Sequestrati 445 hl di Brunello, i locali erano privi di riconoscimenti igienico sanitari

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Due persone denunciate e 445 ettolitri di vino sfuso sequestrati in una nota azienda di Montalcino a Siena dove la forestale e i Nas hanno riscontrato, in uno degli stabilimenti enologici a Castelnuovo dell’Abate, la mancanza del riconoscimento igienico sanitario. Il Consorzio del Brunello ha immediatamente comunicato: “E’ un fulmine a ciel sereno ma l’illecito è amministrativo e non riferibile in alcun modo al vino”.

 

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Discarica a cielo aperto a ridosso del Parco Nazionale del Vesuvio: esalazioni tossiche

napoli_parco_vesuvio-tuttacronacaA San Giuseppe Vesuviano, nel Parco Nazionale del Vesuvio, il Corpo forestale dello Stato ha scoperto una vasta area, oltre 2.500 metri quadri, utilizzata per lo stoccaggio di rifiuti che emanano esalazioni velenose. Il corpo Forestale riferisce che: “La discarica a cielo aperto in località Vasca di Pianillo, a ridosso dell’area protetta è stata individuata proprio a causa delle forti emissioni tossiche sprigionate dai rifiuti accumulati nel corso del tempo”. E ancora: “Queste esalazioni non solo mettono in pericolo l’habitat delle specie animali e vegetali del Parco Nazionale del Vesuvio, ma possono causare gravissimi danni alla salute dei cittadini”. Le indagini, che sono tuttora in corso, erano scattate a seguito dell’emergenza dei roghi dei rifiuti tossici in Campania e del grave impatto ambientale che questi hanno sull’intera collettività. Preosegue ancora la Forestale: “A San Giuseppe Vesuviano la situazione è ancora più grave in quanto si tratta di un sito di stoccaggio non ancora bonificato”. Come riporta Repubblica, l’operazione odierna rientra tra quelle effettuate dalla Forestale per la tutela ambientale del Parco Nazionale del Vesuvio, per “rendere più vivibile una zona che per anni è stata gravemente danneggiata”. L’intervento è stato condotto dal personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di San Sebastiano al Vesuvio del Corpo forestale dello Stato con l’ausilio dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania (Arpac) e “ha lo scopo di risalire ai responsabili dello scempio ambientale, al motivo della mancata bonifica di tale sito e soprattutto ha l’obiettivo di mettere in atto le necessarie misure per la messa in sicurezza dell’intera area per salvaguardare l’ambiente e la salubrità dell’aria” conclude il Corpo Forestale dello Stato.

Sequestrati ortaggi pronti alla vendita nella Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-ortaggi-tuttacronacaBlitz degli agenti del corpo forestale dello Stato di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, oggi a Caivano, nel Napoletano, durante il quale sono stati sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. L’operazione ha interessato 430mila metri quadrati di campagna tra la famigerata zona Sammereto e quella di Pascarola, al centro dell’area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici, la cosiddetta Terra dei fuochi. Dalle analisi sui campioni prelevati dai pozzi, è emersa la presenza di sostanze considerate altamente tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è scattato nell’ambito di una indagine coordinata dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, ed è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo Forestale del comando provinciale di Napoli. Grazie alle analisi effettuate, è stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione della soglia di contaminazione delle acquee sotterranee in relazione a diverse sostanze: triclorometano, arsenico e solfati. Il reato per il quale si procede è quello di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione: sulla maggior parte dei terreni sequestrati c’erano coltivazioni di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o in atto; la restante parte era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinata all’alimentazione umana. Con il sequestro di oggi sale a 600mila metri quadrati il totale dei campi coltivati sequestrati a Caivano.

Una stagione senza funghi? Appassionati ed esperti confidano nella pioggia

porcini-finferli-raccolta-tuttacronacaMauro Delgrosso, fungaiolo, ha spiegato che, se prima era agosto il mese per la raccolta dei funghi, ora si parla di settembre inoltrato. E questo riapre un po’ le speranze per gli appassionati che attendono con ansia l’arrivo della pioggia per poi inerpicarsi in cerca di porcini e finferli (noti scientificamente come boletus edulis e delcantharellys cibarius). Ma il timore di un’annata senza funghi c’è, come hanno spiegato al Corriere della Sera gli esperti. Per fare un bilancio della stagione bisognerà però attendere le prossime tre settimane e ci si baserà su temperature, piogge e umidità. Unico nemico sicuro è il vento ma, visto che nel week-end sono previste piogge, c’è già chi prepara gli scarponi. E’ Pierluigi Fedele, micologo e dirigente della Forestale a Parma, a spiegare che c’è poi una sorta di “area di indeterminatezza”.

In sostanza: anche se ci sono tutte le condizioni per una buona stagione non è affatto detto che il risultato corrisponda alle aspettative. E viceversa. “In qualche misura i funghi sono organismi misteriosi” spiega lui stesso. “Pensi che per anni non sapevano se attribuirli al mondo vegetale e animale. Alla fine hanno dovuto creare un regno a sé”». Il regno dei funghi, appunto. Né animali, né piante. Che ci sono oggi e magari scompaiono domani. Che non si trovano su un versante della montagna ma sono abbondanti sull’altro. “Quest’anno abbiamo avuto un giugno e un luglio con temperature abbastanza basse e questo può aver influito in alcune zone sulla scarsa produzione di agosto” ipotizza Fedele. “Ma la nascita dei funghi deriva dalla somma di tantissimi elementi, alcuni molto mutevoli. La stagione vera deve ancora cominciare e fare previsioni è sempre un azzardo”.

Bergamasco invaso dai serpenti?

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Cosa succede nel Bergamasco? Sicuramente qualcosa di strano se per la sesta volta da ottobre gli abitanti in provincia di Bergamo si trovano faccia a faccia con pitoni o boa. Cinque giorni fa era successo a una signora di Seriate che aveva trovato un boa constrictor sul terrazzo di casa, ora è toccato a una donna di Bonate Sopra che nella lavanderia di casa di è trovata faccia a faccia con un pitone reale. La signora è stata costretta a chiamare in aiuto due amiche e con la pala il grosso serpente è stato messo in una scatola e poi consegnato ai Vigili del Fuoco. La Forestale sospetta che questi animali siano stati acquistati da piccoli, per fare un regalo ai figli, e poi l’animale cresce e l’estate arriva e questi elementi sono spesso alla base dell’abbandono del rettile. In fondo siamo tutti pronti a commuoverci di fronte a un cagnolino o a un gattino abbandonato, ma chi adotterebbe un pitone o un boa costrictor adulto?

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