Lady Gaga riesce sempre a far parlare di sè. Quando non è per la musica è per il suo abbigliamento che non passa mai inosservato. L’ultimo accessorio che ha sfoggiato, mentre si trovava a passeggio per Los Angeles, sicuramente si fa a sua volta notare: sembra infatti una zampa di rettile.
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L’ultimo, strano accessorio di Lady Gaga
Pubblicato da tdy22 in ottobre 23, 2013
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L’Italia del rammendo, cala l’abbigliamento
Dal 2008 a oggi due italiani su tre hanno ridotto la spesa per l’abbigliamento, un po’ per colpa della crisi un po’ per l’accumulo di abbigliamento fanno negli anni precedenti. Inoltre a far concorrenza al made in Italy sono decenni che si ha il made in China, molto più economico. Ma l’ultima tendenza italiana è il buon vecchio rammendo, il 60% dei consumatori infatti nell’ultimo hanno a fatto ricorso a riparazioni sartoriali per continuare a usare i vecchi capi.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 5, 2013
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Vietato l’accesso al Comune alla consigliera: indossa i leggings!
Un custode del Comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, si è sentito in dovere d’impugnare un’ordinanza dell’ex sindaco della località con cui si vieta di entrare nel municipio con pantaloncini corti e infradito. Grazie a questa ha sbarrato la strada a Tina Somma, consigliera comunale del Pd. Il motivo? La Somma indossava un paio di leggings neri sotto il ginocchio e un magliettone molto coprente su un paio di sandali anatomici. “Ho inutilmente tentato di fargli notare che il mio abbigliamento era più che decoroso”, ha spiegato.
Pubblicato da tdy22 in settembre 3, 2013
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Italiani che trovano il successo all’estero: il caso del marchio Kinabuti
Caterina Bortolussi e Francesca Rosset, entrambe poco più che trentenni, sono arrivate in Nigeria alcuni anni fa e proprio nella capitale del Paese, Lagos, hanno creato il loro marchio di abbigliamento: Kinabuti. Come loro spiegano: “pensiamo di essere al posto giusto nel momento giusto”. La società risponde alla domanda di prodotti di “lusso” che sta sorgendo in alcune fasce di una popolazione che sta vivendo una progressiva crescita del benessere: la Nigeria è infatti uno dei paesi africani più ricchi di petrolio e il suo Pil aumenta al ritmo del 7-8% annuo. Qui ci si rivolge non solo ai prodotti importati dall’estero, ma anche a quelli realizzati in loro, che consentono di rispondere in modo più rapido ed efficace alle richieste della clientela valorizzando contemporaneamente le capacità artigianali del territorio. Si creano inoltre nuovi posti di lavoro e infatti l’azienda delle due italiane ha finanziato un programma di formazione che si rivolge a giovani donne che vivono nelle aree più degradate del paese.
Da qui sono uscite 21 ragazze che ora, a un anno e mezzo dall’avvio del progetto, lavorano stabilmente come modelle professioniste: le loro storie sono state raccontate dal regista svedese Marcus Wemer Hed nel docu-film “In our ghetto”.
15 donne della comunità di Rumolumeni, nel delta del Niger, stanno inoltre seguendo un corso di cucito e confezione per imparare a tagliare e cucire gli abiti secondo i canoni internazionali. Caterina racconta: “Ci sono i talenti, la voglia di fare ma non le competenze. Mancano le scuole di formazione, un sistema distributivo definito e una supply chain sicura”. E poi ci sono i problemi logistici, tipici di un paese in via di sviluppo (“le strade non funzionano, manca l’elettricità”).
Anche per questo i quantitativi prodotti attualmente da Kinabuti sono ancora limitati, ma – promettono le due socie – “non appena riusciamo ad aumentare la produzione, puntiamo ad esportare i nostri abiti anche in altri paesi”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 2, 2013
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Il sindaco che proibisce “l’abbigliamento” da lucciola: rischio multa
Nei comuni marchigiani di Porto Sant’Elpidio, Fermo e Porto San Giorgio è proibito “atteggiarsi” o “abbigliarsi” in modo tale da sembrare una prostituta o un viado: per chi infrange la regola, una multa anche fino a 200 euro. A dirlo un’ordinanza emessa oggi e che sarà valida fino al prossimo 30 ottobre. Scopo: dichiarare guerra alla prostituzione di strada. La decisione è stata presa in seguito a quanto accaduto nel primo dei tre comuni lo scorso 21 agosto, quando nell’ambito della lotta fra bande per il controllo del sesso di strada una coppia di romeni è stata aggredita a colpi di spranga. Quello che viene proibito in strade, piazze e spazi pubblici dei tre centri abitati è “negoziare, concordare prestazioni sessuali a pagamento, intrattenersi con soggetti che, per l’atteggiamento, l’abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali, manifestano l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali”. Ma vi è anche il divieto di “fermare il veicolo in cui si è a bordo al fine di contattare il soggetto dedito alla prostituzione e consentirne la salita”. Oltre alla sanzionen può scattare “il sequestro cautelare delle cose che servirono o furono destinate a commettere la violazione o che ne sono il prodotto”. In caso di reiterazione del comportamento scorretto, inoltre, è previsto l’allontanamento dal territorio. Nazareno Franchellucci, primo cittadino di Porto Sant’Elpidio, annuncia “due mesi di controlli a tappeto, ispezioni serrate e continue che verranno effettuate da una task force composta da Forze dell’ordine locali, provinciali ma anche provenienti da fuori regione”. Per il sindaco, l’ordinanza avrà un peso normativo anche nei controlli “visto che la mancanza di presupposto giuridico di urgenza che era stata rilevata nelle precedenti ordinanze si è potuta superare con l’insorgenza di fatti criminosi legati al fenomeno della prostituzione”. Inoltre: “non è escluso che nelle prossime settimane vengano coinvolti cittadini e associazioni per mettere a punto azioni dimostrative e creare un’azione di disturbo e conseguentemente dissuadere indirettamente il fenomeno della prostituzione nella fase della contrattazione con gli eventuali clienti”.
Pubblicato da tdy22 in agosto 31, 2013
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Moda vestita a lutto: morta la co-fondatrice di Zara
E’ morta, a seguito di un’emorragia celebrale, la co-fondatrice di Zara, Rosalia Mera, mentre si trovava in vacanza a Minorca, nelle Baleari. Trasportata subito alla clinica privata San Rafael di Coruna, nel Nord della Spagna, Mera non ce l’ha fatta. Descritta da Forbes come la «self-made woman più ricca del mondo», Mera aveva lasciato la scuola a 11 anni per lavorare come cucitrice.
Si racconta che i primi vestiti contribuiva a cucirli a mano lei, quando il marito Amancio Ortega, all’epoca 39enne, aprì in una via del centro di La Coruña il primo negozio Zara. Poi i due divorziarono ma lei è sempre rimasta la co-fondatrice del gruppo diventando, tempo dopo, la donna più ricca di Spagna con un patrimonio di 4,6 miliardi di euro. È morta all’età di 69 anni.
Pubblicato da tdy22 in agosto 16, 2013
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Il tessile è morto? Calo del 70%. L’Italia perde il Made in Italy?
Penalizzato dalla crisi, ma forse succube anche di una politica che non ha messo freno ai prodotti cinesi, così il tessile italiano è stato condannato a una morte lenta ma progressiva, come una malattia degenerativa che non lascia scampo. Dal 2008 le calzature e il tessile hanno fatto registrare un calo del 30,7 e del 39,3%, ma se si guarda indietro nel tempo si trovano dati ancora più allarmanti: il calo da metà degli anni ’90 sarebbe intorno al 50% – 70%. Lo studio è stato fatto da Banca d’Italia e anche se Palazzo Koch si affretta a dire il declino c’è ma “non è irreversibile, purché le imprese sappiano trasformarsi”, sembra solo l’ennesima beffa per gli imprenditori travolti.
Ancora una volta non si vuole vedere in faccia il problema del tessile, di quei tessuti e di quei costi che confrontati con i prodotti cinesi non possono essere competitivi ma che rappresentano invece per l’Italia un’eccellenza. Il taglio, il modello e la qualità non sono stati tutelati da governi miopi che invece hanno lasciato gli imprenditori in balia di loro stessi senza tutelare un mercato che in pochi anni è stato invaso da prodotti di bassa qualità a basso prezzo. Non sono stati tutelati neppure quando il commercio cinese ha iniziato a puntare su negozi al centro città, che probabilmente sono solo rifornimenti per l’ingrosso e non per il dettagliante. Ora il settore è in ginocchio e c’è chi parla di trasformazione… ma quale trasformazione ci può essere se non la chiusura?
Pubblicato da tdy22 in luglio 14, 2013
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Crollano i consumi delle famiglie… mai così male!
Si parla di nuovo di Imu, di Iva e di nuove tasse che potrebbero colpire gli italiani già in autunno, ma intanto i cittadini sono già alla fame! Crolla la qualità e quantità degli acquisti alimentari degli italiani, che secondo l’Istat, ormai colpisce 6 famiglie su 10. Ci si rifugia nelle offerte dei supermercati, e chi può, coltiva nel giardino di casa. Quello che era un hobby è una necessità. Sottomarche, cibo spazzatura e riduzione drastica della spesa questo sembra essere l’ultimo report in Italia. Dati che fanno riflettere se poi si considera che proprio nella Penisola da sempre il cibo è un’eccellenza della nostra economia. Ma se l’alimentare va male ci sono settori che vanno peggio. Crollano le vendite nei mobilifici (forse anche perché negli anni passati si è comprato troppo) e crollano le spese per la cultura. In particolare i settori più colpiti sono il cinema, il teatro e i musei.
Pubblicato da tdy22 in luglio 5, 2013
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Un’Italia in saldo: da domani via agli sconti
Da domani i saldi saranno nelle vetrine di tutt’Italia e non più solo in Basilicata, Campania e Molise dove erano partiti già dal 2 luglio. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media, per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo, appena 229 euro per un valore complessivo di 3,6 miliardi di euro.
“Siamo peraltro fiduciosi – afferma – che i saldi, che preferisco definire di ‘inizio stagione’, sapranno incontrare le più diversificate esigenze dei consumatori, sia per quantità, qualità e assortimento dei prodotti invenduti, che per gli sconti che prevediamo possano superare il 40% “Le vendite in questo periodo, insomma, pur in un contesto difficile, potranno dare effervescenza alle vendite e rappresentare per i consumatori italiani e i turisti stranieri un’occasione per acquistare quei capi d’abbigliamento desiderati nel corso della stagione”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 5, 2013
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Francesco Ceron voleva costruirsi una nuova vita: ucciso a Santo Domingo
Pubblicato da tdy22 in giugno 14, 2013
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Una camicia, due “stili”: la pubblicità sessista che infiamma gli animi in Svezia
Ancora accuse di sessimo per la catena di abbigliamento Usa American Apparel, che si vanta di nutrire particolare attenzione per i diritti dei lavoratori e per la sostenibilità sociale e ambientale della sua produzione ma sembra destinata ogni volta a naufragare quando si parla di pubblicità, dove appaiono sempre ragazze poco coperte mentre, per quel che riguarda il settore maschile, i modelli sono sempre perfettamente abbigliati. Dopo i recenti attacchi partiti dalla Gran Bretagna, ora è una giovane blogger svedese ad accendere la miccia. La 24enne Emelie Eriksson, confrontando i due diversi usi di una stessa camicia a quadri, una di quelle care ai boscaioli americani, ha notato che, mentre un giovane con la barbetta chiara la indossa educatamente, una ragazza bionda la porta aperta sul seno nudo e accompagnata esclusivamente dagli slip. Ancora una volta, insomma, “un’immagine degradante della donna” da parte dell’azienda americana. Ma basta scorrere il sito della catena con sede a Los Angeles e di proprietà di Dov Charney per vedere quanto sia “affezionata” a questa mentalità: una pubblicità di leggings da discoteca è interpretata da ragazze a seno nudo e che assumono pose provocanti. Dopo la segnalazione, il blog della ragazza è stato letto da centomila persone e le associazioni dei consumatori svedesi hanno chiesto l’intervento delle autorità che dovrebbero vigilare sulla pubblicità che però hanno negato la possibilità di oscurare il sito per ragioni pratiche e legali. Ma non c’è da augurarsi che il cattivo gusto lasci le prossime campagne, dato che lo stesso Charney ha affermato che il sesso è un elemento che rientra nelle caratteristiche del prodotto. Ancora una volta un becero maschilismo fa capolino e non è possibile contrastarlo, visto che i ripetuti attacchi non portano ad alcun cambio di rotta. L’importante è che se ne parli? Anche se è offensivo per l’intera società?
Pubblicato da tdy22 in Maggio 17, 2013
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A 7 anni fa la stilista… Onore od orrore?
Suri Cruise non è mai stata una bambina come le altre. La figlia di Tom Cruise e Katie Holmes ha sempre avuto i riflettori accesi sin dalla sua più tenera età. Ora però a 7 anni sembra che sia stato deciso che disegnerà la prima collezione di abiti per giovani ragazze. Dopo la separazione dei suoi e dopo il trasferimento a New York e una nuova scuola da frequentare arriva anche il lavoro. Rassicurazioni vengono da più fonti e dicono che nonostante “questo ultimo anno è stato molto difficile per lei” ora l’attende ” una nuova vita ma anche una nuova scuola” e disegnare abiti “sarà un bel passatempo per lei, ma non le prenderà interamente la sua vita”. E per fortuna che tempo fa la madre Katie garantiva che la figlia avrebbe avuto “un’infanzia il più normale possibile”. Torna alla ribalta il problema dei “figli di”… fotografati, iconizzati e “messi a lavoro” sin dalla più tenera età… ma tanto la difesa dei genitori è sempre la stessa “si diverte e per lei è solo un gioco”. Un onore od orrore?
Pubblicato da tdy22 in Maggio 11, 2013
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Censura per Michelle in Iran!
Michelle Obama, First Lady d’America, è stata “ridisegnata” nella tv iraniana. In particolare le spalle e il decolletè le sono stati coperti in modo da poter essere vista senza che il suo abbigliamento suscitasse scalpore. La first lady, quella sera, indossava un vestito senza maniche, con spalline che lasciavano intravedere la pelle. Una scelta “inadeguata” per la Repubblica islamica, stando a quanto scrive Al Arabiya online. I media iraniani sono intervenuti con una operazione di sartoria usando photoshop, e le hanno coperto le spalle.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 26, 2013
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Impariamo il galateo… almeno nelle premiazioni ufficiali! Mengoni bocciato.
Come ormai saprete tutti, Marco Mengoni ha vinto l’edizione 2013 del Festival di Sanremo. A questa vittoria però si accompagna una pesante bocciatura da parte dall’Accademia Italiana Galateo, che non esita a criticare la sua mancanza di eleganza.
A parte l’abbigliamento (l’abito è stato giudicato “banale” e “reso per nulla elegante del fazzoletto nel taschino, sbagliata la fantasia e l’accostamento“), a fare meritare all’artista la sonora bocciatura è stata la mancanza di savoir-faire.
Il Presidente dell’Accademia, Samuele Briatore, ha infatti commentato: “Mengoni bocciato anche solo per il baciamano più scorretto della storia. Storto, accennato e senza inchino. Non si porta la mano alla testa ma la testa alla mano. Il galateo consiglia di evitare gesti di cui non si ha padronanza”. E aggiunge: “Per quanto riguarda la premiazione…assolutamente tremendo vederlo mentre si grattava il viso con il premio.“
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/18/impariamo-il-galateo-almeno-nelle-premiazioni-ufficiali-mengoni-bocciato/
Riprese in apnea per le copertine più glamour!
Che siano abiti o lingerie, il risultato non cambia. Quello che invece sembra una nuova frontiera della moda è il tentativo di inventare passerelle inusuali. Ma costa fatica. Questa volta ci ha provato il fotografo Dave Kotinsky che per il suo set ha scelto il fondo di una piscina. Modelle in posa e in apnea per un risultato che sembra piacere alle griffe. Sembra che il “subacqueo” sia all’ultima moda!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/17/riprese-in-apnea-per-le-copertine-piu-glamour/
Da low cost alle passarelle a Parigi… l’evoluzione di H&M
Pubblicato da tdy22 in febbraio 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/06/hm-passerelle-parigi/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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