Spazi urbani abbandonati? A Parigi potrebbero avere una seconda vita

stazione-riconvertita-tuttacronacaUndici stazioni fantasma dimenticate lungo la rete della metropolitana di Parigi. Cosa fare di questi spazi costruiti e poi chiusi per mancanza di utenti, abbandonati o mai entrati in servizio? A donare loro una seconda vita è la candidata di Centrodestra a sindaco di Parigi, Nathalie Kosciusko-Morizet, che ha presentato un progetto per il recupero degli spazi urbani abbandonati. Le stazioni abbandonate diventeranno luoghi conviviali: caffè, ristoranti, teatri e piscine. Se sarà eletta nelle prossime elezioni municipali di marzo, la neo sindaco valuterà le proposte di riqualificazione raccolte attraverso la rete. In questa galleria, i primi progetti selezionati da Kosciusko-Morizet.

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Battiato shock: “Probabilmente si avvicina la fine, meglio cogliere il giorno”

franco_battiato_tuttacronacaE’ il Mattino che mette in evidenza come Franco Battiato, nonostante i suoi 68 anni, non smetta un attimo di gettarsi in nuovi progetti, in una girandola di impegni che non lasciano tregua all’artista. Solo per citarne alcuni, attualmente è in tour con “Diwan, l’essenza del reale”, dedicato alla poesia araba sviluppatasi in Sicilia intorno all’anno Mille; è appena stato a Roma per presentare “Del suo veloce volo”, album live diviso con Antony e la Filarmonica Toscanini; sempre nella Capitale ha visitato il Centro Sperimentale di Cinematografia per parlare di “Creatività e le sue possibili declinazioni”, venerdì sarà al Torino Film Festival per l’anteprima di “Temporary road”, un documentario su di lui di Giuseppe Pollicelli e Mario Tani. E non bisogna pensare si limiti all’Italia: sabato partirà per Katmandù sulle tracce di uomini straordinari per le ultime riprese di “Attraversando il Bardo”, suo docufilm sul tema della morte nelle diverse tradizioni spirituali. Approfittando della sua presenza a Napoli Federico Vacalebre, l’ha intervistato per Il Mattino e a lui Battiato ha spiegato anche che dovrebbe ” trovare il tempo per scrivere una canzone per Alice, le hanno chiesto di tornare a Sanremo: nel caso la prendano io stavolta non la accompagnerò, ma un pezzo glielo darei volentieri, se riuscissi a scriverlo”.

Come mai tanta carne a cuore, Franco?
«Probabilmente si avvicina la fine, meglio cogliere il giorno, il progetto».

Di morte, e reincarnazione, parlerà in «Attraversando il Bardo».
«Sono così contento di farlo… È l’argomento rimosso dei nostri tempi, eppure la morte non è fine, non è inizio, ma passaggio: dopo fai i conti con quel che hai fatto. O la paghi, o la godi o resti inutile. Ho parlato con saggi d’Oriente e d’Occidente, asceti, psicologi. Ho sentito un frate che crede nella reincarnazione, ma anche il mio amico Manlio Sgalambro, ateo solo per restare fedele alla sua filosofia. Ho già girato in Sicilia tra scenari poco conosciuti. E ora mi aspettano tre Lama nel monastero di Parphing: i buddhisti tibetani sono quelli che hanno l’idea più chiara su cosa succede agli uomini subito dopo la morte».

Il docufilm ha una genesi produttiva particolare.
«Il committente è un operaio siciliano, vicino alla pensione, una persona semplice ma con una testa che viaggia veloce. Ha messo 50 mila euro in questo progetto, stiamo stretti, ma ce la faremo».

«Del suo veloce volo» è la cronaca fedele dell’emozionante concerto del 2 settembre all’Arena di Verona.
«Con Antony ci siamo conosciuti piano piano, abbiamo iniziato una timida collaborazione culminata in quella notte in cui abbiamo diviso onori e oneri e duettato le sue ”You are my sister” e ”Frankenstein”, già tradotta su ”Fleurs 2” in ”Del suo veloce volo”, e ”As tears go by” dei Rolling Stones: quando lui canta la strofa non esegue nemmeno una nota dell’originale, poi si unisce perfettamente a me nel ritornello. È un fenomeno, ha una voce straordinaria».

Quella sera c’era anche Alice, con cui invece collabora da una vita.
«Ricordo ancora quel discografico che mi disse che se ”Il vento caldo dell’estate” avesse funzionato lui avrebbe cambiato mestiere. Quando arrivò prima in hit parade lo chiamai, era ancora al suo posto. Nel cd con Alice facciamo ”I treni di Tozeur” e ”La realtà non esiste”».

Che è di Claudio Rocchi, il cantautore di «Il volo», per decenni anima italiana degli Hare Krishna, scomparso negl giugno scorso: con lui divise la Milano ribelle degli anni Settanta. Che cosa resta di quella stagione?
«Niente, oggi la quantità vince sulla qualità, siamo circondati da un 99% di cose inutili. Claudio è stato un amico e un artista, ma quella canzone vale a prescindere, è rimasta intatta, nel suo continuo modulare accordi diversi come in una sequenza naturale».

Nonostante la natura inedita di «Diwan», l’altra sera il pubblico napoletano ha applaudito il viaggio nella Sicilia dei poeti arabi messo in scena con le voci di Sakina Al Azami, Etta Scollo e Nabil Salameh, applaudendo particolarmente «Fogh in Nakhal», la «’O sole mio» persiana.
È vero. E quando, nei bis, per ”Voglio vederti danzare” si è ammassato a ballare sotto il palco ho capito che eravamo rovinati. Mi ha praticamente imposto di intonare, quasi a cappella, ”Era de maggio”. Per fortuna che ho ricordato i versi».

Finiamo con la politica?
«Se proprio dobbiamo, ma conosco fini migliori».

Tra i cantautori va di moda dire che non voteranno alle primarie del Pd.
«Per quel che mi riguarda cerco di inserirmi tra i 30 milioni di italiani che non votano, e non solo alle primarie. L’esperienza da assessore mi ha deluso, ma resto convinto che con più coraggio in Sicilia sarebbe stato possibile compiere una rivoluzione».

La vicenda della decadenza di Berlusconi?
«Quando assisti a vicende come la sua ascesa al potere ti rendi conto che siamo nella mani della follia. E tutto è possibile perché siamo un popolo di individualisti».

Il Pd della Bindi: basta liti pensiamo ai progetti

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Rompe il silenzio Rosy Bindi dopo che l’elezione alla guida dell’Antimafia, aveva scaturito una marea di polemiche soprattutto nel Pdl. Ma poi, calato il sipario, la Bindi si concentra ora, sui problemi dell’esecutivo e sul congresso dei democrat. L’elezione del segretario è una tappa interna alla vita del partito, mentre il Governo Letta è in lotta per la sopravvivenza ogni giorno. Alla Stampa la Bindi ha dichiarato:

Prima, in verità, il Pd dovrebbe dire ai propri elettori che il Congresso che ha avviato non è né una farsa né un concentrato di irregolarità, non le pare?

«E infatti non è così: noi non meritiamo di essere raccontati come una caricatura. Stanno votando centinaia di migliaia di iscritti, i casi inquietanti in realtà sono cinque (Cosenza, Asti, Frosinone, Lecce e Rovigo) e un aumento delle iscrizioni – dopo il calo dell’anno scorso – è in parte fisiologico, considerata la stagione congressuale».

Tutto a posto, dunque?

«Non dico questo, ma nessuno dei casi in questione è riconducibile all’elezione del segretario nazionale. E comunque, bloccare il tesseramento è stato giusto: così si impedisce che, dentro o fuori il Pd, si possa dire che si sta inficiando il Congresso».

Inficiando forse no, ma sporcarlo – così da depotenziare la possibile vittoria di Renzi – forse sì. Lei pensa che qualcuno stia praticando un giochetto simile?

«Lo escludo totalmente. Le dico, anzi, che i risultati che maturano nei circoli ci fanno pensare a un Congresso vero e competitivo. Ora, però, il problema è far decollare il confronto tra i candidati – sui programmi, sul ruolo del Pd, sulla natura del partito – perchè se c’è una cosa che non possiamo permetterci è un calo di partecipazione alle primarie».

Ma un calo è dato per scontato…

«Non ci si può rassegnare a questo. Abbiamo un mese per discutere del partito e del Paese che vogliamo. Bisogna che i candidati animino un dibattito serio sul futuro, perchè sono mesi che siamo appiattiti sulle vicende di Berlusconi e sull’instabilità della stabilità del governo. Per quanto mi riguarda, farò la mia parte».

Ma se ha deciso addirittura di non schierarsi con nessuno dei candidati in campo!

«Però andrò a votare, e il documento che abbiamo proposto al dibattito del partito mi pare meriti attenzione. In quel documento diciamo che il Pd sostiene il governo ma non si identifica in esso; che la stabilità è un valore solo se produce risultati, riforme e azioni utili al Paese; e che non siamo disposti a sacrificare l’assetto bipolare del sistema politico italiano sull’altare della stabilità. Insisto: se non si affrontano i problemi, non è un governo di servizio ma un governo di durata… Insomma, ci sono molte cose da definire. Pensi a questa vicenda del Pse…».

Lei intende le critiche di Fioroni – e non solo – per l’affermazione di Epifani circa il fatto che «il Pd ha le sue radici nel Pse»?

«L’esperienza del Pd non si identifica con quella del Pse. Noi siamo – certo – nella metà del campo progressista, ma con l’intento di superare le tradizionali famiglie politiche europee. Non dobbiamo ridurre le nostre ambizioni e il nostro progetto. Ci sono tante forze progressiste nel mondo – dagli Stati Uniti al Giappone – che non si identificano nel socialismo. Dunque, ospitiamo pure il Congresso Pse a Roma: ma con la forza di chi sente di poter chiedere a quella famiglia politica di cambiare nome e orizzonte».

Per tornare al Congresso: crede che vincerà Renzi e che dopo – come molti profetizzano – ci saranno elezioni anticipate?

«Penso che questa ipotesi, in questo momento, non convenga a nessuno. Credo che Renzi abbia bisogno di tempo per stabilire un rapporto più stretto con il suo partito, e che se questo riesce anche lui ne trarrà maggior forza. Quanto alle primarie, sì: immagino vincerà lui. Ma nei congressi locali c’è una situazione quasi di parità con Cuperlo, il che vuol dire che ci sono ampi margini per una discussione vera. Per altro, il voto che stanno esprimendo i circoli ci dice che questo non è “il Pd di Renzi” e che Renzi non lo ha ancora né conquistato né convinto sulla base di un progetto che – per quanto mi riguarda – trovo ancora generico e non condivisibile soprattutto sulle politiche economiche e sociali».

Lei dice «il Pd di Renzi» così come una volta si diceva l’Ulivo di Prodi… Che effetto le ha fatto apprendere che il Professore non voterà alle primarie?

«Non mi ha meravigliato. E se vuole che gliela dica tutta, credo che dopo la vicenda dei 101 “franchi tiratori” Romano sia autorizzato a fare qualunque scelta. Provo una grande amarezza, naturalmente: ma anche per il fatto che su quell’inaccettabile episodio non vi sia stata un’analisi seria, un’autocritica ed un’assunzione di responsabilità».

Un’ultima cosa: sulla Commissione Antimafia. È sempre ai ferri corti con il Pdl?

«Mercoledì riuniremo l’ufficio di presidenza. Aspetto ancora la nomina del capogruppo del Popolo della Libertà in commissione e poiché molto tempo è passato, sento di dover rivolgere loro un appello: di fronte alla magistratura ed alle forze dell’ordine che continuano la loro lotta alla mafia, di fronte all’impegno di “Libera” e delle altre associazioni, dei parenti delle vittime e di operatori economici che non si arrendono, la politica non può restare indietro e mostrarsi inadempiente. È una responsabilità che dobbiamo sentire tutti, ed è per questo che attendo fiduciosa».

Quando è diagnosticabile l’autismo sui bambini?

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A che età è possibile diagnosticare disturbi dello spettro autistico ? Gli ultimi studi tenterebbero di raggiungere una prima diagnosi già a 12 o 18 mesi.

La seconda domanda da porsi è perché parlare di spettro autistico e non autismo? Perché sono ricomprese una vasta gamma di manifestazioni, dalle forme più gravi di autismo, in cui gli individui possono essere privi di linguaggio, socialmente isolati, gravati da comportamenti stereotipati e con profonda disabilità intellettuale, alle forme più leggere in cui gli individui manifestano problemi nella comunicazione e interazione sociale, mostrano scarsa flessibilità o interessi ristretti, ma hanno capacità intellettive e di linguaggio nella norma. In questo caso sono autosufficienti per quanto riguarda le attività pratiche della vita quotidiana, ma il deficit dell’interazione sociale condiziona pesantemente l’inserimento nel lavoro, nella famiglia e in qualsiasi tipo di attività sociale. Si calcola che un bambino su 88 ne sia affetto e nella maggior parte dei casi è dimostrabile una causa genetica.

Proprio per questo sono partiti infatti due progetti di ricerca avviati all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste proprio per cercare di verificare prima la presenza del disturbo e quindi intervenire immediatamente.  Il primo dei due progetti incentrerà la ricerca su uno sullo screening e diagnosi molto precoce dei disturbi dello spettro autistico per mettere in evidenza fra i 12-18 mesi la presenza di segnali di rischio; il secondo, invece, servirà a mettere a punto ed implementare un protocollo diagnostico terapeutico condiviso ed integrato per la diagnosi e presa in carico precoce dei bambini, con una scala di valutazione basata sull’osservazione di alcuni comportamenti del bambino.

La tenda per le catastrofi la progetta Ikea.

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Reinventarsi una casa dopo la catastrofe non è facile. A dare una mano ci pensa Ikea, con Ikea Foundation,  la fondazione dedicata ai progetti di aiuto e di assistenza fondata dalla nota catena di megastore dell’arredamento, che ha progettato un nuovo tipo di tenda per i profughi. Ogni anno, milioni persone nel mondo perdono la propria abitazione a causa di calamità naturali o di guerre e così possono trovare sollievo attraverso la tenda componibile,  costituita da pannelli rigidi e pannelli solari sul tetto per generare elettricità. La struttura costa di più delle normali tende, ma ha una durata maggiore, rendendo quindi il costo competitivo rispetto ad esse: attualmente, le tende sono già in uso in Libano e in Iraq. L’ennesimo business o un aiuto concreto?

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I tifosi del Napoli sognano: Ibrahimovic atteso in città?

Ibrahimovic-napoli-tuttacronacaL’Internacional ha accettato l’offerta di 21 mln più tre di bonus: è praticamente fatta quindi per l’arrivo del Brasiliano Leandro Damiao sulla panchina del Napoli. Ma per il reparto avanzato, ora che De Laurentiis ha in tasca i soldi della vendita di Cavani, nonostante si continui a parlare di Higuain e Osvaldo, il grande sogno è Ibrahimovic. Il suo agente Mino Raiola è in Francia: chissà se per negoziare la partenza dello svedese e delle voci incontrollate danno addirittura il giocatore in città per lunedì. La questione aperta resta per il portiere: la trattativa per Julio Cesar è in stallo a causa dell’alto ingaggio e con l’Arsenal interessato, in Inghilterra rimbalza la voce che il club partenopeo si sarebbe fiondato su Pepe Reina, l’estremo difensore spagnolo del Liverpool e pupillo di Rafa Benitez, che ha lo stesso agente. Per di più il portiere è in uscita dal Liverpool, dopo che i Reds hanno acquistato il belga Mignolet dal Sunderland con un investimento da 9 milioni di sterline. Lo spagnolo però vuole giocare titolare, soprattutto considerato che si tratta della stagione che conduce al Mondiale brasiliano. Il Napoli sembra voglia aspettare ancora per Julio Cesar, il preferito, ma se la situazione non si sblocca, si andrà dritto su Reina, anche per dare il via libera a De Sanctis, già d’accordo con la Roma.

Su chi punta i riflettori Mazzarri?

mazzarri-inter-calciomercato-tuttacronacaInter al lavoro per rinforzare maggiormente il centrocampo, in attesa di ufficializzare l’arrivo di Isla. Al momento la situazione è in fase di stallo e con al centro Kuzmanovic: piace abbastanza a Mazzarri ma è destinato a lasciare la Pinetina, probabilmente in direzione West Ham. Due sono quindi le piste possibili per Branca che guarda verso il milanista Nocerino da una parte e al giallorossi Alessandro Florenzi dall’altra. E’ proprio il nome di quest’ultimo che gira nelle ultime ore anche se sembra più un sogno di mercato difficile da praticare che non una vera trattariva. Ma questo non significa non possa essere fatto un tentativo: l’Inter busserà quindi alla Roma per chiedere la disponibilità alla cessione dopo aver incassato i 5,5 milioni di euro per Kuzmanovic. Forse è però più praticabile la strada che conduce al centrocampista Antonio Nocerino il cui agente ha confermato la volontà del giocatore di “giocare e non ripetere l’ultimo anno al Milan”: una trattativa sull’altra sponda del Naviglio potrebbe essere imbastita rapidamente. Luca Marrone sembra, al contrario, un’impresa particolarmente difficile vista la richiesta di 10 milioni fatta dal club juventino.

Raul Albiol ha superato le visite mediche: virtualmente è già del Napoli

albiol-napoli-tuttacronaca

Il mercato del Napoli è sotto stretta sorveglianza e vari sono i nomi che si fanno, ma ora una certezza c’è. E’ CalcioNapoliWeb.it a darne la notizia: Raul Albiol è un nuovo giocatore del Napoli dopo che la società ha pagato 8 milioni di euro più bonus.  Questa mattina lo spagnolo 27enne si trovava a Roma, a Villa Stuart, dove ha superato le visite mediche. A questo punto, manca solo il comunicato ufficiale mentre la presentazione è prevista per questo fine settimana.

De Laurentiis scatenato: dopo la cessione di Cavani, pronto agli acquisti

De-Laurentis-mercato-tuttacronacaE’ forte dei milioni entrati in cassa con la vendita di Cavani al Psg De Laurentiis e ora bisogna trovarne il degno sostituto. Benitez sogna Torres, ma il Chelsea non ha intenzione di svendere lo spagnolo e ancora non hanno digerito che il Matador non abbia rinfornato le loro schiere. Sono quindi tre i nomi sul taccuino di Bigon: Osvaldo, Džeko e Damião. Il Manchester City in fatti punta forte su Ibrahimović e Jovetić con 60 milioni pronti da investire. Se saltassero le trattative, sono pronte le alternative: Rondón e Negredo. Džeko sembra non essere più nei piani tecnici del City e, nel Napoli, potrebbe fungere da boa per gli inserimenti di Hamsik ed Insigne. Per quel che riguarda Osvaldo, ormai è fuori dalla rosa della Roma e Manchester City e Zenit hanno solo tentato dei sondaggi, mentre il Napoli avrebbe già offerto 15 milioni, di fronte però ai 20 richiesti dai giallorossi, che potrebbero però abbassare le pretese. Ma i sogni dei tifosi azzurri potrebbero essere alimentati anche da Leandro Damião, ma l’Internacional ha richiesto 25 milioni e De Laurentiis non sembra intenzionato ad arrivare a tanto. Il ds del club brasiliano ha dichiarato: “Non c’è nessuna novità, il Napoli non ha presentato alcuna offerta dopo che la prima proposta arrivata è stata rifiutata. Ora non abbiamo più la possibilità di cedere il giocatore perché abbiamo tempi ristretti per ingaggiare un altro attaccante”. Ma le frasi di Cesar de Moura sono di circostanza e potrebbero mirare ad accelerare la trattativa. L’ottimismo di De Laurentiis per la nuova stagione è debordante e le sue prime sensazioni sul nuovo Napoli sono “Positive perché c’è armonia e non c’è rigidità, sembra un ritiro tra amici. Ci sono i giovani della Primavera, i vecchi e i nuovi innesti: vedere che tutti sono collaborativi, anche se qualcuno non farà parte della nuova rosa perché dovremo essere 25 e ci saranno altri innesti dal mercato, è importante. Sono tutti impegnati in una preparazione godibile. Avere un professore come Benitez è un’esperienza bella per tutti”.

Buenos Aires High Performance, i vincitori

Annunciati i vincitori delconcorso internazionale di progettazione per studenti Buenos Aires High Performance.

I partecipanti si sono cimentati con la progettazione di un edificio dedicato al gioco del football e ai ragazzi argentini, da sempre appassionati di sport e soprattutto dediti al calcio e desiderosi di entrare nella leggenda di questa disciplina, sperando di eguagliare il talento di Maradona o di Lionel Messi. L’idea di un complesso sportivo per le nuove promesse nasce dall’esigenza reale di dotare la città di Buenos Aires di un luogo che permetta di coltivare i nuovi talenti, evitando che questi siano costretti ad emigrare per potenziare le loro capacità sportive.

Il nuovo edificio, il BAAR – Buenos Aires Alto Rendimiento viene immaginato come qualcosa in più del semplice centro sportivo, al suo interno i ragazzi devono trascorrere gran parte del loro tempo. Il centro viene pensato come la nuova casa dei futuri calciatori, un luogo dove vivere, studiare, allenarsi e condividere esperienze con altri giovani. La collocazione del nuovo complesso viene individuata nel Parco Julio A. Roca nella zona meridionale della capitale argentina.

Al primo posto

SSL – Lauro Vicente, Santiago Paez, Lucia Sanguiñedo, Sebastian Gimenez
Università FARQ – Udelar

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La giuria ha voluto premiare la sensibilità con cui il progetto si relaziona con il contesto urbano, attraverso volumi bassi e trasparenti, chiari e di completamento della preesistenza. L’edificio si inserisce come un elemento chiave di transizione nel tessuto urbano, generando un passaggio graduale tra l’agglomerato urbano e l’area metropolitana. L’edificio si presenta come un riferimento che, per la sua particolare condizione, si trasforma in un’icona sociale, risaltando l’importanza delle funzioni che la circondano e diventando elemento chiave per lo sviluppo della zona.

Al secondo posto

GARADA – Gabriel Muñoz Moreno, Daniel Fernández Prada, Rafael Garcia-Monge Pozo, Eduardo Garrido Rodriguez, Ricardo Casas de la Cuesta
Università: Escuela Politécnica Superior San Pablo C.E.U

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Si premia il valore paesaggistico del progetto che genera una sorta di “tappeto topografico”. L’edificio principale sparisce, generando gradini e percorsi necessari per l’utilizzo del campo di calcio. Stretta la rispondenza del progetto con il programma del concorso e buona la relazione con il parco esistente.

Al terzo posto

GRUPODOS – Sofia Zunino Silva, Yanina Pauer Hernández, Martin Gómez Diaz, Mauricio Núñez Olivera
Università: Udelar

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Il progetto si configura come una transizione ottima tra la città diffusa e l’edificio. Conserva la memoria dell’attuale parco senza snaturarlo e genera un’inclinazione per dar vita alle gradonate dello stadio, che diventano parte e continuazione del paesaggio. A sua volta, questa inclinazione nasconde le funzioni dell’edificio, creando una facciata urbana che si confronta con la città e con la sezione stradale.

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