Terra dei Fuochi: “Scavate anche al Nord”. Parla ancora Schiavone

terra-dei-fuochi-tuttacronacaCarmine Schiavone, il pentito ex Casalesi, parla al Secolo XIX raccontando nuove, scioccanti rivelazioni sull’intreccio indissolubile tra Stato, servizi segreti, poteri economici e mafie. “Scavate anche in Liguria, a Genova, o in altri siti del nord dove ci sono discariche”. Dopo le drammatiche verità sulla Terra dei Fuochi, il collaboratore di giustizia prosegue con le sue scottanti verità e domanda: “Tutti i rifiuti che hanno prodotto al nord dove li hanno smaltiti?” La risposta è che un po’ “li hanno sotterrati sotto le Alpi, ma poi gli altri rifiuti? Quelli in Lombardia o in Piemonte o nella zona industriale di Genova o a La Spezia?”. Per Schiavone si trovano tutte “nelle discariche”, ma “non solo al sud anche al nord”. Schiavone dichiara: “Io lavoravo nella mia zona e posso dire con certezza dove sono interrati i rifiuti campani”. Ma lungo la filiera dell’illegalità si intrecciano e si propagano anche altre relazioni tra Stato e malavita. “E’  da 60 anni che le mafie stanno al Nord, come a Milano così a Genova. Controllate Genova”. Il pentito parla anche dell’esistenza di mafie istituzionalizzate: le istituzioni e i servizi dell’epoca ad esempio permettevano di scaricare i rifiuti tossici ma non solo, “smistavano anche armi, smistavano all’estero attraverso navi nei vari porti”. Ancora Schiavone racconta: “Noi lavoravamo con Eurocem a Napoli, Salerno e Gaeta, dei traffici in quei luoghi ne sono sicuro… ma sapevo che stavano anche ai porti del nord e all’estero attraverso navi”. Ripercorrendo la sua storia, spiega di aver detto tutto alla giustizia “per raccontare la verità”. Il primo verbale di “Spartacus”, suo nome da pentito, è stato nel ’93, “e l’ho fatto per far fermare sto sfacelo, perché la gente moriva, anche con l’acqua minerale”. Fin quando infatti “abbiamo dovuto combattere le nostre guerre interne, mi stava anche bene, però non abbiamo mai ammazzato nessun bambino, nessun innocente”. Prima, spiega, “era un caso di legittima difesa”. L’attacco principale è per le istituzioni corrotte. “Nella zona nostra, ad esempio, mio cugino guadagnava 1,2 mld ma lui era il braccio”. Le menti vere erano l’avvocato Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e il piduista Licio Gelli, che aveva amicizie importanti”. “L’Arpa invece era in mano alla mafia” per questo non hanno mai denunciato e omettevano. I veri “nemici dello stato poi sono all’interno della Dda”, che se vogliono fanno mancare anche i cancellieri o addirittura la carta igienica ai magistrati. Ancora, le istituzioni fingevano di non vedere i traffici di droga mentre “dentro le palme dal Sud America c’erano quintali di cocaina”. Per il pentito la triste verità è che “nessuno la vuole”, il popolo la vuole, “ma le istituzioni no”. “Siamo così arrabbiati di fronte a questo Stato che non fa niente, che lascerà morire la propria gente come pecore”, aggiunge. “Stanno mangiando solo soldi, a livelli di perizie ad esempio”. Mentre fra 15 anni quando le falde acquifere saranno tutte inquinate e la gente morirà quella verità non servirà più a nessuno. “Io ho una responsabilità quella di essere stato un mafioso – ribadisce -, ma la colpa è dei padri che hanno chiuso gli occhi mentre mangiavano soldi”.

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Il vaccino uccise un alpino di cancro! SENTENZA STORICA IN ITALIA

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Dieci anni. Un decennio per arrivare alla sentenza definitiva che collega la morte di Francesco Finessi – alpino di 22 anni di Codigoro nel Ferrarese, morto nel 2002 per un linfoma non Hodgkin – a un vaccino e quindi per la prima volta in Italia   la responsabilità della morte viene attribuita al ministero della Salute.

Il giudice Alessandra De Curtis del tribunale di Ferrara ha riconosciuto un nesso di causalità tra il tumore e i vaccini fatti nel tempo durante il servizio militare di leva, somministrati ‘macroscopicamente’ in modo sbagliato dai medici. Il ministero della Salute è stato infatti condannato stamane a indennizzare la famiglia. «Ora questa sentenza storica – spiega l’avv.Francesco Ferruli di Martinafranca che ha assistito la famiglia assieme al collega di Ferrara Antonio Boldrini – potrà essere applicata a tanti altri casi analoghi. È un segnale di giustizia e sancisce un principio: non a caso ho appena parlato con altri militari che forti di questo pronunciamento, inoltreranno le proprie richieste». Raggiante la mamma, Santa Passaniti: «Tutti i nostri sforzi sono stati ripagati da questa sentenza che ha riconosciuto i danni da vaccino, come abbiamo sempre sostenuto: ora la nostra causa potrà aiutare tanti altri, visto che sono stati più di 3000 i militari morti e malati che non hanno mai messo un piede all’estero in missioni militari (dunque non soggetti a radiazioni di armamenti con uranio impoverito, ndr). I soldi? A noi, me, mio marito e mio figlio, non interessa il lato economico, in 10 anni abbiamo speso molto di più per cause, perizie, viaggi e ricerche di ciò che verrà risarcito».

A novembre il processo penale per il caso Finessi si era concluso davanti al tribunale di Belluno con la condanna a tre anni di Nicola Marchetti, ufficiale medico del 16/o reggimento Alpini di stanza alla caserma Salsa, per falso ideologico e falso materiale commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, per alcune visite mai effettuate sui soldati a lui affidati. In particolare, l’indagine metteva in relazione le mancate visite e un vaccino anti-tifo somministrato due volte a Finessi. Erano stati il quotidiano Repubblica e poi il sito Repubblica.It per primi ad occuparsi di questi casi. Dall’inchiesta giornalistica scaturirono diverse interrogazioni parlamentari, il cambiamento dei protocolli vaccinali di parte delle forze armate e anche la costituzione di diverse commissioni parlamentari.

Per saperne di più vedi l’articolo de La Repubblica. 

Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie

michele_liguori-tuttacronacaE’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.

Assurda idea!!! Fare i vaccini in casa con la stampante 3D

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Vaccini fai da te? C’è chi pensa all’idea di poterli fare con la stampante 3D. Lo strano personaggio che propone l'”assurda idea” è J. Craig Venter. Lui è uno dei più discussi scienziati del nostro secolo che «vuole sostituirsi a Dio», sostengono alcuni suoi detrattori, perché vuole ricreare la vita; «è mosso solo da interessi commerciali e aspira al Nobel», rispondono altri. Quindi di nemici lo scienziato americano, nato a Salt Lake City nel 1946, ne ha molti. Certo nella sua biografia le anomalie non mancano a cominciare dal padre mormone scomunicato perché beveva e fumava troppo. Inoltre sempre Venter è lo scienziato che sta sperimentando la vita artificiale! Inoltre c’è chi teorizza su una prossima pandemia influenzale, una spagnola del XXI sec, che sembra però più un allarmismo per finanziare una corsa alle vaccinazioni piuttosto che un rischio reale. Prova ne è l’allarme poi rientrato sull’influenza suina da virus H1N1. Ma venendo alla fattibilità del “vaccino stampato in casa”  .

Come dice il Corriere.it:

Il software potrebbe essere facilmente scaricato da Internet (e fornirebbe tutti i dettagli genetici del virus) e la stampante 3D potrebbe riprodurre i suoi antigeni, cioè proteine o addirittura frammenti di geni, che, una volta somministrati, stimolano il sistema immunitario a difendersi dall’infezione (le stampanti 3D, infatti, possono fabbricare qualsiasi cosa, attingendo a un serbatoio di materiale biologico precostituito e magari inserire il vaccino neoprodotto in una siringa già pronta per l’uso).

Sempre sul Corriere si legge:

Incontriamo Venter a New Orleans, all’apertura del meeting annuale dell’Ascb (American Society of Cell Biology ) dove presenta il suo secondo libro (il primo è la sua autobiografia) «Life at the speed of light. Sottotitolo: From Double Helix to the Dawn of Digital Life». «La vita, alla fine, è una macchina biologica guidata dal Dna – ci spiega Venter -. Tutte le cellule viventi funzionano grazie al software del Dna che comanda centinaia di migliaia di proteine-robot. Abbiamo imparato a leggere questo software grazie al sequenziamento del patrimonio genetico dell’uomo con il Progetto Genoma Umano. Adesso dobbiamo andare in un’altra direzione: dobbiamo digitalizzare questi codici e sfruttarli per disegnare nuove forme di vita artificiale. L’obiettivo è costruire un software con le informazioni genetiche di un essere vivente, di usarlo per sintetizzare chimicamente il suo Dna in modo da riprodurlo in un altro luogo. Siccome tutte queste informazioni sono digitali, possono essere rapidamente trasferite alla velocità della luce: così si può riprodurre una vita a distanza e in tempi brevi.

Ma l’idea alla base della possibilità di creare vaccini attraverso il metodo chiamato “reverse vaccinology” ovvero (vaccinologia inversa ) che consiste nell’analizzare il virus, trovare i suoi punti deboli e costruire il vaccino adatto. Proprio in questa branca Venter sta collaborando con Rino Rappuoli, un ricercatore italiano che lavora a Siena ed è a capo del Vaccines Research for Novartis Vaccines and Diagnostics.

Ma l’obiettivo finale è ben più complesso e mirabolante e come abbiamo detto si mira a una vita artificiale  e nello specifico sempre sul Corriere.it si apprende che:

Venter ha già alle spalle alcuni successi nella programmazione della vita artificiale: nel 2008 ha annunciato di aver sintetizzato il cromosoma del Mycoplasma genitalium (un microrganismo, il più piccolo esistente in natura, che provoca infezioni genitali) e di averlo inserito in un Mycoplasma capricolum (un germe delle pecore), realizzando così la prima cellula sintetica. Nel 2012, poi, ha dimostrato che questo batterio artificiale poteva avere un suo ciclo vitale, cioè una sua vita autonoma.

Ma questo consentirebbe anche avere un’alternativa agli antibiotici e questa la risposta di Venter al Corriere.it:

Come è possibile allora riprodurre la vita? chiediamo. «Stiamo studiando un prototipo di convertitore digitale biologico (strumento assimilabile alla stampante 3D, ndr ) che potrebbe servire non solo a produrre vaccini in casa, ma anche a combattere una nuova sfida che è quella della resistenza agli antibiotici, grazie ai batteriofagi ».
Fin dal 2003, infatti, Venter si sta occupando di virus chiamati batteriofagi (ha identificato il codice genetico di uno di questi, il Phi-X174) capaci di entrare nei batteri, di inserirsi nel loro Dna e di distruggerli. «L’idea è quella di trovare una strada alternativa agli antibiotici – continua Venter – che in molti casi si stanno rivelando armi spuntate. Così si può pensare di analizzare il Dna di un batterio insensibile ai farmaci, trovare il suo punto debole e costruire un batteriofago, cioè un virus, capace di annientarlo. In tempi rapidissimi e caso per caso». Anche in questo frangente le informazioni, utili per la costruzione del virus-killer del batterio, potrebbero essere veicolate da un software e tradotte, con un convertitore o una stampante 3D, in un “farmaco antibatterico pronto per l’uso”. Oggi i laboratori di Venter possono di progettare e sintetizzare 300 batteriofagi al giorno.

Ma gli studi di Venter non si fermano nè al vaccino, nè alla vita artificiale, nè all’alternativa antibiotico. Viaggiano fino ad arrivare al “teletrasporto biologico”, ecco quello che potrebbe accadere secondo le eccentriche teorie di Venter che ha ancora spiegato al Corriere.it il funzionamento di una macchina a cui sta lavorando chiamata «unità digitale per l’invio della vita»:

Compito dell’unità di invio è trovare, tramite un robot, forme di vita (rappresentate soprattutto da batteri), analizzare il loro patrimonio genetico e generare un file digitale del Dna che possa essere inviato a un convertitore, il quale, a sua volta, può riprodurre la vita originaria di questi microrganismi in un altro luogo. Alcuni esperimenti sono cominciati nel deserto del Mojave in California (con l’obiettivo di cercare microbi e di leggere il loro Dna) ma l’idea più affascinante è portare queste apparecchiature su Marte, intercettare forme viventi e il loro Dna, trascriverlo su software, trasmetterlo, alla velocità della luce, sulla Terra e ricreare, da noi, i «marziani». Senza eventuali contaminazioni.

Terra dei Fuochi e Ilva: screening gratuito per la popolazione

ilva-tuttacronacaSono stati approvati gli emendamenti al dl 136 dalla commissione Ambiente della Camera e l’elemento di novità emerso è che si stanzieranno 25 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell’Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti, ha detto: “Il coordinamento dell’attività relativa agli screening sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti” dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell’Istituto superiore di sanità nell’ambito dello studio ‘Sentieri’, relative alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte. Oggi è stato approvato anche l’emendamento relativo all’aumento di capitale dell’Ilva quale strada per assicurare all’azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale.Come spiega il Sole 24 Ore:

Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell’azienda, i Riva, di partecipare all’aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. “Nel decreto – afferma Bratti – abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l’aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili”. Inoltre, aumentata dal 70 all’80 per cento la quantità di prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell’Ilva deve aver avviato nel periodo – in sostanza l’attuale – che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. “Nell’80 per cento – rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell’Aia concluse che quelle attivate”.

Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare – osserva Realacci – sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine “allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti – conclude Realacci – per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell’Ilva”.

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Vetro nei vaccini, la Merck ritira 743.360 fiale

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Con un comunicato diffuso nei giorni scorsi la Merck ha ritirato volontariamente dal mercato un intero lotto di vaccini Gardasil per il rischio che in alcune di esse – che l’azienda stima possano essere 10 – ci fosse il rischio che contenessero particelle di vetro. Le particelle sarebbero talmente piccole da esser  in grado di passare attraverso gli aghi. Il problema secondo l’azienda si è verificato a causa di un guasto nella produzione delle 743.360 fiale del medicinale, il quale combatte il papillomavirus umano e dunque, a livello di vaccino  è sempre più diffuso, specialmente per prevenire il cancro alla cervice nelle donne. Grazie ad un approfondimento medico, condotto dalla stessa Merck, è emersa la possibilità che i soggetti che si siano sottoposti a vaccini danneggiati possano subire reazioni fisiche. Per questo, adesso, l’azienda sta tentando di rintracciare tutti i clienti a cui il vaccino è stato distribuito tra il 20 agosto e il 9 ottobre del 2013. Tra i primi a riferire di aver acquisato dosi del medicinale vi è stato il Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, ha che annunciato di aver acquistato 350.000 fiale appartenenti a questo lotto di produzione, destinate ai programmi di vaccinazione.

“Coloro che hanno recentemente sottoposto se stessi o i propri parenti ad un vaccino HPV non devono prendere alcuna iniziativa”, ha spiegato la società farmaceutica in un comunicato. “Se un paziente ha ricevuto uno dei vaccini contenenti particelle di vetro (abbastanza piccole da poter passare attraverso un ago), si potrebbero verificare lievi reazioni tipicamente post-vaccinazione (ad esempio, rossore o gonfiore nei pressi del sito di iniezione)”. Nonostante ciò, però, coloro che hanno ricevuto vaccini “danneggiati”, non necessitano di una successiva iniezione e la sterilità stessa del vaccino non risulterebbe compromessa.

Fonte: Articolo Tre

800mila euro in meno: lo Stato taglia la ricerca sul cancro

cro-aviano-tuttacronacaTaglio consistente di finanziamenti al Cro, il Centro di Riferimento Oncologico, di Aviano, in provincia di Pordenone, che dovrà fare i conti con 800mila euro in meno. Il Ministro non è più in grado di garantire la cifra, che quindi è stata cancellata.  Nel particolare, al Cro non arriveranno più da Roma 4 milioni di euro circa, ma poco più di 3 milioni e 150 mila. E l’allarme rischia di suonare anche per i circa 150 ricercatori a contratto che potrebbero, come spiega il Gazzettino, perdere i soldi per continuare le loro linee di ricerca o i contributi legati ai loro progetti. Come dire lo stipendio, già decisamente magro rispetto ai risultati che raggiungono. Un brutto segnale che non colpisce solo il Cro, ma in generale tutti gli Istituti di ricerca della penisola.

Dal cancro si può guarire: la storia del piccolo Noah

noah-cancro-tuttacronacaIl Batson Children Hospital, una struttura ospedaliera situata in Mississipi che ogni anno accoglie e cura milioni di bambini affetti da malattie gravi come la leucemia e il cancro, aveva divulgato quest’immagine qualche mese fa ma ora, mentre si avvicina Natale, è diventata virale. Nella foto appare il piccolo Noah, che a soli quattro anni ha scoperto di soffrire di leucemia, malattia che ha combattuto fino ai sette anni, senza mai cedere nonostante le pesanti cure che gli hanno fatto perdere i capelli. Il suo sorriso, è rimasto invariato, in quei tre anni, come la foto dimostra: sulla sinistra appare a 4 anni, sulla destra all’età di 7. “Il team che l’ha curato non ha mai mollato e nemmeno Noah”, si legge sul sito dell’ospedale americano che gli ha salvato la vita.

In tutù rosa per strappare un sorriso alla moglie malata

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Fotografo di professione, ballerino per hobby, ma soprattutto per strappare un sorriso alla moglie Linda malata di cancro e in chemioterapia. Così Bob Carey ha deciso di fotografarsi in tutù rosa in diversi luoghi: dalla campagna alla montagna, dalla città alla neve. Il tutto ha un nobile scopo, riuscire a formare una fondazione per raccogliere fondi per la ricerca.

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L’eroe che le salvò la vita è morto, ucciso dal cancro. Lei porta a termine il gesto estremo

oliviero-biancato-tuttacronacaSi è tolta la vita lanciandosi dal suo appartamento dal terzo piano a Spinea, nel Veneziano, una donna di 43 anni che già in passato aveva tentato il gesto estremo. La donna, una disoccupata che viveva da sola, è morta sul colpo. Fuori dalla porta, un biglietto: “Non rompetemi i c…”, segno che forse la donna si attendeva quella visita ma non aveva la minima intenzione di farsi aiutare e curare. Un vicino di casa, tra i molti che si sono riversati per strada, non ha potuto far altro che constatare: “Ci aveva provato talmente tante volte, evidentemente è quello che voleva”. I Vigili si erano recati a casa sua nel primo pomeriggio per notificarle un accertamento sanitario, visto che la sua situazione di disagio psichico era ben nota pure ai servizi sociali. Ma non hanno fatto in tempo, l’hanno trovata a terra nel cortile. Tra le tante volte in cui ci aveva provato, una in particolare resta impressa, quando il 25 luglio del 2012 si era lanciata nelle acque del Canal Salso dal cavalcavia di San Giuliano, ma un elettricista di Marcon il 53enne Oliviero Biancato, si era tuffato in acqua per portarla a galla. “Lasciami morire” gli avrebbe confidato la donna disperata. Ma Oliviero non le ha dato retta, perchè il valore della vita lo conosceva bene, lui che stava lottando contro un tumore, aveva appena finito la chemioterapia, sapeva che quel tuffo avrebbe potuto costargli caro ma ha voluto farlo comunque. La storia di Biancato ha fatto molto parlare anche per il licenziamento che subì per le troppe assenze dal lavoro, a causa della malattia. E’ morto poco tempo fa, a novembre. Per quel suo gesto era stato ribattezzato l’Eroe di San Giuliano. Ora non ci sono più. Nè lui, nè la donna che aveva salvato.

Se solo per un secondo… Spensieratezza per battere il cancro

cancro-parrucchiere-tuttacronacaLa Mimi Foundation, associazione francese che si batte contro il cancro, ha preso spunto da una frase pronunciata due anni fa da una donna a cui era stato diagnosticato il cancro per realizzare un progetto davvero unico. “Sapete cosa mi manca di più? Essere spensierata”. Proprio da questa affermazione l’associazione ha avuto l’idea di regalare qualche momento di felicità e così ha riunito venti malati in un salone di bellezza di Bruxelles dove ciascuno ha ricevuto, tenendo gli occhi chiusi, le cure di hair stylist e professionisti del make up. A lavoro ultimato tutti i pazienti, infine, sono stati posizionati davanti a uno specchio a due vie. Dall’altra parte c’era il fotografo Vincent Dixon, reclutato dall’agenzia Leo Burnett. Il professionista doveva cogliere la loro espressione nel momento stesso in cui avessero aperto gli occhi. Il risultato di questo lavoro è il libro fotografico “If only for a second”, online sul sito della fondazione Mimi.

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Cancro ai testicoli aumenta il rischio con l’abbronzatura

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Ci sono probabilità maggiori negli uomini di venire colpiti dal cancro ai testicoli se c’è  il “gene dell’abbronzatura”, presente in otto uomini bianchi su dieci.

La scoperta è frutto di uno studio congiunto dei ricercatori del National Institutes of Health (Nih) e dell’Università di Oxford e questo potrebbe spiegare perché questa tipologia di cancro è più frequente negli uomini di discendenza europea piuttosto che negli africani.

“Le variazioni dei geni si verificano naturalmente, ha spiegato Douglas Bell, coordinatore dello studio, e possono essere comuni in una popolazione se portano a un beneficio di salute. Sembra che questa particolare variante aiuti a proteggere le persone dalla pelle chiara dai danni cutanei dei raggi Uv, come scottature o cancro, stimolando il processo di abbronzatura, ma permette anche alle cellule staminali testicolari di crescere in presenza di danni al dna”.

  

Vivere nella Terra dei Fuochi: “Prego il Signore che purifichi i miei ortaggi”

terra-dei-fuochi-tuttacronacaLa Iena Nadia Toffa torna a parlare della Terra dei Fuochi e intervista il pentito di camorra Carmine Schiavone. Alla trasmissione, l’uomo torna a raccontare di aver rivelato già 16 anni fa, durante gli interrogatori, che nelle zone circostanti Latina, Napoli e Caserta erano state scaricate per anni tonnellate di rifiuti tossici e anche fusti nucleari, il tutto celato nelle cave fino a metri sotto le falde acquifere. A ricoprirli, la terra. “Poi, sopra, i contadini hanno coltivato ortaggi e pascolato le bufale per la mozzarella”. Lo Stato sapeva dunque, ma ha preferito secretare, “Forse per non creare il panico nella popolazione”. Se le parole del pentito corrispondono a verità, si stima che siano stati sversati 120 tir al giorno di materiali altamente pericolosi, che spiegherebbero l’altissima incidenza di decessi per cancro nella zona. Ma perché tutto ciò? “Perché alle aziende, smaltire regolarmente scorie pericoloso costerebbe 2000 euro a fusto, mentre la Camorra si prende solo 200 euro”. Linviata de Le Iene, in seguito, ha incontrato anche uno dei contadini che il suo podere proprio sopra una delle zone incriminate. L’uomo ha confidato: “Quando mangio i miei ortaggi, prego il Signore che li purifichi”.

Muore D’Orta il maestro di “Io speriamo che me la cavo”

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È morto a Napoli Marcello D’Orta, 60 anni, l’autore di ‘Io speriamo che me la cavo’, ammalato da tempo di cancro, l’ex maestro elementare era diventato noto con il best seller dal quale venne ricavato anche un film. Era impegnato ora nella stesura di un libro su Gesù. La notizia è stata data dal figlio, Giacomo. I funerali si terranno domani nella Basilica di San Francesco da Paola, in piazza Plebiscito a Napoli. Lascia la moglie Laura.

Sequestrati ortaggi pronti alla vendita nella Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-ortaggi-tuttacronacaBlitz degli agenti del corpo forestale dello Stato di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, oggi a Caivano, nel Napoletano, durante il quale sono stati sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. L’operazione ha interessato 430mila metri quadrati di campagna tra la famigerata zona Sammereto e quella di Pascarola, al centro dell’area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici, la cosiddetta Terra dei fuochi. Dalle analisi sui campioni prelevati dai pozzi, è emersa la presenza di sostanze considerate altamente tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è scattato nell’ambito di una indagine coordinata dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, ed è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo Forestale del comando provinciale di Napoli. Grazie alle analisi effettuate, è stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione della soglia di contaminazione delle acquee sotterranee in relazione a diverse sostanze: triclorometano, arsenico e solfati. Il reato per il quale si procede è quello di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione: sulla maggior parte dei terreni sequestrati c’erano coltivazioni di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o in atto; la restante parte era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinata all’alimentazione umana. Con il sequestro di oggi sale a 600mila metri quadrati il totale dei campi coltivati sequestrati a Caivano.

Shock in Italia, il tumore colpisce quasi 1 persona su 2, 50 anni fa 1 su 20

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«Cinquanta anni fa si ammalava di tumore una persona su 20, oggi quasi una su 2» ma, nonostante questa forte crescita, rivelata da Il Mattino, l’obiettivo era e resta quello della mortalità zero.

Al primo posto secondo l’oncologo Umberto Veronesi, c’è la prevenzione e poi naturalmente la ricerca.

«Siamo progredendo, parliamo della ricerca e di un’Italia che studia, lavora e si migliora. Parliamo di un’Italia che anche politicamente deve farsi più matura per far sue queste direttrici di impegno condiviso», ha detto il Presidente Napolitano che ha partecipato come ogni anno alla giornata dell’Airc in Quirinale.

E a parlare a nome dell’Italia che crede nella meritocrazia c’è stata una giovane ricercatrice, la biofisica del Cnr di Napoli Anna Chiara De Luca, che ha lasciato l’Italia per lavorare in Scozia e ed poi tornata. «Ma tornare in Italia – ha spiegato – deve essere un’ambizione non un sacrificio» In Italia la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore ha raggiunto il 53%, con una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese. Questa percentuale di sopravvivenza pone l’Italia al terzo posto in Europa, nonostante una popolazione in costante invecchiamento.

Un esempio: in Italia nel 1990 morivano 40 donne ogni 100 mila colpite dal tumore alla mammella; oggi sono 20, la metà, ha riferito il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In totale sono 1,3 milioni gli italiani guariti dal tumore, dunque non più «il male incurabile» ma sempre più una malattia cronica. «I livelli di risposta della popolazione verso l’attività di prevenzione sono più che incoraggianti: in un anno sono state circa 1,5 milioni le donne tra i 50 e i 69 anni sottoposte a screening. I programmi di screening riducono di oltre il 45% la mortalità. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai loro genitori che la prevenzione è un dovere e non una scelta, fa parte dei doveri civici che ognuno di noi assume nei confronti di se stesso e della società», ha aggiunto il ministro. Un appello ai buoni stili di vita condiviso con Veronesi che divide la lotta ai tumori in due grandi aree: controllare e abbattere le sostanze che nell’ambiente possono produrre tumori ed eliminare i comportamenti pericolosi.

«Serve – ha concluso l’oncologo – convincere la popolazione a partecipare a questo programma». «Ma troppe rimangono le differenze per l’accesso agli screening e in qualche caso alle cure», ha sottolineato il ministro che ha ricordato le liste d’attesa e l’appropriatezza delle prestazioni come obiettivi del Patto della salute. Il finanziamento della ricerca oncologica attraverso la ricerca corrente è valsa, dal 2008 al 2012, circa 50 milioni di euro anno; nello stesso quadriennio altri 8 milioni di euro l’anno sono stati destinati ai soli IRCCS oncologici mentre 16 milioni sono andati a tutti gli altri partecipanti (Regioni, aziende ospedaliere) ai quali il conto capitale ha destinato nell’ultimo biennio altri 6 milioni di euro anno. «L’investimento complessivo – ha quindi aggiunto – è intorno ai 55 milioni per anno per i soli IRCCS oncologici. Non sono certo le cifre che si mobilitano in paesi come gli Stati Uniti, per questo dobbiamo pensare a modi nuovi di attrarre investimenti nella ricerca che deve diventare una nostra priorità: ci aiuta infatti ad aumentare il benessere dell’Italia sia dal punto di vista della salute, sia da quello delle economie ad essa collegate».

 

Parabeni… conoscerli per evitarli!

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C’è un nemico invisibile e dannoso che ogni giorno ci avvelena in piccole quantità. Si nasconde nel dentifricio, nello shampoo, nella crema da barba, nei trucchi, nei deodoranti e nelle creme cosmetiche. E’ nei farmaci che assumiamo a volte anche in quei rimedi “naturali”, in quelle capsule gel o nelle pasticche. Si trova negli sciroppi, nel collirio e nei bendaggi. Li ritroviamo nei detersivi per la casa, per i mobili o nel lucido per le scarpe. Li mangiamo con i cibi conservati come la senape, la maionese, i sughi pronti, i concentrati di pomodoro, nella carne in scatola, nei succhi di frutta, etc… Si chiamano parabeni e sono molecole dall’azione conservante che vengono di solito indicati sotto la sigla da E214 a E219. A lungo andare e con l’assunzione quotidiana di questi parabeni, il nostro organismo potrebbe essere danneggiato. Queste sostanze ampiamente utilizzate sono infatti interferenti endocrini, cioè molecole che possono alterare l’equilibrio ormonale inducendo la mancata risposta delle cellule agli ormoni.  Allergie cutanee e dermatiti da contatto sono la patologia più comune legate all’esposizione ai parabeni, Poi vi sono quelle più gravi, da lunga esposizione e legate a squilibri ormonali: tumore alla mammella, all’utero e alle ovaie nella donna; infertilità, cancro alla prostata e ai testicoli nell’uomo. In Danimarca i prodotti con parabeni sono vietati fino al terzo anno di età.

Elvira Naselli su Repubblica riporta le parole di Carla Scesa, docente di Chimica dei prodotti cosmetici della Cattolica di Roma:

“ «I parabeni sono parecchi, ma i più utilizzati sono due, che hanno un peso molecolare minore e risultano i più sicuri, il metil e l’etil-parabene. Questi due sono ammessi dalla legge, con dei limiti. Gli altri, butil e propil- parabene, anch’essi ammessi dalla legge, sono meno utilizzati e possono avere effetti sulla capacità di riproduzione dei ratti. Molte aziende hanno deciso di eliminare i parabeni non perché non siano sicuri, almeno quelli a minor peso molecolare, ma per venire incontro alle richieste dei consumatori. Detto questo, ovviamente esiste un problema di utilizzo, soprattutto per i prodotti ad assorbimento usati ogni giorno, considerato che non siamo in grado di valutare l’entità dell’assorbimento, problema che esiste meno per i prodotti a risciacquo, come shampoo e bagnoschiuma. Il suggerimento è di evitarli sotto i tre anni, perché la cute dei più piccoli ha un maggior assorbimento cutaneo e il loro sistema endocrino è in via di sviluppo, negli anziani, che hanno una pelle più fragile, e quando ci si espone al sole»”.

Allora per difendersi c’è chi sceglie prodotti “paraben free”, ma bisogna fare attenzione, spiega Stefano Dorato, responsabile relazioni scientifiche di Cosmetica Italia, a Repubblica:

“«Paraben free nella maggioranza dei casi non significa senza conservanti, anche se in casi eccezionali, grazie a tipo di formula, produzione in ambienti protetti, uso di packaging monouso o che consente un limitato contatto con l’esterno, come tubetto di plastica o alluminio, si riesce a fabbricare un cosmetico senza conservanti. I prodotti più ricchi di acqua, come shampoo e bagnoschiuma, non possono farne a meno, ed è difficile anche per emulsioni e creme. Sono meno sensibili agli agenti esterni gli aerosol, gli articoli con alte percentuali di alcol, con pH molto alto o molto basso, come gli epilatori o i prodotti per permanenti»”.

Quali prodotti possiamo usare per evitare i parabeni nei detersivi? I gusci di noce nella lavatrice sono un ottimo rimedio, o la pietra deodorante (allume di potassio) reperibile nelle farmacie, per evitare spray o roll on che contengono quasi inevitabilmente i parabeni.

La Terra dei Fuochi e il silenzio dello Stato: parla don Patriciello

terra-dei-fuochi-tuttacronacaIl pentito Carmine Schiavone, nel 1997, fece un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Si parlava del ciclo dei rifiuti e disse, con riferimento agli abitanti del Casertano e del Napoletano, “Tra vent’anni rischiano di morire tutti”. Nelle sessantadue pagine del verbale è scritto anche che l’interramento camorristico delle scorie arriva fino alla provincia di Benevento e Latina. Don Maurizio Patriciello, che della mobilitazione della Terra dei Fuochi  è diventato il volto e si è letto tutte le pagine, esclama: “Se sedici anni fa lo Stato avesse avvertito noi cittadini napoletani e casertani che saremo morti di tumore per lo sversamento dei rifiuti, almeno i giovani avrebbero preso le valigie e sarebbero andati a vivere altrove, e le tante mamme che hanno perso i loro figli malati di cancro non avrebbero partorito in questa terra”. E sottolinea: “Sapevamo già tutto. Carmine Schiavone venne in canonica per dirmelo. Ma quello che ci addolora è che lo Stato per sedici anni ha saputo e non ha fatto nulla. Capisce? Niente! È venuto persino il ministro Balduzzi a dirci che se morivamo di cancro è perchè abbiamo uno stile di vita malsano e fumiamo troppe sigarette!”. Don Praticiello è scosso dalla rabbia. “Ci ricorderanno come la generazione degli stolti”. La lunga intervista è riportata sull’Huffington Post:

Voi stolti o uno Stato criminoso?
No, gli stolti siamo noi tutti perché abbiamo inquinato le nostre stesse terre. Persino i famigliari dei camorristi si ammalano di cancro. Che stoltezza! Sa, ho appena ricevuto la telefonata di un ragazzo. Suo padre si è suicidato e sa perché?

Ce lo dica.
Perché quel pover’uomo aveva dei sintomi che gli hanno fatto pensare di avere un brutto male. E senza attendere il risultato della analisi si è tolto la vita. Sottovalutiamo purtroppo la dimensione del malessere psicologico nel quale la gente di questo territorio è costretta a vivere. Ogni famiglia conta almeno un malato, io stesso ne conto due. Celebro continuamente funerali di persone giovani. E nessuno sa cosa mangiare, cosa acquistare, cosa cucinare.

Nessuna zona è mai stata dichiarata non coltivabile?
Nessuna, mai. Noi beviamo l’acqua delle falde inquinate e mangiamo i prodotti di questa terra. Lo Stato non ha mai avvertito gli agricoltori né ha ordinato perizie tossicologiche. Mai! Schiavone parlava di sversamenti anche nel lago di Lucrino, zona Flegrea, dove ancora oggi abitualmente la gente nuota e pesca senza che le istituzioni abbiano mai sentito l’esigenza di mettere un cartello di divieto.

L’Istituto superiore di Sanità ha detto che gli ortaggi nati nelle campagne di Giugliano sono sanissimi, non contengono metalli pericolosi. Cosa ne pensa?
È incredibile. Per prima cosa mi stupisco che l’attuale ministra della Salute non sia nemmeno un medico e debba fidarsi di queste ricerche. Com’è possibile che la verdura coltivata in zone dove continuamente vengono sversati rifiuti chimici industriali sia buona e commestibile? Abbiamo bisogno della verità.

Nessuno risponde alle vostre domande?
Nessuno. Anzi, continuano a porcele. Dopo quella Commissione d’inchiesta che raccolse le rivelazioni di Carmine Schiavone si sono succedute altre inchieste parlamentari, l’ultima presieduta da Pecorella che venne e chiese: “Come vanno qui le cose? Cosa vedete?”. Ma non avevano già in mano tutto quello che c’era da sapere?

Lei immagina che tutti abbiano taciuto per interesse?
Ci sono i disonesti e ci sono gli ignavi. E poi ci sono gli ignoranti come quel parlamentare della Lega Nord che è arrivato a metà ottobre a Caivano insieme con gli altri membri della Commissione sanità e insisteva sul fatto che il problema fossero i rifiuti urbani. Aveva in testa la monnezza prodotta dagli abitanti di Napoli, è stato difficile spiegargli che la questione riguarda lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali. Quando ha detto: “E’ una questione di civiltà” gli ho risposto che le scorie tossiche dell’Acna di Cengio sono sepolte a Giugliano. Così come le scorie di moltissime industrie del Nord.

Nessuna delle rivelazioni desecretate di Schiavone è una sorpresa?
Una sì. Noi sapevamo che molte amministrazioni del Casertano sono in odor di Camorra. Ma Schiavone ha detto che tutte erano costruite a tavolino dal clan dei Casalesi. Questo mi ha colpito. E anche la rivelazione secondo la quale sono state interrate scorie termo-nucleari. Si rende conto…

In questi giorni qual è la reazione delle persone della Terra dei Fuochi?
È una tragedia. Sono indignate. Arrabbiate. In queste settimane aiuteremo le mamme che hanno perso i loro bambini in relazione, saranno loro a parlare per conto di noi tutti. Mi dicono che se avessero saputo 16 anni fa che c’era il rischio di ammalarsi in massa di tumore sarebbero emigrate. La conseguenza è che ora per questa gente lo Stato da assente è diventato nemico.

Il 16 novembre protesterete a Napoli. Quali sono le vostre richieste immediate?
Corrado Alvaro diceva che a domande vere occorre dare risposte vere. Finora lo Stato non ha dato alcuna risposta, peggio: ha occultato la verità. Per prima cosa si proceda alla mappatura dei siti inquinati cosicché gli agricoltori possano sapere dove coltivare e la gente cosa consumare. E poi a livello europeo si deve introdurre la tracciabilità satellitare dei rifiuti industriali, perché non vadano a finire in altre regioni come la Calabria, in Africa o altrove. Infine occorre escogitare una soluzione per i terreni inquinati. Guardi, qui siamo tre milioni di persone. Molte sono decise a venire anche a Roma per chiedere giustizia. Il diritto alla vita è sacrosanto.

Non le viene voglia di scappare?
Come posso scappare? Sono un sacerdote, non posso abbandonare la mia gente. Ma non fate di me un simbolo.

Leucemia curata con la cannabis depurata?

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Sembrerebbe che un derivato della  cannabis sarebbe in grado di distruggere le cellule cancerose presenti nei malati di leucemia. La malattia ogni anno uccide circa 24000 persone solo negli Usa. La sperimentazione è stata al centro di una ricerca condotta nel Regno Unito i cui risultati poi sono stati riportati dall’Huffigton Post francese e statunitense.

«I cannabinoli svolgono un’azione complessa e interagiscono in una lunga serie di processi attraverso i quali si sviluppa il cancro – ha spiegato Wai Liu, oncologo all’Università di Londra e leader della ricerca – Per questo motivo hanno un grande potenziale se paragonati ad altri farmaci che agiscono singolarmente. L’attività dei cannabinoli è impressionante e penso che possano avere un grande futuro specialmente se affiancati alle chemioterapie classiche».

In che modo i cannabinoli interagiscono con il cancro?

Lo studio di Liu, pubblicato sulla rivista Anticancer Research e in parte finanziato da GW Pharmaceuticals, che già produce farmaci derivati dalla cannabis impiegati nel trattamento delle paralisi indotte da alcuni tipi di sclerosi, ha esaminato gli effetti di sei diverse sostanze non psicoattive derivate dai cannabinoli – e cioè, private delle molecole che danno il senso di stordimento tipico della cannabis – sulle cellule leucemiche. E, secondo quanto osservato dagli scienziati, tali sostanzi avrebbero «una gamma diversificata di qualità terapeutiche» che andrebbero a «individuare e bloccare» le «vie» attraverso cui si sviluppa il cancro. All’Huffington Post, Liu ha sottolineato che, in questa ricerca, sono state utilizzate sostanze «purificate» derivate dai cannabinoli, cioè separate dall’olio di canapa: quest’ultima sostanza, ha spiegato l’esperto, è stata descritta come una sostanza «grezza» contenente fino a 80-100 cannabinoli differenti. «Non sappiamo ancora quali tra queste sostanze possono essere utili nella cura del cancro e quali, invece, possono essere dannose per l’organismo» – ha spiegato Liu. Per il momento, comunque, i derivati della cannabis estratti e utilizzati da Liu e dal suo team per studiarne gli effetti sulle cellule leucemiche sono sei: il cannabinolo (CBD); l’acido cannabidiolico (CBDA); il cannabigerolo (CBG); l’acido cannabigerolico (CBGA), il cannabigevarin (CBGV)e il rispettivo acido (CBGVA).

Nonostante i risultati siano incoraggianti, è difficile stabilire se questo ipotetico trattamento a base di cannabinoli possa essere realmente efficace sulle oltre 200 forme di cancro individuate ad oggi. Ma se è vero che i cannabinoli agiscono sugli stessi meccanismi sui quali agisce la chemioterapia, allora è lecito sperare che le forme tumorali che possono essere curate con la chemioterapia possano rispondere altrettanto bene a a future sperimentazioni a base di cannabinoli. Liu, però, sottolinea ancora che, al contrario di queste forme purificate, fumare la cannabis non avrebbe nessuna indicazione terapeutica:

Fumare la cannabis può portare a un numero imprecisato di problemi: la cannabis è una sostanza molto complessa, composta da oltre ottanta sostanze attive, il che significa che gli eventuali effetti benefici potrebbero essere contrastati da altri effetti negativi. Inoltre, somministrare il farmaco sotto forma di compressa o di iniezione permette di calibrare la dose utile. Fumarla rende più difficile stabilire quanta sostanza si stia assumendo, specialmente perché si mandano in fumo i componenti utili.

L’ultimo spettacolo: l’addio di Milano a Zuzzurro

funerali-zuzzurro-tuttacronacaAlle 11 di questa mattina, nella chiesa di San Vincenzio in Prato, a Milano, più di 500 persone si sono ritrovate per un ultimo saluto ad Andrea Brambilla, mancato lo scorso giovedì, stroncato da un carcinoma polmonare. Per dirla con Nino Formicola, è andata in scena “l’ultima replica di Zuzzurro e Gaspare”: l’uno ritiratosi dietro il sipario, l’altro disorientato, improvvisamente sul palco da solo. La morte del comico che tutti conoscono e riconoscono come l’ispettor Zuzzurro segna anche la fine di una coppia artistica, di un matrimonio artistico durato 40 anni. Con Gaspare, Nino Formicola, oltre ai familiari, la moglie Pamela Aicardi e i figli, anche gli amici e quella “vecchia guardia” di tanta tv degli anni che furono, come Enrico Beruschi e Marco Columbro, passando per Massimo Buscemi, Carlo Pistarino, Silvio Orlando, Maurizio Nichetti, Ricky Gianco e molti altri che hanno incrociato Brambilla in 40 anni di cabaret, teatro, cinema e Tv. Ma anche gli eredi, come Sergio Conforti (Rocco Tanica negli Elio e Le Storie Tese), Ale & Franz e Valentino Picone, che con il duo artistico sono cresciuti. Al termine della funzione, l’applause della folla. Si chiude il sipario.

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Addio Zuzzurro: è morto Andrea Brambilla

zuzzurro-lutto-tuttacronacaLo scorso settembre Andrea Brambilla aveva rilasciato un’intervista in cui raccontava il suo rapporto con il cancro, spiegando che i medici che lo seguivano “Sono molto vaghi. Sulla guarigione, tacciono. Io faccio lo gnorri e loro cambiano discorso. Ma sono meravigliosi all’Istituto dei Tumori di Milano. Competenti e molto attenti all’aspetto psicologico. Ho invitato il mio oncologo alla prima teatrale del 15 ottobre e gli ho detto: ‘Guardi che se non faccio più ridere, la colpa è sua’”. Voleva buttarsi sul lavoro e scacciare gli incubi della malattia con una risata, continuando a regalarne a noi. Ma non ce l’ha fatta. Oggi, all’età di 67 anni, Andrea Brambilla, noto al grande pubblico come Zuzzurro, è morto, stroncato dalla malattia. A darne la conferma l’Ansa: “E’ morto stasera a Milano Andrea Brambilla, Zuzzurro nel duo con Gaspare. Aveva compiuto 67 anni lo scorso 21 agosto ed era ricoverato all’Istituto dei tumori di via Venezian, a Milano, dallo scorso 7 ottobre per un tumore ai polmoni. Lo conferma Nino Formicola, Gaspare nella coppia dall’ospedale dove si trova con la moglie e i figli di Brambilla.” Le prime voci della sua morte avevano iniziato a rincorrersi fin dal pomeriggio. Il suo compagno di tanti spettacoli inizialmente aveva smentito, ma poi sul suo profilo Facebook è apparso il triste post:

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Lo spettacolo che Zuzzurro aspettava con impazienza, ‘Non c’è più il futuro di una volta 2.0′, alla fine, non è mai andato in scena: rimandato a data da destinarsi dal teatro Leonardo di Milano, proprio per via delle condizioni cliniche del comico, come attestato dal documento del suo ricovero:

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Nato a Varese nel 1946, Zuzzurro aveva debuttato con Gaspare (Nino Formicola) in Rai nel 1976 e aveva raggiunto la popolarità interpretando il personaggio del Commissario Zuzzurro in Drive In, storica trasmissione a firma di Antonio Ricci.

Nel 1986 il duo aveva lasciato temporaneamente il video per dedicarsi al teatro. Il 9 gennaio 2002 Brambilla ha avuto un grave incidente stradale e l’attività della coppia si era così interrotta, per poi ripartire successivamente con nuovi spettacoli teatrali qualche saltuaria apparizione televisiva.

Nino Formicola, parlando della morte dell’amico e collega, ha spiegato: “Ieri sera ha avuto una crisi ed oggi lo hanno sedato. Andrea è morto poco prima delle 22”. All’Ansa ha poi raccontato: “Tra qualche mese sarebbero stati 40 anni che ci conoscevamo. Gli avevano diagnosticato il tumore al polmone in febbraio. Lui ha affrontato la malattia con grande piglio ed energia. Devo essere onesto, pensavo di essere preparato ma non è così”. Formicola, Gaspare nella coppia, aggiunge: “Mi sono reso conto che per quanto uno possa essere lucido, razionale, cinico, non c’è nulla da fare”. E racconta che solo due giorni fa avevano parlato di lavoro: “Andrea era un combattente vero. Voleva tornare in palcoscenico a tutti i costi. Non a caso Veronesi ha scritto un articolo su di lui, proprio oggi, in cui lo citava come esempio”. Formicola annuncia anche che i funerali dovrebbero essere sabato a Milano, ma, precisa, “non so ancora nulla di sicuro, ne dove saranno fatti. Probabilmente vicino a casa sua”.

La margarina è potenzialmente cancerogena per bambini e anziani

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La margarina, cioè il grasso, succedaneo del burro, usato in molte preparazioni e che si trova all’interno di molti prodotti alimentari confezionati, può essere cancerogeno su bambini e anziani. La sostanza incriminata è il  3-Monochloropropane-1,2-diol (3-MCPD). Il 3-MCPD è un contaminante che si sviluppa durante la trasformazione di prodotti alimentari, contenenti grassi e sale, quando vengono esposti ad alte temperature di produzione.  Fu rinvenuto per la prima volta una quarantina di anni fa in alimenti come le proteine idrolizzate e la salsa di soia e, non poco tempo dopo, fu classificato, dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), come “possibilmente cancerogeno per l’uomo”.

Nella maggior parte degli alimenti tale sostanza è in quantità trascurabili mentre è a livelli alti tra i “grassi e oli vegetali/animali“.

Come sottolinea il Fatto Quotidiano si trova in particolar modo nelle “margarine vegetali e affini”, a cui è dovuto il 70% dell’assunzione del contaminante, e nei “grassi e oli vegetali”, a cui è dovuto il 28% dell’assunzione (ad eccezione dell’olio di noci). Tale assunzione è risultata al sotto dei livelli raccomandati per la maggior parte della popolazione europea, tranne che per alcuni gruppi: i bambini da 1 a 3 anni e gli anziani oltre i 64 anni di età. Dunque per tali fasce di popolazione sarebbe potenzialmente cancerogeno il consumo abituale di prodotti contenenti margarina, largamente usata nell’industria alimentare. In particolare per prodotti da forno dolci e salati, e il consumo di prodotti contenti oli e grassi vegetali, non meno diffusi.

Nude per beneficienza: ma le femministe insorgono

calendario-ragazze-nude-tuttacronacaSono gli ultimi mesi dell’anno e come da tradizione s’inizia a pensare ai calendari che verranno. E fanno la loro apparizione i nudi di donna. A far discutere a Coventry, in Gran Bretagna, è quello della squadra femminile di canottaggio dell’Università di Warwick, con le giovani atlete che hanno deciso di posare nude per poi devolvere il ricavato in beneficenza. Ma le femministe non approvano e insorgono. A stretto giro di posta, però, sono arrivate le risposte delle studentesse che non hanno intenzione di tornare sui loro passi: “Le femministe vogliono portare avanti la loro lotta per la parità dei diritti, ma in questo caso il nostro calendario non ostacola la loro ‘missione'”.

Tra le accuse mosse alle sportive, c’è chi afferma che alcune di loro avrebbero aderito all’iniziativa solo per avere visibilità. C’è anche chi ha denunciato all’HuffPost che alcune delle modelle improvvisate non  sapevano nemmeno per quale motivo si sarebbero dovute spogliare. Del resto già l’anno scorso, quand’era stato creato un calendario simile, si erano avute molte polemiche, che però non hanno fatto desistere le sportive, visto anche il successo ottenuto. Le circa 8 sterline a cui è venduto il calendario saranno devolute per la ricerca del cancro al seno, così le ragazze rispondono alle agguerrite femministe: “La ricerca per il cancro deve essere penalizzata dal dibattito politico?”.

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Tralicci e cancro, in due palazzi ci sono 36 casi su 150 abitanti

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E’ agghiacciante il dato. 36 su 150 abitanti hanno contratto il cancro. Dove si trova una tale concentrazione di casi? In via Pasquale Sottocorno a Milano. Una strada qualunque? No, in quanto ospita vistosi tralicci.  E chi abita da queste parti ci ha messo poco a mettere in relazione quei tralicci metallici con la quantità preoccupante di malati di cancro.

Il Corriere della Sera riporta la triste contabilità di chi si è ammalato:

In mezzo ci sono nomi e storie. Come la mamma di Alberto C., che vive al quinto piano «e se Dio vuole ha vinto la sua battaglia contro il tumore». C’è il signor Rocco, «in attesa di un trapianto di fegato». C’è Giorgio, ex tassista, «colpito da un cancro alla gola». C’erano altri due tassisti. Abitavano uno sopra l’altro, entrambi uccisi da un tumore al cervello. E in totale, in questa conta tragica, i casi di cancro alla testa sono 7 in un solo civico, dove i malati di tumore sono 23. Altri 9 colpiti alle ovaie, all’intestino, alla prostata. Nell’altro palazzo il cancro ha colpito tredici abitanti su sessanta.

Ecco cosa respiriamo… i dati shock del rapporto Air quality in Europe 2013

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Cosa respiriamo? Ce lo domandiamo spesso, ma forse è uno di quei problemi che davvero non possiamo risolvere. Spesso sentiamo dati allarmanti sull’ambiente, ma dopo qualche ora sembra che la notizia sia già passata e si torna ai problemi quotidiani. In alcune città scattano le targhe pari o dispari, si impedisce la circolazione ai mezzi più inquinanti e il giorno dopo si è già a bordo di quei mezzi vietati appena qualche ora prima. Eppure il rischio lo vediamo tutti i giorni passando lo straccio sul davanzale o sul cruscotto dell’auto… tutto questo sintetizzato nel rapporto di Air quality in Europe 2013 presentato questa mattina dove i dati sembrano ormai confermare che almeno 1 persona su quattro, nelle città europee è costretta a respirare aria con una  quantità di inquinanti che supera i limiti fissati dalla Ue. E 9 persone su 10 sono costrette a respirare un’aria che supera i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale di sanità. Questa è la dimensione del problema Europeo a cui si aggiungono le PM 2,5 cioè le polveri ultrasottili considerate l’inquinante più insidioso che  sono sopra i limiti suggeriti dall’Oms in una percentuale che varia dal 91 al 96% dei casi. E per non farci mancare davvero nulla anche le concentrazioni di ozono di bassa quota, quello pericoloso, superano le indicazioni Oms nel 97-98% dei casi.

Era luglio quando è arrivata la prima importante conferma lanciata sulle pagine di Lancet Oncology in cui si ribadiva una stretta relazione fra inquinamento atmosferico e tumori del polmone.

Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati.

Laura Louise Cannon e la sua vittoria sul cancro… a suon di fashion!

LauraLouiseCannon-blog-cancro-tuttacronacaHa appena 23 anni l’inglese Laura Louise Cannon, ma grinta da vendere. Tanta da riuscire a sconfiggere una malattia devastante come il cancro. C’è chi si lascia abbattere e ne diventa vittima, ma non lei, che ha trovato un modo tutto suo per reagire: immergersi nel mondo del fashion! Dopo aver provato sulla sua pelle la chemioterapia e aver visto i suoi capelli cadere, ha creato un blog, Laura Louise and her naughty disease…, attraverso il quale ha raccontato come essere bella anche seguendo terapie così debilitanti. A forza di affermazioni tipo “Quando hai dei tacchi altissimi nessuno si preoccupa se sei pelata”, la 25enne ha attraversato la malattia con tono ironico e agguerrito, facendosi forza con articoli glamour che l’hanno portata ad avere oltre 100 mila lettori e diventare una star del web.

I manichini con i tumori, così si protesta nella Terra dei Fuochi

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Sono fatti con bottiglie di plastica e parti annerite all’altezza del seno, dello stomaco e dei polmoni, i manichini con i tumori che sono stati installati per protesta la scorsa notte nelle piazze di alcuni Comuni tra le provincie di Napoli e Caserta. Le opere, realizzate da Giovanni Pirozzi, sono una chiara protesta verso il degrado ambientale e l’aumento di cancro nella zona ormai tristemente denominata come Terra dei Fuochi. Per realizzare queste opere sono servite 5 mila bottiglie di plastica e tra i tanti manichini figurano anche tre neonati colpiti dalle neoplasie.

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Lo stadio San Paolo si tinge di nero: in lutto per la Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-sanpaoloinlutto-tuttacronacaI social al servizio della vita. Se prima i vip hanno adottato un comune, ora è partito il tam tam mediatico in Facebook dopo la creazione dell’evento “San Paolo in Lutto“. L’iniziativa è per protestare contro il dramma della Terra dei Fuochi e dell’inquinamento del suolo con i rifiuti industriali velonosi. L’dea è semplice e prende l’avvio dalla partita che la Nazionale disputerà a Napoli contro l’Armenia valida per la qualificazione ai mondiali 2014: si chiede ai tifosi che giungeranno allo stadio di vestirsi di nero e restare in silenzio quando entreranno le squadre. Si legge nel social blu:

“Il 15 Ottobre al San Paolo di Napoli si disputerà Italia-Armenia. Al fine di un impatto mediatico a grossa risonanza si chiede a tutti coloro che si recheranno allo stadio, alle tifoserie, ai club, alla gente comune, a chi si ‘troverà di sorpresa’ allo stadio per tifare l’Italia di vestirsi totalmente di nero e di restare in silenzio quando entrano le squadre. Vi sembrerà nulla ma questo piccolo gesto potrebbe avere un grosso impatto mediatico e dare visibilità alla terra dei fuochi ovvero A NOI TUTTI che continuiamo a morire di cancro e di leucemie, che vediamo i nostri figli morire prima di nascere. Fate cadere in un silenzio tombale il SAN PAOLO.. sarà l’urlo più forte mai sentito prima. Facciamo capire che il nostro paese è vivo..che noi non ci arrendiamo. ‘Forza Napoli’ non è solo un motto per la squadra del cuore ma un motto per la nostra terra! Quando si è solidali Napoli vince..quindi organizzatevi!!! Grazie”

Vip vs camorra: i comuni della Terra dei Fuochi non devono morire

vip-terradeifuochi-tuttacronacaLa Terra dei Fuochi non è sola è una pagina Facebook aperta da Selvaggia Lucarelli e che in pochi giorni ha già superato gli 89mila “mi piace”. Ed è proprio qui che i vip italiani “adottano” i comuni di questo territorio a cavallo tra le province di Napoli e di Caserta postano le foto con cui lanciano il loro appello. Marcianise, Aversa, Nola, Sant’Irpino, ma anche Arienzo, Cellole, San Prisco e tutti gli altri paesi non devono morire. Non possono essere messi in ginocchio da quei rifiuti tossici bruciati nelle campagne. Loro sono personaggi dello spettacolo più o meno noti, musicisti, attori, volti televisivi ma anche sportivi e giornalisti uniti per far sì che “questo territorio e la sua gente – si legge nelle info della pagina – non muoiano avvelenati e dimenticati da tutti.” Spiega Selvaggia all’HuffPost: “Un’iniziativa del genere può aiutare a incoraggiare la gente del posto a non avere paura di scendere in piazza. di protestare, di ribellarsi. Noi, nel nostro piccolo, ci abbiamo messo la faccia. E poi molti non sanno cos’è la terra dei fuochi, da oggi magari lo sapranno”. La pagina ci aiuta anche a capire che solo ora si sta facendo spazio la consapevolezza che l’emergenza che vive questa terra non è solo circoscritta a un’area ben definita, ma è ormai diventata nazionale. Come hanno recentemente ricordato anche Le Iene, in un loro servizio: perchè i prodotti di questa terra poi giungono in tutto il territorio nazionale: “la Terra dei Fuochi non è un’isola”, appunto, e tutti noi siamo destinati a venire a contatto, in un modo o nell’altro, con questa fetta di terreno che è stata utilizzata per un ventennio come pattumiera per i rifiuti tossici di mezza Italia. Senza dimenticare gli abitanti che si ammalano e muoiono, per quel cancro che, qualsiasi parte del corpo colpisca, ha un solo cognome: “camorra”. Per farsene un’idea basta scorrere la pagina Facebook di don Maurizio Patriciello, parroco proprio a Caivano che da anni si batte per portare alla ribalta nazionale l’agonia di quella gente. Ha pregato il Papa, ha parlato con Napolitano, scuotendo le coscienze dei politici locali.

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Le Iene e i rifiuti tossici che “concimano” i prodotti della terra dei fuochi

camorra-rifiutitossici-tuttacronacaLe Iene, ieri, hanno parlato dello sversamento e dell’incendio di rifiuti di ogni genere che la camorra ha praticato illegalmente nelle discariche abusive della ‘terra dei fuochi’, in Campania. Nel serivzio sono apparse persone vittima di tumore, ma anche Carmine Schiavone, pentito dei Casalesi, che ha svelato i retroscena dell’attvità criminale. “Questa roba arrivava dalle centrali tedesche, austriache, svizzere. Arrivavano fanghi tossici, pittura, coloranti. Residui di amianto, piombo, cadmio, tutto”. Anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che da anni si batte contro i roghi e gli sversamenti ha preso la parola: “A Caivano hanno trovato due milioni di metri cubi di metalli pesanti, piombo, cadmio, zinco. Avevamo fatto delle foto a dei cavolfiori che nascevano di colore giallo. Abbiamo fatto delle analisi e sono usciti metalli pesanti in quantità così elevata che il laboratorio non ha voluto darci i risultati. Qua la gente muore, stanno morendo. La gente non usa più nemmeno il termine ‘cancro’. La gente ha il terrore”. Gli inviati de Le Iene hanno vagato per le campagne avvelenate, imbattendosi in cumuli di rifiuti tossici, che spesso vengono dati alle fiamme per non lasciar tracce, tanto lungo sentieri di campagna quanto lungo le strade percorse dalle automobili. In queste zone, dove viene dato alle fiamme anche l’amianto, i contadini proseguono con le loro attività di semina e raccolto. “L’amianto è un killer pericolosissimo – spiega don Patriciello -. Non mi scandalizza il delinquente che ha sversato quell’amianto. Ma mi scandalizza la società civile che vede tutto questo. Questo è proprio il posto dove è venuto l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Poi è andato via e non è successo niente”. Si è talmente, tragicamente, abituati alla morte per cancro che, spiega un ragazzo, “Oramai non si dice più ‘Come è morto?’. Si dice ‘Dove aveva il tumore?” E don Patriciello continua: “Non possiamo fingere di non vedere. E’ il momento di mettere insieme i vari ministeri. E’ inutile che continuano a dare tutta la responsabilità ai sindaci. Loro non ce la faranno mai. Ci sono troppi interessi. O ci si mette insieme o questo popolo è condannato a morte”. Le modalità con cui opera la camorra sono spiegate dall’ex presidente di Legambiente, Raffaele Del Giudice: una prima squadra prepara il letto di combustione con stracci e copertoni e poi, di notte, arriva una seconda squadra, che sversa i rifiuti e appicca il fuoco. «”C’è bisogno del presidio dell’esercito”.  Il dottor Antonio Marfella, intanto, medico dell’istituto tumori Pascale di Napoli dichiara: “Non esiste una sola discarica in Campania che non è rimpinzata di oltre il 50% di rifiuti tossici”. E proprio accanto a una discarica, un campo di pomodori: sono tra i tanti prodotti di quelle terre che poi possono essere venduti. I contadini della zona spiegano che li consegnano solitamente anche alle industrie famose, ad un marchio presente – dicono le Iene senza citare l’azienda in questione – in ogni supermercato italiano. Si vende alla più grossa industria di pelati d’Europa, a prezzo bassissimo. E i prodotti della ‘terra dei fuochi’ arrivano ovunque, anche sulle nostre tavole.

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VELENO NELL’ACQUA? Sempre più cromo in quella bresciana

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C’è sempre più cromo nell’acqua che scende dai rubinetti della zona ovest di Brescia e della Bassa Valtrompia. L’aumento sarebbe dovuto a una conseguenza geofisica, il che significa che non è aumentato l’inquinamento, ma la zona risente dei veleni rilasciati nell’ambiente negli anni passati e che ora proseguono la loro corsa verso la falda più profonda.

Come scrive il Corriere della Sera:

Un «inquinamento a norma di legge», come quello di altre sostanze cancerogene (tetracloroetilene e tricloroetilene, benzene, trialometani, cloruro di vinile) presenti in minuscole tracce nell’acqua pubblica che abbevera la Leonessa. Tracce che rimangono nonostante gli accurati filtraggi a cui la sottopone il gestore. Tracce che il nostro organismo assimila, insieme ad altri inquinanti che ingeriamo con il cibo.

Dopo lo scandalo del Pcb e delle diossine provenienti dalla Caffaro, ora arriva il cromo esavalente. I dati della Asl identificano la presenza media di cromo intorno ai 10 microgrammi per litro, mentre la legge parlano di un limite massimo di 5 microgrammi per l’acqua di falda, che si alza a 50 microgrammi per quella che scende dal rubinetto: limite definito dall’Unione Europea 15 anni fa; ad oggi nessuno Stato membro ha considerato un livello apposito per il cromo esavalente che (prodotto principalmente dall’industria) è anche il più tossico per l’organismo.

Ma cosa dicono le linee guisa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? La concentrazione di cromo nelle acque destinate al consumo umano deve essere di norma inferiore ai 2 microgrammi al litro.

Cosa succede all’estero? Per esempio negli Usa dove l’industrializzazione è sempre stata spinta ai massimi livelli? Prendiamo il caso della California, stato in cui è presente anche la Silicon Valley, dove il valore-guida per il cromo esavalente negli acquedotti è stato abbassato nel 2011 da 0,06 a 0,02 microgrammi/litro, cioè portato a una soglia 500 volte più bassa rispetto a Brescia.

Da dove viene l’inquinamento della falda acquifera di Brescia? Dalla storia industriale della città e della Val Trompia dove i bagni di cromo erano una protezione essenziale per le lavorazioni metalliche. Nella zona si producevano dalle posate alle armi e il cromo era largamente usato. Il problema è stato nello smaltimento e nella mancanza di controlli. Spesso si sversavano le scorie liquide nei corsi d’acqua o nel terreno. Ne è una prova il Mella dove per decenni sono finiti quintali e quintali di liquidi tossici che hanno inquinato i pozzi nella bassa valle, parte della città, fino ad arrivare nella Bassa, dove si coltivava il grano. Le ripercussioni sull’agricoltura sono state ingenti e ora non possono esser “lavati” via facilmente.

Come scrive sempre il Corriere della Sera:

L’acqua di Concesio ad esempio oggi è la peggiore della provincia. Ma presentano livelli preoccupanti anche Villa Carcina e Bovezzo. A Brescia la qualità dell’acqua è molto peggiore nella zona occidentale della città dove si sovrappone in parte al sito Caffaro e sembra seguire il corso del Mella. A2A è stata peraltro costretta a mettere fuori rete pozzi anche bal Villaggio Sereno e a Folzano perché il cromo superava i limiti di legge. Nell’ultimo quinquennio il Comune sta tenendo sotto controllo 46 pozzi, pubblici e privati. E ha individuato i principali focolai di inquinamento Obiettivo della Loggia è portare i privati alla bonifica e non far ricadere gli enormi costi sulla collettività. Come purtroppo sta accadendo per la Caffaro.

Si riuscirà a non far sostenere i costi ai cittadini che oltre l’inquinamento devono subire anche le ripercussioni economiche che questo comporta?

LE 1000 MORTI DI CANCRO A SAVONA, fanno aprire l’inchiesta per Tirreno Power

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Sono arrivate a 1000 nella provincia di Savona le morti per cancro da quando la centrale Tirreno Power è arrivata a Vado Ligure. Questo è il dato esaminato dagli dai consulenti della procura di Savona nell’ambito dell’inchiesta coordinata da Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci. L’azienda è stata quindi messa sotto inchiesta per le emissioni di polveri bianche e rosse che sembrerebbero fuoriuscire dalla centrale a carbone.

I reati ipotizzati dai magistrati nel fascicolo aperto, per ora contro ignoti, sarebbero di disastro ambientale e, più difficile da dimostrare, di omicidio colposo, spiega Giovanni Ciolina su Il Secolo XIX:

“Se i consulenti della procura sono infatti sicuri di poter sostenere la responsabilità dell’impianto a carbone vadese nell’aumento della mortalità per cause tumorali, altrettanto difficile per gli inquirenti appare abbinare il nome di una vittima ad un caso specifico. In sostanza la procura sottolinea come le emissioni inquinanti abbiamo contribuito ad aumentare la mortalità, ma senza essere ancora in grado di individuare un caso specifico di decesso per tumore, la cui insorgenza possa essere attribuita con certezza solo alle emissioni e non anche ad altre cause (familiarità, fumo ecc.)”.

Dopo circa due anni di indagini sul caso Tirreno Power la procura rimane cauta perché teme fughe di notizie prima che le indagini siano del tutto concluse:

“Il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci starebbe aspettando ancora alcune relazioni investigative della polizia giudiziaria, considerate indispensabili alla conclusione dell’inchiesta e alla identificazione di eventuali responsabili da iscrivere nel registro degli indagati per disastro ambientale, la tesi accusatoria più concreta e considerata più “solida” giuridicamente. Così come, peraltro, era successo per una precedente inchiesta sulle sacche di sangue infetto condotta proprio dal procuratore Granero, quando gli investigatori erano riusciti a stabilire l’infezione dei pazienti, ma non la certezza della morte di uno di loro per quel fatto”.

Se dopo anni di studi, anche si licheni, l’inquinamento nella zona di Vado Ligure è stato confermato, la Tirreno Power ha respinto le accuse:

“In questi anni, l’azienda si è sempre difesa sostenendo la non completa affidabilità dei dati e manifestando il totale impegno ( con interventi specifici) a ridurre l’emissione di qualsiasi polvere che possa provocare danni di qualsiasi tipo alla popolazione del savonese. In ballo ci sono centinaia di posti di lavoro e quindi la prudenza è d’obbligo, ma l’influenza delle eventuali emissioni sulla salute pubblica non può certo essere sottovalutata nell’analisi del caso Tirreno Power”.

 

Bambini e centrali nucleari: rischio tumore pediatrico?

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Sorge di nuovo un dubbio che per molti anni, anche dopo il Chernobyl, era di attualità. Davvero ci può essere una correlazione tra le centrali nucleari e il possibile aumento di tumori nei bambini?  Lo sostiene un nuovo studio inglese pubblicato sul British Journal of Cancer che ha esaminato dati provenienti da circa diecimila bimbi britannici che si sono ammalati di leucemia o linfoma non Hodgkin tra il 1962 e il 2007: «Analizzando i casi di queste neoplasie diagnosticati i pazienti con meno di cinque anni d’età, mettendole in relazione con i loro luoghi di residenza e verificando la presenza di centrali in prossimità delle località di nascita, non abbiamo riscontrato un rischio maggiore di sviluppare leucemia o linfoma infantile» riferiscono gli studiosi.

Ma poi, come ammettono gli stessi scienziati, se si confrontano i loro studi con quelli condotti in Germania e in Francia i dati differiscono. Invece sembrano essere coerenti con i dati degli Usa e in Canada dove invece è stato riscontrato un maggiore e significativo rischio di leucemie e linfomi nei bambini che abitano in prossimità (circa 5 chilometri) da una centrale nucleare.

«Nonostante risultati contradditori siano stati riportati in precedenza, anche in altri studi condotti nei paesi scandinavi, rimane la potenziale nocività dell’energia nucleare, il cui ruolo è stato ampiamente dimostrato quale una delle possibili cause di queste neoplasie insorte in età pediatrica, come nel caso dell’esposizione prenatale – risponde Andrea Pession, Direttore dell’unità di Pediatria del Policlinico Sant’Orsola Malpighi Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna -. Inoltre, non va trascurato il fatto che l’effetto dell’esposizione si manifesta dopo un certo periodo di latenza, e quindi, nel caso di bambini irradiati, buona parte dell’effetto si potrebbe manifestare quando si raggiunge l’adolescenza o addirittura l’età adulta».

Per ora l’unica certezza che sembrerebbe dimostrata nel’aumento del pericolo di tumori pediatrici legato alle radiazioni ionizzanti  (includendo anceh la radioterapia e l’uso delle radiazioni durante la gravidanza anche a scopo diagnostico).

«Molto maggiore è il numero di fattori sospetti, ma senza certezze – dice l’esperto -. Come l’esposizione a gas di scarico (per il benzene), a pesticidi o a campi elettromagnetici a bassa frequenza; oppure le infezioni e l’immunodeficienza congenita o acquisita. Sono anche state studiate le esposizioni lavorative dei genitori sin dal periodo precedente al concepimento, così come le loro abitudini di vita, quali la dieta, il consumo di tabacco e alcol. Ma non si è arrivati a risposte definitive che possano confermare o dissipare i sospetti. Per cui, per ora, l’unica precauzione sensata è quella di evitare di esporre i bambini a sostanze che potrebbero essere considerate cancerogene».

I nostri 7 giorni: chi sarà il nostro prossimo passeggero?

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Questa settimana abbiamo fatto un viaggio alla ricerca di chiarimenti. Siamo quindi saliti “in carrozza” e, addentrandoci nell’annoso problema dei vaccini, ci siamo posti domande davanti a quelle dichiarazioni che rilasciò il Dr Hilleman nella sua storica intervista. Da una branca della medicina all’altra abbiamo riportato anche il caso del presunto autismo di Lionel Messi e, per stemperare un po’ l’atmosfera, ci siamo interessati anche dello strano caso delle infermiere cinesi un po’ “sui generis”, per poi svelare che era solo l’ennesimo fake. Cavalcando l’onda dell’ironia è tornato anche Crozza a ironizzare sul Cavaliere, così che si sono stemperate anche le 50 sfumature di… Silvio! E mentre il nostro treno attraversava la settimana c’era Maxi Rodrìguez che metteva a segno tre tunnel in 40 secondi, mentre Balotelli dormiva sogni d’oro e Gilardino si tatuava Peppa Pig. Sono molti i “passeggeri” che sono saliti in vettura con noi, che ci hanno seguito in questo viaggio, che ci hanno raccontato i loro punti di vista, che ci hanno ricordato che un’intera montagna di ricordi non uguaglierà mai una piccola speranza e poi la speranza è diventata certezza grazie a un tweet e abbiamo festeggiato il ritorno di Quirico in Italia. C’è invece ancora un tunnel di dubbi davanti a quanti si domandano cosa accadrebbe ai pensionati, agli esodati o ai cassaintegrati se cadesse il governo e c’è chi la sicurezza ormai l’ha avuta e ha detto Bella Ciao alla pensione.

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Il nostro treno ha poi incrociato il set di una commedia all’italiana con Letta in “una notte da sconosciuto”, mentre un giallo è in preparazione: Lavitola ha già scritto la sceneggiatura “I fondi neri del Cavaliere”. D’altra parte anche per i politici sono tempi duri, sempre a combattere la concorrenza di Uomini e Donne, chiamati a movimentare un talk show, ma in ansia per la poltrona. Ma c’è anche chi ha vuoti di memoria e corteggia una donna che poi scopre di aver sposato! C’è anche chi invece un prete non lo trova e alimenta il gossip. Il nostro treno corre veloce fino alla fine del mondo, ma un attimo prima che accada torna indietro… c’è ancora tempo per stupirsi dell’Ufo sui cieli di Vancouver, per danzare sulle scale infinite di Londra, per il Lego che diventa Thriller! Noi siamo ancora in viaggio e cammino… e siamo curiosi di scoprire chi diventerà il nostro prossimo compagno di viaggio!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

La vera storia dell’ SV40, il virus nascosto nei vaccini

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Dall’articolo di naturalnews del 29 giugno 2011: The true story of SV40, the cancer-causing virus hidden in polio vaccines

Poliomielite, o polio in breve, è una malattia che è esistita fin dai tempi antichi, e nonostante i progressi della medicina che abbiamo fatto negli Stati Uniti in termini di salute normale e naturale, non vi è ancora alcuna cura per questa temuta malattia invalidante.

La poliomielite, un’afflizione virale contagiosa che attacca le cellule nervose e, a volte, il sistema nervoso centrale del corpo, causa un fenomeno conosciuto come atrofia muscolare (una diminuzione della massa muscolare), e, (nei casi più gravi, ndt), può anche causare la paralisi e la morte.

In un report della rivista “A Science Odyssey” si legge “Dal 1900 ci sono stati cicli di epidemie, e ognuno di essi sembrava diventare più forte e più disastroso. La malattia, i cui primi sintomi somigliano all’influenza, ha colpito soprattutto i bambini, ma anche gli adulti, tra cui Franklin Roosevelt”.

Nel 1952 tutto è cambiato, quando il dottor Jonas Salk, uno studente di medicina e ricercatore del virus, ha sviluppato un vaccino contro la polio che, due anni più tardi, è stato accettato per la sperimentazione a livello nazionale. Il principio alla base del vaccino era semplice e familiare: come il vaccino che era stato sviluppato per combattere il vaiolo, anche il vaccino antipolio introduceva una piccola quantità di virus nel corpo, che poi sviluppava anticorpi e la capacità di combattere i ceppi più potenti del malattia.

Sicuramente il vaccino di Salk registrò un successo iniziale, poiché il 60-70 per cento delle persone vaccinate non svilupparono la malattia. Poi iniziarono anche i primi problemi. Circa 200 persone che erano state vaccinate contrassero la malattia, e 11 di loro morirono, costringendo a fermare tutta la sperimentazione. Una volta che si stabilì che c’era un difetto, un lotto mal fabbricato del vaccino che causò questi casi, gli standard di produzione furono resi più restrittivi e le vaccinazioni su vasta scala a livello nazionale ripresero. Quattro milioni di vaccini sono stati usati dal 1955 al 1959, 90 paesi li hanno usati.

Detto questo, quei primi casi non furono la prima e ultima volta in cui il vaccino uccise. In realtà,  il vaccino antipolio di Salk in tutta la sua storia di utilizzo, ha lasciato un cammino di morte sulla sua scia.

Una scoperta mortale.

La produzione e la distribuzione a livello nazionale del vaccino contro la poliomielite entrò in vigore prima della fine del 1950, ma tra il 1959 e il 1960 il Dr. Bernice Eddy, un ricercatore dell’Istituto Nazionale della Salute (NIH), fece una scoperta sorprendente.

Secondo un rapporto da Michael E. Horwin, MA, JD, pubblicato il 3 Novembre 2003, e rilasciato dalla Albany Law Journal of Science & Technology: esaminando le cellule renali macinate di scimmie rhesus – da cui i vaccini antipolio derivarono ​​- scoprì “che le cellule sarebbero morte senza alcuna causa apparente.”

Horwin scrisse:

La Dottoressa Eddy scoprì che le cellule sarebbero morte senza alcuna causa apparente. Lei prese le sospensioni del materiale cellulare da queste colture di cellule renali e lo iniettò nei criceti. I tumori crebbero nei criceti. Poco dopo, gli scienziati della società farmaceutica Merck & Co. scoprirono quello che in seguito sarebbe stato individuato come lo stesso virus identificato da Eddy. Questo virus è stato chiamato Simian Virus 40 o SV40 perché era il 40° virus che si trovava nelle cellule del rene di scimmia.

Pochi mesi dopo, nel 1960, il Dr. Benjamin Sweet e Dr. Maurice Hillman, entrambi scienziati della Merck, pubblicarono i loro risultati. Scrissero che tali virus erano comuni in quella particolare razza di scimmie, in particolare nei loro reni:

La scoperta di questo nuovo virus, l’agente vacuolizzante, rappresenta il riconoscimento di un virus fino a quel momento “non rilevabile”, un virus di culture renali di scimmia e sollevò l’importante questione dell’esistenza di altri virus… Come illustrato nella presente relazione, tutti e 3 i tipi di vaccino antipolio con virus vivo di Sabin, somministrati a milioni di persone di tutte le età, erano stati contaminati dal virus vacuolizzante…

Il termine “virus vacuolizzante” è l’altro nome per SV40. Horwin disse, che più tardi, nel 1962, la dottoressa Eddy pubblicò ulteriori risultati per quanto riguardava il legame tra cancro e SV40.

Il virus (SV40) fu iniettato in una sola volta in 13 criceti e 10 topi neonati. Le neoplasie per via sottocutanea si svilupparono in 11 dei 13 criceti tra i 156 e 380 giorni…

Il Coro dei “negazionisti”

Poco dopo che la scoperta della Dottoressa Eddy fu resa pubblica, una serie di ricercatori e scienziati di grande rilievo, tra cui lo stesso dottor Salk, si fece avanti per difendere il vaccino antipolio.

Una storia pubblicata il 7 aprile 1963 dall’Associated Press  (“New Data Ties Cancer, Virus”), riportò le citazioni di un certo numero di scienziati che sottolinearono che, ad oggi (all’epoca dell’articolo quindi nel 1963, ndt), non era stato scoperto nessun collegamento tra SV40 e cancro negli esseri umani.

L’Associated Press, citando il dottor Michael B. Shimkin del National Cancer Institute, scriveva  “Mi sembra che se ci fosse un pericolo associato al SV-40, orami l’avremmo riconosciuto”. Dr. Shimkin continuò a sostenere che “il pubblico può essere rassicurato” perché attenti studi “non hanno prodotto nessuna prova che nel corso degli ultimi sette anni si è registrato un aumento di leucemia o di cancro che può essere attribuito all’SV-40.”

Il Dr. Joseph L. Melnick della Baylor University in Texas concordò, dicendo che non era stato scoperto alcun legame, facendo eco all’affermazione del dottor Salk, e approvando la storia AP e affermando che anche il dottor Eddy “ha detto che questo virus non è noto per indurre tumori nell’uomo o scimmie”.

Prove di supporto. 

Nel 1960, Horwin nota: il vaccino antipolio iniettabile Salk era stato dato a circa 98 milioni di bambini e di adulti americani, mentre la versione orale di Sabin era stata somministrata a circa 10.000 americani e decine di milioni di cittadini sovietici, dove erano stati condotti gli studi. “E’ stato stimato che il 10% e il 30% dei vaccini conteneva SV40 vivo”. Horwin sottolineò che, nonostante il legame scoperto dalla Dottoressa Eddy, nessuna agenzia federale e nessuna nuova regola federale regolò la fabbricazione, la vendita e la distribuzione di vaccini obbligando i produttori del vaccino antipolio a “scartare i loro semi del poliovirus SV40 contaminati che sono stati la fonte di tutti i vaccini antipolio successivi.”

Successivi test federali dei vaccini, avvenuti a metà degli anni 1960, erano anch’essi inadeguati, come nota Horwin, perché “i test sull’ SV40 di quattordici giorni non erano abbastanza lunghi per rilevare il virus.” Eppure, negli anni dopo, l’incidenza del cancro pediatrico aumentò.

“Infatti, – egli scrisse – il tasso di cancro pediatrico ha continuato a salire attraverso nel 1960, ’70, ’80 e ’90,”.

Questa affermazione è supportata anche da altre ricerche.

“Che il cancro infantile sta diventando sempre più comune è una questione controversa tra gli scienziati”, scrive Amy D. Kyle, per EnviroHealthPolicy.net e aggiunge –  notando un grafico che ha seguito l’aumento dei tassi di cancro pediatrico nella seconda parte del 20 ° secolo – “I dati provenienti dai sistemi di monitoraggio del cancro negli Stati Uniti suggeriscono che il cancro infantile è in aumento”.

L’ American Childhood Cancer Association fa un passo avanti, affermando che secondo le statistiche, il cancro è il killer numero uno dei bambini negli Stati Uniti.

Nel 2005 il National Network for Immunization Information pubblicò un rapporto in qualche modo in conflitto per quel che riguarda un legame tra SV40 e tassi di cancro in aumento.

“Anche se SV40 ha proprietà biologiche coerenti con un virus che causa il cancro, non è stato definitivamente stabilito se ha causato il cancro negli esseri umani”, diceva il rapporto. “Studi epidemiologici di gruppi di persone che hanno ricevuto il vaccino antipolio durante 1955-1963 non mostrano un aumentato rischio di cancro.”

Ma più tardi, lo stesso rapporto sembrava contraddire se stesso:

“Tuttavia, un certo numero di studi hanno trovato SV40 in alcune forme di cancro negli esseri umani, come mesoteliomi – tumori rari che si trovano nei polmoni – tumori al cervello e delle ossa; il virus è stato anche trovato in associazione con alcuni tipi di linfoma non-Hodgkin”.

Nel 2002, il comitato di revisione di sicurezza della IOM (Institute of Medicine) concluse che i dati disponibili erano insufficienti per definire se il vaccino antipolio contaminato poteva aver causato il cancro. Poiché non vi era prova biologica, il Comitato ha raccomandato la costante attenzione della sanità pubblica sotto forma di analisi politica, di comunicazione, e di ricerca biologica mirata.

Ci fu anche uno studio da parte della National Academy of Sciences, condotto su richiesta del Centers for Disease Control and Prevention, e non dette risultati “definitivi”. Un gruppo di esperti medici e scientifici incaricato di esaminare ogni possibile legame tra SV40 e aumento del rischio di cancro concluse:

Gli elementi disponibili sono “inadeguati per accettare o rifiutare una relazione causale tra vaccini antipolio contenenti l’SV40 e il cancro”

“E’ forte la prova biologica che SV40 è un virus trasformante,” uno che è in grado di “indurre trasformazione maligna delle cellule animali in coltura”

“E’ limitata la prova biologica che l’esposizione all’SV40 potrebbe causare il cancro negli esseri umani in condizioni naturali”

“E’ limitata la prova biologica che l’esposizione all’SV40 derivante dal vaccino antipolio è legata all’infezione da SV40 negli esseri umani.”

Nella parte delle sue conclusioni nella “valutazione di rilevanza”, la relazione del quadro finale dichiarò, “Il comitato ha concluso che le preoccupazioni circa l’esposizione al virus SV40 attraverso la contaminazione accidentale di vaccini antipolio sono significativi a causa della gravità dei tumori che hanno esiti negativi per la salute e perché potrebbero far venir meno la fiducia del pubblico nel programma di immunizzazione della nazione”.

Inoltre il rapporto finale non raccomandò “una revisione della politica del vaccino antipolio da uno qualsiasi organo consultivo nazionale o federale del vaccino”, perché il vaccino antipolio attuale era libero dall’SV40, ma raccomandò “lo sviluppo di test sierologici sensibili e specifici” per il virus, così come “lo sviluppo e l’uso di … tecniche standardizzate per il rilevamento del virus SV40.

Casi reali – Reali conclusioni. 

In un rapporto del 15 luglio 2001, il San Francisco Chronicle pubblicò un racconto dettagliato della crescente preoccupazione tra i ricercatori che il virus SV40 trovato inizialmente in quei vaccini antipolio era infatti responsabile di elevati tassi di cancro.

“Per quattro decadi, i funzionari del governo hanno insistito sul fatto che non ci sono prove che il virus delle scimmie chiamato SV40 è dannoso per gli esseri umani. Tuttavia, negli ultimi anni, decine di studi scientifici hanno scoperto il virus in un numero sempre crescente di rari tumori correlati del cervello, delle ossa e dei polmoni, lo stesso tumore maligno che SV40 provoca negli animali da laboratorio”. Il rapporto aggiunge “Ancora più preoccupante, il virus è stato rilevato nei tumori rimossi da persone mai inoculati con il vaccino contaminato, portando alcuni a preoccuparsi che quelli infettati dal vaccino potrebbe aver diffuso l’SV40.”

Il Dr. Michele Carbone di Loyola University Medical Center a Maywood, Illinois, disse al giornale che riteneva che il virus fosse cancerogeno per l’uomo. “Dobbiamo creare terapie per le persone che hanno questi tipi di cancro, e adesso possiamo essere capaci di farlo perché abbiamo un obiettivo – SV40,” disse.

Altri dicevano che i pochi studi del governo per quanto riguarda il nesso potenziale erano stati viziati.

Il Dott. Adi Gazdar, un ricercatore dell’Università del Texas Southwestern Medical Center cancer disse”Il governo non ha promosso una vera ricerca. Ecco cosa forse affligge milioni di americani, e sono indifferenti,” e aggiunse “Forse non vogliono sapere.”

Barbara Loe Fisher, presidente e co-fondatore del National Vaccine Information Center, un’organizzazione non-profit che promuove la sicurezza del vaccino, ha testimoniato davanti al sottocomitato di riforma del Comitato Governo alla Camera per i diritti umani e benessere nel settembre 2003 che:

[O]ggi, le agenzie sanitarie federali statunitensi ammettono i seguenti due fatti: il vaccino antipolio Salk rilasciato per uso pubblico tra il 1955 e il 1963 è stato contaminato con SV40 e che l’SV40 ha dimostrato di provocare il cancro negli animali.

Proseguendo, la Fisher ha detto che in una conferenza 1997 sull’SV40 e i tumori umani tenutasi al National Institutes of Health, a cui aveva partecipato, “non vi era disaccordo fra gli scienziati governativi e quelli non governativi su questi due fatti”.

“L’unico disaccordo era se l’SV40 è stato effettivamente individuato nei tumori di bambini e adulti che vivono oggi e, se lo fosse, se il virus della scimmia era infatti il responsabile del loro cancro. Scienziati non governativi che lavorano in laboratori indipendenti di tutto il mondo hanno detto, ‘Sì’. Ma gli scienziati legati al governo degli Stati Uniti ha detto ‘No’.” ha aggiunto la Fisher.

La Fisher ha continuato dicendo che “gli scienziati non governativi accreditati in diversi laboratori di tutto il mondo continuano a identificare SV40 nel cervello umano e nei tumori di bambini e adulti ai polmoni e stanno scoprendo che l’SV40 è anche associato a tumori ossei e dei linfomi non-Hodgkin.”

Nonostante le smentite in corso, un numero crescente di ricercatori continuano a sostenere che non solo c’è un legame autentico tra vaccini di Salk contaminati con SV40 e il cancro, ma che i funzionari del governo federale e le agenzie responsabili di garantire la sicurezza di tali vaccini – allora e di oggi – odiano ammetterlo, forse perché temono le ricadute in termini di cause legali e perso credibilità.

Ma alla fine è probabile che vi sia una prova sufficiente per forzare un cambiamento, perché in base a ciò che è ancora in fase di scoperta del legame, il problema non andrà via comunque via molto presto.

Questa è la traduzione del testo, quindi prima di esprimere pareri definitivi che negano il rapporto Sv-40 con le patologie cancerogene è meglio documentarsi. Questo lo diciamo in particolare all’autore di questo testo:

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Vaccini sottocutanei vs il tumore della pelle.

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La ricerca – del gruppo multicentrico diretto da David Mooney della prestigiosa Harvard University di Boston – per combattere il tumore della pelle, il temibile melanoma, sembra aver trovato un vaccino da applicare sotto cute attraverso dischetti di materiale spugnoso “imbevuti” di un cocktail di principi attivi (fattori di crescita e molecole tumorali del singolo paziente – antigeni personalizzati). Siamo appena alla prima sperimentazione (che durerà fino al 2015), ma il vaccino che in pratica avrebbe il compito di riprogrammare il sistema immunitario del paziente rendendolo capace di attaccare il tumore, sembra che abbia avuto già successo su animali. Lo studio è stato anche pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Questo tipo di vaccino rientra tra quelli denominati “vaccini terapeutici” cioè in grado di istruire  il sistema immunitario del paziente a riconoscere e attaccare selettivamente le cellule tumorali.

Quali sono i passi per arrivare a tale riconoscimento?

Nella maggior parte dei casi vengono prelevate cellule immunitarie del malato che si modificano in provetta facendo loro “incontrare” molecole tumorali (antigeni) che gli servono per imparare a riconosce il tumore. Infine le cellule così modificate si reiniettano nel paziente e dovrebbero essere in grado di operare il riconoscimento.

Quante persone vengono colpite in Italia da questo tumore?

Il melanoma, cancro legato anche all’abbronzatura non protetta e ai lettini solari, colpisce in Italia qualcosa come 7000 persone ogni anno (dati resi noti nel maggio scorso in occasione di dell’Euromelanoma Day 2013).

Questo sicuramente non è il primo vaccino personalizzato in quanto già vi è quello  contro le recidive del glioblastoma, micidiale tumore del cervello: il vaccino, ideato su misura del singolo paziente, è stato testato con successo su 40 malati il cui tumore era ricomparso dopo la terapia standard con chirurgia e chemio.

In Italia, precisamente a Siena, al policlinico Santa Maria alle Scotte si sta conducendo invece uno studio su un vaccino per il cancro al colon e al polmone. 

 

Trascrizione dell’intervista di Dr. Maurice Hilleman sui vaccini

Dr Maurice Hilleman -tuttacronaca

Uno dei più grandi scienziati della Merck, il Dr Maurice Hilleman che lavorava proprio nel settore dei vaccini, ha rilasciato un’intervista registrata nella quale egli ammetteva apertamente che i vaccini somministrati agli americani erano  contaminati con la leucemia e virus tumorali. Naturalmente i suoi colleghi, registrati anch’essi, dopo tali rivelazioni sono scoppiati a ridere e hanno smentito il professore affermando che si potesse trattare solo di un’ipotesi divertente. Ma restano comunque le parole di un medico, di uno scienziato che ha lavorato nel settore e non di un cospiratore dell’ultima ora che si è alzato una mattina e ha inventato una storia apocalittica.

Ecco la trascrizione tradotta dal sito http://naturalnews.com/.

Dr. Len Horowitz: Oggi ascoltate la voce di uno degli esperti più importanti nel campo dei vaccini il Dr. Maurice Hilleman, Capo della Merck Pharmaceutical Company, della divisione dei vaccini. Lui ci vuole informare sul problema che ha (quindi lui stesso, non riferisce di altri) riscontrato con le scimmie importate. Il Dottore spiega soprattutto l’origine dell’AIDS, ma quello che state per ascoltare (leggere, ndt) è stato tagliato (nel senso di eliminato) da eventuali divulgazioni pubbliche.  (in realtà quello che leggo altrove e’ che l’intervista video da cui e’ tratta questa stesura era stata censurata)

Dottor Maurice Hilleman: ritengo che i vaccini devono essere considerati il vero affare della tecnologia di base del 20° secolo .
Narratore: 50 anni fa, quando Maurice Hilleman era uno studente di scuola superiore a Miles City nel Montana, sperava di poter avere i requisiti per diventare uno stage di apprendista manager del locale JC Penney  (specie di Upim vecchia maniera). Invece è divenuto un pioniere nella ricerca delle innovazioni e dello sviluppo dei vaccini, più di chiunque altro nella storia della medicina americana. Tra le scoperte che ha fatto alla Merck , sono vaccini per parotite epidemica (vale a dire gli orecchioni), rosolia e il morbillo…
Dr Edward Shorter (rivolgendosi al Dr Maurice Hilleman): Mi dica come ha trovato (scoperto) SV40 e il vaccino antipolio.
Dr Maurice Hilleman: Beh, questo era alla Merck . Sì, arrivai alla Merck per sviluppare vaccini… E all’epoca avevamo dei virus incontrollabili. Si ricorda dei virus del rene di scimmia e così via? Dopo 6 mesi ho gettato la spugna e ho detto che non era possibile sviluppare vaccini con queste maledette scimmie, siamo alla frutta, e se io non riesco a fare una cosa, chiudo, non vado per tentativi. Così sono andato a vedere Bill Mann allo zoo di Washington DC  e gli ho detto “guarda, ho un problema e non so cosa diavolo fare”. Bill Mann è davvero un uomo brillante.  Gli ho detto queste scimmie pidocchiose se lo beccano mentre se ne stanno nei depositi degli aeroporti, durante il transito, il caricamento e lo scaricamento.
 Egli disse con molta semplicita’ di procedere, prelevando le scimmie direttamente dall’Africa Occidentale, scegliendo la scimmia Africana Verde (Chlorocebus), portale a Madrid, scaricale lì. Lì non c’e’ altro traffico animale. Le imbarchi per Filadelfia, e te le vai a prendere Oppure le fai sbarcare a New York, e vai direttamente sottostiva a prelevarle.  Così siamo andati a prendere le Africane Verdi, e all’epoca non sapevamo che stavamo importando il virus dell’AIDS.
Varie voci di sottofondo: … (risate) …sei stato tu introdurre il virus dell’AIDS nel paese. Ora lo sappiamo! (risate) Questa è la vera storia! (risate). Di cosa non e’ capace la Merck per sviluppare un vaccino! (risate)
Dr Maurice Hilleman: Ciò che fece e’ stato di introdurre… voglio dire noi abbiamo introdotto quelle scimmie nel paese.  Avevo solo quelle e questo rappresentava una soluzione perché quelle scimmie non avevano quei virus incontrollabili, , ma noi…
Dr Edward Shorter : Aspetti, perché le scimmie verdi non avevano quei virus incontrollabili, visto che venivano comunque dall’Africa?
Dr Maurice Hilleman: … perché non venivano, non venivano infettate (non entrando a far parte di) in questo gruppo portatore di tutti gli altri 40 diversi virus…
Dr Edward Shorter : ma avevano quelli (virus) che hanno portato dalla giungla però…
Dr Maurice Hilleman : … sì, avevano quelli, ma quelli erano relativamente pochi. quello che succede con un gruppo in sovraffollamento è che si avrà una trasmissione epidemica di un’infezione in uno spazio ristretto. Comunque, le scimmie verdi arrivarono e prendemmo le nostre precauzioni per ripulirle… ed ora buon Dio scopro dei nuovi virus. Così ho bestemmiato. Bene, ho ricevuto un invito da parte della Sister Kenny Foundation  che era la fondazione avversaria quando si trattava del virus vivo…  (si riferisce a questo: http://www.whale.to/v/eddy.html, cioè a prima di Sabin, che dopo lo scandalo del vaccino fatto con il virus vivo della polio, che contagio’ parecchi bambini, trovo’ la via di uscita di produrre il vaccino con il virus morto. )
(Sister Kinney Foundation  si occupa di riabilitazione per le persone affette dalla Polio e di altre malattie che richiedono comunque la riabilitazione)  (si,vedi:http://www.polioplace.org/people/sister-elizabeth-kenny)
Dr Edward Shorter : Ah, giusto…
Dr Maurice Hilleman: Sì, loro erano saliti sul carro di Salk e mi avevano chiesto di andare a tenere un discorso ad una riunione della Sister Kenny Foundation. Mi sono reso conto che si trattava di un incontro internazionale e Dio buono, cosa gli diro’? So cosa faro’, gli parlero’ del tema del rilevamento di virus non rilevabili.
Dr Albert Sabin: … c’era chi non voleva un vaccino con virus vivo … (incomprensibile ) … concentrava tutti gli sforzi per far si’ che più e più persone ricorressero al vaccino con il virus morto, mentre mi finanziavano perche’ facessi ricerca sui virus vivi.
Dr Maurice Hilleman: Quindi ora ho in mano qualcosa (risate), e sapete che questo attira l’attenzione per attirare l’attenzione. E accidenti, pensai, quel maledetto SV40 , voglio dire quel maledetto agente che fa sbavare (non capisco se davvero il virus provoca sbavamenti, o se e’ per modo di dire….) scegliero’ semplicemente proprio quel virus, quel virus deve trovarsi nei vaccini, deve esserci nei vaccini di Sabin. Quindi ho fatto dei veloci test (risate) ed ecco che effettivamente c’era.
Dr Edward Shorter: Mi venga un colpo.
Dr Maurice Hilleman:… E così adesso …
Dr Edward Shorter: … così hai prelevato scorte di vaccini di Sabin dagli scaffali della Merck…
Dr Maurice Hilleman: … sì , beh era stato prodotto, è stato fatto dalla Merck …
Dr Edward Shorter: Lo stavate facendo per Sabin, a questo punto ?
Dr Maurice Hilleman: … Sì,lo facevano prima che arrivassi io alla Merck…
Dr Edward Shorter: Sì, ma a questo punto Sabin stava ancora solo facendo massicci test sul campo…
Dr Maurice Hilleman: …Già
Dr Edward Shorter:  Bene.
Dr Maurice Hilleman:… in Russia e così via. Così scesi e andai a parlare del rilevamento di virus non rilevabili e dissi ad Albert, ascolta Albert, tu losai che noi due siamo buoni amici, ma ho intenzione di andarcie tu ti arrabbierai. Andro’ a parlare del virus che è nel tuo vaccino. Ti devi disfare del virus, non preoccuparti, lo eliminerai… ma naturalmente Albert era molto turbato…
Dr Edward Shorter : Che cosa le ha detto ?
Dr Maurice Hilleman: … beh, ha detto in sostanza, che questo è solo un’altro offuscamento che stava sconvolgerà (il mondo de) i vaccini. Ho detto, che, lo sai, hai assolutamente ragione, ma qui ci troviamo in una nuova era in termini di rilevamento, e la cosa importante è eliminare questi virus.
Dr Edward Shorter : Perché ha parlato di offuscamento se si tratta di un virus che contamina il vaccino?
Dr Maurice Hilleman: …Beh ci sono 40 diversi virus in questi vaccini che comunque noi stavamo inattivando e …,
Dr Edward Shorter: Ma non stavate inattivando il suo…
Dr Maurice Hilleman: No è vero, ma nel vaccino contro la febbre gialla c’era il virus della leucemia e sapete bene che si era ai tempi di una scienza molto acerba. Comunque sono sceso e gli ho parlato e gli ho detto: bene, perché ti preoccupa? Beh ho detto “Ti dirò una cosa, ho la sensazione dalle mie ossa che questo virus è diverso, io non so perché te lo sto dicendo ma io … ( incomprensibile) … Penso solo che questo virus avrà alcuni effetti a lungo termine.” E lui ha detto “Cosa?” Gli ho risposto “cancro.” (risate) Gli ho detto,  Albert, probabilmente pensi che io sia pazzo, ma ho questa sensazione. Beh, nel frattempo avevamo preso questo virus e lo avevamo testato su scimmie e su criceti. Così abbiamo avuto questo incontro ed e’ diventato l’argomento del giorno, e le battute che correvano erano del tipo “Accidenti, vinceremmo le Olimpiadi perché i russi sarebbero pieni di tumori.” ( risate ) E’ li’ che il vaccino veniva testato, e’ li’ che … così, la riunione andò a farsi friggere, e questo divenne il tema principale. Beh comunque …
Dr Edward Shorter: Questa era ( incomprensibile…. ) dei medici … riunione a New York?
Dr Maurice Hilleman:… beh no , questo era presso la Sister Kinney
Dr Edward Shorter : Sister Kinney, giusto…
Dr Maurice Hilleman: … e Del Becco (sp) (probabilmente vuol dire Dulbecco, che ha avuto un ruolo importante nel vaccino contro la polio) si alzarono. Prevedeva problemi con questi tipi di agenti .
Dr Edward Shorter: Perché non è uscito sulla stampa?
Dr Maurice Hilleman: …Beh, credo che sia uscito, non ricordo. Non abbiamo fatto un comunicato stampa su questo. Ovviamente non si publicizza, si tratta di affari scientifici all’interno della comunità scientifica…
Voce del giornalista: …Una vittoria storica su una terribile malattia è drammaticamente spiegata dall’Università del Michigan. Qui gli scienziati inaugurano una nuova era medica con le relazioni monumentali che dimostrano che il vaccino Salk contro la poliomielite paralizzante fosse un successo clamoroso. E’ il giorno del trionfo del 40enne Dr. Jonas Salk, che ha sviluppato il vaccino. Arriva qui con Basil O’Connor, capo della Fondazione Nazionale per la Paralisi Infantile che ha finanziato i test . Centinaia di giornalisti e scienziati si sono riuniti da tutto il paese per l’annuncio epocale…
Dr Albert Sabin: … Era troppo spettacolare, era troppo Hollywood . C’era troppa esagerazione e l’impressione nel 1957 che – no, nel 1954 – era che il problema fosse risolto, che la polio fosse stata battuta.
Dr Maurice Hilleman: …Ma, in ogni caso sapevamo che era nel nostro ceppo per fare i vaccini . Questo virus vedete, è uno su 10.000 particelle non è uno di quelli attivi … ( incomprensibile) … era la  scienza buona del momento, perché questo era quello che facevi. Non ti preoccupavi di questi virus selvaggi.
Dr Edward Shorter: Quindi lei scoprì che non era stato inattivato nel vaccino di Salk?
Dr Maurice Hilleman: … Giusto. E poi succede che 3, 4 settimane dopo scovi che spuntavano tumori da tutte le parti in questi criceti.
Dr. Len Horowitz: Quindi nonostante l’AIDS e la leucemia divennero improvvisamente una pandemia, grazie ai “virus selvaggi”, ha detto Hilleman, questa all’epoca era “buona scienza”.
NaturalNews ringrazia il Dott. Len Horowitz per aver scoperto questa intervista negli archivi nazionali, e per averla divulgata in modo che il pubblico possa scoprire la verità dietro la letale industria dei vaccini.
(Il video dell’intervista lo potete trovare a questo link)

SHOCK MONDIALE, cancro trasmesso nei vaccini? Lo ammette l’azienda

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L’azienda farmaceutica MERCK ha confessato, la tragedia mondiale che sembrava frutto di una mente squilibrata purtroppo invece è una realtà con cui bisognerà confrontarsi. L’azienda ha ammesso di aver inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini.

La scioccante intervista ovviamente  censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science, è stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio a causa del suoi contenuti, l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo.

Si spiegherebbe infatti l’aumento dell’insorgenza dei tumori negli ultimi 50 anni.

Questo filmato, contenuto nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall’esperto di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l’intervista al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perché la Merck ha diffuso l’Aids, la leucemia ed altre terribili malattie.

Nei vaccini venduti al terzo mondo si è scoperto che questi contenevano l’ormone B-hCG, un anti fertile se immesso in un vaccino.

La Corte Suprema delle Filippine ha scoperto che oltre 3 milioni e mezzo di donne e ragazze hanno assunto questi vaccini contaminati, così come in Nigeria, Thailandia.

Fonte losai.eu

La trascrizione dell’intervista è possibile leggerla al seguente link: Trascrizione dell’intervista di Dr. Maurice Hilleman sui vaccini.

Per approfondire l’argomento è possibile trovare al seguente link la traduzione di un articolo del 29 giugno 2011 apparso su naturalnews dal titolo “The true story of SV40, the cancer-causing virus hidden in polio vaccines”: La vera storia dell’ SV40, il virus nascosto nei vaccini.

Un sito che si può consultare per approfondire l’argomento sui vaccini è: http://www.comilva.org/

AVVISO PER I LETTORI: stiamo cercando di rispondere ai numerosi commenti pervenuti tentando di essere il possibile esaustivi in base alle notizie che possiamo rilevare da fonti attendibili. Risponderemo a tutti e cercheremo di farlo nel minor tempo possibile. Ci scusiamo per l’attesa e vi chiediamo una cortesia: molte persone pongono gli stessi quesiti o fanno le stesse affermazioni. Per evitare di ripetere innumerevoli volte le stesse risposte e per arricchire il dialogo, vi chiediamo di leggere prima i commenti già pubblicati. Grazie per l’attenzione.

vaccini-fonteIl blog del “giornalista informatico e cacciatore di bufale” Il Disinformatico (http://attivissimo.blogspot.it/) ha riportato la nostra notizia, senza però sottolineare che si tratta di una notiza derivata: una svista capita a tutti, anche ai più scaltri cacciatori di bufale! Abbiamo letto con attenzione tale articolo (http://attivissimo.blogspot.it/2013/09/antibufala-la-merck-inocula-il-cancro.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Disinformatico+%28Il+Disinformatico%29) e, considerata la premessa “Prima di pubblicare, basterebbe informarsi almeno un pochino”, speravamo di trovare nel link una smentita alle affermazioni rilasciate dal dr Hilleman, ma purtroppo l’articolo cita una “ Ricerca Wired” del 2007 che afferma “Infatti è indubbio che la Merck abbia “inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini”: ma lo ha fatto per errore, non per un piano diabolico; e lo ha fatto non “tradizionalmente”, ma ha smesso cinquant’anni fa.” Noi ci siamo limitati a riprendere un’intervista che già aveva aveva fatto il giro del mondo senza esprimere nessun giudizio personale, considerato anche che non c’erano elementi per farlo. Le informazioni le avevamo ricavate da “Lo sai.eu” come doverosamente avevamo scritto nel nostro articolo. Quanto alla parola “micidiale” che ha sollevato le obiezioni del bloggista Disinformatico del Link, anche quel termine lo avevamo ripreso dall’articolo citato come nostra fonte.

Schermata 2013-09-11 alle 22.59.41Per avere un maggiore approfondimento sul tema delle vaccinazioni, un articolo dal titolo “Vaccini: quello che nessuno vuole o può dire” è consultabile sul sito de Il Fatto:

Schermata 2013-09-12 alle 00.14.58 Schermata 2013-09-12 alle 00.15.58 Schermata 2013-09-12 alle 00.16.41 Schermata 2013-09-12 alle 00.17.15

Per un ulteriore approfondimento, è possibile anche leggere l’articolo “Vaccini: un database segreto del governo americano di bambini rovinati o uccisipubblicato su Terra Real Time, che a sua volta riporta le sue fonti.

Il 27 gennaio 2014 è inoltre uscita la notizia correlata: Il vaccino uccise un alpino di cancro! SENTENZA STORICA IN ITALIA

Sempre a proposito di Merck, potrebbe interessarvi anche: Vetro nei vaccini, la Merck ritira 743.360 fiale (notizia del 12 gennaio 2014)

Nel frattempo c’è chi pensa anche al “vaccino fai da te” da produrre direttamente in casa. L’articolo si trova qui.

Taranto: la città malata d’inquinamento

taranto-inquinamento-tumori-tuttacronacaL’altro giorno si era parlato dell’incidenza di tumori infantili nella Terra dei Fuochi, ma non è l’unica zona in Italia dove l’inquinamento influisce in maniera così pesantemente negativa sugli abitanti. A Taranto, come denuncia il movimento ambientalista Peacelink, che evidenzia anche il rapporto tra tumori e inquinamento industriale dopo “essere entrata in possesso dei dati attuali degli ammalati di cancro della città”, come ha spiegato l’attivista Alessandro Marescotti, nei quartieri più vicini agli impianti industriali, un abitante su 18 è affetto da patologie tumorali. Per quel che riguarda l’intera città, invece, sono 8.916 “le persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali” (191.848 sono gli abitanti di Taranto, dati dell’ultimo censimento). Secondo quanto riporta Peacelink, “nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale (quartiere Tamburi, Paolo VI, Città vecchia e parte del Borgo), c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione, 4.328 malati su 78mila abitanti”. Sempre gli ambientalasti affermano che invece, in base ai dati citati, “nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’è un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della città vi sono 4.588 malati di tumore su 120mila abitanti. Ovviamente tali dati non possono calcolare tutti coloro che potrebbero avere un tumore latente o non diagnosticato”. Ma l’associazione ha sottolineato anche che “Il sindaco di Taranto, che è un medico avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perché non lo ha fatto? Facciamo appello all’Ordine dei medici perché venga compiuto un opportuno approfondimento su questi dati in modo da individuate le categorie di persone più esposte”. Per Peacelink, infatti, “è venuto i momento di avere dati istantanei su tutte le malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri”.

Morire a 6 anni e mezzo per un tumore: la malattia colpisce nella Terra dei Fuochi

tumore-infantile-acerraLa chiamavano la leonessa la piccola Tonia, sempre pronta a tuffarsi nella vita. Sua madre Giuseppina racconta: “Mia figlia era la vita in persona. L’essenza della vita”. Ed è così che la vuole ricordare, allegra anche nei momenti più avversi: “Ha subito sette interventi. Radioterapia e chemioterapia a due anni e mezzo. Non si è mai arresa, mai un capriccio, mai nemmeno una lacrima per il mal di testa. Io le dicevo: Tonia dobbiamo fare la terapia. Lei mi rispondeva: ok facciamo la terapia. Tonia ora avrai un po’ di dolore qui. Sì mamma, va bene mamma, non ti preoccupare mamma”. Aveva solo sei anni e mezzo, eppure ” A volte si meravigliava perché qualche altro bimbo scoppiava a piangere. Lei invece no, sempre buona, responsabile, obbediente. Era un angelo, forse per questo Dio se l’è presa”. E il piccolo angelo ora non ce più, le sue ali spezzate da un medullo blastoma, un tumore al cervello. La stessa patologia ha colpito altri due bimbi di Acerra, il paese di Tonia, un comune tra Napoli e Caserta, nella Terra dei Fuochi. “L’inquinamento ha causato la malattia di mia figlia? Io non lo posso dire con certezza. Ma certo qui da noi stanno succedendo cose terribili. Non possiamo continuare a stare zitti e qualcuno deve dirci costa sta succedendo”, dice la madre della piccola. “Sono convinta che, in qualsiasi altro posto, mia figlia non si sarebbe mai ammalata – spiega -. Ovunque andassi, da Roma a Pordenone, nei reparti di oncologia degli ospedali incontravo soltanto bambini della nostra zona. Tra Napoli e Caserta. A qualche medico ho chiesto come mai, se in qualche modo si spiegassero questa strage di innocenti. Loro allargavano le braccia. Non rispondevano. O forse non potevano farlo”. Ma come ricorda il Corriere, i tumori nell’età infantile sono molto rari, e se anche la patologia da cui era affetta Tonia è uno dei più comuni, l’incidenza annua è comunque stimata in 0,5 casi ogni 100.000 bambini. Per questo non si può non porsi domande se tre bambini ne vengono colpiti in uno stesso comune da 56mila abitanti. Anche perchè si tratta di una pizzola area, nota come la Terra dei Fuochi, racchiusa tra le province di Napoli e Caserta. Qui la pressione ambientale è altissima: c’era la Montefibre, si trovano i cementifici,  le acque inquinate dei Regi Lagni e le discariche abusive, senza dimenticare il termovalorizzatore. Acerra è uno dei vertici del cosiddetto triangolo della morte, il territorio a più alta incidenza tumorale d’Italia, analizzato dal primo storico studio di Lancet del 2004. Ma di tumori se ne parla, così come si fa con la diossina, ma non si fa nulla. Ci sono le istituzioni immobili e i veleni della camorra stoccati nel sottosuolo. Ci sono i roghi di rifiuti tossici e le oltre cinquemila discariche abusive e non. E non si possono scordare le piramidi di sette milioni di ecoballe nelle campagne di Giugliano, i pozzi inquinati, la diossina e i metalli pesanti.L’Istituto Pascale ha recentemente rilevato che tra Napoli e Caserta la mortalità per tumore è aumentata del 15-20 per cento. In alcuni comuni, tra cui Acerra, l’aumento supera il 30 per cento. Si raggiungono anche picchi del 47%. In 7 anni sarebbero 9969 le vittime dell’inquinamento, come riporta il dossier Sentieri sulle aree contaminate: si tratta di tumori al sistema respiratorio, leucemie, malattie cardiovascolari. Nel corriere del Mezzogiorno si era invece letta un’inchiesta di Roberto Russo che svelava, tra le altre cose, che nei comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo, negli ultimi cinque anni le richieste di «esenzione ticket per neoplasia» sono aumentate del 300%. Ma le conferme arrivano anche dal ministero della Saluto che, lo scorso gennaio, riportava: “Per quanto riguarda i tumori maligni nel loro complesso, la mortalità in Campania tra gli uomini è superiori ai valori dell’intera Italia per il contributo delle province di Caserta e Napoli”. Ma il ministero cerca le cause, principalmente, nello stile di vita della popolazione locale e non nell’avvelenamento del terreno: “In assenza di studi adeguati il ministero non poteva rispondere diversamente”, spiega Antonio Marfella, ricercatore di medici per l’ambiente. “Il nodo è come sempre il nesso di causalità – aggiunge Marfella -. Ovvero il collegamento scientificamente dimostrato tra inquinamento e patologie correlate. In Campania non è stato accertato perché, ad oggi, nessun istituzione lo vuole cercare”. Negli ultimi vent’anno, il numero di bambini affetti da tumore è in costante crescita. Secondo i medici ambientali a causa dell’esposizione dei genitori ad agenti esterni, che spesso comportano danni a livello epigenetico. Determinano cioè un’impronta negativa che influenza la crescita dell’embrione. Ma in Campania mancano dati affidabili. Gaetano Rivezzi, presidente casertano e campano di Medici per l’Ambiente, ha affermato: “Ad un’osservazione empirica, i casi di bambini affetti da tumore sembrano corrispondere ai comuni dove è stato accertato un pesante impatto sull’ambiente. I tumori infantili, soprattutto in provincia di Caserta, sono la spia di una modifica delle patologie cliniche associabili o correlabili all’inquinamento. Purtroppo abbiamo un aumento spaventoso dei casi che si stanno moltiplicando a dismisura”. Nel 2011, l’associazione italiana oncologi scriveva: “L’aumento di incidenza di diverse neoplasie giovanili ed in particolare dei tumori infantili è un segnale che fa pensare che la nostra generazione stia consegnando a quelle future un Ambiente gravemente ammalato”. E a farne le spese, tra i molti, troppi altri bambini, anche la piccola Tonia, che ha iniziato la sua lotta a 2 anni e mezzo. Anche la sua dottoressa, Roberta Migliorati, oncologa del Santobono di Napoli, ha spiegato che “la sua malattia, il medullo blastoma, è tra i più frequenti tumori cerebrali in età infantile. Ma tutto è relativo, dal momento che i tumori pediatrici sono molto rari”. Rari, ma lei in cura anche un altro piccolo di Acerra mentre in passato ha assistito due bambini di Grumo Nevano, paese di 20mila abitanti, entrambi affetti da neuro blastoma. “Ma sono dati empirici che non dicono nulla sul piano scientifico – aggiunge -. Noi che operiamo sul campo avvertiamo il bisogno di un registro epidemiologico che copra l’intera regione. Esistono singoli registri di tumori pediatrici di singole Asl, la Napoli 2 o la Salerno uno, ad esempio. E noi viviamo di estrapolazioni”. E il registro della fascia pediatrica, ancora manca.

In Cina si muore per le scorie chimiche, ma le autorità negano

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In Cina si muore per le scorie chimiche anche a distanza di anni. Per l’esattezza sono 4 anni che l’impianto chimico Xianghe nella cittadina agricola di Zhentou nella provincia cinese dell’Hunan ha chiuso, ma le persone continuano a morire di cancro causato da esposizione a metalli pesanti. Troppe morti e se i giovani cercano di fuggire altrove chi rimane davanti a se a poche speranze di rimanere in vita. Gli agricoltori hanno smesso di vendere i loro prodotti, che in quella zona della Cina, sono l’unica risorsa per vivere da quando l’impianto ha chiuso e molti sono stati licenziati. Quel terreno è inquinato e la pioggia è veleno, come si può vivere a contatto con un inquinamento così massiccio? Naturalmente le autorità locali negano, anzi ribattono che hanno speso 16 milioni di yuan per la pulizia del suolo e hanno fatto sapere che ora la terra è stata bonificata e può essere coltivata di nuovo. Ma la gente non ci crede. Lo scorso anno alcuni abitanti hanno sottoposto un campione di terreno ad una analisi presso un laboratorio privato. I test hanno rivelato un livello di cadmio di 93,8 milligrammi per chilogrammo laddove in base alle norme nazionali i terreni agricoli dovrebbero contenere non più di 0,3-0,6 milligrammi di cadmio per chilogrammo.

Ma i funzionari locali sostengono che tutte le prove addotte sono prive di scientificità. Il governo locale ha offerto un unico risarcimento di 3.800 yuan (circa 400 euro) per tutti i residenti che vivono in un raggio di 500 metri del sito incriminato indipendentemente dal loro stato di salute oltre ad un pagamento una tantum di 1.200 yuan per ogni pezzo da 667 metri quadrati di terreni agricoli di proprietà di abitanti del villaggio. Ma per ottenere tali somme i residenti hanno dovuto firmare un accordo promettendo di non aderire ad eventuali petizioni o proteste.

Pagati per rimanere in silenzio? Morire nell’assoluta indifferenza?

Per capire la gravità del fenomeno basta analizzare la popolazione presente in uno dei tre villaggi quando nel 2004, prima dell’apertura dell’impianto chimico destinato a produrre indio, un metallo utilizzato nei pannelli solari e negli schermi a cristalli liquidi, la popolazione raggiungeva circa le 1000 unità, oggi ne sono rimaste circa 300.

Si iniziò una dura lotta tra le autorità e la popolazione locale, tanto che la notizia non poté essere passata sotto silenzio ed ebbe rilievo nazionale. Nel 2009 l’impianto fu chiuso e allora le autorità furono costrette ad ammettere che alcune persone erano morte di cancro per esposizione a metalli pesanti ma da sempre gli abitanti della zona sostengono che il numero reale delle persone colpite è due o tre volte superiore al numero ufficiale. Ora gli abitanti hanno iniziato a compilare delle proprie liste: ogni volta che muore una persona viene appurata se la morte è stata causata dal cancro e a quel punto viene inserita nella lista.

La Cina naturalmente non vuole ammettere che probabilmente la bonifica che è stata fatta non è stata sufficiente e che i danni dell’impianto si propagano anche a distanza di tempo. Servirebbero davvero interventi risolutivi, ma naturalmente i prezzi potrebbero essere molto elevati e soprattutto far nascere il sospetto che l’industrializzazione cinese è stata pagata soprattutto in termini di vite umane da molti agricoltori che vivevano a ridosso di fabbriche inquinanti. Anche se la Cina ha iniziato un processo di disinquinamento quanti anni occorreranno per bonificare i terreni inquinati? Quante persone moriranno nell’indifferenza? Quanti si cercheranno di far tacere dando un magro contributo e chiedendo in cambio l’assoluta connivenza con questo disastro ambientale?

Dustin Hoffman operato di tumore.

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Dustin Hoffman, 76 anni domani, solo pochi mesi fa aveva esordito come regista, dirigendo il film ‘Quartet’. Ora un suo portavoce, ha dichiarato che l’attore è stato operato di tumore senza specificare la tipologia del male, né quando era stato diagnosticato. ha riferito però che la star si sottoporrà a ulteriori cure a scopo precauzionale per rendere minime le probabilità che il tumore possa ritornare.

Morte 26 persone per avvelenamento e centinaia sono gravi

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Sono 26 le persone morte per avvelenamento e centinaia sarebbero in gravissime condizioni a causa di una fuga di cadmio fuoriuscito da una fabbrica abbandonata da quattro anni nella Cina centrale.  I campioni rilevati nel terreno del villaggio Shangqiao nella provincia di Hunan, avrebbero rilevato una quantità di cadmio circa 300 volte superiore a quella autorizzata. Le concentrazioni di questo pericolosissimo metallo tossico sono stati trovati in 500 delle 3000 persone sottoposte a controlli.

Nel villaggio inoltre c’è un altissima percentuale di bambini che nasce con malformazioni.

Dibattito su Facebook: sostenitori e contrari della pianta che cura il cancro

GRAVIOLA-anti-cancro-tuttacronaca

Ci sarebbe una pianta in grado di curare il cancro che le grandi industrie farmaceutiche hanno tenuto nascosta: la Graviola. L’albero di Graviola, o Guanabana, originario della foresta amazzonica sembrerebbe avere effetti miracolosi. Si calcola, anche se gli studi ancora non lo confermano, che il frutto potrebbe avere un potere di 10.000 volte più forte rispetto alla chemioterapia. Inoltre la terapia a base di questo frutto non causerebbe nausea, perdita di peso e perdita di capelli, e proteggerebbe il sistema immunitario.

Pur se i risultati delle ricerche non sono al momento conclusivi, avrebbero comunque identificato, per alcuni tipi di neoplasia, una riduzione del potenziale metastatico. Quindi potrebbe venire usata in alcune tipologie tumorali. Ma c’è anche da sapere  che inevce studi recenti sembrano correlare il consumo di guanàbana con forme atipiche del morbo di Parkinson, dovute all’alta concentrazione di annonacina presente nei suoi frutti. La quantità di annonacina nel frutto è infatti 100 volte maggiore di quello presente nelle foglie e potrebbe essere tossica per gli individui. Si stima che un adulto che consuma un frutto o un barattolo di nettare al giorno ingerirebbe in un anno una quantità di annonacina pari a quella che induce danni cerebrali a ratti da laboratorio ai quali stata somministrata per via endovenosa. 

Si apre quindi un altro dibattito. Poiché  l’importante utilità della Graviola sembrerebbe però non risiedere nei suoi frutti bensì nelle proprietà  terapeutiche del suo tronco, delle sue foglie, delle sue radici e dei suoi semi note alle popolazioni autoctone e utilizzate da secoli per le proprietà astringenti, antibatteriche, analgesiche ed ipotensive.

Ci sarebbe studi iniziati nel 1940 che avrebbero concentrato la loro attenzione sulla medicina etnica e dato alla luce i primi dati scientifici ottenuti dalla medicina convenzionale. In particolare sarebbero stati individuati particolari principi attivi noti come annonacee acetogenine, protagoniste delle proprietà biologiche di questa pianta.

Gli incoraggianti risultati osservati hanno portato in breve tempo ad una florida sperimentazione che conta ad oggi più di 600 studi con ottimi risultati e che purtroppo non è stata affiancata da un altrettanto valido utilizzo in ambito clinico.

Risale al 1976 uno studio effettuato su 20 test di laboratorio indipendenti che avrebbero dimostrato che la Graviola è un fenomenale killer del cancro. Peccato che su questo tipo di analisi, limitata, non è mai stato affiancato nessun altro tipo di test e non è stato mai avviato uno studio randomizzato.  Uno studio pubblicato sul Journal of Natural Products, a seguito di analoga ricerca condotta dall’Università Cattolica della Corea del Sud ha dichiarato che la Graviola è in grado di uccidere selettivamente le cellule tumorali del colon con una potenza 10.000 superiore al farmaco chemioterapico comunemente usato come la Adriamicina.

La relazione dell’Università Cattolica della Corea del Sud afferma che la Graviola ha dimostrato di mirare selettivamente le cellule tumorali, lasciando intatte le cellule sane, a differenza della chemioterapia, che mira indiscriminatamente a tutte le cellule che attivamente si riproducono e che causa gli effetti collaterali spesso devastanti di nausea e perdita dei capelli nei pazienti oncologici.

Uno studio della Purdue University di Lafayette (negli Stati Uniti) ha recentemente provato che le foglie della Graviola uccidono le cellule cancerogene tra sei linee di cellule umane e sono particolarmente efficaci contro i tumori della prostata, del pancreas e del polmone. Il Sour Sop (questo il suo nome in inglese) noto in Italia come il frutto della Graviola è dunque un rimedio miracoloso (e naturale) per debellare le cellule del cancro, 10.000 volte più forte rispetto alla chemioterapia.

Test di laboratorio effettuati fin dal 1970 hanno evidenziato la sua efficacia nel colpire e uccidere le cellule maligne in 12 tipi di cancro, tra cui quello del colon, del seno, della prostata, del polmone e del pancreas, ed è fino a 10.000 volte più forte nel rallentare la crescita delle cellule tumorali rispetto all’ Adriamicina, un farmaco chemioterapico comunemente usato nella cura del cancro. A differenza della chemioterapia, il composto estratto dall’ albero di Graviola uccide solo le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane.

Una major farmaceutica americana ha investito quindi quasi sette anni a cercare di sintetizzare due ingredienti della Graviola anti cancro. Ma non è stato possibile sintetizzare in alcun modo i principi attivi della Graviola contro il cancro. L’originale semplicemente non poteva essere replicato. Non c’era modo con cui la società farmaceutica in questione avesse potuto proteggere i propri interessi, e riavere il denaro investito nella ricerca. Questa società farmaceutica abbandonò quindi il progetto e decise di non pubblicare i risultati della sua ricerca. Ma uno scienziato del team portò alla luce quanto scoperto. Rischiando la sua carriera, contattò una società dedita alla raccolta delle piante medicinali della foresta pluviale amazzonica e denunciò la cosa scatenando roventi polemiche.

Il National Cancer Institute ha eseguito la prima ricerca scientifica nel 1976. I risultati hanno dimostrato che le foglie e gli steli della Graviola sono stati trovati efficaci per attaccare e distruggere le cellule maligne. Inspiegabilmente, i risultati sono stati pubblicati in un rapporto interno, ma mai rilasciato al pubblico.

Il dibattito è aperto. La pianta ha davvero questi effetti e le grandi industrie farmaceutiche non hanno avuto interesse a proseguire gli studi e hanno lasciato morire i malati di cancro oppure è solo l’ennesimo ritrovato miracoloso che poi applicandolo risulta inefficace o anche dannoso?

Del Turco: la condanna, il cancro e il Pd che teme i giudici

ottaviano-del-turco-cancro-tuttacronacaIeri è arrivata la condanna a 9 anni e 6 mesi per tangenti nella Sanità privata abruzzese, oggi l’ex governatore abruzzaese Ottaviano Del Turco annuncia di essere malato. “Da 3 mesi so di avere un tumore, da 2 sono in chemioterapia. Domani andrò a Roma a chiedere al professor Mandelli di darmi 5 anni di vita, 5 anni per dimostrare la mia innocenza e riabilitare la giunta della Regione Abruzzo che ho guidato. Ho preso la stessa condanna di Tortora, e questo mi dà sgomento”. A Repubblica spiega: “Mi hanno condannato senza una prova applicando in maniera feroce il teorema Angelini. Oggi in Italia molti presidenti di corte sono ex pm che si portano dietro la cultura accusatoria. Il risultato, spaventoso, sono 9 anni e 6 mesi basati sulle parole di un bandito.”. Il Pd? “Ha così paura dei giudici che non è neppure capace di difendere un suo dirigente innocente”.

Report shock: Taranto muore per colpa di sigarette e alcol, non dell’Ilva.

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Nessuno lo nega a Taranto si muore di cancro, ma la colpa non sarebbe dell’Ilva, ma secondo il rapporto di Enrico Bondi, commissario straordinario sull’Ilva, le cause sarebbero da ricercarsi nelle sigarette e nell’alcol. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”:

L’Ilva non ha colpe, i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.

Bondi, inoltre, continua il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”:

ha allegato una perizia in cui si critica duramente lo studio Sentieri compiuto dal ministero della Salute e la valutazione del danno sanitario effettuato da Arpa Puglia che aveva spiegato che, anche con la piena attuazione delle misure previste nell’Aia (Autorizzazioni integrata ambientale), l’impatto degli inquinanti sulla popolazione non si sarebbe azzerata, ma solo dimezzata. “I dati di mortalità per tumori nello Studio Sentieri – si legge nel documento in possesso del Fatto – si riferiscono al periodo 2003-09. L’incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato.

Bondi, spiega ancora il quotidiano diretto da Padellaro, va anche all’attacco frontale con gli esperti dell’Arpa, rei, secondo il commissario, di aver falsato i risultati omettendo alcuni dati:

Ma l’attacco più duro è quello nel quale gli esperti accusano l’Arpa di aver prodotto un documento escludendo dall’elenco degli inquinanti il PM10 . Un’omissione cercata perchè “i dati di esposizione a questo inquinante sono sostanzialmente nella norma” e quindi “la scelta di concentrarsi su tre gruppi di cancerogeni (IPA, composti organici e metalli) offre piu garanzie di ottenere un risultato che attribuirebbe all’Ilva un certo numero di casi di tumore o di decessi”.

A Roma è alto il rischio di cancro ai polmoni.

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A Roma è alto il rischio di cancro ai polmoni e la colpa è dell’inquinamento da smog dovuto al traffico.

“A Roma ogni 10 microgrammi di polveri sottili PM10 in più per metro cubo d’aria fanno aumentare il rischio di tumore al polmone di circa il 35%. È un dato decisamente peggiore rispetto a quello medio europeo dove l’incremento del rischio di cancro al polmone legato alla concentrazione di polveri sottili è del 22% nel caso dei valori di PM10″.

È questo l’allarmante risultato per la Capitale che emerge dallo studio MEDparticles pubblicato da Lancet Oncology e parte del progetto europeo Escape (European study of cohortes for air pollution effects), che studia gli effetti a lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei cittadini, seguito nella nostra regione dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale – Regione Lazio.

“A Roma si rischia più che nel resto d’Europa di ammalarsi e morire di tumore al polmone a causa dello smog, una nuova notizia che viene dal fronte medico che disegna sempre un quadro più agghiacciante –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, intervenendo alla conferenza internazionale “Air particles regulation in the Mediterranean cities. Reults and impact of the MEDPARTICLES Life+ project”-. I dati di questo ultimo studio raccontano una strage silenziosa, non si tratta di statistiche ma di persone, come in tutti gli studi epidemiologici si correlano dati di smog con dati reali di ricoveri e mortalità, quelle persone hanno nome e cognome. Bisogna battere l’indifferenza e affrontare la situazione che in questi ultimi anni è peggiorata proprio sul fronte della vivibilità. Per avvicinarsi alle altre Capitali europee sostenibili, la città deve scegliere un’idea di futuro e dare risposte concrete ai problemi di ogni giorno dei cittadini.

La Giunta Marino deve mettere subito in atto una nuova politica, stop alle auto e ai mezzi privati puntando tutto su trasporto pubblico e mobilità nuova. Le ricette ci sono: nuove ZTL e pedonalizzazioni in tutta la città, a partire dai Fori Imperiali estendendo il provvedimento a tutta la strada, nuova sosta tariffata progressiva e parcheggi di scambio, piano del trasporto pubblico e nuova rete tranviaria, spazi ciclabili e per bike sharing, car pooling e car sharing.”

Il tempo e il denaro chi lo dà alla giunta Marino per effettuare tutti questi cambiamenti? Non si vive di soli sogni, ma di progetti da sostenere con risorse sicure e tempi rapidi.

Michael Douglas, il cancro e il sesso orale: è giallo!

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E’ stato colpito tre anni fa da un cancro alla gola l’attore Michael Douglas che, in un’intervista a The Guardian, lo ha dichiarato causato non tanto dagli abusi di alcool e fumo, quanto da una malattia sessualmente trasmissibile: “Senza voler entrare troppo nei dettagli, questo tipo di cancro è causato dall’Hpv (papilloma virus umano), che di fatto è causato dal cunnilingus”. E mentre il giornalista rimaneva interdetto ha specificato: “Sì, è una malattia sessualmente trasmissibile a causare il cancro e se ce l’hai, il cunnilinguo è anche la cura migliore”. Dopo cicli di chiemioterapia e radioterapia, ora la malattia sembra essere stata debellata: “Devo sottopormi a regolari controlli, ora ogni sei mesi – ha precisato – ma da oltre due anni è tutto normale. E questo tipo di cancro, nel 95% dei casi non ritorna”. Douglas quindi ora sta meglio, tanto da esser intervenuto a Cannes per presentare l’ultimo film che ha interpretato, Behind the Candelabra, diretto da Steven Soderbergh, che racconta la tormentata relazione tra Liberace (Douglas), cantante e pianista americano di successo scomparso nel 1987, e il suo giovane tuttofare Scott Thorson (Damon), che finirà col fare causa all’artista per 113 milioni di dollari.

Sembra che il mondo intero abbia drizzato le orecchie alla notiza della causa della malattia dell’attore, che sembrerebbe confermata da alcune ricerche condotte dalla Facoltà di Odontoiatria dell’Università di Malmö (Svezia) e altre pubblicate dal New England Journal of Medicine. I risultati ottenuti suggeriscono infatti una correlazione tra sesso orale e cancro alla gola. Ma oggi la vicenda si è arricchita di un ulteriore passaggio: il portavoce dell’attore ha smentito seccamente, spiegando che l’attore parlava della malattia in generale e non faceva riferimento al suo singolo caso. “Michael non ha detto che la causa del suo cancro era il cunnilingus”, ha precisato Allen Burry, “ha certamente parlato del sesso orale, e il sesso orale è una delle possibili cause di alcuni cancri orali, come i medici nell’articolo hanno evidenziato. Ma non ha affatto dichiarato che era la causa specifica del suo cancro”. Il quotidiano inglese, tuttavia, ha confermato la sua versione diffondendo anche online l’audio dell’intervista all’attore dove lo si può sentire affermare: “Senza andare troppo nello specifico, questo particolare cancro è causato dall’Hpv che deriva dal cunnilingus”. Burry sostiene che “l’attore non ha detto nel corso dell’intervista che quel particolare cancro era causato dal cunnilingus”, ha affermato un portavoce di Guardian News & Media. “Abbiamo postato l’audio e la trascrizione per dimostrare che, invece, l’ha detto”.

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E’ morta la zia di Angelina Jolie: aveva lo stesso gene difettoso della nipote

angelina-jolie-zia-debbie-martin

E’ stata lungimirante Angelina Jolie, l’attrice che si è sottoposta ad una doppia mastectomia per ridurre i rischi del cancro al seno dopo che, nel 2007, sua madre Marcheline Bertrand è morta per un tumore alle ovaie. E’ stato questo a farle decidere di sottoporsi ad un test gentico ottenendo un responso infausto: nel suo corpo è presente il BRCA1, un gene difettoso che aumenta dell’87% il rischio di un tumore alla mammella o alle ovaie. Da questo, la decisione di sottoporsi all’intervento. Ieri Angelina ha appreso della morte della zia Debbie Martin, di 61 anni, sorella di sua madre, per la stessa malattia dopo che il cancro le era stato diagnosticato nel 2004. Brad Pitt, marito della Jolie, al momento dell’intervento ha mostrato il suo orgoglio affermando “Ha fatto una scelta assolutamente eroica”. Senza dubbio difficile ma anche saggia: i rischi di cancro sono ora scesi al 5%.

Ha un tumore… LICENZIATO!

Oliviero Biancato-tuttacronaca

L’Italia non è un Paese per i giovani, per donne, per gli anziani, per gli stranieri, per gli onesti, per i disoccupati, per i cassa integrati, per gli esodati, per… i malati!

Nonostante nella nostra Carta si dichiari che l’Italia è un Paese fondato sul lavoro, è proprio questo diritto che è stato negato a Oliviero Biancato, elettricista 52enne di Marcon che si è visto recapitare una lettera dalla sua ditta di Mestre, nella quale aveva lavorato fino al 29 aprile perchè:

«Ha esaurito i giorni di malattia concessi in tre anni (sono 274, ndr) per potersi curare – spiega – è stato operato a giugno scorso, poi ha cominciato una prima fase di tre cicli di chemioterapia che non sono andati bene». La trafila è lunga. Dentro e fuori dall’ospedale. Anche perché serve tempo per riprendersi dalle sedute. Per rimettersi in forze. «Tra novembre e dicembre siamo stati nel limbo perché non si capiva che terapie dover seguire. A metà febbraio c’è stato un nuovo ricovero, perché la malattia è ripresa», racconta la moglie. Il countdown quindi è scattato di nuovo. Inesorabile. Poi la decisione inaspettata dell’azienda: il licenziamento. «Il 24 maggio mio marito dovrà sottoporsi al sesto ciclo di chemio – racconta la donna – se la tac fosse andata bene lui aveva tutta l’intenzione di tornare al lavoro. Invece è stato convocato dai dirigenti della ditta perché volevano parlare con lui. Non ce l’aspettavamo».

Cosa gli viene prospettata a Oliviero Biancato? Una pensione d’invalidità. Ma come spiega la moglie «Non è una questione economica, ma di avere almeno il diritto di ammalarsi. Pensi che mio marito voleva rientrare al lavoro e lasciar perdere le terapie. Non vuole neanche pensare di andare in pensione anticipata, ne soffrirebbe troppo nelle sue condizioni. Se per curarsi si perde il posto, allora uno per che cosa lotta a fare».

E pensare che di lotte Oliviero ne ha fatte molte… l’ultima quando incurante della sua malattia, quasi un anno fa, si gettò nelle acque del Marzenego per salvare una donna che si era gettata dal cavalcavia di San Giuliano e ancora la moglie ricorda: Mio marito è stato la sola persona a muoversi, e ce n’erano altre sul cavalcavia. Non so in che Paese viviamo»

Non lo sa nessun cittadino onesto in che Paese vive… sicuramente dove si viene tartassati di tasse, accusati di razzismo, di violenza, dove la stampa deve seguire pedissequamente le linee guida del governo e dove i fondi per una pluralità di informazione vengono tagliati ( che poi i fondi per l’editoria dovevano essere rivisti sicuramente non vi erano dubbi, ma non falcidiati). Dove il diritto alla malattia non c’è più e dove la pensione è un mero faro in lontananza le cui modalità cambiano in continuazione lasciando nell’incertezza milioni di cittadini… in che Paese viviamo? Ma soprattutto che Paese vorremmo?

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