Le strade più folli del mondo!

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Quali sono le strade più folli del mondo? E quali sono le loro storie? Vicoli, vie, viali che non ti aspetteresti mai di trovare e che invece basterebbe girare l’angolo per scoprire un nuovo universo. Ecco dove puntare se avete voglia di andare all’estero e vivere un’esperienza diversa dai soliti percorsi turistici.

Tra le pazze strade in giro per il mondo non può certo mancare la Strada Blu a Chefchaouen in Marocco. All’interno della medina infatti molte strade sono colorate di un blu intenso. I primi a colorare di blu le strade furono i profughi ebrei nel 1930, oggi i colori accesi della medina di Chefchaouen, località tra le montagne, sono la vera attrazione del luogo. E’ rilassante e surreale percorrere queste strade. 

C’è poi la strada con i nomi sbagliati, a Knockoff Street a Wuxi, in Cina, non dovete stupirvi di leggere SFFCCCKS coffee o H&N o Zare o ancora Appla Store. Passando su questa strada  si può pensare davvero che sia arrivato il momento di inforcare gli occhiali o di cambiarli, invece si tratta solo di uno scherzo. All’inizio si voleva far concorrenza ai grandi marchi ma poi l’idea è fallita ed è rimasto il divertimento di una strada che sembra un “universo parallelo”.

Chi non conosce Vila de Gracia a Barcelona? Oltre il pullulare di attività del quartiere più cool di Barcellona, c’è anche la lotta per conquistare la strada per decorarla. Le decorazioni sono sempre molto colorare e si accordano perfettamente con la festa Major che si celebra in strada nel mese di Agosto, seconda solo a quella de La Mercé.

Da installazione a tradizione, così si è trasformata la Strada principale di Agueda in Portogallo che ogni anno ripropone una colorata parata di ombrelli che inizialmente era stata pensata come opera temporanea. L’idea però è piaciuta anche perché nei mesi caldi gli obrelli contribuiscono a tenere la strada in ombra e al fresco, dando refrigerio agli abitanti.

Si chiamava Cracked Stones Street e si trovava a Enschede nei Paesi Bassi. La strada era nota per la sua  vocazione commerciale, oltre che essere una delle principali arterie del quartiere suburbano denominato Roombeek. Il piccolo corso d’acqua, che dava il nome alla strada e che in passato scorreva sotterraneo, era stato restaurato e portato in superficie. Il suo design asimmetrico, che si allargava e si restringeva lungo la strada, accentuava le sue diverse caratteristiche territoriali. Peccato che la strada è stata parzialmente distrutta da un esplosione di fuochi d’artificio avvenuta il 13 maggio 2000.

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In Marocco una protesta… al bacio!

bacio-marocco-tuttacronacaRisale al 5 ottobre la notizia di una coppia di minorenni marocchini finiti in carcere per essersi baciati in pubblico e aver postato l’immagine della loro effusione in Facebook. Arrestato con loro anche l’amico che aveva scattato loro la foto. Il caso ha diviso il Marocco tra liberali e islamisti in una terra dove il gesto dei giovani è stato definito un “attentato alla morale pubblica”. Da allora è scattata la protesta con un “kiss-in” davanti al Parlamento di Rabat e in molte città del paese. Contemporaneamente, centinaia di persone stanno pubblicando baci su Twitter e altri social network.

Il fatto che baciarsi in pubblico venga considerato un comportamento non accettabile in diversi Stati del Medio Oriente e in Nord Africa, questa protesta ha provocato dure critiche in Marocco. Anche per questo motivo, sebbene in moltiabbiano ritenuto eccessiva la pena per i due ragazzi, soltanto poche decine di manifestanti si sono voluti spingere fino a baciarsi in pubblico.

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Arrestati! Coppia adolescente finisce in carcere per un bacio

coppia-marocchina-tuttacronacaHanno 14 e 15 anni i due adolescenti marocchini, un ragazzo e una ragazza, arrestati lo scorso mercoledì a Nador, in Marocco, per aver pubblicato una fotografia in Facebook scattata mentre si baciano. A riportare la notizia sia Efe che BBC, informate da associazioni che si battono per i diritti umani. I ragazzini, così come l’amico che ha scattato la foto, sono accusati di “attentato alla morale pubblica” e compariranno davanti al giudice l’11 ottobre, come ha spiegato l’avvocato Mbarek Buirik, membro dell’Associazione Marocchina di Diritti Umani, che assumerà la difesa. Per il momento i due ragazzi sono stati trasferiti in un centro di detenzione minorile a Nador, mentre la ragaza è stata portata a Fez, dove esiste un centro simile femminile. L’amico della coppia che ha scattato la foto all’uscita da scuola dovrà a sua volta comparire in tribunale. Il tutto è partito dalla denuncia di una Associazione Nazionale per i Diritti Marocchina che, dopo aver visto la foto, l’ha portata all’attenzione della giustizia. Fonti di questa associazione hanno assicurato a Efe che i giovani hanno “meno di 15 anni” e i loro “atteggiamenti incontrollabili possono portare problemi pericolosi in seguito”, aggiungendo che stanno pensando di denunciare i loro genitori per “abbandono dei figli”. Il presidente dell’Associazione Rif di Diritti Umani, Chakib Jiyari, che ha base  a Nador e che a sua volta sta seguendo il caso si è lamentato del fatto che “in questo Paese è un delitto baciare una ragazza ma non lo è picchiarla”.

Marocchini aprono negozio nel loro Paese, in Italia hanno massacrato una 80enne

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La massacrarono con un oggetto contundente, probabilmente un portacenere in marmo, mai più trovato. La vittima Maria De Freitas, 80 anni, non si è più ripresa. Portata in rianimazione dopo il massacro ha infatti riportato danni che i medici hanno dichiarato permanenti. I criminali Adil Channita, 22 anni, e Mohamed Lamghari, 25, entrambi marocchini, hanno aperto un negozio in Marocco e si occupano di moda. All’anziana portarono via 20 mila euro, anche se non trovarono i 104 mila euro in contanti che la donna teneva in un cassetto. Forse questa sarà l’unica pena che sconteranno visto che nonostante la condanna i due criminali ora sono imprenditori all’estero.

 

Ecco nei dettagli il BUNGA BUNGA!

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Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione del pm Sangermano: “La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro”.

Ruby, per la procura, “era parte integrante del sistema prostitutivo”. Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione”.

MARONI MENTI’ IN AULA? Giallo al processo Ruby.

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La pm Fiorello è convinta che MARONI MENTI’ IN AULA. Quando l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni «andò in Parlamento a dire che la polizia aveva affidato» a Nicole Minetti la minorenne Ruby «secondo le mie disposizioni» riferì «cose non vere». Lo ha detto oggi in aula il pm minorile Annamaria Fiorillo sentita come testimone al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, parlando del procedimento aperto nei suoi confronti davanti al Csm. «È stato un attacco alla mia onorabilità – ha spiegato il pm – perchè in una situazione simile nessun magistrato avrebbe preso una decisione diversa dalla mia», cioè la comunità.
Per il pm minorile Annamaria Fiorillo, sentita come testimone al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, il commissario di polizia Giorgia Iafrate, alla quale aveva dato indicazioni di affidare la minore a una comunità, fu «una telefonata indimenticabile perchè non è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi». Lo ha detto in Aula lo stesso pm nella sua ricostruzione di quanto accadde nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Ruby venne portata in Questura.
Il pm ha spiegato in aula che dopo la mezzanotte di quella sera ricevette la terza telefonata e questa volta parlò con il commissario Iafrate, la quale le disse che «non c’erano posti in comunità e che si era presentata una consigliera ministeriale, tale Minetti, e che si era offerta di prendere in affido la minore». Il magistrato ha riferito ai giudici di aver risposto al commissario di Polizia che quella di consigliera ministeriale era «una carica che non conosco e avevo anche chiesto a che titolo quella persona si era offerta di prendere in affido la ragazza».
Il pm Fiorillo ha quindi proseguito spiegando al collegio che la poliziotta al telefono le aveva poi spiegato che Nicole Minetti aveva fatto sapere «che era stata incaricata perchè si trattava della nipote di Mubarak. Rimasi incredula – ha proseguito il pm minorile – feci alcuni commenti e osservai ‘se mi avete detto che è marocchina, tutt’al più è figlia del re del Marocco».
Durante la sua deposizione il pubblico ministero dei minori ha spiegato che Giorgia Iafrate «faceva fatica ad ascoltarmi, parlava come se fosse un monologo e io avevo difficoltà ad inserirmi nel suo discorso. Sembrava che il suo fine fosse, come poi si è rivelato, affidare la ragazza» alla persona che si era presentata in Questura. «Ebbi con lei – ha continuato ancora Annamaria Fiorillo riferendosi al commissario di polizia – un tono deciso perchè la minorenne si trovava in una situazione di difficoltà. E le dissi che se non intendeva comprendere se ne sarebbe assunta ogni responsabilità. Fu una telefonata indimenticabile. Non mi è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi».

I giudici del tribunale di Milano, dopo aver respinto la richiesta di prove aggiuntive avanzate dalla difesa di Silvio Berlusconi, hanno chiuso l’istruttoria dibattimentale del processo Ruby. Per le 14, salvo imprevisti, dovrebbe cominciare la requisitoria.

123 in Russia per il freddo! Morti anche in Marocco!

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