L’Europa e la violenza sulle donne: i dati allarmanti

feminicidio-tuttacronacaSono stati coinvolti i 28 Paesi dell’Unione europea nel primo sondaggio sulla violenza domestica e quello che sorprende tutti è che, da quanto emerso, gli abusi di genere sono più diffusi nel civile nell’Europa del Nord. Ad aggiudicarsi il primo posto, infatti, è la Danimarca, dove il 52% di donne racconta di avere subìto violenza fisica o sessuale dall’età dei 15 anni, quindi la Finlandia (47%) e terza la Svezia (46%). Subito alle loro spalle si trovano Paesi Bassi (45%), Francia e Gran Bretagna (44%). Per quel che riguarda l’Italia, il nostro Paese si trova in diciottesima posizione, con il 27%. Le percentuali includono tutte le molestie che le donne subiscono, da compagni e uomini della famiglia ma anche da sconosciuti, colleghi di lavoro, capi. In media, una europea su tre riporta di essere stata vittima di questi abusi (33%), equivalente a 62 milioni di donne. La percentuale scende al 22% – una donna su cinque – se consideriamo unicamente la violenza domestica. A condurre l’indagine è stata l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) e ha coinvolto 42mila donne (circa 1500 per ogni Paese) alle quali è stato chiesto in forma anonima di raccontare se nella loro vita abbiano mai avuto esperienza di stupri, molestie sessuali, violenze fisiche, stalking da parte degli uomini con i quali sono venute a contatto. Ma quello che è emerso è anche che solo una donna su dieci ammette di aver denunciato l’episodio alla polizia nel caso l’autore degli abusi sia stato un partner sentimentale (13%) o un altro uomo (14%). Eppure, rivelano i curatori del sondaggio, “ciò che emerge è un quadro di abuso diffuso che danneggia la vita di molte donne”: una europea su dieci (circa 20 milioni di donne) dice di avere subìto una qualche forma di violenza sessuale, e una su venti è stata stuprata. Viste le cifre impressionanti, Fra ritiene che i governi dovrebbero utilizzare questi numeri per creare politiche strutturali contro la violenza di genere: “Si tratta di una violazione della dignità umana e, nelle sue forme peggiori, vìola il diritto alla vita. E’ anche una espressione estrema della disuguaglianza dei sessi”. Il dossier tenta anche di rispondere ai negazionisti: “Le donne possono perpetrare violenze, e uomini e ragazzi possono essere vittime di violenza attuata da entrambi i sessi, ma i risultati di questa indagine mostrano che la violenza contro le donne è messa in atto specialmente dagli uomini”. Per quel che riguarda l’Italia, come analizza l’Huffington Post:

appartiene alla schiera dei Paesi europei che riportano meno violenze nei confronti delle donne, nonostante il 91% degli italiani sia cosciente che questo è un problema gravissimo e molto diffuso. Il 6% delle italiane ammette di avere subìto violenza domestica nei 12 mesi precedenti al sondaggio, mentre il 39% delle nostre connazionali dice di comprendere nella cerchia delle amicizie o famigliare un’amica che subisce un compagno violento. E la maggioranza, il 58%, con buona pace della legge contro il femminicidio è convinta che non esista alcuna misura legislativa per proteggere le vittime degli abusi di genere. Eppure il nostro Paese viene inserito tra i pochi Paesi europei ad avere una linea telefonica governativa per aiutare le donne in difficoltà (il 1522), e nella lista dei governi che sono riusciti a definire nel codice penale il maltrattamento nei confronti delle donne.

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Quando una sfilata di Carnevale scatena le polemiche: il carro sessista

carro-sessista-blufi-tuttacronacaAl Carnevale di Blufi, nelle Madonie, in quello stesso paese dove tre mesi fa la farmacista Giuseppina Jacona fu uccisa durante una rapina, un carro allegorico ha scatenato la protesta. “Non c’è nulla da ridere, questa è una provocazione sessista”, ha detto l’avvocato Maria Vittoria Cerami quando ha visto sfilare un carro sessista: una sorta di Betty Boop di cartapesta, seminuda e in posizione ambigua. ”Quel carro esprime un messaggio di umiliazione e di violenza per il corpo femminile in un paese ancora sconvolto da un feroce femminicidio”, ha aggiunto. Quella che è stata definita come “provocazione sessista” ha scatenato l’indignazione non solo della Cerami, da anni impegnata nelle campagne per i diritti delle donne e che ha chiamato anche i carabinieri chiedendo loro d’intervenire. Non solo alcune donne ma anche il sindaco del vicino centro di Castellana, Pino Di Martino, hanno inveito contro una raffigurazione allegorica “oscena e offensiva”. Il carro è stato realizzato a Bompietro che con altri tre paesi – Gangi, Geraci Siculo e appunto Blufi – ha promosso il “Carnevale delle Madonie”. Ma dopo la prima uscita non è stato più ripresentato alle sfilate.

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Oscar Pistorius, navigava in internet la notte dell’omicidio di Reeva

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Da poco è passato San Valentino e si è celebrato un anno dalla tragica morte di Reeva Steenkamp, modella e fidanzata dell’atlera Oscar Pistorius che la uccise, secondo la difesa, perché riteneva che ci fosse un ladro in casa, mentre l’accusa parla di un femminicidio perpetrato ai danni della ragazza dopo un alterco. Ora c’è una nuova indiscrezione, la quale potrebbe davvero cambaire faccia al processo: durante la notte di San Valentino, Pistorius avrebbe navigato in internet. Questo elemento smonterebbe la serata romantica da sempre sostenuta a difesa di Pistorius che poi avrebbe sparato per un tragico errore.

 

La lite di coppia che finisce nel sangue: accoltellata una donna a Milano

femminicidio-tuttacronacaOmicidio a Milano dove, al culmine di una lite di coppia, un egiziano di 44 anni ha ucciso, accoltellandola nell’appartamento dove viveva, una 48enne ecuadoriana con cittadinanza italiana. Il 118 è intervenuto sul posto ma non ha potuto salvare la donna, che è morta a causa delle gravi e numerose ferite. Per il suo omicidio è stato fermato il compagno, che all’arrivo della polizia si trovava ancora nell’appartamento di piazzale Accursio.

Uccise la fidanzatina 16enne: scarcerato e condotto in clinica

fabiana-luzzi-tuttacronacaDavide M, il 18enne che lo scorso maggio accoltellò Fabiana Luzzi, la sua fidanzatina 16enne a Corigliano Calbro, in provincia di Cosenza, e poi ne bruciò il corpo, è stato scarcerato e condotto in una clinica dopo aver tentato due volte il suicidio. La decisione è stata presa dal Tribunale dei minorenni di Catanzaro. Il giovane aveva dichiarato agli investigatori che, dopo aver pugnalato la sua vittima al culmine di una lite, la diede alle fiamme mentre era ancora in vita.

Aveva ucciso Fabiana Luzzi, ora ha tentato il suicidio in carcere

fabiana-luzzi-tuttacronacaEra il 25 maggio 2012 quando venira trovato, a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, il corpo senza vita e carbonizzato della 16enne Fabiana Luzzi. La giovane era stata accoltellata dal fidanzatino Davide M., che prima di lasciarla tra le braccia della morte, agonizzante, l’ha data alle fiamme. Ora il giovane, 18 anni compiuti da poco, ha tentato d’impiccarsi nel carcere minorile di Torino. A salvarlo, come rende noto il sindacato Osapp, sono stati gli agenti della polizia penitenziaria. Trasportato in ospedale, il giovane non è in pericolo di vita.

E’ morta la mamma del Telefono Rosa, Giuliana Dal Pozzo

giuliana-dal-pozzo-tuttacronacaEra il 1988, il termine femminicidio non era di moda e non si parlava della violenza sulle donne, specie di quella domestica. Eppure Giuliana Massari Dal Pozzo era lungimirante e decise ugualmente di fondare, a Roma e come sportello temporaneo del Comune, il Telefono Rosa: lo scopo era raccogliere le richieste di aiuto. Ora il Telefono Rosa è una realtà autorevole, con sedi in tutta Italia e un’attività che da accoglienza telefonica (oltre al proprio numero gestisce anche l’istituzionale 1522) è diventata più in generale di formazione alla cultura anti-violenza di genere. Ma oggi è un giorno triste: la giornalista dalla parte delle donne, nominata Grande Ufficiale della Repubblica da Napolitano nel 2007, è morta all’età di 91 anni. Nata a Siena, dopo qualche tempo nelle redazioni dell’Unità e di Paese Sera, tra la fine degli anni ’60 e i ’70 aveva affiancato e poi preso il posto di Miriam Mafai nella direzione del settimanale Noi Donne. L’organo ufficiale dell’Unione Donne Italiane, fondato nel ’44, viveva a partire da quegli anni il picco di diffusione, autorevolezza, punto di riferimento per le donne militanti. Lei riuscì a renderla una rivista in grado di anticipare i temi del femminismo ancora sotterraneo. Per più di vent’anni, nella sua rubrica di posta delle lettrici, affrontò le questioni del divorzio, dell’aborto e degli anticoncezionali in un’epoca in cui era addirittura reato parlare di quella che veniva definita ‘interruzione della maternita«.  Nel 1969 un’inchiesta sul maschio di sinistra rompeva un altro tabù, mettendo in luce le ipocrisie della parte progressista. Quindi il Telefono Rosa, per aiutare le donne vittime di violenza e un libro sull’argomento, Così fragile, così violento. Parlava di una violenza che era ancora più sommersa di quanto lo è oggi, di cui nessuno parlava. Ma lei e le sue volontarie, grazie a quel telefono, offriva una nuova forma di servizio sociale. Premio Saint-Vincent per il giornalismo, è stata anche autrice dell’enciclopedia La donna nella storia d’Italia, di vari saggi, di un romanzo, Ilia di notte, scritto con Elisabetta Pandimiglio (Editrice Datanews), e del diario La Maestra. Una lezione lunga un secolo (Memori).

“Il mio partner è un violento?” In Inghilterra lo si può sapere

clare's-law-tuttacronacaIn Inghilterra e Galles è entrata in vigore la Clare’s Law, una legge che rende possibile, per le donne, controllare se in passato il proprio partner ha avuto problemi con la giustizia, ricorrendo agli archivi della polizia. La legge prende il nome da Clare Wood, una 36enne uccisa nel febbraio del 2009 da George Appleton, l’ex fidanzato incapace di accettare il fatto di essere stato lasciato. Quello che la donna ignorava dell’uomo conosciuto in Facebook era che su di lui gravava una denuncia presentata dalla precedente compagna, che l’accusava di averla molestata, minacciata e rapita. La Clare’s Law, la legge di Clare, permetterà quindi a ogni donna di controllare che il proprio partner non abbia precedenti per questo tipo di reati contro la persona, per evitare che simili episodi possano ripetersi. Theresa May, segretario di Stato per gli Affari Interni del Regno Unito, ha spiegato che tale legge può aiutare le donne a fuggire da una situazione fatta di violenza e abusi “prima che finisca in tragedia”. La legge, che era stata sperimentata nelle contee di Manchester, Gwent, Wiltshire e Nottingham, è stata ora adottata a livello nazionale e diventerà effettiva il prossimo marzo. “Questa legge permetterà a molte donne di decidere in modo consapevole della propria relazione con un uomo – ha spiegato la May – Si tratta di un importante passo avanti per evitare che ci siano altre Clare Wood in futuro”.

25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

25novembre-tuttacronacaSi celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, oggi, come stabilito dalle Nazioni Unite, e in tutta Italia si stanno svolgendo manifestazioni e flash mob da Torino a Napoli. Solo in quest’anno, nel nostro Paese, sono 128 le vittime di femminicidio, con costi altissimi, 17 miliardi l’anno. Una violenza, quella contro le donne, che si scatena quasi sempre all’interno delle mura domestiche.

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Lo Stato deve risarcire i parenti delle vittime, lo dice una direttiva europea

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Anche se si tratta di un femminicidio e il killer non può risarcire la famiglia della vittima, sarà lo stato italiano a dover risarcire. 80mila euro ora saranno versate ad Anna Maria Giannone, madre della giovane di 22 anni, Jennifer Zacconi,  uccisa al nono mese di gravidanza dal compagno Lucio Niero e sepolta in una buca a Olmo di Martellago, nel Veneziano. Palazzo Chigi è stato condannato al risarcimento dal giudice di Roma in base alla direttiva europea che prevede che, se il colpevole di reati intenzionali violenti, non è in grado di di risarcire il danno questo dovere spetta allo Stato. Nieri, infatti, condannato a 30 anni di carcere e a 80mila euro di risarcimento alla madre di Jessica e 85mila euro ad altri suoi familiari, non può liquidare la somma. Da qui la richiesta del tribunale civile di Roma. Il risarcimento, però, spetta solo alla madre, non al nonno.

 

Delitto di Garlasco: le motivazioni dell’Appello bis

alberto_stasi_garlasco-tuttacronacaLa Cassazione ha depositato oggi le motivazioni della sentenza che, il 18 aprile scorso, ha riaperto il processo per il delitto di Garlasco. Nelle carte si legge che non è possibile “pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza”. Stasi, assolto in I grado e dalla Corte di Assise di Appello di Milano il 6 dicembre 2011 dall’accusa di omicidio volontario della sua fidanzata Chiara Poggi, dovrà quindi ricominciare l’iter giudiziario con un processo di Appello bis. Ad avviso della I Sezione penale della Suprema Corte, il verdetto di assoluzione in Appello ha “un approccio non coerente ai principi della prova indiziaria” e segue un “non corretto percorso metodologico“. Secondo i giudici, infatti, gli elementi indiziari sono considerati in maniera isolata “e avulsi dal loro contesto”. L’accusato ha scelto il rito abbreviato, limitando in questo modo l’integrazione di approfondimenti istruttori, ma la Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore di Milano e dei famigliari della giovane vittima, ha concesso una serie di “integrazioni probatorie” al fine di far luce sul delitto. A passare sotto la lente saranno ora alcuni punti che non erano stati sufficentemente analizzati in precedenza, come spesso i genitori di Chiara Poggi avevano fatto rivelare. Durante l’Appello bis si provvederà pertanto ad approfondire la mappature di tracce ematiche lungo la scala della cantina dell’abitazione della giovane, l’esame del capello trovato in una delle sue mani, un ulteriore approfondimento del dna della vittima trovato sui pedali della bicicletta di Stasi. Non solo, è stato anche disposto un ulteriore accertamento sulla bicicletta da donna in possesso della famiglia Stasi, anche se diversa di quella che due testimoni dicono di aver visto davanti la casa dei Poggi il giorno del delitto (13 agosto 2007). Si provvederà inoltre a rivedere l’assenza di alibi dell’accusato durante i 23 minuti compresi tra le 9.12 e le 9.35 di quella mattina.

La Cremaschi e i suoi sexy pronostici hanno una rivale: Virginie Caprice

1ibra-pallonedoro-caprice-tuttacronacaSe in Italia ogni giorno ci si scandalizza e si attaccano le pubblicità dove sembra essere sponsorizzato più il corpo femminile che il prodotto in sè, in rete gli amanti del calcio impazziscono per i pronostici sexy. In Francia Virginie Caprice, modella, pornostar e personaggio televisivo, ha l’abitudine di scrivere sul proprio corpo i risultati dei maggiori eventi calcistici. Poco importa che non ne azzecchi uno: ogni sua nuova previsione è sempre un successo. In vista dell’assengazione del Pallone d’Oro 2013 la Caprice (il cui cognome reale è Gervais) ha fatto la sua scelta: il favorito sarebbe quindi Zlatan Ibrahimovic. Chissà se Laura Cremaschi, l’italiana con la stessa passione per i sexy-pronostici, avrà qualcosa da ridire al riguardo…

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Tentato femminicidio per motivi economici, donna salva grazie a un vicino

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Una storia tragica e tremenda quella che ha visto come protagonista Luigi B, 50 anni, disoccupato e in procinto di ricevere lo sfratto nella palazzina di via Lucilio, alla Balduina, Roma, dove abita con la moglie bulgara, la 55enne, Snezana R., cantante lirica conosciuta nell’ambiente. L’uomo ieri pomeriggio, accecato dalla follia, ha afferrato un coltello e lo ha piantato nella schiena della moglie. Un vicino, allarmato dalle grida ha aperto la sua porta e ha fatto rifugiare la donna nella sua abitazione.

«Era pallida, tremava – racconta il soccorritore, un signore sulla cinquantina – Quella donna mi ha pregato di chiudere subito la porta ed era terrorizzata che il marito potesse uccidere la figlia che se anche non era in casa sarebbe potuta rientrare a momenti. Perdeva sangue dalla schiena. In un attimo il pavimento si è macchiato di rosso e lei è diventata pallida».

Queste le parole del marito della vittima:  «Ho perso la ragione – ha detto il marito agli agenti – Non ho più un posto di lavoro e da questa casa dobbiamo andare via a causa dello sfratto. Ho visto tutto nero e ho fatto una pazzia. Alla fine volevo uccidermi».

«Sembrava una coppia tranquilla – racconta un residente del terzo piano -. Era arrivata in questo stabile da meno di un anno. Ma noi inquilini abbiamo saputo che moglie e marito se ne sarebbero dovuti andare a causa di uno sfratto che era diventato esecutivo. Lei è una cantante lirica. La sentivo spesso esercitarsi».

Femminicidio nel Viterbese, arrestato il convivente

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L’ennesimo femminicidio perpetrato tra le mura domestiche dove un uomo di 65 anni di origini napoletane ma residente a Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, intorno alle 3,30 di notte ha ucciso a coltellata la convivente di 52 anni. Il movente non è chiaro e i militari sono a lavoro per ricostruire quanto sia avvenuto nella notte scorsa. L’uomo in stato di fermo è interrogato nella caserma di Ronciglione.

Arriva il braccialetto anti-stalker, ti tiene lontano l’indesiderato

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Troppi femminicidi e troppe donne spaventate dai loro ex fidanzati, mariti o compagni così il Pd ha fatto approvare in commissione alla Camera un emendamento che prevede l’introduzione di un braccialetto elettronico per gli stalker. Attraverso il braccialetto lo stalker sarà monitorato in modo da non poter infastidire ulteriormente la vittima.

Si rinvia il Decreto legge sul femminicidio. Non morite fino al 2 ottobre!

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I troppi emendamenti rischiano di mettere a rischio il decreto legge sul femminicidio, la discussione intanto è slittata al 2 ottobre, ma a questo punto, servendo la legge di conversione entro il 15 ottobre, potrebbe anche decadere.

Anche perché il dl femminicidio, che è stato approvato lo scorso 8 agosto dal Consiglio dei ministri, contiene diverse norme oltre a quelle per contrastare la violenza di genere: ci sono norme in tema di protezione civile, di commissariamento delle Province, disposizioni per il potenziamento del corpo nazionale dei Vigili del fuoco , di contrasto ai furti a danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione. Una eterogeneità che rallenta l’iter.

Non morite prima del 2 ottobre!

Giallo a Rimini: 30enne accoltellata in una pensione

cameriera-uccisa-rimini-tuttacronacaGiallo in Riviera Romagnola dove, nella cucina di una pensione di Rivabella di Rimini, una romena di 33 anni è stata rinvenuta in un lago di sangue. La vittima dell’omicidio presentava un coltello piantato nel petto. La polizia ha ricevuto l’allarme attorno alle 11.45 e sul posto  sono accorsi gli uomini della Squadra mobile riminese. E’ stata la titolare della pensione Scilla, la struttura per cui la ragazza aveva lavorato questa estate, a fare il macabro ritrovamento. La donna gestisce la pensione con il figlio. La struttura in questi giorni non ospitava più turisti per la chiusura della stagione. La cameriera, che aveva finito la stagione nei giorni scorsi ed era già stata retribuita, avrebbe dovuto fare oggi ritorno nel suo paese. Descritta come una bella donna, dai caratteri mediterranei, tempo addietro aveva perso un figlio di 12 anni, morto annegato in Romania.

A Verona… Accoltella la moglie e poi si getta sotto un tir

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Erano circa le 9.30 quando è scattata la follia omicida di un uomo di 31 anni romeno che prima  ha accoltellato la moglie  poi è scappato verso l’autostrada del Brennero, dove si è gettato sotto un tir.

La moglie, 29enne anch’essa romena, ferita in più arti del corpo, è riuscita a scappare in una ricevitoria dove ha chiesto aiuto e ha identificato il marito come l’aggressore che le aveva inferto le lesioni. La tragedia si è consumata nei dintorni dell’ufficio postale di via Cavour, a Dossobuono, nel Veronese, e ancora non si conoscono i dettagli della vicenda che ha portato l’uomo a compiere il gesto. Al momento la donna è ricoverata in ospedale e sottoposta a intervento chirurgico. Da quanto si è appreso da fonti mediche la donna non dovrebbe essere in pericolo di vita.  Pesanti le ripercussioni al traffico tra tra Nogarole Rocca e il nodo con la A4, dove il traffico è rimasto bloccato per ore.“

Tentato femminicidio a Taranto, ferita una 22 enne dal fidanzato

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Un giovane di 24 anni, Cosimo De Biaso, ha tentato di uccidere la fidanzata 22enne con colpi d’arma da fuoco. L’uomo avrebbe sparato al culmine di una lite avvenuta in un appartamento di  via Tafuri, nella zona residenziale di Montetermiti, a Taranto. La ragazza ha anche cercato di scappare in strada, ma qui è stata raggiunta dal proiettile che l’avrebbe colpita alla spalla secondo quanto riporta il quotidiano di Puglia, mentre secondo il Messaggero, la giovane sarebbe stata colpita al torace. Ora la 22enne è stata ricoverata all’ospedale ‘Santissima Annunziata’, in prognosi riservata anche se i sanitari hanno riferito che la giovane non sarebbe in pericolo di vita. I militari hanno recuperato l’arma utilizzata dall’uomo e hanno provveduto all’arresto.

 

«La giustizia è più stuprata di una donna»

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«La giustizia è più stuprata di una donna». La frase agghiacciante è stata esposta sulla vetrina della sede del Pdl a Ravenna e sembra essere davvero un messaggio “fuorviante” sia per l’istituzione della Giustizia, sia per le donne. A denunciare il fatto il deputato Sel Giovanni Paglia che parla di«manifesto farneticante» e ha chiesto l’immediata rimozione. Lo stesso Paglia al Corriere.it ha spiegato: «Questo nel Paese che vive ogni giorno la tragedia del femminicidio, che non riesce a trovare le risorse per finanziare provvedimenti a favore delle donne vittime di violenza, che è ricattato quotidianamente da un pregiudicato per frode fiscale, Silvio Berlusconi».

 

Uccide la moglie “per scherzo”… un folle femminicidio a Roma

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Un anziano di 73 anni, ieri sera a Roma, ha puntato la pistola, un revolver calibro 45, regolarmente detenuto, contro la moglie e ha fatto fuoco, poi alla polizia ha dichiarato:

«Stavo scherzando e pensavo che l’arma fosse scarica. Sono rimasto sorpreso vedendo invece partire un colpo».

L’uomo era stato sorpreso dalla donna mentre in salone stava armeggiando con la pistola e la moglie preoccupata avrebbe chiesto all’uomo se aveva intenzione di suicidarsi a quel punto l’anziano avrebbe affermato “scherzando”: «No avrei intenzione di sparare a te», poi avrebbe fatto fuoco colpendo il fianco della moglie che dalla paura, sanguinando si è rifugiata in bagno.

Il marito a quel punto, in evidente stato confusionale si sarebbe rivolto a una vicina, la quale immediatamente ha avvisato il 113. La moglie è stata trasportata al San Camillo, dove è morta intorno all’una di notte. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo, ma continuano le indagini per verificare i dettagli della vicenda.

Dramma evitato e femminicidio sventato grazie alla figlia minorenne

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Un uomo di 69 anni ha cercato di uccidere, nel sonno, la sua compagna di 38 a Paliano, località vicina ad Anagni. La donna si è svegliata e ha cercato di difendersi dalla furia dell’uomo rimanendo solo lievemente ferita alle braccia, mentre la figlia minorenne ha fatto immediatamente scattare l’allarme richiamando l’attenzione delle forze dell’ordine. L’uomo è stato arrestato e condotto nel carcere di Frosinone con l’accusa di tentato omicidio.

 

Tragedia in Sardegna, l’omicidio-suicidio si trasforma in femminicidio

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Nelle intenzioni di Ugo Basilio Lai, 70enne allevatore originario di Desulo (Nuoro), residente a Guspini, nel Medio Campidano, c’era un omicidio suicidio, ma invece si è trasformato in un femminicidio. L’uomo ha accoltellato nella notte, intorno alle 2,30,  la moglie Giuseppina Brodu, di 62 anni, e con la stessa arma ha tentato poi di suicidarsi colpendosi il ventre. L’uomo, secondo la ricostruzione degli inquirenti che non hanno ancora chiarito le cause che hanno scatenato il raptus, ha inferto alcuni colpi sulla moglie con dei coltelli mentre lei dormiva e poi, raggiunta la veranda della casa, si è accoltellato all’addome e si è accasciato su una panca in legno. Ad accorgersi della tragedia è stato il figlio convivente della coppia, svegliato dal trambusto. Immediata la chiamata alla centrale operativa dei carabinieri della Compagnia di Villacidro, giunti poco dopo sul posto con una pattuglia del Nucleo radiomobile, e l’intervento di un’ambulanza del 118 che ha trasportato Ugo Basilio Lai nell’ospedale di San Gavino dove, dopo l’intervento chirurgico, è piantonato dai militari dell’Arma.

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Marocchino accoltella la moglie, tentato omicidio.

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Un femminicidio sventato, un’altra donna vittima del marito, un tentato omicidio che ha portato una donna a essere ricoverata in prognosi riservata in ospedale dove rischia anche di perdere un rene. Lui è un marocchino di 46 anni residente a Zane nel Vicentino. Lei è una 45enne italiana che prima di entrare in sala operatoria ha avuto la prontezza di riuscire a indicare il marito quale autore del gesto. L’ennesima violenza sulle donne, l’ennesimo crimine perpetrato tra le mura domestiche. Esiste ancora il concetto di famiglia, come rifugio, come punto fermo, come entità nella quale ritrovare il calore e l’affetto dei cari?

M5S “la Convocazione di oggi costa 200mila euro”, Boldrini: “esercizio democratico”

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Botta e risposta in un clima infuocato alla Camera dei Deputati. Un ciclone, pari a quello che sta sconvolgendo Roma, si è abbattuto nell’Aula di Montecitorio.

“La seduta odierna – afferma la Boldrini durante la seduta – è stata convocata come adempimento espressamente dettato dalla Costituzione; un obbligo che si svolge secondo i principi dettati dall’ordinamento. Ci sono precedenti di convocazioni durante la pausa estiva o natalizia per l’annuncio della presentazione di decreti legge. Questi sono i fatti e le polemiche che sono seguite sono state del tutto pretestuose”.
Laura Boldrini replica duramente alla Lega che in aula l’accusa di protagonismo per la convocazione di oggi per il dl sul femminicidio. “Giusto per esser chiari – dice rivolta a Nicola Molteni – le ricordo che avevo scritto nel post su Facebook che era prevedibile che Montecitorio dovesse riunirsi già dopo il 20 di agosto per la presentazione di un decreto. E che in ogni caso la prossima seduta era fissata per il 6 settembre. Non credo che questo sia protagonismo, credo che sia una comunicazione assolutamente legittima. Non c’è nulla di vanto, solo un fatto”.

Sono 104 i deputati presenti nell’aula di Montecitorio. Non facili i conteggi per gruppo perché il clima estivo ha fatto sì che diversi parlamentari si sistemassero su banchi non appartenenti al gruppo. Al banco del governo c’è solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Per la maggioranza sono circa 45 i parlamentari democratici presenti. Quattro quelli del Pdl, 5 quelli della Lega e 22 grillini. Ci sono anche una quindicina di parlamentari di Scelta Civica, 8 deputati di Sel e 4 appartenenti al Misto. Le donne sono poco più di una trentina.

Non è scandaloso che i deputati, in clima di forte tensione politica, rimangano in ferie, mentre il paese lotta tra un governo di larghe intese dilaniato dalla sentenza Mediaset e una ripresa economica che stenta ad avviarsi? Non è scandaloso vedere solo 104 deputati in Aula quando bisogna approvare una legge sui reati di genere? Ai deputati quanto importa delle donne? Che immagine diamo all’estero? L’ennesima Aula vuota in un momento difficile della politica italiana?

Quanto costa agli italiani la convocazione ‘formale’ del Parlamento di oggi? Tra i 150 e i 200mila euro”, si lamenta il deputato M5S, Walter Rizzetto che avrebbe preferito donarli a qualche centro di assistenza. Ma la presidente della Camer interviene subito e replica: “Ma lei ha capito che questo è un obbligo? Di cosa parla? Di sprechi? Questo è un esercizio democratico”.

Donna uccisa a bottigliate, shock a Cuneo per l’ultimo femminicidio

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Una donna di 38 anni,  Maria Grazia Giummo, è stata uccisa a bottigliate  a Borgo San Dalmazzo, nel cuneese. A colpirla sarebbe stato il compagno, Umberto Pantini, 35 anni, anche lui poi soccorso perché rimasto ferito a sua volta. Probabilmente poi l’uomo pentitosi l’avrebbe portata a braccia al pronto soccorso. L’uomo è in stato di fermo. Secondo i carabinieri, i due si sarebbero feriti a vicenda al culmine di una lite furibonda.

Poche ferie per i parlamentari, la Boldrini li richiama in Aula

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“E’ prevedibile che Montecitorio debba riunirsi già dopo il 20 agosto per la presentazione di un decreto. In ogni caso, la prossima seduta è fissata il 6 settembre”. Lo scrive la presidente della Camera, Laura Boldrini, sulla sua pagina Facebook. Con ogni probabilità ad essere presentato in aula sarà il dl sul femminicidio, che dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale domenica 18 o lunedì 19. Sempre la presidente della Camera fa notare come le vacanze dei nostri deputati siano brevi, anzi brevissime se confrontate con quelle di altri politici europei: “Se facciamo un confronto con gli altri Parlamenti europei, questa volta l’Italia dà il buon esempio”, scrive la Boldrini su Facebook. “L’emiciclo di Strasburgo – aggiunge – si è fermato il 4 luglio per riaprire i battenti il 9 settembre, i due rami del Parlamento francese sono chiusi da metà luglio e i lavori riprenderanno il 10 settembre, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha tenuto l’ultima seduta il 17 luglio e la prossima è convocata il 30 settembre. L’ultima seduta del Bundestag è stata il 28 giugno scorso e la riapertura non è stata ancora fissata”.

Forse però all’estero non si trovano con l’acqua alla gola tra scadenze urgenti e tensioni interne che rischiano di mettere in crisi il governo…

Il pugno duro contro il femminicidio… arriva anche il permesso di soggiorno

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Una nuova legge che viene già definita “tolleranza zero” contro il femminicidio e si presenta come un pugno duro contro la violenza di genere. Prima della pausa estiva il parlamento approva questa norma a tutela delle donne. Pur essendo della massima importanza la legge sembra arrivare alla fine di un percorso teso in cui le larghe intese vacillano e si cerca in tutti i modi di trovare punti di contatto che possano allontanare l’attenzione dal disequilibrio politico che si è creato dopo la sentenza Mediaset. In questo clima rovente, con un Pd, che ormai sembra l’ombra di se stesso, spaccato, poi suddiviso e ancora frammentato in correnti, idee, progetti, programmi e obiettivi che davvero sembrano in contraddizione e in competizione fra loro, e un Pdl che sta per perdere il suo premier, forse la cosa migliore era distogliere l’attenzione. Ma il Popolo della Libertà come prenderà le parole di Angelino Alfano a commento di un aspetto nuovo e importante della legge?

“Abbiamo deciso di concedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari a quei soggetti che subiscono violenze e che siano stranieri”

Che reazioni ci saranno da parte della Lega? Verrà il dubbio a qualcuno che tante donne straniere denunceranno la violenza solo per ottenere un permesso di soggiorno?

Eppure la legge sugli atti persecutori c’era, perché l’unica cosa che non manca in Italia sono le leggi.

Basta leggere C.p. art. 612-bis. Atti persecutori:

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Si procede tuttavia d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio (1).

 

Cosa cambia?

E’ previsto l’arresto obbligatorio in flagranza per delitti di maltrattamento familiare e stalking. “Alle forze di polizia viene dato di buttare fuori di casa il coniuge violento”, così ha commentato il ministro dell’Interno l’integrazione, che sembra una delle poche novità in materia di femminicidio.

“Dal punto di vista della prevenzione – ha chiarito – è importante, perché viene impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici”. Le norme approvate dal Cdm, ha spiegato Alfano, hanno tre obiettivi: prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime”. Ma tutto questo non è già insito in altre leggi? Non bastava fare un testo unico invece che una nuova normativa che ora si andrà a sommare all’articoli già preesistenti? “Lo scopo – ha detto – è quello di intervenire tempestivamente prima, di proteggere la vittima, di punire il colpevole e di agire perché la catena persecutoria non arrivi all’omicidio”.
Letta naturalmente ha toni entusiastici come da sempre si è imposto per creare un’immagine di ottimismo e di determinazione che possa farlo apparire, agli occhi degli elettori, come il motore per governo al servizio dei cittadini  “Un decreto legge agile, solo 12 articoli. Avevamo promesso intervento duro a contrasto tutto ciò che va sotto nome femminicidio, la promessa ora è mantenuta. Il cuore del decreto è questo, vogliamo dare un segno fortissimo di cambiamento radicale sul tema, un chiarissimo segnale di lotta senza quartiere”.  
Lotta senza quartiere alle leggi che esistono e non vengono applicate per farne delle nuove che a loro volta non troveranno le risorse necessarie per essere attuate? La prevenzione è solo questione di costi e risorse, ma con i tagli alla pubblica sicurezza operati dalla spending review come si può parlare di promessa mantenuta? Ci era stata promessa una legge o l’attuazione di misure preventive atte a difendere le donne?

Ritrovato il corpo carbonizzato di Loretta Rossati. Femminicidio?

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Potrebbe trattarsi di femminicidio anche se è ancora troppo presto per fare ipotesi. Quel che è certo è che il corpo ritrovato in Germania carbonizzato è quello di Loretta Rossati scomparsa 35 anni fa. Il riconoscimento è stato possibile attraverso il test del Dna. Secondo il fratello della vittima, Enzo Rossati, 64 anni, di Torino potrebbe esser stato l’allora fidanzato Marino Roviera: «Quando Loretta scomparve – ha raccontato Enzo Rossati all’ANSA – ricordo che era andata in Francia con Marino. Poi non abbiamo più avuto notizie, ma io ho sempre pensato che fossero andati ad Augsburg, dove abitava uno zio di lui. In famiglia abbiamo sempre sospettato di lui, era un tipo poco raccomandabile» poi ha aggiunto: «Ma quando tre mesi fa la polizia ci ha contattato per dirci di aver trovato ad Augsburg un corpo che poteva essere il suo, io non ho più avuto dubbi. Lui l’aveva già minacciata. E credo anche che lei si fosse stancata di lui. Ma sapeva un sacco di cose sul suo conto…».

 

Ha provato a strangolare la moglie nel sonno, ma…

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Poteva essere l’ennesimo femminicidio, ma per fortuna la donna si sveglia e lo ferma. Il marito, 56enne con precedenti penali, ha tentato di soffocare la donna da cui si sta separando e quando è intervenuto il 118 e i carabinieri, lui ha raccontato che la moglie era in preda a un attacco d’ansia e non allo shock post-traumatico del tentato omicidio appena subito. I medici non gli hanno creduto e le forze dell’ordine hanno arrestato l’uomo. L’ennesima storia di un abbandono che non si riesce a elaborare e di una storia matrimoniale che finisce, per fortuna l’epilogo questa volta non ha fatto registrare nessuna vittima, ma è impressionante il numero di episodi di violenza domestica nei confronti di fidanzate, compagne e mogli… Cosa sta accadendo all’uomo moderno? Cosa si è sradicato nella famiglia italiana?

Quel pasticciaccio della Commissione Giustizia: passo indietro su stalker

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Dopo il pasticcio in Commissione che ha approvato l’annullamento della carcerazione preventiva per il reato di stalking, ora già si lavora a un aggiustamento del testo non appena questo arriverà in Parlamento. Passo indietro e tutto da rifare. In particolare, ora, Pd e Fratelli d’Italia hiedono anche di innalzare la pena massima per stalking.

Ma da dove ha avuto origine l’idea?

Qualche giorno fa, in Commissione Giustizia, è stato approvato all’unanimità un emendamento presentato da Lucio Barani che sposta il carcere preventivo per reati la cui pena è di 5 anni contro i 4 attuali. L’emendamento aveva l’intento di svuotare le carceri… ma in questo modo ha riempito le case di quelle donne costrette a imprigionarsi per fuggire alla follia di uomini possessivi e incapaci di elaborare una separazione.

Il governo, dopo la polemica, ha deciso per la retromarcia. Scrive sulla Stampa Flavia Amabile:

La Camera ha promesso di intervenire non appena la commissione Giustizia riceverà il provvedimento svuota-carceri dentro cui è contenuta la modifica che sta creando sconcerto. Ma dieci giorni fa venne accolto da tutta la maggioranza, con parere favorevole del governo, l’emendamento presentato da Lucio Barani (Gal) che spostava il tetto per il carcere preventivo dai 4 ai 5 anni, modificando l’articolo 280 del codice di procedura penale.

A difendere il provvedimento, così, è rimasto il solo Barani, che parla di una battaglia di civiltà. Ancora Flavia Amabile:

Barani ha difeso il suo emendamento sostenendo che «la battaglia contro la carcerazione preventiva è una battaglia di civiltà, a oggi che io sappia non c’è nemmeno uno stalker in custodia cautelare in carcere». Ma la sua voce è rimasta isolata. Era stata la Lega il 24 luglio a sollevare per prima la questione in Senato esponendo cartelli: «Attente, donne: stalker in circolazione». Poi sono arrivate le reazioni di tutti gli altri. Donatella Ferranti del Pd e presidente della commissione Giustizia della Camera, promette di modificare il provvedimento. Le senatrici del Pd, che hanno approvato l’emendamento prima in commissione e poi in aula, definiscono la conseguenza della modifica «una contraddizione in termini ed è assolutamente prioritario allontanare l’aggressore per proteggere la vittima».

Carlo Giovanardi, senatore del Pdl, sostiene che eventuali provvedimenti nei confronti del persecutore «possono addirittura far da detonatore per gesti estremi» e che, quindi, l’unica salvezza è «un programma di protezione che consenta alla potenziale vittima di trovare una nuova residenza e un nuovo lavoro».

 Ma gli altri reati resterebbero fuori… Pasticcio su pasticcio?

Il femminicidio può continuare? Niente custodia cautelare per gli stalker

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Allibisce la novità introdotta al Senato, nel cosiddetto decreto legge “svuota carceri, ” in cui è stata annullata la custodia cautelare in carcere per chi commette il reato di stalking,  per chi rende falsa testimonianza e per il finanziamento illecito ai partiti.

Le conseguenze di questa modifica, fortemente voluta dal Pdl,  prevedono inoltre che non ci sarà più la custodia cautelare in carcere nemmeno per l’abuso d’ufficio (la pena massima di questo reato era stata portata a 4 anni nella precedente legislatura), per il favoreggiamento, la contraffazione, l’introduzione nello Stato e la vendita di marchi contraffatti. Tutti questi reati, infatti, prevedono una pena massima di 4 anni.

 Dove sta andando a finire la giustizia in Italia? Chiuse tra le mure domestiche devono rimanere le donne vittime di stalking? Può essere ancora considerato  questo un  Parlamento al servizio dei cittadini? E di quali cittadini?

L’uomo che ha aggredito l’ex moglie con un’accetta: “Sono stati gli slavi”

accetta-moglie-tuttacronacaMercoledì sera scorso, secondo quanto emerso dalle indagini, Stefano Rizzo, in preda a un raptus di lucida e feroce follia, avrebbe raggiunto l’abitazione dell’ex moglie Gianangela Gigliotti dove l’avrebbe ripetutamente colpita con una katana o un’accetta. Quindi si sarebbe dato alla fuga, mentre la donna agonizzava in una pozza di sangue. Dopo di che, per 90 ore, ha fatto perdere le tracce. Fino a quando, ieri sera, la Panda della Asco, con cui si era dato alla fuga, stata trovata dal Piave a Cortellazzo, tra Jesolo ed Eraclea nel Veneziano. Ai carabinieri che l’hanno fermato con l’accusa di tentato omicidio ha dichiarato: “Mi hanno legato. Non c’entro con l’agguato feroce e bestiale a mia moglie”. Ma secondo Federico, il figlio 22enne, l’agguato era premeditato: “Si è portato un’accetta da casa. Non voleva parlare, ma uccidere. A spingerlo un odio feroce”. La scena del crimine conferma questa verità, del resto congruente a quella ricostruita dai militari. Rizzo presenta la sua: “Ero in casa di mia moglie quando siamo stati aggrediti da due slavi. Mi hanno legato e imbavagliato. Non c’entro con l’aggressione alla mia ex moglie”. Il 54enne, ridotto all’impotenza, avrebbe così assistito all’aggressione: “Sono stati gli slavi. Mi hanno portato via legato e mi hanno abbandonato vicino al Piave. Non sono stato io”.  Ma il tentativo di crearsi un alibi non sembra aver sortito effetti: i risultati investigativi parlano di una versione diversa. Rizzo è stato quindi trasferito nel carcere di Santa Bona.

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Deputata M5S devolve stipendio ad associazione vittime femminicidio. Smentita

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Si è diffusa, nelle scorse ore, la notizia di una deputata friulana del M5S che avrebbe deciso di devolvere il proprio stipendio a un’associazione che si occupa del dramma del femminicidio. E’ stato il lancio di un’agenzia di stampa, poi ripreso da alcune testate giornalistiche a innescare la miccia:

“La parlamentare è stata eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati a febbraio 2013. A darne notizia è l’Associazione vittime femminicidio (Avf), con sede a Milano, che definisce la sua intenzione “ammirevole e di grande significato morale etico e sociale”.

Dopo poche ore però è chiaro che qualcosa non torna. Non vi è nessuna deputata M5S eletta nel Friuli, dopo poco scompare anche il profilo Facebook di questa fantomatica associazione Avf. Si chiamano quindi gli esperti del settore e si chiede se qualcuno ha idea di chi ci sia dietro a questa sigla… anche qui tutto risulta nebbioso e nessuno la conosce.

 Arriva anche la smentita. Silvia Benedetti, deputata veneta (e non friulana) del M5s spiega al Corriere.it:

“Nessuna di noi ha mai devoluto il proprio stipendio a questa associazione, di cui non abbiamo nemmeno mai sentito parlare. Stiamo portando avanti progetti contro la violenza sulle donne in linea con la Convenzione di Istanbul e ci sono alcuni di noi che hanno fatto donazioni ad enti benefici. Ma non a questa fantomatica Avf. E troviamo disgustose queste affermazioni”

Prende la parola pure Giulia Di Vita, anche lei deputata grillina:

La notizia della deputata 5 stelle è una bufala, non abbiamo deputate friulane e di certo con tutte le associazioni che esistono in Italia da parecchio tempo non credo che avremmo scelto di finanziarne una sconosciuta che non fa parte della Rete Nazionale Antiviolenza. Inoltre sulla restituzione della parte in più di stipendio e diaria abbiamo fatto una scelta collettiva (al fondo di ammortamento del debito pubblico) in attesa dell’apertura del fondo per il microcredito. Se è un modo per l’associazione (sempre che esista) di farsi pubblicità sono veramente inorridita.

C’è davvero da rimanere allibiti che poi la notizia sia circolata proprio in una giornata come quella di oggi in cui si è verificato l’ennesimo femminicidio, con il caso dell’omicidio-suicidio di Massa. Ma sarà stata solo una bufala oppure c’era dietro una truffa? Il dubbio c’è anche perché non è la prima volta che circolano in rete notizie simili. Come ricorda il Corriere della Sera sono state almeno tre i precedenti:

Nel primo era un medico di Foggia che avrebbe donato 750 mila euro alle famiglie di vittime di femminicidio. E in un altro era un pensionato. Poi, l’annuncio che l’associazione avrebbe pagato l’assistenza legale ai familiari di Rosy Bonanno, uccisa a Palermo dall’ex. In tutti i casi viene indicata una mail (a che pro? allo scopo di raccogliere soldi?). E poi un sito internet http://www.sosvittimefemminicidio.it che risulta non attivo.

 

Omicidio di gelosia a Massa: uccide la ex moglie e l’amante e si toglie la vita

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Tragica domenica d’estate in provincia di Massa Carrara dove un uomo, Marco Loiano, accecato dalla gelosia ha ucciso la sua ex moglie, Cristina Biagi, e un suo amico, Salvatore Gambino, prima di suicidarsi. Nella sparatoria, svoltasi a Marina di Massa, sono rimasti feriti anche due minori che si trovavano davanti al ristorante dove l’uomo ha raggiunto e ucciso la ex moglie. Uno dei ragazzi sarebbe in gravi condizioni ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Pisa.

Aggiornamento 28 luglio 2013,17,24:

L’uomo era stato denunciato. A rivelarlo una vicina di casa dei genitori di Cristina Biagi: «Lei lo aveva denunciato spesso, viveva con i suoi genitori e lui veniva sotto casa a minacciarla». La ex moglie era tornata a vivere dai genitori insieme ai figli.

Marco Loiano sembra che avrebbe pronunciato alcune frasi confuse prima di togliersi la vita: «Salutami tanto i miei, saluta tanto la mia mamma». A dichiararlo Nicoletta Bertini, proprietaria del bagno Maria Pia, che ha tentato invano di impedirgli di suicidarsi. La testimone ha poi dichiarato: «Era pallido, sudato, tremava. Ho provato a fermarlo, gli ho detto ‘Ti prego,non farlo, anch’io sono una mamma ».

Contrariamente a quando affermato in un primo momento dalle agenzie, nessun minore sarebbe stato coinvolto nella sparatoria. I figli della coppia, al momento della tragedia, erano infatti a casa di una nonna e sono stati in seguito rintracciati dai carabinieri.

Aggiornamento 28 luglio 2013, 18,54:

L’amico della donna Salvatore Gambino non sarebbe stato ucciso, ma sarebbe invece ricoverato in gravissime condizioni. I medici stanno cercando di salvargli la vita, ma al momento la prognosi rimane riservata

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Ferisce gravemente l’ex moglie a colpi d’accetta

accetta-sangue-femminicidio-tuttacronacaSi trova in prognosi riservata all’ospedale di Treviso una donna che è stata colpita varie volte con un’accetta. L’autore del gesto è l’ex marito che, dopo l’aggressione, è fuggito. I carabinieri di Conegliano e di Treviso hanno già iniziato le ricerche. Il fatto è avvenuto nel Coneglianese.

Palermo contro il femminicidio: 124 sagome femminili sul selciato

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L’aumento del femminicidio fa orrore a Palermo. Così oggi si scende in piazza e si manifesta contro questa atroce vendetta che gli uomini perpetrano a danno delle donne. Sono stati 124 nel 2012 e oltre 60 nella prima metà del 2013. L’ultima vittima è Rosi Bonanno uccisa dal convivente mercoledì con sedici coltellate perché lei lo aveva lasciato. Proprio ieri sera in memoria della donna si era svolta la manifestazione: “Neanche con un fiore – Nessuno tocchi Rosalia”. Oggi anche il sindaco Leoluca Orlando ha ribadito che “Il Comune di Palermo è in prima fila in questa battaglia con diverse iniziative, ci costituiremo parte civile nel processo contro l’assassino di Rosi”.

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Violenza sulle donne, è shock sui dati: un reato ogni 12 secondi

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La violenza sulle donne sta dilagando e i dati non lasciano dubbi: ogni 12 secondi una donna  viene colpita da atti di violenza di genere fisica, verbale e psicologica . Nel solo 2010 sono stati contati oltre 105mila reati di genere (oltre 290 al giorno), ma il dato potrebbe essere assai più allarmante se si pensa che molti non vengono denunciati e quindi non possono essere conteggiati. Il rapporto Eures- Ansa tuttavia è già drammatico in sè: ogni giorno 95 donne sporgono denuncia per aver subito minacce, 87 per essere sottoposte a ingiurie, 64 sono ogni giorno le vittime di lesioni dolose e 19 di percosse, 14 vittime di stalking e 10 donne ogni giorno subiscono violenze sessuali.

C’è anche il triste primato dei femminicidi: nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne di cui 75% nel contesto famigliare o affettivo. In 12 anni, cioè dal 2000 al 2012 si sono contate 2200 donne vittime di omicidio una media di una ogni due giorni. La buona notizia (se così possiamo chiamarla) è che l’Italia è il Paese meno esposto in Europa a questo reato di genere. Infatti la Germania ha avuto 350 vittime donne nel 2009 pari al 49,6% delle 706 vittime di omicidio totali e un indice di rischio pari a 0,8 per 100 mila donne residenti, la Francia 288 vittime, pari al 34,3% e un indice pari a 0,9 e l’Inghilterra 245, pari al 33,9% e un indice pari a 0,8.

La lunga scia dei femminicidi estivi: uccide la convivente e si dà alla fuga.

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Da nord a sud il fenomeno dilaga. Oggi l’ennesimo femminicidio è avvenuto a Palermo dove un 36enne, Benedetto Conti,  ha ucciso con un coltello la propria convivente 26enne, Rosy Bonanno, al culmine di una lite e poi si è dato alla fuga. L’uomo è stato, poi, fermato a Villabate, sempre in provincia di Palermo, in un’abitazione nella quale risulta residente.  La coppia ha un bambino di due anni che sembrerebbe aver assistito all’omicidio.

Benedetto Conti sarebbe stato denunciato sei volte dalla vittima, la sua ex compagna Rosy Bonanno, per stalking. L’uomo avrebbe dovuto vedere il figlio avuto con la vittima due volte a settimana ma sarebbe andato nella casa degli ex “suoceri” quotidianamente disturbando e assillando la donna.

La madre della vittima, Teresa Matassa ha affermato “E’ un delitto annunciato. Si sapeva che finiva così. L’assistente sociale, la polizia sapevano tutto, abbiamo fatto le denunce, da due anni denunciamo violenze, minacce, intimidazioni”.

Nuovo Femminicidio? Donna trovata morta in casa a Pavia

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Una donna, Tiziana Rizzi, 36 anni, è stata uccisa dal marito Marco Malabarba, 39 anni, dopo una lite a Landriano, nel Pavese. Da quanto appreso, dopo l’ennesima discussione l’uomo ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito la moglie. Sono subito intervenuti i soccorritori del 118 e i carabinieri ma non c’è stato nulla da fare. La coppia ha un figlio.

A dare l’allarme, poco prima delle 6 di martedì mattina, sarebbe stato un familiare che ha telefonato ai soccorritori per chiedere aiuto. Al momento del litigio, in casa si trovava anche il figlio della coppia.

Una donna di 36 anni, Tiziana Rizzi, è stata trovata morta, con una ferita al collo, in casa a Landriano, in provincia di Pavia, in via della resistenza 6. Ad ucciderla, al culmine di una lite è stato il marito, Marco Malabarba, 39 anni, che ha impugnato un coltello da cucina e ha colpito la donna alla gola. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il 118 di Pavia, allertato poco prima delle 6 di questa mattina. Con la coppia viveva anche il figlio, che era in casa al momento del litigio.

Il femminicida torna in libertà?

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Forse saranno in pochi a ricordare il nome di Romano Bisceglia, ma i più non avranno dimenticato quell’orrendo femminicidio perpetrato ai danni di Adele Mazza il giorno di Pasquetta di 3 anni fa.

Quando Adele, una donna sfruttata per traffici di droga e costretta a prostituirsi per ricevere le dosi di metadone o droga, era stata strangolata, fatta a pezzi e buttata in una scarpata da Romano Bisceglia. Per settimane quel delitto di Teramo sensibilizzò l’opinione pubblica proprio per la brutalità e il contesto in cui si era consumato. E la condanna all’ergastolo per l’assassino fu accolta da tutti con un grande sospiro di sollievo che si era unito alle lacrime delle sorelle della vittima che in Aula si erano abbracciate per poi dichiarare: «Siamo soddisfatte, giustizia è fatta – avevano detto Pina e Marilena Mazza – Adesso veramente Adele può riposare in pace».

Invece ora c’è un cavillo e quell’ergastolo è stato annullato. Di cosa si tratta?

Il procuratore generale, Romolo Como, ha riscontrato che nel corso del processo due dei sei giudici popolari si sarebbero assentati in udienze diverse e sostituiti sempre dallo stesso giudice supplente. Questo comporta un vizio procedurale che annulla la sentenza.

Quindi il femminicida torna in libertà?

Al momento non ci tornerà come gli ha spiegato anche il suo difensore  l’avvocato Barbara Castiglione, quando Bisceglia gli ha domandato prima un caffè e poi la sua situazione carceraria. Non ci tornerà semplicemente perché non è scaduto il  termini di custodia cautelare. Aspetterà quindi in cella nel carcere di Chieti dove è detenuto. Bisognerà attendere il prossimo autunno, stagione in cui è presumibile che la Corte d’Assise di Teramo, in altra composizione collegiale, tornerà a processarlo per omicidio volontario pluriaggravato e vilipendio di cadavere.

Libero l’albanese che ha lanciato la moglie dal nono piano.

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Ha lanciato sua moglie dal nono piano. Silvana H. è morta sul colpo, ma secondo il magistrato non ci sarebbero prove sufficienti per tenerlo in carcere fino al processo. Quindi da oggi  Lleshi Zef, 30 anni, albanese pregiudicato, è già tornato in libertà. L’uomo si è sempre dichiarato innocente, afferamndo che la donna si è suicidata durante una lite di gelosia. Quello che lascia perplessi è che un pregiudicato, con l’accusa di omicidio, viene lasciato libero… dove è la giustizia? Gli indizi a carico dell’uomo, come riconosce il magistrato, non mancano: sul corpo della vittima sono stati ritrovati graffi alle spalle e all’addome, segno di una colluttazione avvenuta probabilmente prima del volo dal nono piano. Ciò che mancherebbe, invece, sarebbero le testimonianze dei vicini, che non hanno sentito grida o sentori di un litigio. Eppure qualche vicino, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe rilasciato subito dichiarazioni di una situazione di litigi continui e di violenze perpetrate nelle mura domestiche. Erano false le prime testimonianze?  Oppure i vicini, per paura, hanno preferito tacere? In Italia non si arrestano più i pregiudicati accusati di femminicidio? Non sono pericolosi per la società?

Delitto del freezer: il compagno della vittima si dichiara innocente

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Punta il dito sulle amicizie pericolose della compagna in Internet Giulio Caria, in carcere per l’omicidio della 39enne Silvia Caramazza, la commercialista il cui cadavere è stato rinvenuto in un sacco nero nel freezer della sua abitazione a Bologna. “Non ho ucciso io Silvia”, dichiara l’uomo che poi esorta le autorità: “Analizzino le impronte su quel freezer e non troveranno le mie. Qualcuno la minacciava”. Il Resto del Carlino racconta che Caria insiste dichiarando “Quel congelatore non l’ho mai visto né toccato”. E aggiunge: “Le impronte che eventualmente troveranno non saranno le mie, ma quelle del verso assassino. Io so anche chi potrebbe essere. Silvia intratteneva un’amicizia pericolosa, bisogna indagare sulle persone con cui Silvia era in contatto su Internet. E bisogna far presto, perché c’è un pericoloso assassino in libertà”. E’ stato il difensore di fiducia dell’uomo, Gennaro Lupo, ad aver diffuso le parole del suo assistito, con il quale ieri ha avuto una lunga conversazione. Prevista per oggi l’udienza di convalida del fermo: Caria non verrà interrogato, ma farà alcune dichiarazioni spontanee.

Un volo di 9 piani… marito getta la moglie dalla finestra!

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Dopo un’accesa lite, un albanese pregiudicato di 30 anni, che viveva a Cologno Monzese, ha lanciato dalla finestra la moglie 31enne.  La donna è stata lanciata nel vuoto dal nono piano ed è morta sul colpo. L’ennesimo femminicidio che, come hanno raccontato i vicini, forse si poteva evitare essendo frequenti le liti fra i due. L’albanese è stato fermato e portato nella stazione locale dei carabinieri.

 

Femminicidio nel cuneese, un uomo perde la testa e uccide la moglie

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Delitto a Bra, in provincia di Cuneo dove un uomo ha ucciso la moglie, con un colpo di arma da fuoco. Il delitto è avvenuto in strada Crosassa, alla periferia della città. Il responsabile dell’omicidio sarebbe Domenico Bambino, un 50enne titolare di una ditta di autotrasporti. Quando sono arrivati i carabinieri, l’uomo era seduto su un muretto, vicino al luogo del delitto. Sarebbe stato lui stesso ad avvertire i militari. Secondo alcuni testimoni l’uxoricida teneva ancora tra le mani la pistola usata per uccidere la moglie. La coppia viveva in una villetta nella zona residenziale di Bra.

 

In stato di fermo il compagno di Silvia Caramazza

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La polizia l’ha trovato solo giovedì, il corpo della 39enne Silvia Caramazza, il cui cadavere era stato nascosta nel freezer della sua abitazione bolognese, in viale Aldini. Oggi, in Sardegna, è scattato il fermo per il suo compagno, il 34enne Giulio Caria. A trovare l’uomo, originario di Berchidda e sul cui capo pende un provvedimento di fermo della Procura di Bologna, i carabinieri del nucleo operativo di Olbia che l’hanno rintracciato nelle campagne di Padru, in provincia di Olbia. Il 34enne, che si era rifugiato nella sua terra d’origine, è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Shock nella Bologna “bene”: ritrovata una donna morta

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Femminicidio? E’ stato ritrovato senza vita il corpo, con la testa fracassata e una profonda ferita alla fronte, della 39enne Silvia Caramazza, nell’abitazione di viale Aldini. La scomparsa della donna risale a circa due settimane fa quando alcuni amici avevano inutilmente cercato di mettersi in contatto con lei. Alcuni si erano recati anche presso l’abitazione della donna e avevano bussato ripetutamente, ma non vi era stata nessuna risposta. Il cadavere era stipato all’interno di un congelatore, in un sacco. Al momento del ritrovamento la donna indossava un abito da casa, una tuta o un pigiama, il che potrebbe far presupporre che la donna è stata uccisa nel sonno. Al momento sono solo ipotesi mentre la polizia sta cercando di rintracciare il fidanzato della Caramazza, un imprenditore edile, che al momento si è reso irreperibile.

Giallo a Salerno, va a fuoco una casa e dentro c’è il corpo di una donna

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Il corpo di una donna con alcune ferite da taglio alla gola è stato rinvenuto all’interno di un’abitazione andata a fuoco nella notte scorsa, in via Porta del Bagno, nel centro storico di Polla, nel salernitano. La vittima si chiamava  Olena Tonkoshkurova, 50 anni, di nazionalità ucraina, viveva da sola e faceva la massaggiatrice. Ora è al vaglio degli inquirenti la possibilità che l’incendio, sviluppatosi intorno alle 3,30,  abbia origine dolosa ed è stato appiccato dall’assassino per far perdere le tracce.

E’ il corpo di una donna quello rinvenuto nella scatola?

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Quello che sembrerebbe essere il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, di una donna è stato rinvenuto all’interno di uno scatolone lungo la strada tra Spello e Foligno, in provincia di Perugia (Umbria), lungo la via Pasciana, che costeggia i binari della ferrovia, non distante dalla stazione I carabinieri ora stanno decidendo se eseguire gli accertamenti sul posto o portare lo scatolone nei loro laboratori. La segnalazione ai carabinieri è arrivata da un uomo che si trovava in zona intorno alle 11.20 e ha avvertito un forte odore che lo ha insospettito provenire dallo scatolone abbandonato… poi ha fatto la macabra scoperta.

La moglie di Alemanno è consulente di Alfano contro il femminicidio

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Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemmano, è consulente del ministro dell’Interno Angelino Alfano per le politiche in contrasto della violenza di genere e del femminicidio.

“La nomina di Isabella Rauti, individuata per l’alta professionalità e per il costante impegno nel settore – ha spiegato Alfano – conferma l’attenzione del Governo verso queste gravi problematiche”.

Quanto costa una consulenza al popolo italiano? Non è possibile rivolgere la massima attenzione a queste politiche con le risorse interne al ministero?  In un governo di servizio ai cittadini perché non prendere i disoccupati per svolgere una consulenza contro la violenza di genere, magari coloro che pur avendo una laurea in psicologia o criminologia non hanno comunque un impiego?

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