Da Harrods, a Londra, è possibile trovare l’olio extravergine di oliva proveniente dalla Toscana. O meglio, era possibile trovare tale prodotto, perchè in realtà l’olio si è rivelato una contraffazione e per questo motivo Harrds ne ha sospeso la vendita. Il neoministro delle politiche alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato: “La sospensione della commercializzazione da parte di Harrods di un olio extravergine d’oliva venduto come toscano, in violazione delle norme sulle indicazioni geografiche, è la testimonianza del forte impegno che l’Italia porta avanti nella lotta alla contraffazione”. Ha quindi aggiunto: “La tutela e la promozione dell’autentico Made in Italy nel mondo è una priorità assoluta di questo Governo, oltre che una missione strategica per l’economia nazionale. Ringrazio l’Ispettorato repressione frodi del Ministero per la professionalità dimostrata in questo cas e per la difesa quotidiana del patrimonio agroalimentare italiano. Un grazie va anche all’Autorità britannica del Defra, la cui collaborazione è stata rapida ed efficace”.
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Harrods vende l’olio extravergine d’oliva toscano… tarocco!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 25, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/25/harrods-vende-lolio-extravergine-doliva-toscano-tarocco/
Oscar “made in Italy” premiati Fassino e Giovanni Rana
Nel nostro Paese non sempre le eccellenze “made in Italy” sono riconosciute, mentre all’estero, a New York va di scena la 29ª edizione del Gala Italia, la consueta manifestazione con la quale viene attribuita l’onoreficenza di merito per gli italiani che si sono distinti per il loro operato negli Stati Uniti. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera scrivendo «Nel corso degli anni, l’associazione ha dato prova di notevole capacità di aggregazione di talenti in grado di dare vita ad iniziative che hanno contribuito a rafforzare la tradizionale amicizia tra le società civili al di qua e al di là dell’Atlantico». Nella missiva letta dal console generale a New York, Natalia Quintavalle, Napolitano ha inviato i propri auguri ai premiati per «essersi distinti nei rispettivi ambiti di attività, facendo emergere lo spirito d’iniziativa e la creatività italiane e rendendo ancor più forti i legami e le sinergie tra il nostro Paese e l’America». Tra le personalità che hanno ricevuto il riconoscimento ci sono il sindaco di Torino, Piero Fassino, in visita nella Grande Mela per promuovere la città sabauda e sensibilizzare gli investitori attraverso iniziative che si sono svolte presso l’Ice di New York, alla presenza del direttore Pier Paolo Celeste, e all’Enit assieme al direttore, Eugenio Magnani. Fassino ha ringraziato per la generosa ospitalità e ha rivolto un plauso ai connazionali che si distinguono ogni giorno per il loro operato negli Usa. Assai variegata la «squadra dei premiati» alla serata presso Il Pierre Hotel, nel cuore di Manhattan. Tra loro il re della pasta, Giovanni Rana, l’ex deputato al Congresso americano Frank Joseph Guarini, il capo del dipartimento di radioterapia oncologica alla New York University, Silvia Formenti. E ancora Patricia de Stacy Harrison, premiata per il suo ruolo nel settore dei media, e il jazzista Francesco Cafiso, che recentemente si e’ esibito alla Casa Bianca per il presidente Barack Obama. Anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha inviato il suo messaggio all’Italian Wine & Food Institute: «Sono orgoglioso di dare il mio sostegno a questa celebrazione del meglio dell’Italia».
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/22/oscar-made-in-italy-premiati-fassino-e-giovanni-rana/
Greenpeace invade la Galleria Vittorio Emanuele a Milano… “Detox now”
Detox now, ovvero disintossicati ora! Questa è la battaglia degli attivisti di Greenpeace che protestano a Milano contro i tessuti usati dalle grandi marche, che secondo l’associazione, userebbero sostanze tossiche nella fabbricazione di abiti per bambini realizzati dai brand del lusso del Made in Italy. Così 5 attivisti di Greenpeace in tuta arancione e corde, per protestare contro l’avvio della settimana di sfilate della moda femminili, hanno affisso uno striscione con la scritta “The king is naked”, in cima alla Cupola, mentre altri cinque mostravano un altro striscione: “Versace detox now” .
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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“Il suicidio dell’Extravergine”: il New York accusa Napoli
Il New York Times si scaglia contro l’olio d’oliva italiano tramite un’infografica interattiva curata da Nicholas Blechman, a partire dal testo di un blogger, Tom Mueller. L’articolo che appare sul sito s’intitola “Extra Virgin Suicide” e prende spunto dal film di Sofia Coppola “The Virgin Suicide” (“Il giardino delle vergini suicide”). L’accusa è chiara: l’extravergine d’oliva sarebbe troppo spesso adulterato e mescolato con olii meno nobili. Spiega il Mattino: Quindi un macabro simbolo del veleno, ma al posto del classico teschio, una oliva, con accanto due ossa incrociate. E poi, come sottotitolo: «L’adulterazione dell’olio d’oliva italiano». L’infografica sostiene, senza citare alcuna fonte ufficiale, che gran parte dell’olio venduto come italiano viene in realtà da Spagna, Marocco e Tunisia. Quindi che viene ‘tagliatò con olio più scadente e persino con clorofilla per il colore, colorante e beta-carotene per il sapore, e trasportato al porto di Napoli, dove viene mescolato con altri olii scadenti, non di oliva. Quindi le bottiglie vengono marchiate con il simbolo dell’Extra verginè e del ‘Made in Italy’. In Usa, secondo il Nyt, circa il 69% arriva ‘adulteratò. Il giornale ricorda che esiste un corpo speciale dei Carabinieri specializzato nella lotta alle frodi alimentari. Tuttavia sostiene che i test di laboratorio sono facilmente falsificabili e che la Polizia si basa sul semplice odorato. «Gli agenti regolarmente fanno dei raid contro queste raffinerie per cercare di mettere a regola il settore, tuttavia – sostiene il giornale – i produttori, grazie alle loro connessioni con politici potenti, sono raramente indagati dalla legge». «Tutte queste frodi – conclude – hanno così fatto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva. Produttori corrotti hanno rovinato sè stessi, commettendo di fatto una sorta di suicidio economico».
Pubblicato da tdy22 in gennaio 27, 2014
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Addio ad Ambrogio Busnelli, re del design
E’ scomparso sabato, all’età di 88 anni, il fondatore di B&B Italia Ambrogio Busnelli, re del design e ambasciatore del ‘Made in Italy’. Nato a Meda, in Brianza, iniziò la sua storia imprenditoriale nel 1952, concretizzando il suo sogno, ‘un’industria per il design’, nel 1966 con la creazione di C&B insieme con Cesare Cassina. Tecnologie innovative e collaborazioni con designer affermati portano l’azienda ad aggiudicarsi primati e successi a livello internazionale. Nel 1973 la trasformazione dell’azienda in B&B Italia segna la svolta: è qui che l’intuito di Busnelli e la sua visione imprenditoriale prendono forma, i suoi progetti contribuiscono a scrivere la storia del design italiano grazie anche al contributo di una nuova generazione di designer. Il risultato sono quattro ‘Compasso d’oro’. “Con la scomparsa di Pierino Busnelli – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – se ne va un protagonista dell’imprenditoria italiana. Un “maestro brianzolo” che ha saputo interpretare al meglio l’intuizione di dare valore aggiunto con il design, la ricerca e l’apertura internazionale all’industria del mobile”. “Piero Busnelli – ha ricordato Bruno Molteni presidente del consiglio comunale di Meda- è stato un protagonista del suo tempo. Una persona eccezionale che ha esportato in made in Brianza in tutto il mondo. Perdo un grandissimo amico”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 27, 2014
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Rapina in una gioielleria: è il figlio della proprietaria
Rapina in una gioielleria a Nettuno, in provincia di Roma, dove un uomo si è introdotto nel negozio, ha aggredito la commerciante spingendola poi contro il pavimento, è quindi salito sul bancone, ha forzato la cassa e rubato i soldi. Non soddisfatto, ha afferrato quanti più gioielli possibili prima di darsi alla fuga. Lui, S.F., un 46enne, è il figlio della sua stessa vittima, proprietaria della gioielleria. La donna, una 70enne, ha in seguito allertato il 113 e dagli accertamenti della polizia, che l’ha ascoltata a lungo, sembra che gli episodi di violenza nei confronti dell’anziana donna si ripetessero ormai da mesi. L’uomo, secondo gli investigatori, “per le sue esigenze personali negli ultimi tempi, con sistematica regolarità, aveva preso l’abitudine di presentarsi in negozio e chiedere dei soldi”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 30, 2013
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“Berlusconi ha promesso molto senza mai mantenere”: l’affondo di Bombassei
Non c’è andato leggero Alberto Bombassei, il presidente di Scelta Civica e del gruppo Brembo, uno dei gioielli del Made in Italy e leader mondiale indiscusso dei freni ad alta tecnologia, parlando al Tages Anzeiger di Zurigo, autorevole quotidiano elvetico, dei danni provocati dal Berlusconismo. Il 73enne industriale ha detto: “Quando Berlusconi era premier gli imprenditori italiani che si recavano all’estero dovevano sorbirsi, regolarmente, ad ogni incontro d’affari, una storiella su di lui. Per fortuna le cose, adesso, sono radicalmente cambiate”. “Berlusconi – continua il suo affondo Bombassei – ha promesso molto senza mantenere nulla”. Ma non solo, il magnate dei freni offre un giudizio impietoso sulla classe politica italiana, che per lui richiama “lo stile dei Borboni”. Il Parlamento, poi, gli ricorda “l’arena di Verona” e dei Parlamentari lo ha colpito “l’incompetenza e la distanza dai problemi della gente”. Di Monti, invece, Bombassei dice che “ha salvato l’Italia in un momento difficile ma che la gente non ne è consapevole”. Quanto a Enrico Letta, la sua coalizione assomiglia a “un bollito misto”. Nulla a che vedere con la “grosse Koalition guidata dalla Merkel”. Il presidente di Scelta Civica ha anche chiaro cosa bisognerebbe fare per salvare l’Italia: “la politica deve cambiare la legge elettorale, di modo che entrino in Parlamento delle persone scelte dai cittadini, mentre gli imprenditori devono essere convinti a non fuggire all’estero”. Tuttavia, Bombassei ritiene soprattutto che “gli utili delle aziende devono essere reinvestiti nell’innovazione, nella meccatronica e nelle nanotecnologie”. Ma perché, a 73 anni, Bombassei si è dato alla politica? “Per spirito di servizio. In passato, come imprenditore, ho ottenuto tanto grazie al mio Paese. Adesso è arrivato il momento di restituire”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 30, 2013
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Sfidano il freddo per dire STOP al FALSO MADE IN ITALY!
Non li ha fermati neppure il freddo, la Coldiretti con le mantelle gialle sfida anche le temperature rigide per far arrivare la loro voce dalla frontiera del Brennero a Roma. Il messaggio è chiaro: “No al falso cibo Made in Italy”. La mobilitazione «La battaglia di Natale: scegli l’Italia» è iniziata e vuole difendere il settore dalle importazioni di bassa qualità spacciate come italiane.
Nell’area di parcheggio «Brennero» al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) scelta come campo base della protesta, con tanto di megatenda per preparare pasti e bevande calde, ci sono trattori e decine di pullman che nella notte hanno portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia.
I tir sono stati bloccati dagli agricoltori che personalmente si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere quale merce arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Gli striscioni sono piuttosto espliciti: «615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania», «1 mozzarella su 4 è senza latte», «Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro», «Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate».
Cosa mangiamo? I nostri cibi per circa un terzo cioè il 33% vengono confezionati con materie prime straniere e poi esportate con il marchio Made in Italy, con i consumatori che peraltro sono all’oscuro di tutto ciò. Questo è il dato che emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti nell’ambito della mobilitazione che l’organizzazione agricola sta svolgendo al valico del Brennero contro le importazioni di bassa qualità spacciate come italiane. «Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali – denuncia il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani ma fatti con maiali allevati all’estero. Inoltre tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta; oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere».
La presenza di ingredienti stranieri nei prodotti alimentari realizzati in Italia – spiega Coldiretti – è dovuta alla ricerca del rifornimento a basso costo e senza preoccupazioni per le conseguenze sulla salute: perciò finisce nel piatto dal concentrato di pomodoro cinese all’olio di oliva tunisino, dal riso vietnamita al miele cinese. Solo nell’ultimo anno – cita tra i vari esempi l’organizzazione agricola – sono scomparsi in Italia 615mila maiali per lasciare spazio alle importazioni di carne do bassa qualità dall’estero. «È anche necessario – conclude il presidente Moncalvo nel richiedere la completa attuazione delle leggi sulla etichettatura obbligatorie d’origine – che sia resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero, venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola e diventi operativa la legge che vieta pratiche di commercio sleale, tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto spendono per produrre».
Pubblicato da tdy22 in dicembre 4, 2013
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Il disegno ‘rubato’: la Kinder chiama Giuditta
Qualche giorno fa Red Ronnie aveva denunciato un presunto furto dell’idea di una studentessa di un liceo pavese: secondo Ronnie, uno degli ultimi spot della Ferrero, il manifesto per il Kinder Bueno con il volto femminile diviso in buono e cattivo, era identico al disegno della ragazza. Ora il dj e conduttore televisivo, su Twitter, ha reso noto che “La Ferrero ha chiamato Giuditta Fiocchi, la ragazzina di Pavia da cui hanno copiato pubblicità”. L’opera di Giuditta era un autoritratto realizzato per il corso di Arte, che poi era diventato anche la locandina di una manifestazione Scienza Under 18. Il padre della studentessa del liceo artistico Volta di Pavia, ha confermato che il gruppo dolciario si è messo in contatto con la figlia: “Ci ha telefonato un dirigente della Ferrero – racconta Romano Fiocchi a ‘La provincia pavese’ – ci ha assicurato che l’idea è originale e che l’avevano lì da tempo, ma ha riconosciuto il talento di Giuditta: la coinvolgeranno in un progetto a cui stanno lavorando”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 1, 2013
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No Bueno! La Kinder ruba l’idea pubblicitaria a una ragazzina di Pavia
E’ stato Red Ronnie a denunciare il furto dell’idea usata per una pubblicità Kinder, per sponsorizzare il prodotto Kinder Bueno, che in realtà apparterebbe a una ragazzina di Pavia. Come scrive La Repubblica: il disegno ripreso dall’azienda di Alba è stato realizzato da Giuditta Fiocchi, 18enne studentessa del liceo artistico Volta di Pavia, per il manifesto di una mostra dello scorso maggio al Castello Visconteo. Giuditta, che si dice “molto soddisfatta” dell’attenzione ricevuta da uno dei marchi più conosciuti del made in Italy, ha già scritto una lettera alla Ferrero, ma senza ricevere risposta. Non chiede alcun riconoscimento economico, vorrebbe solo essere coinvolta in “eventuali progetti futuri”
Pubblicato da tdy22 in novembre 30, 2013
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Il successo dell’Italia… sta in un bicchiere
Italia batte Francia 45 a 44. Nessuna competizione sportiva: si parla della vendemmia 2013 la cui produzione stimata per il Belpaese è attorno ai 45 milioni di ettolitri a fronte dei 44 dei cugini d’Oltralpe. E’ la Coldiretti a rendere note le cifre e a festeggiare i dati sulle esportazioni che quest’anno segnano “un record storico”, “con un valore delle vendite che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro per effetto di un aumento del 9 per cento degli acquisti oltre confine”. La regione che più può alzare i calici è il Veneto, i cui vini occupano in valore una quota pari al 30,8 per cento del totale nazionale, pari a un miliardo 443 milioni di euro del 2012, quota confermata anche per i primi sei mesi dell’anno corrente con oltre 736 milioni di valore di vino esportato. E’ Assoenologi a sottolineare come la regione segna un +5 rispetto all’anno precedente, questo principalmente per merito dell’entrata in produzione di nuovi vigneti. Asso nella manica sembra essere lo spumante italiano la cui domanda, sempre secondo Coldiretti, è cresciuta del 19%.
Pubblicato da tdy22 in novembre 4, 2013
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McDonald’s chiama Italia: arriva l’hamburger alla Chianina
Al Forum dell’alimentazione di Coldiretti a Cernobbio, è stata presentata la nuova proposta di McDonald’s: un panino con l’hamburger a base esclusivamente delle pregiate carni Piemontese e Chianina. La nuova specialità è frutto della partnership con Inalca del Gruppo Cremonini e con Coldiretti (i cui allevatori riuniti nella Filiera agricola italiana garantiranno la carne certificata). Quello che prevede l’accordo è la fornitura di carne di alta qualità e proveniente dagli allevamenti italiani di vitelloni di queste due razze autoctone del Centro e del Nord Italia. L’attesa non sarà lunga: già il 13 novembre, infatti, sarà possibile assaggiare i nuovi panini. Ha spiegato il presidente della Coldiretti Sergio Marini: “L’accordo per noi rappresenta una occasione per far conoscere anche ai più giovani la straordinaria qualità delle carni delle razze autoctone italiane che sono un patrimonio di biodiversità, di sicurezza alimentare e di valori nutrizionali, unici ed esclusivi del nostro Paese” . L’amministratore delegato di McDonald’s Italia, Roberto Masi, ha poi aggiunto: “McDonald’s ha iniziato nel 2008 un percorso di valorizzazione dei prodotti italiani, ma è la prima volta che utilizziamo per i nostri hamburger carne chianina e piemontese. La volontà è quella di far assaggiare due grandi eccellenze a tutti gli italiani, grazie ai nostri prezzi accessibili e alla capillarità dei nostri ristoranti”. Ha osservato infine Luigi Scordamaglia, ad di Inalca: “Il nostro Gruppo è particolarmente orgoglioso di poter in questo modo contribuire al riconoscimento delle eccellenze italiane sui mercati nazionali ed internazionali ed alla valorizzazione del lavoro non semplice degli agricoltori italiani”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 19, 2013
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Nuova truffa a danno dell’italia: kit per fare “parmigiano” e “mozzarella”
Volete il parmigiano? Ora esiste un kit venduto in Australia, Usa, ma anche in Gran Bretagna (cioè in Europa dove si dovrebbe tutelare il marchio). Il kit poi è facilmente acquistabile online quindi anche in Italia. Le confezioni, che promettono di ottenere una mozzarella in appena 30 minuti e un parmigiano in appena due mesi contengono recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri, e garantiscono di ottenere prodotti caseari ben identificati che sono una chiara contraffazione dei nostri più celebri formaggi. “Un danno economico e soprattutto di immagine incalcolabile che – sostiene la Coldiretti – mette a rischio la credibilità conquistata di prodotti divenuti simbolo del Made in Italy di qualità, grazie al lavoro di intere generazioni di allevatori e casari impegnati a rispettare rigorosi disciplinari”. “Particolarmente grave – continua la Coldiretti – è il fatto che ad essere coinvolta sia una azienda della Gran Bretagna che fa parte dell’Unione Europea e che dovrebbe quindi intervenire direttamente per fermare questo scandaloso scempio”. Tramite questo kit è possibile fare anche una ricotta o un pecorino e falsificare i più famosi formaggi italiani.
I kit per la produzione di parmigiano, come riporta Libero, vengono messi in vendita da una ditta inglese e costano 102,38 sterline, pari a circa 120 euro mentre quello per la mozzarella 25 sterline, pari a 30 euro. Nella confezioni in vendita per i due prestigiosi formaggi a pasta dura è contenuta però anche una piccola pressa da formaggi. Si possono lavorare, con gli ingredienti a disposizione, circa 8 litri di latte per volta e, complessivamente, 40 litri di latte. “La mozzarella – si legge nelle istruzioni – non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntualizza – non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensati”. Ad aggravare la situazione, nelle etichette non si fa cenno alla provenienza del latte, se ovino o bovino, che comunque deve essere pastorizzato e lavorato alla temperatura di 37 gradi centigradi. Con dovizia di particolari vengono fornite le istruzioni per la ceratura che non deve essere né troppo leggera né troppo spessa.
“La contraffazione è un delitto, fa un grande danno ai nostri agricoltori onesti che lavorano duramente”ha affermato il ministro delle politiche agricole Nunzia de Girolamo a margine del Forum di Coldiretti a Cernobbio. “Abbiamo due linee da seguire – aggiunge De Girolamo – la repressione – e quindi ricontattare le autorità locali in modo che l’intervento che è stato fatto sul wine kit venga ripetuto, coinvolgendo anche il ministro degli esteri Bonino e portando il problema nella cabina di regia sull’internazionalizzazione – e poi avviare anche una campagna non solo di promozione ma di aiuto all’internazionalizzazione perché chiaramente dove c’è l’offerta buona viene meno quella cattiva”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 19, 2013
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L’Italia del rammendo, cala l’abbigliamento
Dal 2008 a oggi due italiani su tre hanno ridotto la spesa per l’abbigliamento, un po’ per colpa della crisi un po’ per l’accumulo di abbigliamento fanno negli anni precedenti. Inoltre a far concorrenza al made in Italy sono decenni che si ha il made in China, molto più economico. Ma l’ultima tendenza italiana è il buon vecchio rammendo, il 60% dei consumatori infatti nell’ultimo hanno a fatto ricorso a riparazioni sartoriali per continuare a usare i vecchi capi.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 5, 2013
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Italiani che trovano il successo all’estero: il caso del marchio Kinabuti
Caterina Bortolussi e Francesca Rosset, entrambe poco più che trentenni, sono arrivate in Nigeria alcuni anni fa e proprio nella capitale del Paese, Lagos, hanno creato il loro marchio di abbigliamento: Kinabuti. Come loro spiegano: “pensiamo di essere al posto giusto nel momento giusto”. La società risponde alla domanda di prodotti di “lusso” che sta sorgendo in alcune fasce di una popolazione che sta vivendo una progressiva crescita del benessere: la Nigeria è infatti uno dei paesi africani più ricchi di petrolio e il suo Pil aumenta al ritmo del 7-8% annuo. Qui ci si rivolge non solo ai prodotti importati dall’estero, ma anche a quelli realizzati in loro, che consentono di rispondere in modo più rapido ed efficace alle richieste della clientela valorizzando contemporaneamente le capacità artigianali del territorio. Si creano inoltre nuovi posti di lavoro e infatti l’azienda delle due italiane ha finanziato un programma di formazione che si rivolge a giovani donne che vivono nelle aree più degradate del paese.
Da qui sono uscite 21 ragazze che ora, a un anno e mezzo dall’avvio del progetto, lavorano stabilmente come modelle professioniste: le loro storie sono state raccontate dal regista svedese Marcus Wemer Hed nel docu-film “In our ghetto”.
15 donne della comunità di Rumolumeni, nel delta del Niger, stanno inoltre seguendo un corso di cucito e confezione per imparare a tagliare e cucire gli abiti secondo i canoni internazionali. Caterina racconta: “Ci sono i talenti, la voglia di fare ma non le competenze. Mancano le scuole di formazione, un sistema distributivo definito e una supply chain sicura”. E poi ci sono i problemi logistici, tipici di un paese in via di sviluppo (“le strade non funzionano, manca l’elettricità”).
Anche per questo i quantitativi prodotti attualmente da Kinabuti sono ancora limitati, ma – promettono le due socie – “non appena riusciamo ad aumentare la produzione, puntiamo ad esportare i nostri abiti anche in altri paesi”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 2, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/02/italianikinabuti/
Hollywood innamorata del cibo tricolore.
Il nostro cibo piace e questo lo sappiamo da sempre. Dal cappuccino, agli spaghetti fino alla pizza il nostro è davvero un marchio che non conosce confini nel mondo. Oggi però oltre al made in Italy più classico, quello celebrato in film e libri, va di moda ad Hollywood le ricercatezze dei nostri piatti tipici. Così i vip avendo per il momento accantonato il sushi o la cucina cinese sono sempre più interessati alle pietanze mediterranee. Da Lady Gaga a Sting, da Francis Ford Coppola a Robert De Niro sono sempre a caccia del cibo tricolore. Ma su quali prodotti si posa la loro attenzione? Il parmigiano reggiano è in testa al 44%, seguito a ruota dalla mozzarella di bufala (40%), si piazza bene il il prosciutto crudo, Parma (38%) e il San Daniele (34%) e per finire non va male neppure all’Amarone.
La passione poi si trasforma in business ed ecco che è in crescita tra le celebrità l’abitudine sempre più consolidata di trovare una tenuta agricola o un’azienda di prodotti locali da rilevare. Lo sa bene Sting, proprietario di un agriturismo in Toscana. Nel suo appezzamento da 300 ettari vicino a Figline Valdarno, 30 km a Sud di Firenze, si producono olio extravergine di oliva, miele d’acacia e di castagno, marmellate, frutta e verdura.
Stregato dall’Italia anche il comico Danny De Vito, celebre negli Stati Uniti per essere produttore del Limoncello Premium, il liquore realizzato esclusivamente con limoni di Sorrento, lavorati in una distilleria nella Penisola Sorrentina per ottenere il miglior Limoncello del mondo. Ma quali sono le Regioni sulle quali i vip hanno messo gli occhi? Al primo posto troviamo laToscana (31%), seguita da Veneto (23%), Piemonte (19%), Emilia-Romagna (16%), Campania (11%) e Sicilia (9%). Per le star di Hollywood, mangiare italiano è soprattutto sinonimo di buon gusto (32%), credibilità (27%) e positività (21%). Tanto che anche in patria, i divi ripropongono menù che tengono alto il sapore tricolore.
Si chiama Joanne la trattoria gestita dai genitori di Lady Gaga. All’interno del locale di New York, nella zona dell’Upper West Side, su Columbus avenue, vengono serviti piatti tipici italiani, in un ambiente che cerca di ricreare l’atmosfera della Toscana, con paesaggi campestri alle pareti.
La passione ha contagiato anche Francis Ford Coppola: il regista italo-americano, all’interno del suo ristorante Café Zoetrope di San Francisco, è orgoglioso di offrire ai suoi ospiti specialità tipicamente italiane.
Sylvester Stallone, assieme a De Vito e Charlie Sheen, invece, ha di recente comprato il Buca di Beppo Restaurant, situato in California presso l’Universal City Location. Il menù del ristorante è zeppo di pizze di ogni tipo, tra cui quella con olive e peperoni. Parla italiano anche Ago. Il locale losangelino di Robert De Niro e Ridley Scott. Diretto dallo chef Agostino Sciendri, le specialità della casa sono il risotto ai funghi e pollo alla toscana, preparati nella cucina con forno a legna, che si apre direttamente sulla sala.
Pubblicato da tdy22 in agosto 31, 2013
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Vietato il vino italiano pregiato da farsi in casa da soli: stop al kit-wine
Vini in polvere venduti con un kit che consente poi di farsi “vini pregiati italiani”. In realtà una sorta di “Piccolo Chimico” che promette miracoli in sole 4 settimane. Il costo è bassissimo: poco più di un euro a bottiglia. Nel kit c’è tutto: succo d’uva concentrato, lievito, e altri 5 pacchettini di polveri varie da impiegare secondo le istruzioni.
Il Nucleo Antifrode dei Carabinieri però ha sollecitato l’intervento del Regno Unito. Quello che infatti viene venduto come kit “per vino italiano” non è altro che una contraffazione. In realtà la bevanda non può neppure denominarsi vino. Il problema di fondo è poi che una volta assaggiato ad esempio un Chianti, i consumatori associano quel gusto chimico al vino e non riconoscerebbero mai un vero Chianti perché abituati a sentire quel sapore che neppure lontanamente somiglia al vino sponsorizzato in etichetta. Come riporta il Fatto Alimentare era stato l’eurodeputato italiano Giancarlo Scottà il primo a fare un’interrogazione parlamentare rivolta al Commissario europeo per l’Agricoltura, l’8 ottobre 2012, per denunciare i “Counterfeit Italian-made products: powdered wine on sale in the United Kingdom”. Il Commissario Dacian Cioloş aveva però reagito tiepidamente, ora invece grazie ai carabinieri e al coordinamento con la polizia internazionale è stato possibile vietare la vendita del kit in Inghilterra.
Pubblicato da tdy22 in agosto 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/29/vietato-il-vino-italiano-pregiato-da-farsi-in-casa-da-soli-stop-al-kit-wine/
Totti e la Roma a cena a Boston al ristorante della famiglia Pallotta
Totti e la Roma a cena fuori. A Boston, nel North End, il quartiere italiano della città, la squadra è ospite questa sera del ristorante, Nebo, gestito dalla famiglia del presidente Pallotta. Tra antipasti di verdure e capresi a tavola regna il Made in Italy. E’ possibile anche che ci sia un discorso del presidente per caricare la squadra in vista della nuova stagione.
Pubblicato da tdy22 in agosto 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/04/totti-e-la-roma-a-cena-a-boston-al-ristorante-della-famiglia-pallotta/
Basta alla contraffazione… ed è subito Flash Mob a Milano!
L’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, è in sintonia con questa iniziativa spontanea e continua la sua battaglia in difesa del made-in-Italy calzaturiero nel mondo. La lotta viene fatta con ogni mezzo che possa richiamare l’attenzione su un problema che da anni inabissa il Pil italiano, ma, fino a oggi, nessun governo ha affrontato il problema in maniera seria e determinata.
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/03/basta-alla-contraffazione-ed-e-subito-flash-mob-a-milano/
Made in Italy? No, truffa!
Pubblicato da tdy22 in novembre 8, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/11/08/made-in-italy-no-truffa/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'
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