Ha fatto scalpore il video che mostra una ragazzina picchiare una compagna di scuola a Bollate, nel Milanese, mentre la vittima chiede aiuto e attorno a lei, oltre a chi filma, i ragazzi ridono. I compagni di scuola, in tutto questo, si schierano con la “bulla”, come spiega Davide Milosa sul Fatto quotidiano:
“Lorenzo chiacchiera con due amici. Dice: “Io so tutto e le cose non sono andate proprio come è stato scritto. A iniziare con gli insulti anche pesanti è stata Sara”. Si riferisce alla 14enne del Levi picchiata da una coetanea davanti ad almeno venti ragazzi che al posto di intervenire hanno riso, incitato, filmato e messo l’intera sequenza su Facebook. Giovanna, bionda, tuta grigia. E Sara, jeans, giacca marrone”.
Lorenzo ritiene che alla base dell’accaduto ci sia una lite nata tempo prima, come spiega ancora il quotidiano:
“Alla base di tutto c’è un ragazzo: l’ex di Giovanna è l’attuale fidanzato di un’amica di Sara. “Lei non c’entrava niente, eppure si è messa di mezzo”. Insomma, dopo che il caso è finito sul tavolo dei carabinieri di Rho con una denuncia querela nei confronti della ragazzina bionda, le versioni degli studenti, pur condannando la violenza, ribaltano i fatti. E come spesso avviene, il giorno dopo la colpa ricade sulla vittima che ha provocato”.
Sempre stando a quanto riporta ancora il giornalista, il presideinterrompe l’intervista a Lorenzo mentre gli insegnanti tacciono:
“Fuori dal portone, sotto la tettoia che conduce al parcheggio, gli insegnanti scappano. Non parlano. Chi lo fa non dice il nome e nemmeno la materia che insegna. Solo si limita a dire: “I nostri studenti sono rimasti molto colpiti, è un fatto grave, ma certamente isolato”. Parla un po’ di più la preside Rosaria Pulia. “Ci siamo accorti giovedì del video e subito abbiamo chiamato i carabinieri”. E i genitori di Sara che fino a quel momento nulla sapevano. Si punta il dito contro “l’indifferenza” di chi non è intervenuto e contro “la non consapevolezza dell’uso dei social network”.
Ma non è tutto. Altri ragazzi sostengono che la ragazzina picchiata se la sia “cercata”:
“Gli schiaffi – dice un alunno di prima – quella se li è cercati”. Dalle aule ci si sposta davanti al cancellone giallo che separa il parcheggio da via Varalli. Qui i ragazzi parlano a ruota libera e tutti ripetono la stessa cosa. Sandy, origini calabresi, faccia tonda, occhi brillanti, ombrellino rosa sotto la pioggia è stata l’unica a intervenire dopo il primo calcione. “A quel punto stava esagerando”. Va avanti: “Non dico che Sara se l’è cercata, però nei confronti di Giovanna ha usato parole grosse”. Le dà della “troia e puttana”. Le dice: “Domani ti aspetto fuori dalla scuola”.
E non importa la denuncia per il pestaggio: la “bulla” rivendica sul web le sue ragioni:
“Giovanna non cambia idea e dal suo profilo su Ask rilancia: “Se lei non faceva la buffona, non mi insultava, non si intrometteva, tutto ciò non succedeva! Spero abbia capito la lezione!”. Il discusso social network, per molti il vero paradiso dei cyber-bulli, torna così al centro della cronaca”.
Ora si cerca chi ha girato il video e lo ha messo in rete, come si spiega ancora nell’articolo:
“Ora sta cercando chi ha girato il video e lo ha messo in rete”. Perché il vero squallore di questa vicenda sta nell’assistere alla violenza senza intervenire filmando tutto come fosse un gioco”.
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