Grillo condannato a 4 mesi: “Non mi arrendo”

grillo-condanna-tuttacronacaIl 5 dicembre 2010 Grillo, accompagnando Perino e un gruppo di manifestanti contro la Tav, prese parte all’irruzione nella piccola baita costruita abusivamente come simbolo della protesta e poi sigillata, per ordine della procura. Il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa lo aveva informato che se avesse varcato la soglia della casetta avrebbe commesso un reato. Dopo qualche minuto, tra flash di fotografi e telecamere, Grillo è entrato e poi è uscito trionfante mimando di avere i polsi ammanettati. Ora per Grillo è arrivata la condanna da parte del Tribunale di Torino a quattro mesi di carcere e cento euro di multa per la violazione dei sigilli della baita Clarea, in Valsusa. La reazione del leader del M5S è contenuta in un tweet apparso nel primo pomeriggio: “Oggi mi hanno condannato a 4 mesi in primo grado. Non mi arrendo. La vostra solidarietà è un grande aiuto. #Vinciamonoi”. Grillo pubblica sul suo blog un post di un sostenitore torinese: “C’è condanna e condanna: per me quei quattro mesi per la rottura ‘di quei sigilli violati dal vento’ sono una medaglia al valore civile. Perchè non sempre la ‘giustizia’ coincide con la ‘legalità’. Sarà dura!”

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I nostri 7 giorni: in attesa di scoprire una direzione…

7giorni-tuttacronacaSettimana intensa quella appena trascorsa, a partire dal nuovo presidente del Consiglio che, “pur non avendo l’età”, ha chiesto la fiducia al Senato e alla Camera, ottenendola. Ma se già non tutti erano convinti per la scelta dei ministri, ancora più critiche sono piovute al momento delle nomine di viceministri e sottosegretari. In particolare quella di Antonio Gentile fa discutere e dà la possibilità di criticare il (riconfermato) ministro degli Interni Angelino Alfano, che l’ha proposto. Ma la prima settimana di Renzi è stata particolarmente intensa su tutti i fronti: dalla prima uscita ufficiale a Treviso tra applausi e contestazioni alla questione marò, dallo scontro diretto con Marino alla questione Ucraina. Ma con un governo nuovo viene naturale chiedersi se questa volta qualcosa cambierà (in positivo) o se ancora una volta l’Aula boicotterà qualsiasi decisione per puro spirito di contestazione. E mentre il premier promette supporti a disoccupati e precari, moltissime persone aspettano di scoprire cosa farà in tema pensioni il neo ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Oltre all’Italia, tuttavia, Renzi deve tenere sotto controllo la questione interna del suo stesso partito, con molti non soddisfatti della sua mossa di scalzare Letta. Ma i problemi interni non sono solo in casa Pd: molto si è discusso anche tra i pentastellati e il molto parlare si è concluso con l’esclusione dei quattro dissidenti. Perchè sembra proprio che il motto numero 1 del Movimento sia “divieto di parola” (sempre che non ricalchi fedelmente quanto deciso da Grillo). Contestazioni non ce ne devono essere ed ecco che l’ex comico si ammanta improvvisamente del latore della verità assoluta. La pena per chi critica, l’espulsione. Non resta quindi che porsi innumerevoli domande, che iniziano tutte nello stesso modo: “Che direzione prenderà…?”

7-giorniMa tutta questa incertezza spesso si trasforma in facile paura: è il caso delle cinque scosse di terremoto nel Cilento nel giro di poche ore: non sono state di forte intensità, eppure le persone si sono spaventate. Non c’è del resto da meravigliarsi: in mancanza di “stabilità”, è facile spaventarsi di ogni piccola cosa. Quello che davvero preoccupa, per non dire terrorizza, sono i nuovi dati della disoccupazione: sapere che un giovane su due non ha lavoro porta necessariamente a chiedersi che ne sarà di tutte le nuove generazioni. Sempre con la speranza che non continui a diffondersi la “moda” delle baby squillo. Dubbi, innumerevoli. Che portano a mettere tutto in discussione. Ora ci s’interroga anche sulle forze dell’ordine. In particolar modo: come sono state condotte le ricerche dopo la scomparsa di Roberta Ragusa? Ma non è l’unico giallo italiano ancora senza risposte. Se per quel che riguarda la morte di Yara si pensa di archiviare il caso, ora che il presunto assassino del delitto di via Poma è stato assolto ci si chiede chi allora si è macchiato dell’atroce delitto. E intanto nuove morti popolano la cronacaAnche Sollecito ha dei dubbi e non capisce perchè Amanda si sia fatta la doccia in quel fatidico giorno. Siamo talmente circondati da punti di domanda che in rete impazza anche il dibattito sull’uscire o meno con una ragazza che viaggia. Forse è semplicemente il caso di non seguirne una intenzionata ad andare in Egitto, visto che la Farnesina sconsiglia! Certo, a furia di porsi domande e cercare di trovare una direzione a volte si rischia di restare immobili, in attesa. A volte è meglio “credere” e aprire mente e cuore. E poi andare…

GOOD NIGHT & GOOD LUCK!

“Se facessi parte del M5S mi avrebbero già espulso”: Civati al grillino

civati-battibecco-grillino-tuttacronacaPippo Civati si prende del “Poliziotto buono” del Partito democratico e viene punzecchiato da un pentastellato che chiede un cambio radicale della vita politica “capovolgendo la piramide”. Durante la presentazione milanese del libro del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, “Il primo cittadino” una attivista del M5s ha detto: “Critichi sempre il Pd ma fai comunque parte del partito. Giochi a fare il poliziotto buono”. Civati ha replicato tranquillamente: “Se avessi fatto parte del vostro movimento, mi avrebbero già espulso. Per fortuna nel mio partito si può ancora dissentire”.

 

“Espulsioni illecite”: l’ex attivista M5S scrive a Grasso

espulsioni-m5s-tuttacronacaGiovanni Panunzio ha scritto al presidente del Senato della Repubblica chiedendo che venga valutata l’illegittimità del provvedimento di espulsione dei quattro Senatori pentastellati Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino. Panunzio, fondatore dell’Osservatorio Antiplagio, è un ex attivista cagliaritano del M5S che dopo le espulsioni dei quattro senatori ha lasciato il Movimento. Questo il testo:

“A seguito delle espulsioni di alcuni senatori dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mi permetto di farle notare che lo statuto del M5S depositato in Senato dice che ‘Gli eletti eserciteranno le loro funzioni senza vincolo di mandato’, come previsto tra l’altro dall’art. 67 della Costituzione. E’ evidente pertanto che nel momento in cui viene espulso un parlamentare del M5S, solo perché ha espresso una legittima opinione, lo statuto in questione diventa carta straccia, sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista morale. Pertanto Le chiedo di fare quanto è nelle sue possibilità per mettere in discussione lo statuto del M5S e sollecitare opportune modifiche al testo. In alternativa chiedo di valutare l’illegittimità del provvedimento di espulsione in quanto in contrasto con l’art. 67 della Costituzione e con lo statuto a cui il M5S fa riferimento, sconfessato dal suo stesso fondatore”.

26 medaglie per 26 deputati: Grillo “premia” i pentastellati sanzionati

medaglia-m5s-tuttacronacaLa cosiddetta “ghigliottina” messa in atto da Laura Boldrini durante la discussione sul decreto Imu/Bankitalia dello scorso gennaio aveva dato il via alla protesta grillina con i pentastellati che si erano visti stroncare in questo modo l’ostruzionismo ad oltranza. Ieri sono arrivate le sanzioni e oggi Beppe Grillo dimostra tutta la sua ammirazione per i 26 deputati M5S sospesi. Secondo l’ex comico, infatti, meritano “26 medaglie”. Nel post Grillo denuncia la diversa entità delle sanzioni comminate ai deputati M5S e al questore Dambruoso: “Un cittadino che picchia una donna fuori dal Parlamento finisce in gattabuia. Dambruoso resta al suo posto di questore a sovrintendere all’ordine dell’aula!”.

“Arrivano le impressionanti sanzioni ai portavoce deputati del M5S” che “fece ostruzionismo, e alla fine la Boldrini applicò per la prima volta nella storia l’ormai famosa “ghigliottina” tagliando gli interventi in aula e approvando il decreto senza altre discussioni. Il M5S protestò rumorosamente, la deputata Lupo si beccò un ceffone in faccia ad opera dell’illustre statista questore Dambruoso, e oggi arriva la sentenza della Presidenza che punisce tutto ciò. Punisce, ovviamente, solo il M5S: ben 26 i deputati “espulsi” dai lavori di aula fino a 25 giorni, inclusa Loretta Lupo”, si legge nel blog, a firma di “M5S Camera”.

Nel post di definisce come “privilegi da Casta”, la disparità delle sanzioni comminate a Dambruoso e ai deputati Cinque Stelle. “Ma non vi preoccupate: molti di loro saranno nelle piazze, nei mercati, nei paesi a parlare con i cittadini. Un MoVimento inarrestabile”, conclude il post.

“Zitti, quattro e a casa”: la Taverna si esprime tramite Totti sui dissidenti espulsi

4-e-a-casa-tuttacronacaLa grillina Paola Taverna ha scelto il celebre gesto del capitano giallorosso Francesco Totti per festeggiare su Facebook l’espulsione di quattro membri del Movimento 5 Stelle: Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, che si sono macchiati di quello che per i pentastellati sembra il tradimento supremo, la maggior colpa possibile: pensare con la propria testa e criticare Grillo. La scelta del gesto di Totti non è casuale, con il suo chiaro riferimento al “Zitti, quattro e a casa” del capitano in occasione di un match contro la Juve vinto dai giallorossi per quattro reti a zero. Intervistata da Repubblica Paola Taverna non ha infatti nascosto la felicità: “Abbiamo fatto finalmente chiarezza. Sono felice come una iena”. E ancora: ”Stanotte pensavo: dov’è l’inghippo. Poi mi sono iluminata: il Pd vuole entrare nel Pse. E Renzi, per entrarci, ha bisogno di cambiare maggioranza”, spiega la senatrice grillina aggiungendo a proposito degli espulsi: ” Faranno insieme un gruppo aggiuntivo per Renzi”. A proposito della voce che parla di altri sette abbandoni al gruppo, la Taverna dice: “Siete fuori strada. Molti di meno, se mai qualcuno dovesse ancora andarsene”.

Sospensioni a raffica per i deputati grillini

sanzioni-m5s-tuttacronacaEra il 29 gennaio e alla Camera si votava il DL Imu-Bankitalia tra i disordini provocati dai pentastellati. Ora l’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso la sanzione per i 23 deputati pentastellati, colpiti con dieci giorni di sospensione dai lavori parlamentari. Più dura la sanzione per Silvia Benedetti: diede un morso a un commesso, le sono stati inflitti 12 giorni di sospensione. Alessandro Di Battista è invece stato sospeso per 20 giorni: oltre a quelli inflittigli per i tumulti in Aula, ne sconta altrettanti per aver impedito al capogruppo del Pd Roberto Speranza di rilasciare una dichiarazione ai cronisti nella sala stampa di Montecitorio. Ancora, Massimo De Roma ha ricevuto una lettera di biasimo e 3 giorni di sospensione per aver rivolto insulti sessisti alle deputate del Pd.

Civati alle grandi manovre? “Può nascere una nuova maggioranza”

civati-m5s-tuttacronacaE’ Antonello Caporale, de Il Fatto Quotidiano, a intervistare il dem Pippo Civati, unico del Pd ad opporsi a Renzi, pur votando la fiducia. Sembra che nelle ultime ore il suo telefono sia rovente, complice il fatto che diversi grillini siano usciti dal loro Movimento perchè in disaccordo con le imposizioni di Grillo. Ora in molti vociferano infatti sulla formazione di un nuovo gruppo di centrosinistra. Di cui potrebbero fare parte i fuoriusciti a cinque stelle, i civatiani e Sel. Civati stesso cerca di spiegare la situazione:

Pippo Civati è un rompib***e professionista. A volte eccede con la sua vitalità. “Pensi quale nebbia avvolgerebbe il Pd se anche io tacessi sulle consorterie, le piccole ambizioni personali, le fregature e gli errori che il mio partito fa”.

Ha detto no a Renzi in direzione, però sì al voto di fiducia e poi è sembrato ricredersi ancora. Siamo a un surplus di riflessione.
Ho parlato contro solo io nel luogo deputato, il partito, e ho fatto il mio dovere. Sono stato mandato in minoranza e non mi era concesso da parlamentare del Pd negare la fiducia. Ho poi spiegato quel che si muove a sinistra del Pd, e che il partito non vuole vedere. Fa il finto tonto pur di stare con Alfano.

È notizia di oggi: la compagine che si allontana da Grillo insieme ai suoi e a Sel potrebbe formare un gruppo parlamentare autonomo.
La questione centrale è un’altra: ci sono i numeri per avanzare la richiesta di un governo di centrosinistra, ma il Pd sceglie di fare un esecutivo di centrodestra. Troveremo il modo opportuno per organizzarci.

Se fa il gruppo autonomo è fuori dal Pd.
Ma no! Dobbiamo solo trovare il modo che questa risorsa politica, questo serbatoio sia linfa vitale per la sinistra e interlocutore prezioso per il Partito democratico. Magari si può pensare a una rete, a una colleganza diversa. Quel che non si deve fare è tacere questa grande opportunità.

Ha votato Renzi piangendo.
Cos’altro dovevo fare? Se però in direzione si fosse opposto anche Cuperlo, invece di spingerlo a Palazzo Chigi, credo che Renzi non avrebbe tolto di mezzo Letta. Noto che Gianni ora parla di una ferita aperta. Se ne accorge solo adesso?

Cosa gli è successo, secondo lei?
Si sono incartati, si sono auto ingabbiati . Chi lo ha fatto per ignavia, chi pensando al seggio, chi per ambizione, ritenendo che mandando Renzi a Palazzo Chigi avrebbe trovato un partito disabitato, chi invece ha pensato a una poltrona da ministro nel nuovo esecutivo. Faccia la somma di questi atteggiamenti e metta poi che dalla trincea nella quale Letta era riparato riceveva consigli da amici poco sinceri che invece di aiutarlo lo avrebbero condotto sulla strada dell’immobilismo, del suicidio. Aggiunga infine che negli ultimi mesi Letta è andato nel pallone e vede che si ritrova coi conti.

Quanti traditori.
L’incredibile è che Renzi si piglia il governo coi voti di Bersani ma coopta le truppe di Franceschini.

Frankenstein, l’ha definito.
L’ho chiamato così per sfotterlo. Ma certo il suo è stato un protagonismo opaco. In politica il ravvedimento è comunque pratica comune e conosciuta. Devo dirle che neanche i dalemiani (non tutti) mi sembrano determinati alla lotta, quindi comprende che gli spazi di manovra per il nuovo premier sono ampi.

Durerà?
Penso fino al prossimo anno. Le elezioni sono nelle cose, il suo programma adesso è piuttosto taciuto. Capisco che non voglia impegnarsi troppo su un singolo tema, sennò finisce come con l’Italicum: a giorni alterni diviene legge dello Stato o tema da approfondire, testo pronto per l’uso o disciplina al di là da venire. Si tiene cauto.

Le ha persino nominato ministro una dirigente della sua area.
Solo allo scopo di sfregiarmi. Ritenendomi residuale, ha voluto procurare un dissidio interno, mettermi in difficoltà. Anche questa è politica.

Vada a confortare i grillini fuoriusciti.
Ci avessero pensato prima!

L’esplosione è interna al M5S: arrivano le prime dimissioni

boom5s-tuttacronacaI primi pentastellati, a seguito dell’espulsione dal Movimento dei quattro dissidenti, hanno formalizzato le proprie dimissioni dal Senato della Repubblica. Si tratta di Maria Mussini, Luis Orellana, Monica Casaletto, Alessandra Bencini, Laura Bignami e Maurizio Romani. A breve, dovrebbero unirsi a loro anche Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Lorenzo Battista. Si tratta di nove senatori grillini che si trovano in dissenso con la gestione del gruppo da parte del semplice portavoce Grillo. Ma non sono gli unici: anche altri lamentano sofferenza per la direzione presa dagli eventi. Tra questi, come ricorda l’Huffington Post, Roberto Cotti, Ivana Simeoni e Michela Montevecchi. Le motivazioni, del disagio generale ancor prima che delle dimissioni dei sei, sono chiaramente indicate nella lettera che Romani ha indirizzato a Pietro Grasso:

“Di mia personale iniziativa mi dimetto dalla carica di Senatore della Repubblica. Lo faccio con dolore ma con convinzione, per rimanere coerente con i miei valori e con l’impegno preso con gli elettori. Definire dissidente ed arrivare ad espellere chi pensa con la propria testa e ha il coraggio delle proprie idee è una mossa suicida; a ciò si aggiunga la rabbia e la violenza che ho visto usare verso i nostri colleghi. Non voglio essere complice di questa specie di linciaggio. In questo modo il Movimento non guadagna coesione, come dice Beppe Grillo, invece perde alcune delle sue forze migliori ed alcuni dei suoi rappresentanti più credibili”.

Analoghe argomentazioni nel testo vergato dalla Bignami:

“In seguito agli ultimi avvenimenti di cui sono stato spettatore attonito e le posizioni assunte dal gruppo parlamentare nel quale sono stata eletta desidero comunicare la mia intenzione di dimettermi dalla carica di Senatore della Repubblica”

La Mussini ha spiegato: “Mi dimetto perchè voglio un Movimento 5 Stelle sano. Ci credo fermamente, per questo ho presentato le mie dimissioni alla presidenza del Senato”. E ha aggiunto: “Stamani ho sentito l’intervendo di Battista in Aula e non posso rassegnarmi al fatto che il Movimento si privi delle sue menti migliori”. Certo, il passaggio non è immediato, visto che le dimissioni devono essere calendarizzate e poi votate dall’Aula. E, per prassi istituzionale, la prima volta verranno respinta. Una situazione in continua evoluzione. Alla Camera li hanno seguiti Alessio Tacconi e Ivan Catalano. Raggiunto dall’Huffingtonpost, quest’ultimo ha ammesso: “Era una situazione che non si poteva più sopportare, non volevo più rimanere in un ambiente come quello. Ora mi prendo qualche giorno per riposare, poi vedrò il da farsi”. La settimana prossima Gianroberto Casaleggio sarà a Roma. Mercoledì, giovedì forse. “Un incontro previsto, solo routine”, spiega lo staff. Ma è difficile che il big bang a cinque stelle non trovi spazio nell’agenda dei suoi appuntamenti

Fuori i dissidenti: i militanti del M5S hanno deciso

dissidenti-m5s-tuttacronacaE’ stato Beppe Grillo a dare l’annuncio: i militanti del Movimento 5 Stelle iscritti al suo blog hanno votato decretando l’espulsione dei quattro senatori dissidenti Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Luis Orellana e Francesco Bocchino. Nel dettaglio “29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione. 13.485 hanno votato contro”. Il leader dei pentastellati ha quindi ringraziato “tutti coloro che hanno partecipato” al sondaggio in rete sulla decisione dei gruppi parlamentari. Hanno partecipato alla votazione 43.368 iscritti certificati. Immediate le reazioni di alcuni deputati pentastellati, con Alessio Tacconi che, a La Zanzara su Radio 24 ha affermato: “Esco dal gruppo M5S alla Camera e con me ci sono altri 5 deputati”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Con questo voto  si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Grillo e Casaleggio. Nel movimento comandano solo loro, di fatto sono il braccio e la mente”. Per quel che riguarda il sistema di voto Tacconi ha quindi affermato: “Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo per forza fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente, non lasciando spazio a dubbi”.

“Sono peggio dei fascisti”: il Movimento 5 Stelle verso la scissione?

strappo-m5s-tuttacronaca“Scusaci, ma oggi non parliamo con la stampa, qualunque cosa diciamo, anche per il solo fatto di dirla, verrebbe usata contro di noi”. E’ quanto dicono Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Orellana, che ripetono anche “Siamo sereni”. Ma se loro lo sono, non si può dire lo stesso all’interno di quel Movimento 5 Stelle del quale fanno parte, anche se sarà la rete a decidere se potranno rimanere o no, visto che i diarchi stellati hanno deciso di espellerli dal proprio gruppo parlamentare. Oggi il Movimento è riunito ma, dopo tre ore di riunione e con l’ultima mediazione saltata, i quattro hanno abbandonato la sala. Con loro, altri sei: Bignami, Bencini, Di Pietro, Pepe, Vacciano e Fedeli. Alessandra Bencini è uscita in lacrime annunciando di volersene andare. E il numero, giurano, è in aumento e dovrebbe raggiungere la quota necessaria per un gruppo autonomo al senato. Mentre loro uscivano, gli insulti sono volati da entrambe le parti: “Sono degli str***i, peggio dei fascisti. Meglio che me ne vado- gridava una senatrice furibonda- prima che li prendo a borsettate”. I toni del post di Beppe hanno così provocato una slavina. Riporta l’Hugginton Post:

“Io con questa roba non ho nulla a che fare, voglio andarmene da questa follia”, sbotta un senatore, gli occhi lucidi. Lui e una sette, otto, forse una decina di suoi colleghi hanno deciso: “Un minuto dopo la ratifica dell’espulsione ci dimettiamo, questa schifezza è un Soviet, non il Movimento che abbiamo conosciuto”. Un numero preciso non è ancora prevedibile, ma sono molti che dicono senza mezzi termini che “ormai è certo, non si torna indietro”.

Il deputato Ivan Catalano parla di “Grande Fratello”, il collega Manlio Di Stefano non fa nulla per smentirlo, con un post su Facebook che richiama sensazioni e sapori di altre epoche – poco felici – dell’italica storia: “Abbiamo bisogno di essere come la testuggine spartana, ognuno di noi deve sentirsi protetto dal compagno al suo fianco. In questi undici mesi ho sempre sentito, nei momenti fondamentali, una spada conficcarsi al mio fianco. Questo non è più tollerabile. Fate la vostra scelta. In alto i cuori!”

Uno vale uno, dunque, ma l’irritazione del capo vale più di tutto. Tant’è che il voto che gli attivisti stanno trovando aprendo il portale è unico. Prendere o lasciare, tutti sono uguali, tutti si sono macchiati dello stesso reato, quello di criticare il leader. Ritieni che Bocchino sia da salvare e Orellana da condannare? Non lo puoi fare, non puoi pensare. O cacci i quattro rei di lesa maestà, o li tieni in blocco.

Un anno fa il Movimento vinceva le elezioni. Un anno fa ragazzi sorridenti e mamme con passeggini portavano una ventata d’aria fresca in Transatlantico. Nello stesso luogo, un protagonista di quell’allegra rivoluzione oggi abbassa gli occhi e commenta: “Ci abbiamo messo davvero poco per trasformarci in una cosa completamente diversa. Peccato, perché io ci avevo creduto. E spero di tornare ancora a crederci”.

La difesa dei dissidenti: continua il botta e risposta nel M5S

beppe-grillo-movimento-cinque-stelle-tuttacronacaIl popolo pentastellato della rete deve decidere l’espulsione dal Movimento 5 Stelle di Luis Orellana, Lorenzo Battista, Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, “colpevoli” di aver criticato Grillo. Loro, nel frattempo, hanno realizzato, e postato su Youtube, un video di difesa con il quale espongono la loro versione dei fatti. Mentre Orellana sottolinea che i “gruppi territoriali non ci hanno mai sfiduciati con un voto assembleare, ne’ nel caso mio a Pavia ne’ nel caso di Palermo”, Bocchino aggiunge che la presunta sfiducia da Palermo “arriva da una minoranza di iscritti al meet up, per di più, mi spiace dirlo, parenti e conviventi dei deputati della Camera”. Anche Battista ritiene il capo d’imputazione molto debole: “se anche avessimo detto una caz***a, è normale espellere per il reato di caz***a?”. E ancora, Campanella obietta: “siamo il Movimento della democrazia diretta e non possiamo neanche dire che qualcosa poteva essere fatta meglio, ma stiamo scherzando?”

Renzi e Padoan “figli della Troika”: protesta grillina alla Camera

carlo-sibilia-tuttacronacaDibattito sulla fiducia oggi alla Camera e il deputato pentastellato Carlo Sibilia prende la parola per attaccare Matteo Renzio. Il grillino si è reso protagonista di un battibecco con la presidente della Camera Laura Boldrini dopo aver detto: “A Matte’, sveglia!” Pronta la reazione della Boldrini che sbotta richiamando il deputato: “Usi un tono consono”. Il grillino viene richiamato più volte nel corso del suo intervento per i suoi reiterati attacchi fino all’ultimo, quando definisce Renzi e Padoan “Figli di Troika”. Attorno a lui, gli altri deputati hanno esposto il cartello in cui c’è scritta la stessa cosa.

#stiamoapposto, il video di denuncia del M5S: auto blu in divieto di sosta

auto-blu-divieto-sosta-tuttacronaca#stiamoapposto, è questo l’hashtag che compare alla fine di un video pubblicato su Youtube di parlamentari del Movimento 5 Stelle che vogliono denunciare il fatto che, nonostante cambino i protagonisti e si trasformino le modalità, quello che resta invariata è la sostanza. Nella serata di lunedì 24 febbraio, mentre nell’Aula del Senato si votava la fiducia al governo Renzi, all’esterno, proprio davanti Palazzo Madama, le auto blu degli Onorevoli si trovavano parcheggiate in divieto di sosta. Insomma, un primo fallo del nuovo governo.

Ancora polemiche tra pentastellati: “non si può esprimere il proprio pensiero”

Lorenzo-Battista-tuttacronacaContinuano le polemiche in casa pentastellata e a prendere la parola è il senatore “dissidente” Lorenzo Battista che in una nota scrive: ”I capi hanno annunciato la scomunica di Luis Orellana da Pavia. I valorosi guerriglieri-cittadini hanno eseguito anche stavolta il volere dei Supremi Capi e della loro strategia comunicativa. E meno male che vogliono preservare la Costituzione dove esiste anche l’articolo 21“. E sottolinea: “Invece di fare le battaglie sulle aliquote Irpef, la lotta alla grande evasione e alla fuga dei capitali illeciti, cambiare i regolamenti parlamentari, si preferisce mettere al pubblico ludibrio quattro senatori che hanno espresso il proprio pensiero“. Battista difende così il collega dalla “gogna cui è stato sottoposto” solo per aver avuto il coraggio, assieme ad altri tre senatori, di dire che Grillo aveva scelto l’atteggiamento sbagliato per recarsi alle consultazioni con Matteo Renzi.

Nessuno tocchi Grillo! I 4 senatori messi all’indice per averlo criticato

grillo-attacca-senatori-tuttacronacaBeppe Grillo è intoccabile e non ammette critiche. Pena: la messa al bando. La “punizione” per i quattro senatori dissidenti che ieri hanno criticato il suo atteggiamento nei confronti di Matteo Renzi nel corso delle consultazioni, infatti, è stata la pubblicazione delle loro foto, con nome e cognome. “I 4 senatori sono Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana”, scrive. E poi un post, “fuoco amico (?)”, firmato da Antonio Noziglia di Genova. Vi si legge: “Quattro senatori del m5s manifestano perplessità circa il metodo usato da Grillo nel corso del confronto in streaming con un certo Renzi. Chi sono questi 4 senatori? Quanto consenso hanno portato al m5s tutti insieme? Le televisioni di stato riportano lo streaming con tagli mirati ad oscurare la pietosa difficoltà in cui si è trovato il citato Renzi per tutta la durata del confronto. Perchè questi 4 signori non denunciano questo comportamento scorretto, lesivo del diritto ad una informazione corretta e lesivo pure della dignità di coloro che conducono certe trasmissioni?”.

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“Beppe Grillo hai sbagliato”: parlano quattro senatori pentastellati

grillo-renzi-consultazioni-tuttacronacaBeppe Grillo criticato. E questa volta le accuse arrivano dai suoi. Sono infatti quattro i senatori M5S che, in una nota congiunta, criticano l’atteggiamento del leader durante l’incontro con Matteo Renzi. Ad affermare “Beppe Grillo hai sbagliato” sono Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana. In particolare Campanelle e Orelllana sono da considerare “outsider”, non proprio vicini alla linea ortodossa del Movimento in quanto critici nei confronti di certi estremi del duo Casaleggio-Grillo e più vicini alla linea del dialogo con le altre forze politiche affini, soprattutto col Pd. Dialogo che oggi ci sarebbe potuto essere ma che Grillo ha rifiutato, nonostante la base gliel’avesse chiesto. I quattro senatori esprimono “le proprie perplessità sul modo in cui Beppe Grillo ha affrontato il colloquio di oggi col presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi”, definendola “una occasione perduta”.

“Peccato. Sarebbe stata un’ottima occasione per chiedere in streaming a Renzi cosa pensa delle grandi questioni su cui il Pd non si è mai espresso in modo chiaro – si legge nella nota – Pensiamo soprattutto agli sprechi costituiti dal proseguimento della realizzazione del TAV e del progetto F35“.

“Molti nel Movimento – scrivono i quattro senatori – sono appagati dal fatto che Grillo “gliele abbia cantate forte e chiaro”. Ma riteniamo che per esprimere valutazioni, il tempo e i mezzi non ci manchino. Per chiedere risposte precise, invece, bisognerà aspettare la prossima occasione. Questa – concludono Battista, Bocchino, Campanella e Orellana – l’abbiamo perduta”.

La doppia bufala degli operai che minacciano il suicidio al Festival

bufala-Sanremo-tuttacronacaBeppe Grillo, e con lui molti attivisti del M5S, commentando la presenza di due operai del Consorzio di Bacino di Napoli e Caserta che minacciavano di gettarsi dalla balconata in occasione della serata d’apertura, sostiene si sita trattato di una farsa per incrementare gli ascolti e per rubare la scena allo stesso leader dei pentastellati, vera attrazione della prima puntata del Festival. Peccato che i protagonisti della protesta siano realmente operai che non percepiscono lo stipendio da oltre un anno. Gli agenti della Polizia di Sanremo, inoltre, hanno ricostruito che erano presenti anche altre due persone, un uomo e una donna, facevano parte del gruppo arrivato dalla Campania. “Si tratta effettivamente di operai del Consorzio di bacino di Napoli che non prendono lo stipendio da più di un anno – ha detto il direttore di RaiUno Giancarlo Leone – Alcuni di loro hanno precedenti penali per episodi analoghi a quello di ieri. Ieri sono stati denunciati per violenza privata perché hanno obbligato con la minaccia alla lettura della loro lettera”. Ma gli operai, che hanno rimediato una denuncia, subiscono anche la beffa. Beppe Grillo, a seguito delle consultazioni con Renzi, ha detto: “Ieri ero a farmi prendere per il c… da Fazio con i finti operai che si buttavano dall’Ariston”. Ma in precedenza era stato il consigliere regionale M5S alla Regione Lazio Davide Barillari era caduto nella trappola, diffondendo sui suoi profili facebook e twitter la notizia secondo cui a Sanremo si sarebbero esibiti “due attori aspiranti suicidi per rubare la scena a Grillo”. La gaffe è presto scoperta da alcuni utenti, che hanno fatto notare al consigliere come la fonte da lui riportata abbia spesso messo in circolazione “bufale” sul web.

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Ma come spiega l’Huffington Post:

Ma in rete partono duri attacchi contro il Festival e il suo conduttore, Fabio Fazio: “Buffone, sapeva già il contenuto prima di leggerla. Marionetta nelle mani dei poteri forti, che schifo”, scrive un utente. Un altro auspica che “i due figuri vengano indagati”, un altro ancora si chiede: “E io pago la Rai? Bisognerebbe denunciare tutto alla Corte dei Conti”. C’è chi ci va giù pesante: “Questi del Pd sono veramente delle serpi, già è scesa in capo la Magistratura di Sx, fra poco servizi segreti stranieri, poi servizi segreti deviati, poi chiederanno se non l’hanno già fatto un aiuto alle mafie. Tutto per bloccare il Movimento 5 stelle”. Ancora: “Fazio sei vergognoso”; “Tutte chiacchiere, sono pagati dalla Rai per recitare”; “Che vergogna, questa è un’offesa a chi si è suicidato veramente nel nostro paese”.
Nella conferenza stampa del giorno dopo, alla domanda su cosa si potrebbe fare per evitare che si ripetano in un futuro al Festival di Sanremo episodi come quello della minaccia dei due operai campani di buttarsi dalla balconata, Fabio Fazio ha risposto in conferenza stampa: “I biglietti nominali aiuterebbero, sarebbero un bel deterrente”.

Grillo minacciato!

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“Mi hanno minacciato se entro dentro e provo a parlare mi denunciano”, questo il tweet appena lanciato dal Semplice Portavoce del M5S che si trova davanti all’Ariston a Sanremo dove ai giornalisti aveva già dichiarato “Rai disastro, Renzi il vuoto”

Grillo al Festival di Sanremo? Nessuna preoccupazione in casa Rai

grillo-sanremo-tuttacronacaGiancarlo Leone, direttore di Rai1, parla circa il rischio che domani sera, in occasione della serata inaugurale della 64esima edizione del Festival di Sanremo, Beppe Grillo possa intervenire in sala o condizionare l’evento. Secondo Leone non ci sarebbe alcuna preoccupazione nè alcuna “ipotesi A, B o C per la presenza di Grillo” domani sera all’Ariston. Anzi, spiega, “siamo fiduciosi che Grillo, proprio perché proviene dal mondo dello spettacolo e torna anche allo spettacolo, non interromperà la serata”. E ha aggiunto: “Se verrà a vedere il Festival non può che farci piacere, mentre quello che farà fuori dall’Ariston non è di nostra pertinenza. Credo che tutto avverrà nella massima tranquillità, senza interruzioni, anche perché le interruzioni non sono prevedibili o previste. La qualità della persona del mondo dello spettacolo è tale che sa bene che uno spettacolo non si interrompe”. Leone ha anche ‘confessato’ di aver acquistato, spendendo 66 euro, due biglietti per lo spettacolo che Grillo porterà in aprile a Roma, dal titolo “Te la do io l’Europa”.

Tutti a Sanremo? Forse Casaleggio accompagnerà Beppe Grillo

gianroberto-casaleggio-grillo-sanremo-tuttacronacaE’ di due giorni fa l’annuncio fatto da Beppe Grillo circa la sua presenza al Festival di Sanremo nella serata inaugurale di martedì 18 febbraio. La conferma è arrivata anche dal Movimento 5 Stelle e ora l’ipotesi è che anche Gianroberto Casaleggio possa prendere parte alla spedizione. Non è ancora noto che tipo di biglietto, e quindi che posto, abbia comprato il portavoce semplice del M5S nè che “sorpresa” abbia in serbo per il suo blitz. Quello che sembra certo è che giungerà accompagnato, anche se si dubito possa trattarsi di un parlamentare pentastellato. E c’è chi dice che arriverà insieme a Casaleggio.

“Napolitano è il nonno di Montecristo”: il nuovo attacco di Grillo

nonno_montecristo-tuttacronacaNuovo attacco di Beppe Grillo che si scaglia contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, secondo il leader del M5S, avrebbe deciso di “mollare” Letta e nominare “Renzie” in seguito alle rivelazioni pubblicate sul libro di Alain Friedman in cui Monti, De Benedetti e Prodi ammettevano di essere stati consultati “prima della crisi economica del 2011 e non dopo, per sostituire un presidente del Consiglio eletto in regolari elezioni, oltrepassando così i suoi poteri”. Grillo, in un post dal titolo “Il nonno di Montecristo”, scrive: “Napolitano è il nonno di Montecristo il protagonista di una riedizione moderna del famoso romanzo “Il conte di Montecristo”. Edmond Dantès venne imprigionato per opera di tre nemici, ognuno dei quali ottenne qualcosa dalla sua condanna. Fernand Mondego ne sposò la fidanzata, Danglars da scrivano di bordo divenne comandante della nave Pharaon al suo posto, Gérard de Villefort, il giudice responsabile della sua incarcerazione, fece carriera come sostituto Procuratore del Re”. E ancora racconta: “La scorsa settimana è andata in onda una sceneggiata per costringere Napolitano a dimettersi e a nominare Renzie. I protagonisti sono tre persone alle quali si può imputare tutto, ma non l’ingenuità. Prodi, Monti e De Benedetti rilasciano a suo tempo dichiarazioni (filmate!) al giornalista Friedman ben sapendo che sono delle vere e proprie bombe. Attestano infatti che il presidente della Repubblica si mosse, prima della crisi economica del 2011 e non dopo, per sostituire un presidente del Consiglio eletto in regolari elezioni, oltrepassando i suoi poteri”. Il leader pentastellato insiste: “Quei filmati sono una lettera di licenziamento preparata con cura e tenuta in un cassetto, i cui contenuti, guarda caso, sono pubblicati un giorno prima che sia discusso l’impeachment in contemporanea sul Corriere della Sera, con due pagine, e dal Financial Times, con il titolo “The italian job” in copertina. Edmond Napolitano non ci sta e grida al fumo “Fumo, solo fumo!”, ma oltre al fumo c’è anche, ineludibile, l’arrosto e un impeachment alle porte. Molla quindi Letta e riceve Renzie, che poco dopo diventa il candidato unico alla presidenza del Consiglio. L’impeachment non viene neppure discusso, ma letto e liquidato dalla commissione in venti minuti netti. Un record mondiale. Un nuovo mistero per il romanzo d’appendice del Quirinale. Però, nonostante Napolitano abbia evitato un pubblico dibattito parlamentare sull’impeachment, cominciano a circolare voci insistenti sulle sue dimissioni a breve, dopo l’insediamento del nuovo governo”. Conclude quindi il comico ligure: “Ora, a pensar male si fa peccato, disse Andreotti, ma spesso ci si azzecca. Dei tre protagonisti del feuiletton Prodi è candidato a succedere a Napolitano, De Benedetti è il primo sponsor di Renzie e Rigor Montis, che ha ritirato ad horas la fiducia del suo partitino a Letta è un possibile candidato per la presidenza di una Commissione Europea”.

Le contro-consultazioni: il M5S e il “vizio” di consultare la piazza

paola-taverna-tuttacronacaGiorno di consultazioni oggi al Quirinale, dopo le dimissioni presentate da Enrico Letta. E mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrava le delegazioni dei diversi partiti, eccezion fatta per Lega Nord e Movimento 5 Stelle, proprio i pentastellati organizzavano le loro contro-consultazioni in piazza Montecitorio. Nella mattinata di sabato, i grillini hanno allestito un sit-in davanti alla Camera dei Deputati protestando contro il prossimo governo Renzi. Sono stati circa un centinaio ad assistere alla manifestazione durante la quale hanno ascoltato alcuni dirigenti del Movimento, applauditi a più riprese. Alessandro Di Battista, capogruppo alla Camera, ha sottolineato che “Hanno paura delle elezioni, perché le vinciamo noi”. E mentre vengono fischiati Renzi, Napolitano e la presidente della Camera Laura Boldrini, la senatrice Laura Taverna, ex capogruppo a Palazzo Madama, ha gridato: “Noi abbiamo il ‘vizio’ di consultarvi, di chiedere alla gente cosa ne pensa. E allora voglio farvi alcune domande”. E chiede: “Vi sembra un esponente del centrosinistra Renzi? Vi piace questo nuovo Presidente del Consiglio? Vi sentite garantiti da questa presidente della Camera?” Quindi l’affondo a Napolitano, che Grillo nel suo blog definisce “monarca medievale” che si appresta a decidere del futuro del Paese, seduto a tavolino con un “pregiudicato”:“Vi sentite garantiti da questo Presidente della Repubblica?” Dopo essersi gloriata dei fischi suscitati dalle sue domande, la Taverna conclude: “Diamo al Paese queste consultazioni, le più democratiche possibili”.

Grillo annuncia “martedì a Sanremo”

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Dà l’annuncio via twitter Grillo del suo arrivo fissato epr martedì a Sanremo. Il Semplice Portavoce del M5S poi specifica che prima si intratterrà fuori dell’Ariston e poi entrerà all’interno.  D’altra parte Grillo aveva espresso seppur con toni diversi la stessa denuncia che Renato Brunetta aveva rivolto a Fazio.

Di Battista chiama in causa Gramsci e paragona Grillo a Gandhi

ALESSANDRO-DI-BATTISTA-tuttacronacaSaverio Romano, di Forza Italia, nel suo intervento nell’Aula della Camera aveva chiesto al premier Letta di riferire sulla situazione del Governo mentre Gianni Cuperlo, Pd, ha voluto ricordare l’anniversario della fondazione del quotidiano comunista l’Unità a Montecitorio. Il pentastellato Alessandro Di Battista ha voluto commentare entrambi gli interventi: “Non so se siamo alla Camera o a Scherzi a parte. Romano che si lamenta delle manovre extraparlamentari quando il suo boss è il capo delle manovre extraparlamentari, e Cuperlo parla di sinistra e dell’Unità che ieri parlava di un accordo tra Grillo e Berlusconi, quel Berlusconi che abbiamo cacciato dal Senato a calci nel deretano”. E non si limita a questo ma chiama in causa anche Gramsci: “Mentre Gramsci rischiava la vita, qui qualcuno non vuole rischiare la poltrona. Oggi Gramsci ascoltando questa sinistra e vedendo quello che il suo giornale è diventato si sta rivoltando nella tomba”, accusa Di Battista. Il grillino non si è limitato a questo: a Ballarò ha infatti paragonato Beppe Grillo a Gandhi:

Niente impeachment per Napolitano: archiviata la richiesta

MoVimento-5-Stelle-Giorgio-Napolitano-impeachment-tuttacronacaEra stato il Movimento 5 Stelle ad avanzare la richiesta per la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, richiesta che il Comitato per l’impeachment ha archiviato. La proposta per l’archiviazione, presentata dal Pd, è infatti stata approvata con 28 voti favorevoli. Unici voti contrari gli otto del Movimento 5 Stelle. Forza Italia non ha partecipato alle votazioni. L’archiviazione è giunta perchè l’istanza presentata dai pentastellati è stata ritenuta “manifestamente infondata”. Lo ha spiegato il presidente del Comitato per l’impeachment, Ignazio La Russa, al termine della seduta che ha approvato l’archiviazione della messa in stato di accusa. “Prima che l’archiviazione sia definitiva ora devono passare dieci giorni. Se infatti il 25% del Parlamento lo richiede è possibile che questa sia impugnata”, ha spiegato La Russa.

Alessandro Di Battista: il grillino che sognava Amici

alessandro-di-battista-tuttacronacaDi Alessandro Di Battista si sente molto parlare, soprattutto dopo l’intervista a Le Invasioni Barbariche con Daria Bignardi, in cui gli si chiedeva un commento sulla fede fascista del padre. La risposta alla giornalista è poi arrivata da Casalino e altri grillini, che alludendo ad Adriano Sofri le hanno chiesto: “Com’è l’aver sposato il figlio di un assassino?” Ma prima di diventare una figura di primo piano all’interno del M5S, Di Battista ha coltivato il sogno di fare l’attore. Franco Bechis su Libero rivela che aveva tentato di partecipare ad ‘Amici’, il talent scout condotto da Maria De Filippi.  “Aveva fatto una buona impressione, ricordano bene i selezionatori. E infatti era riuscito a passare le forche caudine delle prime prove, procedendo e sperando di arrivare nel gruppo che avrebbe poi animato la trasmissione. A pochi passi dal traguardo andò male. E forse è stata la fortuna di Di Battista, perché la mancata carriera da attore gliene ha spalancata una più politica. Tornato in Università si è sudato (2007-2008) un master alla Sapienza in tutela internazionale dei diritti umani”.Prima del Master Di Battista aveva già lavorato come volontario alla Caritas prima in Kosovo e poi in Guatemala, poi è andato a fare l’ufficio stampa presso il Consiglio italiano dei rifugiati, ha fatto uno stage in Congo per l’associazione Amka onlus, è tornato a Roma a fare il ricercatore per la commissione nazionale italiana per l’Unesco.

Anche Paperino prende in giro il complotto delle scie chimiche

scie-chimiche-tuttacronacaOrmai lo sappiamo: appena qualcosa cattura l’attenzione, presto diventa popolare in rete e rimbalza ovunque. Ora è il turno di una striscia di fumetti della Walt Disney dove appare un gruppo di pennuti che, alle spalle di un perplesso Paperino, parlano del “complotto degli sciami chimici”:

“Sappiate che nel prossimo numero di Pan Zan si parla del complotto degli sciami chimici”.
“E che cosa sono?”.
“Api telecomandate inviate dai servizi segreti per intontirci con del miele radioattivo”.
“Questa sembra una bufala perfino a me che credo a tutto”.
“Il fatto stesso che tu creda che sia una bufala dimostra che è vera! Anche tu sei stato condizionato!”.

L’immagine sembra, come sottolinea l’Huffington Post, prendere bonariamente in giro le tesi complottiste che parlano delle scie chimiche degli aeroplani come agenti di un cambiamento climatico indotto dai poteri forti a livello mondiale. Una tesi rilanciata da molti degli attivisti del Movimento 5 stelle.

Le manette in politica, dopo la Lega arriva Grillo

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Le vere protagoniste della politica da qualche giorno sono diventate le manette. Dopo la protesta in aula della Lega ora anche Beppe Grillo in un videomessaggio sventola le manette. L’arresto potrebbe avvenire  a seguito della richiesta di condanna per un blitz in Val di Susa durante le manifestazioni No Tav. “Sono tranquillo, nove mesi passano presto”, dice Grillo nel video.

 

Grillo e il processo No Tav: “Nove mesi? Passano in fretta…”

grillo-carcere-tuttacronacaLa Procura di Torino ha chiesto che Beppe Grillo venga condannato a nove mesi di reclusione con riferimento alla costruzione abusiva costruita nel 2010 e poi diventata uno dei simboli del movimento No Tav. Ora il leader del Movimento 5 Stelle ha deciso di prendere la parola e risponde spiegando che “9 mesi passano presto”. Grillo, inoltre, si dice tranquillo, pronto a scontare la pena. E rilancia con un appello di solidarietà per i NoTav.

Questo è un appello di solidarietà alla Val di Susa. Sono più di 500 inquisiti, tutti sotto processo per delle cose che io non riesco assolutamente a capire. Comunque io confido nella Giustizia. Sono calmo, sono sereno. Sono molto sereno. Non ho grossi problemi. Il PM ha chiesto nove mesi di reclusione perché io avrei rotto un sigillo “già portato via dal vento”, come scritto nella notifica. Era un sigillo che non c’era, un sigillo “inconsapevole”. Mi hanno invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina. Però io sono tranquillo: nove mesi passano presto. Voglio dare la mia solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215.000 euro, ne hanno già raccolto circa 100.000 e ne mancano altrettanti. C’è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema. La TAV è un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma tutta l’Italia e forse tutta l’Europa, ma noi siamo tranquilli! La Giustizia farà il suo corso e io sono calmo, perfetto e non mi agito assolutamente. Aiuta la Valle a resistere! I contributi devono essere versati esclusivamente sul Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838 IBAN: IT22L0760101000001004906838 intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.

No Tav: la Procura di Torino chiede 9 mesi per Beppe Grillo

beppe_grillo_no_tav-tuttacronacaAl termine di un processo legato a una delle dimostrazioni dei No Tav in Valle di Susa, la Procura di Torino ha chiesto che Beppe Grillo venga condatto a nove mesi di reclusione. Il riferimento è alla costruzione abusiva di una baita, nel dicembre 2010, diventata simbolo del movimento. Come spiega TgCom: i fatti risalgono al 5 dicembre di quattro anni fa quando, durante una manifestazione dei No Tav, Beppe Grillo salì in Val di Susa. Si fermò davanti alla baita, allora ancora in costruzione, per improvvisare un comizio e farsi poi accompagnare all’interno. Il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa in precedenza lo aveva avvertito: se avesse varcato la soglia di quella casetta, avrebbe commesso un reato. Grillo entrò e uscì pochi minuti dopo per mimare, davanti alle telecamere, i polsi ammanettati. Nel processo sono coinvolte 21 persone, tutte accusate di violazione di sigilli. Solo per quattro degli interessati è stata chiesta l’assoluzione, per gli altri condanne tra i sei e i 18 mesi. Non è invece chiaro se il leader del M5s sia o no indagato in merito alla lettera aperta da lui inviati ai capi delle forze di polizia. “Al riguardo sono arrivati numerosi atti da divere Procure dove risulta già indagato” per istigazione ai militari a disubbidire alle leggi, dice il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce. Ancora il TgCom scrive: La Procura di Genova sta in merito vagliando la sussistenza della competenza territoriale per la decina di denunce per i contenuti del blog dello stesso Grillo e inviate a Genova. Le denunce sono tutte convogliate nel capoluogo ligure perché ritenuto quello con la Procura competente, dal momento che il comico risiede a Sant’Ilario (Genova). Ma proprio la competenza territoriale sarebbe uno degli aspetti al vaglio dei magistrati che si occupano del caso. Tra le denunce arrivate ce n’è anche una che viene da Teramo. La Procura comunque non conferma l’iscrizione nel registro degli indagati del comico genovese anche se, secondo quanto appreso, l’apertura del fascicolo come “atto dovuto” potrebbe portare nei prossimi giorni, una volta risolto il problema della competenza, a un ulteriore sviluppo. L’attività della Procura di Genova sarebbe incentrata non solo sulla lettera aperta alle forze dell’ordine, postata sul blog del 10 dicembre 2013, ma anche su una serie più ampia di affermazioni che, secondo quanto appreso, non sarebbero esclusivamente state riportate nel blog. I pm confermano che, una volta ricevuto il fascicolo da Roma, il reato ipotizzato, ancora contro ignoti, è il 266 del codice di procedura penale, ovvero l’istigazione dei militari a disobbedire alle leggi, che prevede una reclusione da due a cinque anni se il fatto viene commesso pubblicamente. I documenti arrivati sono stati accorpati in un unico fascicolo, su cui stanno lavorando i magistrati Nicola Piacente, Federico Manotti e Silvio Franz. Da parte sua Enrico Grillo, nipote e avvocato del comico, a proposito dell’iscrizione nel registro degli indagati del leader del M5S dice: “A noi non è arrivato nessun avviso di garanzia. Non sappiamo nulla”.

Beppe Grillo indagato per istigazione dei militari alla disobbedienza

beppe-grillo_indagato-tuttacronacaLa Procura di Genova ha aperto un fascicolo e ora Beppe Grillo sarebbe indagato per istigazione alla disobbedienza. Stando a quanto si apprende da fonti giudiziarie, infatti, il leader del Movimento 5 Stelle è indagato per istigazione ai militari a disobbedire alle leggi. L’inchiesta è stata avvita dai pm genovesi hanno avviato in seguito a un procedimento inviato da Roma dove era stato presentato un esposto da parte di alcuni deputati del Pd, dopo l’esortazione del leader del Movimento Cinque Stelle a non difendere più la classe politica e l’invito ai militari a unirsi alla protesta dei forconi.

La Bignardi presa di mira anche da Selvaggia Lucarelli

selvaggia-lucarelli-tuttacronacaDue fazioni contrapposte, all’attatto o in difesa di Daria Bignardi a seguito dell’intervista durante la trasmissione Le Invasioni Barbariche che ha visto in studio il grillino Di Battista. Ora Selvaggia Lucarelli ha a sua volta preso la parola e le rivolge aggettivi del tenore di sadica, schifata, rapita, narcolettica, diabolica, solo per citarne alcuni. Il programma, osserva, da anni sulla cresta dell’onda, regge a share e lotte intestine nel palinsesto di La7 e, anzi, va pure meglio degli anni precedenti. A questo punto Selvaggia traccia un schema tipo del programma,  “quelle certezze a cui lo spettatore è ormai irrimediabilmente affezionato”.

a) la faccia schifata della Bignardi quando davanti a sé ha l’ospite  «la redazione ha insistito tanto». Tra sguardi assassini, smorfie alla Facci e pause per guardare la cartelletta in cerca della domanda più infame come facevano i professori guardando il registro dopo aver pronunciato la frase «Oggi interroghiamo…», l’intervista barbarica denominata «le-stavo-sulle-pa…» è un’esperienza che segna più del divorzio con figli in età adolescenziale. […]

b) la faccia rapita della Bignardi quando, al contrario,  ha l’ospite «Fi.. di legno sarà tua sorella». Le capita, spesso, con gli attori. 

c) l’occhio narcolettico  in presenza dell’ospite «Quando ho finito svegliatemi». Succede con gli ospiti nei confronti dei quali prova una totale, plateale, smaccata indifferenza. Le è successo con Belen. […] 

d) l’intervista «Esci da quel corpo!». Ogni tanto, Daria, è vittima di una possessione demoniaca che la coglie in momenti del tutto imprevedibili. Come la piccola Regan de L’esorcista,  lei è lì che discorre amabile con l’ospite di turno, e tra sorrisi e convenevoli a un certo punto le scappa una frase che è generata da il Male. Da Belzebù.[…] 

e) l’intervista  «quanto m’attizza la piccozza». Daria nutre una misteriosa e viscerale passione per gli alpinisti. Li intervista tutti. 

E non può mancare la conclusione con l’ultimo affondo: 

La ragione di certe infatuazioni di Daria non la conosce nessuno, come del resto nessuno ha ancora ben capito perché al suo invito dicano tutti sì, nonostante  la graticola che attende l’ospite. Diciamo che l’intervista barbarica è una sorta di chiamata alle armi: bisogna dire sì, nella viva speranza di non starle sulle ba….

 

“In Italia è in corso un colpo di Stato. Dimettiti” così Grillo alla Boldrini

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L’ennesimo duro attacco di Beppe Grillo arriva dal suo blog e stavolta il Semplice Portavoce del M5S si scagli contro la riforma  elettorale, la ‘ghigliottina’ decisa dalla presidente Laura Boldrini e il decreto Imu-Bankitalia. Parole dure quelle di Grillo che si rivolgono proprio al Presidente della Camera: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla», poi l’ex-comico ha aggiunto anche che secondo lui questa «è la fine della democrazia» e ha invitato Laura Boldrini a dimettersi.

“Sono stato becero. Come lei”: Rocco Casalino vs Daria Bignardi

rocco-casalino-tuttacronacaL’ex gieffino Rocco Casalino, ora in forze al Movimento 5 Stelle, dopo aver scritto una lettera aperta a Daria Bignardi a seguito dell’intervista ad Alessandro Di Battista nel corso della trasmissione a “Le invasioni barbariche”, rilascia due interviste a La Stampa e a Repubblica. “È come se si fosse chiuso un ciclo. Come se, 15 anni dopo, mi fossi messo definitivamente alle spalle l’esperienza del Grande Fratello”, spiega. Daria Bignardi “la consideravo un’amica. Fu la prima a intervistarmi quando uscii dalla casa. E adesso ci confrontiamo su un piano diverso. Di lei mi fidavo. Invece ci ha teso una trappola”.  Commentando il suo post spiega: “Sono stato becero. È vero. Come è stata becera lei. Noi siamo stati vittime di un trattamento violento. E io ho cercato di farle capire come ci si sente in certi momenti”. E ancora: “Ho usato lo stesso metro che ha avuto lei in trasmissione quando ha chiesto a Di Battista se da bambino non lo facesse stare male avere un padre fascista”.  “Anch’io ho fatto una domanda. Ho provato in privato. Via sms. Non mi ha risposto. Allora ho scelto il blog”. E ribadisce: “Prima Daria ha messo in relazione Di Battista e il fascismo. Poi ha fatto entrare Augias e gli ha fatto dire che i nostri militanti hanno atteggiamenti squadristi. Uno schema chiaro. Al quale suo marito, Luca Sofri, non è estraneo. Nella pausa pubblicitaria le suggeriva all’orecchio le cose da dire”. Ancora, Casalino tiene a sottolineare:Sono un attivista e un professionista – dice al quotidiano diretto da Ezio Mauro -, ma prima di tutto attivista. Se c’è da lottare, lotto”. “Siamo in pieno bipolarismo: noi contro la casta – dice a proposito delle parole del premier a difesa di Daria Bignardi -. E la casta si difende. Letta si occupi dei problemi del Paese”.

Il fazzoletto bianco del M5S

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Lo annuncia Grillo sul web! La nuova protesta del M5S sarà un fazzoletto bianco al braccio nel tentativo di ripristinare la democrazia. Dopo le accuse alla Boldrini e i disordini in Aula ora Grillo punta a un segno distintivo per il suo movimento e attacca ancora una volta il sistema politico italiano. La foto poi è stata postata sui social network dallo stesso profilo del Semplice Portavoce del Movimento.

Casalino: “Cara Bignardi, com’è l’aver sposato il figlio di un assassino?”

daria-bignardi-tuttacronacaUna lettera aperta indirizzata a Daria Bignardi è apparsa sul blog di Beppe Grillo, a firma Rocco Casalino, che oggi lavora alla comunicazione di M5S ma che anni fa prese parte a Grande Fratello quando alla conduzione c’era proprio la giornalista: “Cara Daria Bignardi, ti propongo questa riflessione sulla trasmissione di venerdì sera. Come sarebbe per te – si legge – se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassino? Come è l’aver sposato il figlio di un assassino?”.   “E se insistessi su questa domanda come hai fatto tu per il padre ex fascista di Di Battista? E se dopo aver avuto te ospite invitassi uno scrittore che invece di parlare del suo libro raccontasse di cosa è stato Lotta continua e di cosa pensa di te? E se questo scrittore utilizzasse il suo tempo non per parlare del suo libro ma per denigrare te che, oltretutto, saresti impossibilitata a difenderti? Tu penseresti che io sia stato corretto come conduttore o penseresti che questo invito sia stato una trappola ben orchestrata per far prevalere una idea e una tattica precostituita? Ad esempio che il MoVimento 5 Stelle e i suoi parlamentari sono squadristi”. E ancora: “Con una grande abilità sei passata dal papà fascista (tra l’altro, ex fascista, ora vota m5s) ad Augias che ci dipinge come neofascisti. Ma assomigliate più voi a quel regime, voi che utilizzate tecniche da istituto luce, o noi che volevamo solo evitare che andassero 7,5 miliardi di euro alle banche? 7,5 miliardi che pagheremo noi tutti, tu e la tua famiglia comprese”, conclude Casalino.

La gaffe “storica” della grillina Paola Taverna

“Scandaloso e mortificante”: anche i Vescovi contro le bagarre in Aula

BagarreCamera-montecitorio-tuttacronacaGiorgio Napolitano, al termine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, lasciando la sede del Consiglio di Stato lancia un appello per il ritorno alla serenità istituzionale. “Sono sereno per quel che riguarda la mia situazione personale, preoccupato per quello che riguarda il Parlamento”. I riferimento sono alla richiesta di impeachment nei suoi confronti e l’ostruzionismo sul decreto Imu-Bankitalia, la bagarre in Aula del Movimento 5 Stelle, che dal canto loro sono pronti ad alzare ulteriormente i toni. “Leggo tanta gente nervosa per l’intervista al Tg1 della Boldrini – posta su Facebook Manlio di Stefano -, ma vi prego di non sprecare tempo con queste cose. Una donna senza dignità che parla ad un Tg senza giornalisti non merita considerazione. Sono zombie che tentano di tornare in vita. Andiamo oltre”. Nel frattempo, i grillini lanciano una nuova iniziativa: “Da oggi tutti i parlamentari M5S indossano un fazzoletto bianco al polso, fino al ripristino della democrazia”, ad annunciarlo è il gruppo dei Cinquestelle di Montecitorio. Mentre il loro leader, Beppe Grillo, pubblica sul suo blog un post per lanciare l’hashtag Twitter ‘Boldriniacasa’ e chiedere, attraverso un sondaggio, le dimissioni del presidente della Camera: “Ha tradito il suo mandato. Giovedì 29 gennaio è morta la democrazia”, dice. Grillo che ha deciso d’incontrare i ‘suoi’ in una sala dell’hotel dove ha pernottato e non, come inizialmente previsto, alla Camera o al Senato. Anche la Conferenza episcopale italiana attacca quanto accaduto in Aula: “scandaloso e mortificante per l’Italia e tutti noi”.

“Grillini squadristi mentre Grillo semina odio”: parla Matteo Renzi

grillini-proteste-tuttacronacaI grillini continuano a protestare in Aula, Beppe Grillo, atteso oggi a Roma, ha detto “Siamo noi la nuova resistenza” e intanto è arrivata la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica ad opera del Movimento 5 Stelle. In questo clima il segretario del Pd, Matteo Renzi, parla a La Stampa: “Una cosa senza senso, l’attacco al Presidente. Una vigliaccata. Napolitano va difeso anche per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c’è da ricorrere al codice penale”. E aggiunge con l’M5S “siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino”. Il sindaco fiorentino prosegue ancora: “La verità è che gli stiamo tagliando l’erba sotto i piedi, smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti”. “La riforma della legge elettorale, l’abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V. Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa. E’ per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l’impeachment di Napolitano”. E prosegue: “Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare”. Secondo Renzi “la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte”. “Un anno fa Beppe Grillo parlava di futuro e di cambiamento, di rinnovamento della Repubblica e di speranze per i giovani: con una campagna aggressiva ma allegra, con toni certo duri ma ancora speranzosi, ha quasi vinto le elezioni”, ricorda Renzi. Adesso, invece, “solo discorsi rabbiosi, bui, minacciosi, disperati. Semina odio. Ma il Paese non ne può più”. “A quest’atteggiamento rabbioso fa da contraltare l’idea che con un orizzonte serio e con la calma necessaria, quel che deve esser fatto sarà fatto. E’ per questo – conclude – che, al di là dell’indignazione, non siamo preoccupati da quel che dice e dalle assurde iniziative che mette in campo”.

“Siamo noi la Nuova Resistenza!”: così Grillo

grillo-tuttacronacaBeppe Grillo si prepara a stare vicino, anche fisicamente, ai suoi parlamentari, in questi giorni impegnati in contestazioni alla Camera e che hanno occupato alcune commissioni. “Noi siamo la Nuova Resistenza”. Domani “vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi”, dice loro. In un post, inoltre, proclama la #NuovaResistenza, alzando ancora di più il tono dello scontro. E dice la sua in un lungo videomessaggio, intitolato “Siamo la Nuova Resistenza!”. Queste le sue parole:

Per vedere dove andrà a finire questo Paese guardo il mare, guardo un po’ l’orizzonte. Vedo delle cose che non so neanche come interpretare. Siamo nella metafisica. C’è una legge elettorale fatta da un pregiudicato insieme a una specie di cartone animato e Verdini. Come si fa a pensare di fare una legge elettorale fatta da Verdini e da Berlusconi? Verdini ha incriminazioni e processi in corso. Non so se sarà condannato o meno, ma non si affida una roba così a uno che ha questi processi, che è un massone. Essere massoni non è reato, però se vogliono governare con la massoneria formino un nuovo partito, il Partito dei massoni, si fanno eleggere, prendono i voti e vanno dentro.

Ho visto l’incompetenza della Boldrini, non riesce a gestire l’Aula. Ho visto quelli che cantavano “O Bella Ciao” mentre davano sette miliardi e mezzo alle banche. Se avessi fatto la Resistenza non so come la prenderei: sentire questo inno lì dentro, in quel momento lì! Fanno i giochini da bambini scemi. Cambiano le parole. Fanno i pacchettini di democrazia, come il pacchetto con dentro l’Imu insieme alla Banca di Italia, o voti tutti e due o sennò sei un rivoluzionario. Noi abbiamo chiesto di separare le cose e non possiamo che essere d’accordo con la abolizione Imu, ma non potevamo permettere che fosse svenduta la Banca d’Italia sotto i nostri occhi. Si sono già svenduti le Poste, si svendono l’Eni, l’Acqua, il gas, la luce… Svendono la nostra vita!

La violenza è brutta, e io dico che ha fatto malissimo la nostra Loredana Lupo a scagliarsi con il viso contro il dorso della mano del questore Dambruoso. Avrà avuto dei danni alla mano, mi dispiace, poverino! Ci dica che danni ha avuto che lo risarciremo nella mano. La stampa gli dice bravo, “hai fatto bene”.

E Napolitano cosa dovrebbe fare? Monitare? Oggi abbiamo chiesto ufficialmente l’impeachment perché un uomo così non può continuare a essere il Presidente degli italiani, perché lui fa il Presidente del consiglio, non il Presidente della Repubblica. Deve dimettersi, come consigliò di fare a Cossiga.

Noi rispettiamo quello che abbiamo detto: devono andare a casa tutti, a iniziare da lui, che studiava all’università in tempo di guerra. Uno che diceva che il fascismo bisognerebbe esportarlo in Unione Sovietica! È un uomo che dovrebbe essere a casa e invece sta spalleggiando questa legge elettorale incostituzionale. Non è possibile che sia senza il voto di preferenza, con un premio di maggioranza abnorme, con il doppio voto che chi vince va al ballottaggio e prende tutto. E’ una legge fatta per tagliare fuori il MoVimento 5 Stelle, l’ha detto anche il Ministro Mauro, se l’è fatto scappare a Porta a Porta, poi se n’è accorto, si è fermato, tutti gli altri hanno cambiato subito argomento. Una legge elettorale così non l’ha fatta neanche Acerbo al tempo del fascismo, che c’era un premio di maggioranza inferiore a questo.

Noi affronteremo tutto, andiamo avanti e continuiamo a andare avanti. La democrazia non c’è più, sostituite la parola democrazia con governabilità. La dittatura della governabilità. È un momento strano, noi ci siamo in mezzo, noi siamo gli acceleratori di un processo che ormai è stato attivato. Io voglio un orizzonte per l’Italia e lo troveremo andando in Europa e cambiando gli accordi. Li cambieremo là, rivedremo tutta la posizione dell’Italia là.

Per adesso ci stiamo svendendo tutto, attraverso questa classe politica e economica che va sostituita e spazzata via.
Io vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi.

L’impeachment? “Faccia il suo corso”. Così Napolitano

Napolitano_impeachment-tuttacronacaLa mattina del 30 gennaio dei parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato la denuncia per impeachment per Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica, al termine di una visita al Vittoriano, ha commentato: “Faccia il suo corso” ai cronisti che gli chiedevano se fosse preoccupato da simile richiesta. I cronisti hanno poi provato a chiedere un commento sulla legge elettorale, ma il presidente della Repubblica non ha risposto.

Il M5S presenta la messa in stato di accusa per Napolitano

Napolitano_impeachment-tuttacronacaE’ stato Santangelo, caprogruppo M5S al Senato, a dire in aula: “Questa mattina il movimento 5 Stelle ha presentato, in entrambi i rami del Parlamento, la denuncia per la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica italiana”. Napolitano è accusato dai grillini del reato di attentato alla Costituzione.  Il pentastellato ha quindi chiesto  una sospensione della seduta di due ore “per consentire al nostro gruppo di riunirsi” anche alla luce dei fatti di mercoledì alla Camera, ossia alla decisione di Laura Boldrini di applicare la cosiddetta ghigliottina al decreto Imu-Bankitalia, sospendendo la discussione in aula e procedendo direttamente al voto per potere convertire il provvedimento in scadenza a Mezzanotte. Nella richiesta di impeachment, il Movimento pentastellato accusa il presidente della Repubblica, tra le altre cose, di mancato rinvio alle Camere di leggi incostituzionali; abuso del potere di grazia; grave interferenza nei procedimenti giudiziari relativi alla trattativa Stato-mafia. I Cinque Stelle, inoltre, contestano a Napolitano di aver esercitato pressioni improprie sul Parlamento per imporre una procedura derogatoria dell’articolo 138 della Costituzione per le riforme e di non aver fermato l’abuso della decretazione d’urgenza da parte del governo. Ecco il testo integrale apparso nel blog di Grillo:

Il Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, nell’esercizio delle sue funzioni, ha violato – sotto il profilo oggettivo e soggettivo, e con modalità formali ed informali – i valori, i principi e le supreme norme della Costituzione repubblicana. Il compimento e l’omissione di atti e di fatti idonei ad impedire e a turbare l’attività degli organi costituzionali, imputabili ed ascrivibili all’operato del Presidente della Repubblica in carica, ha determinato una modifica sostanziale della forma di stato e di governo della Repubblica italiana, delineata nella Carta costituzionale vigente. Si rilevano segnatamente, a seguire, i principali atti e fatti volti a configurare il reato di attentato alla Costituzione, di cui all’articolo 90 Cost.

1. Espropriazione della funzione legislativa del Parlamento e abuso della decretazione d’urgenza La nostra Carta costituzionale disegna una forma di governo parlamentare che si sostanzia in un saldo rapporto tra Camere rappresentative e Governo. La prevaricazione governativa assoluta, caratterizzata da decretazione d’urgenza, fiducie parlamentari e maxiememendamenti configura, piuttosto, un ordinamento altro e diverso che non conosce più il principio supremo della separazione dei poteri. Il predominio legislativo da parte del Governo, attraverso decreti legge, promulgati dal Presidente della Repubblica, viola palesemente sia gli articoli 70 e 77 della Costituzione, sia le norme di primaria rilevanza ordinamentale (quale la Legge n. 400 del 1988), sia numerose sentenze della Corte costituzionale (tra tutte: sentenza n. 29 del 1995, n. 22 del 2012 e n. 220 del 2013). Ma al di là del pur impressionante aspetto quantitativo che, comunque, sotto il profilo del rapporto costituzionale tra Parlamento e Governo assume fortissima rilevanza, è necessario rimarcare, parallelamente, una preoccupante espansione della loro portata, insita nei contenuti normativi e, soprattutto, nella loro eterogeneità. Aspetto ulteriormente grave è la reiterazione, attraverso decreto- legge, di norme contenute in altro decreto-legge, non convertito in legge. La promulgazione, da parte del Presidente della Repubblica, di simili provvedimenti è risultata in palese contrasto con la nota sentenza della Corte costituzionale n. 360 del 1996, che ha rilevato come «il decreto- legge reiterato – per il fatto di riprodurre (nel suo complesso o in singole disposizioni), il contenuto di un decreto-legge non convertito, senza introdurre variazioni sostanziali – lede la previsione costituzionale sotto più profili». La forma di governo parlamentare, alla luce dell’attività normativa del Governo, pienamente avallata dalla connessa promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, si è sostanzialmente trasformata in «presidenziale» o «direttoriale», in cui il ruolo costituzionale del Parlamento è annientato in nome dell’attività normativa derivante dal combinato Governo-Presidenza della Repubblica.

2. Riforma della Costituzione e del sistema elettorale Il Presidente della Repubblica ha formalmente e informalmente incalzato e sollecitato il Parlamento all’approvazione di un disegno di legge costituzionale volto a configurare una procedura straordinaria e derogatoria del Testo fondamentale, sia sotto il profilo procedimentale che sotto quello degli organi deputati a modificare la Costituzione repubblicana. In particolare, il disegno di legge costituzionale governativo presentato alle Camere il 10 giugno 2013, sulla base dell’autorizzazione da parte del Capo dello Stato, istituiva una procedura di revisione costituzionale in esplicita antitesi sia rispetto all’art. 138 Cost., sia rispetto all’art. 72, quarto comma, della Costituzione che dispone: «La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale». Il Capo dello Stato ha, dunque, promosso l’approvazione di una legge costituzionale derogatoria, tra le altre, della norma di chiusura della Costituzione – ovvero l’art. 138 Cost. – minando uno dei principi cardine del nostro ordinamento costituzionale: la sua rigidità. Egli ha tentato di trasformare la nostra Carta in una Costituzione di tipo flessibile. Flessibilità che, transitivamente, si sarebbe potuta ritenere espandibile, direttamente ed indirettamente, alla Prima Parte della Costituzione repubblicana, in cui sono sanciti i principi fondamentali della convivenza civile del nostro ordinamento democratico. Il Presidente della Repubblica ha, inoltre, in data 24 ottobre 2013, nel corso dell’esame parlamentare riferito alla riforma della legge elettorale, impropriamente convocato alcuni soggetti, umiliando istituzionalmente il luogo naturalmente deputato alla formazione delle leggi. Si tratta, segnatamente, del Ministro per le Riforme Costituzionali, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento e Coordinamento delle Attività di Governo, dei Presidenti dei Gruppi Parlamentari “Partito Democratico”, “Popolo della Libertà” e “Scelta Civica per l’Italia” del Senato della Repubblica, e del Presidente della Commissione Permanente Affari Costituzionali del Senato.

3. Mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale Il Presidente della Repubblica, recita l’articolo 74 della Costituzione, prima di promulgare un progetto approvato dalle due Camere, può rinviarlo al mittente, chiedendo una nuova deliberazione. Il rinvio presidenziale costituisce una funzione di controllo preventivo, posto a garanzia della complessiva coerenza del sistema costituzionale. Spiccano, con evidenza, alcuni mancati e doverosi interventi di rinvio presidenziale, connessi a norme viziate da incostituzionalità manifesta. Possono, in particolare, evidenziarsi sia con riferimento alla legge n. 124 del 2008 (c.d. «Lodo Alfano»), sia con riguardo alla legge n. 51 del 2010 (c.d. «Legittimo impedimento»). Nel primo caso, le violazioni di carattere costituzionale commesse ad opera della Presidenza della Repubblica sono risultate duplici, stante sia l’autorizzazione alla presentazione alle Camere del disegno di legge governativo, sia la sua relativa promulgazione; norma, questa, dichiarata integralmente incostituzionale dalla Consulta con sentenza n. 262 del 2009. Nel secondo caso, la legge promulgata è stata dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale, con sentenza n. 23 del 2011 ed integralmente abrogata con referendum popolare del giugno 2011.

4. Seconda elezione del Presidente della Repubblica Ai sensi dell’articolo 85, primo comma, della Costituzione «Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni». É, dunque, evidente che il testo costituzionale non contempla la possibilità dello svolgimento del doppio mandato da parte del Capo dello Stato. A tal riguardo, il Presidente Ciampi ebbe a dichiarare che: «Il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato». In definitiva, anche in occasione della sua rielezione, il Presidente della Repubblica – accettando il nuovo e doppio incarico – ha violato la forma e la sostanza del testo costituzionale, connesso ai suoi principi fondamentali.

5. Improprio esercizio del potere di grazia L’articolo 87 della Costituzione assegna al Presidente della Repubblica la possibilità di concedere la grazia e di commutare le pene. La Corte costituzionale ha sancito, a tal riguardo, con sentenza n. 200 del 2006, che tale istituto trova supporto costituzionale esclusivamente al fine di «mitigare o elidere il trattamento sanzionatorio per eccezionali ragioni umanitarie». Viceversa, in data 21 dicembre 2012, il Capo dello Stato ha firmato il decreto con cui è stata concessa al direttore del quotidiano “Il Giornale”, dott. Sallusti, la commutazione della pena detentiva ancora da espiare nella corrispondente pena pecuniaria. A sostegno di tale provvedimento presidenziale, il Quirinale ha «valutato che la volontà politica bipartisan espressa in disegni di legge e sostenuta dal governo, non si è ancora tradotta in norme legislative». Analogamente, il Presidente della Repubblica, in data 5 aprile 2013 ha concesso la grazia al colonnello Joseph L. Romano, in relazione alla condanna alla pena della reclusione e alle pene accessorie inflitta con sentenza della Corte d’Appello di Milano del 15 dicembre 2010. La Presidenza della Repubblica ha reso noto che, nel caso concreto, «l’esercizio del potere di clemenza ha così ovviato a una situazione di evidente delicatezza sotto il profilo delle relazioni bilaterali con un Paese amico». Con nota del 13 agosto 2013, inoltre, il Presidente della Repubblica ha impropriamente indicato le modalità dell’esercizio del potere di grazia, con riferimento alla condanna definitiva del dottor Berlusconi, a seguito di sentenza penale irrevocabile relativa a gravissimi reati. Dunque, anche con riguardo agli istituti di clemenza, il potere nelle mani del Capo dello Stato ha subito una palese distorsione, ai fini risolutivi di controversie relative alla politica estera ed interna del Paese.

6. Rapporto con la magistratura: Processo Stato – mafia Anche nell’ambito dei rapporti con l’ordine giudiziario i comportamenti commissivi del Presidente della Repubblica si sono contraddistinti per manifeste violazioni di principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, con riferimento all’autonomia e all’indipendenza della magistratura da ogni altro potere statuale. La Presidenza della Repubblica, attraverso il suo Segretario generale, in data 4 aprile 2012, ha inviato al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione una lettera nella quale si chiedevano chiarimenti sulla configurabilità penale della condotta di taluni esponenti politici coinvolti nell’indagine concernente la trattativa Stato-mafia e, addirittura, segnalando l’opportunità di raggiungere una visione giuridicamente univoca tra le procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta. Inoltre, il Presidente della Repubblica ha sollevato Conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, in merito ad alcune intercettazioni telefoniche indirette riguardanti lo stesso Capo dello Stato. Tale iniziativa presidenziale, fortemente stigmatizzata anche da un presidente emerito della Corte costituzionale, ha mostrato un grave atteggiamento intimidatorio nei confronti della magistratura, oltretutto nell’ambito di un delicatissimo procedimento penale concernente la presunta trattativa tra le istituzioni statali e la criminalità organizzata. Sempre con riferimento al suddetto procedimento penale, il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente della Corte di Assise di Palermo una missiva, al fine di sottrarsi alla prova testimoniale. In particolare egli ha auspicato che la Corte potesse valutare «nel corso del dibattimento a norma dell’art. 495, comma 4, c.p.p. il reale contributo che le mie dichiarazioni, sulle circostanze in relazione alle quali è stata ammessa la testimonianza, potrebbero effettivamente arrecare all’accertamento processuale in corso».

Il Presidente della Repubblica in carica non sta svolgendo, dunque, il suo mandato, in armonia con i compiti e le funzioni assegnatigli dalla Costituzione e rinvenibili nei suoi supremi principi. Gli atti e i fatti summenzionati svelano la commissione di comportamenti sanzionabili, di natura dolosa, attraverso cui il Capo dello Stato ha non solo abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri ma, nei fatti, ha radicalmente alterato il sistema costituzionale repubblicano. Pertanto, ai sensi della Legge 5 giugno 1989, n. 219, è quanto mai opportuna la presente denuncia, volta alla messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per il reato di attentato alla Costituzione.

MoVimento 5 Stelle, Camera e Senato

La Camera approva il DL Imu-Bankitalia ma è bagarre in aula

imu-bankitalia-tuttacronacaL’Aula di Montecitorio ha approvato il dl Imu-Bankitalia dopo l’applicazione della “ghigliottina” decisa dal presidente della Camera, Laura Boldrini, a fronte dell’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle. Il decreto è passato con 236 sì mentre sono stati 209 i no. Non appena la presidente ha aperto la votazione, tuttavia, è scoppiata la bagarre. I deputati di M5S hanno iniziato a urlare, ma Boldrini è andata avanti facendo finta di niente.  A quel punto, i Cinque Stelle sono corsi verso i banchi del governo. I commessi hanno provato a fermarli ma senza riuscirci. Proteste anche da parte dei deputati Fdi, che hanno lanciato monete di cioccolata. Fabio Rampelli di Fdi ha invece sventolato una bandiera tricolore che i commessi in non sono mai riusciti a togliergli dalle mani. In Aula il caos è durato diversi minuti. Dai banchi del Pd è partito il coro: “Fascisti, Fascisti” con un’accusa legata anche alle parole pronunciate nel corso del suo intervento dal pentastellato Angelo Tofalo.

“Boia chi molla”: il pentastellato che sdogana il motto fascista

boia-chi-molla-tuttacronacaIeri i pentastellati hanno dato del “boia” al Presidente della Repubblica. Oggi tornano ad utilizzare il termine rispolverando il moto fascista “Boia chi molla”. Angelo Tofalo, deputato grillino, al temine del suo intervento in aula a Montecitorio dove si discute di Imu-Bankitalia, ha detto: “Boia chi molla, presidente Boldrini. Boia chi molla, e noi non mollermo fino alla fine”. Tofalo, membro del Copasir, ha provato a sdoganare l’espressione fascista: “Si tratta di un’espressione diventata famosa come un motto fascista; tuttavia fu coniata da Eleonora Pimentel Fonseca durante le barricate della repubblica partenopea nel 1799 e utilizzata anche nelle cinque giornate di milano del 1848”.

Legge elettorale in Aula entro il 30 gennaio?

camera_dei_deputati-tuttacronacaRoberto Speranza, presidente dei deputati Pd, al termine della conferenza dei capigruppo, riguardo l’esame della Camera della legge elettorale ha fatto sapere: “Il 30 gennaio è il termine massimo per andare in Aula”. E mentre diversi gruppi parlamentari hanno chiesto uno slittamento. Ignazio La Russa si chiede: “Tutta ora gli è venuta la fretta?” mentre Federico D’Incà di M5S ha rilevato che “ci vuole del tempo per esaminare il testo in commissione”. Ma Fi e Pdl chiudono la porta: “Non si può più aspettare. La commissione faccia la sua parte, non ci opporremo a qualche ora in più in commissione, ma non si può andare oltre il limite del 30 gennaio”, ha puntualizzato Roberto Speranza del Pd. Possibile quindi a un rinvio ma entro il 30 gennaio. Nel frattempo il segretario dem Matteo Renzi ha scritto su Facebook: “Tutto è migliorabile, ma l’accordo sulla legge elettorale dopo anni di immobilismo adesso c’è, corrisponde al dettato costituzionale, può far uscire l’Italia dalle sabbie mobili”. E ancora: “Rispetto le motivazioni di chi in queste ore sta disperatamente cercando di bloccare tutto qualcuno persino in buona fede. Ma fuori dalle stanze dei palazzi c’è un Paese che ha bisogno di gesti concreti di cambiamento. Ora, non tra qualche anno. E una politica che non decide neanche sulle regole del gioco, non è più credibile su niente”. E aggiunge: “Il PD ha fatto la sua parte coerente con le primarie e con il voto della direzione. Abbiamo dato la disponibilità a ridurre il premio di maggioranza per accogliere il rilievo di parlamentari e costituzionalisti. Ieri ho chiesto ai nostri deputati di ritirare gli emendamenti per evitare ogni alibi sulle divisioni interne”.Restano comunque tre emendamenti del Pd. Si tratta di proposte di modifica che riguardano la delega al governo per definire i collegi, l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, e le primarie facoltative ma definite per legge.

Alla Camera si vota per il decreto Imu-Bankitalia… ed è subito bagarre!

m5s-bankitalia-tuttacronacaE’ stata votata oggi, nell’Aula della Camera, la fiducia al governo posta sul decreto Imu-Bankitalia. I sì sono stati 335, 144 i no e un astenuto. Tra lunedì e martedì il voto finale sul provvedimento. Ma la votazione ha preso una piega animata quando i grillini hanno dato vita a un’autentica bagarre esponendo cartelli e sdraiandosi a terra per ostacolare l’accesso al corridoio posto sotto il banco della presidenza della Camera, percorso dai deputati per esprimere il voto ad alta voce. Luigi Di Maio, presidente di turno e a sua volta pentastellato, ha espulso dall’aula diversi parlamentari: tra questi, Massimo Baroni, Simone Valente, Stefano Vignaroli, Marco Brugnerotto. “Mi appello al buon senso, non è il caso di continuare…”, ha ripetuto più volte Di Maio prima di abbandonare il suo scranno. Ovviamente la protesta è stata documentata sui social network dai protagonisti. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, terminati i quali è ripresa la chiama dei deputati. Prima della ripresa, Di Maio ha preteso l’allontanamento dei deputati espulsi ancora presenti nell’emiciclo. Il deputato stellato Cristian Iannuzzi ha issato nuovamente un cartello ed è stato a sua volta espulso. L’iniziativa, spegano i grillini è stata presa perchè: “La foglia di fico della cancellazione dell’Imu, bacata dal verme della mini-Imu, è caduta. E ha lasciato scoperta la vergogna del regalo da 7,5 miliardi alle banche e alle assicurazioni azioniste di Bankitalia”. E aggiungono: “Il saccheggio delle riserve della banca nazionale, soldi degli italiani, si concretizza nel venerdì nero in cui gli italiani si mettono in fila per ottemperare agli obblighi di un fisco vessatorio e caotico, reso incomprensibile da decenni di interventi stratificati, contraddittori e spesso ispirati da ragioniclientelari”. E ancora: “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”.

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De Luca decaduto da sindaco di Salerno per “doppio incarico”

de-luca-tuttacronacaNel luglio 2013 i parlamentari del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi, Silvia Giordano e Girolamo Pisano presentavano ricorso in tribunale “dichiarando sussistente la causa di incompatibilità in capo al dott. Vincenzo De Luca, eletto sindaco di Salerno nel maggio del 2011 e nominato sottosegretario di Stato il 3 maggio del 2013, causa di incompatibilità prevista dall’ art.13 della legge 148/2011” e conseguentemente “dichiara la decadenza dello stesso dalla carica di sindaco del comune di Salerno”. Ora il tribunale di Salerno ha accolto tale ricorso e ha dichiarato decaduto dalla carica di sindaco Vincenzo De Luca, viceministro alle Infrastrutture, per incompatibilità con l’incarico di governo. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione civile. Da parte sua, il viceministro De Luca ha subito annunciato la presentazione di un appello contro l’ordinanza del tribunale civile sulla sua decadenza. “L’ordinanza, in base alla legge 150 dell’1/9/2011 Art. 22 Comma 8, resta pertanto sospesa”, si legge in una nota del Comune.

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