Bobi, cagnolino disabile che divide gli animalisti

bobi-cagnolino-tuttacronacaHa solo tre anni e le zampe posteriori paralizzate Bobi, un terrier salvato dalle fogne della Bulgaria da un’associazione animalist. Il cagnolino è stato portato in Inghilterra lo scorso 21 dicembre dove una famiglia del Galles lo ha accolto. Ma dopo appena qualche giorno è intervenuta la RSPCA, Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, oggetto di feroci critiche in passato per le sue attività più politiche che attente al benessere degli animali, portandolo via dai nuovi proprietari. L’intenzione della società è quella di sopprimere la bestiola: “E’ in condizioni pessime di salute e non può vivere una vita felice”, ha spiegato il veterinario della Società. Ma Acion Aid, l’associazione che si sta prendendo cura del futuro di Bobi, non si rassegna e ha diffuso una campagna in Rete, già firmata da 5000 persone, per salvare il cagnolino: “Potete vedere tutti nel video che Bobi è vivo, attivo e felice. Merita di avere un’altra possibilità di vita”.

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In Siria epidemia di polio, scattano le vaccinazioni

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Oltre la guerra, la poliomelite, la Siria è un paese davvero allo stremo delle sue forze. Nel Bosforo dove milioni di profughi cercano riparo nei paesi limitrofi, sembra che ora la vera emergenza sia la poliomelite. Già accertati almeno 10 casi, ma potrebbero essercene anche di più almeno secondo le fonti locali.  L’allarme è stato lanciato da due epidemiologi tedeschi, Martin Eichner dell’Università di Tubinga e Stefan Brockmann del Reutlingen Regional Public Health Office (Germania), in un articolo apparso sulla rivista The Lancet. Secondo quanto dichiarato dai due esperti il pericolo di contagio sarebbe anche in Europa poichè i profughi potrebbero davvero rappresentare un rischio per alcuni Paesi in cui il vaccino antipolio è inattivo e quindi risulta essere meno efficace. Ad esempio tale vaccino si usa in Bosnia-Erzegovina, Ucraina e Austria. Tale scelta è stata fatta in base ad alcuni casi di paralisi riscontrati dopo aver vaccinato alcuni bambini con il vaccino tradizionale per bocca.

Sempre gli scienziati avvertono che c’è da considerare poi che solo un’infezione su 200 causa la malattia sintomatica: motivo per cui, secondo gli autori, il virus potrebbe restare in circolazione per quasi un anno prima che si evidenzi il primo caso.

Risulta perciò insufficiente vaccinare solo i profughi siriani, così come è stato raccomandato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Intanto l’Oms, che ha già confermato un focolaio di almeno 10 casi in Siria, ha deciso di vaccinare oltre 20 milioni di bambini in tutta l’area, nel tentativo di stroncare l’epidemia sul nascere.

Alessia Polita e l’incidente alla sua ultima gara: “Avevo scelto di terminare”

polita-lamarra-tuttacronacaAlessia Polita e Eddi La Marra. Due piloti, un’unica passione. Quelle due ruote lanciate a folle velocità che li fanno incontrare, conoscere, innamorare e condividere tutto, anche quel circuito di Misano dove entrambi finiscono disarcionati dalle loro moto. Il 15 giugno Alessia cade e da là inizia la lotta all’ospedale Bufalini di Cesena. Lui le sta sempre accanto e combatte con lei. Il 27 agosto è Eddi a cadere. I ruoli d’invertono. Alessia gli sta vicino e gli infonde coraggio e speranza. Perchè quel loro legame non si spezza, è molto più forte di ogni avversità. “C’è che la pioggia ci mette un po’ del suo, che la realtà si presenta ogni mattino anche senza mettere la sveglia, sì, perché l’ultima sveglia che ho messo è stata quella del 15 giugno, alle ore 7.47 precisamente. Mi piaceva mettere il 47 dappertutto (anche sul mio casco la sera prima, avevo messo il suo adesivo Eddi 47), si viveva in simbiosi, 47 di qua 51 di lá…”. ​ Racconta lei, la 27enne che in un istante ha visto la sua vita cambiare per sempre e che ora è tornata a casa, mentre Eddi si trova nella clinica Santa Lucia di Roma. “Certe volte ci si guardava negli occhi e nemmeno ci si parlava, perché ci capivamo al volo – scrive Alessia nel profilo Facebook Lady Polita – fatto sta che spesso mi viene in mente quel maledetto giorno…. Quel 15 che messo al contrario sarebbe un 51; ma sì che poi questi sono piccoli dettagli che vuoi guardare per trovare il calcolo matematico del tuo incidente e dire che era tutto scritto e non si poteva evitare. Quelle piccole e maledette coincidenze che ti danno un perché a quanto successo”. Ricordare fa male, ma ora deve farlo perchè si è fatta spiegare l’accaduto da chi ha visto i fotogrammi dell’incidente. “Io ricordo fino al momento che la moto mi si è impennata davanti e mi ha disarcionato, poi più nulla…. Solo dopo essere entrata nella clinica dell’autodromo che mi hanno rianimato mi ricordo poi tutto… 9 spaccate entro in pit lane, lo trovo lì – scrive riferendosi a Eddi – davanti al suo box che mi guarda passare, mi saluta con uno dei suoi unici meravigliosi sorrisi e con senso di ‘mi raccomando’ mi lascia scorrere davanti ai suoi occhi… Il ‘mi raccomando’ aveva il suo significato, perché avevamo parlato ore la sera prima di addormentarci, sui piccoli problemi di assetto che non avevo risolto, e che finalmente era la mia ultima gara. Ero stanca di fare conti con soldi che non c’erano più, se si cadeva, avevo problemi anche per cambiare i pezzi, era diventato pesante, amavo le moto, ma avevo scelto di terminare. La mia ultima gara e poi lo avrei seguito ovunque”. Ma la corsa non l’ha vista tagliare il traguardo. La curva era la 16. Le ore le 9.07. Altri numeri che non potrà dimenticare. “Quel terribile volo che mi ha rovinato la vita davanti ai suoi occhi – conclude Alessia – pagherei per non avergli fatto vedere il mio incidente in diretta, tutto, pur di sentire di nuovo quell’adrenalina che ti toglie il fiato dietro quella griglia di partenza; altrettanti soldi pur di vedere quel semaforo spegnersi e ammucchiarsi in 40 dentro una curva… Pagherei l’oro del mondo anche per una semplice passeggiata tra il paddock… Ormai completi io e lui… Un pilota deve essere pronto a tutto… Ma questo scusatemi è surrealismo! E sapete perché”.

“Chi si vergogna di me si vergogni di sè”: l’energia di Francesco Nuti

francesco-nuti-tuttacronacaAttore, regista, sceneggiatore e produttore. Francesco Nuti è stato protagonista di circa venti film, ha vinto un David di Donatello e un Nastro d’Argento come miglio attore in “Io, Chiara e lo scuro” poi quel drammatico incidente domestico nel 2006, a cui è seguito un periodo di coma dopo il quale non ha più riacquistato la capacità di parlare e camminare autonomamente. Ma la malattia non l’ha sconfitto, anzi: sta vivendo un periodo particolarmente prolifico, con due sceneggiature pronte. Non parla, ma riesce a scrivere al computer e proprio grazie alla tecnologia è riuscito a rilasciare una lunga intervista al Corriere Fiorentino. E’ lui stesso che, dopo aver spiegato che i suoi duoi scritti “parlano d’amore”, e spiega: “la prima sceneggiatura d’amore per una donna che si chiama Olga, la seconda per un bambino”. Riguardo al suo ambiente professionale, da cui inizialmente era partita una catena solidale che poi, pian piano, si è trasformata in silenzio, ricorda quello che ha scritto nella sua biografia: ‘‘chi si vergogna di me si vergogni di sé’’. Al contrario dei colleghi, però, c’è anche chi non si scorda di lui: “ci sono i vecchi amici di Narnali e tutto il mio pubblico, che ancora mi segue e spera con me”. Nell’intervista si parla anche dell’Italia attuale e Nuti lancia un appello all’inventiva: “ci vogliono le idee per fare le cose, come nel cinema. Non basta la cartabollata”. Per concludere, una parola sull’amore, alla domanda: “Qual è il suo attuale e vero concetto di amore capace di soffocare la legittima rabbia contro il destino? E non mi riferisco alle donne…” l’artista risponde: “L’amore è come Olga, se non ti fa morire è solo una parola, anzi un tradimento”.

La Marra, fidanzato della Polita, cade dalla moto e finisce in ospedale

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Dopo il tragico incidente in cui è rimasta paralizzata la sua compagna, Alessia Polita, oggi è purtroppo accaduto a  Eddi La Marra – pilota del CIV e del team Barni Racing nel mondiale Superstock1000 essere protagonista di  una brutta caduta a Misano, lo stesso tracciato sul quale pochi mesi fa era caduta proprio la Polita. La Marra, pilota 24enne di Ferentino, è stato sbalzato dalla sua 1199 Panigale all”uscita della curva a sinistra che precede la Quercia, probabilmente a causa dei cordoli bagnati dalla pioggia caduta durante la notte, battendo violentemente la testa in seguito ad un high-side. Passata la paura iniziale, il pilota ha manifestato comunque lucidità senza mostrare problemi di memoria o di articolazione del linguaggio.

«All”ospedale Bufalini di Cesena, a Eddi è stato riscontrato un trauma cranico, ed i medici ripeteranno la TAC in serata – ha detto l”ingegnere Ernesto Marinelli, a capo del progetto SBK – Sembra che anche la clavicola abbia riportato qualche danno. In Germania sicuramente non ci sarà, ma parla e sta abbastanza bene. All’inizio si era spaventato ma si ricordava tutto, era cosciente».

Un calvario lungo 30 anni: dall’acne alla paralisi. La storia di Nicoletta

nicoletta-breda-tuttacronacaTrent’anni fa Nicoletta Breda ha contratto una forma aggressiva di acne che prima l’ha colpita al volto e alla bocca ma poi si è propagata anche alla gola, impedendole così di nutrirsi. A nulla è valso il pellegrinaggio intrapreso con i genitori per contattare i migliori dermatologi: all’età di 15 anni pesava appena 28 chili, di fronte al suo metro e 78 cm di altezza. Una magrezza che le causa problemi muscolari per i quali la famiglia si rivolge all’ospedale di Padova dove le viene prescritto un busto correttivo che dovrebbe sostenerla ma le schiaccia le vertebre, il midollo osseo e l’intestino, atrofizzandole un braccio e una gamba. I genitori, oltre alla medicina ufficiale, percorrono tutte le strade possibili ma, attualmente, la parte sinistra del corpo di Nicoletta è semi paralizzata, due vertebre sono schiacciate e le è stato riconosciuto uno stato di disabilità del 100%. Ora sono gli specialisti dell’Arep a curarla ed a tentare di alleggerire una situazione che è diventata cronica con lo scorrere degli anni. Quello che lei, supportata dalla famiglia ma abbandonata dal sistema sanitario e sociale, chiede è un’accompagnatoria che le permetta di pagare le spese sanitarie e il supporto dei servizi sociali per accompagnarla alle terapie riabilitative.”Ancor oggi i medici non sanno dare spiegazioni sulla patologia di mia sorella – spiega Morena, che ora ha promosso una crociata in difesa dei diritti di Nicoletta -. Mia sorella sopporta quotidianamente dolori fortissimi dovuti alla sua condizione fisica, ma è abbandonata da tutti. I miei genitori hanno ottant’anni ed è problematico anche solo metterla a letto e accompagnarla alle visite specialistiche. Ogni due ore, giorno e notte, papà e mamma le somministrano le terapie. Passa le sue giornate in piedi o al massimo seduta in cucina, perchè anche portare la carrozzina al piano terra o farle fare una passeggiata è complicato. Gli è stata riconosciuta una pensione di invalidità di 286 euro, ma le spese dei medicinali ammontano mensilmente a 600 euro. In passato mio padre ha investito tutti i suoi risparmi nel tentativo di far curare Nicoletta, ma le istituzioni hanno voltato le spalle a lui e a tutta la nostra famiglia. Da anni presentiamo le nostre istanze alla Commissione invalidità all’Usl 9 alla Madonnina. L’ultima richiesta è stata depositata a gennaio, ma ancora non abbiamo avuto risposte. Ed è comunque paradossale che Nicoletta abbia l’invalidità riconosciuta completamente, ma le venga negato qualsiasi supporto assistenziale”.

Alessia Polita: il sostegno corre sul web

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L’incidente occorsole sabato scorso, a Misano, le ha stravolto la vita e Alessia Polita resterà paralizzata dal petto in giù a causa di una frattura da scoppio della dodicesima vertebra, ma supporto, affetto e grinta le arriva dalla rete. Sulla sua pagina Facebook in molti cercano d’incitarla e di manifestare la loro vicinanza in queste giornate difficili. Ecco allora che si leggono frasi come: “Forza Alessia, ho il cuore in lacrime”. “Dai gas, Alessia”. “Continua a lottare”. “I centauri sono con te”.

Alessia Polita: “Non muovo le gambe ma voglio correre”

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Alessia Polita, reduce da un’intervento chirurgico di allineamento della spina dorsale dopo il gravissimo incidente di sabato scorso a Misano, si è svegliata dalla terapia intensiva, dimostrando una volta di più la sua grinta. Purtroppo i medici non hanno lasciato speranze e la paralisi delle gambe sembra certa. La campionessa, molto probabilmente, dovrà sottoporsi a ulteriori operazioni. Il fratello Alessandro, al risveglio della pilota, ha subito voluto rassicurare tutti coloro che sono preoccupati per le sue condizioni di salute e in Twitter si può leggere: “Alessia si è già svegliata! È un toro! Parla ed è cosciente. Mi ha fatto promettere una cosa che dovrò fare. Siamo ‘pronti’ anche per questa sfida!”. La ragazza, appena sveglia, non ha mancato di far sapere ai familiari che “Non muovo le gambe ma voglio correre”. Nel frattempo, il padre Giancarlo, 53 anni, meccanico di professione, ha chiarito le cause dell’incidente, provocato dalla rottura del potenziamento di un sistema elettronico che controlla l’accelerazione.

Parla il padre di Alessia Polita: “ha già capito tutto”

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Ha tagliato dritto una curva del circuito di Misano a causa di un guasto meccanico Alessia Polita, trasportata poi all’Ospedale Bufalini di Cesena. La ragazza, per la quale i medici hanno diagnosticato la frattura da scoppio della dodicesima vertebra dorsale, ora resterà paralizzata a causa di un versamento di midollo. Le ultime notizie dall’ospedale arrivano dal padre Giancarlo, che ha parlato a La Gazzetta dello Sport: “I medici non ci hanno dato speranze e lei ha già capito tutto, anche se scoprirà la verità nei prossimi giorni. È triste ma dovremo abituarci. Alessia rimarrà in ospedale una decina di giorni. Poi andrà in un centro di riabilitazione. Per lei correre in moto era tutto. Aveva grande talento e l’ambizione di mostrarsi alla pari con tanti uomini”. L’uomo ha anche raccontato i tragici momenti dell’incidente: “Ho visto Alessia tagliare dritto la curva 16, prima del rettilineo finale. Mi sono lanciato tra i soccorritori. Lei era vigile. Mi ha detto che stava bene ma non riusciva a muovere le gambe. Ha spiegato che la moto ha avuto un problema meccanico”.

Alessia Polita: la campionessa italiana rimarrà paralizzata

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Le fonti mediche l’hanno ufficializzato: è stata fatale la lesione al midollo spinale riportata dalla 27enne Alessia Polita ieri, a seguito della caduta durante le qualifiche del Campionato italiano di velocità. La campionessa italiana di motociclismo ha perso in modo permanente la mobilità del corpo dal seno in giù. La ragazza è ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Bufalini di Cesena dov’è stata sottoposta a un intervento neurochirurgico al rachide “per frattura da scoppio della dodicesima vertebra dorsale, con lesione del midollo spinale”. Riguardo le cause dell’incidente, potrebbero derivare da un guasto meccanico che le avrebbe impedito di ridurre la velocità. La caduta è avvenuta nella stessa curva dove cadde, nel 1993, lo statunitense Wayne Rainey, durante il GP d’Italia della classe 500. Un incidente che costò l’uso delle gambe al motociclista.

I clan manovrano le proteste a Napoli?

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Risponde duramente il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, alle proteste che questa mattina hanno sconvolto la città di Napoli. “Da cittadino e da napoletano provo una grande amarezza perché abbiamo assistito ad una sospensione del pieno diritto a manifestare che deve essere garantito ad ogni cittadino, a causa dell’infiltrazione di delinquenza comune e camorra”.

Paralisi a Napoli e scoppi di petardi.

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Paralisi a Napoli e commercianti in piazza. Negozio con le serrande abbassate e in più di mille sotto al Municipio, per contestare il sindaco De Magistris  la zona a traffico limitato che ha portato un calo d’incasso del 50%. Molta tensione davanti a Palazzo San Giacomo così che le forze dell’ordine sono dovute intervenire per allontanare la folla dopo il lancio di cinque petardi. La città è bloccata e sventolano le bandiere della Confcommercio.

 

Occhio per occhio… condannato alla paralisi!

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Condannato ad essere paralizzato per aver fatto la stessa cosa ad un suo amico: è questa la pena che potrebbe dover affrontare Ali Al-Khawahir, un giovane saudita che dieci anni fa, appena quattordicenne, pugnalò alla schiena un suo amico, provocandogli una lesione spinale che lo ha lasciato paralizzato per sempre. Secondo la legge dello “occhio per occhio” il ragazzo che oggi ha 24 anni, dovrebbe essere a sua volta condannato alla paralisi. La notizia, diffusa da Bild, ha fatto il giro del mondo, suscitando reazioni indignate da parte della Gran Bretagna.

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