Insegue chi gli ha rubato il cellulare: 17enne accoltellato

accoltellamento-tuttacronacaA Napoli, nei pressi della Villa Comunale, un 17enne è stato rapinato del suo cellulare. Il giovane ha quindi rincorso i ladri ma, durante una collutazione, è stato accoltellato rendendo necessario il ricovero in ospedale: i medici si sarebbero riservati la prognosi e le sue condizioni sarebbero gravi. Sull’accaduto indagano le forze dell’ordine, che stanno dando la caccia ai malviventi. La polizia, che ha ricostruito l’accaduto, spiega che il ragazzo, di Acerra, è stato fermato da due malviventi alla Rotonda Diaz, sul lungomare di Via Partenope. Uno dei malviventi gli ha vibrato una coltellata, ferendolo alla regione dorsale sinistra, vicino al polmone.

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Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie

michele_liguori-tuttacronacaE’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.

Passeggeri in panico: cortocircuito sulla Circumvesuviana

circumvesuviana-tuttacronacaAttimi di paura, in serata, tra i passeggeri a bordo di un treno della Circumvesuviana lungo la linea Nola-Baiano, diretto ad Acerra. Il mezzo, a bordo del quali si trovavano centinaia di persone perchè la corsa precedente era stata soppressa e in tanti avevano atteso la successiva, è andato in tilt a causa di un principio di corto circuito. A generare il guasto sarebbe stato un problema alla trazione ma è stato evitato l’incendio perché è scattato il cosiddetto “extrarapido”, una sorta di salvavita.  Il suo azionamento, tuttavia, provoca un rumore fortissimo che, assieme al fumo, ha spaventato i passeggeri. Il treno non ha potuto proseguire la corsa: i passeggeri sono scesi tutti alla stazione di Pratola Ponte e poi il convoglio è proseguito, vuoto, per il terminal di porta Nolana a Napoli.

Allarme ad Acerra tra i contadini, collina di rifiuti “tossici” di 200 metri

Acerra-tuttacronaca-montagna di rifiuti

Allarme tra gli agricoltori che hanno mobilitato gli ambientalisti i quali hanno poi chiamato la forestale in contrada Pagliarone, ad Acerra, per far esaminare una colina di rifiuti lunga 200 metri e alta 6 zeppa di scarti cimiteriali e amianto. La collina è stata sequestrata e si stimano almeno 300mila metri cubi di rifiuti pericolosi o speciali come gli scarti cimiteriali, bare o lapidi, ma anche materiali potenzialmente tossici. La discarica abusiva, utilizzata fino alla notte scorsa si erge tra una serie di frutteti, campi adibiti ad agricoltura e pioppeti. Gli agricoltori poi hanno dichiarato  “se denunciamo ci sparano”.

Fiaccolata contro le ecomafie: sui manifesti, le foto dei bambini vittima del cancro

acerra-contro-ecomafie-tuttacronacaAd Acerra, in provincia di Napoli, si è tenuta una fiaccolata ieri sera, contro l’ecomafia e per la bonifica del territorio. A scendere lungo le strade, oltre cinquemila partecipanti, anche se la prefettura parla di tremila. Persone comuni, che vivono quotidianamente la situazione dell’hinterland napoletano e casertano, quella paura per un inquinamento che troppo spesso non lascia scampo. Tra gli altri, le madri dei bambini vittime del cancro, con le immagini dei loro piccoli che ormai non ci sono più: le foto di queste donne sono finite su una miriade di cartoline che verranno inviate a Napolitano. Pina Leanza è accanto alla foto della sua Tonia, morta sei mesi fa per un “medulloblastoma”. E’ la donna a raccontare: “Tonia ha lottato per quattro anni e mezzo. Io ho imparato a lottare da lei anche per gli altri bimbi”. Marzia Raccioppoli, di Casalnuovo, ha testimoniato la tragedia che ha travolto suo figlio Antonio, 9 anni, ucciso da un “glioblastoma”. “Un male in prevalenza causato dall’inquinamento ambientale”. La manifestazione ha visto la partecipazione di persone che non vogliono più avere paura e che si sono fermate davanti a un palazzo di proprietà di una nota famiglia di imprenditori dello smaltimento dei rifiuti, condannati in primo grado per aver seppellito nei terreni della provincia di Napoli i veleni delle fabbriche del Nord. E’ stato qui che i partecipanti al corteo hanno posato una candela per ogni morto di tumore. Al suono di canzoni tristi, poi la marcia è ripresa per raggiungere, qualche chilometro più avanti, il cimitero locale.

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Taranto: la città malata d’inquinamento

taranto-inquinamento-tumori-tuttacronacaL’altro giorno si era parlato dell’incidenza di tumori infantili nella Terra dei Fuochi, ma non è l’unica zona in Italia dove l’inquinamento influisce in maniera così pesantemente negativa sugli abitanti. A Taranto, come denuncia il movimento ambientalista Peacelink, che evidenzia anche il rapporto tra tumori e inquinamento industriale dopo “essere entrata in possesso dei dati attuali degli ammalati di cancro della città”, come ha spiegato l’attivista Alessandro Marescotti, nei quartieri più vicini agli impianti industriali, un abitante su 18 è affetto da patologie tumorali. Per quel che riguarda l’intera città, invece, sono 8.916 “le persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali” (191.848 sono gli abitanti di Taranto, dati dell’ultimo censimento). Secondo quanto riporta Peacelink, “nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale (quartiere Tamburi, Paolo VI, Città vecchia e parte del Borgo), c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione, 4.328 malati su 78mila abitanti”. Sempre gli ambientalasti affermano che invece, in base ai dati citati, “nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’è un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della città vi sono 4.588 malati di tumore su 120mila abitanti. Ovviamente tali dati non possono calcolare tutti coloro che potrebbero avere un tumore latente o non diagnosticato”. Ma l’associazione ha sottolineato anche che “Il sindaco di Taranto, che è un medico avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perché non lo ha fatto? Facciamo appello all’Ordine dei medici perché venga compiuto un opportuno approfondimento su questi dati in modo da individuate le categorie di persone più esposte”. Per Peacelink, infatti, “è venuto i momento di avere dati istantanei su tutte le malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri”.

Morire a 6 anni e mezzo per un tumore: la malattia colpisce nella Terra dei Fuochi

tumore-infantile-acerraLa chiamavano la leonessa la piccola Tonia, sempre pronta a tuffarsi nella vita. Sua madre Giuseppina racconta: “Mia figlia era la vita in persona. L’essenza della vita”. Ed è così che la vuole ricordare, allegra anche nei momenti più avversi: “Ha subito sette interventi. Radioterapia e chemioterapia a due anni e mezzo. Non si è mai arresa, mai un capriccio, mai nemmeno una lacrima per il mal di testa. Io le dicevo: Tonia dobbiamo fare la terapia. Lei mi rispondeva: ok facciamo la terapia. Tonia ora avrai un po’ di dolore qui. Sì mamma, va bene mamma, non ti preoccupare mamma”. Aveva solo sei anni e mezzo, eppure ” A volte si meravigliava perché qualche altro bimbo scoppiava a piangere. Lei invece no, sempre buona, responsabile, obbediente. Era un angelo, forse per questo Dio se l’è presa”. E il piccolo angelo ora non ce più, le sue ali spezzate da un medullo blastoma, un tumore al cervello. La stessa patologia ha colpito altri due bimbi di Acerra, il paese di Tonia, un comune tra Napoli e Caserta, nella Terra dei Fuochi. “L’inquinamento ha causato la malattia di mia figlia? Io non lo posso dire con certezza. Ma certo qui da noi stanno succedendo cose terribili. Non possiamo continuare a stare zitti e qualcuno deve dirci costa sta succedendo”, dice la madre della piccola. “Sono convinta che, in qualsiasi altro posto, mia figlia non si sarebbe mai ammalata – spiega -. Ovunque andassi, da Roma a Pordenone, nei reparti di oncologia degli ospedali incontravo soltanto bambini della nostra zona. Tra Napoli e Caserta. A qualche medico ho chiesto come mai, se in qualche modo si spiegassero questa strage di innocenti. Loro allargavano le braccia. Non rispondevano. O forse non potevano farlo”. Ma come ricorda il Corriere, i tumori nell’età infantile sono molto rari, e se anche la patologia da cui era affetta Tonia è uno dei più comuni, l’incidenza annua è comunque stimata in 0,5 casi ogni 100.000 bambini. Per questo non si può non porsi domande se tre bambini ne vengono colpiti in uno stesso comune da 56mila abitanti. Anche perchè si tratta di una pizzola area, nota come la Terra dei Fuochi, racchiusa tra le province di Napoli e Caserta. Qui la pressione ambientale è altissima: c’era la Montefibre, si trovano i cementifici,  le acque inquinate dei Regi Lagni e le discariche abusive, senza dimenticare il termovalorizzatore. Acerra è uno dei vertici del cosiddetto triangolo della morte, il territorio a più alta incidenza tumorale d’Italia, analizzato dal primo storico studio di Lancet del 2004. Ma di tumori se ne parla, così come si fa con la diossina, ma non si fa nulla. Ci sono le istituzioni immobili e i veleni della camorra stoccati nel sottosuolo. Ci sono i roghi di rifiuti tossici e le oltre cinquemila discariche abusive e non. E non si possono scordare le piramidi di sette milioni di ecoballe nelle campagne di Giugliano, i pozzi inquinati, la diossina e i metalli pesanti.L’Istituto Pascale ha recentemente rilevato che tra Napoli e Caserta la mortalità per tumore è aumentata del 15-20 per cento. In alcuni comuni, tra cui Acerra, l’aumento supera il 30 per cento. Si raggiungono anche picchi del 47%. In 7 anni sarebbero 9969 le vittime dell’inquinamento, come riporta il dossier Sentieri sulle aree contaminate: si tratta di tumori al sistema respiratorio, leucemie, malattie cardiovascolari. Nel corriere del Mezzogiorno si era invece letta un’inchiesta di Roberto Russo che svelava, tra le altre cose, che nei comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo, negli ultimi cinque anni le richieste di «esenzione ticket per neoplasia» sono aumentate del 300%. Ma le conferme arrivano anche dal ministero della Saluto che, lo scorso gennaio, riportava: “Per quanto riguarda i tumori maligni nel loro complesso, la mortalità in Campania tra gli uomini è superiori ai valori dell’intera Italia per il contributo delle province di Caserta e Napoli”. Ma il ministero cerca le cause, principalmente, nello stile di vita della popolazione locale e non nell’avvelenamento del terreno: “In assenza di studi adeguati il ministero non poteva rispondere diversamente”, spiega Antonio Marfella, ricercatore di medici per l’ambiente. “Il nodo è come sempre il nesso di causalità – aggiunge Marfella -. Ovvero il collegamento scientificamente dimostrato tra inquinamento e patologie correlate. In Campania non è stato accertato perché, ad oggi, nessun istituzione lo vuole cercare”. Negli ultimi vent’anno, il numero di bambini affetti da tumore è in costante crescita. Secondo i medici ambientali a causa dell’esposizione dei genitori ad agenti esterni, che spesso comportano danni a livello epigenetico. Determinano cioè un’impronta negativa che influenza la crescita dell’embrione. Ma in Campania mancano dati affidabili. Gaetano Rivezzi, presidente casertano e campano di Medici per l’Ambiente, ha affermato: “Ad un’osservazione empirica, i casi di bambini affetti da tumore sembrano corrispondere ai comuni dove è stato accertato un pesante impatto sull’ambiente. I tumori infantili, soprattutto in provincia di Caserta, sono la spia di una modifica delle patologie cliniche associabili o correlabili all’inquinamento. Purtroppo abbiamo un aumento spaventoso dei casi che si stanno moltiplicando a dismisura”. Nel 2011, l’associazione italiana oncologi scriveva: “L’aumento di incidenza di diverse neoplasie giovanili ed in particolare dei tumori infantili è un segnale che fa pensare che la nostra generazione stia consegnando a quelle future un Ambiente gravemente ammalato”. E a farne le spese, tra i molti, troppi altri bambini, anche la piccola Tonia, che ha iniziato la sua lotta a 2 anni e mezzo. Anche la sua dottoressa, Roberta Migliorati, oncologa del Santobono di Napoli, ha spiegato che “la sua malattia, il medullo blastoma, è tra i più frequenti tumori cerebrali in età infantile. Ma tutto è relativo, dal momento che i tumori pediatrici sono molto rari”. Rari, ma lei in cura anche un altro piccolo di Acerra mentre in passato ha assistito due bambini di Grumo Nevano, paese di 20mila abitanti, entrambi affetti da neuro blastoma. “Ma sono dati empirici che non dicono nulla sul piano scientifico – aggiunge -. Noi che operiamo sul campo avvertiamo il bisogno di un registro epidemiologico che copra l’intera regione. Esistono singoli registri di tumori pediatrici di singole Asl, la Napoli 2 o la Salerno uno, ad esempio. E noi viviamo di estrapolazioni”. E il registro della fascia pediatrica, ancora manca.

Ecco i danni delle ecomafie?

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Un villino signorile in Campania, sito a poche  centinaia di metri dai Regi Lagni,  con un giardino in cui i proprietari si dilettano a far crescere piante e limoni. Poi improvvisamente il terrore di quei frutti nati mostruosi. Dei limoni che sembrano la mano di uno dei film colossal horror in 3D di ultima generazione e che ha terrorizzato i proprietari già allarmati, ogni notte, dalla nube maleodorante provocata probabilmente dagli sversamenti di liquami tossici nelle reti fognarie o nei vicini Lagni. Anche questo è frutto delle ecomafie? Anche questo è un prezzo da pagare?  Ecco perché sarebbe opportuno seguire i camion di rifiuti speciali telematicamente attraverso un sistema di monitoraggio costante che consenta di evitare di sotterrare materiale pericoloso in aree di coltura. 

Arriva lo Spazza-Tour: la mappa dei rifiuti in Campania

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Dove viene stoccata l’immondizia? Ora lo sapremo grazie ai parlamentari del Movimento 5 stelle che sono usciti dal Palazzo per andare a incontrare i cittadini nei luoghi simbolo delle principali aree problematiche del Paese. Lo Spazza-Tour viene così descritto sul sito di Beppe Grillo:

“Oggi noi cittadini parlamentari del MoVimento 5 Stelle saremo in Campania per partecipare allo Spazza Tour 2013. Il viaggio-denuncia ci porterà sui luoghi nei quali confluiscono traffici illeciti di rifiuti industriali dal Nord Italia, gli sversamenti abusivi delle industrie locali e i rifiuti urbani e speciali. Queste montagne di immondizia mista a sostanze nocive si concentrano a Giugliano, nel “triangolo della morte” di Acerra, Nola e Marigliano, e poi sempre più ad Est, intorno al Vesuvio e nella zona orientale di Napoli”.

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26enne accoltellato allo stadio di Acerra, durante saggio di danza.

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Antonio Papa, già noto alle forze dell’ordine, è stato accoltellato la notte scorsa, verso le 23.30, allo stadio comunale di Acerra, nel napoletano, mentre stava assistendo a un saggio di danza. Un uomo gli si sarebbe avvicinato e lo avrebbe colpito al petto. L’aggressore poi si sarebbe dato alla fuga facendo perdere le tracce. Il cadavere è stato portato al Secondo Policlinico di Napoli dove sarà eseguita l’autopsia.

Tentato femminicidio nel napoletano… accoltella la moglie

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E’ stato l’ex marito, dal quale era separata legalmente, ma con il quale conviveva a ferire l’ex moglie con un coltello ad Acerra. L’uomo, Antonio Romanelli, 66 anni, al culmine di una lite ha colpito ripetutamente la sua ex moglie di 64, prima che i vicini, allarmati dagli urli, hanno deciso di chiamare i carabinieri. La donna è stata ricoverata in ospedale ed è emerso che anche in passato l’uomo aveva maltrattato la donna.

 

Schianto fatale dopo una serata fuori: morti due ventenni

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E’ costato la vita a due ventenni un incidente stradale avvenuto poco dopo le 5.30 di questa mattina, a seguito di una nottata in giro per locali. Nello schianto, avvenuto in una strada interpoderale di campagna tra Acerra e Caivano, è rimasto ferito anche il terzo passeggero, un 17enne. Per cause da accertare, l’auto, che i genitori dei ragazzi non sapevano fosse stata presa, ha perso il controllo finendo in un canale di scarico. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia. Indagini della Polizia stradale. Ricoverato in ospedale ma fuori pericolo l’unico superstite, proveniente dalla provincia di Avellino così come i suoi amici, che ha fornito alcuni dettagli alla polizia stradale. I tre giovani avevano trascorso la serata in giro. Anche se la dinamica esatta è ancora in fase di accertamento, sembra che il conducente dell’auto, lungo la strada dissestata, abbia perso il controllo dopo essere andato a finire in una cunetta. Subito dopo avrebbe sbattuto contro un albero e l’auto si sarebbe catapultata nel canale di scarico. Non si sa se abbia o meno potuto incidere la velocità o se il conducente dell’auto abbia assunto o meno alcol o droghe: aspetto, quest’ultimo, che potrà essere accertato solo con l’autopsia.

Arancia meccanica a Napoli!

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Sono entrai in casa sua in quattro. Un imprenditore di Acerra, in provincia di Napoli, ha subìto le violenze dei malviventi, insieme a tutta la sua famiglia. Il villino adiacente alla sua azienda di rivendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli è stato praticamente assaltato dalla gang per metà composta da malviventi con una forte inflessione albanese. Sotto tiro della furia in stile Arancia Meccanica sono finiti non solo l’imprenditore, ma anche la moglie, il figlio letteralmente strappato da sotto la doccia e costretto a stare seduto nudo in cucina e la suocera novantenne.
Ma a finire in ospedale è stato il titolare dell’azienda Raffaele Venturato di 48 anni, massacrato di botte con un manganello di ferro. Alla fine del raid i banditi sono andati via con un bottino di circa cinquantamila euro tra denaro e gioielli sottratti poco alla volta con sevizie e botte da orbi somministrate senza pietà al capofamiglia.

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