anche se non è riuscito ad aggiudicarsi la statuetta come miglior film, andata invece a “12 anni schiavo”. Ma la pellicola, tra le sette categorie dove ha trionfato, tra cui miglior regia, ha conquistato anche l’Oscar per gli effetti speciali. Che tolgono il fiato ma, sottolinea la Nasa, un film non può competere con la realtà. E per testimoniarlo pubblica sul web una favolosa galleria fotografica che ripercorre, con veri scatti dallo spazio, la trama del film di cui sono protagonisti George Clooney e Sandra Bullock:

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Jennifer Lawrence… ci ricasca! Anche quest’anno cade agli Oscar!

jennifer-lawrence-caduta-tuttacronacaJennifer Lawrence e gli Oscars hanno un rapporto molto particolare, fatto di cadute. E non stiamo parlando di scivoloni in senso artistico, ma di quelli in cui incappa la pluripremiata artista in presenza delle ambite statuette. L’anno scorso la caduta era avvenuta sui gradini che permettono l’accesso al palco, quando la Lawrence stava per ritirare il premio, quest’anno, invece, è stata avvistata sul tappeto rosso. Fasciata nel suo abito rosso, infatti, Jennifer si è avviata sul red carpet con il fidanzato Nicholas Hoult salvo poi scivolare. Nel tentativo di attaccarsi a qualcosa, Jennifer  ha tentato invano di aggrapparsi ad una delle sue addette stampa.

Il selfie agli Oscar infrange ogni record: il più twittato di sempre!

foto-oscar-selfie-record-tuttacronacaL’86esima edizione degli Oscar, che l’Italia ricorderà a lungo visto che ha riportato la pregiata statuetta sul Belpaese, passerà alla storia per il record che ha fatto registrare l’idea lanciata dalla presentatrice della serata, Ellen De Generes: “Facciamo una foto che batta il record dei retweet”. Detto, fatto! Si tratta di un super-selfie delle star hollywoodiane scattato in diretta televisiva dalla stessa conduttrice e che è da oggi il più twittato della storia: ha scalzato dal podio anche una foto di Barack Obama. Del resto difficile passasse inosservata: tra gli altri appaiono anche Brad Pitt, Angelina Jolie, Meryl Streep, Julia Roberts e Kevin Spacey. La foto è stata retwittata oltre 2 milioni di volte facendo il giro del mondo. Il precedente primato era detenuto da Obama con appena – si fa per dire – 800mila retweet per il suo messaggio in cui annunciava la sua rielezione datato 6 novembre 2012.

Steve McQueen sbaraglia tutti: l’Oscar è per il suo “12 anni schiavo”

12annischiavo-oscar-tuttacronaca86esima notte degli Oscar e l’Italia festeggia la vittoria di La Grande Bellezza. Ma la serata, condotta da Ellen De Generes, si è rivelata un successo. A trionfare su tutti il favoritissimo “12 anni schiavo” di Steeve McQueen, tratto dall’omonima autobiografia di Salomon Northup, pubblicata nel 1853. Nel cast, oltre al protagonista Chiwetel Ejiofor, anche Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti e Brad Pitt, quest’ultimo anche produttore della pellicola.

Ma il vero asso pigliatutto della serata è stato “Gravity”, arrivato con ben dieci nominations. Il thriller fantascientifico di Alfonso Cuaron ha portato a casa sette statuette: molte ‘tecniche’ (effetti speciali, sonoro e montaggio sonoro, fotografia, montaggio, colonna sonora) e una fondamentale, la miglior regia per il cineasta messicano al suo primo Oscar, che ha definito gli anni di lavoro sulla pellicola della “un’esperienza di trasformazione”. Cuaron ha quindi ringraziato le persone coinvolte nel progetto, in particolare il figlio Jonas, co-sceneggiatore, la sua protagonista Sandra Bullock – “Sandy, sei tu Gravity, sei tu l’anima e il cuore, la persona migliore con cui potevo collaborare e una delle persone più belle con cui ho lavorato” – e ancora George Clooney “per la tua fiducia”. Ha infine dedicato il premio alla madre: “Se sono qui è per te e questo è per te”.

Pluripremiato anche “12 anni schiavo”, che ha vinto l’Oscar anche per la migliore sceneggiatura non originale e quello per la migliore attrice non protagonista assegnato a Lupita Nyong’o. L’attrice messicana naturalizzata keniota, che appena sabato ha spento 31 candeline, ha commentato: “Non ho pensato neppure per un momento che tutta questa gioia potesse essere legata al dolore di qualcun altro per cui voglio rendere omaggio allo spirito di Patsey (la schiava che interpreta nella pellicola di Steve McQueen, ndr) e voglio ringraziare Solomon per aver raccontato la storia di lei e di lui e Steve McQueen. Tu carichi tutto quello che fai con un soffio del tuo spirito. Grazie di avermi fatto arrivare qui, questa è la gioia della mia vita. Sono certa che tutti quei morti sono lì che ti guardano e ti sono grati, così come lo sono io”.

Anche “Dallas Buyers Club” di Jean-Marc Vallée ha conquistato tre statuette: trucco e parrucco ma, soprattutto, miglior attore protagonista (Matthew McConaughey) e non protagonista (Jared Leto). “Ci sono tre cose di cui ho bisogno – ha detto – qualcosa a cui guardare, qualcuno a cui tendere e qualcuno da inseguire”. Poi l’attore ha ringraziato il padre scomparso, la madre in sala, la moglie Camila e i loro figli, “Le quattro persone che voglio siano sempre fiere di me”.

Miglior attrice protagonista è invece risultata Cate Blanchett, grazie alla sua interpretazione in “Blue Jasmine”, unico riconoscimento per il film di Woody Allen. “Questo premio è casuale e soggettivo, ma per me significa tanto in anni di interpretazioni straordinarie da parte di donne” ha detto l’attrice australiana, che si è poi complimentata con le altre attrici candidate nella categoria: Amy Adams, Sandra Bullock, Julia Roberts e Judy Dench. “Sono qui a ritirare il premio grazie alla sceneggiatura straordinaria di Woody Allen” ha detto. “Grazie agli spettatori che sono andati a vederlo – ha aggiunto – e grazie a quelli che in questo settore scioccamente ancora credono che i film con le donne al loro centro siano dei film di nicchia. Non lo sono, gli spettatori vanno a vederli e fanno guadagnare. Il mondo è rotondo, gente”.

La miglior sceneggiatura originale si è rivelata “Her”, scritta dal regista e sceneggiatore Spike Jonze: “Sono qui con tutta la mia famiglia che mi ha sostenuto – ha detto dal palco del Dolby Theatre – tutte le persone che amo e che mi hanno aiutato a scrivere questa sceneggiatura sull’amicizia e su questa esperienza unica”. “Frozen”, lungometraggio animato della Disney, ha superato tutti i contendenti della categoria ottenendo inoltre il riconoscimento per la migliore canzone, “Let it go”. Ancora, “Il grande Gatsby” di Baz Lurhmann ha ottenuto due premi per i migliori costumi e la migliore scenografia. Delusione invece per “American Hustle – L’apparenza inganna” di David O. Russell: dieci nominations ma nessuna statuetta per lui.

La Grande Bellezza conquista Hollywood: Oscar a Sorrentino

Paolo-Sorrentino_oscar-tuttacronaca”Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire”. A parlare è Jep, il protagonista, interpretato da Toni Servillo, de La Grande Bellezza. Ma ieri Sorrentino non ha “fatto fallire” la festa dell’Italia: la pellicola pluripremiata, infatti, ha conquistato anche l’Oscar come miglior film straniero. Sorrentino, ritirando il premio, ha dichiarato di essersi ispirato a Fellini, Scorsese, i Talking Heads e Maradona:”Perché sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato tutti cosa vuol dire fare un grande spettacolo, che è la base di tutto lo spettacolo cinematografico”. E al centro di questo spettacolo Sorrentino ha messo Jep Gambardella, giornalista e scrittore sessantacinquenne che funge da guida colta, cinica e ironica di quella Roma indolente, stracafona e popolata da donne di plastica e uomini da poco che il registra ha ritratto. Si tratta, come Fellini, di un uomo arrivato a Roma a 26 anni, con il suo carico di fame e curiosità della provincia e l’accento napoletano. E’ un dandy nato ricco, Jep, che si circonda  di persone giuste che vivono la notte proprio come fa lui. Intorno a lui tutti tutta una giungla di caratteri, che arriva a quella terrazza dove non mancano musica, alcool e coca e dove Jep è un leader, circondato da una folla di parvenu, politici, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti.

E se il premio Oscar… facesse ridere? La parodia dei film candidati

parodie-oscar-tuttacronacaSe “Wolf of Wall Street” fosse girato con i lupi? E se “Her” diventasse “Him” e fosse interpretato da “Seth Rogen”? Sicuramente l’effetto sarebbe diverso… come dimostra una raccolta delle pellicole in gara “rivisitate” in versione parodia. I youtubbers sono fantastici in questo e il cortometraggio è stato ripreso dal “Saturday Night Live”.

Aspettando l’Oscar: una dritta per gli attori per aver maggiori possibilità…

oscar_tuttacronaca-2014Poco più di 24 ore e prenderà il via la notte degli Oscar. Candidati alla statuetta come miglior attore protagonista quest’anno troviamo Bruce Dern, Chiwetel Ejiofor, Matthew McConaughey, Leonardo Dicaprio o Christian Bale. Non è mai facile indovinare i sentimenti dell’Accademy e avere la certezza assoluta del vincitore ma, mentre in Italia si tengono le dita incrociate sperando che l’Oscar al migliore film stranero venga assegnato a La grande bellezza, è possibile provare ad azzardare delle previsioni per quel che riguarda proprio la categoria del miglior attore. A fare “l’esperimento” è stato l’Huffington Post Usa, che ha proposto un’infografica che tiene conto degli ultimi 85 anni di Oscar, distinguendo i tipi di ruoli a cui è andato di volta in volta il premio. Stando al risultato, ad avere le maggiori chance sarebbero Ejiofor, McConaughey e DiCaprio, i tre candidati per interpretazioni storiche. I dati, infatti, indicano che i ruoli storici sono quelli premiati più spesso, con una percentuale che supera il 25%.

vincitori-oscar-tuttacronacaOvviamente un ragionamento simile è possibile farlo anche le cinque candidate femminili, Cate Blanchett, Sandra Bullock, Judi Dench, Meryl Streep e Amy Adams. A giudicare dal risultato, come si nota nell’infografica, le probabilità più alte sono quelle della Blanchett e della Adam, che farebbero bene a iniziare a preparare i loro discorsi. Di seguito tutte le vincitrici delle edizioni passate raggruppate per ruolo. Nella maggior parte dei casi – il 30,2% – le vincitrici interpretavano ruoli di mogli, madri, sorelle, figlie o fidanzate. Alto anche il dato delle eroine storiche (20,9%); meno numerose le “cattive” (3,5%) e le vincitrici di premi per la carriera.

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Oscar “made in Italy” premiati Fassino e Giovanni Rana

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Nel nostro Paese non sempre le eccellenze “made in Italy” sono riconosciute, mentre all’estero, a New York va di scena la 29ª edizione del Gala Italia, la consueta manifestazione con la quale viene attribuita l’onoreficenza di merito per gli italiani che si sono distinti per il loro operato negli Stati Uniti. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera scrivendo «Nel corso degli anni, l’associazione ha dato prova di notevole capacità di aggregazione di talenti in grado di dare vita ad iniziative che hanno contribuito a rafforzare la tradizionale amicizia tra le società civili al di qua e al di là dell’Atlantico». Nella missiva letta dal console generale a New York, Natalia Quintavalle, Napolitano ha inviato i propri auguri ai premiati per «essersi distinti nei rispettivi ambiti di attività, facendo emergere lo spirito d’iniziativa e la creatività italiane e rendendo ancor più forti i legami e le sinergie tra il nostro Paese e l’America». Tra le personalità che hanno ricevuto il riconoscimento ci sono il sindaco di Torino, Piero Fassino, in visita nella Grande Mela per promuovere la città sabauda e sensibilizzare gli investitori attraverso iniziative che si sono svolte presso l’Ice di New York, alla presenza del direttore Pier Paolo Celeste, e all’Enit assieme al direttore, Eugenio Magnani. Fassino ha ringraziato per la generosa ospitalità e ha rivolto un plauso ai connazionali che si distinguono ogni giorno per il loro operato negli Usa. Assai variegata la «squadra dei premiati» alla serata presso Il Pierre Hotel, nel cuore di Manhattan. Tra loro il re della pasta, Giovanni Rana, l’ex deputato al Congresso americano Frank Joseph Guarini, il capo del dipartimento di radioterapia oncologica alla New York University, Silvia Formenti. E ancora Patricia de Stacy Harrison, premiata per il suo ruolo nel settore dei media, e il jazzista Francesco Cafiso, che recentemente si e’ esibito alla Casa Bianca per il presidente Barack Obama. Anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha inviato il suo messaggio all’Italian Wine & Food Institute: «Sono orgoglioso di dare il mio sostegno a questa celebrazione del meglio dell’Italia».

“La Grande Bellezza” diventa sempre più grande… Sorrentino premiato a Londra!

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La Grande Bellezza diventa sempre più grande e per Paolo Sorrentino arriva l’ennesimo riconoscimento. Dopo i Golden Globes di Hollywood arriva il Bafta di Londra come miglior film straniero, ora come ciliegina sulla torta mancherebbe solo l’Oscar, ma per questo bisogna attendere quasi tre settimane. Sorrentino per raggiungere l’Academy Awards dovrà vedersela con il il belga “Alabama Monroe” di Felix Van Groeningen, il danese “Il sospetto” di Thomas Winterberg, il cambogiano “The missing picture” di Rithy Panh e Omar del palestinese Hany Abu Assad.

 

Addio “Riccioli d’oro”: è morta l’attrice Shirley Temple

shirley-temple-tuttacronacaE’ stata la famiglia a dare la notizia della morte di Shirley Temple, l’attrice che è stata la più famosa baby star di tutti i tempi, avvenuta il 10 febbraio 2014 a Woodside, negli Stati Uniti. Figlia del banchiere George Francis Temple e della ex ballerina Gertrude Amelia Krieger, la Temple era nata il 23 aprile 1928 ed è spirata all’età di 85 anni per cause naturali. “Le rendiamo omaggio per una vita di notevoli successi come attrice, come diplomatica e come nostra amata madre, nonna e bisnonna” ha dichiarato la famiglia in un comunicato pubblicato dalla Bbc.

Attrice, ballerina e cantante ha iniziato la sua carriera nello spettacolo ad appena 3 anni, sullo schermo tv nel 1932, con un cortometraggio di una serie per bambini “Our gang”. Tra le sue interpretazioni più note Riccioli d’oro (1935), Shirley Aviatrice (1936), Zoccoletti olandesi (1937) e Rondine senza nido (1938). Nel 1935, a soli sei anni si aggiudicò l’Oscar giovanile: , primo nella storia degli Academy Awards, inventato appositamente per lei.In totale la Temple interpretò 43 film, molti dei quali contribuirono al salvataggio della Twenty Century Fox dalla bancarotta per i postumi della Grande depressione.

Si ritirò dal set a soli 22 anni. Dopo il secondo matrimonio nel 1950 con l’uomo d’affari californiano Charles Black, da cui ha avuto due figli, Shirley si era candidato al Congresso con i repubblicani e poi era stata ambasciatore degli Usa all’Onu, in Ghana e in Cecoslovacchia. In America fu anche il primo personaggio famoso a raccontare pubblicamente di aver avuto un tumore al seno. Delegata degli Stati Uniti all’Assemblea Generale dell’Onu nel 1969, la Temple è diventata ambasciatrice Usa in Ghana nel 1974 e due anni dopo, capo del protocollo alla Casa Bianca dal presidente Gerald Ford. L’ultimo suo incarico è stato quello di ambasciatrice Usa in Cecoslovacchia tra il 1989 e il 1992.

La morte shock di Philip Seymour Hoffman: che ne sarà di Hunger Games?

Philip-Seymour-Hoffman-in-The-Hunger-Games-tuttacronacaIeri la terribile notizia: è morto per presunta overdose il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, all’età di 46 anni. L’ultima comparsa sul grande schermo l’ha visto rivestire i panni di Plutarch Heavensbee nel film Hunger Games: La ragazza di fuoco e ora la domanda è: che ne sarà della saga? Perchè l’attore sarebbe dovuto tornare sul set per il doppio ultimo capitolo finale del franchise Lionsgate, ovvero Hunger Games: il canto della Rivolta. L’attore di film come Il Dubbio, The Master e Capote, aveva infatti girato parte delle riprese riguardanti la prima delle due parti cinematografiche, in uscita a fine novembre. Le possibilità che si potevano vagliare erano due: cambiare volto al personaggio, facendo rigirare tutte le scene già portate a casa, oppure modificare la presenza di Plutarch all’interno della trama, trovando un modo pratico e credibile per motivare la sua scomparsa. Quello che ora è noto è che la sua scomparsa non influirà sull’uscita al cinema dei due capitoli de Il Canto della Rivolta: Mockingjay Part 1 uscirà il 21 novembre del 2014, mentre Mockingjay Part 2 il 20 novembre del 2015, anche se Deadline suggerisce che questa seconda parte potrebbe andare incontro a problemi maggiori proprio per quei 7 giorni di riprese mancate. Ma una soluzione verrà trovata. Dalla Lionsgate è arrivato il messaggio di cordoglio:

“Philip Seymour Hoffman è stato un singolare talento e uno degli attori più dotati della nostra generazione. Siamo stati molto fortunati ad aver abbellito con lui la nostra famiglia Hunger Games. Perderlo nella sua perfezione è stata una tragedia, e inviamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di Philip”.

Quello che è certo, come riporta Cineblog, è che la casa di produzione ci regalerà, nel 2015, le ultime immagini di Seymour Hoffman sul grande schermo. Nei panni di Plutarch Heavensbee.

Shock nel mondo del cinema: muore il premio Oscar Hoffman per overdose!

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Si tinge di nero il mondo del cinema dopo aver appreso la tragica morte di Philip Seymour Hoffman, premio Oscar per la magistrale interpretazione di Truman Capote, che oggi è stato trovato morto nel suo appartamento di Manhattan, a New York. Prima la notizia, poi la smentita e infine la triste conferma.

Shock per i colleghi e fan  quando il Wall Street Journal, che ha pubblicato per primo la notizia, ha ventilato l’ipotesi che  l’attore sarebbe stato stroncato da un’overdose. Hoffman aveva in passato lottato contro la tossicodipendenza, finendo in rehab poco più di un anno fa per abuso di eroina. Volto leggendario del cinema indipendente americano degli anni 90: Boogie Nights, Happiness – Felicità, Magnolia, Quasi famosi, La 25ª ora, Onora il padre e la madre, Il dubbio, fino a The Master. A breve sarebbe dovuto tornare dietro la macchina da presa in qualità di regista con Ezekiel Moss. Hollywood resta senza fiato e il mondo senza uno dei più geniali interpreti degli ultimi 20 anni… CIAO PHIL!

Oscar del Calcio: Juve piglia (quasi) tutto

pirlo-oscar-calcio-tuttacronacaAndrea Pirlo giocatore dell’Anno e Antonio Conte miglior allenatore della stagione 2012/13. Sono stati assegnati gli Oscar del Calcio e i bianconeri si sono visti assegnare anche il riconoscimento di “miglior squadra”, senza contare che sono in 4 gli uomini di Conte che sono rientrati nella Top 11. In un campionato ideale quale sarebbe la formazione perfetta formata dai migliori 11? Eccola: Handanovic, De Sciglio, Barzagli, Chiellini, Maggio, Vidal, Pirlo, Borja Valero, Cavani, Balotelli, Di Natale. In panchina, chiaramente, Conte. Per quel che riguarda l’arbitro, il premio è andato a Rizzoli. Una volta ricevuto il premio, il regista ha affermato: “E’ importante ricevere questo premio, perché i voti sono arrivati dai miei colleghi. Il massimo possibile. Il mio futuro? Resto alla Juventus, certo”. Da parte sua Conte ha detto: “Ringrazio i miei calciatori, grandi uomini e grandi atleti. Vogliamo continuare a stupire. Dobbiamo avere pazienza per vincere in Europa, è un momento particolare a livello economico per l’Italia. La Roma? Sta facendo molto bene. Fino ad ora abbiamo fatto cose straordinarie, per questo siamo avanti. C’è anche il Napoli. Dobbiamo rimanere concentrati, perché tutto è ancora in gioco”.

La grande bellezza piace all’estero… ma non convince tutti i critici

adele-premidellacritica-tuttacronacaHa vinto il Golden Globe ed è entrato nella cinquina dei candidati all’Oscar come miglior film straniero, eppure il film “La Grande Bellezza”, lavoro di Paolo Sorrentino, non convince tutti. E non parliamo dei detrattori italiani ma dei critici di radio, tv e Web che hanno assegnato i Critics’ Choice Awards. Al film italiano è stato infatti preferito “La Vita di Adele”. Nessuna preoccupazione però per quel che riguarda la corsa all’Oscar: se in genere questi premi, come del resto i Globes, anticipano quelli che verranno assegnati a Los Angeles il 2 marzo, in questo caso il film francese è escluso dalla competizione. Per quel che riguarda i premi attribuiti dalla critica: Miglior Film è “12 anni schiavo”, Migliori Attori Cate Blanchett (“Blue Jasmine”) e Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”). Jared Leto (“Dallas Buyers Club”) e Lupita Nyong’o (“12 anni schiavo”) sono i Migliori Attori Non Protagonisti. Leonardo DiCaprio, sistematicamente snobbato agli Oscar nonostante le numerose nomination in questi anni, invece è Miglior Attore in una commedia per “The Wolf of Wall Street”, il corrispettivo al femminile è Sandra Bullock per “Gravity”.

Vanity Fair nella bufera: schiarita la pelle di un’attrice di “12 anni schiavo”?

VANITY-FAIR-LUPITA-NYONGO-tuttacronacaGià era stata bufera sulle locandine del film 12 anni schiavo, che in Italia sono apparse mettendo in secondo piano il protagonista, l’attore Chiwetel Ejiofor, preferendo dare rilievo ad altri due volti maggiormente conosciuti nel Belpaese: Brad Pitt e Michael Fassbender. Ora a finire nell’occhio del ciclone è la rivista Vanity Fair, “colpevole” di aver realizzato un servizio con l’attrice  Lupita Nyong’o, a sua volta presente nella pellicola di Steve McQueen. Il settimanale ha infatti twittato dal suo profilo la copertina del numero in uscita con il volto sorridente dell’attrice keniana, dove la pelle della donna, sostengono molti utenti, sembra volutamente schiarita. Va però detto che non è da escludere che le luci da set abbiano creato negli scatti un effetto schiarente, anche se l’attenuante non sembra convincere i fan della 30enne. Come ricorda l’Huffington Post, d’altronde non è la prima volta che le celebrity si trovano coinvolte in polemiche di questo genere: era successo già a Beyoncè. Quella volta, però, l’accusa era rivolta direttamente alla popstar, “colpevole” di aver schiarito il colorito nella foto di copertina del suo album “4”.

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Tra le nominations all’Oscar… spunta La grande bellezza

Oscars2014-tuttacronacaUn ritratto appassionato e amaro di una Roma bellissima e decadente, ha per protagonista Jep Gambardella, interpretato dall’attore feticcio di Sorrentino Toni Servillo, viveur di sessantacinque anni e scrittore di un solo libro che si muove tra cultura alta, mondanità e situazioni surreali in una città santuario di meraviglia e grandezza. E’ questo La grande bellezza, il film che dopo aver sbancato agli Efa ed essersi aggiudicato il Golden Globe come Miglior Film Straniero, ora continua la sua corsa e regala all’Italia una candidatura all’Oscar. L’opera, infatti, è entrata nella cinquina che cercherà di aggiudicarsi il riconoscimento più ambito per il miglior film in lingua non inglese. Per sapere se ce la farà, bisognerà attendere il 2 marzo. La candidatura arriva nove anni dopo quella di La bestia nel cuore di Cristina Comencini e a quindici dalla strepitosa vittoria di un film che siamo fieri sia made in Italy: il perfetto La vita è bella di Roberto Benigni. Uscito negli Stati Uniti a metà novembre, il film di Sorrentino ha ottenuto critiche lusinghiere dalla stampa internazionale con il New York Times lo ha definito “una metafora del declino italiano”. “Quando sono stato negli Stati Uniti e ho mostrato il film sembrava piacesse molto, ma poi mi sono detto ‘chissà’ – aveva detto Sorrentino  – agli americani è piaciuta la libertà con cui è stato utilizzato il mezzo cinematografico e questa grande cavalcata dentro Roma e una certa umanità”. L’Italia ce l’ha fatta e sicuramente molti critici si stanno domandando “ma come ha fatto?” Chi ha amato il film festeggerà e risponderà che nessuno è profeta in patria e che chi non l’apprezza probabilmente è “perchè rode”. Quello che è certo è che 15 anni dopo quell’urlo di Sophia Loren dal palco, l’ormai storico “The winner is… Roberto!!!”, viene da chiedersi che fine abbiano fatto i film che ricorderemo per tutta la vita. Ora citiamo i grandi del nostro passato. Chi citeremo tra vent’anni? Citazioni dal citazionismo? Il successo, tuttavia, non è ancora incoronato. L’opera di Sorrentino dovrà infatti vedersela con The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen (Belgio), The Missing Picture di Rithy Panh (Cambogia); The Hunt di Thomas Vinterberg (Danimarca) e Omar di Hany Abu-Assad (Palestina). Ci auguriamo solo che Servillo, nel caso riceva qualche critica dalla stampa estera, dimostri di aver preso qualche lezione di stile nel frattempo

Queste tutte le candidature per la notte delle stelle:

Miglior film: 12 anni schiavo, Gravity, American Hustle, Captain Phillips, The Wolf of Wall Street, Nebraska, Dallas Buyers Club, Her, Philomena.

Miglior sceneggiatura originale: American Hustle, Blue Jasmine, Her, Nebraska, Dallas Buyers Club.

Miglior attore: Matthew McConaughey, Chiwetel Ejiofor, Leonardo DiCaprio, Bruce Dern, Christian Bale.

Miglior attore non protagonista: Jared Leto, Michael Fassbender, Bradley Cooper, Barkhad Abdi, Jonah Hill.

Miglior attrice protagonista: Cate Blanchett, Judi Dench, Sandra Bullock, Amy Adams, Meryl Streep.

Miglior attrice non protagonista: Sally Hawkins, Jennifer Lawrence, Lupita Nyongo, Julia Roberts, June Squibb.

Miglior film d’animazione: Frozen, The Croods, The Wind Rises, Despicable Me 2, Ernest & Celestine.

Miglior documentario: The Act of Killing, The Square, Cutie and the Boxer, Dirty Wars, 20 Feet From Stardom

Miglior regia: Alfonso Cuaron, Steve McQueen, David O. Russell, Martin Scorsese, Alexander Payne

Point Break: il remake sarà senza Keanu Reeves

keanu-reeves-tuttacronacaEra il 1991 quando sugli schermi appariva per la prima volta il film Point Break, diretto dalla regista premio Oscar Kathryn Bigelow. Ora si è intenzionati a fare il remake ma la star di “Matrix”, Keanu Reeves non vi prenderà parte: “Assolutamente no. Non è il mio posto. Se trovano il modo di farlo funzionare, allora buona fortuna”. L’attore, nella pellicola originale, indossava i panni dell’agente della Fbi Johnny Utah, che si infiltra in una comunità di surfisti per smascherare una banda di criminali. Tmnews.it racconta: nel film anche il grande Patrick Swayze e Gary Busey. Dopo anni di voci su un possibile remake la morte di Swayze nel 2009 aveva affossato il progetto. Due anni fa, tuttavia, la compagnia produttrice Alcon Entertainment ha annunciato che lo realizzerà: “Non è un remake in senso stretto come è stato per Footloose”, ha dichiarato il produttore Andrew Kosove a Indiewire all’inizio dell’anno, aggiungendo tuttavia che ci saranno “elementi del film originale, ma non solo il surf, anche altri sport estremi, anche se il surf rimarrà molto importante nella storia”.

 

 

Niente quote rosa per il cinema: Hollywood è “maschio”

frozen-tuttacronacaDi storie con protagoniste femminili che assicurano incassi, ce ne sono. Basta pensare a Hunger Games con Jennifer Lawrence, Gravity con Sandra Bullock e The Heat con Melissa McCarthy e ancora la Bullock. Il problema, però, è che le donne non sembrano riuscire a conquistare ruoli di prestigio a Hollywood come registe. Tranne rare eccezioni, che sembrano rimanere tali. Come Kathryn Bigelow che vinse l’Oscar come miglior regista per The Hurt Locker. Nella lista dei primi cento film del botteghino americano del 2013 compaiono infatti appena due pellicole dirette da donne: Frozen di Jennifer Lee, codiretto con Chris Buck, e Carrie di Kimberly Peirce. Per gli altri otto titoli, compreso Bling Ring della figlia d’arte Sofia Coppola, gli incassi sono lontani da quello che per Hollywood vuol dire successo. Tuttavia Jennifer Lee, che con il suo film ha ottenuto 263 milioni di dollari solo negli Stati Uniti, è fiduciosa: “Ormai molte donne sono entrate nel mondo dell’animazione – ha raccontato ad Arianna Finos su la Repubblica –  quando ho cominciato il progetto di Ralph spaccatutto metà della squadra era costituita da colleghe e non ho avuto percezione di un ambiente maschile, anche se in passato credo ci sia stato qualche problema. Oggi nella Disney c’è un equilibrio numerico tra uomini e donne, con il risultato che vengono creati personaggi più bilanciati. In questo l’animazione è avanti rispetto al cinema in carne e ossa”. Tuttavia la situazione appare più complata e basta scorrere Variety per trovare cifre preoccupanti: solo il 5% dei 250 film di maggiore incasso sono diretti da donne e ciò che allarma maggiormente è che il trend invece di essere in salita è in discesa. Nel 2012 era il 9%  stando agli studi del Centro di San Diego dedicato a “Donne nel cinema e nella televisione”. Per gli Oscar 2014 si fanno già tanti nomi come potenziali candidati alla statuetta come miglior regista: Alfonso Cuaron, Steven McQueen, David O. Russell, Paul Greengrass, Martin Scorsese, Woody Allen, Spike Jonze. Nessuna donna, quindi.

“12 anni schiavo” a Capri, tra applausi e gente che lascia la sala

12annischiavo-tuttacronacaE’ iniziata la rassegna Capri, Hollywood, dedicata all’Africa e come film d’apertura è stata scelta l’ultima opera del regista Steeve McQueen, 12 anni schiavo, che già tante polemiche aveva suscitato a causa delle locandine create per l’Italia, dove il protagonista Chiwetel Ejiofora viene relegato in un angolo. E polemiche non sono mancate neanche in occasione della proiezione in sala, dove la pellicola ha ricevuto molti applausi ma ha fatto anche sì che diverse persone uscissero per la crudezza delle immagini. ”Immagini quasi attuali – dice Gemma Vecchio, motore della onlus Casa Africa che assiste i migranti all’Ansa- la nudità degli schiavi dell’800 mi ha ricordato quella dei migranti a Lampedusa, sembra non sia passato un secolo. Ho sofferto molto a vedere il film, ma soprattutto perché l’ignoranza è ancora attuale. Bisognerebbe cominciare a non definire più dei nostri simili con la parola schiavo, come se fosse una razza a parte, pensiamo invece a condannare gli schiavisti che ancora oggi costringono i bambini nelle fabbriche”. In ’12 anni schiavo’ le immagini molto dure in particolare quelle delle frustate subite dal protagonista dal negriero, hanno turbato la platea del cinema Paradiso di Anacapri; qualcuno ha abbandonato la sala dinanzi a tanto sangue e realismo.Il produttore del festival Pascal Vicedomini in merito a quanto affermato dalla rivista Variety ha specificato che l’assenza a Capri dell’attrice Lupita nyong’o ”non mi risulta sia dovuta alla polemica sul manifesto italiano del film, accusato di razzismo, ma ad impegni professionali che la Fox Searchlight le ha organizzato in questi giorni negli Usa, strategici per la corsa agli awards proprio in competizione con il biopic su Mandela”.

Il film della polemica: italiani tacciati di razzismo per una locandina

12annischiavo-tuttacronacaIl prossimo 20 febbraio uscirà, nelle sale italiane, l’ultimo film di Steve McQueen, “12 anni schiavo”, candidato a 7 Golden Globe. Ma le locandine della pellicola hanno già fatto la loro apparizione, scatenando la polemica che ha portato gli Usa a tacciare l’Italia di razzismo. Il motivo è semplice: i poster mostrano le gigantografie dei due protagonisti bianchi del film, Brad Pitt e Michael Fassbender. Poco risalto, al contrario, viene dato all’attore di colore Chiwetel Ejiofor che, interpretando lo schiavo Solomon Northup, è l’asse portante della storia.

Il fatto che Ejiofor, che oltreoceano sta raccogliendo tantissimi consensi ed è stato nominato ai Golden Globe come Miglior attore protagonista sia messo in secondo piano non è sfuggito al sito americano BuzzFeed che, attraverso una segnalazione di un utente Tumblr, è riuscito a recuperare le locandine e a farle rimbalzare in tutto il mondo. Buzzfeed titola malignamente: ”I poster di ’12 anni, schiavo’ in Italia promuovono attori bianchi, ignorando la star nera’. Una notizia che e’ stata poi rilanciata anche da altri siti come The Wire e Huffington Post.  E gli attacchi non sono mancati, tanto che in riferimento al nostro Paese si è parlato di “provincialità”, con gli italiani che preferiscono l’immagine del produttore del film, Brad Pitt, che nella pellicola recita solo per pochi minuti. Del resto anche l’altro attore, Michael Fassbender, candidato ai Golden Globe come Miglior attore non protagonista, è sicuramente più noto in Europa rispetto a Ejiofor. Resta dunque da chiedersi se non sia una scelta commerciale quella della BiM, la società che si occupa della distribuzione italiana, sempre che non esista realmente una discriminazione di fondo, anche se sembra più improbabile. Nel frattempo, la polemica si espande.

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La grande bellezza… e la scalata al successo. In lizza per l’Oscar

La-grande-bellezza-Sorrentino-tuttacronacaContinua la sua scalata alla fama il film di Paolo Sorrentino “La grande bellezza”. Dopo il trionfo agli Europeans Film Award e l’ingresso nelle nomination per i Golden Globe, da sempre visti come anticamera per gli Oscar, il titolo italiano è entrato nella shortlist di nove titoli ancora in gara per l’Oscar come miglior film straniero. I cinque titoli finalisti saranno annunciati insieme alle altre candidature il 16 gennaio.

Addio a Joan Fontaine, la star premio Oscar di Hitchcock

joan-fontaine-tuttacronacaE’ morta all’età di 96 anni la star di Hollywood degli anni 40 Joan Fontaine. L’attrice Oscar nel 1942 per il film “Il sospetto” di Alfred Hitchcock si è spenta per cause naturali nella sua casa di Carmel, in California.

Nata il 22 ottobre 1917 a Tokyo, cittadina britannica naturalizzata americana nel 1943, era la sorella minore di Olivia de Havilland, con cui visse una grande rivalità artistica. Dopo un’infanzia segnata da problemi di salute e dalla separazione dei genitori, si trasferì negli Stati Uniti con la madre, della quale adottò il cognome d’arte, e la sorella Olivia. Il suo debutto sul grande schermo risale al 1935 e nel 1941 fu voluta da Alfred Hitchcock accanto a Laurence Olivier per il suo film d’esordio americano, ‘Rebecca, la prima moglie’ che le valse la prima nomination all’Oscar.

Molti furono i grandi registi con i quali lavorò, tra questi: Billy Wilder (“Il valzer dell’imperatore”), Fritz Lang (“L’alibi era perfetto”), George Cukor (“Donne”) e Nicholas Ray (“La seduttrice”). Sposata quattro volte, ha avuto due figlie. Il suo nome è iscritto nella Hollywood Walk of Fame di Los Angeles. L’Oscar vinto per “Il sospetto”, film nel quale recitava accanto a Cary Grant, la rese l’unico interprete di un’opera del regista inglese, donna o uomo, a ottenere l’ambita statuetta. Nello stesso anno, riuscì a battere la sorella, a sua volta candidata con “La porta d’oro” di Mitchell Leisen. Olivia De Havilland si sarebbe poi rifatta nel 1946, imponendosi con “A ciascuno il suo destino”, sempre per la regia di Leisen, e doppiando il successo tre anni dopo con “L’ereditiera” di William Wyler.

Una terza candidatura per la Fontaine risale al 1943, per “Il fiore che non colsi” diretto da Edmund Goulding. Dai suoi quattro matrimoni, si sono sempre conclusi con un divorzio, Fontaine ebbe una figlia, Deborah Leslie, e nel 1952 ne adottò una seconda, Martina, di origini peruviane, che però se ne andò di casa già nel 1963. Una delle vicende più dolorose per l’artista, come lei stessa raccontò nell’autobiografia data alle stampe nel 1978: “No Bed of Roses”, nessun letto di rose per lei.

Kim Basinger, pronta a spegnere le 60 candeline

kim-basinger-tuttacronacaKimila Ann Kim Basinger è nata l’8 dicembre 1953 ad Athens, in Gorgia, negli Stati Uniti e vinse il premio Oscar come Miglio Attrice Non Protagonista in L.A. Confidential. “Nel suo discorso di ringraziamento, disse: “Se qualcuno ha un sogno, che sappia che questa è la prova che è possibile realizzarlo”. Con Alec Baldwin, secondo marito dopo Ron Snyder, ha avuto una figlia, Ireland, una 18enne che le assomiglia molto e lavora come modella.

Come attrice, è stata una dei miti dell’erotismo cinematografico. In un’intervista del 1997, parlando del film che le fece guadagnare l’Oscar, nel quale interpreta una prostituta di lusso, la protagonista di 9 settimana e 1/2 confidò: “Essere un sex symbol in America è più difficile che non esserlo in Europa”. Il suo ultimo lavoro cinematografico è Grudge Match, una commedia con Sylvester Stallone e Robert De Niro. Uno dei suoi segreti di bellezza? Si dice sia non prendere il sole. Ecco una carrellata di foto per vedere i suoi cambiamenti nelle ultime decadi, ora che si appresta, domenica, a compiere 60 anni:

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“La grande bellezza” prova a conquistare l’America: candidato agli Oscar

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Roma si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti, è estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza.

La Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’ANICA, su invito della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, ha designato “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, a rappresentare il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese. La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino vede protagonisti Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte e Isabella Ferrari.

L’annuncio delle cinquine che parteciperanno al premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese sarà dato giovedì 16 gennaio 2014, mentre la cerimonia di consegna dell’86esimo premio Oscar si svolgerà domenica 2 marzo 2014.

L’Oscar si tingerà d’azzurro? I 7 film autocandidatisi per la statuetta

oscar-italia-tuttacronacaEra il 1998 quando Roberto Benigni, balzando da una poltrona all’altra, percorse la distanza che separava il suo posto in sala dal palco e, soprattutto, da quella statuetta che è il sogno di tutti gli addetti di cinema. Era il 1998 e Sofia Loren pronunciò quelle magiche parole: “And the Oscar goes to… ROBERTO!”

Nel 2006, La bestia nel cuore, interpretato da Giovanna Mezzogiorno e diretto da Cristina Comencini, venne nominato come miglior film straniero.

Da allora, più nulla.

Quest’anno ci riprovano, in sette. Sono i titoli tricolore che hanno presentato la loro autocandidatura per la statuetta per il miglior film in lingua non inglese. Lo ha reso noto ieri l’Anica. Sarà la Commissione di Selezione, il 25 settembre, a ufficializzare il film che sarà poi chiamato a rappresentare il nostro Paese ai prossimi Premi Oscar. Bisognerà però attendere il 16 gennaio 2014, giorno dell’annuncio delle cinquine, per sapere se la scelta sarà stata vincente e il/la regista prescelto/a potrà volare a Los Angeles per assistere alla cerimonia di consegna il 2 marzo. I film che guardano a questa meta sono: La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, Miele di Valeria Golino, Viva la Libertà di Roberto Andò, Viaggio Sola di Maria Sole Tognazzi, Razza Bastarda di Alessandro Gassman, Salvo di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. A sorpresa arriva anche il thriller con venature drammatiche Midway tra la vita e la morte di John Real, nome d’arte del 24enne che ha girato la sua opera, 29 copie in tutta Italia, con meno di 100mila euro.

9 capi d’accusa per Pistorius, ma il processo ci sarà l’anno prossimo

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Le indagini sono chiuse e sono 9 capi d’accusa per Oscar Pistorius, sospettato dell’omicidio della  fidanzata Reeva Steenkamp. Secondo quanto riferito da portavoce della South Africa’s National Prosecuting Authority, citato da Abc News, è stata la procura sudafricana a deciderlo redigendo la stesura definitiva dell’atto d’accusa che sarà reso pubblico nel corso dell’udienza del 19 agosto, il giorno il cui Reeva avrebbe compiuto 30 anni. Il processo vero e proprio potrebbe prendere il via all’inizio dell’anno prossimo, dal momento che il caso dovra’ essere trasferito alla North Gauteng High Court.

L’ultimo saluto a Vincenzo Cerami: oggi i funerali a Roma

Vincenzo-Cerami-funerali-tuttacronacaSi sono svolti alla Chiesa degli Artisti i funerali di Vincenzo Cerami, lo scrittore e sceneggiatore che ci ha detto addio mercoledì dopo una lunga malattia. Alla cerimonia, sobria e intensa, hanno preso parte, tra gli altri, Roberto Benigni con Nicoletta Braschi, Ettore Scola, Nicola Piovani, Marco Bellocchio, Raffaele La Capria, il sindaco di Roma Ignazio Marino, Walter Veltroni, Antonio Albanese, Laura Morante, il ministro dei Beni culturali Massimo Bray.


Durante la funzione Mariano Rigillo ha letto un brano dal Vangelo, Silvia Siravo ha recitato la preghiera degli artisti, mentre Norma Martelli, moglie di Piovani e interprete di molti spettacoli di Cerami, ha letto alla fine alcuni suoi versi concludendo: “Grazie poeta da tutti gli attori per tutte le parole con le quali ci hai fatto giocare”. Erano circa 200 le persone che, all’esterno, hanno riservato un ultimo applauso all’autore che tanto da dato alla nostra arte. Il feretro è tumulato al cimitero Flaminio.

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Il mondo del cinema e della cultura piange: è morto Vincenzo Cerami

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Lutto nel mondo del cinema italiano: è morto lo scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano Vincenzo Cerami. Era stato candidato all’Oscar nel 1999 per “La Vita è bella” con Roberto Benigni. Cerami era malato da tempo. Nato a Roma il 2 novembre 1940, figlio di genitori siciliani, alla scuola media era stato allievo di Pier Paolo Pasolini, un incontro che ha sempre ritenuto determinante per le sue scelte successive. Nel 1976 ha fatto il suo debutto nel mondo letterario con il romanzo Un borghese piccolo piccolo,satira delle frustrazioni piccolo-borghesi da cui verrà tratta anche una fortunata trasposizione cinematografica. In seguito, tra le altre opere, ha scritto Addio Lenin (1981), il romanzo fantastico La lepre (1988) e il racconto musicale realizzato con Nicola Piovani Il signor Novecento (1994). Nel 1996 pubblica Consigli a un giovane scrittore (1996), divertita escursione nel mondo della scrittura mentre in Fattacci (1997)racconta e analizza quattro delitti saliti alla ribalta della cronaca italiana. Cerami ha scritto anche racconti, raccolti in La sindrome di Tourette. La sua ultima opera è stata Vite bugiarde, uscita nel 2007

Ma Cerami non si è dedicato solo alla letteratura: ha scritto per il cinema, collaborando con registi quali Bellocchio, Amelio e Benigni. Come commediografo lo ricordiamo quale autore di L’amore delle tre melarance; L’enclave des Papes, 1984; Sua maestà, 1986 e Ring, 2000. In gioventù Cerami si era dedicato anche all’attività sportiva in qualità di rugbista, salvo poi interrompere la carriera nel Frascati a causa di un incidente di gioco. Fino al 2009 ha inoltre ricoperto l’incarico di Ministro dei Beni Culturali del governo ombra del PD al Governo Berlusconi IV. Nello stesso anno, nel mese di giugno, ha ricevuto l’incarico di assessore alla cultura al Comune di Spoleto. La posizione era condizionata  all’elezione a sindaco di Daniele Benedetti, elezione poi effettivamente avvenuta. La sua decennale esperienza, che ha prodotto pagine e sceneggiature che s’imprimono nella storia culturale del nostro Paese, l’ha poi condivisa con gli studenti della scuola di cinema di Cinecittà ACT MULTIMEDIA, dove ha lavorato come docente.

Pistorius in pista per prepararsi al processo!

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Pistorius ancora in pista. Si tratta di “allenamenti a bassa intensità” come ha annunciato il suo portavoce, ma stupisce che ad appena 4 mesi dall’omicidio della fidanzata, la 29enne modella  Reeva Steenkamp, l’atleta riesca a concentrarsi in pista. Lo stesso portavoce ha specificato che  Pistorius “non prevede un rientro vero e proprio nell’agonismo né si pone come obiettivo la preparazione in vista di riprendere a gareggiare”, giacché “al momento la sua priorità continua a rimanere l’iter processuale”. Non la disperazione per la donna che amava e che “accidentalmente”  ha ucciso?

Il portavoce ha spiegato ancora che sono stati “I familiari, e coloro che gli stanno vicino”,  che “lo hanno incoraggiato a trascorrere in pista qualche ora la settimana, affinché questo lo aiuti a recuperare l’equilibrio mentale ed emotivo necessario a superare il trauma, e a prepararsi per il giudizio”.

Oscar e Claudia: insieme, ma solo per allenarsi!

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Una bionda nella vita di Oscar? Per ora il campione paralimpico in attesa di processo per l’omicidio della fidanzata s’incontra tutti i giorni con la 24enne Claudia Viljoen, ma si tratta di lavoro. La ragazza è infatti la sua nuova preparatrice personale e sta aiutando Oscar sia a livello fisico che mentale nella villa dello zio dell’atleta sudafricano, dove è stata allestita una palestra. In Sudafrica, la Viljoen è nota per essere stata nazionale dei 100 ostacoli e ora si ritrova a fare il trait-d-union con il coach del campione paralimpico, Ample Louw, al quale riferisce quotidianamente sullo stato fisico e psicologico di Pistorius. Una fonte vicina alla famiglia di Blade Runner ha raccontato al Daily Mail che: “Claudia e Oscar si allenano ogni mattina, spesso insieme allo zio Arnold e alla sua famiglia, sono veramente amici”. Come Reeva, anche Claudia, felicemente fidanzata con il 30enne manager James Heunis, ha avuto esperienze come modella posando tra l’altro come “Miss Luglio” in un calendario delle atlete sudafricane indossando solamente degli slip e una medaglia.

Pistorius: se ne riparla ad agosto

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Si è recato al tribunale di Pretoria, in Sudafrica, Oscar Pistorius, per la prima udienza sulla morte della sua fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa nella notte di San Valentino. Numerosi giornalisti del posto hanno però riferito che il processo è stato aggiornato al 19 agosto: accolta quindi la richiesta della Procura di un rinvio per effettuare ulteriori indagini. E’ invece di ieri un’intervista rilasciata dal suo manager al settimanale tedesco Der Spiegel, durante la quale ha raccontato che l’atleta paralimpico soffrirebbe di gravi problemi psicologici: “Oscar non dorme, mangia male. Certi giorni va meglio, altri sono terribili. Piange spesso – ha raccontato Peet van Zyl, rivelando che l’ex campione di atletica vede una psicologa due-tre volte a settimana – La psicologa è dura con lui. Ogni volta che lo incontro dopo una seduta sembra completamente svuotato”.

A un giorno dalla prossima udienza esce il disegno di Reeva!

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Domattina alle 9 accusa e difesa staranno in campo. Una con la tesi innocentista e l’altra con la tesi accusatoria. Al centro il protagonista è sempre lui Oscar Pistorius, l’uomo che pistola alla mano, per errore o intenzionalmente, ha ucciso la sua fidanzata. Intanto tabloid britannico Daily Star mostra un disegno che Reeva aveva fatto a 14 anni. E’ shock! La ragazzina aveva disegnato un uomo con la pistola in mano e un donna angelo bionda, in un abito rosso… Quasi una premonizione? Nel disegno c’è anche una scala che va in paradiso… forse, incosciamente, Reeva lo sapeva che la sua esistenza sulla terra non sarebbe poi stata così lunga… o pure solo una tragica coincidenza.

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Ma chi potrebbe incastrare Pistorius se fosse davvero colpevole?

Una delle persone che davvero potrebbero dire la sua sulla vicenda è Francois Hougaard, un amico della modella. Pistorius era geloso della star del rugby sudafricano.? Ci sono voci di corridoio secondo le quali Hougaard avrebe mandato un sms a Reeva la notte della sua morte… fu quel messaggio a far impazzire Pistorius?

Ma oltre a Hougaard, un’altra persona che potrebbe svelare qualche utile particolare è Justin Divaris. Chi è? Un uomo d’affari e  un venditore di automobili che fu chiamato dal corridore durante la notte in cui successe la tragedia. Pistorius lo conosceva bene, erano amici e spesso si faceva prestare le auto sportive proprio da Divaris.

Marc Batchelor, x calciatore professionista sudafricano, sicuramente conosce “l’altra faccia di Pistorius” se come è vero è stato minacciato da Oscar quando provò a flirtare con una ex-ragazza del corridore. Sembra che il campione paraolimpico in quell’occasione lo avrebbe intimidito con queste parole: “Ti spezzo le gambe”.

Ci sarebbe poi la ex di Pistorius, Samantha Taylor che lo descrive come un maniaco del controllo e un dongiovanni. Secondo la ragazza Oscar “Non è sicuramente la persona che appare in pubblico”.

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Altra persona che davvero potrebbe far la differenza al processo è l’amico dell’atleta, Kevin Lerena, testimone di uno strano incidente che sarebbe avvenuto a gennaio (un mese prima della morte di Reeva) dentro un ristorante affollato. Pistorius sarebbe stato incuriosito dalla pistola nuova di un amico che si trovava con loro, avrebbe tolto la sicura e avrebbe sparato un colpo per errore. Il direttore del ristorante, Jason Loupis, ha detto di non aver riferito dell’accaduto alla polizia perchè Pistorius e amici, clienti abituali del suo locale, hanno negato i fatti ai camerieri che si erano avvicinati per capire cosa fosse accaduto. In quell’occasione fortunatamente non ci furono feriti.

Al processo potrebbero contare anche le testimonianze di dodici vicini di casa di Pistorius, cinque uomini della sicurezza e tre infermieri del pronto soccorso, intervenuti sul luogo della tragedia

Aspettando il processo: Pistorius a corto di soldi e notorietà

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Cento giorni fa il giudice Nair del Tribunale di Pretoria ha concesso ad Oscar Pistorius la libertà su cauzione, in attesa del processo che lo vedrà alla sbarra per aver ucciso la fidanzata, Reeva Steenkamp. I suoi avvocati si sono subito messi all’opera: libertà su cauzione prima, passaporto poi, senza contare che l’atleta ha anche potuto far ritorno nella sua abitazione, il luogo del delitto. Ma, nonostante le sue uscite, molto discusse per via del suo atteggiamento, il periodo di gloria, per lui, sembra essere tramontato. Oscar ha messo in vendita tutto il possibile, dai cavalli alle macchine alle case, per poter pagare le parcelle dei suoi avvocati: quasi 5 mila dollari al giorno. Certo, molto dipende da quanto durerà il processo, ma intanto si può prevedere che, la somma finale, sarà prossima a qualche milione di dollari. Se non bastasse quello che dovrà sborsare ai legali, però, ci si è messo di mezzo pure il fisco: multa per circa 75 mila dollari per non aver dichiarato un immobile a Johannesburg. Potrebbe non essere un problema per il campione paralimpico. Se non fosse che, dopo l’omicidio, gli sponsor hanno stracciato i contratti e lui non gareggerà per tutto il 2013. Certo, la sua è una famiglia tra le più ricche di Petroria, ma il colpo non è dei più facili da digerire. Ma questi 100 giorni non sono stati solo salassi economici, “Blade Runner” ha rinunciato sia alla notorietà che, soprattutto, agli allenamenti: è stato visto una volta sulla pista di atletica dell’Università di Pretoria e una seconda durante la criticatissima serata in un ristorante di Johannesbug. dopo di che, mentre nel mondo si scrivono libri, e-book e sceneggiature sulla sua vita, il nulla. Bita blindata la sua, fatta di rari spostamenti in macchina e possibilmente con qualche amico o familiare a “coprirgli le spalle” e che su di lui, al massimo, si lasciano sfuggire un  “Oscar è sempre Oscar, sta bene per le circostanze in cui si trova” (l’amico Mike Azzie). E mentre il campione si limita a qualche allenamento in una palestra-garage la mattina presto, lo zio Arnold racconta: “Un uomo distrutto, circondato dalle foto dell’amore della sua vita. Si è fatto crescere la barba per non essere riconosciuto, non esce mai, sta chiuso in casa”.

 Accusa e difesa hanno chiesto che il processo venga posticipato e slitterà probabilmente ad agosto, in modo che ci sia più tempo per le indagini. Ma martedì 4 giugno sarà comunque un giorno importante perché Pistorius dovrà tornare nell’aula C del Tribunale di Pretoria e mostrarsi nuovamente agli occhi dei media, mentre le polemiche su come vengono condotte le indagini non si placano. Solo ieri sono state rese note le foto del bagno insanguinato dove Reeva è stata uccisa e che potrebbero rivelarsi un problema non da poco per la difesa: la scientifica ha indicato due dei quattro proiettili sotto la maniglia della porta del bagno, che potrebbero dimostrare, come sostiene l’accusa, che gli spari sono stati esplosi dall’alto verso il basso. In questo caso, Pistorius avrebbe avuto le protesi addosso e quindi ci sarebbe stata premeditazione. Ma le foto mostrano anche un inquietante particolare, l’impronta di una scarpa, molto probabilmente quella di Hilton Botha, il primo investigatore del caso Pistorius, poi rimosso dalle indagini per essere implicato in un vecchio caso giudiziario. Tornano così d’attualità una serie di gravi errori commessi dalla scientifica sul luogo del crimine, che potrebbero complicare non di poco il lavoro dell’accusa nelle prossime settimane.

Le foto del bagno di casa Pistorius dove è stata uccisa Reeva.

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Sky News ha ottenuto le immagini scattate all’interno della casa del campione paraolimpico Oscar Pistorius, dove si è consumato il delitto della sua amante Reeva Steenkamp. In particolare l’emittente televisiva è entrata in possesso degli scatti che riguardano il bagno dove la modella è stata uccisa dai colpi di pistola sparati da Oscar. Le immagini sono a sostegno della tesi secondo cui a casa del corridore sarebbe “misteriosamente” scomparso un orologio.  L’immagine è la prima volta che viene mostrata al pubblico e mostra come sulla porta della toilette ci siano due marcatori applicati dalla polizia, che mostrano i fori dei proiettili che hanno poi ucciso la giovane vittima.

 L’atleta ha sempre insistito sul fatto che lui e Steenkamp aveva passato una notte tranquilla, nella sua abitazione che si trova in un comprensorio sicuro a Pretoria. L’atleta, secondo quanto è stato affermato dalla difesa, alle prime ore dell’alba, avrebbe sentito un refolo di vento che proveniva dal balcone. A quel punto Oscar si sarebbe alzato e quando è tornato in camera da letto, nel buio pesto, avrebbe sentito un rumore. Così avrebbe afferrato la pistola per paura che ci potesse essere un ladro.  Poi sentendo rumori nel bagno avrebbe fatto fuoco senza vedere chi ci fosse all’interno. Solo in un secondo momento avrebbe realizzato che in quel bagno si trovava la sua fidanzata Reeva. Secondo l’accusa i fatti sono andati diversamente. Dopo una notte di urli, dovuti forse alla gelosia di Pistorius e probabilmente a qualche bicchiere di troppo, l’uomo avrebbe preso la pistola, infilato le protesi e sparato intenzionalmente sulla modella.

Altre fotografie mostrerebbero impronte nel sangue. Il poliziotto che stava indagando sul caso, il maresciallo Hilton Botha, ha già ammesso di aver camminato sulla scena del crimine senza indossare le coperture di protezione del piede, e di aver così compromesso e contaminato le prove. Il maresciallo è stato rimosso dall’incarico e anche perché su di lui già erano pendenti 7 capi di imputazione per tentato omicidio. Botha da allora si è ritirato dalla polizia.

Due differenti fonti hanno però poi confermato a Sky News che anche altri ufficiali sono stati indagati, in particolare alcuni sarebbero coinvolti con la scomparsa degli orologi dalla casa dell’atleta.

La Polizia del Sud Africa ha preferito non commentare.

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23 giorni al processo: Pistorius si avvicina ai blocchi di partenza

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Martedì 4 giugno Oscar Pistorius dovrà apparire davanti al giudice: inizerà il processo per la morte della fidanza, Reeva Steenkamp, a cui l’atleta paralimpico ha sparato, in casa sua, la notte di San Valentino, affermando poi di averla scambiata per un ladro. Nonostante l’attesa, l’attenzione mediatica su di lui non è scemata e, mentre in rete ci si divide tra innocentisti e colpevolisti, sono in produzione tre libri sull’evento ed è già stato pubblicato un instant-book. Ad Hollywood si programma un film e una foto di Pistorius può arrivare a costare fino a 40 mila euro (tanto era stato offerto ai poliziotti arrivati per primi sul luogo del delitto dalle testate giornalistiche). Ma se per un eventuale film servirà attendere, il vero “show” del processo sta per aprire i battenti e la Holding Pistorius si è già attivata per monetizzare l’evento con libri, cd, pubblicità, ospitate in tv e quant’altro. E l’atleta, nel frattempo, che fa? Dopo 7 giorni di cella, il 22 febbraio il giudice Desmond Nair gli concesse la libertà su cauzione sostenendo che le prove contro Pistorius erano “tutte indiziarie” e lui si ritrovò libero dopo aver pagato una cauzione di 85 mila euro. Qualche giorno a basso profilo e a marzo gli viene concessa la libertà di viaggiare all’estero dal giudice Bert Bam e la possibilità di far rientro alla sua casa a Petroria, luogo dell’omicidio. Da allora Oscar non si è mai recato all’estero per gareggiare, motivo per il quale gli era stato restituito il passaporto, ma non disdegna le uscite con gli amici. Serate, per lo più, chiacchierate visto il suo atteggiamento “sorridente e rilassato”, tanto da arrivare a festeggiare il compleanno in un locale alla moda di Johannesburg. Come racconta il Sunday Times, il resoconto dell’a serata non è edificante: “Molti invitati si sono meravigliati degli atteggiamenti disinvolti di Pistorius. Beveva cocktail e si dava delle arie. Non sembrava proprio uno che, appena due mesi prima, aveva perso l’amore della sua vita” considerato anche che “papeggiava con una bella ragazza”. Gli atteggiamenti inappropriati, però, vengono smentiti dalla sua portavoce, Anneliese Burgees: “Non c’è un giorno in cui Oscar non pianga la sua fidanzata. La famiglia di Reeva e tutti quelli che le erano vicini sono sempre nei suoi pensieri” mentre gli atteggiamenti assunti dall’atleta non sarebbero altro che “un tentativo di riallacciare i rapporti con gli amici suoi e di Reeva. È deplorevole che questo episodio venga gonfiato a dismisura per motivi sensazionalistici”. Incidente o omicidio premeditato, Pistorius tra 23 giorni comparirà in tribunale: ultimo capitolo?

“Lei non sa chi sono io!” In manette Reese Whiterspoon

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E’ trapelata solo oggi la notizia che, venerdì scorso, sono scattate le manette ai polsi dell’attrice statunitense premio Oscar Reese Whiterspoon e del marito Jim Toth. L’auto della coppia, guidata dal marito, è stata fermata dalla polizia ad Atalanta, Georgia, dove l’attrice sta girando “The good lie”. Per l’uomo è scattato il fermo per guida in stato di ebbrezza mentre l’attrice protestava e ostacolava i controlli senza dar retta all’intimidazione degli agenti di restare in auto. Al poliziotto che l’ammanettava, la donna avrebbe detto “Andrai a finire in prima pagina”aggiungendo di non credere che a fermarli fossero stati dei veri agenti. Tra le affermazioni polemiche non è mancata la classica “lei non sa chi sono io”. La coppia è stata in seguito rilasciata e dovraà rispondere delle accuse davanti ad un giudice.

La foto ritirata di Pistorius!

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A scattare la foto di Oscar Pistorius con le protesi da corsa in pista a Pretoria, pubblicata  sul quotidiano sudafricano Beeld, è stata la studentessa Lisa Smith, con il suo BlackBerry. È quanto riferisce Charmaine Koekemoer, allenatrice della squadra di hockey su prato di cui Lisa fa parte e che il 24 marzo, il giorno in cui è stata fatta la foto, stava visitando le strutture sportive dell’università di Pretoria, dove Pistorius si allena abitualmente. Koekemoer ha raccontato che, mentre stava guidando il bus della squadra, ha sentito le ragazze urlare “c’è Oscar, c’è Oscar!” “Le ragazze erano molto agitate, è un’esperienza forte vedere un’icona mondiale nella vita di tutti i giorni. La questione non ha nulla a che fare con il caso in cui Pistorius è coinvolto”, ha detto Koekemoer. “Non lo abbiamo visto correre sulla pista. Stava solo camminando verso il traguardo dei 100 metri nel rettilineo principale. Sembrava che stesse per togliersi le protesi”, ha concluso. Ma l’ Associated Press che aveva messo nel circuito ha ritirato lo scatto e oscurato con un cerchio rosso l’atleta. La famiglia nel frattempo ha smentito la ripresa degli allenamenti dell’atleta paralimpico. Certo vedere così presto Pistorius su un campo di allenamento, così presto, dopo l’omicidio di Reeva, è quanto meno inaspettato… Dove avrà trovato la forza Oscar distrutto dal dolore di tornare a pensare alle gare?

Camera con vista perde la sua sceneggiatrice!

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Ruth Prawer Jhabvala, la scrittrice tedesca celebre per le sceneggiature dei film della coppia Merchant-Ivory, e’ morta oggi a New York.

La Jhabvala, che aveva 85 anni, era malata ai polmoni, ha detto James Ivory, il regista con cui la scrittrice aveva collaborato  in film come Camera con Vista e Casa Howard, con cui e’ stata premiata due volte agli Oscar per la migliore sceneggiatura. Il suo romanzo Calore e polvere ha vinto il Booker Prize nel 1975.

Reeva riposa in pace che Oscar torna ad allenarsi!

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Oscar Pistorius, accusato dell’omicidio volontario della fidanzata Reeva Steenkamp e libero su cauzione, sta pensando di ricominciare ad allenarsi.

lo ha annunciato oggi il suo manager, Peet van Zyl, dopo un incontro con l’atleta. “Ci siamo visti ieri e abbiamo parlato della possibilita’ di tornare ad allenarsi. Sta ad Oscar decidere quando”, ha detto il manager alla stampa sudafricana.

“Secondo me e secondo il suo allenatore e’ una buona idea. Un modo per fargli riprendere una routine”.

Tanto non è successo nulla di grave, può stare tranquillamente con la testa su una gara! Avrà l’assoluzione in tasca?

CHE SCHIFO IL SUDAFRICA! Pistorius ha il suo passaporto!

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Oscar Pistorius riavrà il suo passaporto e sarà libero di viaggiare all’estero. Lo ha stabilito, secondo quanto riportato dai media sudafricani, un giudice di Pretoria dopo che gli avvocati dell’atleta, accusato dell’omicidio della fidanzata dello scorso 14 febbraio, avevano fatto ricorso contro le restrizioni della libertà su cauzione.

L’immoralità di Pistorius e dei suoi avvocati!

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Gli avvocati di Oscar Pistorius, accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp e fuori su cauzione, chiedono di alleggerire le condizioni della sua liberta’ vigilata, in particolare l’impossibilita’ di viaggiare.

“Non ha nessuna intenzione di partecipare a competizioni ma non vedo perche’ non dovrebbe essere autorizzato a viaggiare sotto controllo”, ha detto l’avvocato Barry Roux. Pistorius vorrebbe anche tornare nella casa del delitto e la sospensione dei test su alcol e droghe.

La rimozione dell’omicidio o “dell’incidente” sembra che per Pistorius non sembra un problema, che la rielaborazione del lutto sia avvenuta in tempi rapidi se vuole tornare sul luogo del “delitto”,  se vuole ricominciare tranquillamente a viaggiare, a vivere cancellando completamente Reeva dalla sua memoria. Nessuna etica e nessun pentimento sincero se a poco più di un mese dalla tragedia ciò che sta più a cuore al paraolimpico è solo viaggiare, non sottoporsi ai test e ritornare nella sua lussuosa abitazione… freddo, distaccato, calcolatore… questo è l’uomo Pistorius, un falso mito… uno di quelli da cancellare dall’immaginario collettivo!

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