Le mode nascono oltreoceano ma immancabilmente sbarcano sulla nostra penisola, anche quelle rischiose per la salute. E’ il caso della nuova, pericolosa pratica che sta prendendo piede tra i teenagers e allarma genitori e insegnati. Si tratta dello svenimento indotto e, nonostante sia considerato spesso un gioco, è una pratica pericolosa che può condurre alla morte. Spesso i giovani vi ricorrono per gioco o per evitare la scuola. A parlare del fenomeno è Libero Quotidiano che spiega che lo svenimento indotto
Consiste nell’indurre una sensazione di vertigine iperventilando per alcuni minuti, per poi bloccare il flusso d’ossigeno al cervello premendo sulla carotide. Così si ottiene uno svenimento di qualche secondo: pochi istanti sufficienti a provocare gravi danni al cervello.
Spiega Marianna Baroli:
A Milano, ad avvertire del dilagare del gioco, è stata una circolare inviata dal dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Via Linneo” che ha sottolineato come «la pratica fino ad ora sconosciuta è stata rilevata come comportamento che si sta diffondendo in orario extrascolastico tra i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 16 anni» e ha invitato i genitori a «non sottovalutare la questione parlandone con i propri figli e controllandoli durante le connessioni a Internet ».
E ancora:
Il gesto, visto dai più giovani come una cosa da nulla, comporta invece gravi problemi al proprio organismo e, in alcuni casi, conduce anche alla morte. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove lo svenimento indotto è una pratica molto in voga tra gli adolescenti fin dagli anni Novanta, dal 1995 ad oggi sono stati ben 544 i decessi a causa di questo “gioco”. A lanciare per primo l’allarme, è stato Steve Field, presidente del Royal College of General Practitioners, definendo lo space monkey un fenomeno «preoccupante e molto pericoloso, una pratica che andrebbe evitata a tutti i costi».
Come sempre più spesso accade, è sul web che si apprendono queste nuove mode:
Monitorare immobili la situazione, poi, non basta più. La potenza di internet ha raggirato ogni tipo di controllo. È proprio il web, infatti, il mezzo principale di divulgazione di video che non solo riprendono l’atto dello svenimento (che di solito avviene in gruppo e scatena l’ilarità di chi sta a osservare) ma che spiegano nel minimo dettaglio quali sono i passaggi da effettuare per cadere svenuti senza gravi ripercussioni sul fisico.
Nell’articolo, si spiega anche come se lo provocano:
Il gioco consiste nell’indurre una sensazione di forte vertigine, spesso seguita da svenimento, iperventilando per alcuni minuti, per poi bloccare il flusso di ossigeno al cervello premendo sull’arteria della carotide. Con questa tecnica si può ottenere uno svenimento della durata di 4-8 secondi: pochi istanti sufficienti, però, a provocare danni irrimediabili al cervello. «Ogni tecnica ove si proponga di iperventilare porta necessariamente a scompensi profondi nel metabolismo con ricadute nefaste sulla salute» spiega il dottor Buteyko, che sottolinea come «l’iperventilazione è la vera causa di molte importanti patologie come asma, ipertensione, attacchi di ansia e panico ». In Italia, come in Francia (dove il gioco è noto come jeu du foulard), lo svenimento indotto sta raggiungendo le dimensioni di una piaga sociale. Nello scorso maggio due ragazzini delle medie e una studentessa delle superiori sono stati le vittime di un gruppo di bulli di Thiene, in provincia di Vicenza. I tre sarebbero stati costretti a subire la pratica dello svenimento, fino a perdere coscienza per qualche secondo. A preoccupare, però, non solo l’atto di bullismo, ma la posizione di alcuni amici del trio, che avrebbero preso parte agli atti persecutori, in veste di silenziosi e divertiti spettatori.
E’ il tema più caldo di questi giorni, quello della telefonata tra il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e la famiglia Ligresti, e nella copertina di Ballarò Maurizio Crozza non poteva certo ignorarlo. Ecco allora che, parrucca in testa, esordisce con “Io sono umana. I Ligresti sono amici miei e io li saluto”. Il comico ha ironizzato sul “lato umano” e ha ricordato il “contate pure su di me”, prima di mostrare come sa essere compassionevole la ministra. E dopo uno scambio di battute con Gasparri, ospite in studio, ha parlato di decadenza e delle primarie del Pdl con tanto di rivisitazione de Alla fiera dell’Est.
Sembra proprio che alla Cancellieri 32 anni non siamo bastati per dimenticare quella brutta esperienza. Era il 1981 quando la famiglia Peluso, come racconta Il Fatto Quotidiano, finì al centro di una burrasca giudiziale. Nel carcere di Lodi per qualche giorno ci andò infatti proprio Sebastiano Peluso arrestato nell’ottobre di quello stesso anno per lo “scandalo delle fustelle false”. “Le cronache di allora raccontano che la truffa funzionava così: i medici compiacenti emettevano le ricette e i farmacisti applicavano le “fustelle” false. I talloncini, che teoricamente dovevano essere staccati dalle confezioni dei farmaci, erano invece fabbricati ad hoc da grossisti del falso e poi presentati all’incasso”.
Ancora Il Fatto Quotidiano scrive:
Quando Anna Maria Cancellieri risponde al messaggio inviato via sms il 21 agosto dallo zio di Giulia Maria Ligresti, probabilmente avrà tenuto bene in mente il comportamento del dottor Antonino Ligresti quando a trovarsi in condizione di debolezza era la famiglia Peluso.
Antonino Ligresti era un medico della mutua con studio anche lui in via Val di Sole. Nasce lì l’amicizia tra le due famiglie che abitavano in via Ripamonti, a poca distanza. Anna Maria e Sebastiano Peluso si sposano nel 1966. Due anni dopo nasce Piergiorgio, cinque anni dopo Peluso apre la farmacia a Milano. Nel 1977 i coniugi comprano casa al secondo piano di via Ripamonti 166 e firmano 59 milioni di vecchie lire di cambiali al proprietario, tutte pagate entro il 1982. In quegli anni i Peluso crescono e i Ligresti decollano. Già erano ricchi ma Antonino non guidava ancora un impero della sanità e il costruttore Salvatore non spadroneggiava su giornali, banche e assicurazioni.
Nuccio Peluso, nato in Libia e cresciuto in Sicilia come il medico Nino Ligresti, si vedevano sotto i portici di via Val di Sole e poi andavano a giocare a tennis insieme. Nel 1981 è la famiglia Peluso a essere scossa da un terremotto giudiziario: Sebastiano è arrestato nell’ottobre per lo “scandalo delle fustelle false”. Le cronache di allora raccontano che la truffa funzionava così: i medici compiacenti emettevano le ricette e i farmacisti applicavano le “fustelle” false. I talloncini, che teoricamente dovevano essere staccati dalle confezioni dei farmaci, erano invece fabbricati ad hocda grossisti del falso e poi presentati all’incasso.
Nella retata furono arrestate 23 persone, al processo nel 1983 furono 94 gli imputati. Tra questi c’era anche Sebastiano Peluso che nel 1981 finì in carcere a Lodi. Solo per pochi giorni, poi il pmArmando Perrone e il giudice istruttore Elena Riva Crugnola si resero conto che la sua posizione era marginale. Anche se il pm Perrone nel 1982 iscrisse un’ipoteca giudiziale di 50 milioni di vecchie lire sulla casa di Anna Maria Cancellieri e Sebastiano Peluso per ottenere il pagamento delle spese legali del marito. Il processo penale si concluse nei vari gradi con una progressiva riduzione delle pene, per tutti gli imputati e per Peluso in particolare. “Alla fine in Cassazione fu condannato per un reato ridicolo, mi sembra fosse l’incauto acquisto”, ricorda un farmacista coimputato che è stato difeso dagli stessi legali dello studio Astolfi. Né lo studio né il ministro Cancellieri (contattata tramite il suo portavoce) hanno voluto fornire dettagli.
Bisogna affidarsi ai ricordi di alcuni arrestati, poi condannati con Peluso, che hanno accettato di parlare con Il Fatto. Ricordano bene le riunioni tra imputati nei retrobottega delle farmacie negli anni Ottanta per far fronte al vero rischio del procedimento: la decadenza della licenza da farmacista, con il suo valore. A quegli incontri talvolta si vedeva anche Anna Maria Cancellieri, che accompagnava il marito. Se è difficile ricostruire l’esito penale della posizione di Peluso, è più semplice sul piano amministrativo. Peluso e i suoi colleghi sono riusciti a evitare la decadenza dalla licenza di farmacista grazie a una sentenza del Consiglio di Stato del 2006 che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tar della Lombardia.
I farmacisti erano difesi dal professor Carlo Malinconico (poi ministro tecnico con Monti assieme alla Cancellieri, finito nei guai per le vacanze all’hotel Pellicano, pagate da Piscicelli e per l’inchiesta sul Sistri a Napoli) che riuscì a ottenere l’annullamento di un decreto del presidente della giunta lombarda del 1992 che aveva disposto la “decadenza sanzionatoria” dalla titolarità della farmacia. Secondo il decreto del presidente della Lombardia “tutti (i farmacisti, ndr) hanno acquistato medicinali a più riprese, a prezzi inferiori a quelli praticati dai produttori, con ‘fustelle segnaprezzo’ false”, con “reiterate irregolarità nella conduzione dell’esercizio”. Secondo il Consiglio di Stato però quel provvedimento era basato su una “formula generica” che non distingueva le responsabilità dei singoli farmacisti. Quindi non c’era alcuna ragione per disporre la decadenza della licenza per Peluso come per gli altri. I Ligresti però non hanno atteso il 2006 per assolvere e frequentare i Peluso. E per capire perché un ministro decide di telefonare a due magistrati mettendo a rischio una carriera politica con ambizioni illimitate dal Viminale al Quirinale, bisogna tornare alle sensazioni provate a ruoli invertiti 32 anni fa.
Forti della vittoria ritrovata in campionato nelle ultime tre giornate, la Juve ha un unico obiettivo: battere il Real per rimanere in corsa per la Champions, soprattutto dopo la discussa sconfitta al Bernabeu. E Carlo Ancelotti questo lo sa e si è preparato ad affrontare una sifda allo Juventus Stadium che si presenta infuocata. Antonio Conte per l’occasione torna a sfoderare i recenti acquistia Tevez e Llorente, con Marchisio a completare il tridente. Il modulo è il 4-3-3 composto da Buffon; Caceres, Barzagli, Bonucci, Asamoah; Vidal, Pirlo, Pogba; Marchisio, Llorente, Tevez. Il Real, in formazione 4-3-3, vede in campo Casillas; Sergio Ramos, Varane, Pepe, Marcelo; Khedira, Xabi Alonso, Modric; Bale, Benzema, C. Ronaldo.
La Juve parte subito all’attacco e al 5′ arriva il primo tiro in porta: ci prova Pogba ma la palla finisce lontanissima, fuori di circa due metri. Dopo 4 minuti è il Real ad avanzare con Ronaldo che va via sulla destra e tira da posizione difficilissima. La diagonale esce di poco ma comunque Buffon era sulla traiettoria. Sfiora il gol anche Llorente al 12′ e subito dopo riparte il Real ed è Bale a liberarsi per il tiro ma Buffon blocca. Altri cinque minuti ed è ancora avanti Pogba: cross in area di rigore con l’esterno, deviazione di Pepe che per poco non combina la frittata, si salvano Casillas e la difesa madrilena. Poco dopo ci provano anche Vidal e Pirlo, ma senza esito. Al 28′ ancora un’ottima occasione per i bianconeri: assist di Tevez che serve Marchisio che ci prova di testa ma Casillas devia miracolosamente di piede. Fatica un po’ il Real che comunque riesce ad avvicinarsi all’area dei torinesi al 33′ con Bale che non inquadra lo specchio. Al 35′ primo giallo del match: ammonito Modric per un brutto fallo su Pogba. Tre minuti e sono ancora gli uomini di Conte ad avvicinarsi al gol: tiro pericoloso dalla distanza di Vidal, respinge Casillas sui piedi di Tevez, ma l’argentino cerca un improbabile passaggio in area di rigore. Al 40′ Varane falloso su Pogba in area. Webb concede il rigore e Vidal dal dischetto non sbaglia: 1-0!
Il Real reagisce immediatamente. Al 44′ Ronaldo in area di rigore manda alle stelle il pallone dopo un cross basso di Modric mentre arriva la seconda ammonizione: Pirlo per fallo su Xabi Alonso. Dopo solo un minuto di recupero le squadre tornano agli spogliatoi. La Juve è passata in vantaggio grazie a un rigore, ma il risultato è più che meritato.
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Solo sette minuti nella ripresa e il Real agguanta il pareggio: Caceres sbaglia un retropassaggio, Benzema recupera palla e serve Ronaldo in area che non si lascia sfuggire l’occasione: 1-1!
Non mollano i bianconeri e al 13′ arriva un cross basso di Pogba, Marchisio devia prima sotto porta trovando la parata di Casillas, poi prova il destro al volo ma viene bloccato sulla linea da Varane. Passa in vantaggio il Real al 15′: Ronaldo serve Bale che entra in area di rigore e fulmina Buffon: 1-2!
Ma gli uomini di Conte non si lasciano intimidire: cinque minuti e Caceres fa partire un cross dalla destra, la sfera arriva a Llorente che di testaanticipa Varane e batte Casillas: 2-2!
Al 26′ primo cambio per Ancellotti: esce Xabi Alonso ed entra Illarramendi. Un minuto e cartellino giallo a colpire Bonucci che ha atterrato Ramos al limite dell’area di rigore. Raèide sostituzioni: per il Real escono Bale e Benzema ed entrano Di Maria e Rodríguez. Tra le fila bianconere Tevez cede il posto a Quagliarella che dopo due minuti si presenta già davanti a Casillas che non tentenna e ne ferma la corsa. Poco dopo Giovinco sostituisce Llorente. Dopo tre minuti di recupero, arriva il triplo fischio. La partita è stata di quelle da ricordare, ma non possono certo dirsi soddisfatti del risultato i bianconeri. La Champions si fa sempre più ardua.
Lo stilista Eros Veneziani, famoso in tutto il mondo per il suo omonimo marchio, è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione di via Nazionale a Ceto, in provincia di Brescia. Veneziani aveva 48 anni e stava attraversando un periodo difficile. Insieme ai soci Aldo e Claudia Monchieri gestiva la compagnia ‘Lo sfizio’, con base operativa a Ceto, che esporta in tutto il mondo prodotti made in Italy.
Era il 4 novembre 2008 quando gli americani dissero “Yes, we can”. E Barack Obama divenne il primo presidente nero degli Stati Uniti sconfiggendo il repubblicano John McCain con un vantaggio di 10 milioni di voti. Ieri è stato il quinto anniversario di quelle prime elezioni e una rapida carrellata fotografica è sufficiente per mostrare come la tensione di questi ultimi anni abbia cambiato l’aspetto del presidente.
Questi cinque anni sono stati ricchi di sfide, non tutte vinte. Non è stata mantenuta la promessa di chiudere Guantanamo, sono stati attivati 7.500 droni in grado di uccidere a distanza, si è minacciato un intervento militare in Siria, senza contare lo Shutdown e lo scandalo Datagate. Sono solo alcuni dei temi che non hanno permesso a Obama di trascorrere notti serene. Tutto questo non solo ha intaccato la promessa di trasparenza fatta cinque anni fa, ma ha lasciato segni anche sul suo volto. E se lo scorso novembre, dopo la sua rielezione, la rivista Bloomberg Businessweek ha mostrato un’immagine del presidente artificialmente invecchiata con la scritta: “I prossimi quattro anni”, ora la sua trasformazione non è più una simulazione.
Domenica si è svolta la Maratona di New York e tra le migliaia di partecipanti c’era anche la star di Baywatch Pamela Anderson. A 46 anni, stando a quanto riporta il New York Post, l’attrice ha percorso 26 km in 5 ore e 41 minuti dimostrando che, anche se gli anni delle corse in spiaggia per salvare i bagnanti sono ormai alle spalle, continua a mantenersi in forma. Dopo la corsa, la Anderson ha ringraziato in Twitter il fratello per averle dato supporto correndo con lei. Ma qualche ora dopo ecco che appare in un nuovo scatto: a letto e con borse di ghiaccio sparse sul corpo. Grazie alla maratona, sono stati raccolti 75mila dollari da donare in beneficenza e l’attrice ha commentato: “L’ho fatto per una buona causa e spero di aver ispirato altre persone a partecipare a iniziative simili” aggiungendo: “E’ un bel modo di vedere New York”. Sempre la Anderson ha spiegato che, l’avervi preso parte, è stata una delle cose “più pazze” che abbia mai fatto.
Stava andando in onda la trasmissione Piazza Pulita su La7, ieri sera, con ospiti in studio Aldo Busi e Maria Stella Gelmini quando, mentre si trattava del problema giustizia e del caso Berlusconi, si sono rapidamente innalzati i toni. Lo scrittore non perdona all’ex ministro di aver difeso l’ex premier parlando dell’articolo 3 della Costituzione. La Gelmini dà fuoco alle micce: “…Vuol dire che non ce la caviamo con ‘La legge è uguale per tutti’ perché poi vediamo che non è così”. Busi non approva: “L’articolo 3 è fondamentale, lei non può dire queste cose. E’ condannato con sentenza definitiva? Se ne vada fuori dai cogl***i. Al più presto. Via. Lei non può remare contro la Costituzione”. L’ex ministro rincara: “Lei non ha neanche compreso cosa ho detto” scatenando lo scrittore: “Non le permetto. L’ho già ascoltata abbastanza stasera. Basta”. E quando la Gelmini lo paragona a Sgarbi, Busi va su tutte le furie: “Sono Aldo Busi e ho un pensiero, non guardi me. Pensi a come si è laureata lei”. Gelmini: “A Brescia mi sono laureata con 100 su 110, lavorando”. Di nuovo Busi: “Lei è quella dei neurini nel Gran Sasso! Ministro della Cultura, vada a lavorare che è meglio!”.
Non si sono ancora placate le polemiche per quanto accaduto con Anna Oxa durante la più recente puntata dello show Ballando con le stelle e ora Milly Carlucci, storica conduttrice del programma, che già in precedenza si era scusata con la cantante prestata alla danza per questa trasmissione, è tornata sull’argomento scrivendo sul suo blog, “Il diario di Milly”: “Carissimi amici, innanzitutto grazie per il crescente affetto e per l’attenzione con cui state seguendo anche questa edizione di Ballando con le Stelle. Ho preso atto dei tanti commenti che avete scritto su internet: sul mio blog, su twitter, facebook ecc. E’ stata una puntata appassionante, ricca di contenuti e anche di grandi tensioni. Io per il ruolo che ho di conduttrice e capo progetto del programma ad un certo punto ho sentito il bisogno di scusarmi con Anna Oxa per qualcosa che l’aveva ferita, avvenuta, mi dicono, dietro le quinte. Essendo in diretta non so cosa sia accaduto, ma le voci si rincorrevano, così d’accordo con i miei colleghi autori ho fatto ciò che si conviene ad una padrona di casa, che risponde anche dei comportamenti dei suoi ospiti. In tanti anni di carriera e in 9 edizioni di Ballando con le stelle non ho mai parteggiato per nessuno o meglio ho sempre parteggiato per tutti, cercando di venire incontro alle caratteristiche umane di ognuno. L’unica cosa che deve essere chiara e su cui non si può derogare è il rispetto e l’educazione. Devo dire che rivedendo la trasmissione non mi sembra sia venuta meno. Per quanto riguarda regolamenti e televoto ci sono i funzionari della Rai, i produttori Ballandi e il notaio che vigilano. Gli autori ed io i risultati li veniamo a sapere da loro: persone serie che svolgono con professionalità e rigore il loro lavoro. Tutti i dati comunque verranno inseriti sul sito della Rai a fine trasmissione. Concludo dicendo che ho molto apprezzato la sensibilità di Lea T nello scusarsi a fine trasmissione. Continuate a seguirci con lo stesso entusiasmo e criticateci pure… se lo ritenete opportuno. Le critiche costruttive sono una linfa vitale per noi che facciamo questo bellissimo mestiere. Con affetto. Milly”
Si sottopone a dialisi il 24enne Brian Gaetano Bottigliero, da due anni in attesa del processo d’Appello e condannato a 9 anni in primo grado. Rinchiuso in una cella del Regina Coeli, attende un trapianto di rene per continuare a vivere ma al momento non potrebbe sottoporti all’intervento perchè ha perso 15 chili ed è gravemente debilitato. Ora il padre si pone delle domande: “Quando ho sentito del caso di Giulia Ligresti e dell’intervento presso i Dap che ha risolto la sua detenzione facendole guadagnare gli arresti domiciliari mi sono chiesto: ma allora abbiamo sbagliato tutto? Tutti i nostri ricorsi dovevano andare al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria anziché al giudice competente? Oppure dovevamo rivolgerci anche noi al ministro Cancellieri?”
Già nel 2008 l’Unesco aveva iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità ma ora, a distanza di cinque anni, l’ufficialità è totale: il professor Gianni Puglisi, presidente della sezione italiana dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha infatti consegnato a Mimmo Cuticchio, figlio del puparo Giacomo, fondatore nel 1973 del Teatro dei Pupi di Santa Rosalia e, nel 1977, dell’Associazione figli d’Arte Cuticchio, la targa Unesco. Nel comunicato si legge: “Il riconoscimento dell’Unesco è frutto della passione del medico mecenate, Antonio Pasqualino del Museo internazionale delle marionette che ospita infatti una importante raccolta di pupi, burattini e marionette provenienti da tutto il mondo. Unica nel suo genere, realizzata da Antonio Pasqualino, in collaborazione con la moglie Jeanne Vibaek”.
“E’ semplicemente la realizzazione di un sogno”.Sono state queste le prime parole dello chef Niko Romito, del ristorante ‘Reale’ di Castel di Sangro, nell’Aquilano, al ricevere la terza stella Michelin. Lo chef, non ancora quarantenne, ha proseguito: “Un risultato meraviglioso che ci ripaga delle scelte e del lavoro fatto in questi anni. Voglio condividere questa gioia con mia sorella Cristiana e con la mia instancabile squadra, perchè questa è senza dubbio la vittoria di un gruppo. E per chi ci chiede cosa succederà, rispondo che continuerò lavorare senza perdere di vista i nostri principi, lo studio in cucina, il lavoro sugli ingredienti e sulle materie prime e, soprattutto, senza dimenticare l’importanza della ricerca e dei progetti formativi come la Niko Romito Formazione e Spazio e di cultura gastronomica come Unforketable”. Era il 2000 quando Niko Romito ha iniziato a gestire, assieme alla sorella Cristiana, il ristorante Reale a Rivisondoli. Nel 2007 arriva la prima stella, seguita due anni dopo dalla seconda, conquistando i vertici delle guide gastronomiche italiane. Romito vanta inoltre consulenze e relazioni in importanti convegni a livello internazionali, senza contare la sua partecipazione al libro Semplicità Reale. Due anni fa, il ristorante si è trasferito a Casadonna, un ex convento ristrutturato mentre risale all’anno scorso la fondazione della scuola di alta gastronomia Niko Romito Formazione. Ma ancora non è abbastanza e quest’estate ha aperto i battenti Spazio, un ristorante-laboratorio dove gli studenti possono completare il percorso formativo della scuola. L’ultimo progetto, infine, sono le videoricette di Unforketable. Romito, con la sorella, spiega: “La nostra squadra è composta da ragazzi giovani come noi, che hanno tanta voglia di crescere e sviluppare idee. Ci teniamo ad evidenziare che questo riconoscimento, che ci riempie di orgoglio e ci sprona a fare sempre meglio, per noi rappresenta un punto di partenza e non di arrivo. Sin dall’inizio abbiamo creduto nel nostro territorio, e’ da qui che siamo partiti, e’ qui che abbiamo scelto di restare e sempre da qui che vogliamo continuare il nostro percorso lavorativo”. E lo chef conclude: “Mia sorella Cristiana la squadra del Reale ed io ringraziamo tutte le persone che questi ultimi anni ci sono state vicine, e vogliamo condividere con loro questo grandissimo risultato”.
Ieri il ricovero di quattro persone, padre, madre, figlia e fidanzato, per un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato delle amanita phalloides, con il trasferimento d’urgenza dell’ultimo a Roma a cause dell’insorgenza di serie complicazioni al fegato. Oggi, anche la madre è stata urgentemente trasferita al policlinico Umberto I. L’ufficio stampa dell’ospedale di Città di Castello ha fatto sapere in una nota: “La direzione del presidio ospedaliero Alto Tevere comunica che oggi, alle ore 12, anche la signora intossicata è stata trasferita al Policlinico Umberto I di Roma a seguito dell’innalzamento di alcuni parametri”. E ancora: “Gli altri due pazienti, padre e figlia, evidenziano indici di funzionalità epatica stabili: ma restano sotto osservazione nel reparto di medicina interna dell’ospedale di Città di Castello”.
E’ sempre più misteriosa la morte della 28enne Simona Riso e ora gli investigatori devono colmare un vuoto di due ore, mentre proseguono le audizioni delle persone che frequentavano la ragazza, che lavorava come cameriera in un hotel, per cercare di ricostruire le sue ultime ore di vita. Al momento s’indaga per omicidio volontario con gli inquirenti che vogliono capire se la ragazza avesse attualmente in piedi vicende personali anche se i primi elementi raccolti raccontano di una persona sostanzialmente single ma con una breve relazione chiusa da qualche tempo. Ma importante è anche cercare di colmare il vuoto tra le 4,46 ora in cui la ragazza ha ricevuto la telefonata della madre, e le 6 e 40 quando è stata trovata agonizzate. In tasca, Simona Riso aveva una sim card, che usava alternativamente per i due telefonini e per il tablet. Dall’analisi del traffico telefonico, da quello telematico (la ragazza frequentava delle chat) e da quello legato all’utilizzo del bancomat potrebbero arrivare elementi utili alle indagini. Il giorno precedente la morte, la giovane non aveva lavorato, avendo usufruito del suo giorno di riposo.
Dal mese di novembre del 2014 le navi da crociera non potranno più transitare nella laguna di Venezia. Lo ha deciso Palazzo Chigi. Soddisfatto il sindaco del capoluogo veneto, Giorgio Orsoni: “Per la prima volta il governo è intervenuto concretamente sulla questione delle grandi navi. Basta mega crociere a due passi da San Marco, si imporranno infatti fin da subito limiti ben precisi sulle navi che potranno entrare”.
Torna l’incubo Imu. L’esenzione della seconda rata dell’odiata tassa sulla casa sarebbe a rischio: per il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sarebbe infatti a dir poco arduo reperire i fondi necessari per l’eliminazione totale dell’imposta. Per dire addio alla tassa su abitazioni principali, terreni agricoli e fabbricati rurali servono 2,4 miliardi di euro. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha espresso i suoi dubbi incontrando i cronisti a Londra dopo un vertice con il governatore della Banca d’Inghilterra.
Anonymous, oggi 5 novembre, è sceso in piazza in tutto il mondo contro la sorveglianza globale. Si tratta della “Million Mask March”, marcia organizzata da Wikileaks, Pirate Bay, il movimento Occupy, il Partito Pirata e Anonymous.
Dall’Australia all’Europa, passando per la Malaysia e le Filippine e gli Usa, decine di persone hanno sfilato in piazza con la nota maschera di Guy Fawkes. In Italia, cortei si sono svolti a Roma, Milano, Napoli, Bari, Firenze, Bologna, Venezia, Torino, Aosta, Catania e Palermo.
E’ Dire.it a raccontare la storia di Sourakhata Dioubate, 36 anni tra pochi giorni, nato in Guinea e residente a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, da 13 anni, vittima di un’aggressione razziale. Schieffi e due sprangate, accompagnati da insulti e “l’ordine” di tornarsene a casa sua. Eppure lui in Italia è integrato: sposato con una pedagogista italiana, è padre di due bimbi. Musicista di professione, è anche direttore del festival di Pontremoli “Mama Africa”. Ora, a seguito di una frattura alla mano a causa dell’aggressione, non potrà suonare le sue amate percussioni per alcuni mesi. E’ stato lui stesso a decidere di raccontare l’accaduto alla stampa.
L’episodio risale ad una ventina di giorni fa. Poco prima delle 10 di mattina, il musicista stava rientrando a casa in bicicletta quando è stato investito da un’auto, una Punto, che non si era fermata allo stop. Alla guida un anziano di almeno 70 anni che, anzichè aiutarlo, ha cominciato con gli insulti e poi, visto che Dioubate intendeva aspettare l’arrivo della Polizia municipale, sono partiti gli schiaffi ed infine le sprangate in direzione della testa, inferte con un bastone in metallo con l’impugnatura in legno, lungo quasi mezzo metro, che l’uomo teneva in auto. Tutto si è svolto davanti ad una gelateria e diverse persone hanno assistito alla scena, ma nessuno è intervenuto se non dopo le sprangate. L’anziano a quel punto è ripartito in auto, quasi investendo di nuovo Dioubate, ma è stato identificato e riconosciuto in fotografia.
La vicenda è stata subito segnalata ai carabinieri ma solo oggi ha sporto denuncia. Spiega Valenti, l’avvocato che lo accomapgna, che Dioubate per circa due settimane “è rimasto chiuso in casa per uno stato di prostrazione”. E lui stesso spiega che in famiglia “non sapevo cosa raccontare, ma ai bambini non si può mentire, le cose devono saperle subito”. In quei giorni “ho ricevuto tante chiamate da amici, allievi ed altri artisti ma non rispondevo al telefono”, così come “non volevo uscire di casa e passare davanti a quel bar”. Da quando è in Italia Dioubate non aveva mai subito niente del genere e, dopo l’aggressione, si è trovato a chiedersi “se sto sognando o è una cosa vera”. La decisione di rendere nota la sua esperienza è perchè “Non ho paura, perchè so che la vita è una, non due”. Nel frattempo il suo aggressore è stato identificato come un abitante del luogo o della zona circostante e ora dovrà rispondere delle accuse di lesioni colpose (per l’investimento), lesioni volontarie gravi (per le sprangate), percosse (per gli schiaffi), tentate lesioni gravi (per il successivo investimento scampato), minacce e ingiurie. A gravare su tutto questo, le finalità di discriminazione razziale. L’episodio “nasce all’interno di una cultura che si stenta a credere possa ancora esistere“, ha dichiarato Valenti, sottolineando che l’aggressione è avvenuta “con inaudita ferocia”. Senza contare che la situazione “sarebbe potuta degenerare” ulteriormente. Fortunatamente una delle persone che ha assistito all’episodio ha urlato all’anziano di smetterla mentre un postino di passaggio ha chiesto a Dioubate se volesse chiamare i carabinieri. A quel punto l’aggressore era intenzionato ad allontanarsi. Il musicista si è parato davanti all’auto per bloccargli la fuga ma si è visto costretto a spostarsi per non venire nuovamente investito. “Molte persone ci hanno già assicurato che diranno quello che hanno visto e sentito”, riferisce il legale. Uno dei testimoni, inoltre, ha annotato la targa dell’auto guidata dall’anziano. Vista l’intera dinamica, c’è da chiedersi se anche il primo investimento possa essere stato volontario: “Immaginiamo si tratti di un evento occasionale”, si limita a dire Valenti.
Renato Zero è impegnato in questi giorni nella promozione del suo nuovo album Amo – Capitolo II e per l’occasione ha anche rilasciato una lunga intervista all’Huffington Post in cui parla dell’attuale situazione italiana, trattando anche il tema dell’immigrazione. “Non possiamo continuare ad assorbire l’arrivo di persone da altri paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle: case, lavoro, assistenza. Noi, in quanto italiani, abbiamo tutto il diritto di preservare i nostri figli garantendo loro un’istruzione ed un’assistenza sanitaria adeguate, ma dall’altro lato c’è questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari? Onestamente noi abbiamo da risanare delle situazioni talmente arretrate che non ce la facciamo ad accogliere tutte queste persone”. Crisi, giovani, razzismo, speranza, futuro e mancanza di futuro. Zero, da sempre impegnato a favore dei diritti dei detenuti, risponde anche a domande inerenti il sovraffollamento carcerario: “Anche le carceri hanno cominciato ad affollarsi grazie alla presenza degli stranieri, si parla tanto di persone che vengono da noi che lavorano e che sono oneste e ben integrate, ma ce ne sono tante altre che non hanno percorso la stessa strada”, continua il cantante. “Tutto questo porta ad una situazione, per le condizioni in cui ci troviamo, ingestibile. Stiamo parlando di un paese dove in questi giorni è venuta fuori la notizia di un ospedale in Abruzzo che cade a pezzi perché è stato fatto con il cemento impoverito…queste sono cose gravissime. Se avessi le soluzioni in tasca avrei fatto un altro mestiere nella vita, ma so per certo che questa classe politica deve prendere seriamente coscienza di come siamo messi, deve ricompattare l’Italia perché non ci può essere una sanità di serie A e una di serie B in base alla geografia del paese”.
Ma se difende i diritti dei carcerati, “Tutto questo fa parte della vita, ci sono da considerare gli sbagli che si possono commettere, ed è giusto che si sconti una pena, però non è accettabile che non si prendano provvedimenti per rendere questi spazi più decorosi e vivibili”, mette in discussione l’indulto e l’amnistia: “Credo che bisogna essere abbastanza saggi ed equi per non commettere errori né da una parte né dall’altra: chi deve scontare una pena è giusto che lo faccia, ma se nel corso del tempo mantiene un comportamento tale da meritare una riduzione è giusto concedergliela, del resto si sta lì per recuperarsi, non per essere bollato a vita. D’altra parte, fare di tutta l’erba un fascio non credo che sia corretto, nel senso che quando c’è un dolo vuol dire che c’è qualcuno che piange, che chiede giustizia, quindi svuotare le carceri in modo così indiscriminato non mi sembra la soluzione giusta. Una cosa del genere non rende giustizia neanche a chi sta dentro, nel senso che magari chi è appena uscito dopo aver scontato tutta la pena vede altri detenuti uscire così per decreto, non è corretto e non è un buon insegnamento né per i giovani né per gli uomini in generale. Bisogna guardare caso per caso e applicare riduzioni della pena in base al comportamento dei detenuti, svuotare un carcere per il sovraffollamento non è un modo per risolvere il problema”. Il problema è che in Italia “le amministrazioni azzerano quello che è stato fatto prima e ricominciano da capo, non si è portati a proseguire un lavoro, magari iniziato da altri, per conseguire dei risultati.” E il problema si riflette sulla politica: “non ci si può assumere la responsabilità di governare se non si tiene conto di lasciare, alla fine di un mandato, un percorso coerente che gli altri possano proseguire”. Ma Zero, che non vuole entrare nel merito della questione Cancellieri-Lingresti perchè “se ci sono state delle responsabilità personali verranno accertate, non sta a me dirlo”, parla dei dimenticati: “L’ultimo occupa una posizione che non è certo invidiabile, però chi ha veramente fatto la storia sono sempre gli “ultimi”, quelli che non vengono creduti, che non agganci e spintarelle. Gli ultimi non fanno paura, ma alla fine sono loro che riescono a modificare certi aspetti della società e della vita. Se avessi dato retta ai detrattori che mi apostrofavano come “nullità”, costringendomi ad adottare lo pseudonimo di Zero, non avrei combinato niente, invece ho alimentato con la passione e l’impegno le grandi aspettative che avevo riposto su di me e sul mio rapporto con la musica. Oggi posso dire di aver ricevuto affetto e stima sincera da parte del pubblico italiano, quindi penso che gli ultimi – con grande sorpresa e meraviglia – sono quelli destinati a vincere”.
L’artista passa quindi a sottolineare come non si parli più con i giovani, o lo si faccia in maniera insufficiente, sia a casa che a scuola, e che comunque “la politica deve impegnarsi di più per i giovani, troppi ragazzi non vanno all’università perché pensano che tanto non troveranno lavoro, l’unico pensiero è sopravvivere. Invece è necessario investire di più sulla cultura, non sono solo i soldi che fanno felice la gente, se ci fosse più cultura in Italia si spenderebbe meno in sanità perché le persone sarebbero più appagate e più sane”. Ma parlando di giovani, non si può non pensare alle baby prostitute del Parioli o al ragazzo gay che si è tolto la vita: “Tutto questo è imbarazzante, come ho detto prima questi giovani sono lasciati soli, in tutto: nelle loro scelte, nella loro voglia di avere un’identità, sono diritti che reclami anche a 14 anni. Oggi i ragazzi si pongono delle domande: chi sono? Cosa voglio diventare? Noi li vogliamo belli cresciuti e attivi, appena un figlio si ammala lo si riempie di antibiotici per rimetterlo su in due giorni…forse dico un’eresia, ma prima quando ci si ammalava si stava a casa una settimana e questo ti dava l’opportunità di mantenere acceso il dialogo con i tuoi genitori, di riscoprire la tenerezza o un semplice consiglio. Oggi c’è troppa distanza tra genitori e figli e non c’è dialogo. Ma poi che il razzismo arrivi a lambire fasce così giovani è gravissimo, sono gli stessi ragazzini che feriscono e mostrano cattiveria verso i loro coetanei…ma mi chiedo: da chi la imparano? L’apporto educativo va dato proprio a quell’età, quando sei ancora in tempo per raddrizzare una spina dorsale, altrimenti certi atteggiamenti con il tempo diventano una regola”.
Del resto anche lui, a inizio carriera, ha subito diversi attacchi, “ma venivano da persone adulte, non da ragazzini come me. Poi all’epoca certi comportamenti erano normali perché non c’era l’abitudine a navigare su internet e vedere che il mondo è a colori, si veniva da due guerre e se ti imbattevi in un personaggio come me ti infastidivi perché mentre cercavi di rimettere insieme i cocci c’era chi si divertiva e viveva sereno. Ma in realtà non ero forse così felice, magari i lustrini servivano per fare in modo che la felicità si accorgesse di me. Oggi, dagli anni ’70, molte impalcature sono crollate e l’umanità è andata avanti, eppure si rimettono in moto certe forme di razzismo e violenza gratuita che dovrebbero essere cancellate per sempre. Mancano i buoni esempi e i ragazzi inseguono il “qualunque” brutto e privo di aspirazioni”. Il cantante ha anche una parola per Papa Francesco: “È soprattutto un uomo di fede che incarna l’uomo qualunque, una novità assoluta. Sta smontando tutte le infrastrutture che tengono lontano i fedeli dalla chiesa, il suo è un invito totale e senza condizioni…è una cosa magnifica. Conosce la pazienza, il sacrificio, l’abnegazione: sono tutte doti che in una figura così importante come un pontefice fanno un certo effetto”. Quindi, per concludere, una parola sui suoi due ultimi capitoli discografici, Amo I e II: “La cosa che mi piace di questo lavoro è che se noi cancellassimo il mio nome dalle copertine e ci mettessimo il nome di un emergente sarebbe perfettamente uguale: è un complimento che faccio a me stesso e al mio modo di rimanere adeguato alle esigenze dei giovani. Credo che il pregio di questo lavoro sia proprio una giovinezza ritrovata”.
Katy Perry è in testa alla Billboard chart negli Stati Uniti e trionfa nelle classifiche di mezzo mondo grazie al suo ultimo album Prism ma ora dall’Australia arriva un allarme quantomeno insolito: la versione deluxe del disco, che include un sacchetto di semi per far sbocciare fiori come quelli che attorniano la cantante nella cover, sarebbe infatti pericoloso per la biosicurezza. L’allarme arriva dal dipartimento australiano dell’agricoltura, che ha reso noto di considerare potenzialmente pericolosi per la sicurezza biologica quei semi e questo potrebbe significare bandire dalla distribuzione nazionale la versione deluxe dell’album. Come spiega Optimagazine, “L’idea di inserire semi nella versione più ricca dell’album Prism si è scontrata infatti con le severe norme ambientali che vigono nel Nuovissimo Continente, una rigida serie di regole in materia di piante e vegetali per valutare i rischi dell’introduzione di organismi non originari del paese. Per questo, ha annunciato, il portavoce del dipartimento dell’Agricoltura, nel caso in cui fosse distribuita la versione internazionale dell’album Prism ci saranno dei controlli per sondare il grado di pericolosità dei semi e non si esclude il rischio di una confisca delle copie. Problema che invece non si pone per la versione dell’album prodotta in Australia, che contiene semi provenienti dalla parte occidentale del Paese dunque non pericolosi per l’ambiente.”
Fra i quadri del cosiddetto ”tesoro di Hitler” figurano anche alcune opere sconosciute dei pittori Marc Chagall e Otto Dix. Lo ha riferito Meike Hoffmann, un esperto d’arte che sta collaborando alle indagini sul ritrovamento dei quadri trafugati dai nazisti prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Secondo Hoffmann, il quadro di Chagall ritrae una scena allegorica dipinta a meta’ degli anni venti e ”possiede un alto valore artistico e storico”. Il quadro di Dix e’ invece un autoritratto realizzato nel 1919.
Si sta trasformando in un’Odissea la trasposizione cinematografica della trilogia erotica 50 sfumature di grigio di E L James. Prima la scelta dei protagonisti avversata dai fan della saga, poi Charlie Hunnam, che avrebbe dovuto prestare il volto a Christian Grey, sostituito da Jamie Dornan e ora un nuovo cambio. Questa volta riguarda la sceneggiatura, che l’autrice dei libri ha definito “troppo soft” con “il personaggio di Christian che non viene valorizzato a sufficienza”. A mettere mano allo script di Kelly Marcel sarà Mark Bomback, noto per aver scritto Die Hard – Vivere o morire e Total Recall – Atto di forza. A lui è richiesta più intraprendenza nella caratterizzazione dei personaggi e più scene piccanti, le stesse che hanno reso i libri dei bestseller mondiali. Confermata invece la regista, Sam Taylor Johnson. E proprio lei si è recata recentemente a Milano, sperando di poter conoscere l’imprenditore Alessandro Proto, che si dice sia fonte d’ispirazione per la figura di Mr Grey. Come ricorda l’Huffington Post, “Secondo le tante indiscrezioni girate in questo periodo, la scrittrice sarebbe infatti rimasta affascinata e conquistata da Proto quattro anni fa quando venne in Italia per firmare un’inchiesta giornalistica sulla compravendita di alcune ville nel nostro paese da parte di alcuni vip americani. Tuttavia l’imprenditore, appena condannato a tre anni e dieci mesi per la manipolazione del mercato sui titoli RCS e Tod’s, ha più volte negato la vicinanza col protagonista di “Cinquanta sfumature di grigio”. Anche se i punti di contatto fra i due sembrano esserci tutti: dall’estrema eleganza nell’abbigliamento alla fama di incallito playboy, passando per l’età, la sfrenata ambizione, le attività nella finanza e un cinismo senza pari.” Al riguardo, in un’intervista rilasciata a Il Mattino, l’imprenditore ha detto: “Ho sentito questa voce, e sono rimasto abbastanza sorpreso dal rimbalzo mediatico che ha avuto, ma non credo di essere davvero io!”, ha affermato l’imprenditore. “Conosco tante persone che hanno letto il libro e mi hanno fatto una descrizione piuttosto accurata del personaggio. Motivo in più per credere che E.L. James non abbia preso spunto da me. Però alcune similitudini in effetti ci sono. Ad esempio, anche io come Christian Grey guidavo una R8 quando l’ho accompagnata a vedere la casa…”
Urlare, gridare e alzare la voce per dire basta allo scempi dei bambini che ogni giorno salgono su un ring e diventano protagonisti della Muay Thai, la boxe thailandese i cui rituali e amuleti sono saldamente legati alla cultura e alla storia del paese. I lottatori bambini della Thailandia sono stati fotografati, nella nella serie “Die Kampfkinder”, dalla fotografa tedesca Sandra Hoyn ha documentato lo stress fisico e mentale cui sono sottoposti i baby lottatori.
Harry Styles, Niall Horan, Liam Payne, Zayn Malik e Louis Tomlinson, gli idoli delle ragazzine di tutto il mondo, hanno presentato il loro nuovo video, con il quale ripropongono alle fans momenti del loro passato. Gli One Direction, con il nuovo singolo “Story of my life”, riproducono infatti, a distanza di vari anni, alcuni scatti della loro infanzia. Al mix di pasato e futuro hanno preso parte anche i familiari delle giovani star e le foto di famiglia sono autentiche: uno sguardo agli 1D prima che fosse gli 1D insomma. Unico rammarico, il video ha ottenuto un buon successo in rete ma non tanto da battere il record di “Wrecking ball” di Miley Cyrus: tanto romanticismo non può molto contro gli scandali dell’ex divetta Disney.
I tombini sono sicuramente utili, ma anche decisamente brutti. Così per arricchire l’arredo urbano e attirare l’attenzione di turisti e cittadini, Changsha, città della centrale provincia cinese di Hunan, si trasforma nella capitale del 3D e fa diventare artistico questo anti estetico elemento indispensabile per la città. In occasione della Shuguang 798 Urban Experience Gallery, in città sono stati esposti, nelle ultime settimane, oltre 50 disegni, tutti in 3 dimensioni. L’iniziativa sembra molto apprezzata da residenti e visitatori. Soprattutto dai più piccini, a bocca aperta di fronte a Spiderman intento a fuggire dalle fognature e agli Angry Birds del noto videogame…
Poteva trasformarsi in tragedia lo schianto aereo nei cieli del Wisconsin, a 4mila metri d’altezza, che ha visti coinvolti due cessna: uno ha perso l’ala, l’altro esplode, i paracadutisti vengono scaraventati a terra ma solo una delle persone a bordo risulta ferita: il pilota dell’aereo che si è incendiato, feritosi durante il lancio d’emergenza dal velivolo. E’ stata la telecamera del casco del paracadutista Amy Olson a riprendere tutta la scena.
Al momento dell’impatto tra i due aerei, uno skydiver viene spinto contro la coda di aereo, un altro si aggrappa al velivolo prima di cadere nel vuoto. E mentre uno dei due Cessna perde un’ala e precipita, l’altro si trasforma in una palla di fuoco a causa dell’esplosione. L’altro velivolo riesce invece a toccar terra normalmente, grazie alla perizia del pilota. Al momento sono in corso indagini per spiegare il motivo della collisione. I passeggeri, nove in totale, erano tutti paracadutisti esperti. Ispettori della Faa (Agenzia del dipartimento dei trasporti Usa) hanno iniziato a esaminare i resti del Cessna precipitato al suolo.
Johanna Quass ha 86 anni eppure, aiutata forse da una predisposizione fisica fuori dal normale, riesce a volteggiare come una giovanissima campionessa d’atletica. L’incredibile vecchietta volteggia e fa capriole da fare invidia a una ventenne. La «nonna attrezzo», com’è stata soprannominata in Germania, è diventata ora anche una star del web. In occasione del «Turnier der Meister», il campionato mondiale di ginnastica ritmica che ogni anno si tiene a Cottbus, nel Brandeburgo, ha raccolto un interminabile scroscio di applausi. Il suo consiglio per una lunga vita? «Praticare sport nella comunità». Perché «motiva più che fare soltanto sport». I suoi attrezzi sportivi preferiti, confida la 86enne, sono le parallele e la panca. Ma si diverte anche sul trampolino elastico o facendo aroha – un moderno programma di fitness che combina elementi di Kung-Fu, Tai Chi e Haka. Quest’ultima è la danza tipica del popolo Maori.
La mortalità invernale delle api californiane è una realtà nota, ma se negli ultimi sette anni era incrementata passando dal 10 al 30%, nella stagione 2013 è stato registrato un balzo che l’ha portata a un preoccupante 50%. In California le api impollinano i mandorli e l’inspiegabile moria ha mandato alle stelle i prezzi del loro frutto e ora si teme che il prezzo delle migliaia di prodotti di largo consumo confezionati con le mandorle possa subire la stessa sorte. Al momento sono i ricercatori delle università locali a studiare il fenomeno. L’attenzione è posta sull’uso di pesticidi dannosi a livelle neurologico per questi insetti, ma c’è anche chi accusa lo “stress” delle arnie trasportate lungo lo stato americano con lo scopo d’impollinare i fiori degli alberi. Chi ne guadagna sono gli apicoltori. Come spiega Repubblica: “per ‘fecondare’ tutti i fiori di mandorlo dello stato del West (307mila ettari di piante che garantiscono l’80% del prodotto a livello mondiale) servono 2 milioni di api. Cinquecentomila arrivano direttamente da San Francisco e dintorni, un altro milione e mezzo viene trasferito da tutti gli states con camion e pick-up in una migrazione biblica attorno a febbraio, quando iniziano a spuntare le prime gemme.” E’ invece il Financial Times a spiegare come il prezzo di nolleggio di una singola arnia sia triplicato in appena una decina d’anni. Di conseguenza, tutta la filiera della mandorla ne risente, soprattutto considerato il boom dei prodotti naturali negli Stati Uniti ma anche l’aumento dei consumi in Cina. Tutti fattori che contribuiscono a far aumentare tanto la domanda che il prezzo. In Europa un chilo di materia prima costa oggi oltre sette euro, il massimo dal 2005 e il 31% in più di un anno fa.
Riciclare le lattine di alimenti e bibite? Perché non farle invece diventare arte? Una mostra interattiva dove chiunque viene invitato a portare la propria lattina per poi vederla comporre, insieme a molte altre, una faccia di un personaggio, un movimento o anche un comics. Contribuire all’arte e ripulire il pianeta, il tutto con premi “morali” agli artisti che producono le opere più originali e donazione delle componenti delle opere – lattine che l’organizzazione chiede vengano portate “di alta qualità, non deperibili” ad organizzazioni non profit che le distribuiscono ai bisognosi della città. A New York è in corso la 21ma edizione locale, ma il progetto Canstruction si dipana attraverso l’intero Nordamerica, Canada incluso.
Che il calcio regali sempre nuove emozioni è noto, ma anche i colpi di scena non mancano. A quanto pare, alcuni avvengono anche prima del fischio d’inizio, come c’insegna l’Argentina. Proprio qui, prima del match che ha visto fronteggiarsi San Lorenzo e Boca Juniors, poi vinto dai cuervos grazie a una rete di Correa, il capitano Pablo Alvarado è stato ammonito appena messo piede in campo, prima che venisse sferrato il primo calcio. L’arbitro che ha fatto discutere è l’integerrimo German Delfino, che il regolamento lo prende alla lettera. Stando a quello argentino, i bambini non possono entrare sul rettangolo verde insieme alle squadre. Ma domenica i giocatori del club di Boedo, quartiere di Buenos Aires, si sono fatti accompagnare da alcuni piccoli tifosi, rimasti in campo il tempo necessario per scattare alcune foto. Il tempo del sorteggio per decretare chi dovesse battere il calcio d’inizio e Delfino ha estratto il cartellino giallo per Alvarado, capitano del San Lorenzo. Le proteste si sono subito levate dalla panchina dei cuervos e anche i commentatori sono rimasti interdetti da una simile decisione arbitrale, che non è stata rivista.
E’ un meraviglioso viaggio nel surreale quello in cui ci guida l’artista romeno Ionut Caras grazie alle sue composizioni fotografiche. I frammenti di storie che racconta li ottiene grazie a un sapiente uso di photoshop, che gli permette di combinare tra le fotografie che lui stesso scatta, creando così un puzzle in cui assembla personaggi, contesti e paesaggi. Caras gioca con effetti, luci e giustapposizioni creando una realtà parallela, resa possibile grazie alla manipolazione delle sue immagini. Quello che ottiene è un mondo razionalmente impossibile ma visivamente verosimile.
Un missile ha colpito l’ambasciata della Santa Sede a Damasco, la nunziatura vaticana è sita nel quartiere centrale di Malki, non lontano dalla piazza degli Omayyadi. Fortunatamente in quel momento l’ala dell’edificio era vuota e non ci sono feriti. Lo riferiscono varie fonti locali. «Qui è pieno di pietre e calcinacci. Un muro è crollato ma per fortuna stiamo tutti bene» così hanno riferito fonti contattate dall’agenzia missionaria MISNA alla nunziatura di Damasco. «Verso le sette meno un quarto abbiamo sentito un boato assordante, poi l’impatto. Fortissimo», racconta ancora l’interlocutore, aggiungendo che il Nunzio apostolico Mario Zenari è corso subito a vedere cosa fosse accaduto. «Abbiamo pregato e ringraziato Dio perché l’esplosione ha provocato solo danni materiali, senza causare vittime».
Suonavano a Belluno, la scorsa domenica, i componenti dei Pooh, in scena con l’Opera Seconda in tour e Roby Facchinetti raccontava un aneddoto risalente ai primi anni ’70: “Voi non lo sapete ma abbiamo rischiato di incendiare il vostro bel teatro c’era una vasca dietro le quinte contenente lanciafiamme e polvere da sparo, materiale per gli effetti speciali dello spettacolo. Il tutto si è acceso prima che il sipario si alzasse”. Poco dopo, al Teatro Comunale termina il primo tempo e, mentre il sipario nasconde alla vista chitarre e tastiere di Dodi Battaglia, Roby Facchinetti, Red Canzian e la Ensemble Symphony Orchestra, si riaccendono le luci. E arriva l’incidente: un uomo viene colpito da qualcosa e i vigili del fuoco scoprono “il colpevole”: una lampadina del rosone centrale è scoppiata nel momento dell’accensione e le schegge sono cadute in sala. La lesione è lieve e lo spettatore, accompagnato al Pronto Soccorso, dopo venti minuti è di nuovo al suo posto, pronto a seguire il resto del concerto. Nel frattempo la squadra di vigilanza controlla il lampadario e rassicura i presenti. Ha speigato il caposquadra dei vigili del fuoco: “Abbiamo controllato l’integrità e la stabilità del rosone, tutto è a posto, si è trattato probabilmente di una lampadina vecchia o difettata”.
Si sono resi indispensabili 120 interventi dei vigili del fuoco la scorsa notte, a partire dalle 23, a Roma e provincia a causa di una violenta tempesta. Il vento e la pioggia hanno fatto cadere alberi e cartelloni non solo nella Capitale ma anche nelle zone limitrofe, concentrando la loro violenza in particolare ai Castelli e nel litorale sud. Le zone più colpite dai disagi sono quelle di Anzio, Nettuno e Tor San Lorenzo mentre a Marino si è aperta una voragine di 20 metri in strada. Anche il nord della Ciociaria ha dovuto fare i conti con il maltempo. A Fiuggi alcune auto in sosta all’interno di un condominio sono state travolte da alcuni pini che si sono abbattuti su di esse. Disagi anche nel vicino parco naturale della Selva un grosso albero è finito sulla strada lungo la Palianense a Paliano. Interventi dei vigili del fuoco si sono resi indispensabili anche a Ceccano, Anagni, Pignataro Interamna, Castro dei Volsci e Sgurgola. I disagi si sono riflettuti anche sulla circolazione ferroviaria, con Ferrovie dello Stato che ha comunicato: “Circolazione sospesa dalle 7.20 alle 9.10 per la caduta di un albero sulla linea di alimentazione elettrica, fra Lanuvio e Velletri, sulla linea FL4, causata dal maltempo che ha interessato la zona. La mobilità è stata garantita da un servizio con autobus sostitutivi fra Lanuvio e Velletri. Gli effetti: limitazioni di percorso per 4 regionali e ritardi fino 15 minuti per 3 convogli. La circolazione sta gradualmente tornando alla normalità”.
Ancora una sparatoria in America, questa volta in New Jersey dove in un centro commerciale di Paramus, nei pressi di New York, un uomo ha aperto il fuoco spararsi diversi colpi d’arma da fuoco. Sono stati i negozianti del Westfield Garden State Plaza Mall, dopo aver udito degli spari, ad allertare la polizia intorno alle 21 ora locale.
Il responsabile della sparatoria, che stando a quanto riportano i media sarebbe un 20enne, Richard Shoop, vestito di nero, con un casco da motociclista e armato di fucile, avrebbe sparato alle telecamere di sicurezza. In seguito è stata la Cnn a trasmettere le immagini dell’esterno del centro commerciale, sorvegliato da numerosi agenti.
Un rappresentante delle autorità locali ha precisato che “Sono stati sentiti diversi spari ma crediamo che a sparare sia stata solo una persona”. Il panico è serpeggiato immediatamente tra i venditori e i clienti del Mall. Lo sparatore è stato individuato ed è scattata la caccia all’uomo.
Litigavano spesso, almeno secondo i vicini, il trentunenne Pietro Battiato e la madre, la 59enne Angela Zappalà, cartomante e veggente. Proprio l’attività della donna, svolta in casa, sarebbe stata una delle cause di tali litigi di cui l’ennesimo, questa mattina, si è trasformato in tragedia. Al culmine di una violenta lite nella loro abitazione di Fiumefreddo, nel Catanese, poco prima delle 5 di questa mattina il figlio ha sgozzato la donna con un coltello da cucina. Resosi conto di aver ucciso la madre, ha quindi chiamato il 113 limitandosi a dire “Venite, ho ucciso mia madre” e, nell’attesa dei carabinieri ai quali era stata mistata la chiamata, ha tentato di suicidarsi con una coltellata all’addome e attualmente si trova ricoverato in ospedale in gravissime condizioni dov’è piantonato, è infatti in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario.
E’ polemica per la classe “1.a A sperimentale” della suola media Besta di Bologna, sezione che raccoglie solo ragazzi stranieri, tra gli 11 e i 15 anni, giunti in Italia attraverso ricongiungimenti familiari e che non parlano la nostra lingua. Sono stati gli stessi genitori del Consiglio d’istituto a denunciare la scelta operata dal preside, Roberto Panzacchi, di mettere in atto questa divisione tra italiani e non. Il preside, dal canto suo, ha risposto alle critiche spiegando che la classe “non è un ghetto ma è stata istituita per integrare”, ma i genitori non sono d’accordo in quanto riscontrano, in una simile scelta, problemi tanto di carattere pratico che didattico: gli studenti avranno infatti come unico riferimento italiano l’insegnante, escludendo di fatto la possibilità di progredire nell’apprendimento dell’italiano attraverso “un’educazione tra pari”. Non solo, la classe è stata creata in modo da essere un “passaggio”: gli alunni potranno essere spostati in altre sezioni, con l’avanzare dell’anno scolastico e l’apprendimento dell’italiano e, contemporaneamente, nuovi alunni potranno essere inseriti. La mancanza di una composizione fissa, inoltre, non permetterà di creare un gruppo di riferimento.
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