Francesco e Ilary… si preparano ad ampliare la famiglia!

francescotottieilaryblasi-tuttacronacaChe Francesco Totti abbia sempre desiderato una famiglia numerosa non è un mistero: “Voglio 5 figli per fare una squadra di calcetto”, aveva affermato qualche anno fa. Al momento lui e Ilary Blasi hanno un bimbo e una bimba, Christian e Chanel. Che presto però avranno un fratellino o una sorellina. A rivelarlo è stato lo stesso capitano giallorosso in un’intervista a Rai Uno. “Il terzo figlio è imminente. Maschio o femmina è indifferente, tanto ormai con Ilary la coppia l’abbiamo fatta”. Ma il capitano ha anche un altro desiderio: “C’è un sogno che sto ancora rincorrendo e spero non sia impossibile da realizzare ed è quello di vincere la Champions League. Sarebbe il coronamento di tutto, ma i tempi sono ristretti”. A 37 anni, infatti, il capitano giallorosso è sul viale del tramonto. “La squadra ideale in cui mi sarebbe piaciuto giocare? Buffon in porta, poi difesa a tre con Maicon, Samuel e Candela, a centrocampo De Rossi, Xavi e Iniesta, poi io, Cristiano Ronaldo, Messi e Ibrahimovic. Costosa? Problemi del presidente, un pò sbilanciata forse, sicuramente bella e soprattutto impossibile”. Per quel che riguarda Brasile 2014: “Non penso che andrò ai Mondiali, per scelta e perchè credo che Prandelli ha già deciso l’organico da portare – spiega – A me non ha mai detto niente, ma non giudico nessuno, io rispetto tutti. Della Roma andrà De Rossi, e forse Florenzi, vedremo”. Non manca una parola per Rudi Garcia: “Ha fatto un grande lavoro nello spogliatoio perchè venivamo da due anni difficilissimi, soprattutto nella gestione del gruppo – ammette – Purtroppo quando non arrivano i risultati, il gruppo si sfalda, ognuno pensa a se stesso. Come ho sempre detto si vince avendo un gruppo, poi è normale che servono i giocatori forti, però con una base solida si riesce a partire col piede giusto. E Garcia ha già capito come è Roma, è preparato e sa quello che vuole”. Guardando al passato, invece, Totti ricorda la sua ammirazione per Giannini (“era il mio idolo, lo vedevo come capitano e bandiera della Roma. Mi identificavo e speravo un giorno di diventare come lui. Dopo fortunatamente ci sono quasi riuscito…”) e il periodo dell’infanzia, “bellissimo, pensavo solo a divertirmi ed ero molto più libero rispetto ad oggi”. Quello che gli manca, in effetti, è la libertà di poter vivere Roma senza doversi nascondere. “L’unica cosa a cui sono insofferente è la vita privata, non ho la possibilità di girare tranquillamente, e un pò mi manca non fare una passeggiata in centro o dover entrare al cinema quando le luci sono già spente – le sue parole – Da un lato sono orgoglioso dell’affetto della gente, però ci sono alcuni momenti in cui vorrei essere invisibile, fare tante cose senza esser visto da nessuno. Tuttavia non ho mai pensato di andare a vivere in un’altra città”.

“Siamo fatti di rotture e ricostruzioni”: Laetitia Casta e la rottura con Accorsi

laetitia-casta-tuttacronacaLaetitia Casta si confessa nel corso di un’intervista a Vanity Fair, che le dedica la copertina nel numero uscito oggi, mercoledì 26 febbraio. “Rompere con un uomo ti obbliga a ricostruirti, a crescere. Ti costringe a voltare pagine essenziali e a rimetterti in gioco. Siamo fatti di rotture e ricostruzioni: io, almeno, sono fatta così. Provo dolore all’inizio, ma devo sempre toccare il fondo per risalire”. La modella e attrice francese parla così della fine del suo rapporto con Stefano Accorsi, dopo dieci anni assieme. Dopo la fine di un rapporto, racconta la Casta, “a farti male non è mai il dolore dell’ultima storia, ma quello che hai provato prima, nell’infanzia. L’ultimo abbandono è come una puntura di richiamo, ma il vaccino lo hai fatto da piccola. Crescere vuol dire imparare a gestire il disagio, perché diventi sempre meno doloroso”. Ma Laetitia confessa anche di stare benissimo mentre già si parla di un nuovo amore, rigorosamente italiano. “Qualcuno poteva pensare che sarei rimasta da sola tutta la vita?”. Poi la ricetta dell’amore: “Voglio diventare vecchia con il fuoco negli occhi, non arrendermi mai. Perché restare insieme, quando si è cambiati: forse per raccontarsi bugie?”. Reinventarsi in coppia può essere un esercizio interessante: molti lo fanno. “Li invidio, mi piacerebbe, ma non sopporto la menzogna. Preferisco andare dove mi porta l’istinto, Anche se so che è la strada più difficile. Forse cambierò, ma per il momento voglio vivere così. Come una disadattata felice”.

L’omaggio ad Aldo Fabrizi è targato Brignano

enrico-brignano-conferenza-stampa-sanremo-2014-tuttacronaca

Al festival di Sanremo c’è spazio anche per un omaggio al grande Aldo Fabrizi. A cantare Lulù sul palco dell’Ariston sale Enrico Brignano. Il comico romano aveva rilasciato poco prima un’intervista a tutto campo in cui evidenziava quante volte in Italia si vede tutto negativo, senza mai soffermarsi a pensare che ci sono molte cose più che positive nel nostro paese. Brignano ha dichiarato “Se avessi partecipato a questo Festival come cantante, avrei portato una canzone d’amore nello stile di Domenico Modugno. Mi piace questo Festival, soprattutto la scenografia. Ritengo positiva la conduzione, non mi dispiace. Facile dire che si poteva cambiare qualcosa, siamo tutti commissari tecnici e quindi tutti pensiamo che potremmo condurre in un altro modo il Festival. In cuor mio mi piacerebbe presentare il Festival di Sanremo, ma avrei paura delle conferenze stampa. Vedo che troppe persone prendono sul serio la cosa e si arrabbiano, per me non ha senso. Leggo a volte certi articoli con commenti quasi offensivi, è capitato anche a me circa 20 anni fa quando avevano scritto che la mia carriera da conduttore era finita. Stasera al Festival farò un pezzo di un autore famoso della Rai in bianco e nero.

Canterò stasera, così come nel mio programma di 4 puntate (che si svilupperanno sotto forma di varietà). Tra pochi giorni partirà su Rai Uno, potremo parlare al cuore degli italiani. Le cose in Italia possono cambiare se solo gli italiani lo vogliono. Non dobbiamo mai dimenticare le nostre eccellenze. Siamo tra i primi paesi al mondo quando si parla di moda, di cibo o di scienza. Abbiamo insegnato l’arte agli altri popoli. Siamo stati i primi a portare l’acqua in tutta Europa. Abbiamo inventato una lingua ed una moneta comune. Nel Rinascimento si può dire che il mondo della sapienza dell’epoca si concentrava a Firenze. Abbiamo il 70% delle opere d’arte presenti nel mondo. I telegiornali in Italia ormai danno solo brutte notizie, ci sono anche quelle buone, ma non vengono evidenziate. Credo che la buona volontà stia dietro l’angolo, lo dico anche se non sono buonista. Bisogna sapere ritrovare la strada del sorriso.”

Nuovo governo? Alla Cultura Max Pezzali ci metterebbe Jovanotti!

max-pezzali-tuttacronacaMax Pezzali è impegnatissimo: una tournèe, un disco che celebra i suoi anni di musica da solita e anche un’autobiografia, “Max 20”. Però non perde di vista neanche il panorama della politica italiana e così lancia la sua personale candidatura per quel che riguarda il governo Renzi: Lorenzo Jovanotti come ministro alla cultura. Del primo incontro con il collega e amico, in un’ntervista a Repubblica, racconta: “Quando incontrai Lorenzo a fine anni 80, già allora possedeva un’assoluta tendenza all’innovazione. Ha una curiosità verso il nuovo incredibile. Non si è mai posto il problema dei rischi che l’affrontare qualcosa di nuovo comportasse. In Italia tutto questo manca, specialmente nella musica. Ognuno considera le proprie conoscenze acquisite come intoccabili. Per Lorenzo, tutto si può fare”. Parla anche dell’Italia: “A volte penso che questo Paese sia spacciato, per colpa delle persone che lo hanno deturpato per troppo tempo, e non mi aiuta nemmeno pensare ‘e va be’, anche io faccio parte di questo Paese, anche se non ho fatto niente di grave sono nel sistema, un po’ è anche colpa mia’. Credo di possedere una forma di ottimismo incosciente che mi fa andare avanti. Ho la fortuna di non essere circondato sempre dalle stesse persone: incontro musicisti diversi, persone comuni, parlo con loro quando le incontro nei palazzetti dove suono, negli autogrill; questo mi fa fare i conti con la realtà vera, quella raccontata nella canzone, fatta di quelle persone decenti che sono poi l’assoluta maggioranza. Un po’ come quelli che si ostinano a voler puntare sempre sullo stesso numero alla roulette, convinti che prima o poi vinceranno, io sono fondamentalmente e irrazionalmente convinto che un giorno ci sarà un colpo di scena e ci sarà una presa di coscienza: allora le enormi potenzialità della maggioranza silenziosa faranno la differenza”. Del resto, dalle canzoni scanzonate degli 883 ora è arrivato alla sua fase matura e anche la sua musica parla di quello che accade in Italia: È l’habitat in cui dobbiamo purtroppo vivere. Ci pare lentamente di scivolare all’indietro. Solo una persona completamente fuori dalla realtà non se ne rende conto. Specialmente chi vive in provincia, lo sente: in provincia il palcoscenico è più piccolo e quello che non funziona è immediatamente visibile. In città puoi far finta di niente, c’è la possibilità di farsi abbagliare dal glamour di certe cose. In provincia vedi solo i negozi che chiudono e le persone che da un giorno all’altro si trovano a casa improvvisamente”. Alla domanda: Con la crisi di governo arriverà, probabilmente, anche un nuovo ministro della Cultura. Chi sceglieresti? non ha esitazioni: “Io non solo lo proporrei come ministro della Cultura ma lo proporrei addirittura come presidente del consiglio: Lorenzo Jovanotti. Voterei lui fino alla morte”. Non sarebbe improvvisato? “In effetti il problema dei nostri tempi è questo. Siamo usciti da un’epoca in cui c’era una classe politica obsoleta e impresentabile, che tra le altre cose è ancora lì, e siamo entrati in una fase in cui ci sono persone che vorrebbero scardinare tutto ma hanno un grosso problema: la complessità dei problemi non permette di avere persone che si improvvisano nelle ‘stanze dei bottoni’. Siamo arrivati a un punto in cui abbiamo capito che i vecchi piloti che stavano guidando l’aereo ci stavano portando per i cavoli loro, facendoci spendere un’enormità in carburante con un biglietto dal costo astronomico. Non è più sufficiente trovare persone oneste, abbiamo bisogno di piloti veri”.

Scontro a distanza Usa-Russia? La tedofora e Obama con la banana

obama-russia-sochi-tuttacronacaObama, in un’inervista alla Nbc, non ha risparmato frecciate nei confronti di Vladimir Putin, ma anche la scelta dell’ultimo tedoforo scelto dal presidente russo in occasione dei Giochi di Sochi 2014 può esser letto in chiave polemica nei confronti del suo omologo americano. La scelta si è rivelata doppia ed è caduta su Vladislav Tretjak 62 anni, tre volte campione olimpico nella squadra di hockey dell’ex Unione sovietica e Irina Rodnina, l’unica ad aver vinto in coppia dieci mondiali consecutivi (1969-78) e tre ori di fila alle Olimpiadi (1972, 1976, 1980). Ma l’ex campionessa è anche una deputata del partito putiniano Russia Unita. Che ha fatto molto discutere lo scorso settembre a causa di un tweet razzista. La Rodnina ha infatti postato un fotomontaggio del presidente degli Stati Uniti Barack Obama con la bocca piena mentre qualcuno gli porge una banana. L’ex pattinatrice respinse seccamente le critiche al mittente: “Me l’hanno inviato dagli Usa. È la libertà di parola. Se qualcuno ha dei complessi, è un suo problema”. Poi cancellò l’immagine. Che però resta impressa nella memoria, come dimostra il fatto che qualcuno ha fatto notare la discutibile scelta…

Obama e la frecciata a distanza a Putin

obama-putin-tuttacronacaIn un’intervista alla Nbc il presidente americano Barack Obama ha spiegato di avere l’impressione che l’atteggiamento “da duro” di Valdimir Putin “faccia parte del suo repertorio nella politica domestica, voler assomigliare a un duro. Ma le nostre relazioni non le chiamerei gelide. C’è una sorprendente quantità di umorismo”. Ma non solo. Il presidente Usa, in concomitanza con l’apertura dei Giochi Olimpici di Sochi, ha lanciato anche una frecciata al suo omologo russo. “Penso che spendere 50 miliardi di dollari per organizzare Giochi olimpici coronati da successo non sia necessario, anche perchè noi disponiamo di infrastrutture che ci dovrebbero permettere di fare dei Giochi un pò meno cari”. 

Barack Obama: “A Putin piace fare il duro”

barack-obama-tuttacronacaIl presidente americano Barack Obama, nel corso di un’intervista alla Nbc, ha parlato del comportamento del presidente russo: “La mia sensazione è che faccia parte del repertorio di Vladimir Putin nella politica domestica, come voler assomigliare a un duro”. Il presidente Usa ha quindi aggiunto: “Le nostre relazioni non le chiamerei gelide. C’è una sorprendente quantità di umorismo”.

La Bignardi presa di mira anche da Selvaggia Lucarelli

selvaggia-lucarelli-tuttacronacaDue fazioni contrapposte, all’attatto o in difesa di Daria Bignardi a seguito dell’intervista durante la trasmissione Le Invasioni Barbariche che ha visto in studio il grillino Di Battista. Ora Selvaggia Lucarelli ha a sua volta preso la parola e le rivolge aggettivi del tenore di sadica, schifata, rapita, narcolettica, diabolica, solo per citarne alcuni. Il programma, osserva, da anni sulla cresta dell’onda, regge a share e lotte intestine nel palinsesto di La7 e, anzi, va pure meglio degli anni precedenti. A questo punto Selvaggia traccia un schema tipo del programma,  “quelle certezze a cui lo spettatore è ormai irrimediabilmente affezionato”.

a) la faccia schifata della Bignardi quando davanti a sé ha l’ospite  «la redazione ha insistito tanto». Tra sguardi assassini, smorfie alla Facci e pause per guardare la cartelletta in cerca della domanda più infame come facevano i professori guardando il registro dopo aver pronunciato la frase «Oggi interroghiamo…», l’intervista barbarica denominata «le-stavo-sulle-pa…» è un’esperienza che segna più del divorzio con figli in età adolescenziale. […]

b) la faccia rapita della Bignardi quando, al contrario,  ha l’ospite «Fi.. di legno sarà tua sorella». Le capita, spesso, con gli attori. 

c) l’occhio narcolettico  in presenza dell’ospite «Quando ho finito svegliatemi». Succede con gli ospiti nei confronti dei quali prova una totale, plateale, smaccata indifferenza. Le è successo con Belen. […] 

d) l’intervista «Esci da quel corpo!». Ogni tanto, Daria, è vittima di una possessione demoniaca che la coglie in momenti del tutto imprevedibili. Come la piccola Regan de L’esorcista,  lei è lì che discorre amabile con l’ospite di turno, e tra sorrisi e convenevoli a un certo punto le scappa una frase che è generata da il Male. Da Belzebù.[…] 

e) l’intervista  «quanto m’attizza la piccozza». Daria nutre una misteriosa e viscerale passione per gli alpinisti. Li intervista tutti. 

E non può mancare la conclusione con l’ultimo affondo: 

La ragione di certe infatuazioni di Daria non la conosce nessuno, come del resto nessuno ha ancora ben capito perché al suo invito dicano tutti sì, nonostante  la graticola che attende l’ospite. Diciamo che l’intervista barbarica è una sorta di chiamata alle armi: bisogna dire sì, nella viva speranza di non starle sulle ba….

 

Senza trucco, nuda e con i capelli lunghi: Miley Cyrus in versione inedita

miley-cyrus-tuttacronaca-wE’ la rivista W a mostrare, e intervistare, una Miley Cyrus che appare in versione inedita: senza trucco, nuda e con i capelli lunghi. L’ex stellina di casa Disney, prendere l’occasione per confessare: “Non mi piacciono i bambini. Sono così fo***tamente cattivi. A volte li sento parlare con i loro genitori e vorrei solo andare via, o schiaffeggiarli io stessa. Se avessi parlato così ai miei quando ero solo un bambina, non avrei avuto nessun iPhone, nessun computer, nessuna tv. Niente di niente”.


La cantante abituata a provocare e a richiamare l’attenzione, ha visto l’intervista come l’opportunità per spiegare che i suoi atteggiamenti nascondono un messaggio: “Sto cercando di dire alle ragazze che non devono truccarsi, avere lunghi capelli biondi e tette grandi. Devono cercare il loro stile personale”. Infine, anche un duro commento sulla Disney: “Non me ne frega un ca… delle critiche. Non sono un marchio Disney, dove hanno una ragazza asiatica, una di colore e una bianca per essere politicamente corretti, dove tutti indossano T-shirt dai colori accesi”.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Terra dei Fuochi: “Scavate anche al Nord”. Parla ancora Schiavone

terra-dei-fuochi-tuttacronacaCarmine Schiavone, il pentito ex Casalesi, parla al Secolo XIX raccontando nuove, scioccanti rivelazioni sull’intreccio indissolubile tra Stato, servizi segreti, poteri economici e mafie. “Scavate anche in Liguria, a Genova, o in altri siti del nord dove ci sono discariche”. Dopo le drammatiche verità sulla Terra dei Fuochi, il collaboratore di giustizia prosegue con le sue scottanti verità e domanda: “Tutti i rifiuti che hanno prodotto al nord dove li hanno smaltiti?” La risposta è che un po’ “li hanno sotterrati sotto le Alpi, ma poi gli altri rifiuti? Quelli in Lombardia o in Piemonte o nella zona industriale di Genova o a La Spezia?”. Per Schiavone si trovano tutte “nelle discariche”, ma “non solo al sud anche al nord”. Schiavone dichiara: “Io lavoravo nella mia zona e posso dire con certezza dove sono interrati i rifiuti campani”. Ma lungo la filiera dell’illegalità si intrecciano e si propagano anche altre relazioni tra Stato e malavita. “E’  da 60 anni che le mafie stanno al Nord, come a Milano così a Genova. Controllate Genova”. Il pentito parla anche dell’esistenza di mafie istituzionalizzate: le istituzioni e i servizi dell’epoca ad esempio permettevano di scaricare i rifiuti tossici ma non solo, “smistavano anche armi, smistavano all’estero attraverso navi nei vari porti”. Ancora Schiavone racconta: “Noi lavoravamo con Eurocem a Napoli, Salerno e Gaeta, dei traffici in quei luoghi ne sono sicuro… ma sapevo che stavano anche ai porti del nord e all’estero attraverso navi”. Ripercorrendo la sua storia, spiega di aver detto tutto alla giustizia “per raccontare la verità”. Il primo verbale di “Spartacus”, suo nome da pentito, è stato nel ’93, “e l’ho fatto per far fermare sto sfacelo, perché la gente moriva, anche con l’acqua minerale”. Fin quando infatti “abbiamo dovuto combattere le nostre guerre interne, mi stava anche bene, però non abbiamo mai ammazzato nessun bambino, nessun innocente”. Prima, spiega, “era un caso di legittima difesa”. L’attacco principale è per le istituzioni corrotte. “Nella zona nostra, ad esempio, mio cugino guadagnava 1,2 mld ma lui era il braccio”. Le menti vere erano l’avvocato Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e il piduista Licio Gelli, che aveva amicizie importanti”. “L’Arpa invece era in mano alla mafia” per questo non hanno mai denunciato e omettevano. I veri “nemici dello stato poi sono all’interno della Dda”, che se vogliono fanno mancare anche i cancellieri o addirittura la carta igienica ai magistrati. Ancora, le istituzioni fingevano di non vedere i traffici di droga mentre “dentro le palme dal Sud America c’erano quintali di cocaina”. Per il pentito la triste verità è che “nessuno la vuole”, il popolo la vuole, “ma le istituzioni no”. “Siamo così arrabbiati di fronte a questo Stato che non fa niente, che lascerà morire la propria gente come pecore”, aggiunge. “Stanno mangiando solo soldi, a livelli di perizie ad esempio”. Mentre fra 15 anni quando le falde acquifere saranno tutte inquinate e la gente morirà quella verità non servirà più a nessuno. “Io ho una responsabilità quella di essere stato un mafioso – ribadisce -, ma la colpa è dei padri che hanno chiuso gli occhi mentre mangiavano soldi”.

La Roma si prende la rivincita grazie a un gol di Gervinho

roma-juve-tuttacronacaUna partita che probabilmente verrà ricordata più per la gaffe prima del fischio d’inizio del neo acquisto Bastos che per il gioco delle squadre quella vista questa sera all’Olimpico. Ma è comunque bastato un gol alla Roma per riuscire a vendicarsi della bruciante sconfitta in campionato allo Juventus Stadium il 5 gennaio. La missione, per gli uomini di Garcia, è quindi compiuta. Rimpianto per i bianconeri che si vedono sfumare l’occasione di siglare il mini-triplete.

L’azione del gol, dopo un primo tempo noioso con i giallorossi che hanno giusto dimostrato di avere una comprovata solidità difensiva, arriva da Pjanic, entrato in campo qualche minuto prima mostratosi decisivo per sbloccare le partita. Al 34′ ruba palla a Bonucci a centrocampo, lancia sul filo del fuorigioco sulla sinistra in area Strootman che dal fondo mette sul primo palo per l’accorrente Gervinho che d’esterno destro al volo anticipa Storari e insacca. 1-0 e semifinale per la Roma.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Roma – Juve: le probabili formazioni dei quarti di finale

roma-juventus-tuttacronacaPoche ore ancora e inizierà il match più caldo della settimana, quello che, a poco più di due settimane dalla sconfitta della Roma allo Juventus Stadium dove i bianconeri hanno trionfato per tre reti a zero, vede di nuovo in campo, questa volta all’Olimpico, gli uomini di Garcia contro gli undici di Conte per la partita valida per i quarti di finale di Coppa Italia. Queste le probabili formazioni:

Roma (4-3-2-1): De Sanctis; Dodò, Castan, Benatia, Maicon; Pjanic(Nainggolan), De Rossi, Strootman; Florenzi, Totti, Gervinho.

Juventus (4-2-3-1): Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Asamoah, Pirlo, Pogba, Vidal, Lichtsteiner; Giovinco, Quagliarella.

Garcia: “C’è una sola cosa da fare. Qualificarci”

rudi-garcia-tuttacronacaNonostante le ottime prestazioni in campionato, è difficile che i tifosi giallorossi si siano scordati completamente quella “tragica” notte quando i cugini della Lazio hanno vinto il derby all’Olimpico conquistando la Coppa Italia. Domani sera non sarà derby ma sempre una sfida che promette scintille: a Roma arriva la Juve, che in campionato ha battuto proprio gli uomini di Garcia lo scorso 5 gennaio per 3-0 e la partita è una di quelle “dentro o fuori”. Non meraviglia quindi che domani circa sessantamila persone affolleranno gli spalti.  L’allenatore giallorosso guarda al nuovo faccia a faccia con Conte come a una vera e propria rivincita. E ne fa un manifesto: “C’è una sola cosa da fare. Qualificarci”. Questa l’intervista fatta da Repubblica:

Questo Roma-Juventus è una rivincita del 5 gennaio?
“Soprattutto è una gara che apre alle semifinali. Un match totalmente differente dopo la partita di campionato, questa è una partita secca. Dopo ci sarà un solo qualificato e dobbiamo fare in modo che sia la Roma”.
Bastos aiuterà a ridurre il gap con la Juventus?
“Può soprattutto aiutare la Roma. Se migliora la Roma speriamo che faremo almeno gli stessi risultati dell’andata, forse di più. Vedremo. Sicuro che con questi due giocatori siamo più forti, la rosa è più ampia e io ho più soluzioni. Non dimentico che è andato via Bradley al posto di Radja. Con l’arrivo di Bastos abbiamo più soluzioni sulle fasce per l’attacco, con l’assenza di Balzaretti, per il momento, abbiamo una soluzione di più sulla fascia sinistra. Sì, ho parlato con Bastos, ha avuto questo problema a fine dicembre, bisogna lavorare sul piano fisico ma il braccio è guarito. Ora bisogna lavorare per trovare la forza adeguata per giocare. Ma può allenarsi, non è un problema”.
Questa è la partita più importante della stagione?
“No, ma è la più importante della settimana. Soprattutto andiamo a vivere una gara con un Olimpico pieno, sarà un ambiente terribile, sarà un vantaggio molto importante per noi, possiamo paragonarlo allo Juventus Stadium: è più facile giocare in casa con il pubblico dietro, il nostro sarà carico, giocheremo anche per loro, sarà una bella cosa”
Otto punti sono la distanza reale tra Roma e Juventus?
“Difficile, ora non ho la testa al campionato. Nell’ultima partita abbiamo vinto, abbiamo preso 2 punti sul Napoli e 3 all’Inter. In campionato mancano ancora tante giornate, e soprattutto loro dovranno ancora tornare all’Olimpico, verso la fine della stagione. C’è solo una cosa da fare: qualificarci”
Con la Juve c’è il rischio supplementari, questo influenzerà le sue scelte?
“Non hessun pensiero su questo. Ho detto che la terza partita, che è la più difficile da gestire, arriva cinque giorni dopo la Coppa Italia. Non è un problema giocare i 90 minuti contro la Juve. Abbiamo una settimana quasi intera tra Juve e Verona”
Mercato vivace, Pjanic è destinato ad andarsene?
“Perché fate tanti movimenti? Tranquilli, non so perché ci sia questa convizione. Io so che è arrivato Radja ed è partito Bradley. Ora abbiamo 5 giocatori forti. Spero che giocheremo due gare a settimana, sarà meglio. Bisogna lavorare per andare dove vogliamo andare la prossima stagione. Non saranno troppi 5 giocatori il prossimo anno per l’Europa. Prendere Nainggolan non vuol dire che andrà via Miralem. Per questo è troppo presto”

Dopo il ko di Torino avete raggiunto tre vittorie e la stessa cattiveria di inizio stagione. Quella sconfitta ha cambiato qualcosa?
“Veramente no. Abbiamo risposto bene, questo è importante. La verità viene sempre dal campo. Era importante vincere presto dopo Torino. Lo abbiamo fatto con la Samp. Le cose bizzarre del calendario fanno in modo che il quarto di finale è contro la Juve. Abbiamo fatto bene ieri contro il Livorno, dovevamo vincere per andare avanti. Non ho dubbi sulla voglia dei giocatori, in ogni match hanno dato tutto in campo”.
Quale l’arma in più della Roma nel girone di ritorno?
“Mi aspetto più efficacia sulle palle ferme, abbiamo preso 3 gol da loro da palla inattiva. Dobbiamo migliorare in questo aspetto, anche a livello offensivo. La Roma sa fare tutto: contropiede, gestire il ritmo, attacchi manovrati. Di sicuro se vogliamo la semifinale dobbiamo fare una grande gara. Dobbiamo giocare con entusiasmo, la nostra qualità è prendere piacere a giocare, quando è così giochiamo molto meglio”.
Pjanic a Torino prendeva in consegna Pirlo. Possibile domani una soluzione simile?
“Non è solo Pirlo da gestire, hanno tanti giocatori forti. Il pericolo può venire ovunque, così come per loro. Abbiamo 13 o 14 giocatori che hanno segnato dall’inizio della stagione. Una arma in più per noi. Pirlo è un fuoriclasse. Se gioca meno bene è meglio per noi. Dobbiamo essere efficaci e cinici. Spero che abbiamo tenuto alcuni dei gol sbagliati contro il Livorno per questa gara. Se fosse così, è tutto perdonato”.
Si possono togliere certezze alla Juve se si vince domani? Può giocare Skorupsky?
“Il campionato arriva subito nel week end, non cambia nulla se passiamo noi o passano loro. Parlo per me, non lo so. Skorupsky lo abbiamo provato , ma niente di più”.

Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie

michele_liguori-tuttacronacaE’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.

Bonev vs Pascale: l’attrice indagata per diffamazione

michelle-bonev-francesca-pascale-tuttacronacaFrancesca Pascale, compagna di Silvio Berlusconi, aveva querelato l’attrice bulgara Michelle Bonev parlando di “una vera e propria azione persecutoria” nei suoi confronti, messa in atto attraverso la stampa e i social network. Oggi l’attrice, iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di diffamazione nei confronti della first lady di Forza Italia, è stata interrogata nel pomeriggio dal pm Eugenio Albamonte negli uffici della procura di Roma.

Bestemmia in diretta durante Pomeriggio Cinque! Doppie scuse dalla D’Urso

barbara-d-urso-tuttacronacaImbarazzo alle stelle durante la trasmissione Pomeriggio Cinque condotta da Barbara D’Urso. Durante un servizio che presentava un’intervista all’attore spagnolo Alex Gadea, protagonista della soap Il segreto, una voce fuori campo si è lasciata sfuggire una bestemmia che ha provocato disagio tanto alla conduttrice che allo staff del programma.

L’imprecazione è stata in un primo momento attribuita allo stesso traduttore del servizio e la D’Urso si è vista costretta a chiedere scusa due volte in rapida successione. “Io non ho capito bene di cosa si trattava – ha spiegato la conduttrice – ma qualunque cosa fosse vi chiediamo perdono perché è andato in onda senza che ce ne accorgessimo”. Ma il traduttore ha replicato nel corso della stessa puntata e, in diretta, ha fatto presente a chiare lettere di non aver tradotto il video e costringendo, di conseguenza, la giornalista ad un secondo intervento sul caso. “Credo che sia andato in onda qualcosa che non doveva andare in onda e, se è andato in onda qualcosa che non doveva, chiedo scusa a tutti i milioni di telepsettatori che ci stanno ascoltando e guardando. Il doppiatore del servizio forse ha sbagliato”. Gaffe colossale insomma mentre, su Youtube, il canale Voci di donna fa notare che Mediaset ha prontamente rimosso le immagini della gaffe.

Terra dei Fuochi e Ilva: screening gratuito per la popolazione

ilva-tuttacronacaSono stati approvati gli emendamenti al dl 136 dalla commissione Ambiente della Camera e l’elemento di novità emerso è che si stanzieranno 25 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell’Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti, ha detto: “Il coordinamento dell’attività relativa agli screening sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti” dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell’Istituto superiore di sanità nell’ambito dello studio ‘Sentieri’, relative alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte. Oggi è stato approvato anche l’emendamento relativo all’aumento di capitale dell’Ilva quale strada per assicurare all’azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale.Come spiega il Sole 24 Ore:

Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell’azienda, i Riva, di partecipare all’aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. “Nel decreto – afferma Bratti – abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l’aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili”. Inoltre, aumentata dal 70 all’80 per cento la quantità di prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell’Ilva deve aver avviato nel periodo – in sostanza l’attuale – che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. “Nell’80 per cento – rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell’Aia concluse che quelle attivate”.

Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare – osserva Realacci – sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine “allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti – conclude Realacci – per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell’Ilva”.

Questo slideshow richiede JavaScript.

“Gli alieni sono tra noi!” L’intervista dell’ex ministro della Difesa

alieni-tra-noi-tuttacronacaIl canadese Paul Hellyer, tra il 1963 e il 1967 fu ministro della difesa per i liberali sotto il primo ministro Lester B. Pearson. Ora ha catturato l’attenzione di molti in seguito alle sue dichiarazioni a Rusian TV: non solo sostiene che gli alieni sono in mezzo a noi ma si rifiutano di condividere le loro avanzate tecnologie, almeno finchè non cambieremo le nostre abitudini belligeranti e cesseremo d’inquinare l’ambiente. Ancora, ha sostenuto vi siano 80 diverse specie di extraterrestri, alcuni dei quali avrebbero il nostro stesso aspetto e non sarebbe possibile distinguerli dgli esseri umani. Il Daily Mail, che ha diffuso la notizia, riporta anche alcune dichiarazioni dell’ex ministro. “Abbiamo una lunga storia di UFO e la loro attività è aumentata da quando abbiamo inventato la bomba atomica”, ha detto. “Gli alieni sono molto preoccupati per questo e per il fatto che potremmo essere abbastanza stupidi da voler utilizzare nuovamente la bomba atomica”. Ha anche aggiunto che la maggior parte degli alieni vorrebbero aiutarci più che distruggerci: “Direi che la maggior parte di loro sono benevoli nei nostri confronti e vogliono aiutarci, a parte una o due specie”. La prima dichiarazione sugli alieni dell’ormai 90enne Hellyer risale al 2005: si tratta del primo politico di alto lignaggio ad aver mai dichiarato apertamente l’esistenza degli extraterrestri, sostenendo che stanno visitando il nostro pianeta da migliaia di anni e sono abbastanza impressionati dal modo in cui viviamo: “Passiamo troppo tempo a combattere tra di noi, spendiamo troppi soldi per le spese militari e non per nutrire i poveri e curare i senzatetto e chi ne ha davvero bisogno. Gli alieni vorrebbero aiutarci e insegnarci modi migliori per vivere, ma solo con il nostro consenso. Pensano che non stiamo gestendo bene il nostro pianeta. Stiamo disboscando le nostre foreste ed inquinando i fiumi e i laghi. Riversiamo liquami negli oceani. Stiamo facendo una serie di cose che non andrebbero fatte se tenessimo veramente al nostro pianeta”. Ancora, Hellyer ha parlato di “una federazione di alieni” che si sarebbe imposta di non interferire con le nostre attività: “Il futuro della nostra specie e di tutte le altre presenti sulla Terra è a rischio se non cerchiamo di capire cosa sta succedendo e non lavoriamo con i vicini degli altri pianeti0”. Ma gli alieni avrebbero anche inventato alcune delle nostre tecnologie, tra le quali i chip, la luce LED e il giubbotto in kevlar. Hellyer, che ha detto di non aver mai incontrato un alieno in vita sua ma avrebbe visto un UFO nei pressi del lago Muskoka, in Ontario, ha spiegato che degli alieni, i “Tall Whites” (Bianchi alti), starebbero lavorando con le forze aeree degli Stati Uniti in Nevada: “Un paio delle loro donne vanno in giro per Las Vegas vestite come suore e non vengono notate”. Vi sarebbe inoltre un altro gruppo di extraterrestri, gli “Short Greys” (Bassi grigi), che avrebbero braccia e gambe molto sottili, grandi teste e sarebbero alti circa un metro e mezzo. E ancora, i “Nordico Blondes”, che potrebbero essere scambiati per dei cittadini danesi o comunque scandinavi.

Stalking e diffamazione: la Pascale querela Michelle Bonev

francesca-pascale-tuttacronacaMichelle Bonev è stata querelata da Francesca Pascale. E’ Licia Polizio, legale della Pascale, a rendere noto che l’attuale compagna di Berlusconi ha accusato l’attrice bulgara di aver condotto una vera e propria azione persecutoria nei suoi confronti sia attraverso la stampa che tramite i social network. Tra le altre dichiarazioni che la Bonev aveva rilasciato alla stampa, anche quella di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi per ottenere la produzione di una fiction e l’omosessualità di Franesca Pascale

Questo slideshow richiede JavaScript.

E’ morta la mamma del Telefono Rosa, Giuliana Dal Pozzo

giuliana-dal-pozzo-tuttacronacaEra il 1988, il termine femminicidio non era di moda e non si parlava della violenza sulle donne, specie di quella domestica. Eppure Giuliana Massari Dal Pozzo era lungimirante e decise ugualmente di fondare, a Roma e come sportello temporaneo del Comune, il Telefono Rosa: lo scopo era raccogliere le richieste di aiuto. Ora il Telefono Rosa è una realtà autorevole, con sedi in tutta Italia e un’attività che da accoglienza telefonica (oltre al proprio numero gestisce anche l’istituzionale 1522) è diventata più in generale di formazione alla cultura anti-violenza di genere. Ma oggi è un giorno triste: la giornalista dalla parte delle donne, nominata Grande Ufficiale della Repubblica da Napolitano nel 2007, è morta all’età di 91 anni. Nata a Siena, dopo qualche tempo nelle redazioni dell’Unità e di Paese Sera, tra la fine degli anni ’60 e i ’70 aveva affiancato e poi preso il posto di Miriam Mafai nella direzione del settimanale Noi Donne. L’organo ufficiale dell’Unione Donne Italiane, fondato nel ’44, viveva a partire da quegli anni il picco di diffusione, autorevolezza, punto di riferimento per le donne militanti. Lei riuscì a renderla una rivista in grado di anticipare i temi del femminismo ancora sotterraneo. Per più di vent’anni, nella sua rubrica di posta delle lettrici, affrontò le questioni del divorzio, dell’aborto e degli anticoncezionali in un’epoca in cui era addirittura reato parlare di quella che veniva definita ‘interruzione della maternita«.  Nel 1969 un’inchiesta sul maschio di sinistra rompeva un altro tabù, mettendo in luce le ipocrisie della parte progressista. Quindi il Telefono Rosa, per aiutare le donne vittime di violenza e un libro sull’argomento, Così fragile, così violento. Parlava di una violenza che era ancora più sommersa di quanto lo è oggi, di cui nessuno parlava. Ma lei e le sue volontarie, grazie a quel telefono, offriva una nuova forma di servizio sociale. Premio Saint-Vincent per il giornalismo, è stata anche autrice dell’enciclopedia La donna nella storia d’Italia, di vari saggi, di un romanzo, Ilia di notte, scritto con Elisabetta Pandimiglio (Editrice Datanews), e del diario La Maestra. Una lezione lunga un secolo (Memori).

Anna Marchesini, “drammaticamente felice” e l’annuncio che non ti aspetti

anna-marchesini-tuttacronacaDopo aver commosso il pubblico italiano con la sua apparizione alla trasmissione Che tempo che fa, Anna Marchesini fa convergere su di sè l’attenzione anche dagli studi di Domenica In, dov’è stata ospite oggi per promuovere il suo libro, Moscerine, ma soprattutto dare un annuncio shock, che nessuno si aspettava: “Il prossimo anno sarò a teatro con l’ultimo racconto del mio libro. Lo farò da sola in scena, è un racconto che leggerò e di cui reciterò tutti i personaggi”. Nonostante sia gravemente malata, non perde l’entusiasmo e presto tornerà a solcare l’amato palco, con un testo unico per più personaggi, ma un’unica voce: la sua. “Io sono drammaticamente felice – dice – è un ossimoro, ma l’ossimoro secondo me precisa. Non c’è qualcosa che mi rende felice, momenti no li ho anche io, ma è qualcosa che sento dentro, quello che ho ottenuto perlopiù l’ho cercato e quello che ho cercato, partendo da una bambina molto paurosa con un senso di abbandono fortissimo, è il coraggio. Mi rende felice cercarlo e mi rende felice sapere di non averlo ancora trovato. Io sento la vita. La sento forte, intensamente, drammaticamente ma anche in maniera grottesca, comica”. Del resto la sua carriera è stata all’insegna della comicità, segnata da una vocazione “al plurale” che confessa riguardando spezzoni della sua carriera televisiva. “Rivedendomi adesso che sono più anziana mi piaccio tanto. I primi anni mi guardavo con sguardo molto critico, adesso mi osservo con amore. Questi personaggi non si mostrano più ma chiacchierano tutti dentro di me. Io mi sono sempre sentita al plurale, non come individuo singolare. Convivo con affetti, voci, personalità. Sono io dentro tutto quello che faccio. Terribilmente e intensamente”.  E riguardo al nuovo libro: “Moscerine l’ho scritto dopo aver riletto Pirandello. A me la lettura insieme alla vita offre spunti emotivi, emozionali, fortissimi. Amo Pirandello. Non è solo aver letto Pirandello, è anche che scrivere mi piace, alterno la scrittura alla lettura, sperando di fare letteratura. Ho sempre sognato di scrivere ma non solo scrivere. Bisogna scrivere di letteratura”.  Anna Marchesini quindi come s’identifica? Scrittrice o attrice? “Già da bambina desideravo scrivere, confrontandomi con i grandi della scrittura mi dicevo perché rompere il silenzio io dopo che i grandi lo hanno già fatto. Mi censuravo. Poi dover aver riletto Proust ero così piena di sensazioni che ho cominciato a scrivere, dicendo lo faccio per me, non è che scrivo per poi dargli un seguito. Poi ho finito di scrivere per me…”.  E ora per Moscerine inizia un vero e proprio “tour” di presentazioni.

Il Trap e Strunz insieme 15 anni dopo la “famosa” conferenza… e arrivano le femen!

trap-strunz-femen-tuttacronacaChi potrebbe mai dimenticare la storica conferenza stampa durante la quale il Trap, con il suo tedesco molto approssimativo, si scagliò contro Strunz, suo giocatore al Bayern Monaco?

Sono trascorsi 15 anni da allora e Markus Lanz, conduttore della rete televisiva Zdf, è riuscito a riunirli nella sua trasmissione, all’inizio della quale i due si sono scambiati un caloroso abbraccio. Nel corso della stessa è stato anche trasmesso il celebre filmato ma a interrompere la festa c’hanno pensato due attiviste del Gruppo Femen, che contestavano l’assegnazione al Qatar dei Mondiali del 2022. Le due sono arrivate mentre Lanz chiedeva a Trapattoni cosa avesse provato nel pronunciare l’immortale “Was erlaube Strunz”, (“Cosa vuole questo Strunz”) e i due palloni di calcio grondanti sangue dipinti sui seni e sulla pancia con le scritte “Sangue e giochi” e “Non giocate con i diritti umani” hanno preso il posto della risposta. Per diversi secondi, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti e lo sguardo divertito del Trap, le due hanno scandito i loro slogan mentre il conduttore, impassibile, ha fatto avvicinare un ragazzo che ha spiegato i motivi della protesta. “Tra pochi anni il Mondiale di calcio si svolgerà in Qatar – ha ricordato – dove i lavoratori vengono trattati come schiavi”.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Berlusconi dietro le sbarre! Ma solo nel Presepe…

berlusconi_carcerato-tuttacronacaAlla radio Francese Berlusconi ha dichiarato che, se lo dovessero arrestare, in Italia scatterebbe la rivoluzione ma c’è chi immagina la scena in modo diverso. Ecco allora che nella storica bottega Gambardella di San Gregorio Armeno a Napoli spunta la statuina di un Berlusconi dietro le sbarre con tanto di pigiama a righe. Il leader di FI è stato condannato dalla Cassazione nell’ambito dell’inchiesta sui diritti tv Mediaset e per lui sono previsti gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali.   Ma, appresa la notizia della sua decadenza, gli artigiani della ‘strada dei pastori’ di Napoli si sono sbizzarriti nel ritrarlo: prigione sì, ma con l’immancabile sorriso.

“Se mi arrestano, in Italia scoppia una rivoluzione”: così Berlusconi

silvio-berlusconi-tuttacronacaTorna ad alzare i toni Silvio Berlusconi, parlando alla radio francese Europe 1: “Se mi arrestano, in Italia scoppia una rivoluzione”. Il leader di Forza Italia ha spiegato:  “Possono controllarmi il telefono, mi hanno tolto il passaporto e possono arrestarmi quando vogliono. Ma non ho paura, se lo fanno ci sarà una rivoluzione in Italia”, aggiungendo che “non si può mettere in galera qualcuno che sta facendo campagna elettorale contro chi ha utilizzato il suo braccio giudiziario per impedirgli di fare politica”. E ha continuato: affermando che in Italia “non c’è stato un solo colpo di stato ma quattro. Il colpo di stato c’è ogni volta che un paese non può essere governato dagli uomini eletti dal popolo”. L’obiettivo, ora, è l’Europa: “Sono in campagna elettorale, stiamo cercando di convincere quei 24 milioni di italiani che non hanno ancora deciso di votare per la sinistra”. “Il governo – ha aggiunto Berlusconi – non è più eletto dal popolo, il 24 maggio è il giorno in cui si voterà per l’Europa, chiediamo di avere la possibilità di avere lo stesso giorno elezioni per l’Italia”.

“Sono in pericolo, ho subito intimidazioni”. Parla Michelle Bonev

michelle-bonev-tuttacronacaMichelle Bonev, dopo un periodo di silenzio seguito alle sue dichiarazioni su Silvio Berlusconi e Francesca Pascale, torna oggi a rivolgersi ad amici e fan su Facebook con un lungo post accompagnato da un videomessaggio. L’attrice denuncia di aver subito intimidazioni da persone non meglio specificate:

Voglio scusarmi con voi del mio silenzio, ma sono stati giorni molto difficili per me. Ho dovuto pensare soprattutto alla mia incolumità. Sono stata costretta a lasciare la mia casa per alcuni giorni perché ci sono stati tentativi di intimidazione nei miei confronti. E’ giusto che voi sappiate come vive una persona come me che denuncia questo sistema. Dopo le mie dichiarazioni su Silvio Berlusconi e Francesca Pascale, sia sul mio blog che a Servizio Pubblico, vivo in costante tensione, sorvegliata da uomini di mia fiducia giorno e notte, mentre chi corrompe crea nuovi partiti e viene ritratto sulle copertine dei settimanali e sulle prime pagine dei quotidiani.

Io non mi sento di puntare il dito verso qualcuno in particolare, ma voglio dire a chi cerca di intimidirmi che sono già stata al Comando dei Carabinieri e ho fatto un esposto, che permetterà loro di svolgere le indagini. Prima o poi vi prenderanno. Nessuno può arrogarsi il diritto di minacciare o calpestare la libertà di un essere umano. L’Italia è un Paese democratico e io non mi piegherò davanti a metodi mafiosi. Il Diritto Umano numero uno recita: “Tutti gli esseri umani sono liberi e eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” Io mi chiedo, e chiedo a voi: ma se io non potessi permettermi un servizio di sicurezza, che salvaguardi la mia vita, potrei stare qui adesso a parlare con voi? Non lasciatemi da sola, ho bisogno del vostro sostegno.

Questo il video pubblicato su Youtube, dal titolo “Io non ho paura: nessuna intimidazione può fermare la verità”

Battiato shock: “Probabilmente si avvicina la fine, meglio cogliere il giorno”

franco_battiato_tuttacronacaE’ il Mattino che mette in evidenza come Franco Battiato, nonostante i suoi 68 anni, non smetta un attimo di gettarsi in nuovi progetti, in una girandola di impegni che non lasciano tregua all’artista. Solo per citarne alcuni, attualmente è in tour con “Diwan, l’essenza del reale”, dedicato alla poesia araba sviluppatasi in Sicilia intorno all’anno Mille; è appena stato a Roma per presentare “Del suo veloce volo”, album live diviso con Antony e la Filarmonica Toscanini; sempre nella Capitale ha visitato il Centro Sperimentale di Cinematografia per parlare di “Creatività e le sue possibili declinazioni”, venerdì sarà al Torino Film Festival per l’anteprima di “Temporary road”, un documentario su di lui di Giuseppe Pollicelli e Mario Tani. E non bisogna pensare si limiti all’Italia: sabato partirà per Katmandù sulle tracce di uomini straordinari per le ultime riprese di “Attraversando il Bardo”, suo docufilm sul tema della morte nelle diverse tradizioni spirituali. Approfittando della sua presenza a Napoli Federico Vacalebre, l’ha intervistato per Il Mattino e a lui Battiato ha spiegato anche che dovrebbe ” trovare il tempo per scrivere una canzone per Alice, le hanno chiesto di tornare a Sanremo: nel caso la prendano io stavolta non la accompagnerò, ma un pezzo glielo darei volentieri, se riuscissi a scriverlo”.

Come mai tanta carne a cuore, Franco?
«Probabilmente si avvicina la fine, meglio cogliere il giorno, il progetto».

Di morte, e reincarnazione, parlerà in «Attraversando il Bardo».
«Sono così contento di farlo… È l’argomento rimosso dei nostri tempi, eppure la morte non è fine, non è inizio, ma passaggio: dopo fai i conti con quel che hai fatto. O la paghi, o la godi o resti inutile. Ho parlato con saggi d’Oriente e d’Occidente, asceti, psicologi. Ho sentito un frate che crede nella reincarnazione, ma anche il mio amico Manlio Sgalambro, ateo solo per restare fedele alla sua filosofia. Ho già girato in Sicilia tra scenari poco conosciuti. E ora mi aspettano tre Lama nel monastero di Parphing: i buddhisti tibetani sono quelli che hanno l’idea più chiara su cosa succede agli uomini subito dopo la morte».

Il docufilm ha una genesi produttiva particolare.
«Il committente è un operaio siciliano, vicino alla pensione, una persona semplice ma con una testa che viaggia veloce. Ha messo 50 mila euro in questo progetto, stiamo stretti, ma ce la faremo».

«Del suo veloce volo» è la cronaca fedele dell’emozionante concerto del 2 settembre all’Arena di Verona.
«Con Antony ci siamo conosciuti piano piano, abbiamo iniziato una timida collaborazione culminata in quella notte in cui abbiamo diviso onori e oneri e duettato le sue ”You are my sister” e ”Frankenstein”, già tradotta su ”Fleurs 2” in ”Del suo veloce volo”, e ”As tears go by” dei Rolling Stones: quando lui canta la strofa non esegue nemmeno una nota dell’originale, poi si unisce perfettamente a me nel ritornello. È un fenomeno, ha una voce straordinaria».

Quella sera c’era anche Alice, con cui invece collabora da una vita.
«Ricordo ancora quel discografico che mi disse che se ”Il vento caldo dell’estate” avesse funzionato lui avrebbe cambiato mestiere. Quando arrivò prima in hit parade lo chiamai, era ancora al suo posto. Nel cd con Alice facciamo ”I treni di Tozeur” e ”La realtà non esiste”».

Che è di Claudio Rocchi, il cantautore di «Il volo», per decenni anima italiana degli Hare Krishna, scomparso negl giugno scorso: con lui divise la Milano ribelle degli anni Settanta. Che cosa resta di quella stagione?
«Niente, oggi la quantità vince sulla qualità, siamo circondati da un 99% di cose inutili. Claudio è stato un amico e un artista, ma quella canzone vale a prescindere, è rimasta intatta, nel suo continuo modulare accordi diversi come in una sequenza naturale».

Nonostante la natura inedita di «Diwan», l’altra sera il pubblico napoletano ha applaudito il viaggio nella Sicilia dei poeti arabi messo in scena con le voci di Sakina Al Azami, Etta Scollo e Nabil Salameh, applaudendo particolarmente «Fogh in Nakhal», la «’O sole mio» persiana.
È vero. E quando, nei bis, per ”Voglio vederti danzare” si è ammassato a ballare sotto il palco ho capito che eravamo rovinati. Mi ha praticamente imposto di intonare, quasi a cappella, ”Era de maggio”. Per fortuna che ho ricordato i versi».

Finiamo con la politica?
«Se proprio dobbiamo, ma conosco fini migliori».

Tra i cantautori va di moda dire che non voteranno alle primarie del Pd.
«Per quel che mi riguarda cerco di inserirmi tra i 30 milioni di italiani che non votano, e non solo alle primarie. L’esperienza da assessore mi ha deluso, ma resto convinto che con più coraggio in Sicilia sarebbe stato possibile compiere una rivoluzione».

La vicenda della decadenza di Berlusconi?
«Quando assisti a vicende come la sua ascesa al potere ti rendi conto che siamo nella mani della follia. E tutto è possibile perché siamo un popolo di individualisti».

Anna Marchesini commuove a Che Tempo che Fa

anna-marchesini-tuttacronacaE’ stata ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” l’attrice Anna Marchesini che, nonostante la malattia, non ha perso nè il sorriso nè l’ironia. L’ex componente del trio formato da lei, Solenghi e Lopez, soffre da anni di una grave forma di artrite reumatoide. La comica, però, nonostante il sorriso di sempre ha il volto scavato dal male che la sta piano piano spegnendo e con voce flebile ha commosso tutto il pubblico presente. Ma prende quanto le sta accadendo con la curiosità di sempre: “Sono obesa di vita, ne sono così interessata” ha detto durante la trasmissione di Fazio, “che mi interessa anche la morte”. Nell’occasione, è stato presentato il suo ultimo libro, “Moscerine”, dove racconta della sua lotta contro la malattia e dell’importanza di reagire.

Il “coming out” di Robbie Williams: gay ma nel corpo di un etero

robbie-williams-tuttacronaca“La storia è piena di casi di uomini gay che fanno finta di essere etero. Io però sono un etero che finge di essere gay. A noi britannici viene normale avere atteggiamenti ambigui.” E’ quanto ha confessato Robbie Williams nel corso di un’intervista rilasciata al Sydney Telegraph. Il cantante inglese ha ammesso di avere atteggiamenti ambigui, tanto che anche la moglie Ayda Field, quando si sono conosciuti, si era stupita dei suoi modi. Ma l’ex take That spiega il suo atteggiamento con l’essere inglese e racconta che, quando viveva nella sua patria con la moglie americana, doveva spiegarle che atteggiamenti ambigui sono normali nei inglesi. “Quando mia moglie è venuta per la prima volta in Inghilterra, vedevamo la TV insieme e mi diceva Beh, lui è gay’ e io le rispondevo ‘No, è britannico’.”

Sequestrati ortaggi pronti alla vendita nella Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-ortaggi-tuttacronacaBlitz degli agenti del corpo forestale dello Stato di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, oggi a Caivano, nel Napoletano, durante il quale sono stati sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. L’operazione ha interessato 430mila metri quadrati di campagna tra la famigerata zona Sammereto e quella di Pascarola, al centro dell’area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici, la cosiddetta Terra dei fuochi. Dalle analisi sui campioni prelevati dai pozzi, è emersa la presenza di sostanze considerate altamente tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è scattato nell’ambito di una indagine coordinata dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, ed è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo Forestale del comando provinciale di Napoli. Grazie alle analisi effettuate, è stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione della soglia di contaminazione delle acquee sotterranee in relazione a diverse sostanze: triclorometano, arsenico e solfati. Il reato per il quale si procede è quello di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione: sulla maggior parte dei terreni sequestrati c’erano coltivazioni di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o in atto; la restante parte era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinata all’alimentazione umana. Con il sequestro di oggi sale a 600mila metri quadrati il totale dei campi coltivati sequestrati a Caivano.

Baby squillo: quant’è diffuso il fenomeno? Parlano i giovani

baby-squillo-tuttacronacaSono stati 3mila i ragazzi delle medie e delle superiori che hanno partecipato a un sondaggio realizzato dal portale Skuola.net che ha portato alla luce quanto sia diffuso il fenomeno delle baby squillo. Tra i giovani, il 15% ha denunciato casi di prostituzione nel loro istituto e, di questi, circa il 30% ha avuto rapporti sessuali con loro. Tra ques’ultimi, il 25% vorrebbe avere altri rapporti. Gli intervistati, quindi, ritengono che i media non stiano ingigantendo il fenomeno: per circa 1 studente su 4, le studentesse che si prostituiscono a scuola sono davvero così tante come dicono tv, giornali e web. Tra gli oltre 500 studenti che hanno dichiarato la presenza di baby-squillo nella propria scuola, il 60% afferma che non si tratta di casi isolati: più di una studentessa chiede soldi, ricariche e capi di abbigliamento in cambio del proprio corpo. Tra i 3mila giovani contattati, il 46% ritiene o che non esista nel suo istituto oppure di non esserne lui a conoscenza,  mentre il 40% circa del campione afferma con certezza che nella propria scuola queste cose non accadono. Ma là dove si è a conoscenza della presenza del fenomeno, un 10% non disdegnerebbe un rapporto sessuale con una baby squillo.

L’intervista alla baby-squillo! Ieri a Domenica Live…

baby-squillo-domenica-live-tuttacronaca

Ieri a Domenica Live è stata intervistata una baby squillo. Una ragazza che tre anni fa era entrata in un brutto giro e che racconta quali sarebbero gli interessi e le perversioni dei clienti che richiedono una minore:  “Solitamente i clienti vogliono le minorenni perché hanno la loro innocenza, la loro freschezza e le possono usare come un oggetto. A me, molti dei clienti, di età compresa tra i 18 e i 70 anni, anche padri di famiglia che non vanno d’accordo con la moglie o che lo fanno solo per un divertimento, mi chiedevano addirittura delle perversioni, di fare i bisogni nella loro bocca, oppure addosso a loro…”.

“Non ci sono solo immigrati onesti”: Renato Zero e l’Italia

renato-zero-tuttacronacaRenato Zero è impegnato in questi giorni nella promozione del suo nuovo album Amo – Capitolo II e per l’occasione ha anche rilasciato una lunga intervista all’Huffington Post in cui parla dell’attuale situazione italiana, trattando anche il tema dell’immigrazione. “Non possiamo continuare ad assorbire l’arrivo di persone da altri paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle: case, lavoro, assistenza. Noi, in quanto italiani, abbiamo tutto il diritto di preservare i nostri figli garantendo loro un’istruzione ed un’assistenza sanitaria adeguate, ma dall’altro lato c’è questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari? Onestamente noi abbiamo da risanare delle situazioni talmente arretrate che non ce la facciamo ad accogliere tutte queste persone”. Crisi, giovani, razzismo, speranza, futuro e mancanza di futuro. Zero, da sempre impegnato a favore dei diritti dei detenuti, risponde anche a domande inerenti il sovraffollamento carcerario: “Anche le carceri hanno cominciato ad affollarsi grazie alla presenza degli stranieri, si parla tanto di persone che vengono da noi che lavorano e che sono oneste e ben integrate, ma ce ne sono tante altre che non hanno percorso la stessa strada”, continua il cantante. “Tutto questo porta ad una situazione, per le condizioni in cui ci troviamo, ingestibile. Stiamo parlando di un paese dove in questi giorni è venuta fuori la notizia di un ospedale in Abruzzo che cade a pezzi perché è stato fatto con il cemento impoverito…queste sono cose gravissime. Se avessi le soluzioni in tasca avrei fatto un altro mestiere nella vita, ma so per certo che questa classe politica deve prendere seriamente coscienza di come siamo messi, deve ricompattare l’Italia perché non ci può essere una sanità di serie A e una di serie B in base alla geografia del paese”.

Ma se difende i diritti dei carcerati, “Tutto questo fa parte della vita, ci sono da considerare gli sbagli che si possono commettere, ed è giusto che si sconti una pena, però non è accettabile che non si prendano provvedimenti per rendere questi spazi più decorosi e vivibili”, mette in discussione l’indulto e l’amnistia: “Credo che bisogna essere abbastanza saggi ed equi per non commettere errori né da una parte né dall’altra: chi deve scontare una pena è giusto che lo faccia, ma se nel corso del tempo mantiene un comportamento tale da meritare una riduzione è giusto concedergliela, del resto si sta lì per recuperarsi, non per essere bollato a vita. D’altra parte, fare di tutta l’erba un fascio non credo che sia corretto, nel senso che quando c’è un dolo vuol dire che c’è qualcuno che piange, che chiede giustizia, quindi svuotare le carceri in modo così indiscriminato non mi sembra la soluzione giusta. Una cosa del genere non rende giustizia neanche a chi sta dentro, nel senso che magari chi è appena uscito dopo aver scontato tutta la pena vede altri detenuti uscire così per decreto, non è corretto e non è un buon insegnamento né per i giovani né per gli uomini in generale. Bisogna guardare caso per caso e applicare riduzioni della pena in base al comportamento dei detenuti, svuotare un carcere per il sovraffollamento non è un modo per risolvere il problema”. Il problema è che in Italia “le amministrazioni azzerano quello che è stato fatto prima e ricominciano da capo, non si è portati a proseguire un lavoro, magari iniziato da altri, per conseguire dei risultati.” E il problema si riflette sulla politica: “non ci si può assumere la responsabilità di governare se non si tiene conto di lasciare, alla fine di un mandato, un percorso coerente che gli altri possano proseguire”. Ma Zero, che non vuole entrare nel merito della questione Cancellieri-Lingresti perchè “se ci sono state delle responsabilità personali verranno accertate, non sta a me dirlo”, parla dei dimenticati: “L’ultimo occupa una posizione che non è certo invidiabile, però chi ha veramente fatto la storia sono sempre gli “ultimi”, quelli che non vengono creduti, che non agganci e spintarelle. Gli ultimi non fanno paura, ma alla fine sono loro che riescono a modificare certi aspetti della società e della vita. Se avessi dato retta ai detrattori che mi apostrofavano come “nullità”, costringendomi ad adottare lo pseudonimo di Zero, non avrei combinato niente, invece ho alimentato con la passione e l’impegno le grandi aspettative che avevo riposto su di me e sul mio rapporto con la musica. Oggi posso dire di aver ricevuto affetto e stima sincera da parte del pubblico italiano, quindi penso che gli ultimi – con grande sorpresa e meraviglia – sono quelli destinati a vincere”.

L’artista passa quindi a sottolineare come non si parli più con i giovani, o lo si faccia in maniera insufficiente, sia a casa che a scuola, e che comunque “la politica deve impegnarsi di più per i giovani, troppi ragazzi non vanno all’università perché pensano che tanto non troveranno lavoro, l’unico pensiero è sopravvivere. Invece è necessario investire di più sulla cultura, non sono solo i soldi che fanno felice la gente, se ci fosse più cultura in Italia si spenderebbe meno in sanità perché le persone sarebbero più appagate e più sane”. Ma parlando di giovani, non si può non pensare alle baby prostitute del Parioli o al ragazzo gay che si è tolto la vita: “Tutto questo è imbarazzante, come ho detto prima questi giovani sono lasciati soli, in tutto: nelle loro scelte, nella loro voglia di avere un’identità, sono diritti che reclami anche a 14 anni. Oggi i ragazzi si pongono delle domande: chi sono? Cosa voglio diventare? Noi li vogliamo belli cresciuti e attivi, appena un figlio si ammala lo si riempie di antibiotici per rimetterlo su in due giorni…forse dico un’eresia, ma prima quando ci si ammalava si stava a casa una settimana e questo ti dava l’opportunità di mantenere acceso il dialogo con i tuoi genitori, di riscoprire la tenerezza o un semplice consiglio. Oggi c’è troppa distanza tra genitori e figli e non c’è dialogo. Ma poi che il razzismo arrivi a lambire fasce così giovani è gravissimo, sono gli stessi ragazzini che feriscono e mostrano cattiveria verso i loro coetanei…ma mi chiedo: da chi la imparano? L’apporto educativo va dato proprio a quell’età, quando sei ancora in tempo per raddrizzare una spina dorsale, altrimenti certi atteggiamenti con il tempo diventano una regola”.

Del resto anche lui, a inizio carriera, ha subito diversi attacchi,ma venivano da persone adulte, non da ragazzini come me. Poi all’epoca certi comportamenti erano normali perché non c’era l’abitudine a navigare su internet e vedere che il mondo è a colori, si veniva da due guerre e se ti imbattevi in un personaggio come me ti infastidivi perché mentre cercavi di rimettere insieme i cocci c’era chi si divertiva e viveva sereno. Ma in realtà non ero forse così felice, magari i lustrini servivano per fare in modo che la felicità si accorgesse di me. Oggi, dagli anni ’70, molte impalcature sono crollate e l’umanità è andata avanti, eppure si rimettono in moto certe forme di razzismo e violenza gratuita che dovrebbero essere cancellate per sempre. Mancano i buoni esempi e i ragazzi inseguono il “qualunque” brutto e privo di aspirazioni”. Il cantante ha anche una parola per Papa Francesco: “È soprattutto un uomo di fede che incarna l’uomo qualunque, una novità assoluta. Sta smontando tutte le infrastrutture che tengono lontano i fedeli dalla chiesa, il suo è un invito totale e senza condizioni…è una cosa magnifica. Conosce la pazienza, il sacrificio, l’abnegazione: sono tutte doti che in una figura così importante come un pontefice fanno un certo effetto”. Quindi, per concludere, una parola sui suoi due ultimi capitoli discografici, Amo I e II: “La cosa che mi piace di questo lavoro è che se noi cancellassimo il mio nome dalle copertine e ci mettessimo il nome di un emergente sarebbe perfettamente uguale: è un complimento che faccio a me stesso e al mio modo di rimanere adeguato alle esigenze dei giovani. Credo che il pregio di questo lavoro sia proprio una giovinezza ritrovata”.

La Terra dei Fuochi e il silenzio dello Stato: parla don Patriciello

terra-dei-fuochi-tuttacronacaIl pentito Carmine Schiavone, nel 1997, fece un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Si parlava del ciclo dei rifiuti e disse, con riferimento agli abitanti del Casertano e del Napoletano, “Tra vent’anni rischiano di morire tutti”. Nelle sessantadue pagine del verbale è scritto anche che l’interramento camorristico delle scorie arriva fino alla provincia di Benevento e Latina. Don Maurizio Patriciello, che della mobilitazione della Terra dei Fuochi  è diventato il volto e si è letto tutte le pagine, esclama: “Se sedici anni fa lo Stato avesse avvertito noi cittadini napoletani e casertani che saremo morti di tumore per lo sversamento dei rifiuti, almeno i giovani avrebbero preso le valigie e sarebbero andati a vivere altrove, e le tante mamme che hanno perso i loro figli malati di cancro non avrebbero partorito in questa terra”. E sottolinea: “Sapevamo già tutto. Carmine Schiavone venne in canonica per dirmelo. Ma quello che ci addolora è che lo Stato per sedici anni ha saputo e non ha fatto nulla. Capisce? Niente! È venuto persino il ministro Balduzzi a dirci che se morivamo di cancro è perchè abbiamo uno stile di vita malsano e fumiamo troppe sigarette!”. Don Praticiello è scosso dalla rabbia. “Ci ricorderanno come la generazione degli stolti”. La lunga intervista è riportata sull’Huffington Post:

Voi stolti o uno Stato criminoso?
No, gli stolti siamo noi tutti perché abbiamo inquinato le nostre stesse terre. Persino i famigliari dei camorristi si ammalano di cancro. Che stoltezza! Sa, ho appena ricevuto la telefonata di un ragazzo. Suo padre si è suicidato e sa perché?

Ce lo dica.
Perché quel pover’uomo aveva dei sintomi che gli hanno fatto pensare di avere un brutto male. E senza attendere il risultato della analisi si è tolto la vita. Sottovalutiamo purtroppo la dimensione del malessere psicologico nel quale la gente di questo territorio è costretta a vivere. Ogni famiglia conta almeno un malato, io stesso ne conto due. Celebro continuamente funerali di persone giovani. E nessuno sa cosa mangiare, cosa acquistare, cosa cucinare.

Nessuna zona è mai stata dichiarata non coltivabile?
Nessuna, mai. Noi beviamo l’acqua delle falde inquinate e mangiamo i prodotti di questa terra. Lo Stato non ha mai avvertito gli agricoltori né ha ordinato perizie tossicologiche. Mai! Schiavone parlava di sversamenti anche nel lago di Lucrino, zona Flegrea, dove ancora oggi abitualmente la gente nuota e pesca senza che le istituzioni abbiano mai sentito l’esigenza di mettere un cartello di divieto.

L’Istituto superiore di Sanità ha detto che gli ortaggi nati nelle campagne di Giugliano sono sanissimi, non contengono metalli pericolosi. Cosa ne pensa?
È incredibile. Per prima cosa mi stupisco che l’attuale ministra della Salute non sia nemmeno un medico e debba fidarsi di queste ricerche. Com’è possibile che la verdura coltivata in zone dove continuamente vengono sversati rifiuti chimici industriali sia buona e commestibile? Abbiamo bisogno della verità.

Nessuno risponde alle vostre domande?
Nessuno. Anzi, continuano a porcele. Dopo quella Commissione d’inchiesta che raccolse le rivelazioni di Carmine Schiavone si sono succedute altre inchieste parlamentari, l’ultima presieduta da Pecorella che venne e chiese: “Come vanno qui le cose? Cosa vedete?”. Ma non avevano già in mano tutto quello che c’era da sapere?

Lei immagina che tutti abbiano taciuto per interesse?
Ci sono i disonesti e ci sono gli ignavi. E poi ci sono gli ignoranti come quel parlamentare della Lega Nord che è arrivato a metà ottobre a Caivano insieme con gli altri membri della Commissione sanità e insisteva sul fatto che il problema fossero i rifiuti urbani. Aveva in testa la monnezza prodotta dagli abitanti di Napoli, è stato difficile spiegargli che la questione riguarda lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali. Quando ha detto: “E’ una questione di civiltà” gli ho risposto che le scorie tossiche dell’Acna di Cengio sono sepolte a Giugliano. Così come le scorie di moltissime industrie del Nord.

Nessuna delle rivelazioni desecretate di Schiavone è una sorpresa?
Una sì. Noi sapevamo che molte amministrazioni del Casertano sono in odor di Camorra. Ma Schiavone ha detto che tutte erano costruite a tavolino dal clan dei Casalesi. Questo mi ha colpito. E anche la rivelazione secondo la quale sono state interrate scorie termo-nucleari. Si rende conto…

In questi giorni qual è la reazione delle persone della Terra dei Fuochi?
È una tragedia. Sono indignate. Arrabbiate. In queste settimane aiuteremo le mamme che hanno perso i loro bambini in relazione, saranno loro a parlare per conto di noi tutti. Mi dicono che se avessero saputo 16 anni fa che c’era il rischio di ammalarsi in massa di tumore sarebbero emigrate. La conseguenza è che ora per questa gente lo Stato da assente è diventato nemico.

Il 16 novembre protesterete a Napoli. Quali sono le vostre richieste immediate?
Corrado Alvaro diceva che a domande vere occorre dare risposte vere. Finora lo Stato non ha dato alcuna risposta, peggio: ha occultato la verità. Per prima cosa si proceda alla mappatura dei siti inquinati cosicché gli agricoltori possano sapere dove coltivare e la gente cosa consumare. E poi a livello europeo si deve introdurre la tracciabilità satellitare dei rifiuti industriali, perché non vadano a finire in altre regioni come la Calabria, in Africa o altrove. Infine occorre escogitare una soluzione per i terreni inquinati. Guardi, qui siamo tre milioni di persone. Molte sono decise a venire anche a Roma per chiedere giustizia. Il diritto alla vita è sacrosanto.

Non le viene voglia di scappare?
Come posso scappare? Sono un sacerdote, non posso abbandonare la mia gente. Ma non fate di me un simbolo.

Il nuovo post di Michelle Bonev: “Armi di distrazione di massa”

Michelle-Bonev-tuttacronacaTorna a prendere la parola Michelle Bonev e lo fa scrivendo un lungo post nel suo blog. L’attrice esordisce spiegando che “Nelle due settimane successive alle mie dichiarazioni a Servizio Pubblico ho potuto verificare cosa succede a una persona come me, che non vuole più far parte di questo sistema corrotto. Sono stata attaccata senza tregua dalla stampa di regime con futili argomentazioni, con l’unico obiettivo di minare la mia credibilità e distrarre dai fatti che ho denunciato. Ricevo sistematicamente insulti gratuiti da politici e giornalisti considerati importanti, senza avere pari opportunità di replica. Nessun rispetto, solo inaudita volgarità. Perfino l’Ordine dei Giornalisti si muove contro Michele Santoro per le mie dichiarazioni a Servizio Pubblico, per voce del segretario nazionale Paolo Pirovano. Ma stranamente non fa alcuna dichiarazione contro quei giornalisti che ogni giorno alimentano la propaganda berlusconiana su tutti i giornali.” Ma con tutto questo clamore incentrato sulla sua persona, spiega di non riuscire a comprendere come mai il punto focale della sua autodenuncia non sia un argomento trattato dalla stampa: “Non è stato scritto nemmeno un articolo che approfondisca il fatto che Silvio Berlusconi, mentre era in carica come Presidente del Consiglio, intervenisse regolarmente su enti pubblici e sulle sue società, in pieno conflitto d’interessi, utilizzando risorse umane ed economiche a fini personali o per compiacere una delle sue ‘amiche'”. Ossia: “imponendo all’allora Direttore Generale Rai Mauro Masi l’erogazione di 1 milione di euro per i diritti televisivi del mio film “Goodbye Mama”; imponendo all’ex Ministro della Cultura Sandro Bondi la creazione di un premio speciale durante la Mostra del Cinema di Venezia per il mio film “Goodbye Mama”; imponendo al Direttore Mediaset Fiction Giancarlo Scheri la produzione della fiction “Donne in Gioco” da parte della mia società Romantica Entertainment.” La Bonev prosegue quindi spiegando che nessuno ha mai smentito le sue dichiarazioni e sottolinea come gli stessi che in passato hanno lodato il suo film “Goodbye Mama” ora “invece, senza alcun pudore, mi attaccano, rinnegando tutto quello che avevano dichiarato. Cos’è cambiato? Perché nessun giornalista ha chiesto spiegazioni a questi signori?”

Affronta quindi il tema della “presunta richiesta di 10 milioni di euro da parte di Francesca Pascale. Destinatari: Michelle Bonev, Michele Santoro, Francesca Fagnani, Servizio Pubblico, La7 e del suo editore Urbano Cairo. Tuttora confermo di non aver ricevuto alcuna comunicazione, sia formale che informale, di azioni legali nei miei confronti. In ogni caso, ribadisco ancora una volta, sono disposta a sostenere la verità anche davanti ai magistrati, come ho fatto a Servizio Pubblico e sul mio blog.” E prosegue con una riflessione sui giornalisti: “Ma davvero a nessun giornalista interessa come un Paese si sia ridotto ad uso e consumo di un pregiudicato e di una ragazza di 29 anni non eletta, senza alcun merito o titolo? E’ molto preoccupante che ogni giorno vengano pubblicati articoli con l’intento di attribuire una finta credibilità a Silvio Berlusconi attraverso la costruzione mediatica dell’immagine della sua “fidanzata”. Sembra quasi configurarsi lo scenario inquietante di un Silvio Berlusconi agli arresti domiciliari ad Arcore e di una Francesca Pascale a Palazzo Grazioli che dirige politica e governo. Si cerca in tutti i modi di distrarre l’opinione pubblica con cose futili: cani, fagiolini, messaggini… ma non c’è nessuno che accenda i riflettori sui legami tra politica e spettacolo dopo le mie dichiarazioni pubbliche.” Quello che vuole sottolineare l’attrice è il fatto che sia Berlusconi che la Pascale “si prendano gioco di milioni di persone, in modo sistematico, dipingendo un quadretto familiare che non esiste. Si vuole far credere che il bunga-bunga, di cui tutto il mondo ha parlato in questi anni, sia finito: la verità è che non è così. Si vuole far credere che Francesca Pascale abbia fatto “pulizia” nelle residenze dell’ex Cavaliere, ma la realtà è che lei è solo una delle tante che frequentavano Silvio Berlusconi già ai tempi delle “olgettine” e che la loro “relazione” è basata su ricatti e menzogne. Un intreccio che si ripercuote inevitabilmente sulla politica e sulle istituzioni: è di questo che dovrebbero parlare i giornali oggi. Non si possono ridurre questioni di tale rilevanza ad una lite fra donne, trasformandole nel più becero gossip.”

Dopo aver spiegato la sua situazione attuale, e ribadito la sua posizione, spiega: “In molti mi chiedono perché ho deciso di parlare solo ora, perché “sputo nel piatto dove ho mangiato”? Rispondo semplicemente che prima avevo paura, mi ero compromessa e non volevo perdere tutto. Per me sarebbe stato molto più conveniente andare avanti, piuttosto che dire la verità. Non c’è mai fine per chi resta nel sistema, si trova sempre una via di uscita, un “benefattore” pronto ad aiutare una bella ragazza. Non si ottiene popolarità a denunciare un sistema corrotto che porta ricchezza e potere a migliaia di persone. Esiste un equilibrio ben organizzato da decenni; sarebbe da pazzi pensare di poterlo distruggere. La corruzione è radicata ovunque, per questo il nostro Paese è ridotto così.” E conclude: “La Legge è sempre più lenta mentre la comunicazione oggi è velocissima: senza contraddittorio e senza alcun approfondimento, può fare il lavaggio del cervello a molte persone in poco tempo. Io questo lo so, e lo sto vivendo sulla mia pelle in queste ore, ma non intendo mollare, perché mi sento forte nella verità. Ho pagato a caro prezzo i compromessi che ho fatto, perdendo me stessa, i miei valori, la mia giovinezza. Ora mi chiedo come abbia potuto farmi così male? Io, che ho sempre creduto nei valori della vita. Mi sembra di essermi risvegliata da un lungo stato di coma, e di aver dimenticato chi io sia. Non posso che ricominciare da me. Mi chiamo Dragomira Boneva Ianeva, in arte Michelle Bonev, e sono una donna libera. Non possiedo altro che la verità. E da questa base ricostruirò la mia vita.”

I telefoni caldi dell’era Craxi… sempre siamo stati intercettati?

centraliniste-tuttacronaca

Sapere che siamo sempre stati intercettati e non solo dagli americani, non può certo sminuire il problema del Datagate di oggi, ma forse può farci comprendere meglio la storia italiana, di una politica, costantemente “indirizzata” e “seguita” sin dai tempi del presidente del consiglio Bettino Craxi, durante crisi di Sigonella, tra la notte di giovedì 9 e la mattina di sabato 11 ottobre 1985. A parlare oggi è Gennaro Acquaviva, uno dei più stretti collaboratori di Bettino.

Come racconta l’Huffington in quell’occasione vi era la nave da crociera Achille Lauro – su cui i terroristi del Fronte per la liberazione della Palestina guidati da Abu Abbas avevano ucciso a sangue freddo Leon Klinghoffer, un cittadino americano disabile di 69 anni, di religione ebraica – ferma in Egitto a Porto Said. E un aereo della Egypt Air con a bordo Abbas e alcuni dei suoi uomini parcheggiato sulla pista di Sigonella dove la Delta Force, su ordine del presidente Ronald Reagan, aveva tentato un colpo di mano impedito dai carabinieri della base e dal “no” di Craxi. Per sbloccare la situazione, durante quelle ore cruciali si incrociarono centinaia di telefonate. Ma non tutte partirono dalle stanze di Palazzo Chigi.

Senatore Acquaviva, è vero che per evitare le intercettazioni lei fu costretto più volte a scendere nella Galleria di piazza Colonna per comunicare con un telefono a gettoni?
“Non era proprio la Galleria Colonna, però sì. Eravamo sicuri di essere intercettati. Poi negli anni successivi ci siamo accorti che era più il Mossad della Cia, ma sapevamo di essere sotto intercettazione”.

Come ve ne siete accorti?
“Perché la gente ha parlato”.

Cioè?
“Beh, se una volta che hai risolto il problema non sei stato ammazzato, poi la gente parla”.

Capisco. E le telefonate le faceva dal caffè Berardo?
“Ma lasciamo stare. Quello che posso dire è che il momento critico è la mattina di sabato, quando arriva la richiesta di estradizione di Abbas da parte di Reagan e il ministero della Giustizia italiano decide di rigettarla perché non ci sono prove della sua colpevolezza. Ecco, è in quel momento che Craxi ci dice che l’aereo egiziano può ripartire da Sigonella e Abu Abbas è libero di andare dove vuole”.

Poi cosa succede?
“Che a mezzogiorno Craxi informa i segretari dei partiti al governo, poi per quattro ore scompare”.

In che senso scompare?
“Che va via da Palazzo Chigi senza dire niente a nessuno, né a me, né ad Amato. Telefona ai segretari dei partiti da un telefono a noi ignoto, prende l’aereo di Stato, va a Milano e per quattro ore scompare dalla connessione con il potere. Nel senso che noi collaboratori, la batteria telefonica di Palazzo Chigi e quella del Viminale, e i servizi non sappiamo dove sia”.

Perché?
“Per non essere fermato nella decisione che ha preso, di togliere il fermo temporaneo all’aereo egiziano, svincolare Abbas da ogni obbligo giuridico nel nostro paese e comunicare il tutto agli ambasciatori degli Stati Uniti e dell’Egitto. Perché gli americani volevano che gli consegnassimo Abbas e gli egiziani rompevano le scatole dicendo che non restituivamo l’aereo non avrebbero lasciato ripartire l’Achille Lauro”.

E le telefonate?
“Beh, all’epoca noi non avevamo il telefono rosso con una linea diretta con Washington, come Mosca, Londra e Parigi. Era una roba un po’ casereccia. Peraltro, proprio dopo Sigonella la Casa Bianca decise di stabilire un contatto diretto anche con Roma, via telex. Non erano ancora i tempi di internet”.

Ma le intercettazioni le facevano lo stesso?
“Infatti se uno poteva parlava a voce”.

E in quei giorni ve ne accorgeste.
“Questo lo posso confermare. Fin dal giovedì avemmo la sensazione di essere intercettati”.

Per ovviare, cosa avete fatto?
“Abbiamo usato gli strumenti della nostra intelligenza. Parlare a voce, appunto. O non parlare affatto”.

Oppure andare al telefono a gettoni in un bar della Galleria.
“Prima di tutto non era la Galleria Colonna. E poi, senta a me, a quell’epoca le più sicure erano le cabine telefoniche pubbliche…”.

Il nuovo capitolo della Tommasi: dalle minacce e le voci in testa alla serenità

sara tommasi-tuttacronacaSelvaggia Lucarelli e Fabio De Vivo hanno intervistato Sara Tommasi nel corso della trasmissione Radio M2o e la showgirl ne ha approfittato per raccontare nuovi aspetti della sua burrascosa vita. “Il mio viaggio nell’inferno è cominciato nel 2009. Conducevo Uefa Champions League e anche durante la trasmissione ho cominciato a sentire delle voci. Mi dicevano cose assurde, mi suggerivano comportamenti sessuali estremi, mi davano ordini. Questo squilibrio psichico mi ha portato velocemente a diventare violenta, picchiavo tutti e mi fidavo di persone losche. Non riuscivo più a distinguere le persone equivoche dagli amici”. A questo punto si passa a parlare di chi si è approfittato di questo periodo di debolezza: “Sono stata ricattata e minacciata di morte. In questi anni ho rischiato più volte la vita perché mi infilavo in situazioni pericolose senza rendermene conto. Nell’ultimo periodo una persona mi stava letteralmente sgozzando. Voleva 20mila euro altrimenti mi avrebbe ammazzata. Gliel’ho dati. Sono stata vittima di molte violenze da parte di uomini di cui mi fidavo. Ci sono stati anche tanti attori famosi, calciatori, personaggi dello spettacolo che in questi anni sono venuti a letto con me nonostante fossi totalmente instabile e poi hanno fatto finta di non conoscermi”. Ma una persona che la difendeva c’era: Fabrizio Corona. Sara, a un certo punto, racconta anche del tracollo che ha avuto e delle voci che sentiva in testa: “A un certo punto qualcuno mi ha parlato di una possibile possessione demoniaca, per cui sono stata da tre esorcisti. Uno di questi era Padre Amorth il quale mi ha fatto il rito classico dell’esorcismo ma ha concluso che sono un caso troppo grave”. Allora inizia a prendere psicofarmaci, “tutti quelli possibili e immaginabili”. Dopo di che arriva il pellegrinaggio a Medjugorje: “La mattina dopo mi sono svegliata e non sentivo più le voci. Io sono cristiana ma anche molto razionale, per cui non so, magari sarei guarita lo stesso, però è una coincidenza incredibile”. E solo dopo quest’esperienza è tornata a guardare serenamente al futuro: “Ho ritrovato la forza, le energie fisiche l’autostima. Ora ho riscoperto la normalità. Vivo a Terni, cucino, aiuto mia madre, vado in palestra”, dice. E del periodo in cui frequentava Berlusconi, ricorda che le era quasi venuto un momento di onnipotenza. “Ma il mio è comunque un problema genetico, ci sono altri casi in famiglia di bipolarismo. Mi vergogno di quello che ho fatto e chiedo scusa a tutti, ma non ero in me.

La Juve perde contro la Fiorentina? Ecco quello che succede a Napoli…

juve-perde-napoli-esulta-tuttacronacaErano ancora di umore nero i tifosi napoletani domenica, in lutto per la sconfitta della loro squadra contro la Roma. L’umore è peggiorato attorno alle 15:45: la Juve tornava negli spogliatoi in netto vantaggio sulla Fiorentina, per due reti a zero. La paura? Che gli uomini di Conte potessero staccare in classifica quelli di Benitez, portandosi a +3. Ma a 25′ dal fischio finale all’Artemio Franchi ecco che Montella, l’allenatore viola di origini napoleane, sembra voler fare un regalo alla sua città natale: la sua squadra dimezza lo svantaggio, poi pareggia. E non è finita: arrivano in rapida successione altri due gol, a marca Joaquin e Rossi. Firenze esulta e il boato si trasmette a Napoli. E’ a quel punto che, spiega il Mattino, Rita Buonfante si affaccia dal suo balcone e riprende la reazione del vicinato. Il filmato poi appare su Facebook con il titolo “Questo succede quando perde la Juve”. Ed è subito virale!

La moglie di Bonucci e lo sfogo in Twitter contro un tifoso viola

bonucci-moglie-tuttacronacaDifende a spada tratta il marito e la famiglia Martina Maccari, moglie del bianconero Juventino. L’ha dimostrato oggi in Twitter scrivendo un messaggio a un tifoso della Fiorentina che aveva insultato il giocatore, forte della vittoria della sua squadra ieri al Franchi in occasione del match contro la Juventus. Nel profilo della donna si legge: “Caro poveretto tifoso viola che vieni a dire “Bonucci sta volta se l’è presa nel c**o” alle vetrine del negozio… Sappi una cosa: la presa nel c**o di Bonucci di oggi non sarà mai grossa quanto quella che ti sei preso te dalla vita che stai a rosicare per invidia Nostra e della Nostra bellissima famiglia. Ammazzati. E già che ci sono si ammazzassero anche tutti gli altri che fanno gli stessi pensieri tuoi dato che sono in parecchi!!!” Ovviamente le reazioni dei tutti i tifosi viola non si sono fatte attendere e così la Maccari ha tenuto a spiegare il motivo della sua rabbia: “@Zazzaroni la tifoseria viola l’ha presa sul personale. Il mio tweet invece era riferito ad una persona (conoscente di vista oltretutto) che ha insultato Leonardo per motivi personali. Scrivere “tifoso viola” era solo un modo perché si potesse riconoscere leggendomi. Non mi interesso di tifoserie rivali e cose simili. Faccio la donna e la moglie. Vinca sempre il migliore.”

tweet-moglie-bonucci-tuttacronaca

I 10 minuti da incubo della Juve visti da Conte

antonio-conte-juventus-tuttacronacaClamorosa sconfitta della Juventus oggi contro la Fiorentina, dopo che i bianconeri avevano chiuso il primo tempo in vantaggio per due reti a zero. Antonio Conte ha poi parlato ai microfoni di Sky: “In dieci minuti abbiamo rovinato una partita che stavamo dominando sono stati 10 minuti da incubo, mi auguro ci serva d’esperienza”. E spiega: “Eravamo padroni del campo abbiamo avuto due occasioni per fare il terzo gol con Asamoah e Marchisio e poi è successo qualcosa di imponderabile. Questo è il calcio. Quest’anno ci capita di prendere gol rocamboleschi. Dobbiamo lavorare, io lo ripeto dall’inizio dell’anno, sarà difficilissimo provare a confermarci per il terzo anno consecutivo”. Il tecnico bianconero ne ha approfittato anche per spiegare la scelta di preferire a Giovinco un Llorente apparso fuori dal gioco: “Non è vero che Sabastian sia il quinto attaccante, non si è potuto allenare nelle ultime due settimane e per poter scendere in panchina ha preso degli antidolorifici. In avanti oggi non avevo scelta, perchè Vucinic e Quagliarella erano fuori per infortunio”.

La Santanchè all’attacco di Napolitano: “E’ un traditore”

danielasantanchéarena-napolitano-tuttacronacaEra ospite a L’Arena, su Rai Uno, il falco del Pdl Daniela Santanchè. La fedelissima di Berlusconi ha attaccato pesantemente il Capo dello Stato con parole che non potevano passare inosservate. “In Italia ci sono dei traditori, il primo è il Pd perché è venuto meno ai patti. Poi c’è il Capo dello Stato che sta facendo il suo secondo mandato perché lo ha proposto Berlusconi, ma la pacificazione di cui aveva parlato non c’è”. E ha proseguito: “Io l’ho votato ma oggi non lo voterei più”. Lui “deve mantenere la parola data ed essere arbitro della Costituzione, non un giocatore”. Tra i primi a prendere le distanze dalla deputata del Pdl sono stati i due capigruppo del partito di Camera e Senato Schifani e Brunetta. In na nota congiunta hanno sottolineato come “le gravi affermazioni della Santanchè’’ non sono “condivise dai Parlamentari del Pdl. Le sue sono valutazioni personali”. Maurizio Lupi, ministro per le Infrastrutture, oltre a difendere il Capo dello Stato ha contestato la collega di partito le parole della quale reputa “gravi e dannose”. Ma ne ha anche ne approfittato per fare un richiamo anche interno al Pdl: “Documentano – avverte – purtroppo, il tipo di partito che noi non vogliamo che il Popolo della libertà divenga”. Critiche arrivano anche dal Pd, con i parlamentari dem che, in una nota, hanno chiesto l’intervento del presidente della Camera Laura Boldrini: “Se le sue dichiarazioni non sono smentite sono di una gravità assoluta”. E ancora”Valuti se siamo di fronte ad un caso di vilipendio delle Istituzioni. Chiederemo che il presidente di Montecitorio si occupi del caso”.

Napolitano visto da Travaglio: “Lui sa”

travaglio-tuttacronaca-napolitano

“Se non fosse così mal consigliato e mal circondato”, scrive Marco Travaglio nel suo editoriale sul Fatto intitolato “Lui sa”

“Giorgio Napolitano chiamerebbe i giornalisti e direbbe: […]

“Ora basta, ora ho deciso di rivelare quel che dissi a Mancino in quelle quattro telefonate ormai distrutte, anche se una sentenza della Consulta – da me richiesta con un ricorso che non si poteva rifiutare – mi consentirebbe di non farlo. Anzi, per mostrare anche visivamente che non ho nulla da nascondere né privilegi da rivendicare, rinuncio al mio diritto di essere sentito al Quirinale e testimonierò nell’aula della Corte d’Assise di Palermo, come un cittadino comune. E risponderò a tutte le domande, nessuna esclusa: sia su quelle maledette telefonate, sia sulla lettera che mi inviò D’Ambrosio sul timore che mi aveva esternato di essere stato usato in passato come ‘ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per ‘indicibili accordi’.

[…]

“Quindi prego il ministro Cancellieri, il saggioViolante, i giuristi e gli editorialisti e i quirinalisti corazzieri che ancora in queste ore, credendo di farmi cosa gradita ma rendendomi un pessimo servigio, attaccano i giudici di Palermo per avermi citato come testimone nel processo sulla trattativa di riporre le armi e le penne: sono io il primo a volermi mettere a disposizione della Giustizia, come ogni buon cittadino deve fare in questi casi, per raccontare tutto ciò che so”.

Invece

“Repubblica e Corriere descrivono, citando le solite “fonti del Quirinale”, un Presidente che mediterebbe addirittura “un nuovo ricorso alla Consulta” (un altro conflitto di attribuzioni, stavolta contro la Corte d’Assise), “irritato” e pieno di “riserve” contro i giudici che avrebbero addirittura “aggirato” la sentenza della Consulta del 4 dicembre 2012: sentenza che riguardava le telefonate con Mancino, non certo la lettera in cui D’Ambrosio ricordava al capo dello Stato di avergli esternato (“Lei sa”) i suoi timori, e che timori!”.

“Il trio Ferrara-Sallusti-Belpietro difende con pelosa solidarietà Napolitano da presunti “ricatti”, “invasioni” e “strapoteri” giudiziari, per accomunarlo con sillogismi farlocchi alla cosiddetta “persecuzione” di Berlusconi”.

Travaglio esclude che le “attività informali del Presidente” dichiarate insindacabili dalla Consulta possano:

“includere l’occultamento di notizie sulla trattativa Stato-mafia trasmesse a Napolitano dal suo consigliere che nulla c’entrano con le attivattività presidenziali, né informali né funzionali.

“Infatti riguardano il periodo 1989-’93, quando né D’Ambrosio né Napolitano sedevano al Quirinale, e che riguardano al massimo cose fatte da D’Ambrosio, non certo (si spera) da Napolitano. Sarebbe come se un cittadino, poi scomparso, avesse confidato al Presidente di aver assistito a un delitto e il Presidente rifiutasse di testimoniare al processo per l’omicidio, trincerandosi dietro le sue “attività informali”.

“Poi ci sono i corazzieri della penna, tipo il solito Massimo Franco, che riesce a superare persino se stesso (il che è tutto dire). Sostiene, sulla prima pagina del Corriere , che la testimonianza del Presidente non è un sacrosanto dovere civico, una prova di trasparenza e un bell’esempio per tutti gli italiani, ma un fatto “surreale” che desta “stupore e perplessità”, un “ulteriore strattone di alcuni settori del potere giudiziario” (una Corte formata da 2 giudici togati e 6 giurati popolari estratti a sorte) che avrebbero dovuto non citarlo per “una questione di opportunità”: come se i magistrati soggetti soltanto alla legge fossero dei politici che agiscono in base alla convenienza del momento.

“Franco non si dà pace neppure della convocazione come teste “perfino di Piero Grasso”, manco fosse Nostro Signore. Ora, a parte il fatto che il governo le spallate se le dà da solo, sfugge l’attinenza fra la testimonianza presidenziale e il governo. Possibile che il primo giornale d’Italia non si renda conto che testimoniare è un dovere di ogni cittadino e che a “gettare ombre” su Napolitano anche “a livello internazionale” sarebbe proprio il suo rifiuto di riferire su fatti così gravi? Signor Presidente, per carità, si dissoci dai suoi corazzieri e corra dai giudici a dire tutto ciò che sa. È l’ultima occasione”.

10 milioni tanto vale l’indignazione della Pascale

michell-bonev-tuttacronaca

10 milioni! Un risarcimento record quello richiesto dalla Pascale dopo la puntata di Servizio Pubblico mandata in onda su La7 che vedeva ospite Michelle Bonev che ha raccontato l’ennesimo “tomo” sulla presunta storiaccia si sesso, fiction e soldi che riguarderebbe il Cavaliere. L’accusa era già avvenuta, ma mediatamente ancora non era scoppiato il caso che invece ha avuto origine ieri sera. Ora si batte invece cassa su Michele Santoro, il programma e l’editore Umberto Cairo.

Secondo il Corriere del Mezzogiorno, la Pascale ha chiesto per la puntata di Servizio Pubblico un risarcimento danni da 10 milioni di euro da destinare interamente alle case-famiglia di Napoli. Il quotidiano scrive: 

La Pascale ha assistito alla trasmissione insieme a Silvio Berlusconi, a Dudù e ai direttori dei tg Mediaset. Al di là degli aspetti legati alle fiction di Michelle, quello che ha scosso Francesca è stato (ovviamente) lo spazio dato alle affermazioni della Bonev sulla sua sfera privata e sui suoi gusti sessuali. Milioni di persone hanno ascoltato la “confessione” della Bonev, che si è soffermata a lungo sulla presunta omosessualità di Francesca Pascale, – «”nventata ad arte per gettare fango sulla sua relazione con Silvio Berlusconi”, dicono fonti vicinissime a Francesca.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Altro risarcimento danni sarebbe stato richiesto poi per il passaggio in cui la Bonev accusava Berlusconi di aver picchiato la compagna nel corso di un litigio. Si legge ancora sul Corriere:

“Per la prima volta è stata brava a recitare!” avrebbe esclamato furibonda la Pascale alla fine della trasmissione. Curiosità: sul suo profilo facebook, lo scorso 30 aprile, Michelle Bonev attaccò la blogger Selvaggia Lucarelli, che aveva scritto un “pungente” post sulla love story Pascale-Berlusconi. “Brava Selvaggia – scriveva Michelle – giusta mossa! Anche tu hai bisogno di Francesca per fare notizia!!! Perché, parliamoci chiaro, ormai i tuoi articoli sono tutti uguali. E’ facile scrivere di chi ha lo stile di non controbattere”.

Alla luce di quel che ieri sera è stato dichiarato in trasmissione oggi quel post assume tutt’altro valore:

“Sono stata l’unica a credere in te, l’unica a ripetere che eri tu la donna giusta per lui. Questi sono i fatti. Il risultato è che oggi voi state sulle copertine dei settimanali e io sono distrutta professionalmente e psicologicamente, con un’azienda messa in liquidazione. Due mesi fa ti avevo scritto che avevo bisogno di incontrare Silvio e ancora sto aspettando la risposta. Questa è la verità”. Il tono si fa poi incalzante: “Perciò non scrivere che tu per me ci sei sempre – prosegue il messaggio della Bonev alla Pascale di 15 giorni fa – perchè è una delle tante bugie che racconti. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati”

Questo slideshow richiede JavaScript.

Il Pdl torna a compattarsi: tutti contro Santoro

servizio-pubblico-santoro-pdl-tuttacronacaNon poteva non innescare le polemiche l’intervento dell’attrice Michelle Bonev a Servizio Pubblico, soprattutto in casa Pdl, da dove non hanno tardato a levarsi le voci. “Non accetteremo mai che il confronto politico scenda a questo livello. La nostra storia e la storia del presidente Silvio Berlusconi non potrà mai essere sporcata da un giornalismo qualunquista e volgare che utilizza presunti gossip e personaggi discutibili”, dichiara il segretario del Pdl Angelino Alfano “La puntata di Servizio Pubblico di questa sera è semplicemente indecente e vergognosa”, aggiunge Raffaele Fitto. Da parte sua Cicchitto osserva: “Da Samarcanda in poi Santoro ha sempre voluto dare espressione alle battaglie piu’ radicali ed estremiste di un settore della sinistra. Francamente oggi sta offrendo il peggio di se stesso – peraltro mostrando un moralismo da quattro soldi – su di terreno deteriore e qualunquista che con la politica fatta attraverso la televisione e col servizio pubblico non ha proprio nulla a che fare. Per onesta’ intellettuale gli consigliamo di cambiare nome al programma. Da oggi in poi non piu’ Servizio Pubblico”. Non è meno duro il ministro Lupi, che dirama un comunicato: “Il giornalismo guardonista da buco della serratura ha raggiunto il suo vertice questa sera a servizio Pubblico. L’ossessione per il nemico non si arresta di fronte a niente. La riduzione della politica a gossip che vellica gli istinti più bassi con attacchi alla persona sin nei suoi affetti più intimi non è degna di essere definita dibattito pubblico. La persona di Silvio Berlusconi, il suo ruolo politico in questi anni, la fiducia che milioni di italiani continuano ad accordargli meritano rispetto. Difenderò sempre il valore di questa esperienza politica e umana dalle bassezze di chi sembra lavorare alla dissoluzione del nostro Pese”. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, dopo i recenti attacchi alla Rai trova ora l’occasione per lanciare nuovi strali su La7: “Non è più giornalismo, non è più informazione. Da Santoro ormai solo fango, fango mediatico gettato nel viso dell’avversario politico di turno. Dov’è finito il moralismo dei compagni di una volta? Dov’è finita la deontologia di un mestiere così ambito? Da ‘Servizio pubblico’ uno spettacolo indecente, inguardabile e barbaro. Questa non è televisione, è macelleria televisiva che non potrà che ritorcersi contro chi la fa”. Ovviamente non potevano mancare dichiarazione dalla Pitonessa, il più strenuo difensore della causa Berlusconi. Ha detto Daniela Santanche’: “Squallido Santoro, classico uomo ‘utilizzatore finale’. Andrebbe indagato per sfruttamento della prostituzione”.

La Bonev da Santoro scatena il panico a palazzo Grazioli!

pascale-bonev-tuttacronacaMichelle Bonev questa sera è ospite di Michele Santoro a Servizio Pubblico e a palazzo Grazioli il panico dilaga: la brutta storia di sesso, favori e fiction che ha il Cavaliere come protagonista non poteva avere un impatto più forte nel quartiere del leader del Pdl, con la Pascale che ha denunciato l’attrice per un post in cui denunciava le abitudini saffiche della first lady di casa Berlusconi. E’ l’Huffington Post a spiegare:

Francesca è preoccupata per le rivelazioni dell’attrice che quando frequentava palazzo Grazioli ottenne un premio per le sue qualità dall’allora ministro Bondi. Sono di fuoco le parole che la first lady pronuncia verso Michelle e verso Santoro, indicato come il principale regista di una mai dismessa “macchina del fango”. È in questo clima che Maria Rosaria Rossi, detta dai maligni la “badante”, si è fatta venire un’idea per limitare i danni. Idea di cui il ministro Nunzia De Girolamo, entrata nel cerchio magico della Pascale come scritto da Repubblica, diventa braccio operativo. È lei a organizzare in fretta e furia una “task force” di comunicatori che monitori i social network durante la trasmissione di Santoro, provando a limitare danni e parole pesante su Francesca.

Stando così le cose, non resta che chiamare gli addetti stampa esperti in internet, a loro spetta

il compito di “fare qualcosa” per evitare che Francesca venga massacrata su twitter e su internet: “Figuriamoci che hashtag escono mentre la Bonev racconta le sue storielle” è la preoccupazione dell’improvvisata unità di crisi. “Controinformazione” è la parola d’ordine. La Bonev fa paura alla fidanzata ufficiale. Perché rischia di mettere in crisi l’intera operazione che Francesca ha costruito passo dopo passo, intervista dopo intervista: la Bonev ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali col Cavaliere in cambio di pressioni sulla Rai per la produzione delle fiction, ha rivelato nuovi particolari sulle abitudini da Sultano dell’allora premier. E soprattutto ha cosparso di veleni Francesca. Più delle abitudini saffiche il messaggio che innervosisce la Pascale è l’allusione al suo essere non una fidanzata vera, ma una copertura usata da Berlusconi in campagna elettorale per rimettere insieme i cocci di un’immagine devastata dal Bunga bunga, dopo essere stata una delle tante.

Proprio qui sta il tasto dolente:

È questo che fa saltare i nervi della Pascale. Ripiombare dal patinato di Vanity Fair, modello promessa sposa, all’epoca in cui – su internet è pieno di foto – si faceva immortalare con la Bonev, Nicole Minetti e Berlusconi in mezzo. Da promessa sposa a ragazza di Papi, insomma. Un ritorno al passato che ben si presta al gioco di veleni e di attacchi sotterranei chi non gradisce il suo ruolo sempre più invadente. A partire dai tanti parlamentari che non riescono più a parlare col Capo visto che del controllo centralino si è impadronito il duo Rossi-Pascale. Per questo Francesca non ha intenzione di fermarsi all’improvvisata unità di crisi per lavare l’offesa della Bonev. Dopo la trasmissione, nuovo consulto col suo cerchio magico.

Michelle Bonev a Servizio Pubblico: tra il suo rapporto con Berlusconi e la Pascale

michellebonev-serviziopubblico-tuttacronacaFrancesca Fagnani, di Servizio Pubblico, ha intervistato Michelle Bonev, l’attrice bulgara che nel suo blog aveva parlato del rapporto tra Berlusconi e la Pascale, affermando che la first lady di Palazzo Grazioli sarebbe lesbica. Nel suo colloquio con la giornalista, che andrà in onda questa sera, tra le altre cose racconta:

Mentre (Berlusconi) mi accompagnava verso l’ascensore, si fermava spesso a sentire la mia storia, quella del film che volevo fare. Poi mi ha preso tutte e due le mani e mi ha detto: «Michelle, io ti supporterò, non esitare di chiedermi aiuto, anche finanziariamente» guardandomi dritto negli occhi. Io gli dissi «Grazie, grazie presidente. A me piacerebbe molto che Medusa prendesse i diritti, che potesse coprodurre con me questo film». Quando ad ottobre lui mi disse che la Rai sarebbe stata molto felice di acquistare i diritti del mio film per un milione di euro, io sono rimasta molto colpita. E allora chiamai il direttore responsabile della Rai…

Ma spiega anche che il leader di Forza Italia le disse “ ’Sai ‘è stato grazie al mio intervento, ho parlato con chi di dovere… ho chiamato Masi. Non ti piacerebbe poi andare a Venezia?’, proseguì lui. ‘Parlo col ministro Bondi e vediamo come arrivare ad avere un premio’. Il premio alla fine ci fu (“Action for Women”). Dopo, fu il massacro. Io sono andata da lui, con le lacrime negli occhi, e gli ho chiesto – visto che le affermazioni della stampa erano ‘la nuova escort di Berlusconi ci costa 400 mila euro‘ – di fare delle smentite, quantomeno per il mio nome. Lui ha preso il giornale con la mia foto e ha detto ‘Aah, questa sei tu? Che belle tette che hai’.”

Ma durante l’intervista la Bonev torna anche a parlare della Pascale e spiega: “’Fu Berlusconi a parlarmi di lei. ‘A Francesca piacciono le donne’, mi fece lui. ‘Tanto è vero che non ha mai avuto rapporti con uomini. È iniziato tutto molti anni fa, con la sua insegnante, molto più grande di lei… Francesca è molto gelosa delle ragazze che sono intorno a me, perché secondo lei sono tutte delle poco di buono. E il suo intento è proteggermi, lei vorrebbe stare vicino a me per proteggermi’. Questo mi disse”

Miley Cyrus e la provocazione razzista: gaffe sugli ebrei

miley-cyrus-tuttacronacaMiley Cyrus è abituata a far parlare di sè con video provocatori ed esibizioni imbarazzanti, ma questa volta è riuscita a scandalizzare anche durante un’intervista con l’americana Hunger TV. Alla domanda “Come ci si sente ad essere la donna più famosa del mondo?”, la giovane popstar con un passato a Disney Channel avrebbe risposto: “Non è ammissibile che quell’ebreo settantenne, sempre comodo sulla scrivania, mi spieghi cosa è di tendenza e cosa no nel pubblico”. Una “frecciatina” all’industria musicale che non è piaciuta.cyrus-tweetNon potervano mancare le reazioni a questa frase razzista anche se come gaffe dà l’impressione di esser stata studiata a tavolino. La testata Jewish Daily Forward ha a sua volta reagito: “Lei fiuta i gusti e le voglie del pubblico, ma perché mettere in mezzo gli ebrei?”.

Lo sfogo della Pascale: “Siamo angosciati, non sappiamo più cosa sia il sonno”

silvio-berlusconi-e-francesca-pascale-tuttacronacaFrancesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlsuconi, ha scelto le pagine del settimanale Oggi per sfogarsi al termine della settimana in cui tanto si è parlato dell’ex premier tra tensioni interne al Pdl, voto sulla fiducia e Giunta. “Siamo angosciati, non sappiamo più cosa sia il sonno. Sta succedendo tutto insieme, tutto insieme. E non è giusto, comunque la si pensi su di lui”. Con riferimento alle ricostruzioni giornaliste, poi dice: “Qui si parla di falchi e colombe, e io in questo zoo sarei la iena”. E spiega: “Quando ho iniziato a vivere con lui ho trovato una situazione inaccettabile, ho fatto solo quello che andava fatto, un pò di pulizia. In molti hanno approfittato di lui”. La Pascale parla anche dell’assegno che Berlusconi deve a Veronica Lario, l’ex moglie: “In quale Paese un uomo viene condannato a pagare 3 milioni di euro al mese all’ex moglie e non c’è una rivolta d’opinione?”. Racconta ancora: “La gente non si spiega perché il presidente abbia scelto proprio me: era pieno di donne belle e si è preso me che non sono ‘sto granchè. La verità è che gli tengo testa, gli dico quello che penso, faccio un poco di ordine e a lui piace”. Ma racconta anche di spaccati della vita a casa del leader di Forza Italia, spiegando di essere alle prese con una vera e propria riorganizzazione della casa, improvvisando anche una spending rewiev: “Dovevo intervenire. Pagavano i fagiolini 80 euro al chilo. Le pare possibile? Arrivavano casse così di pesce, quando lo sanno tutti che il presidente non solo non lo mangia, ma prova fastidio anche solo per l’odore quando lo cucinano. Insomma, mancava una donna in casa”.

Emanuela e Mirella vittime dell’opposizione all’Operazione Condor?

emanuela-orlandi-tuttacronacaContinuano a susseguirsi le ipotesi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Dopo la recente accusa lanciata dalla giornalista romana Donatella Papi che su Facebook ha puntato il dito contro l’ex marito Angelo Izzo, ora Antonio Goglia, ex carabiniere che dalla provincia di Napoli studia da tempo il mistero della scomparsa sia della Orlandi che di Mirella Gregori, sostiene che le due ragazze sarebbero state vittime dell’opposizione alla “Operazione Condor” che bagnò di sangue il Sud America negli anni ’70. E’ lui stesso a raccontare la sua teoria a Pino Nicotra e a spiegare che si è orientato “al continente americano, a scoprire la storia misconosciuta della tortura e della negazione dei diritti civili ed umani in Brasile seguendo un percorso deduttivo”, spiegando di aver basato la sua ricerca”esclusivamente sul materiale di indagine senza divagare o immaginare chissà cosa”. Parlando della pratica della tortura nel grande paese sudamericano, Goglia sottolinea da una parte “l’impegno dei prelati cattolici brasiliani contro la dittatura, devono sottolinearsi in particolare gli sforzi dei Cardinali Avelar Brandao Vilela, Paulo Evaristo Arns, Helder Camara e Ivo Lorscheider. Relativamente a quest’ultimo osserviamo (…) che come altri suoi compatrioti si allontanò dalla Chiesa di Roma frustrato dall’indifferenza della Santa Sede di fronte alle sofferenze patite dalla popolazione brasiliana.” Dall’altra, il fatto che “il Primate del Brasile, Cardinale Avelar Brandao Vilela, e l’Arcivescovo emerito di San Paolo, Cardinale Paulo Evaristo Arns, è certa e notoria la loro adesione alle loggie massoniche brasiliane che operavano contro il regime di segurança nacional.” L’ex carabiniere passa quindi a spiegare: “proponendomi di trovare ulteriori conferme alla mia tesi inerente il collegamento tra la Pontificia Accademia Cultorum Martyrum e le posizioni della resistenza brasiliana ho ripreso in mano la documentazione inerente il ‘comitato direttivo’ che amministrò l’istituto pontificio dedicato al culto memoriale dei protomartiri tra il 1980 e il 1987. L’Accademia svolge, tutt’ora, anche un’attività di conservazione e promozione della tradizione rinascimentale della liturgia stazionale della Via Crucis. Di questo istituto, ricollegabile anche al Pontificio Istituto di Archeologia e Musica Sacra, parla anche la lettera anonima pervenuta nel 2005 alla trasmissione “Chi l’ha visto”, mai resa nota. Incontrai il riferimento alla Pontificia Accademia approfondendo la rivendicazione dell’Americano, l’interlocutore delle famiglie Orlandi e Gregori che parlava a nome dei sequestratori, del 6 settembre 1983 inerente la scadenza del 20 luglio e la Basilica di Santa Francesca Romana, rivendicazione riferibile, a parere fondato dello scrivente, ad un episodio avvenuto durante la settimana santa del 1578 quando una confraternita di frati conversi, “marrani” brasiliani, venne sciolta e i suoi componenti arsi vivi. Fu un noto giornalista che, valutando questa mia riflessione dimostrata da testi letterari che riportavano l’episodio narrato, mi mostrò la lettera anonima sopra citata nella quale si faceva riferimento proprio all’ Accademia Cultorum Martirum e alla liturgia stazionale!” In seguito, Goglia racconta di aver approfondito “lo studio sull’Accademia Cultorum Martyrum” restando colpito “dal legame dei suoi componenti dell’epoca con la realtà brasiliana e dalla veste di alcuni di questi di missionari e missionologi che avevano operato nel grande paese sudamericano.” Proseguendo nella sua ricerca, sempre lui racconta, “più Brasile veniva fuori, fino a immaginare e a sostenere l’operatività di una loggia massonica brasiliana o filobrasiliana a Roma a cavallo degli anni settanta e ottanta che si batteva per il rispetto dei diritti umani ed il ripristino del diritto di habeas corpus preventivo di cui all’art. 158 del Decreto Lei 1002/69 recante il Codigo do Proceso Penal Militar”. L’ex carabiniere ritiene che tutto questo sia in linea con quanto lui sostiene, ossia “che le ragazze, anche quelle statunitensi, furono sequestrate da ‘un gruppo brasiliano missionario a vocazione politica’ intenzionato a spingere i governi italiano, americano e vaticano, che a diverso titolo appoggiarono l’Operazione Condor, ad impegnarsi per il ristabilimento dei diritti umani e per un’amnistia per i detenuti politici in Brasile.” Goglia sottolinea poi che l’Accademia praticava la rievocazione teatrale del supplizio di Santa Agnese, “una giovinetta …come …Mirella ed Emanuela…testimonianze viventi di spontanea e fresca fede cristiana, adolescenti, caste vergini, coriste che inneggiavano al Signore.” Creando una correlazione tra la martire e le due ragazze, “ho scritto a Monsignor Vergari esponendogli il mio pensiero. Monsignor Vergari è stato cappellano della Pontificia Accademia Cultorum Martyrum, definita nella lettera già menzionata come

” una associazione molto chiusa che si occupa di culto memoriale, ma della quale certi membri hanno attività ben poco religiose….cioè fanatiche”..

Il prelato mi ha così risposto:

”Oramai sono tutti in paradiso”………

Ho diversi motivi per dissentire da questa affermazione…..e resto con un’ansiosa domanda – conclude l’ex carabiniere – : quale loggia massonica brasiliana o filobrasiliana che includeva religiosi, laici, diplomatici e sportivi era attiva a Roma sul principiare degli anni ottanta?”

Mi costi, ma quanto mi costi? Travaglio e le “Larghe Spese”

editoriale-quanto-micosti-larghe-intese-tuttacronaca

Marco Travaglio nel suo editoriale riporta:

Berlusconi ha annunciato che vuole un governo balneare e che vuole cercare i voti uno per uno. È una compravendita penosa e vergognosa. L’unico atto da compiere è prendere atto che la maggioranza non c’è più e dimettersi”. Basta sostituire il nome di Berlusconi con quello di Enrico Letta, e questa dichiarazione potrebbe urlarla oggi il Cavaliere in faccia al nipote dello zio Gianni. Invece la urlò Letta jr. in faccia a Berlusconi esattamente tre anni fa, il 9 settembre 2010.

Il terzo governo B. pareva sul punto di cadere sotto i colpi dei transfughi finiani e lui aveva iniziato il reclutamento per ricomprarsi qualche deputato. Un po’ come sta avvenendo oggi a parti rovesciate per salvare le sempre meno larghe intese, con la campagna acquisti last minute dei diversamente berlusconiani. Gli Alfanidi. Qualcuno dirà che ora è tutto diverso, l’Europa ci guarda, il Paese affonda, la casa brucia. Ma è il solito ritornello: la compravendita del vicino è sempre più sporca. La tua invece è pulita, profumata, per il bene del Paese.

Per non offendere i voltagabbana del momento s’inventano nomi di fantasia: “responsabili” (se li compra B.) o frutti dello “scouting” (…). Ricordate Follini? Quando passò da vicepremier di B. a parlamentare Pd fu subissato di fischi e pernacchie dagli stessi che pochi mesi prima esaltavano il nobile tormento interiore di De Gregorio, trasvolato dall’Idv al Pdl in cambio della commissione Difesa e (si scoprì poi) di 3 milioni (2 in nero).

È una storia vecchia almeno come la Seconda Repubblica, iniziata nel ’94 col primo governo B. che ottenne la fiducia al Senato grazie alle piroette di Luigi Grillo, Tremonti, Cecchi Gori e altri due eletti col Centro di Segni e Martinazzoli. La sinistra restituì la pariglia nel ’98, quando D’Alema – caduto Prodi che non volle comprare nessuno – entrò a Palazzo Chigi sulle baionette degli “straccioni di Valmy”, come Cossiga nobilitò la truppa raccogliticcia degli ex centrodestri convertiti sulla via di Buttiglione e Mastella. “Governo Giuda!”, strillò Urbani. “Saltimbanchi, truffatori, massoni, boiardi di Stato che strisciano come vermi”, tuonò Micciché, mentre Fini bollò quel “governo di rigattieri” con lo stesso epiteto usato decenni prima da Alberto Giovannini per squalificare i monarchici che avevano tradito Achille Lauro per la Dc: “Puttani”. (…)

Più o meno quel che accade ora fra i diversamente berlusconiani. E anche lo scambio politico, quando lo faceva B., veniva giustamente censurato dal Pd: “La campagna acquisti di Berlusconi – spiegò Bersani – deforma la democrazia: lui promette a chi è ‘ragionevole’ di rinominarlo in Parlamento grazie a una singolare legge elettorale” (17.9.2010) e “se uno promette la rinomina o comunque uno stipendio è corruzione, roba da magistratura” (28.9.2010). Ora manca soltanto che qualcuno si denunci da solo.

“Chi si vergogna di me si vergogni di sè”: l’energia di Francesco Nuti

francesco-nuti-tuttacronacaAttore, regista, sceneggiatore e produttore. Francesco Nuti è stato protagonista di circa venti film, ha vinto un David di Donatello e un Nastro d’Argento come miglio attore in “Io, Chiara e lo scuro” poi quel drammatico incidente domestico nel 2006, a cui è seguito un periodo di coma dopo il quale non ha più riacquistato la capacità di parlare e camminare autonomamente. Ma la malattia non l’ha sconfitto, anzi: sta vivendo un periodo particolarmente prolifico, con due sceneggiature pronte. Non parla, ma riesce a scrivere al computer e proprio grazie alla tecnologia è riuscito a rilasciare una lunga intervista al Corriere Fiorentino. E’ lui stesso che, dopo aver spiegato che i suoi duoi scritti “parlano d’amore”, e spiega: “la prima sceneggiatura d’amore per una donna che si chiama Olga, la seconda per un bambino”. Riguardo al suo ambiente professionale, da cui inizialmente era partita una catena solidale che poi, pian piano, si è trasformata in silenzio, ricorda quello che ha scritto nella sua biografia: ‘‘chi si vergogna di me si vergogni di sé’’. Al contrario dei colleghi, però, c’è anche chi non si scorda di lui: “ci sono i vecchi amici di Narnali e tutto il mio pubblico, che ancora mi segue e spera con me”. Nell’intervista si parla anche dell’Italia attuale e Nuti lancia un appello all’inventiva: “ci vogliono le idee per fare le cose, come nel cinema. Non basta la cartabollata”. Per concludere, una parola sull’amore, alla domanda: “Qual è il suo attuale e vero concetto di amore capace di soffocare la legittima rabbia contro il destino? E non mi riferisco alle donne…” l’artista risponde: “L’amore è come Olga, se non ti fa morire è solo una parola, anzi un tradimento”.

Il regno di newwhitebear

I colori della fantasia

RunningWithEllen's Blog

Two sides of God (dog)

Que Onda?

Mexico and beyond

Just a Smidgen

..a lifestyle blog filled with recipes, photography, poems, and DIY

Silvanascricci

NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'

Greenhorn Photos

A fantastic photo site

mysuccessisyoursuccess

Just another WordPress.com site

blueaction666

Niente che ti possa interessare.....

rfljenksy - Practicing Simplicity

Legendary Whining and Dining World Tour.

metropolisurbe

Just another WordPress.com site

Real Life Monsters

Serial killers and true crime

"ladivinafamiglia"

"Solo quando amiamo, siamo vivi"

Vagenda Vixen

*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*

lazylauramaisey

The Adventures of Danda and Yaya