Gli Usa sostengono l’Ucraina promettendo a Kiev un pacchetto di aiuti destinato a sostenere il governo. Tra questi, un miliardo di dollari in garanzie sui prestiti. Nel frattempo, però, Barack Obama denuncia che sono state “Violate norme internazionali”. Il segretario di Stato, John Kerry, in visita nella capitale ucraina, rincara la dose: “Cercano pretesti per l’invasione”. Ma Putin non indietreggia: “Uso delle forze armate se richiesto dal legittimo presidente, Ianukovich”. Il presidente russo ha sospeso ma non cancellato la minaccia di un intervento armato in Ucraina, ha negato sfrontatamente la presenza di truppe russe (“sono milizie di autodifesa”) in una Crimea che ha giurato di non voler annettere e ha respinto i moniti di un Obama che gli ha dato del bugiardo: “Con le sue dichiarazioni non prende in giro nessuno”, ha tuonato il presidente Usa, tornando a condannare “l’aggressione russa”. Ai giornalisti presenti nella sua residenza di Novo Ogariovo, fuori Mosca, Putin ha ribadito che per lui Ianukovich è ancora il “presidente legittimo, anche se senza futuro politico”, ma Putin non riconosce i nuovi poteri di Kiev scaturiti da un “colpo di Stato armato”. Per quel che riguarda le sanzioni minacciate dagli Usa, e sollecitate anche da una rediviva Timoshenko, “sono un’arma a doppio taglio, i danni sono reciproci”, ha ammonito il presidente russo, rinfacciando inoltre agli Usa l’illegittimità dei loro interventi in Afghanistan, Iraq e Libia. E sul G8 di Sochi: “Se i nostri partner non vogliono venire, non vengano”. Del resto proprio sul piano economico lo scontro è più duro. I consigliere economico del Cremlino, Serghiei Glaziev, è stato mandato a profetizzare l’apocalisse economica per Washington in caso di sanzioni: la Russia annullerebbe la sua dipendenza finanziaria dagli Usa, abbandonerebbe il dollaro, anche nelle sue ingenti riserve di valuta straniera, venderebbe gli oltre 200 miliardi di dollari di obbligazioni Usa e non restituirebbe i crediti concessi dalle banche a stelle e strisce. Nella guerra economica il Cremlino ha già calato l’asso energetico che spaventa anche l’Europa: da aprile fine dello sconto sul gas all’Ucraina, dove transita l’80% del metano russo per il Vecchio continente. Mentre la diplomazia internazionale tenta di mantenere aperta una finestra di dialogo “che tra qualche ora o qualche giorno potrebbe essere chiusa”, come ha avvisato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, sale anche la tensione militare.
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Gli Usa tuonano contro la Russia ma Putin ribatte: “Possibile uso della forza”
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2014
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Test in Russia: lancio di prova del missile Topol
Mentre l’attenzione mondiale è rivolta alla situazione in Crimea, sembra di vivere in un clima da Guerra fredda. E oggi le forze russe hanno effettuato un lancio di prova di un missile balistico intercontinentale RS-12M “Topol”. L’ha riferito all’agenzia Ria Novosti il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Iegorov. E’ stato inoltre precisato che il lancio è avvenuto dal poligono di ‘Kapustin Iar’, nella regione di Astrakhan, presso il Mar Caspio. Stando al portavoce, il test ha avuto esito positivo e il lancio è riuscito.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Stop alla cooperazione militare con la Russia: lo annuncia il Pentagono
Dopo lo stop alle esercitazioni a ridosso dell’Ucraina ordinato da Vladimir Putin, gli indici della borsa di Mosca risentono di effetti benefici tornando in positivo mentre il rublo ha ripreso forza rispetto all’euro e al dollaro dopo il crollo di ieri. A seguito dell’intervento russo in Crimea, tuttavia, gli Usa, come ha reso noto nella notte il Pentagono, hanno “sospeso tutti i legami militari” tra Washington e Mosca. Questa decisione include “le esercitazioni e le riunioni bilaterali, gli scali delle navi e le conferenze di pianificazione militare”, ha affermato il portavoce della difesa americana, John Kirby, in un comunicato. Oggi, intanto, il segretario di Stato americano John Kerry sarà a Kiev per mostrare sostegno alle autorità ad interim ucraine, mentre le forze russe controllano completamente la Crimea ormai da tre giorni.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Russia-Ucraina: primi segnali di distensione?
Primo segnale distensivo da parte di Valdimi Putin? Il presidente russo ha ordinato che le truppe impegnate in una maxi esercitazione rientrino alle rispettive sedi permanenti entro il 7 marzo. I militari sono al momento dislocati nei distretti centrale e occidentale del Paese. Con una simile decisione, sembra allontanarsi il fantasma di un conflitto di vasta scala con Kiev. Fino a poco prima della decisione, del resto, con la Russia che aveva preso il pieno controllo della Crimea, la tensione con l’Ucraina era altissima e anche il G7, rinato sotto la spinta degli Usa, e dell’Ue, aveva duramente condannato Putin. Si era parlato anche di un ultimatum ma i russi hanno definito tale timore “una totale assurdità”. Sul fronte internazionale, Angela Merkel è stata assolutamente chiara: “Putin ha perso il contatto con la realtà”, avrebbe detto in preda all’ira la cancelliera parlando con Barack Obama, come riferisce il New York Times. Anche la Ue “condanna con forza” la “chiara violazione” della sovranità ucraina e “gli atti di aggressione” della Russia, ma dopo cinque ore di Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri non denuncia “l’invasione” e non ipotizza sanzioni a carico di Mosca. I 28 in sostanza cercano di dare spazio alla diplomazia in attesa che giovedì scendano in campo i leader, convocati da Herman Van Rompuy per un vertice d’emergenza a Bruxelles. Dal canto suo il presidente Usa pensa alle risposte all’azione russa e parla di “misure economiche” per isolare Mosca. Poi accusa Putin di essere “dal lato sbagliato della storia”. I toni erano tornati al alzarsi nella serata di ieri con un botta e risposta Russia-Usa degno quasi dei tempi della guerra fredda. L’ambasciatore russo, Vitaly Churkin, ha sparato a zero contro il nuovo ‘governo rivoluzionario’ di Kiev denunciando l’avvento di “estremisti” e “antisemiti” in Ucraina occidentale e difendendo come “legittimo” l’intervento russo sulla base di una richiesta d’aiuto di Viktor Ianukovich, che Mosca considera tuttora unico presidente legittimo del Paese. Mentre la collega americana Samantha Power ha replicato parlando di “atto di aggressione” russo che “deve finire”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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C’è tempo fino alle 5: Putin lancia l’ultimatum all’Ucraina
I militari ucraini lascino la Crimea entro le 5. E’ questo l’ultimatum che Mosca lancia a Kiev, che dal canto suo non è disposta a cedere la regione. Tensione alle stelle tra i sue Stati, con la Russia che tiene sotto controllo la regione di Sebastopoli. Nel frattempo il Paese di Putin e le sue azioni militari vengono condannati dal G7 annunciando che “per il momento viene sospesa la partecipazione alle attività connesse alla preparazione del G8 di giugno a Sochi”. Oggi il ministro degli Esteri polacco ha avvertito che saranno “gravi” le conseguenze per la Russia dell’azione che può essere ritenuta “un subdolo intervento militare contro un paese sovrano”. Radoslaw Sikorski ha parlato con i giornalisti a Varsavia prima della seduta del Consiglio di sicurezza nazionale con il presidente polacco Bronislaw Komorowski e i dirigenti di tutti i partiti oltre che con i capi di due rami del Parlamento. Nel frattempo il vicepresidente americano, Joe Biden, durante i colloqui telefonici con il premier russo, Dmitri Medvedev, ha esortato “la Russia a ritirare le forze militari e sostenere l’impiego immediato di osservatori internazionali in Ucraina e avviare un dialogo politico significativo con il governo ucraino”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2014
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Putin non desiste: venti di guerra in Crimea
E’ durata 90 minuti la telefonata intercorsa tra il presidente Usa Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin, ma dalla Russia non cambiano idea, con Putin che ribadisce la necessità “di tutelare i propri interessi” e “la popolazione russa” che vive nella zona. La Casa Bianca ha condannato l’intervento militare e il segretario della Difesa americano, Chuck Hagel, ha tentato la mediazione con il suo omologo russo ma i venti di guerra paiono soffiare con sempre maggior potenza mentre in Ucraina ormai la tensione è elevatissima. Nel frattempo la Francia ha deciso di “sospendere” la sua partecipazione alle riunioni in vista del G8 di Sochi a giugno, a causa dell’escalation militare russa in Ucraina. Lo hanno detto fonti diplomatiche dell’Eliseo alla France Presse, precisando che la decisione è stata presa dal presidente Francois Hollande e il ministro degli esteri Fabius. Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, ha intanto chiesto lo stop alle attività militari e alle minacce della Russia contro l’Ucraina: “Quanto sta facendo la Russia – ha detto – viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 2, 2014
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Il Dalai Lama incontra Obama: ma la Cina non approva
Si è svolto oggi, nella map room della Casa Bianca, il terzo incontro tra il presidente statunitense Barack Obama e il Dalai Lama. Il presidente Obama, ha reso noto via Twitter il Consiglio nazionale per la sicurezza della Casa Bianca, “si sta attualmente incontrando con Sua Santità il Dalai Lama, quale leader religioso e culturale rispettato internazionalmente”. Prima dell’incontro la Cina aveva chiesto che venisse cancellato mentre un comunicato apparso sul sito del ministero degli esteri cinese, il portavoce Hua Chunying ha definito l’incontro con il leader tibetano in esilio una “enorme interferenza” degli Stati Uniti negli affari interni della Cina. “Esortiamo gli Stati Uniti a prendere in seria considerazione le preoccupazioni della Cina e ad annullare immediatamente la riunione pianificata.”
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Satana assomiglia a Obama e viene tagliato
Quel Satana, interpretato dall’attore marocchino Mohamed Mehdi Ouazanni, quasi un sosia del presidente degli Usa – nella mini-serie sulla Bibbia andata in onda su History Channel – aveva sottratto popolarità anche a Gesù. Lo scandalo ci aveva messo poco a viaggiare sul web tanto che si è reso necessario tagliare tutte le scene con Satana. Il produttore Roma Downey nell’intervista rilasciata a Hollywood Reporter ha confermato di avere eliminato la parte sostenuta dall’attore marocchino:”Per il film Son of God ho voluto concentrare l’attenzione solo su Gesù, perciò, abbiamo eliminato la figura del diavolo che non ha più spazio nello schermo. Infatti dopo l’andata in onda della serie la cotroversia sulla comparsa di Satana somigliante al presidente Obama aveva messo in ombra il messaggio religioso. Tutti parlavano di Satana e non di Gesù”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Letta e la “sincera amicizia” di Barack Obama
Enrico Letta ha rassegnato le sue dimissioni da presidente del Consiglio e la notizia è rimbalzata in tutto il mondo. Lo stesso presidente americano Barack Obana, che ha sempre apprezzato il governo Letta specie in ambito internazionale, non ha mancato di far presente l’apprezzamento della Casa Bianca al premier uscente. Obama ha telefonato direttamente dall’Air Force One per comunicare a Letta “la sincera amicizia” degli Usa nei confronti del capo del governo, complimentandosi per il ruolo svolto dall’esecutivo nella politica estera.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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L’abito di Michelle… che si è fatto notare pure troppo!
Francois Hollande ha visitato gli Stati Uniti ed ha preso parte a una cena alla Casa Bianca, dov’è stato accolto dal presidente Barack Obama e dalla First Lady Michelle. E proprio su quest’ultima ora impazzano le polemiche, a causa dell’abito firmato dalla stilista Carolina Herrera che ha scelto di indossare. Un corpetto ricamato e una voluminosa gonna di seta color carta da zucchero che non potevano passare inosservati, soprattutto a causa del costo: 12mila dollari. Tutti si sono concentrati proprio su quest’ultimo dettaglio, una cifra che molti americani guadagnano in mesi di lavoro. Non si può escludere che l’abito le sia stato donato, così come non è detto che lei stessa abbia attinto alle sue risorse, ma l’indignazione è comunque montata, con molti che fanno notare che si tratta di una cifra enorme, sproporzionata, fuori dalla realtà per la stragrande maggioranza degli americani. Per quanto potesse piacere, insomma, la scelta di look si è trasformata in un passo falso di cattivo gusto per Michelle.
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Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Relazione Obama-Beyoncè: “bufala per dimostrare lo stato del giornalismo”
Pascal Rostain, il paparazzo che solo ieri, parlando alla radio, ha fatto tremare la Casa Bianca parlando di una presunta relazione tra il presidente americano Obama e la cantante Beyoncè, ha smentito definitivamente il gossip da lui stesso lanciato: “Sono in piena promozione del mio nuovo libro, nello studio di Europe1 ho voluto fare un enorme scherzo”. Ieri il paparazzo aveva spiegato che lo stesso Washington Post ne avrebbe parlato sul numero di martedì. La bufala è rimbalzata in tutto il mondo per alcune ore, fino a quando a smentire ci ha pensato Kris Coratti, portavoce del quotidiano stelle e strisce: “Non stiamo lavorando a nessuno scoop del genere”. Alla fine a far definitivamente luce sull’accaduto ci ha pensato lo stesso Rostain che a “Le Figaro” ha definitivamente chiarito: “Ascoltate bene quel che dico alla radio, alla fine della mia frase mi sentirete ridere. È allucinante vedere il clamore mondiale che tutto questo ha provocato. Ho voluto dimostrare il degrado del mio mestiere. Prima, erano le indiscrezioni che si trasformavano in verità. Adesso è una bufala”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 11, 2014
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Una relazione tra Obama e Beyoncè? Il Washington Post smentisce
Appena qualche ora fa era rimbalzato su tutti i media quanto affermato dal paparazzo francese Pascal Rostain: “Barack Obama ha una relazione con Beyoncé”. L’uomo spiegava che domani sarebbe uscito, sul Washington Post, un articolo al riguardo. Il quotidiano, però, non ha tardato a smentire: “La direzione del Washington Post smentisce formalmente la notizia che starebbe lavorando a uno scoop su una relazione tra Obama e Beyoncè”. E’ quanto si legge su VanityFair.fr, che cita Kristine Coratti, direttrice della comunicazione del WP. “Posso dirvi che è falso”, dice, aggiungendo: “Il Post non prepara articoli” di questo tipo.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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Barack Obama ha una relazione con Beyoncè?
Qualche settimana fa, mentre infuriava lo scandalo dell’Eliseo, il settimanale britannico Economist lanciava una provocazione provando a immaginare cosa sarebbe succcesso se il presidente americano, così come il suo omologo francese, avesse avuto una relazione con un’attrice, facendo il nome di Jennifer Aniston. Lo scherzo ora sembra essere stata una sorta di “previsione”, anche se l’ex di Brad Pitt non entra nell’equazione. Il paparazzo francese Pascal Rostain, infatti, durante un programma televisivo su Europe 1, ha detto: “Barack Obama ha una relazione con Beyoncé”. Rostain ha dichiarato: “Sapete, negli Stati Uniti sta per succedere qualcosa di enorme. Domani uscirà un’edizione del Washington Post, che non può certo dire che faccia parte della stampa scandalistica, che rivelerà la notizia della presunta relazione tra Barack Obama e Beyoncé. Vi posso assicurare che ne parlerà la stampa di tutto il mondo”. E ha osservato: “Oggi tutti i giornali parlano di queste storie d’amore. Anche la stampa cosiddetta seria è andata incontro alla gente”. Se dovesse rivelarsi vero, sarebbe di certo uno degli scoop più grandiosi degli ultimi tempi. La cantante ha di certo un particolare legame con il presidente che l’ha voluta come protagonista per la cerimonia inaugurale del mandato del 2009 e poi ancora per quello del 2013, ma anche per allietare la festa dei 50 anni di sua moglie. Se questa sortita dovesse essere confermata, di certo, si preannuncia un terremoto. Non solo nella vita privata del presidente, da tempo minata da sempre più insistenti voci di crisi con sua moglie Michelle, ma anche e soprattutto nella vita pubblica. Guardando ai precedenti, infatti, l’America non vede di buon occhio un capo di Stato fedifrago.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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Scontro a distanza Usa-Russia? La tedofora e Obama con la banana
Obama, in un’inervista alla Nbc, non ha risparmato frecciate nei confronti di Vladimir Putin, ma anche la scelta dell’ultimo tedoforo scelto dal presidente russo in occasione dei Giochi di Sochi 2014 può esser letto in chiave polemica nei confronti del suo omologo americano. La scelta si è rivelata doppia ed è caduta su Vladislav Tretjak 62 anni, tre volte campione olimpico nella squadra di hockey dell’ex Unione sovietica e Irina Rodnina, l’unica ad aver vinto in coppia dieci mondiali consecutivi (1969-78) e tre ori di fila alle Olimpiadi (1972, 1976, 1980). Ma l’ex campionessa è anche una deputata del partito putiniano Russia Unita. Che ha fatto molto discutere lo scorso settembre a causa di un tweet razzista. La Rodnina ha infatti postato un fotomontaggio del presidente degli Stati Uniti Barack Obama con la bocca piena mentre qualcuno gli porge una banana. L’ex pattinatrice respinse seccamente le critiche al mittente: “Me l’hanno inviato dagli Usa. È la libertà di parola. Se qualcuno ha dei complessi, è un suo problema”. Poi cancellò l’immagine. Che però resta impressa nella memoria, come dimostra il fatto che qualcuno ha fatto notare la discutibile scelta…
Pubblicato da tdy22 in febbraio 8, 2014
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L’uomo che tenta d’introdursi alla Casa Bianca con due buste sospette
Sono i media Usa, che citano il Secret Service, a rendere noto che un uomo con due borse avrebbe tentato di scavalcare le recinzioni della Casa Bianca, la residenza del presidente Obama. Stando a quanto riporta la stampa americana, una persona sarebbe stata arrestata e la dimora presidenziale sarebbe tuttora in stato di isolamento: a nessuno è permesso entrare o uscire. La Nbc ha riferito che le forze di sicurezza stanno esaminando del due borse che l’uomo aveva con sè e che sono state definite “sospette”, ma al momento non sono trapelati altri dettagli. Secondo fonti della sicurezza, tuttavia, non ci sarebbero motivi per ritenerle pericolose, ma comunque vengono esaminate con cura, in base al protocollo previsto. Al momento, il presidente non è alla Casa Bianca: da questa mattina è in Michigan per un evento nel corso del quale ha firmato la riforma agricola varata alcuni giorni fa dal Congresso. Rientrerà a Washington nel tardo pomeriggo.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 7, 2014
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Obama e la frecciata a distanza a Putin
In un’intervista alla Nbc il presidente americano Barack Obama ha spiegato di avere l’impressione che l’atteggiamento “da duro” di Valdimir Putin “faccia parte del suo repertorio nella politica domestica, voler assomigliare a un duro. Ma le nostre relazioni non le chiamerei gelide. C’è una sorprendente quantità di umorismo”. Ma non solo. Il presidente Usa, in concomitanza con l’apertura dei Giochi Olimpici di Sochi, ha lanciato anche una frecciata al suo omologo russo. “Penso che spendere 50 miliardi di dollari per organizzare Giochi olimpici coronati da successo non sia necessario, anche perchè noi disponiamo di infrastrutture che ci dovrebbero permettere di fare dei Giochi un pò meno cari”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 7, 2014
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Barack Obama: “A Putin piace fare il duro”
Il presidente americano Barack Obama, nel corso di un’intervista alla Nbc, ha parlato del comportamento del presidente russo: “La mia sensazione è che faccia parte del repertorio di Vladimir Putin nella politica domestica, come voler assomigliare a un duro”. Il presidente Usa ha quindi aggiunto: “Le nostre relazioni non le chiamerei gelide. C’è una sorprendente quantità di umorismo”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 7, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/07/barack-obama-a-putin-piace-fare-il-duro/
I “grandi della Terra” dicono no a Sochi, Letta, invece, ci sarà!
I cosiddetti grandi della Terra hanno declinato l’invito. A Sochi non andranno Angela Merkel, David Cameron, Francois Hollande e Barack Obama, mentre il Premier Letta ha già garantito la sua presenza alla cerimonia inaugurale dei Giochi di Sochi, il prossimo 7 febbraio. A darne notizia è stato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Alla domanda se il Cremlino attribuisce un particolare significato alla presenza di Letta, uno dei pochi leader europei di primo piano a partecipare all’apertura delle Olimpiadi invernali, Peskov ha risposto: “Siamo lieti di dare il benvenuto a tutti coloro che parteciperanno”. Anche perché dare il benvenuto a chi non c’è sicuramente è più complicato! Esplicita nel declinare l’invito anche la vicepresidente dell’Unione europea, Viviane Reding, che ha detto che non andrà “fintanto che le minoranze verranno trattate come lo sono oggi dalla legislazione russa”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Gli hard disk con i file ricevuti da Snowden distrutti da The Guardian: il video
Era il 20 luglio 2013 quando The Guardian, in accordo con il governo, distruggeva alcuni file ricevuti dalla talpa Edward Snowden, l’ex tecnico della Central Intelligence Agency che ha fatto scoppiare lo scandalo Datagate. Solo ora, tuttavia, la testata ha diffuso il video sul web. Il governo britannico non voleva sequestrarli d’autorità. I servizi segreti non potevano allo stesso tempo permettere che i dati consegnati da Snowden a The Guardian, rimanessero in custodia dei giornalisti. La distruzione fisica degli hard disk che contenevano i file è stata decisa per andare incontro sia alle necessità del governo, sia dello spionaggio britannico. Lo smantellamento ha avuto luogo davanti ad un gruppo di persone formato da autorità varie e giornalisti. Un dubbio, però, rimane: c’è la certezza che i giornalisti non abbiano prima fatto una copia dei file?
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
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Maratona di Boston: si chiederà la pena di morte per l’attentatore
La procura federale degli Stati Uniti ha deciso di chiedere la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev, l’attentatore della maratona di Boston, l’unico rimasto in vita. In quell’occasione, il 15 aprile scorso, persero la vita tre persone e 260 rimasero ferite nell’esplosione di due ordigni vicino al traguardo. A prendere la decisione finale il procuratore generale Eric Holder, poi pronunciata dal procuratore di Boston, Carmen Ortiz. La sua pronuncia è stata determinante nell’intraprendere questa via. Le leggi del Massachusetts, infatti, non prevedono la pena di morte, che quindi può essere applicata solo su mandato federale. I responsabili delle due esplosioni, secondo quanto sostiene l’accusa, furono i fratelli Tsarnaev, Dzhokhar e Tamerlan, russi di origine cecena, che vivevano nella zona di Boston da circa 10 anni. Tamerlan Tsarnaev morì in una sparatoria con la polizia; mentre il fratello Dzhokhar, 20 anni, è statao arrestato ma si è sempre dichiarato non colpevole. Al momento, non è fissata la data del processo. Come scrive Repubblica:
Delle 30 accuse a carico di Dzhokhar Tsarnaev, 17 prevedevano come possibilità l’assegnazione della pena di morte; tra queste l’accusa di uso di un’arma di distruzione di massa. Un’occasione presa al volo dai vertici federali per dare un segnale forte alla popolazione dello stato orientale. La decisione del procuratore Holder di proporre la condanna a morte per Tsarnaev era comunque attesa e non ha sorpreso quasi nessuno.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Obama diventa bianco… per uno spot!
Cosa non si fa per lanciare un messaggio pubblicitario di successo? Siamo stati abituati a vederne di tutti i colori… e ora arriva anche Barack Obama bianco! Naturalmente il presidente americano è in ottima compagnia con Angela Merkel che si trasforma in un uomo e l’ex presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, che usa protesi per guadagnare centimetri in altezza. In Turchia questa pubblicità è stata studiata da un’agenzia di Istanbul per la Global Agency, società turca specializzata nella distribuzione di format e serie televisive. Il messaggio è chiaro: “Nemmeno la notizia più sconvolgente può battere i nostri indici di ascolto”… ma magari il cattivo gusto è stato battuto da tempo! Naturalmente la provocazione dello spot tv non ha lasciato indifferenti quanti hanno visto in tale messaggio un chiaro segno di razzismo o di maschilismo… le polemiche continuano!
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/30/obama-diventa-bianco-per-uno-spot/
Datagate: gli 007 tenevano sotto controllo anche le app più scaricate
Nuove informazioni arrivano sulle azioni della Nsa e dei loro colleghi britannici che, per spiare possibili obiettivi, tenevano sotto osservazione anche il videogioco Angry Birds. Simili apps, infatti, sono in grado di fornire all’intelligence informazioni contenute negli smartphone, che vanno dai codici di identificazione del telefono stesso alla sua posizione geografica in un dato momento. Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha raccolto documenti secondo i quali già nel 2007 la Nsa e i servizi britannici erano al lavoro per stabilire come ottenere e conservare dati grazie a decine di app per smartphone. Il New York Times scrive che, da allora, le due intelligence si sono scambiate informazioni su come ottenere informazioni sui contatti o sulle agende contenute nei telefoni ottenibili, ad esempio, quando un ‘obiettivo’ usa Google Maps, o le versioni per telefonini di Facebook, Flickr, LinkedIn, Twitter e simili. Il quotidiano statunitense spiega che l’attenzione degli intercettatori per i telefonini è stata portata alla luce anche in documenti già diffusi nell’ambito del Datagate, ma queste nuove rivelazion mostrano in particolare le loro aspettative riguardo agli smartphone e alle relative app. Tale attenzione, inoltre, stando a quanto si legge in un documento britannico del 2011, ha trovato sbocco in un programma chiamato “the mobile surge”. La portata della raccolta dati non emerge però con chiarezza dai documenti, poichè, scrive il Nyt, non ci sono riferimenti espliciti che mostrino che le possibilità studiate siano poi state effettivamente utilizzate.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 27, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/27/datagate-gli-007-tenevano-sotto-controllo-anche-le-app-piu-scaricate/
Snowden: “Nessun processo equo in Usa”
Ha risposto ad alcune domante in chat la talpa Edward Snowden, ex contrattista Nsa che fece scoppiare lo scandalo del Datagate, e ha spiegato: “Negli Stati Uniti non ho alcuna chance di avere un processo equo. Tornare adesso non è quindi possibile”. Rifugiatosi in Russia, Snowden ha spiegato di essere “consapevole del fatto che ci sia una minaccia diretta alla sua vita”, ricordando come la Nsa “abbia violato la Costituzione americana milioni di volte”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/24/snowden-nessun-processo-equo-in-usa/
La schiacciata a canestro di Michelle Obama
Michelle Obama, da sempre portavoce della buona alimentazione, si è unita nella sua crociata ai giocatori del Miami Heat che spiegano che mangiare sano aiuta a diventare un campione. E proprio la first lady ne dà una dimostrazione in un video che sta spopolando in rete: si esibisce in una favolosa schiacciata al canestro mentre i giocatori sono impegnati in un’intervista ai microfoni di LetsMove.Gov. Indovinate chi è finito al centro della scena?
Pubblicato da tdy22 in gennaio 21, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/21/la-schiacciata-a-canestro-di-michelle-obama/
Der Spiegel: “La Germania aprirà procedimento penale sul presidente Usa”
E’ il settimanale tedesco Der Spiegel a scrivere che il governo tedesco starebbe pensando di avviare un procedimento giudiziario contro gli Usa, con l’accusa di aver spiato illegalmente il telefono della cancelliera Angela Merkel, come emerso dalle rivelazioni di Edward Snowden. Sempre il giornale rende noto che il ministro della Giustizia Heiko Maas avrebbe comunicato al ministro degli Esteri Frank- Walter Steinmeier, che il procuratore generale federale Harald Range, potrebbe avviare tali azioni penali. Al Wall Street Journal un portavoce del procuratore ha riferito che si sta ancora analizzando la vicenda e che “una decisione definitiva non è ancora stata presa”. Tuttavia, il tema sta sul tavolo, come conferma un altro portavoce, quello del ministero della giustizia, Anne Zimmermann, secondo cui il procuratore generale è pronto a decidere in modo “autonomo in merito all’opportunità di avviare un procedimento una volta che ha concluso il suo esame preliminare”. Come scrive il Mattino:
Un’azione giudiziaria avrebbe del clamoroso e renderebbe ancora più difficili i già tesi rapporti diplomatici tra i due paesi dopo quanto è emerso l’anno scorso in seguito allo scoppio del datagate, e cioè che Angela Merkel, assieme a circa 35 leader mondiali sono stati monitorati dall’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Lo stesso Obama, dopo il suo discorso in cui ha annunciato la riforma della Nsa, ha cercato di rassicurare direttamente l’opinione pubblica tedesca, promettendo che la signora Merkel non sarà piu un obiettivo dello spionaggio degli Stati Uniti, almeno sino a quando lui è presidente. «Io vorrei che un meccanismo di sorveglianza non rovinasse il rapporto che abbiamo nè ostacolasse il tipo di comunicazione e di fiducia che esiste tra di noi. Finchè io sono il presidente degli Stati Uniti – ha assicurato Obama alla tv pubblica Zdf – il cancelliere non dovrà preoccuparsi di tutto ciò»
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
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Michelle Obama festeggia il giro di boa dei 50 anni
Dei nomi importanti di Washington non mancava nessuno alla festa, tenutasi ieri sera, per il 50° compleanno della First Lady Michelle Obama. Un party alla Casa Bianca rigorosamente da ballo, secondo i voleri di questa “splendida cinquantenne”, come si è definita la stessa First Lady, parafrasando le protagoniste di Sex and The City e la loro celebre frase ”Fifty and fabulous”. Resta avvolto nel mistero, tuttavia, il regalo del marito Barack e lo stesso dicasi anche della lista degli invitati per l’appuntamento mondano dell’anno alla corte della “Mum in Chief”. Sull’invito, le prescrizioni erano chiare: ci sarebbero stati solo snack, dolci e balli, unica raccomandazione, quindi, le scarpe da ballo e la cena già consumata. Nella palazzina bianca di 1600 Pennsylvania Ave c’erano anche Beyoncè e il marito Jay-Z, ambedue ormai amici intimi degli Obama. Così come non potava mancare Oprah Winfrey. Michelle, dal canto suo, si è presentata più che preparata ai 50 anni, con più grinta che mai. “Non mi sono mai sentita più sicura di me”, ha dichiarato la “Mum in Chief’ alla rivista People. E ironica, su Twitter ha cinguettato: ”Sono felicissima di unirmi a Barack nel ‘club dei cinquantenni. Ecco la mia tessera da anziana”, postando una foto in cui mostra raggiante la sua tessera della Aarp, l’associazione di persone ‘over cinquanta’ più nota degli Stati Uniti. Malgrado le voci e i pettegolezzi di una crisi matrimoniale, questa figlia di uno dei quartieri più popolari di Chicago, con due lauree da Ivy League alle spalle, per i prossimi tre anni e’ pronta ad intraprendere nuove sfide al fianco del marito. Non solo la battaglia contro l’obesità giovanile, ma anche quella per il diritto allo studio, ancora negato a tanti giovani negli Stati Uniti, a fianco dei veterani e delle famiglie dei caduti in guerra.
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
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E se alla Casa Bianca facessero come all’Eliseo? Obama e l’attrice
Se la stampa francese sembra già iniziare a prestare meno attenzione all’affaire Hollande-Gayet, il settimanale britannico inglese Economist non si lascia sfuggire la possibilità di lanciare una provocazione. Ecco allora che prova a trasferire la storia della presunta relazione tra il presidente francese e l’attrice negli Stati Uniti immaginando che Barack Obama esca con Jennifer Aniston. Non manca un divertente fotomontaggio accompagnato dal testo: “L’ultimo numero del settimanale People ha rivelato quel che tutta Washington sapeva”, si legge, “Che Barack Obama ha una relazione con Jennifer Aniston”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
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Il “mai dire mai” di Michelle e il botox
Non si ferma un attimo Michelle Obama, anche ora che ha raggiunto la soglia dei 50 anni, e la sua voglia di cambiamento e di “smarcarsi” dal ruolo rigido della first lady è evidente anche dai suoi cambi di look, come la famosa frangetta. “A 50 anni non mi sento arrivata, ma mi sento come una persona in continua evoluzione”, ha confessato in un’intervista al magazine People, in edicola il giorno del suo compleanno, il 17 dicembre. “Sento che non ho il diritto di sedermi sugli allori”, afferma Michelle, spiegando che s’immagina un futuro “attivo”, come madre e come professionista: “A un certo punto della vita l’unico limite è il cielo”. E visto che “ho imparato che è meglio ‘mai dire mai’…” spiega che “Le donne dovrebbero essere libere di fare quello che ritengono necessario per sentirsi bene”,aggiungendo: “Al momento non immagino che ricorrerò alla chirurgia plastica o al botox”. Nel frattempo, a Washington fervono i preparativi per la grande festa a sorpresa in onore di Michelle, sabato sera. I preparativi per celebrare il traguardo del mezzo secolo sono ‘top secret’. Ciò che trapela è che gli ospiti sono stati invitati a venire “già a stomaco pieno e con scarpe comode”. “L’unica cosa che possiamo dire è che ci sarà sicuramente da muoversi e da ballare”, dicono alla Casa Bianca. Alcuni rumors parlano della presenza di star della musica del calibro di Beyoncè e del marito Jay Z, amici degli Obama.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
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Gli Obama a un passo dal divorzio, colpa di un selfie?
Non è solo gossip o rumours, ma la crisi matrimoniale degli Obama e gli effetti che immancabilmente avrà un divorzio sulla politica americana e su quella internazionale sono già ampiamente prevedibili. Non è la prima volta che la famiglia presidenziale entra nell’occhio del ciclone e si parla di divorzio, ma questa volta più di altre sembra proprio che le voci non sono più chiacchiere. Non sono più le riviste di gossip estremo ma autorevoli quotidiani americani e internazionali. Il divorzio irrompe alla vigilia del cinquantesimo compleanno della First Lady che vede Barack Obama assente. E se in un primo momento si era dettoche questo doveva essere il regalo del presidente Obama alla moglie subito è apparso lampante che l'”assenza” non è mai un regalo! Ecco come il National Enquirer, ricostruisce la vicenda in un articolo uscito a inizio gennaio e che oggi è di attualità più che mai con Michelle furiosa e quel “selfie” di troppo.
…una Michelle così furiosa con il marito da decidere di starsene lontana da Washington per un pò di tempo. Il motivo? Il selfie con il primo ministro danese Helle Thorning- Schmidt durante la cerimonia di commemorazione di Nelson Mandela a Soweto.
Quelle risa giogionesche del marito accanto all’affascinante capo del governo di Copenhagen, quel parlare fitto fitto, quell’evidente empatia tra Barack e Helle, immortalato da decine di fotografi e dall’autoscatto fatto anche con il premier britannico David Cameron, non sono proprio piaciute a Michelle. Non solo perché il marito (presidente degli Usa, è bene ricordarlo) non teneva un comportamento consono all’occasione, ma anche (e forse soprattutto) perchè Barack sembrava tranquillamente flirtare con un’altra.
L’espressione molto infastidita di Michelle, catturata dai teleobiettivi dei fotografi, è stata assunta a prova di questa sua fortissima contrarietà. Confermata anche dal fatto che si sia seduta lei accanto al primo ministro danese appena il marito si è alzato per andare a tenere il discorso commemorativo di Nelson Mandela e che da lì non si sia schiodata anche quando Barack è tornato, in modo da impedire che lui e Helle potesse riprendere la loro gioiosa conversazione.
Dopo questo siparietto, Michelle non avrebbe detto nulla in pubblico al marito, ma appena rimasti soli, sarebbero volate fortissime urla. Lo ha accusato di averla umiliata di fronte al mondo e gli avrebbe preannunciato la sua decisione di rimanere alle Hawaii, ospite della star televisiva Oprah Winfrey, ben oltre la prevista data di ritorno a Washington di Barack. Secondo National Enquirer, la First Lady avrebbe consultato (un’altra volta?) un avvocato specializzato in cause di divorzio per valutare le clausole di una separazione. La Casa Bianca, interpellata, ha parlato di un regalo del marito alla moglie in occasione del cinquantesimo compleanno di Michelle: due settimane di riposo e svago, lontana dai doveri di madre e di Prima Dama dell’America. Ma, questo periodo di distanza l’uno dall’altra non ha fatto altro che alimentare i dubbi sullo stato di salute della loro unione.
Il matrimonio però sarebbe in crisi da tempo. Già all’epoca della rielezione di Obama, il gossip li ritraeva come una coppia ormai al capolinea. Come afferma Panorama:
Il ruolo da First Lady non è mai stata una vera aspirazione di questa autonoma e forte donna, restia a rimanare a Washington per otto anni, desiderosa di una vita ordinaria per le sue figlie, sofferente rispetto alle scelte personali (e alle ricadute sulla vita privata degli errori politici) del marito. Stanca di questa situazione, logorata dall’impossibilità di avere una sua vita (era un brillante avvocato), Michelle – dicevano le cronache – avrebbe deciso già allora una separazione di fatto da Barack da consumarsi sotto lo stesso tetto (della Casa Bianca) fino alla fine del secondo mandato per evitare di rovinare la presidenza e il lascito politico del marito.
Nessuno ha mai confermato questa situazione, ma per mesi le cronache rosa si sono arricchite di particolari sulle frequenti discussioni tra i due, con un’escalation di urla che attraversava le porte chiuse degli appartamenti presidenziali; di racconti di una Michelle particolarmente gelosa delle attenzioni del marito nei confronti di altre donne, come nel caso di una scenata per i sorrisi all’attrice Kerry Washington durante una serata di raccolta fondi; di un’epica litigata pochi giorni prima della disastrosa performance di Barack nel primo dibattito televisivo con Mitt Romney.
La Casa Bianca, come è ovvio, non rilascia commenti.
Ci sarà l’annuncio ufficiale o fino a fine mandato Michelle e Barack continueranno a farsi vedere in pubblico in un’immagine di famiglia perfetta, per poi voltarsi le spalle appena rientrati nelle mura della Casa Bianca?
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 14, 2014
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Emergenza acqua in America: sostanze chimiche nel fiume
E’ emergenza in Usa per la presenza di sostante tossiche nel fiume Elk vicino a Charleston in West Virginia, e il presidente Barack Obama ha firmato una dichiarazione di allerta con la quale viene vietato l’uso dell’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico. Secondo il portavoce della protezione ambientale tale contaminazione, che ha obbligato gli abitanti di 9 contee dello stato alla corsa al rifornimento nei supermercati, la contaminazione delle acque ha avuto origine da una perdita alle Freedom Industries, vicine all’acquedotto statale. Il prodotto velenoso è “metanolo 4-Methylcyclohexane” e la sua presenza risulta dalle analisi continue svolte dagli esperti su campioni di acqua. In questi giorni, spiegano le autorità locali, si sono contate almeno 800 persone obbligate a ricorrere alle cure mediche e anche decine di animali sono rimasti colpiti dal fenomeno. Nel frattempo è stato ordinato che la cisterna incriminata, quella da cui è fuoriuscita la sostanza chimica che ha contaminato il fiume e si è infiltrata negli impianti di trattamento delle acque, venga svuotata.
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 12, 2014
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Appello shock di O.J. Simpson: “Ho un tumore al cervello, liberatemi”
L’ex campione di football O.J. Simpson teme di avere un tumore al cervello e ha implorato il presidente statunitense Barack Obama di farlo uscire anzitempo di prigione per poter morire a casa. L’ex giocatore era stato protagonista di un clamoroso caso giudiziario a metà anni Novanta. Prosciolto per insufficienza di prove dell’omicidio della ex moglie Nicole e dell’amico Ronald Goldman nel 1994 a Los Angeles, O.J. Simpson al momento si trova nel penitenziario Lovelock Correctional Center a Lovelock, nel Nevada dove sta scontando una pena di 33 anni per rapina a mano armata e sequestro di persona. Solo tra quattro anni gli sarà possibile chiedere la grazia. Ora però l’ex campione sarebbe gravemente malato. Alcuni mesi fa il tabloid National Enquire parlava di un diabete che l’avrebbe portato alla morte, ma ora arriva il sospetto di un cancro al cervello a causa del quale, secondo lo stesso rotocalco, l’ex atleta si starebbe sottoponendo a test medici segreti.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 3, 2014
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Grillo: l’uomo dell’anno è il falso interprete alla commemorazione di Mandela
Il primo post dell’anno di Beppe Grillo è dedicato a quello che il leader del M5S ritiene essere l’uomo del 2013: l’uomo che ha finto di essere un interprete nella lingua dei sordi in occasione della celebrazione di Nelson Mandela. “Thamsanqa Jantljie è l’uomo dell’anno”, ha scritto Grillo. Una scelta non però condivisa dagli stessi seguaci del comico, come si legge nei commenti lasciati in calce al post. “Uno schizofrenico, con tendenze a scoppi di violenza, che vede gli angeli, che parla solo lo Xhosa, una delle 11 lingue ufficiali del Sudafrica, è l’uomo dell’anno”, scrive Grillo. “Sembravano tornati i bei tempi della Gialappàs Band a commentare le partite di calcio”, continua il post. “Tutto quello che vedete è falso o forse vero, ma non importa ormai a nessuno. La vita è diventata pura scenografia. Per questo Thamsanqa merita il titolo di uomo dell’anno”, conclude il fondatore del Movimento 5 Stelle. Ma molti utenti non hanno apprezzato il post, come Lady Dodi che ha commentato: “Non ci posso credere! Ma sono impazziti tutti?”, scrive Lady Dodi. “Sinceramente, non ci avrei scritto su un articolo. E’ un tizio coi suoi problemi”, sottolinea Ius Gravitas. “Non sono riuscita a capire perché, con tanti argomenti esistenti al mondo, si sia voluto iniziare con questa cialtronaggine. Francamente vorrei cose più serie per iniziare il 2014”, aggiunge. “Ma Beppe ti stai rincoglionendo? Una persona così merita di essere internato a vita e gettata via la chiave”, fa eco Edoardo M.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 1, 2014
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Il 2013 di Barack Obama: le foto più curiose
Dalle smorfie con i bambini al veterano che gli fa il saluto militare passando per “l’accerchiamento” dei telefonini e il batuffoloso cane Bo che gli “ruba” la poltrona. Sono tra i dieci scatti più divertenti e curiosi che ritraggono Barack Obama nel 2013. A postarle online, il fotografo ufficiale della Casa Bianca.
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 1, 2014
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L’operato dell’Nsa è lecito: lo dice un giudice di New York
William Pauley, giudice della Corte distrettuale di Manhattan, ha stabilito che il programma di controllo delle telefonate private ad opera della Nsa sarebbe assolutamente lecito. In questo modo il giudice ha respinto il ricorso presentato dall’American Civil Liberties Union, organizzazione a difesa dei diritti civili, che ritiene non sia legale che un’agenzia federale possa sorvegliare milioni di telefonate di americani.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 28, 2013
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“Indossate scarpe comode”: Michelle Obama e gli inviti alla sua festa
Il 18 gennaio si terrà la serata di gala in onore dei 50 anni della First Lady americana Michelle Obama, il cui compleanno cade il giorno precedente, e decine di persone stanno ricevendo in questi giorni l’invito, stando a quanto riporta il Chicago Tribune. La lista degli invitati non è ancora nota ma quello che è trapelato che sull’invito al dance party si legge: “Indossate scarpe comode. Probabilmente si ballerà un pò di bougie”. La festa sarà sul modello “Snacks & Sips & Dancing & Dessert”, una festa in cui si stuzzica, si beve, si balla e si mangia l’immancabile dolce. Ciò che è trapelato sono gli “avvertimenti”: come il fatto di non aspettarsi la cena ma di mangiare prima della festa.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 27, 2013
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2014, l’anno della svolta. Parla Barack Obama
Il presidente Usa ha tenuto il suo discorso di fine anno, durante il quale ha sottolineato che il 2014 possa rappresentare l’anno del cambiamento. “Ritengo fermamente che il 2014 possa essere l’anno della svolta per l’America. Ci avviamo al prossimo anno con un’economia più forte dell’inizio del 2013” ma molto resta da fare per una crescita più bilanciata. Il 2014 deve essere l’anno dell’azione per la creazione di lavoro: “nel 2013 le nostre aziende hanno creato altri 2 milioni di posti di lavoro”. Nel lancio del sito dell’Obamacare, Healthcare.gov, ha detto, “Non c’è dubbio che abbiamo sbagliato”. Ma per milioni di persone questa piattaforma, che permette di trovare l’assicurazione sanitaria più conveniente, funziona. Parlando dalla sala stampa della Casa Bianca, Obama ha aggiunto: “Mi devo alzare al mattino e fare meglio di ieri”. E ancora: “Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene” perché “ci avviamo verso un nuovo anno con un’economia che è più forte” di 12 mesi fa. E riguardo il tetto del debito: “Sulla possibilità per gli americani di onorare i debiti non siamo disposti a negoziare”, ha affermato Obam, ribadendo l’indisponibilità della Casa Bianca a negoziare sull’innalzamento del tetto del debito dopo l’allarme lanciato ieri dal Tesoro Usa. “Il tetto del debito non può essere strumentalizzato politicamente; è solo una questione che va risolta e mi aspetto che il Congresso faccia il suo lavoro”. Per quel che riguarda il programma di sorveglianza elettronica condotto dalla Nsa e del rapporto che gli ha consegnato da un gruppo di esperti, il presidente Barack Obama si esprimerà in maniera “abbastanza definitiva” a gennaio mentre in riferimento alle attuali tecnologia ha aggiunto che “solo perché siamo in grado di fare qualcosa non vuol dire che dovremmo necessariamente farlo” e ha aggiunto che sui programmi della Nsa potrebbe essere necessario apportare dei cambiamenti. La massa di metadati raccolti, ha affermato, potrebbero essere custoditi da aziende private invece che dal governo. Di una cosa il presidente si è detto certo: del fatto che le rivelazioni della talpa del Datagate Edward Snowden abbiano “danneggiato gli Usa” e “danneggiato il modo con cui raccogliamo intelligence”. Hanno danneggiato la diplomazia Usa, ha aggiunto, affermando che si tratta di un danno che non era “necessario”. Il presidente Usa ha quindi spiegato che il 2013 “è stato un anno di alti e bassi. Rispondendo a una giornalista che gli chiedeva se fosse stato l’anno più peggiore della sua presidenza, obama ha ammesso che “molte delle nostre iniziative non si sono mosse in congresso veloci come avrei voluto”, ma che le cose “stanno comunque procedendo”. Il presidente ha inoltre ricordato quella che considera una delle sue maggiori frustrazioni del 2013: la mancata approvazione da parte dei capitol hill di leggi più severe sul possesso delle armi da fuoco. “Non approvare la legge sul background check è stato un errore”, ha detto.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 20, 2013
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Babbo Natale? No, NSA! E “sta arrivando in città”…
Quest’anno si è parlato molto della NSA e del Datagate e per non scordarci neanche a Natale che siamo spiati un’organizzazione statunitense non governativa, orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, la ACLU, ha pensato di realizzare una parodia della canzone Santa Claus is coming to town. Il video è stato diffuso anche in Youtube e si vede una spia-Babbo Natale controllare tutto quanto accade: conversazioni, scambio di mail, contenuti del cellulare e via dicendo. Perchè se Santa Clause “sa quando dormi e quando sei sveglio”, anche la National Security Agency non si perde una mossa e compila la sua personale lista di buoni e cattivi…
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
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Commemorazione Mandela: l’interprete non era falso? “In cura per schizofrenia”
Ieri il mondo si è scandalizzato per la beffa dell’interprete per sordomuti che ha tradotto nel linguaggio dei segni i discorsi dei grandi della Terra in occasione della commemorazione di Nelson Mandela. La parola più utilizzata è stata “fake”, ma ora l’uomo accusato di aver utilizzato un linguaggio dei segni fasullo ha raccontato alla stampa di aver sofferto di un attacco di schizofrenia durante la cerimonia. “Ho fatto da interprete a molte conferenze. Mai hanno detto che ho sbagliato”, ha dichiarato il 34enne Thamsanqa Jantjie al quotidiano The Star. L’uomo ha quindi affermato di essere qualificato professionalmente come interprete ma ha anche spiegato che attualmente è in cura “per schizofrenia”. Ha quindi spiegato di aver sofferto di un attacco di schizofrenia durante la cerimonia: “non c’era nulla che potessi fare, ero da solo in una situazione pericolosa. Ho cercato di controllarmi e non far vedere al mondo cosa stava succedendo”. Le polemiche e l’indignazione in questi giorni sono rimbalzate ovunque. La comunità dei sordi sudafricani ha ritenuto la traduzione una incomprensibile parodia del linguaggio dei segni mentre il governo sudafricano, imbarazzato, è stato inoltre stigmatizzato dalla Casa Bianca, dato che Jantjie aveva “tradotto” anche il discorso di Obama. Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, ha detto: “È una vergogna che una cerimonia dedicata ad onorare la vita e a celebrare l’eredità di uno dei grandi leader del ventesimo secolo sia stata distratta da questa e altre vicende”t. Il governo sudafricano ha aperto una inchiesta interna sulla scelta di Jantjie, ingaggiato attraverso una società d’interpreti.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 12, 2013
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La beffa alla commemorazione di Mandela!
Doveva tradurre i discorsi “dei grandi della terra” in linguaggio dei segni durante il memorial in onore di Mandela nello stadio di Johannesburg, ma la comunità dei non udenti si è subito accorta della “beffa”, quell’uomo in piedi accanto agli oratori del calibro di Barack Obama, Raul Castro, Jabob Zuma e Ban ki-moon, era solo un impostore e lo hanno denunciato. “Si è limitato a volteggiare le mani per aria”, “sembrava che stesse scacciando le mosche dalla faccia e dalla testa”, ha commentato Cara Loening, direttrice della ‘Sign Language Education and Development’ di Città del Capo. “Siamo indignati”, ha aggiunto, sottolineando che nemmeno le organizzazioni che hanno accreditato gli interpreti conoscono il nome dell’impostore che aveva al collo un pass. Irritazione e’ stata espressa anche dalla portavoce della Federazione Sordi del Sudafrica, Delphin Hlungwane, per la quale l’uomo scelto “non ha interpretato nulla, non ha usato neppure un gesto della lingua dei segni, stava solo gesticolando in aria”. L’incidente ha colpito non solo la comunita’ sudafricana, ma anche le miglia di sordi in tutto il mondo che hanno seguito la cerimonia in televisione e che hanno confermato che “non stava usando nessun tipo di linguaggio dei segni”, ha aggiunto la Hlungwane. In tanti hanno scritto “chiedendo cosa stesse facendo quell’uomo lì”, ha riferito la Loening, “è veramente imbarazzante”.
Nessun commento finora dagli organizzatori, cosi’ come dall’emittente Sabc che ha trasmesso l’evento in diretta. I media sudafricani hanno riferito che l’”impostore”, un uomo robusto di colore, aveva già offerto i suoi dubbi servigi a una conferenza dell’African National Congress svoltasi lo scorso anno a Mangaung.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 11, 2013
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L’Italia e i politici che non si sono accorti della morte di Mandela
Matteo Renzi, Nichi Vendola, Cecile Kyenge, Graziano Delrio, Massimo Bray e Giorgia Meloni. Sono questi i primi politici italiani che, in Twitter, hanno dato un ultimo saluto a Madiba. Movimento 5 Stelle, Lega, Nuovo Centrodestra.. Avevano forse avevano altro a cui pensare? Ma mentre i leader mondiali lo ricordano e lo commemorano, ci sorprende che Giorgio Napolitano e Enrico Letta, rispettivamente un Capo dello Stato e un Premier che inneggiano all’integrazione, non hanno ancora speso una parola… attenderanno forse domani perché il lutto gli ha tolto il fiato? L’Italia è pronta per accogliere l’eredità di Mandela? Possiamo davvero oggi saper cogliere il messaggio e seguire l’esempio dell’ex presidente del SudAfrica o anche noi attenderemo un domani?
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Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
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Nelson Mandela: il ricordo dei grandi mondiali e l’abbraccio della sua nazione
Mentre una folla composta da molti giovani e persone in lacrime si è radunata sotto l’abitazione della famiglia Mandela, a Johannesburg, per rendere omaggio a Madiba, i potenti del mondo ricordano Madiba, la sua lotta, il suo esempio.
Il presidente Obama, commemorandolo, ha detto: “Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità”, aggiungendo: “Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio”. “Sono stato uno dei milioni di persone che è stato ispirato da Mandela”, ha ricordato ancora Obama, sottolineando che il giorno in cui Mandela “è uscito dalla prigione mi ha dato l’idea di cosa si può raggiungere quando si è guidati dalla speranza”. Mandela ha “raggiunto più di quanto ci si possa aspettare da ogni uomo. E oggi è tornato a casa. Fermiamoci e ringraziamo del fatto che sia vissuto”.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha porto le sue condoglianze al Sudafrica dichiarando: “Sono profondamente rattristato di apprendere della morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. E’ stato un grande uomo, un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanità”.
Anche il premier britannico David Cameron, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla morte di Nelson Mandela, si è espresso sulla figura dell’ex presidente sudafricano scomparso: “Una grande luce si è spenta nel mondo”. “Nelson Mandela è stato un eroe del nostro tempo”, ha scritto Cameron attraverso Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, è da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio.
L’ultimo presidente sudafricano dell’epoca dell’apartheid, Frederik De Klerk, è stato invece contattato telefonicamente dalla Cnn, alla quale ha detto: “Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica è stata possibile”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
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Allerta per gli aerei… avvisate se passate sulla Cina!
E’ stata la Casa Bianca ad allertare le compagnie aeree statunitensi di rispettare la cosiddetta “zona aerea di difesa e identificazione” della Cina segnalando in anticipo alle autorità di Pechino l’intenzione di sorvolarla. La notizia viene dal New York Times che ha anche precisato che l’obiettivo dell’Amministrazione del presidente Barack Obama è di evitare qualsiasi rischio di confronto aereo per non mettere in pericolo la vita dei passeggeri dei vettori Usa.
Washington non cambia però idea, giudicando illegale la decisione cinese di controllare lo spazio aereo di un’ampia porzione del mare della Cina orientale, in particolare sopra le isole contese tra Pechino e Tokyo.
La ‘zona di identificazione’ si sovrappone allo spazio aereo del Giappone e della Corea del Sud, estendendosi fino a sfiorarne le coste. Nella ‘zona’ sono comprese le isole Senkaku (Diaoyu, per i cinesi) che sono controllate da Tokyo ma rivendicate da Pechino.
Il Giappone però ha chiesto alle proprie compagnie aeree di non rispettare le richieste cinesi. Il New York Times ha quindi interpretato la decisione della Casa Bianca come un segno di debolezza degli Usa nei confronti della Cina.
Pubblicato da tdy22 in novembre 30, 2013
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Un albero alto più di 5 metri per il Natale della famiglia Obama
Venerdì è arrivato, come da tradizione, in carrozza, trainato da due cavalli, l’albero di Natale che verrà allestito nella Blue Room della Casa Bianca. L’albero, alto più di cinque metri, è stato accolto presso quella che sarà la sua “casa” per il periodo delle festività dalla First Lady Michelle Obama, insieme alle figlie Sasha e Malia. E non potevano mancare le due mascotte della famiglia Obama: i due cani presidenziali, Bo e Sunny.
Pubblicato da tdy22 in novembre 30, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/30/un-albero-alto-piu-di-5-metri-per-il-natale-della-famiglia-obama/
A New York… ringraziano per il beltempo e si godono la parata!
Ieri, negli Stati Uniti, hanno festeggiato il Giorno del Ringraziamento e tanto quanto è tradizionale “concedere la grazia” a due tacchini da parte del presidente, così non può mancare la tradizionale parata dei grandi magazzini Macy’s a New York. Che anche quest’anno non ha mancato d’incantare: nonostante il maltempo, i palloni hanno conquistato il cielo di Manhattan e gli sguardi di adulti e bambini. La perturbazione che ha colpito gli Stati Uniti aveva messo a rischio l’evento, ma a New York è tornato a splendere il sole.
I tradizionali palloni aerostatici raffiguranti supereroi, personaggi dei fumetti e dei cartoni hanno così spiccato il volo, percorrendo la città assieme a 40 carri e, per la prima volta, gli acrobati del Cirque du Soleil. Tra i protagonisti della parata anche Snoopy, SpongeBob e Superman.
Pubblicato da tdy22 in novembre 29, 2013
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A volte anche un tacchino può essere baciato dalla fortuna!
Si festeggia il Thanksgiving Day oggi, la festa del ringraziamento, e Caramel e Popcorn sicuramente hanno molto di cui ringraziare: sono loro, infatti, i fortunati tacchini che sono stati “graziati” dal presidente Barack Obama, in occasione del rito che si svolge alla Casa Bianca durante il quale viene risparmiato un tacchino che non finirà a far bella mostra di sè sulle tavole imbancite in America per l’occasione. Non è chiaro quando il rito venne introdotto, quello che è certo è che la “Federazione nazionale del tacchino” regala al presidente un tacchino vivo e due ripieni dal 1947. Nel 1973, l’allora presidente John F. Kennedy esclamò un “Teniamocelo” decidendo così di risparmiare il tacchino vivo, scelta replicata nal 1987 da Ronald Regan che, per gioco, concesse all’animale la grazia. George H.W. Bush rese ufficiale il rito che, da allora, si svolge ogni anno. I tacchini vivi regalati sono diventati due, così da averne uno per riserva: soltanto un tacchino è protagonista della cerimonia ma entrambi vengono risparmiati e trascorrono la loro vita in una fattoria. Così come l’anno scorso, anche quest’anno si è aperto un songaggio online per far decidere alla popolazione quale tra i due tacchini, che vengono dal Minnesota, hanno due settimane e pesano circano 17 kg l’uno, graziare e nominare Tacchino Nazionale del Ringraziamento. Quest’anno la nomina è andata a Popcorn. Barack Obama, accompagnato dalle figlie Malia, di 15 anni, e Sasha, di 12, ha detto che “la gara era dura, ma posso dichiarare ufficialmente che il vincitore è Popcorn, il che dimostra che persino un tacchino con un nome buffo può fare strada in politica. Per quel che riguarda Caramel, resta nei paraggi, e sta già raccogliendo soldi per la prossima campagna”. Poi, davanti sul Portico nord della Casa Bianca, ha graziato il tacchino dicendo: “Con il potere concessomi, garantisco a Popcorn la grazia piena da un futuro di ripieno e salsa ai mirtilli”.
Ora i due animali saranno portati ai George Washington’s Mount Vernon Estate and Gardens e il pubblico potrà salutarli durante le feste. La loro destinazione successiva sarà invece una ,fattoria per tacchini a Leesburg, in Virginia, dove passeranno il resto della loro vita. Ma per la prima famiglia d’America il Giorno del Ringraziamento non è solo graziare un tacchino. In seguito si sono infatti recati, accompagnati anche dalla suocere del presidente, Marian Robinson, ad aiutare un’associazione di volontariato a impacchettare e distribuire cibo alle persone bisognose. Mentre il presidente si occupava delle cipolle, Michelle distribuiva carote e le figlie mele e dolcetti.
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Pubblicato da tdy22 in novembre 28, 2013
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Obama e la crociata contro le armi: “troppa violenza nei film”
Il cinema è in grado di plasmare le menti dei giovani, siano o meno americani, e proprio per questo Barack Obama tenta di responsabilizzare Hollywood sui film definiti “violenti”. Il presidente si è recato sulla collina che svetta su Los Angeles ed ha parlato davanti a duemila tra dipendenti e ospiti di DreamWorks Animation, dispensando parole di apprezzamento per il ruolo che il settore svolge per l’economia del Paese. L’industria cinematografica si è sempre dimostrata alleata di Obama e proprio forte di questa simpatia non ha esitato a lanciare il suo monito educativo. “L’intrattenimento è una delle punte di diamante della nostra economia”, ha detto, ma anche: “Pensate a lungo e in modo severo al messaggio che i film violenti possono trasmettere ai nostri figli”, facendo in particolare riferimento, all’uso delle armi. La crociata contro le armi lo vede da sempre impegnato in prima linea e per questo vuole avere al suo fianco il cinema: per la capacità del mezzo d’influenzare gli spettatori: “L’intrattenimento fa parte della diplomazia americana, si può andare ovunque nel mondo e troveremo un bambino che veste la maglietta del cartone Madagascar”, ha detto, spiegando che però “dobbiamo sempre fare in modo che nessuno possa glorificare la violenza” e sottolineando la “grande responsabilità” che leader e star del settore cinematografico hanno nei confronti del pubblico. “Non dobbiamo dimenticare – ha proseguito Obama – che le storie che voi raccontate hanno una grande rilevanza, formano in qualche modo le prospettive dei nostri figli e le loro vite”. Ma come spiega La Stampa, “la trasferta di Obama non è stata esente da polemiche specie da parte dei conservatori i quali hanno criticato il presidente per aver scelto gli studios di DreamWorks perché di proprietà di Jeffrey Katzenberg, uno dei principali donatori della sua campagna elettorale. Critiche a cui ha risposto in modo netto il vice portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest: «DreamWorks è un’azienda di successo che sta creando un sacco di posti di lavoro qui in California. E il fatto che Katzenberg abbia appoggiato le politiche del presidente non ha avuto alcuna incidenza sulla nostra decisione». L’azienda dal gennaio 2008 ha addirittura aumentato del 50% il numero dei suoi impiegati, anche se occorre dire che la spinta economica è comune a tutto il settore dell’intrattenimento che, ad esempio, solo dalla fine della crisi ha creato 9.500 posti di lavoro.”
Pubblicato da tdy22 in novembre 28, 2013
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Obama “follower del porno”: la scoperta di Slate
E’ stato il magazine online Slate, che si occupa di cultura e affari interni, a fare una scoperta destinata a far parlare. Può trattarsi di un errore in buona fede, di “un’amicizia” un po’ imbarazzante o di una svista, ma il profilo twitter di Barack Obama, ha rivelato il magazine, segue gli account di alcune dive del cinema hard. Si tratta di sei pornostar, tra cui Asa Akira, Joanna Angel, Nikki Benz, Jessica Drake, che compaiono nell’elenco delle oltre 600mila persone seguite dal presidente Usa. Ma non solo. Slate rivela anche che nella lista si trovano anche la Twystys e la Digial Playground, due case di produzione a luci rosse. Al momento non sono arrivati commenti da parte del partito Democratico e lo stesso Slate ha sottolineato che potrebbero essere giustificate dal sostegno che l’industria dell’hard aveva dato a Obama, quando era candidato alla Casa Bianca. Soltanto il 30% diede il suo consenso allo sfidante Romney.
Pubblicato da tdy22 in novembre 23, 2013
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Il sandwich italiano che si mangia alla Casa Bianca
Il lunch settimanale tra Biden, vicepresidente degli Stati Uniti e Obama è a base di sandwich comperati nella nota catena Capriotti’s, nata nel Delaware, ma di chiara origine italiana. Così anche ieri Joe Biden si è fermato a comprare i sandwich da portare alla Casa Bianca, ma si è trovato a corto di dollari. Allora si è rivolto a uno degli assistenti, Francis Person, e gli ha chiesto: “Hei Fran, non hai mica dieci dollari?”
Il manager del negozio si è subito affrettato a offrire uno dei sandwich gratis. Ma Biden è stato irremovibile. Ricordando che da decenni andava proprio da Capriotti, a Wilmington, a comprarsi un panino prima di salire sul treno per Washington, ha risposto ridendo: “No, no. Da 40 anni vado da Capriotti alla Union Station, e ho sempre pagato. Pago anche oggi”.
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Biden in America è noto per non essere ricco. Anzi, fra i politici di Washington è uno dei meno ricchi. E la sua storia di “pendolare” della politica è ben nota: dopo la morte della prima moglie, Neilia (uccisa con la figlioletta Naomi in un incidente automobilistico nel 1992) rimasto solo con due bambini, andava a Washington la mattina e tornava tutte le sere a casa per mettere i figli a letto. E si portava un sandwich da mangiare mentre lavorava al Congresso.
Non è la prima volta che vediamo il vicepresidente comprare un panino vicino alla Casa Bianca. Lo scorso 4 ottobre, nel mezzo della chiusura degli uffici federali e della lotta con i rivali repubblicani sul tema del bilancio, sia lui che Obama uscirono dalla Casa Bianca in maniche di camicia per andare a comprarsi il lunch.
Pubblicato da tdy22 in novembre 22, 2013
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I coniugi Obama sulla tomba di JFK per celebrarne l’anniversario della morte
Gli Stati Uniti ricordano il 50° anniversario dell’uccisione del 35° presidente Usa John F. Kennedy, avvenuta a Dallas, in Texas, e il presidente americano Barack Obama, insieme alla first lady Michelle, si è recato al cimitero Arlington National per onorarne la tomba. Gli inquilini della Casa Bianca, accompagnati da Bill e Hillary Clinton, rispettivamente 42esimo presidente ed ex segretario di Stato, hanno deposto una corona di fiori sulla lapide di JFK prima di ascoltare un inno funebre e salutare i membri della famiglia Kennedy. La CNN ha riferito dell’unica assente, la figlia di JFK Caroline, che Obama ha voluto come ambasciatrice in Giappone, da dove celebrerà l’anniversario di quel tragico evento, avvenuto quando lei aveva 5 anni.
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Pubblicato da tdy22 in novembre 21, 2013
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Datagate: neanche le prenotazioni alberghiere sono al sicuro dagli 007
“Royal Concierge”. Si chiama così il programma usato dai servizi segreti britannici per tenere sotto controllo i sistemi di prenotazione online di oltre 350 alberghi in tutto il mondo. Si tratta di hotel che, solitamente, vengono scelti da diplomatici o rappresentanti del governo. A rivelare questa pratica di controllo è stata la talpa della Nsa. Tramite tale programma, secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, riesceno ad ottenere email, numeri di telefono riservati o altri dati di rappresentanti di Paesi stranieri.
Pubblicato da tdy22 in novembre 17, 2013
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