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12 dirigenti dell’Agusta indagati per l’amianto negli elicotteri delle Forze Armate

Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Terra dei Fuochi: “Scavate anche al Nord”. Parla ancora Schiavone
Carmine Schiavone, il pentito ex Casalesi, parla al Secolo XIX raccontando nuove, scioccanti rivelazioni sull’intreccio indissolubile tra Stato, servizi segreti, poteri economici e mafie. “Scavate anche in Liguria, a Genova, o in altri siti del nord dove ci sono discariche”. Dopo le drammatiche verità sulla Terra dei Fuochi, il collaboratore di giustizia prosegue con le sue scottanti verità e domanda: “Tutti i rifiuti che hanno prodotto al nord dove li hanno smaltiti?” La risposta è che un po’ “li hanno sotterrati sotto le Alpi, ma poi gli altri rifiuti? Quelli in Lombardia o in Piemonte o nella zona industriale di Genova o a La Spezia?”. Per Schiavone si trovano tutte “nelle discariche”, ma “non solo al sud anche al nord”. Schiavone dichiara: “Io lavoravo nella mia zona e posso dire con certezza dove sono interrati i rifiuti campani”. Ma lungo la filiera dell’illegalità si intrecciano e si propagano anche altre relazioni tra Stato e malavita. “E’ da 60 anni che le mafie stanno al Nord, come a Milano così a Genova. Controllate Genova”. Il pentito parla anche dell’esistenza di mafie istituzionalizzate: le istituzioni e i servizi dell’epoca ad esempio permettevano di scaricare i rifiuti tossici ma non solo, “smistavano anche armi, smistavano all’estero attraverso navi nei vari porti”. Ancora Schiavone racconta: “Noi lavoravamo con Eurocem a Napoli, Salerno e Gaeta, dei traffici in quei luoghi ne sono sicuro… ma sapevo che stavano anche ai porti del nord e all’estero attraverso navi”. Ripercorrendo la sua storia, spiega di aver detto tutto alla giustizia “per raccontare la verità”. Il primo verbale di “Spartacus”, suo nome da pentito, è stato nel ’93, “e l’ho fatto per far fermare sto sfacelo, perché la gente moriva, anche con l’acqua minerale”. Fin quando infatti “abbiamo dovuto combattere le nostre guerre interne, mi stava anche bene, però non abbiamo mai ammazzato nessun bambino, nessun innocente”. Prima, spiega, “era un caso di legittima difesa”. L’attacco principale è per le istituzioni corrotte. “Nella zona nostra, ad esempio, mio cugino guadagnava 1,2 mld ma lui era il braccio”. Le menti vere erano l’avvocato Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e il piduista Licio Gelli, che aveva amicizie importanti”. “L’Arpa invece era in mano alla mafia” per questo non hanno mai denunciato e omettevano. I veri “nemici dello stato poi sono all’interno della Dda”, che se vogliono fanno mancare anche i cancellieri o addirittura la carta igienica ai magistrati. Ancora, le istituzioni fingevano di non vedere i traffici di droga mentre “dentro le palme dal Sud America c’erano quintali di cocaina”. Per il pentito la triste verità è che “nessuno la vuole”, il popolo la vuole, “ma le istituzioni no”. “Siamo così arrabbiati di fronte a questo Stato che non fa niente, che lascerà morire la propria gente come pecore”, aggiunge. “Stanno mangiando solo soldi, a livelli di perizie ad esempio”. Mentre fra 15 anni quando le falde acquifere saranno tutte inquinate e la gente morirà quella verità non servirà più a nessuno. “Io ho una responsabilità quella di essere stato un mafioso – ribadisce -, ma la colpa è dei padri che hanno chiuso gli occhi mentre mangiavano soldi”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 1, 2014
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Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie
E’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
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Terra dei Fuochi e Ilva: screening gratuito per la popolazione
Sono stati approvati gli emendamenti al dl 136 dalla commissione Ambiente della Camera e l’elemento di novità emerso è che si stanzieranno 25 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell’Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti, ha detto: “Il coordinamento dell’attività relativa agli screening sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti” dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell’Istituto superiore di sanità nell’ambito dello studio ‘Sentieri’, relative alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte. Oggi è stato approvato anche l’emendamento relativo all’aumento di capitale dell’Ilva quale strada per assicurare all’azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale.Come spiega il Sole 24 Ore:
Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell’azienda, i Riva, di partecipare all’aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. “Nel decreto – afferma Bratti – abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l’aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili”. Inoltre, aumentata dal 70 all’80 per cento la quantità di prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell’Ilva deve aver avviato nel periodo – in sostanza l’attuale – che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. “Nell’80 per cento – rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell’Aia concluse che quelle attivate”.
Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare – osserva Realacci – sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine “allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti – conclude Realacci – per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell’Ilva”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 13, 2014
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In manette Chianese, l’inventore del traffico illecito dei rifiuti
E’ finito in manette il 62enne Cipriano Chianese, imprenditore legato al clan dei Casalesi. Sono stati gli uomini della DIA ad arrestare colui che ha inventato e gestito il traffico illecito dei rifiuti confluiti anche nella Terra dei Fuochi. Chianese, portato in carcere mentre già si trovava ai domiciliari, è accusato di aver estorto quote e gestione di una società di trasporti, la Mary Trans, attiva nel trasporto di persone e di rifiuti solidi urbani e speciali. Assieme a lui, è stato arrestato anche il suo collaboratore Carlo Verde, 37 anni. Stando alle indagini, l’avvocato-imprenditore riuscì a portare la ditta di trasporti nelle mani di suo fratello Francesco, nel dicembre del 2005. Chianese è stato il primo a essere rinviato a giudizio, in Italia, negli anni 90 per disastro ambientale ed avvelenamento delle falde acquifere. Ad aprile, per ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, gli sono stati confiscati beni per 82 milioni di euro, che erano stati sequestrati nel dicembre del 2006. Nel suo curriculum appare anche un ordine per un omicidio, che ha commissionato per un milione di euro. La vittima designata era un magistrato della Dda di Napoli che stava indagando sul suo conto. Lo rivela la persona che fu incaricata dell’assassinio, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia. Al pentito si rivolse, per conto di Chianese, Carlo Verde.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2013
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Allarme Ilva, la centrale è piena di amianto
L’Ilva sembra non trovare pace tanto a Taranto quanto a Genova. Nell’area Ilva di Cornigliano, si torna a parlare d’amianto e la paura sale per chi lavora o ha lavorato intorno all’ex centrale termoelettrica dismessa nel 2005. “Dentro ci sono tonnellate di amianto censite”, dice Armando Palombo, delegato rsu Fiom. “Per ora la situazione è sotto controllo, ma la struttura è abbandonata da anni, ogni tanto vengono giù pezzi, non sappiamo se piove dentro, se il cemento armato si stia disarmando. Siamo preoccupati e chiediamo alle autorità di intervenire”.
Come scrive La Repubblica:
Quelle stesse autorità contro cui loro, lavoratori e pensionati Ilva, ma anche di Ansaldo e Fincantieri, hanno protestato qualche giorno fa per le strade della città: chiedono il riconoscimento dei benefici previdenziali proprio per l’esposizione all’amianto, revocati dall’Inail a seguito di un’inchiesta della procura.
A quelle autorità, cittadine e governative, oggi il delegato sindacale Armando Palombo aggiunge dunque l’allarme per le condizioni dell’ex centrale, chiusa ma mai bonificata. “Nell’accordo di programma c’è scritto che devono costruire una centrale nuova, ma stanno latitando sia l’azienda che gli enti locali”
Per l’Ilva, si sa, “c’è un piano industriale nuovo che deve partire da Taranto e coinvolgere Genova e Novi Ligure.
Ma qui abbiamo anche un nostro accordo di programma, votato con delibere in consiglio comunale e consiglio regionale. A questo ci atteniamo noi perché prevede che non ci sia nessun licenziamento, ma un piano di continuità e garanzia di reddito per tutti”.
I lavoratori Ilva di Cornigliano sono 1.750, di cui 1.400 con contratti di solidarietà: i sindacati premono verso un nuovo piano di investimenti. Che non dimentichi la bonifica delle aree abbandonate.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 7, 2013
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Vivere nella Terra dei Fuochi: “Prego il Signore che purifichi i miei ortaggi”
La Iena Nadia Toffa torna a parlare della Terra dei Fuochi e intervista il pentito di camorra Carmine Schiavone. Alla trasmissione, l’uomo torna a raccontare di aver rivelato già 16 anni fa, durante gli interrogatori, che nelle zone circostanti Latina, Napoli e Caserta erano state scaricate per anni tonnellate di rifiuti tossici e anche fusti nucleari, il tutto celato nelle cave fino a metri sotto le falde acquifere. A ricoprirli, la terra. “Poi, sopra, i contadini hanno coltivato ortaggi e pascolato le bufale per la mozzarella”. Lo Stato sapeva dunque, ma ha preferito secretare, “Forse per non creare il panico nella popolazione”. Se le parole del pentito corrispondono a verità, si stima che siano stati sversati 120 tir al giorno di materiali altamente pericolosi, che spiegherebbero l’altissima incidenza di decessi per cancro nella zona. Ma perché tutto ciò? “Perché alle aziende, smaltire regolarmente scorie pericoloso costerebbe 2000 euro a fusto, mentre la Camorra si prende solo 200 euro”. Linviata de Le Iene, in seguito, ha incontrato anche uno dei contadini che il suo podere proprio sopra una delle zone incriminate. L’uomo ha confidato: “Quando mangio i miei ortaggi, prego il Signore che li purifichi”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 20, 2013
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Sequestrati ortaggi pronti alla vendita nella Terra dei Fuochi
Blitz degli agenti del corpo forestale dello Stato di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, oggi a Caivano, nel Napoletano, durante il quale sono stati sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. L’operazione ha interessato 430mila metri quadrati di campagna tra la famigerata zona Sammereto e quella di Pascarola, al centro dell’area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici, la cosiddetta Terra dei fuochi. Dalle analisi sui campioni prelevati dai pozzi, è emersa la presenza di sostanze considerate altamente tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è scattato nell’ambito di una indagine coordinata dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, ed è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo Forestale del comando provinciale di Napoli. Grazie alle analisi effettuate, è stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione della soglia di contaminazione delle acquee sotterranee in relazione a diverse sostanze: triclorometano, arsenico e solfati. Il reato per il quale si procede è quello di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione: sulla maggior parte dei terreni sequestrati c’erano coltivazioni di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o in atto; la restante parte era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinata all’alimentazione umana. Con il sequestro di oggi sale a 600mila metri quadrati il totale dei campi coltivati sequestrati a Caivano.
Pubblicato da tdy22 in novembre 12, 2013
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La Terra dei Fuochi e il silenzio dello Stato: parla don Patriciello
Il pentito Carmine Schiavone, nel 1997, fece un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Si parlava del ciclo dei rifiuti e disse, con riferimento agli abitanti del Casertano e del Napoletano, “Tra vent’anni rischiano di morire tutti”. Nelle sessantadue pagine del verbale è scritto anche che l’interramento camorristico delle scorie arriva fino alla provincia di Benevento e Latina. Don Maurizio Patriciello, che della mobilitazione della Terra dei Fuochi è diventato il volto e si è letto tutte le pagine, esclama: “Se sedici anni fa lo Stato avesse avvertito noi cittadini napoletani e casertani che saremo morti di tumore per lo sversamento dei rifiuti, almeno i giovani avrebbero preso le valigie e sarebbero andati a vivere altrove, e le tante mamme che hanno perso i loro figli malati di cancro non avrebbero partorito in questa terra”. E sottolinea: “Sapevamo già tutto. Carmine Schiavone venne in canonica per dirmelo. Ma quello che ci addolora è che lo Stato per sedici anni ha saputo e non ha fatto nulla. Capisce? Niente! È venuto persino il ministro Balduzzi a dirci che se morivamo di cancro è perchè abbiamo uno stile di vita malsano e fumiamo troppe sigarette!”. Don Praticiello è scosso dalla rabbia. “Ci ricorderanno come la generazione degli stolti”. La lunga intervista è riportata sull’Huffington Post:
Voi stolti o uno Stato criminoso?
No, gli stolti siamo noi tutti perché abbiamo inquinato le nostre stesse terre. Persino i famigliari dei camorristi si ammalano di cancro. Che stoltezza! Sa, ho appena ricevuto la telefonata di un ragazzo. Suo padre si è suicidato e sa perché?
Ce lo dica.
Perché quel pover’uomo aveva dei sintomi che gli hanno fatto pensare di avere un brutto male. E senza attendere il risultato della analisi si è tolto la vita. Sottovalutiamo purtroppo la dimensione del malessere psicologico nel quale la gente di questo territorio è costretta a vivere. Ogni famiglia conta almeno un malato, io stesso ne conto due. Celebro continuamente funerali di persone giovani. E nessuno sa cosa mangiare, cosa acquistare, cosa cucinare.
Nessuna zona è mai stata dichiarata non coltivabile?
Nessuna, mai. Noi beviamo l’acqua delle falde inquinate e mangiamo i prodotti di questa terra. Lo Stato non ha mai avvertito gli agricoltori né ha ordinato perizie tossicologiche. Mai! Schiavone parlava di sversamenti anche nel lago di Lucrino, zona Flegrea, dove ancora oggi abitualmente la gente nuota e pesca senza che le istituzioni abbiano mai sentito l’esigenza di mettere un cartello di divieto.
L’Istituto superiore di Sanità ha detto che gli ortaggi nati nelle campagne di Giugliano sono sanissimi, non contengono metalli pericolosi. Cosa ne pensa?
È incredibile. Per prima cosa mi stupisco che l’attuale ministra della Salute non sia nemmeno un medico e debba fidarsi di queste ricerche. Com’è possibile che la verdura coltivata in zone dove continuamente vengono sversati rifiuti chimici industriali sia buona e commestibile? Abbiamo bisogno della verità.
Nessuno risponde alle vostre domande?
Nessuno. Anzi, continuano a porcele. Dopo quella Commissione d’inchiesta che raccolse le rivelazioni di Carmine Schiavone si sono succedute altre inchieste parlamentari, l’ultima presieduta da Pecorella che venne e chiese: “Come vanno qui le cose? Cosa vedete?”. Ma non avevano già in mano tutto quello che c’era da sapere?
Lei immagina che tutti abbiano taciuto per interesse?
Ci sono i disonesti e ci sono gli ignavi. E poi ci sono gli ignoranti come quel parlamentare della Lega Nord che è arrivato a metà ottobre a Caivano insieme con gli altri membri della Commissione sanità e insisteva sul fatto che il problema fossero i rifiuti urbani. Aveva in testa la monnezza prodotta dagli abitanti di Napoli, è stato difficile spiegargli che la questione riguarda lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali. Quando ha detto: “E’ una questione di civiltà” gli ho risposto che le scorie tossiche dell’Acna di Cengio sono sepolte a Giugliano. Così come le scorie di moltissime industrie del Nord.
Nessuna delle rivelazioni desecretate di Schiavone è una sorpresa?
Una sì. Noi sapevamo che molte amministrazioni del Casertano sono in odor di Camorra. Ma Schiavone ha detto che tutte erano costruite a tavolino dal clan dei Casalesi. Questo mi ha colpito. E anche la rivelazione secondo la quale sono state interrate scorie termo-nucleari. Si rende conto…
In questi giorni qual è la reazione delle persone della Terra dei Fuochi?
È una tragedia. Sono indignate. Arrabbiate. In queste settimane aiuteremo le mamme che hanno perso i loro bambini in relazione, saranno loro a parlare per conto di noi tutti. Mi dicono che se avessero saputo 16 anni fa che c’era il rischio di ammalarsi in massa di tumore sarebbero emigrate. La conseguenza è che ora per questa gente lo Stato da assente è diventato nemico.
Il 16 novembre protesterete a Napoli. Quali sono le vostre richieste immediate?
Corrado Alvaro diceva che a domande vere occorre dare risposte vere. Finora lo Stato non ha dato alcuna risposta, peggio: ha occultato la verità. Per prima cosa si proceda alla mappatura dei siti inquinati cosicché gli agricoltori possano sapere dove coltivare e la gente cosa consumare. E poi a livello europeo si deve introdurre la tracciabilità satellitare dei rifiuti industriali, perché non vadano a finire in altre regioni come la Calabria, in Africa o altrove. Infine occorre escogitare una soluzione per i terreni inquinati. Guardi, qui siamo tre milioni di persone. Molte sono decise a venire anche a Roma per chiedere giustizia. Il diritto alla vita è sacrosanto.
Non le viene voglia di scappare?
Come posso scappare? Sono un sacerdote, non posso abbandonare la mia gente. Ma non fate di me un simbolo.
Pubblicato da tdy22 in novembre 2, 2013
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Lo stadio San Paolo si tinge di nero: in lutto per la Terra dei Fuochi
I social al servizio della vita. Se prima i vip hanno adottato un comune, ora è partito il tam tam mediatico in Facebook dopo la creazione dell’evento “San Paolo in Lutto“. L’iniziativa è per protestare contro il dramma della Terra dei Fuochi e dell’inquinamento del suolo con i rifiuti industriali velonosi. L’dea è semplice e prende l’avvio dalla partita che la Nazionale disputerà a Napoli contro l’Armenia valida per la qualificazione ai mondiali 2014: si chiede ai tifosi che giungeranno allo stadio di vestirsi di nero e restare in silenzio quando entreranno le squadre. Si legge nel social blu:
“Il 15 Ottobre al San Paolo di Napoli si disputerà Italia-Armenia. Al fine di un impatto mediatico a grossa risonanza si chiede a tutti coloro che si recheranno allo stadio, alle tifoserie, ai club, alla gente comune, a chi si ‘troverà di sorpresa’ allo stadio per tifare l’Italia di vestirsi totalmente di nero e di restare in silenzio quando entrano le squadre. Vi sembrerà nulla ma questo piccolo gesto potrebbe avere un grosso impatto mediatico e dare visibilità alla terra dei fuochi ovvero A NOI TUTTI che continuiamo a morire di cancro e di leucemie, che vediamo i nostri figli morire prima di nascere. Fate cadere in un silenzio tombale il SAN PAOLO.. sarà l’urlo più forte mai sentito prima. Facciamo capire che il nostro paese è vivo..che noi non ci arrendiamo. ‘Forza Napoli’ non è solo un motto per la squadra del cuore ma un motto per la nostra terra! Quando si è solidali Napoli vince..quindi organizzatevi!!! Grazie”
Pubblicato da tdy22 in ottobre 5, 2013
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Vip vs camorra: i comuni della Terra dei Fuochi non devono morire
La Terra dei Fuochi non è sola è una pagina Facebook aperta da Selvaggia Lucarelli e che in pochi giorni ha già superato gli 89mila “mi piace”. Ed è proprio qui che i vip italiani “adottano” i comuni di questo territorio a cavallo tra le province di Napoli e di Caserta postano le foto con cui lanciano il loro appello. Marcianise, Aversa, Nola, Sant’Irpino, ma anche Arienzo, Cellole, San Prisco e tutti gli altri paesi non devono morire. Non possono essere messi in ginocchio da quei rifiuti tossici bruciati nelle campagne. Loro sono personaggi dello spettacolo più o meno noti, musicisti, attori, volti televisivi ma anche sportivi e giornalisti uniti per far sì che “questo territorio e la sua gente – si legge nelle info della pagina – non muoiano avvelenati e dimenticati da tutti.” Spiega Selvaggia all’HuffPost: “Un’iniziativa del genere può aiutare a incoraggiare la gente del posto a non avere paura di scendere in piazza. di protestare, di ribellarsi. Noi, nel nostro piccolo, ci abbiamo messo la faccia. E poi molti non sanno cos’è la terra dei fuochi, da oggi magari lo sapranno”. La pagina ci aiuta anche a capire che solo ora si sta facendo spazio la consapevolezza che l’emergenza che vive questa terra non è solo circoscritta a un’area ben definita, ma è ormai diventata nazionale. Come hanno recentemente ricordato anche Le Iene, in un loro servizio: perchè i prodotti di questa terra poi giungono in tutto il territorio nazionale: “la Terra dei Fuochi non è un’isola”, appunto, e tutti noi siamo destinati a venire a contatto, in un modo o nell’altro, con questa fetta di terreno che è stata utilizzata per un ventennio come pattumiera per i rifiuti tossici di mezza Italia. Senza dimenticare gli abitanti che si ammalano e muoiono, per quel cancro che, qualsiasi parte del corpo colpisca, ha un solo cognome: “camorra”. Per farsene un’idea basta scorrere la pagina Facebook di don Maurizio Patriciello, parroco proprio a Caivano che da anni si batte per portare alla ribalta nazionale l’agonia di quella gente. Ha pregato il Papa, ha parlato con Napolitano, scuotendo le coscienze dei politici locali.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/03/vip-vs-camorra-i-comuni-della-terra-dei-fuochi-non-devono-morire/
Le Iene e i rifiuti tossici che “concimano” i prodotti della terra dei fuochi
Le Iene, ieri, hanno parlato dello sversamento e dell’incendio di rifiuti di ogni genere che la camorra ha praticato illegalmente nelle discariche abusive della ‘terra dei fuochi’, in Campania. Nel serivzio sono apparse persone vittima di tumore, ma anche Carmine Schiavone, pentito dei Casalesi, che ha svelato i retroscena dell’attvità criminale. “Questa roba arrivava dalle centrali tedesche, austriache, svizzere. Arrivavano fanghi tossici, pittura, coloranti. Residui di amianto, piombo, cadmio, tutto”. Anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che da anni si batte contro i roghi e gli sversamenti ha preso la parola: “A Caivano hanno trovato due milioni di metri cubi di metalli pesanti, piombo, cadmio, zinco. Avevamo fatto delle foto a dei cavolfiori che nascevano di colore giallo. Abbiamo fatto delle analisi e sono usciti metalli pesanti in quantità così elevata che il laboratorio non ha voluto darci i risultati. Qua la gente muore, stanno morendo. La gente non usa più nemmeno il termine ‘cancro’. La gente ha il terrore”. Gli inviati de Le Iene hanno vagato per le campagne avvelenate, imbattendosi in cumuli di rifiuti tossici, che spesso vengono dati alle fiamme per non lasciar tracce, tanto lungo sentieri di campagna quanto lungo le strade percorse dalle automobili. In queste zone, dove viene dato alle fiamme anche l’amianto, i contadini proseguono con le loro attività di semina e raccolto. “L’amianto è un killer pericolosissimo – spiega don Patriciello -. Non mi scandalizza il delinquente che ha sversato quell’amianto. Ma mi scandalizza la società civile che vede tutto questo. Questo è proprio il posto dove è venuto l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Poi è andato via e non è successo niente”. Si è talmente, tragicamente, abituati alla morte per cancro che, spiega un ragazzo, “Oramai non si dice più ‘Come è morto?’. Si dice ‘Dove aveva il tumore?” E don Patriciello continua: “Non possiamo fingere di non vedere. E’ il momento di mettere insieme i vari ministeri. E’ inutile che continuano a dare tutta la responsabilità ai sindaci. Loro non ce la faranno mai. Ci sono troppi interessi. O ci si mette insieme o questo popolo è condannato a morte”. Le modalità con cui opera la camorra sono spiegate dall’ex presidente di Legambiente, Raffaele Del Giudice: una prima squadra prepara il letto di combustione con stracci e copertoni e poi, di notte, arriva una seconda squadra, che sversa i rifiuti e appicca il fuoco. «”C’è bisogno del presidio dell’esercito”. Il dottor Antonio Marfella, intanto, medico dell’istituto tumori Pascale di Napoli dichiara: “Non esiste una sola discarica in Campania che non è rimpinzata di oltre il 50% di rifiuti tossici”. E proprio accanto a una discarica, un campo di pomodori: sono tra i tanti prodotti di quelle terre che poi possono essere venduti. I contadini della zona spiegano che li consegnano solitamente anche alle industrie famose, ad un marchio presente – dicono le Iene senza citare l’azienda in questione – in ogni supermercato italiano. Si vende alla più grossa industria di pelati d’Europa, a prezzo bassissimo. E i prodotti della ‘terra dei fuochi’ arrivano ovunque, anche sulle nostre tavole.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 2, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/02/le-iene-e-i-rifiuti-tossici-che-concimano-i-prodotti-della-terra-dei-fuochi/
Amianto gettato a 400 metri dalla scuola primaria
Altri ritrovamenti di rifiuti tossici a Varcaturo, in provincia di Napoli dove i carabinieri della stazione locale hanno denunciato in stato di libertà per violazione alle leggi a tutela dell’ambiente, due sorelle, una 48enne di Villaricca e una 55enne di Arzano, incensurate. La proprietà delle due sorelle, un fondo agricolo di circa 1500 mq era adibito a discarica per rifiuti speciali pericolosi e non, quali: lastre di amianto, parti di elettrodomestici in disuso, materiale edile di risulta, parti di auto e pneumatici usati. L’area, che è ubicata a circa 400 metri da una scuola primaria, è stata sequestrata.
Pubblicato da tdy22 in settembre 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/26/amianto-gettato-a-400-metri-dalla-scuola-primaria/
Elicotteri all’amianto, ecco la nostra difesa
La nostra difesa è all’amianto? Secondo un’esclusiva dell’Huffington Post questa sarebbe l’ultima sconvolgente verità. Anche se poi leggendo meglio si apprende che già dopo il ’92 (anno in cui l’Italia ha bandito l’impiego dell’amianto), la controllata di Finmeccanica, l’AgustaWestland, avvertiva come avesse già debitamente e dettagliatamente provveduto a informare la difesa su quali e quanti velivoli da loro prodotti contenevano amianto, o meglio asbesto che poi è esattamente lo stesso gruppo cristallino. Le autorità hanno taciuto e per 15 anni nessuno ha preso provvedimenti. Dal carteggio che l’Huffington Post ha potuto visionare, redatto dalla controllata, che ora si trova in mano ai magistrati delle procure militari di Roma e Napoli, si sarebbe scoperto che:
“Sin dal 1996 [abbiamo] trasmesso l’elenco di tutti i materiali ‘pericolosi’ presenti [asbesto incluso, ndr] sui nostri elicotteri”, scrivono dall’AgustaWestland nella loro lettera del 6 giugno scorso al Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti. Insomma – sostengono senza troppi giri di parole – il Ministero semplicemente non poteva non sapere. A riprova allegano un malloppo di oltre cinquanta pagine fra tabelle e parole inviate. Ricevute. E cadute nel vuoto.
Gli elicotteri a rischio, incrociando i dati trasmessi dall’azienda, sembrano davvero tanti. Basta leggere una tabella datata 6 aprile 2006. Per quanto riguarda i modelli AB 206, AB 205, AB 212, AB 212 AS, AB 412: “L’amianto può essere contenuto in guarnizioni, condotti, tubi, nonché pastiglie dei freni”. Negli elicotteri SH-3D; HH-3F: “L’amianto può essere contenuto nelle pastiglie dei freni, ruote e rotore, e nella frizione e nell’APU [cioè unità di potenza ausiliaria, ndr]”. Nel CH47: “L’amianto può essere contenuto nelle pastiglie dei freni”. Non va meglio all’A129: “L’amianto è presente nelle guarnizioni delle paratie parafiamma”. Né all’A109: “L’amianto può essere contenuto in guarnizioni, condotti, tubi, nonché pastiglie dei freni, rotore e ruote”. Ma in un’altra tabella del 13 febbraio 1996 (dieci anni prima) viene indicata la presenza di amianto anche a bordo dell’AB204, dell’SH-3DTS e dell’HH 500 (M, MC, MD, E). Ora, le pastiglie dei freni nel frattempo saranno anche state sostituite con altre prive di asbesto (“dal 1992 non sono state più prodotte o consegnate pastiglie contenenti amianto”, sostengono nella medesima corrispondenza quelli della compagnia anglo-italiana). Ma le guarnizioni, i tubi e tutto il resto?
Probabilmente abbiamo fatto volare i nostri militari con mezzi che contenevano un materiale altamente cancerogeno senza preoccuparci di cambiare la flotta e ora, in tempo di crisi, con le risorse che dovrebbero essere investite a sostegno della disoccupazione ci permettiamo di acquistare F35? Altri velivoli che non funzionano come dimostrato da molti studi? C’è forse qualcuno che guadagna sulle forniture militari e non garantisce la sicurezza ai nostri soldati?
Ecco gli elicotteri che avrebbero componentistica fabbricata in amianto:
Pubblicato da tdy22 in agosto 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/07/elicotteri-allamianto-ecco-la-nostra-difesa/
Bora su Grandi Motori a trieste! 4 indagati per 8 morti da amianto. Casi dal 1971-2000
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/15/bora-su-grandi-motori-a-trieste-4-indagati-per-8-morti-da-amianto-casi-dal-1971-2000/
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