Alla fine è arrivato anche il sì di Silvio Berlusconi: l’Italicum riceve il via libera ma solo per l’elezione della Camera. Per quel che riguarda il Senato, eventualmente si voterebbe con la legge elettorale uscita dalla sentenza della Corte Costituzionale. Il che significa che, fino a quando non ci sarà la riforma di Palazzo Madama, esisterebbero due sistemi di voto distinti per le due camere. E di conseguenza le urne si allontanano. Il presidente di Forza Italia, in una nota scrive: “Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione, nell’interesse del paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell’assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l’efficacia alla sola Camera dei deputati, accettando lo spirito dell’emendamento 2.3”. Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria nazionale del Pd, ha detto: “Positivo che abbiamo trovato l’accordo sulla legge elettorale, segno che il cammino delle riforme può proseguire”. E ancora: “Siamo determinati a portare avanti questa battaglia per il cambiamento. È un’occasione che non possiamo permetterci di perdere per il bene del paese”. Il presidente del Consiglio, da Tunisi, ha assicurato che non si voterà più per il Senato. “Credo che sia importante che ci sia un vincitore certo, e questo è garantito dall’ Italicum”, ha detto in conferenza stampa. “Il fatto che il Senato abbia o meno una propria legge elettorale è secondario, perchè il Senato verrà abolito”.
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Non si voterà più per il Senato: arriva il sì di Berlusconi alla legge elettorale
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Si guarda nella stessa direzione per l’Italicum… tra 12 mesi?
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe avanzato, tramite Verdini e Gianni Letta, un’offerta a Silvio Berluscuni: ok l’Italicum ma con un emendamento che ne posticiperebbe l’entrata in vigore di 12 mesi. Secondo fonti di Palazzo Grazioli, quindi, si sarebbe infine raggiunta l’intesa con Forza Italia: via libera di massima all’Italicum, anche se resterebbero forti criticità per i vertici azzurri sulle nuove modifiche. Questo, dunque, il risultato del vertice convocato nella sua residenza romana da Silvio Berlusconi. In un primo momento la proposta di Renzi non era stata gradita da Berlusconi, tanto che Toti, suo consigliere politico, aveva detto ieri: “Noi stiamo ai fatti e ai patti: Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo. A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell’accordo siglato da Berlusconi e Renzi”. A quel punto, l’ex premier ha riunito il suo stato maggiore e, stando a quanto riferito, Verdini starebbe cercando di arrivare a una mediazione che ‘salvi’ la tela dell’accordo che lui stesso ha tessuto. Scrive Repubblica: Una delle ipotesi allo studio è che Forza Italia accetti la clausola dei 12 mesi a patto che il testo dell’Italicum non subisca ulteriori modifiche, e cioè che venga votato nella formulazione approdata in aula.
Per le 16 è convocato il ‘comitato dei nove’ che ha il compito di esaminare i nuovi emendamenti all’Italicum presentati ieri. Successivamente il provvedimento dovrebbe essere esaminato dall’aula ma non sono esclusi slittamenti ai prossimi giorni.
Stamani, intanto, Renzi aveva dato il via alla giornata diffondendo ottimismo sulla legge elettorale. Su Twitter il presidente del Consiglio aveva risposto alle domande – formulate in una chiave cinematografica dettata dal trionfo italiano agli Oscar – del direttore di Vanity Fair, Luca Dini. Il quesito chiave: Forza Italia frena sulla riforma del Senato vincolata alla legge elettorale: “Io ti salverò o Irreversible?”, aveva chiesto il direttore di Vanity Fair ponendo come opzioni di risposta i titoli delle due celebri pellicole. “Irreversible”, era stata la risposta del premier che poi aveva sottolineato: “Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione” per il Paese.
Alla domanda se il rapporto tra Alfano e Berlusconi fosse paragonabile al film “Quasi amici” o a “12 anni schiavo”, il premier aveva replicato: “Questa è cattiva, direttore. Diciamo quasi amici dai. Stesso giochino sulla difficile situazione del bilancio di Roma. Cosa descrive meglio la situazione: “Prendi i soldi e scappa” o “Roma città aperta”?, aveva chiesto ancora il giornalista. “Roma città aperta – era stata la risposta – nel senso di trasparenza e responsabilità in questa città così straordinaria”.
Da Nuovo centrodestra, tuttavia, sempre stamani era giunto l’avvertimento di Gaetano Quagliariello: una replica a Luigi Zanda che di fatto è suonato come un monito indiretto a Renzi: “Non vi è dubbio che per fare le riforme si debba andare oltre la maggioranza. Ma non è possibile per fare le riforme creare un’altra maggioranza contro la propria maggioranza”.
La replica era arrivata da Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd: “L’accordo che abbiamo realizzato queste settimane è un accordo il cui impianto è ancora valido, necessita di alcuni aggiustamenti” tra cui “ci possono essere anche particolari interventi che tengono insieme il processo di riforma costituzionale con la riforma della legge elettorale”. Certo è “che gli aggiustamenti possono essere fatti” soltanto “con l’accordo di tutti i contratenti compresa Forza Italia”.
L’operazione appare dunque complicata. Sul tavolo, inoltre, restano sempre due emendamenti che risultano indigesti a Forza Italia: il lodo Lauricella, che prevede il collegamento diretto tra l’entrata in vigore della riforma e la cancellazione del Senato. E la proposta del deputato Pd Alfredo D’Attorre che punta a togliere il Senato dalla legge elettorale (con la conseguenza, in caso di un voto anticipato, di un ritorno alle urne con sistemi elettorali differenti).
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Che fine ha fatto l’accordo sull’Italicum?
Proseguono le trattative sulla legge elettorale ma un punto sembra chiaro: non c’è più l’accordo sull’Italicum inteso come quello che era stato siglato tra Renzi e Berlusconi prima delle dimissioni di Enrico Letta. Proprio per questo motivo il neo premier ha preferito rinviare la riunione, prevista per la serata di lunedì, del gruppo Pd: non ha molto da dire. Vuole però offrire un’infusione di ottimismo: “Siamo alla stretta finale, l’accordo è vicino. Ma bisogna superare varie difficoltà”. Si avvicina il momento della discussione in aula, ma le difficoltà non sono di quelle d’immediata soluzione. Spiega l’Huffington Post:
Il problema – e non è un dettaglio – è che le difficoltà, alla vigilia della discussione in Aula, non sono banali. E l’accordo è affidato ai più classici consigli che porta la notte. E allora conviene provare a fissare qualche punto fisso nel labirinto per ricostruire il complesso negoziato. Ad esempio partire da quando, nel corso di una serie di telefonate dirette tra Renzi e Verdini, si capisce che con la formazione del governo tutto è cambiato. Il plenipotenziario di Berlusconi si dice disposto ad aggiustamenti piccoli perché, come ama dire, i numeri sono “birichini” e tutto dipende da come “li incolonni”, ma questo è il massimo del gioco possibile. Bene dunque a ragionare di algoritmi, per risolvere quelle criticità che il professor D’Alimonte ha illustrato al Corriere. Epperò Forza Italia non può accettare né il famoso emendamento Lauricella, né l’emendamento D’Attorre, ovvero: applicare l’Italicum solo per la Camera dei deputati, ma non per il Senato, dove resterebbe in vigore il Consultellum (la legge uscita dalla Consulta).
Per evitare l’emicrania diciamola semplice: sia l’uno che l’altro rappresentano dei deterrenti rispetto alla prospettiva del voto anticipato e legano la legge elettorale alle riforme istituzionali. Detto ancora più direttamente: si vota nel 2018 quando Silvio Berlusconi avrà 81 primavere. Si capisce allora il no, senza se e senza ma di Verdini. E pure il malumore del Cavaliere, in costante contatto telefonico da Arcore affiancato da Giovanni Toti. Insomma, spiega con Renato Brunetta, col Lauricella o affini “salta tutto”. Legge elettorale e riforme devono andare “parallelamente”.
Il problema è che Renzi, critico col Lauricella ai tempi in cui al governo c’era Letta, stavolta cerca una mediazione. Riforme e legge elettorale vanno collegate. Un azzurro di rango spiega: “Renzi ha fatto la politica dei due forni. Prima ha fatto l’accordo con noi sulla legge elettorale, poi con Alfano sul governo dando garanzie sui tempi lunghi. Ora si è incartato”. Il sospetto del Cavaliere però è che il tempo sia foriero di brutte sorprese. E cioè che l’Italicum o si approva adesso o non si approva più: “Il vero obiettivo di Alfano e sinistra Pd – prosegue l’azzurro di rango – è prima prendere tempo, poi cambiare l’Italicum. A quel punto Renzi è incastrato”.
È un sospetto che alberga anche nei pensieri del premier. Il quale sta cercando una mediazione, una sorta di “lodo Renzi. Una mediazione che consenta di non rompere con Forza Italia e, al tempo stesso, di non far saltare il governo. Tra la l’Italicum subito e l’emendamento Lauricella, l’idea è fissare un tempo “determinato” per le riforme. Un Lauricella a tempo, in sostanza: riforme istituzionali e legge elettorale vanno legate ma va fissato un tempo per non arrivare al 2108. Un anno, due. Una qualunque scadenze. Alfano all’inizio ha detto di no. La trattativa è lunga…
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2014
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La Mogherini e il suo “piano” per riportare in Italia i Marò
FedericaMogherini ha le idee chiare sui Marò e qualche giorno fa scriveva sul suo blog, che ora è chiuso, che era una ”vicenda complessa” con una “lunga sequenza di errori compiuti nel passato sui quali sarà utile fare piena chiarezza dopo che il caso si sarà concluso”.
Dall’altro ha sostenuto che la possibilità di una soluzione positiva ”è reale, purché attorno alla strategia dell’Italia ci sia il massimo dell’unità nazionale”. Inoltre la Mogherini sosteneva che l’unità nazionale va mostrata:
“attorno ai rinnovati sforzi del governo e dell’inviato speciale Staffan De Mistura, evitando ogni forma di polemica, strumentalizzazione, protagonismo di singoli partiti o esponenti politici.
“È questa l’unica strada percorribile per dare più forza alla nostra posizione, a quella dei nostri due Marò e al percorso di internazionalizzazione della vicenda che si sta con successo costruendo. La possibilità che il caso trovi una soluzione positiva è reale, e dipende anche dalla capacità della politica italiana di mostrare maturità e responsabilità. Noi ci auguriamo che, almeno su questo, tutti siano in grado di capirlo e fare la propria parte”.
Proprio in questi minuti si sta tenendo un vertice a Palazzo Chigi sul caso dei marò italiani trattenuti in India. La riunione è stata convocata dalpresidente del Consiglio Matteo Renzi. Secondo quanto si è appreso, al vertice partecipano tra gli altri i ministri degli Esteri e della Difesa, Federica Mogherini e Roberta Pinotti, e l’inviato italiano Staffan De Mistura.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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I nostri 7 giorni: pulizie in casa Italia
Una settimana di grandi pulizie in casa Italia, dove davvero sembra che tutto debba essere riordinato dal nuovo governo che arriva e poi è sempre tutto da ripulire appena un governo cade. Passaggio di testimone gelido, con campanella che ha suonato a lutto, tra Letta e Renzi che si sono avvicendati nella Premiership di questo Paese che ormai sembra essere l’ombra indipendente di uomini politici che cercano invece una luce mediatica. Si è deciso anche di dare un colpo di spugna agli Esteri, ma i marò restano in India. Per L’istruzione però sono in vista molte rivoluzioni, altro che pulizia e già si parla di colpire le pensioni per rimettere in sesto la scuola pubblica, lotta generazionale? Su questo nodo le proposte son tante, da Delrio che minaccia la tassa sui Bot a Renzi che preme l’acceleratore per andare a colpire coloro che dovrebbero godere solo i frutti di un meritato riposo. Ci si dovrà armare di stracci e detersivi anche a Sanremo, dove il flop non è mancato e neppure le polemiche. Per fortuna che poi cala il sipario con Mengoni che omaggia Tenco, così come si spegne anche la fiamma olimpica e rimane l’amarezza per quell’Italia che non ha certo brillato.
Pulizie ne hanno fatte i ladri a casa di Cicciolina ripulendo il suo archivio di video hard, facendo scattare la denuncia. Coloro che ancora non sono denunciati, ma rischiano di esserlo a breve sono i giovani che hanno rapito il futuro sposo per portarlo all’addio al celibato. Ma se il rapimento è falso sembra invece che Balotelli, la scorsa notte, sia incappato in una rissa vera. Un fotografo insistente e Supermario che perde le staffe… salvo poi smentire e far piazza pulita! Un po’ come Alfano, che in questa confusione politica, non si accorge di usare lo slogan di Sel: #lastradagiusta. Chi invece la strada sembrerebbe averla persa sono i due giocatori scomparsi oggi a Roma, speriamo che facciano attenzione ai passi falsi. Basta poco a volte per esagerare e sollevare polemiche, lo sa bene il Trio della Gialappa’s al centro della bufera dopo i commenti feroci su Rocco Hunt e la Terra dei Fuochi. Di carne al fuoco questa settimana non ne è mancata e come al solito noi di Tuttacronaca vi abbiamo raccontato frammenti di vita che si susseguono velocemente, tra ribaltoni della politica e gossip sportivo, tra il totoministri e l’attesa di Renzi chiuso per ore nello studio del Presidente della Repubblica, tra chi arriva e chi va, tra la voglia di tornare e la voglia di scappare… ma non dimenticatevi un Escape!
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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Renzi visto da Salvini…
Da ieri la Lega ha iniziato la sua opposizione al governo Renzi e soprattutto spinge sul tema dell’Europa e sull’uscita dall’euro in vista delle prossime Europee. Oggi Salvini, segretario federale della Lega Nord, torna ad attaccare il neopremier Matteo Renzi accusandolo di twittare troppo e poi aggiunge ” ma gli italiani non vivono su Facebook”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Mezz’ora con Delrio e…. tremano i pensionati con i Bot!
Tassare i Bot, cioè quei soldi che i cittadini prestano allo Stato per avere dei rendimenti e che ora invece saranno tassati. Non è meglio quindi prendere titoli di stato stranieri se il Paese in cui viviamo aumenta la tassazione sul prestito che gli facciamo? Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio dichiara:
«Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo».
Insomma i cittadini italiani non sono tutti uguali, chi ha risparmiato per una vita e ha investito in Bot sostenendo il proprio Paese ora viene considerato un ricco speculatore a cui aumentare le tasse? Ma il problema non sono i 20 o 30 euro, è il concetto alla base del ragionamento… E Naturalmente questa è solo la punta dell’iceberg… poi arriva l’Imu! Delrio anche qui ha le idee chiare «Io sono contrario personalmente a cambiare le regole ogni sei mesi, ma non decido io. L’Imu è stata una tassazione molto criticata ma a regime avrà una sua dignità. Manderemo milioni di dichiarazioni precompilate sulle tasse locali».
Poi c’è la patrimoniale? «Non la faremo – dice Delrio -. L’Imu fu una patrimoniale a tutti gli effetti, il governo Monti la introdusse perche Paese aveva bisogno di sistemare i conti». E i dipendenti statali: «Il tema non è tagliare la P.a., ma renderla più efficiente e amica. C’è moltissimo efficientamento da fare. Non credo che in questo momento questo Paese si possa permettere di licenziare». Così a In mezz’ora Graziano Delrio, che immagina «percorsi di conversione da un lavoro inutile a un lavoro utile».
L’Italicum è stato congelato come aveva chiesto Alfano? «No, non è congelato – dice Delrio -. Io ero presente alle consultazioni, ho sentito tutti i colloqui, dal partito più grande al più piccolo, ed a tutti è stata detta la stessa cosa; bisogna approvare la legge elettorale alla Camera» poi sulle tante polemiche scoppiate in questi giorni Delrio afferma «È giusto che giornali e corpi intermedi mantengano un atteggiamento di distanza dal governo che è assolutamente sano. Noi dobbiamo dimostrare con i fatti di essere all’altezza»e poi aggiunge «Se faremo male è giusto che ci critichino. Ma non siamo interessati da alleanze strutturali per sostenere il governo. Se faremo bene al Paese convinceremo gli industriali».
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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La rivoluzione scolastica taglierà le pensioni? Scontro generazionale
Lo si sapeva, ma ci si aspettava che la guerra generazionale fosse condotta dopo una attenta riflessione, invece il governo Renzi asfalta immediatamente i pensionati e mira dritto a scardinare i diritti acquisiti come gli scatti di anzianità dei professori. “Basta scatti” questa sarà la nuova bayyaglia che già dalle prime ore della sua investitura a ministro dell’Istruzione Stefania Giannini vuole portare avanti. Si punterà sul merito… ma come sarà rilevato questo merito? Si passerà a calcolare le attività extrascolastiche? Quindi una lezione preparata con attenzione che segue il programma ministeriale passerà in subordine a una visita al museo dove i ragazzi possono correre felici nel parco? Oppure si darà rilievo ai professori che usano la tecnologia nelle scuole all’avanguardia, mentre in periferia i professori non hanno i gessi per scrivere alla lavagna? Interrogativi che non sono nuovi, ma tornano di attualità anche alla luce delle parole della neoministro che in attesa della fiducia nei due rami del Parlamento già sentenzia”Un Paese che spende 265 miliardi in pensioni e solo 54 miliardi per scuola e ricerca – dice il neo ministro, segretaria di Scelta Civica – deve porsi qualche interrogativo”. “Gli automatismi sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato – dice Stefania Giannini -. Ma ovviamente sto parlando in modo generale, prescindendo da eventuali misure che ancora non ho neanche lontanamento concepito”.
Quindi non possiamo dire come secondo lei dovrebbe essere applicato il principio della valutazione meritocratica?
“C’è una terza parola fondamentale: autonomia – risponde il neo ministro dell’Istruzione -. La valutazione si collega all’autonimia e alla responsabilità di chi è autore del processo. Posso fare l’esempio delle università, che sono diventate responsabili di sé stesse da quando sono istituzioni con bilancio autonomo. Credo che anche nella scuola si debba introdurre questo concetto”.
Lei in passato ha detto che, a suo giudizio, nelle università andrebbero aboliti i concorsi.
«Ora però sono ministro e posso solo dire che questo capitolo va certamente rivisitato».
Ma qual è l’alternativa al concorso pubblico? L’assunzione per chiamata diretta
«No, non funzionerebbe in un sistema come quello italiano ed europeo».
E allora?
«E allora autonomia e responsabilità. Le università dovrebbero poter adottare il loro sistema valutativo, e rispondere del prodotto finale, dei risultati conseguiti».
E come si misurano i risultati raggiunti da un’università?
«Si possono seguire gli esempi di altri paesi che hanno fatto scelte politicamente diverse dalle nostre, più proiettate verso il futuro».
Quali paesi?
«Per esempio la Gran Bretagna. Dove sono passati da una valutazione dei risultati puramente quantitativa a una valutazione anche qualitativa».
Il sistema inglese di valutazione è complesso e articolato. Le valutazioni dei professori avvengono durante l’arco della loro carriera e comportano una serie di controlli e verifiche date da corsi di aggiornamento e tecniche di insegnamento che vengono modificate in base alla scuola in cui insegnano. Chi può poi con assoluta sicurezza affermare che un professore con un ottimo curriculum sia il migliore per trasferire le sue nozioni ai ragazzi? Si può sapere molto, essere enciclopedie viventi ed essere totalmente incapaci di insegnare… pura demagogia e populismo o solo voglia di rivalsa contro i pensionati destinati a pagare gli sbagli di una classe politica incapace? Rottamare gli anziani per dare possibilità ai giovani? Questa è l’Italia dream?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Il tweet di Renzi “compito tosto, ma ce la faremo”
Renzi come Fonzie ma forse anche un po’ Beverly Hills 90210. Tra l’Italia da salvare che sembra per il Premier diventato un tema “tosto” di esame di maturità e quel linguaggio “giovanilistico vintage anni ’90”. Quando affermerà “Scialla amico, facci sforare il 3%?” Per il momento però Matteo Renzi si gode l’Happy Day e il giuramento accompagnato dalla moglie Agnese e dai tre figli, proprio come un telefilm americano anni ’50. Dio, Famiglia e Patria?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
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Due soldatesse al portone principale del Quirinale
E’ il governo più “rosa” che l’Italia abbia mai avuto nella sua storia Repubblicana e, in occasione del giuramento, che sta avvenendo in questi minuti, si è scelto (anche se alcuni parlano di casualità, ma ovviamente alle coincidenze è difficile credere, soprattutto quando c’è di mezzo la politica) di mettere a guardia del portone principale del Quirinale, due soldatesse. Basterà la quota “rosa” all’Italia per cambiare verso?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
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Scoppia la bomba sul governo Renzi: “Non ho nulla da dire…”, ma domani si manifesta
La prima manifestazione contro il governo Renzi, che deve ancora trovare la fiducia di entrambi i rami del Parlamento, arriva dai radicali e in particolare da emma Bonino che è stata in lizza fino all’ultimo per essere riconfermata al Ministero degli Esteri poi dato in mano a Federica Mogherini. Ma la bomba scoppia quando l’Ansa chiama la Bonino e lei taglia con un laconico «Non ho nulla da dire…», ma domani pomeriggio, con ogni probabilità, scenderà in piazza e prenderà parte a un vero e proprio comizio a Largo di Torre Argentina, storico feudo dei suoi Radicali. «Con eventi che mi ricordano quelli della fuga di Pescara di Vittorio Emanuele Terzo, come era prevedibile, sono certo che Renzi ha ottenuto di far fuori la Bonino – aveva detto poco prima che Renzi annunciasse la sua lista Marco Pannella a Radio radicale -. Il nemico della partitocrazia resta la storia radicale. La grande vittoria c’è, la Bonino fatta fuori, i radicali fatti fuori, fatta fuori la storia radicale, socialista, azionista, liberale. Renzi ha ottenuto l’ideale per i partitocrati». Lei stasera si è limitata ad annunciare che domani «saluterà tutti quelli che l’hanno aiutata».
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Nel RenziDay arriva il flop di Forza Italia e Berlusconi non si presenta!
Il RenziDay doveva essere anche il giorno in cui Silvio Berlusconi sul palco di piazza San Lorenzo in Lucina, davanti alla sede romana di Forza Italia doveva lanciare “Missione Azzurra”, iniziativa che punta a creare 4 mila club di Forza Italia, ma dopo 3 ore d’attesa arriva il laconico annuncio che il Cavaliere non arriverà. Almeno Renzi dopo 3 ore ha aperto la porta ed è uscito a ufficializzare il suo Governo, preceduto anche da un “arrivo arrivo questa è la volta buona” che aveva riconfortato i tg e i giornalisti che avevano esaurito ogni forma di intrattenimento e avevano finito tutti i pronostici! Ma il palco di Forza Italia invece resta vuoto se non fosse per un saluto veloce da parte di Marcello Fiori,responsabile nazionale Club Forza Silvio, Annagrazia Calabria, deputata e responsabile movimento giovanile di FI e Simone Furlan, Fondatore dell’Esercito di Silvio. La delusione per quei pochi, ma veramente pochi che oggi erano presenti è cocente: a. “Siamo così pochi perché ormai non crediamo più in niente”, si giustifica una signora. “Evidentemente è stata pubblicizzata male”, è l’opinione di un altro. “Una giornata con tanti impegni istituzionali” è la spiegazione “ufficiale” di Fiori nel brevissimo interventi dal palco. Flop che ancora un volta fa rimpiangere a Berlusconi che quel Matteo Renzi è uomo del Pd… ma forse ancora non è tutto perduto!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Napolitano non ci sta… Agli Esteri vuole la Bonino!
Ci sarebbe secondo alcune indiscrezioni, riportate poi anche da SkyTg24, un “grosso intoppo” che potrebbe minare la nascita del Governo Renzi1. Napolitano sarebbe irremovibile e vorrebbe riconfermata la Bonino al ministero degli Esteri, soprattutto per seguire la questione marò che troppe volte è stata passata di mano. Matteo Renzi invece avrebbe già designato Federica Mogherini a quel ministero. QUesto secondo SkyTg24 sarebbe uno dei motivi per cui si sta tardando e il colloquio tra Napolitano e Renzi prosegue da oltre due ore.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Ecco il ministro che non giurerà con gli altri!
Non ci sono i tempi tecnici per il rientro di Pier Carlo Padoan, da Sideny dove stava partecipando al G20. Chi è Padoan? Un tecnico, un professore, un uomo con una visione economica ben determinata. Il suo credo è nella patrimoniale, mentre sostiene da sempre che la ripresa si può avere solo con la diminuzione delle tasse sul lavoro. Padoan però non è un uomo nuovo essendo stato dal 1998 al 2001 consulente economico per i premier Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Ma è anche un fervente sostenitore dell’aumento delle tasse come ha dichiarato in più di un’occasione: “Può essere pericoloso procedere con aggiustamenti fiscali di grande rilevanza solo attraverso tagli alla spesa, in alcuni casi occorrono anche aumenti delle imposte. Non si può fare tutto solo riducendo la spesa, si deve fare in qualche modo anche aumentando le imposte”. Non parlategli poi di uscire dall’Euro, perché vi risponderebbe che “costerebbe più che difenderlo” e che, se accadesse, l’Italia tornerebbe agli anni ’70 con un effetto recessivo e inflazionistico molto forte”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Dritto per la sua strada… ma Renzi non ha la maggioranza in Senato!
Renzi pedala sicuro per la sua strada, ma… non ha i numeri in Senato almeno secondo SkyTg24 che ha ripreso l’intervista del vicepresidente del gruppo Popolari per l’Italia, Tito Di Maggio: “Renzi ragiona con la disponibilità di tutti i gruppi – ha sottolineato – ma noi stamattina abbiamo avuto un nostro incontro per ragionare su quanto successo alla riunione di maggioranza di ieri e ci siamo resi conto che la nostra disponibilità non è così scontata”.
”Se Renzi pensa di riproporre la maggioranza del governo Letta – ha insistito Di Maggio – i nostri voti (12 senatori, ndr) non sono scontati. All’incontro di ieri è emerso un pressapochismo e una velocità che lasciano dubbi e perplessità. Credo che Renzi non possa trattare i suoi alleati come se fosse il segretario di tutta quanta la coalizione altrimenti preferiamo le elezioni”. “Delrio – ha concluso il senatore di Popolari per l’Italia – ci ha presentato un programma fatto per titoli, noi vorremmo vedere i contenuti. Delrio dice che li vediamo immediatamente dopo il giuramento. Crediamo che Mauro abbia operato bene in questo anno e la sua è una di quelle caselle che può continuare il suo lavoro”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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La Santanché pronta a farsi suora, se Alfano…
Daniela Santanchè, si dice pronta a farsi suora “se Alfano si sfila dal governo”, questa è l’ultima provocazione della parlamentare di Forza Italia che qualche minuto prima aveva spiegato come il suo partito sarebbe rimasto all’opposizione specificando che si sarebbe trattata di “un’opposizione patriottica.” E sul colloquio tra Renzi e Berlusconi ha dichiarato: ”Conoscendo il carattere del presidente Berlusconi e un po’ quello di Renzi, immagino che sarà stato un incontro simpatico.”
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Sgarbi ha ascoltato le telefonate Napolitano – Mancino!
Vittorio Sgarbi afferma di aver ascoltato le telefonate tra Napolitano e Mancino, anche se non parla direttamente della presunta trattativa Stato- mafia, fa invece riferimento agli insulti che, secondo il critico d’arte, sarebbero piovuti addosso ad Antonio Ingroia. Sgarbi ha rilasciato un’intervista a Radio 24 nella trasmissione “La Zanzara” in cui ha affermato:
“Sono uno dei pochi che ha potuto ascoltare le telefonate tra Napolitano e Mancino. Mancino dice a Napolitano: ‘sai, vorrei che fosse Grasso ad occuparsi di me e non Ingroia’. A quel punto il Capo dello Stato risponde: ‘caro Nicola, Ingroia è una testa di ca**o, uno str***o’. Per questo non ha voluto che fossero rese note. Non c’entra niente con la trattativa”.
Come e quando le avrebbe sentite Sgarbi non lo dice. Sta di fatto che subito dopo aver spiattellato in radio il presunto contenuto il critico fa una mezza retromarcia:
“Il presidente della Repubblica non può permettersi di essere come me, quelle telefonate non nascondono nulla ma non sono potabili dal punto di vista del galateo politico. E comunque Napolitano ha diritto alla riservatezza”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/20/sgarbi-ha-ascoltato-le-telefonate-napolitano-mancino/
Pippo Civati si stacca e crea un nuovo partito?
Il terreno su cui si sta muovendo Renzi in queste ore è diventato argilloso e il segretario del pd nonché nuovo premier incaricato da Napolitano per formare un governo rischia uno scivolone almeno secondo quanto scrive il quotidiano Libero:
[…] La strada di Matteo Renzi si sta trasformando in un Calvario. Matteo rischia di pagare a caro prezzo la spavalderia mostrata nel condurre il gioco. L’ostacolo più grande è quello di trovare la quadra per un ‘alleanza ed una maggioranza che gli garantisca i voti del Senato. Ma a scricchiolare sotto i piedi del segretario è il suo stesso partito. Pippo Civati è pronto a pugnalarlo. Con i suoi 6 senatori a palazzo Madama, Civati è prnto a voltare le spalle a Matteo e soprattutto ad uscire dal Pd per fondare un nuovo partito. A dichiarare guerra a Matteo è lo stesso Civati che intervistato da Repubblica afferma: “‘Si tratta di un governo politico a tutti gli effetti e con la stessa maggioranza di prima, che non rispetta il mandato elettorale. Orientati a non votare la fiducia. In tal caso usciamo dal Pd”. Insomma col colpo di mano di Matteo e con la defenestrazione di Letta potrebbe esplodere il Pd. Solo qualche giorno fa Civati aveva detto: “In questo momento il Partito Democratico lo hanno lasciato tutti. E’ un campo in cui si dicono delle cose e poi se ne fanno delle altre. Voglio capire che cosa fare. E’ chiaro che non votare la fiducia a questo governo vuol dire uscire dal Pd o qualcosa di molto simile”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Da Fonzie al Caravaggio, il New York Times ritrae un Renzi cinquecentesco
Altro che Fonzie, altro che il Renzusconi, il New York Times scomoda Caravaggio per il nuovo premier Matteo Renzi, la cui faccia finisce su il Fanciullo con canestro di frutta del noto pittore italiano. Ma il fotomontaggio non si ferma qui perchè sul fondo c’è anche un paesaggio di Jean-Babtiste-Camille Corot, raffigurante Castel Sant’Angelo e il fiume Tevere. Nella didascalia del fotomontaggio, si legge che il giovane Renzi è destinato a “creare un nuovo senso di prosperità ed energia nella palude della politica italiana”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Renzi premier, tra outlook negativo e la benedizione di Blair
L’incertezza politica continua a ripercuotersi sull’outlook, che per l’Italia, come scrive Fitch, resta negativo. Questo perchè Renzi “avrà probabilmente le stesse difficoltà del suo predecessore” nel “fare le riforme che rilancerebbero la crescita e la competitività economica dell’Italia”. Ma se per Fitch il pollice è verso, l’ex premier britannico, Tony Blair, al quale Renzi è spesso stato paragonato, e al quale lui stesso dice di ispirarsi, è più che incoraggiante: “ce la farà”. Di più, ”l’Europa ha bisogno che l’Italia assuma il ruolo di leadership che le compete, e i leader europei dovrebbero sostenere compatti Matteo mentre si assume la responsabilità per il futuro del suo Paese”. Blair ha spiegato all’Ansa: “Le sfide sono assolutamente formidabili, ma Matteo ha il dinamismo, la creatività e la forza per farcela, con la combinazione di realismo e idealismo necessari per i tempi che viviamo”. Per gli analisti Fitch, però, quello che serve sono “riforme strutturali in grado di aumentarla un fattore positivo per il profilo di credito, così come una ripresa sostenuta che aiuti il consolidamento dei conti”. Il nuovo cambio alla leadership evidenzia “la volatilità della politica italiana”, scrive l’agenzia. E non manca di sottolineare che Renzi sarà il ”quarto premier da novembre 2011”. A causa delle ”incertezze sulla durata del governo e la sua capacità di portare avanti le riforme, l‘outlook resta negativo con rating a BBB+”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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Renzi: quattro mesi per quattro riforme
Al seguito del lungo incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Matteo Renzi ha accettato con riserva, come da prassi, l’incarico a formare un nuovo governo. Il segretario dem avvierà domani le consultazioni e, visto che “l’impegno è l’orizzonte naturale della legislatura”, il 2018, il leader Pd si prende “qualche giorno di tempo” per definire programma e squadra. I tempi del programma, tuttavia, li ha già chiari in mente: a febbraio riforme istituzionali, a marzo il lavoro, che è la “vera priorità”, ad aprile la riforma della pubblica amministrazione e a maggio il fisco. Matteo Renzi ha chiarito che i tempi della formazione del governo non saranno brevissimi. “Ci prendiamo il tempo necessario, sapendo che fuori da qui c’è un senso di urgenza delicato, ma è altrettanto vero che un’orizzonte di legislatura necessita di qualche giorno di tempo per arrivare a sciogliere la riserva”. E ancora: “L’impegno è di un allungamento della prospettiva politica della legislatura, che si colloca nel suo orizzonte naturale”, ha spiegato.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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Renzi sulle orme di Letta? Cerca l’investitura americana

“Galeotta” fu, da questo punto Charlotte. Fu lì, nella cittadina di Charlotte (North Carolina) che, a settembre del 2012, si tenne la convention democratica che vide Obama lanciarsi, acclamato a furor di popolo, per la candidatura al secondo mandato della Casa Bianca. Renzi non solo c’era ma era il solo sindaco europeo, oltre che italiano, presente. Partecipava a un panel che vedeva presenti e parlanti tutti i giovani sindaci dem americani (e non) cui faceva gli onori di casa l’allora sindaco, Anthony Foxx, poi diventato ministro dei Trasporti nella seconda amministrazione Obama. Non solo. Renzi prese parte anche ai lavori della NDI (National Democratic Institute), think-thank gestito dall’ex segretario di Stato Madeleine K. Albright e di cui la stessa oggi è chairman e che coordina tutte le attività internazionali e politiche che fanno capo al Democratic Party degli Usa.
Sempre a Charlotte Renzi ‘sfiorò’ – nel senso che non ebbe colloqui personali ma conobbe – l’attuale sindaco di San Antonio (Texas), Juliàn Castro di cui si parla come il prossimo candidato alla vicepresidenza Usa, sempre per il Partito democratico, al fianco della candidata alla presidenza Hillary Clinton quando, nel 2016, l’Asinello (simbolo dei Democratici) dovrà scegliere il successore di Obama nella gara per la Casa Bianca. Infine, sempre in ambito di think-thank made in Usa, non solo l’NDI, ma anche il Center for American Progress, centro studi di area clintoniana diretto da John Podesta e che Obama ha incaricato di seguire gli affari europei, ha espresso subito il suo favore per l’incarico a premier di Renzi. Altrettanto buoni i rapporti colla Fondazione Kennedy e altri network Usa.
Poi, naturalmente, c’è quello che si sa: l’ottima opinione che Renzi gode presso l’ambasciatore statunitense in Italia, John Phillips, che aveva speso i suoi buoni uffici per organizzare un viaggio di accreditamento di Renzi negli Usa (viaggio rinviato a data da destinarsi, per ora) per accreditarsi – ma l’idea è nata quando era diventato ‘solo’ segretario del Pd- presso gli ambienti economici e politici del Nord America come pure quelli con il predecessore di Phillips, David Thorne, che l’attuale segretario di Stato, John Kerry, ha chiamato nel suo staff. Entrambi gli ambasciatori, peraltro, sono amanti della Toscana e di Firenze, dove si sono recati molto spesso, palazzo Vecchio, sede del sindaco, compreso.
Come pure è un amante e ottimo conoscitore dell’Italia lo stesso Kerry: cattolico, oltre che dem, da sempre in ottimi rapporti con la Santa Sede, conosce bene la politica italica e sarà grazie a lui se i rapporti tra il governo Renzi e l’amministrazione Obama saranno più che impeccabili, ma a dir poco amichevoli e fraterni. Obama ha confermato, nel suo tour europeo di fine marzo, tutte le ‘tappe’ italiane: Vaticano (Papa), Quirinale (Napolitano) e palazzo Chigi (Renzi), dove verrà ricevuto il 27 marzo.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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Matteo Renzi: il giuramento già giovedì?
Questa mattina, alle 10.30, Matteo Renzi è salito al Quirinale per ricevere dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l’incarico a formare il nuovo governo. Il sindaco di Firenze potrebbe giurare già giovedì ma la sua corsa verso Palazzo Chigi è piena di ostacoli: Angelino Alfano non ha alcuna intenzione di dare per scontato il sostegno di Ncd all’esecutivo e pone una serie di paletti. Nel frattempo, davanti al Quirinale si sono riuniti dei manifestanti di Fratelli d’Italia, guidati da Giorgia Meloni, che protestano gridando “Elezioni, elezioni”. La protesta è iniziata pochi minuti dopo l’ingresso di Renzi nel palazzo della presidenza della Repubblica. Tra i cartelli esibiti, anche una citazione dello stesso Renzi: “Non sarò mai presidente del Consiglio senza essere eletto”. I manifestanti sventolano tessere elettorali assieme al Tricolore.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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Firenze Roma di Matteo Renzi, spopola la satira al carnevale di Viareggio
Matteo Renzi con all’orecchio Berlusconi, accanto a lui un cartello stradale che indica la Firenze-Roma. Ma la satira del carnevale non colpisce solo il quasi neo Premier, sfilano anche i carri con Letta, Merkel, Berlusconi, Obama e Putin. Per i carristi di Viareggio quest’anno riuscire a portare l’attualità al Carnevale è stata davvero dura, il ribaltone delle ultime ore li ha costretti a lavorare a ritmi serrati per modificare i carri e ritrarre Matteo Renzi, tra le mura di Firenze pronto a guidare l’Italia da premier.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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Tutti a Sanremo? Forse Casaleggio accompagnerà Beppe Grillo
E’ di due giorni fa l’annuncio fatto da Beppe Grillo circa la sua presenza al Festival di Sanremo nella serata inaugurale di martedì 18 febbraio. La conferma è arrivata anche dal Movimento 5 Stelle e ora l’ipotesi è che anche Gianroberto Casaleggio possa prendere parte alla spedizione. Non è ancora noto che tipo di biglietto, e quindi che posto, abbia comprato il portavoce semplice del M5S nè che “sorpresa” abbia in serbo per il suo blitz. Quello che sembra certo è che giungerà accompagnato, anche se si dubito possa trattarsi di un parlamentare pentastellato. E c’è chi dice che arriverà insieme a Casaleggio.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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Renzi: convocazione al Colle per lunedì mattina
Matteo Renzi, dopo aver trascorso la domenica nella sua casa di Pontassieve, è partito alla volta di Roma: è stato infatti convocato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per lunedì alle 10.30 al Quirinale. Nel frattempo, è scontro tra Angelino Alfano e Giovanni Toti. Il leader del Nuovo Centrodestra è stato accusato dall’ex giornalista ora in forza a FI durante la trasmissione In mezz’ora: “Hanno una responsabilità gigantesca. Hanno spaccato il fronte moderato aprendo la strada a provvedimenti che hanno nuociuto al Paese”. E ancora: “L’asse si era spostato a sinistra. Quando Berlusconi parla di utili idioti, al netto degli idioti, loro sono stati la stampella del governo di sinistra. Hanno fatto una scelta a nostro modo nociva anche dal punto di vista umano. Sono tutti nominati da Berlusconi e ancora oggi sono lì per quello. Oggi stanno volontariamente andando a sostenere un governo nato dal Comitato centrale di un partito”. “Berlusconi è circondato da troppi inutili idioti”, ha detto Angelino Alfano alla convention degli amministratori locali del partito. “Alfano si guardi quando lo dice”, ribatte il consigliere politico di FI, Giovanni Toti.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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Alfano e quella rabbia e quel rancore negli occhi di Berlusconi
Alfano ha in mano la partita e deve giocarsela bene fino alla fine. Non sarà facile ingabbiare Renzi su alcuni punti programmatici, ma il Pd ha bisogno del Ncd così come Alfano ha bisogno di trovare una propria identità lontano dall’aurea di Berlusconi. Così il leader di Ncd non perde occasione per pungolare il Cavaliere: “Sabato scorso ho visto un Berlusconi irriconoscibile ai miei occhi, rabbia e rancore non sono stati mai connotati del Berlusconi che conoscevo”. Parole dure, ma forse un segnale preciso che Alfano ha voluto mandare a Renzi e al Pd, “noi siamo lontani da Forza Italia”… basterà questa mossa per convincere alcuni dissidenti dei dem in Senato?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 16, 2014
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Civati divorzia dal Pd… fonda “il nuovo centro sinistra”!
Il Pd e le sue mille facce, il Pd che forse ne ha perse troppe e così chi vuole mantenere un’identità di sinistra la propria faccia deve andarla a ricostruire altrove. Succede che Pippo Civati, forse per provocazione, forse per tastare il terreno, lancia il nuovo centro sinistra. L’annuncio avviene ormai a consultazioni concluse, quando al colle ormai sono sfilati tutti i partiti eccetto M5S e Lega che hanno deciso di non parteciparvi. Quel no in Direzione Pd quindi porta ancora i suoi esiti e Civati sul suo blog scrive: “Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra”, facendo il verso alla neonata formazione di Angelino Alfano. Intanto Nichi Vendola si chiama fuori da un possibile governo con Matteo Renzi e quasi sembra sposare la provocazione di Civati.
“Recupero una dozzina di senatori. Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi, oggi sui giornali – ha scritto Civati sul suo blog – Nuovo Centro Destra contro Nuovo Centro Sinistra (anche Sinistra e basta, che il Centro è dappertutto).”
Un’ipotesi che, scrive il quotidiano la Repubblica, sfiorerebbe già 5 senatori democratici. Si tratta di Corradino Mineo, Sergio Del Giudice, Felice Casson, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci e Donatella Albano.
Intanto Vendola ci va giù duro:”Matteo Renzi ha dissipato il patrimonio di credibilità politica che il Pd ha costruito per decenni – dice Vendola – Giorgio Napolitano sa che sono in discussione gli assetti della nostra democrazia perché non è ammissibile – spiega il Governatore – che il governo Letta si sia dimesso in assenza di un confronto in Parlamento. Insomma la democrazia è a rischio”.
Per andare fino in fondo, il leader di Sel ha rispolverato una metafora sul conte Ugolino: “Renzi nella riunione della direzione avrebbe dovuto citare Dante per sottolineare l’attitudine all’interno del Pd al cannibalismo”.
Da Vendola è arrivato anche un altro avvertimento: “Non possono trattarci come se fossimo in saldo, come se qualcuno di noi fosse in vendita, a cominciare da Laura Boldrini. Non siamo una bottega di arrivisti, anche perchè non accettiamo l’operazione politica che ha consentito a Berlusconi di risuscitare. Con il Pd c’è una frattura insanabile”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 15, 2014
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Al Colle pomodori contro Berlusconi
Silvio Berlusconi è arrivato intorno alle 18.15 al Quirinale per essere ricevuto da Giorgio Napolitano per le consultazioni. Ad attenderlo una contestazione organizzata dal Popolo Viola con lancio di pomodori. Berlusconi salito dal Presidente a fine incontro ha dichiarato che Forza Italia sarà all’opposizione, ma rendendosi disponibile per le riforme e i provvedimenti che riterrano utili al Paese.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 15, 2014
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Terremoto su Renzi? Alfano alza il tiro: “il lieto fine non è sicuro”
“Ci aspettiamo responsabilità dal Pd, che deve proseguire la strada di Enrico Letta”, dice. “Noi di Ncd vorremo proseguire un’esperienza di governo fin quando non sarà conclusa questa fase di crisi”, ha spiegato. Ma “collaboreremo con Renzi solo se la composizione della coalizione non si sposterà a sinistra. E solo se nei programmi si metta al centro la famiglia, le imprese, le tasse e il lavoro”. Sul programma sottolinea “che non si fa in 48 ore”, e insiste: “Se l’ambizione è grande, non deve esserci fretta. Non vi sono le condizioni per chiudere un accordo di governo in 48 ore. In quattro e quattr’otto non ce la si può fare se si vogliono fare cose grandi”. Occorre “mettere nero su bianco i punti programmatici per la nascita del nuovo governo. Abbiamo detto a Napolitano che siamo animati da buona volontà ma che l’esito è incerto: non siamo in grado di assicurare il lieto fine, vogliamo vederci chiaro su una coalizione che non deve virare a sinistra e che deve avere programmi chiari”.
Nesusna discontinuità quindi con il precedente governo Letta ma solo un mero passaggio di testimone? Renzi invece parla di un programma nuovo e di una discontinuità che possa rilanciare il Paese da mesi, secondo il segretario Pd, immobile.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 15, 2014
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Gli “utili idioti” del Ncd e “il suicida Letta”: la Biancofiore spalleggia Berlusconi
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, considera “Utili idioti” gli ex Pdl che sono entrati a far parte del Nuovo centrodestra. Gli alfaniani, chiaramente, si sono sentiti offesi ma, e non meraviglia, Michaela Biancofiore si è schierata dalla parte dell’ex premier e ha rincarato la dose:
“NCD offeso per parole di Berlusconi la verità fa male ai colpevoli. Fanno sorridere molteplici dichiarazioni di NCD a seguito delle parole espresse con chiarezza – direi finalmente , dal presidente Berlusconi nei confronti dei fuoriusciti del PDL” .
E ancora:
“Che siano “utili idioti” – soprattutto alla luce di quanto accaduto al suicida Letta – da loro sostenuto per le poltrone a discapito di qualsiasi gratitudine a colui grazie al quale sono stati eletti, ne conviene l’Italia intera. Si sa che la verità fa male ai colpevoli , soprattutto a quelli che hanno mostrato tutta l’immoralità possibile innanzi all’uomo che li ha resi importanti, sedicenti potenti e al quale devono anche l’aria che respirano. Sarebbe bello se almeno si consegnassero al pudore del silenzi”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/14/gli-utili-idioti-del-ncd-e-il-suicida-letta-la-biancofiore-spalleggia-berlusconi/
Renzi ricomincia da -3: persi i miliardi della “clausola degli investimenti”?
Con ogni probabilità il Governo renzi nascerà già con una perdita secca di -3 miliardi, colpa della cosiddetta “clausola degli investimenti” che il governo Letta aveva messo in conto lo scorso autunno nel proprio bilancio triennale. La clausola, però, a novembre è stata bloccata perché l’Italia non è in linea con i piani di riduzione del debito. La scadenza in realtà è fissata per il 25 febbraio, ma nulla depone a favore dell’Italia. Saccomanni infatti aveva promesso all’Europa interventi che poi non sono arrivati come ad esempio le privatizzazioni, il rientro dei capitali all’estero e la spending review.Secondo il ministro dell’Economia però datale clausola europea non serve a nulla perchè:
”così come concepita è di fatto priva di utilità per l’Italia in quanto richiederebbe una manovra restrittiva di pari entità della flessibilità concessa, con effetti che sarebbero neutri o negativi sulla crescita nel breve periodo”.
Quindi lacrime, sudore e sangue per nulla? Forse sarebbe davvero ora di rivedere alcuni patti in Europa, ma per il moemnto Renzi ricomincia da -3!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/14/renzi-ricomincia-da-3-persi-i-miliardi-della-clausola-degli-investimenti/
Grillo annuncia “martedì a Sanremo”
Dà l’annuncio via twitter Grillo del suo arrivo fissato epr martedì a Sanremo. Il Semplice Portavoce del M5S poi specifica che prima si intratterrà fuori dell’Ariston e poi entrerà all’interno. D’altra parte Grillo aveva espresso seppur con toni diversi la stessa denuncia che Renato Brunetta aveva rivolto a Fazio.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/14/grillo-annuncia-martedi-a-sanremo/
Niente consultazioni! La Lega domani non andrà al colle
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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E’ ufficiale: Enrico Letta si è dimesso!
Enrico Letta è salito alle 13 al Colle dove ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili da presidente del consiglio a Giorgio Napolitano. La situazione politica italiana già da ieri sera era “l’osservata speciale” dei media mondiali tanto che le previste dimissioni del primo ministro sono diventate la breaking news nel mondo: dalla agenzia France Presse al Financial Times, passando per El Pais e altri grandi media europei e mondiali.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Il calvario di Letta: alle 13 al Colle per le dimissioni
Il Colle oggi per Letta diventerà il Golgota nel quale il premier rimetterà nelle mani del presidente Napolitano il mandato e si darà quindi il via ad alcune consultazioni lampo, come richiesto dalla prassi, per poi affidare la formazione del Governo a Renzi che con molta probabilità già lunedì avrà pronto un nuovo esecutivo. Intanto Napolitano partecipando oggi alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti a quanti gli chiedevano una sua dichiarazione sul momento politico che l’Italia sta vivendo ha risposto con «Buona giornata, oggi c’è il sole…». Intanto Renzi era a Firenze per presenziare una cerimonia a Palazzo Vecchio a cui hanno partecipato, nel giorno di San Valentino, 600 coppie che festeggiavano le loro nozze d’oro!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Letta diventa Marius, la giraffa di Copenaghen
“E’ anche normale che Letta non partecipi alla direzione – ha detto Pippo Civati -. Lo stanno trattando come la giraffa dello zoo di Copenaghen. Io in qualunque caso voterò no, i nostri elettori sono furibondi per quello che sta accadendo”. Con queste parole ieri Pippo Civati aveva commentato la proposta di un governo Renzi, assimilando il Premier Letta a quella giraffa giustiziata senza colpa né peccato ma solo per “sovraffollamento” che ha fatto scalpore in tutto il mondo. Uccisa in pubblico e data in pasto ai leoni, i leoni di letta però sono suoi “consaguinei”, il suo Pd che lo ha sfiduciato in un contesto davvero di fantapolitica.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/14/letta-diventa-marius-la-giraffa-di-copenaghen/
Sbagliano anche i migliori! Der Spiegel ribattezza Renzi, che diventa Mario!
Forse sarà stata una svista, o è ancora fresca in Germania la memoria di Mario Monti, tanto che oggi il Der Spiegel, uno dei principali quotidiani tedeschi, ha ribattezzato il segretario del PD come Mario Renzi e non Matteo. Il video mostra chiaramente l’errore in cui è incappato uno dei giornali più accreditati al mondo e che vanta quotidianamente un elevato numero di lettori anche fuori dai confini tedeschi.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/sbagliano-anche-i-migliori-der-spiegel-ribattezza-renzi-che-diventa-mario/
E’di buon gusto? Letta annuncia le dimissioni e al Nazareno portano lo Spritz!
E’ di buon gusto che mentre le testate giornalistiche battevano la notizia dell’annuncio delle dimissioni di Letta, al Nazareno si prendeva l’aperitivo? Il tutto è successo poco dopo le 19, dopo una giornata di tensioni e il plebiscito finale dato dal partito al sindaco di Firenze per formare un nuovo governo, ancor prima che il Presidente Napolitano abbia fatto il rituale giro di consultazioni. Al Nazareno sono arrivati gli spritz e gli snack…
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/edi-buon-gusto-letta-annuncia-le-dimissioni-e-al-nazareno-portano-lo-spritz/
Alfano salva Letta?
Alfano potrebbe ancora salvare Letta? La frase arriva come un tegola su Matteo Renzi dopo la chiusura della Direzione Pd in cui il sindaco di Firenze era riuscito a far approvare la sua linea. Alfano dichiara in conferenza stampa “NON DIAMO NULLA PER SCONTATO E NON E’ CERTO LIETO FINE TENTATIVO RENZI”. C’è ancora incertezza quindi nel nuovo centro destra a dare fiducia a Matteo Renzi come nuovo Premier? L’avvicendamento della premiership, tutta decisa nel Pd, non è piaciuta a leader del Ncd? Alfano ha anche sottolineato che “Il governo è caduto per uno scontro interno al Pd” e poi ha aggiunto: “Io – ha aggiunto – mi sento di spendere parole più generose verso questo governo di quelle spese da direzione Pd” per poi chiedere a Matteo Renzi: “un governo con grande ambizione o al voto subito: Noi siamo pronti anche al voto, forti dei sondaggi”
Poi, sempre a destra, è Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, ad attaccare Renzi “Chiediamo al Presidente Napolitano di prendere atto che il segretario del partito maggiormente rappresentato in Parlamento ha confermato l’intenzione di non sostenere piu’ l’attuale compagine governativa e di invitare l’attuale Presidente del Consiglio a presentarsi alle Camere. Non può essere sufficiente la riunione della direzione di un partito per interrompere la vita di un governo della Repubblica e decretarne la fine” che poi ha aggiunto “E’ buona regola istituzionale che sia il Parlamento a dare o ritirare la fiducia a un governo. Inammissibile immaginare che questa vicenda si concluda tout court con le dimissioni di Letta e l’inizio delle consultazioni con il Presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo, senza passaggio parlamentare”, conclude Romani.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/alfano-salva-letta/
Ecco le parole più ricorrenti nel discorso di Renzi
Un discorso misurato quello di Renzi che come al solito ha puntato su alcune parole chiavi, d’altra parte tutte le primarie del Pd avevano visto il sindaco di Firenze scegliere accuratamente le frasi ma soprattutto le parole che sarebbero rimaste impresse nella mente degli elettori, tanto che anche i suoi manifesti mostravano parole. La comunicazione come arma vincente, riassumere i contenuti in una sola parola che possa rimanere impressa e che poi inizi a lavorare nella mente di chi l’ascolta in modo da indurre il convincimento. Una tecnica collaudata nel marketing, che però può essere applicata, con le giuste variazioni, a qualsiasi settore. Ma quali sono le parole più ricorrenti usate oggi dal futuro premier? Questa la nuvola postata da La Stampa con le parole chiavi:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/ecco-le-parole-piu-ricorrenti-nel-discorso-di-renzi/
Tempo di dimissioni… Sfiduciato da suo stesso partito Letta è rottamato!
I dati schiaccianti che oggi hanno approvato la linea imposta dal Sindaco di Firenze con 136 sì, 16 no e due astenuti, il Pd rottama Letta. Una situazione davvero anomala visto che il Premier viene sfiduciato dal suo stesso partito e che lascerà il posto a Matteo Renzi, colui che aveva perso le primarie contro Bersani e che era poi diventato segretario dei dem assicurando la fiducia al governo Letta, ma poi, nei fatti, ponendosi come vero antagonsita di quelle larghe maggioranze che sarebbero dovute arrivare almeno a dare al Paese delle riforme che di fatto non ci sono state. Un ingranaggio che, anche se molti e lo stesso Renzi non amano più, sembra proprio annoverarsi sotto il nome di “rottamazione”. Quel meccanismo che fece lasciare Massimo D’Alema e Walter Veltroni e che oggi fa sfiduciare Letta. Il Premier a seguito le decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico per poi informare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con il quale ha deciso che domani s’incontrerà per rimettere il suo mandato.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/tempo-di-dimissioni-sfiduciato-da-suo-stesso-partito-letta-e-rottamato/
La scelta di Civati!
“Personalmente sono molto a disagio. Una cosa che non accetto è che si parli di scelta obbligata: è una scelta politica fino in fondo quella di sfiduciare Enrico Letta”. Queste le parole di Pippo Civati alla Direzione del pd dove poi ha aggiunto: “Non capisco perchè – aggiunge Civati – sostituendo il premier con la stessa maggioranza le cose dovrebbero cambiare. E poi, come diceva il grande poeta, ‘il modo ancor m’offendè. Potevamo farla in modo diverso. E’ invece è successa una via di mezzo tra la prima repubblica e shining”. Civati conclude: “io mi dichiaro contrario a questa scelta”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/la-scelta-di-civati/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
Two sides of God (dog)
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NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'
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The Adventures of Danda and Yaya