Lo aveva dichairato e “Nu Juorno Buono” è arrivato per Rocco The Hunt, il 19enne rapper, che viene dalla terra dei fuochi e che cerca di infondere un messaggio positivo nonostante i mali della sua terra. Una terra che ama profondamente anche se non si nasconde i mali che la divorano, ma ci può sempre stare “Nu Juorno Buono” per continuare a sperare, così come ha dichiarato che se avesse vinto si sarebbe trattato di una rivalsa sociale. In Campania, subito dopo l’annuncio ci sono stati fuochi d’artificio e caroselli di auto per festeggiare la vittoria del giovane rapper. E domani tocca ai big.
Roma come il far west? Ma non è l’ultimo spaghetti western, il problema è una città insicura ormai preda di degrado e violenza. Così oggi, intorno alle 18, in via Gianicolense a Monteverde, in una delle zone centrali della città, a pochi passi anche dal colle del Gianicolo, un uomo di 50 anni è stato raggiunto alle gambe da due proiettili di piccolo calibro. L’uomo è sceso dall’autobus e per poco non è stato investito da un motorino con due giovani in sella sfrecciato a tutta velocità tra il mezzo pubblico in sosta alla fermata e le auto parcheggiate. Il passeggero, scampato all’investimento, ha inveito contro i giovani teppisti, con i quali ha cominciato a litigare. La discussione è durata alcuni minuti, poi i ragazzi si sono allontanati e il passeggero ha proseguito a piedi. Ma non si è accorto che in realtà i due lo stavano seguendo. E non appena l’uomo ha attraversato si sono accostati sparandogli alle gambe: due colpi di pistola di piccolo calibro. Poi sono fuggiti. L’uomo, soccorso, è stato trasportato in ospedale. Ora i medici lo stanno operando.
Non è più allarme è solo catastrofica la situazione italiana sul fronte della disoccupazione giovanile. La penisola, secondogli ultimi dati si attesta al 40% dei giovani in cerca di lavoro, peggio di noi solo la Spagna e la Grecia che hanno toccato il 50% e il 60%. Le aspettative degli economisti europei parlano di una leggera ripresa dell’1% per quest’anno e dell’1,5% per l’anno prossimo, ma nessuna svolta nella disoccupazione. Ma la situazione sembra davvero in stallo se si guarda al futuro dove si parla già di un 1,7% nela 2016 e all’1,8% per il 2018… e i giovani? Sicuramente farnno in tempo a diventare vecchi! «Dall’avvio della crisi finanziaria il tasso di disoccupazione giovanile, definito come il rapporto tra il numero dei giovani disoccupati (di età compresa fra i 15 e i 24 anni) e la forza lavoro nella stessa fascia d’età, ha registrato un aumento considerevole nell’area dell’euro, dal 15 per cento circa nel 2007 al 24 per cento nel 2013 1)», afferma la Bce. «Sia il livello sia l’incremento del tasso di disoccupazione risultano molto più elevati per i giovani (fascia di età 15-24 anni) che per gli agli altri lavoratori (oltre 24 anni)». L’evoluzione del tasso di disoccupazione giovanile cela notevoli differenze fra paesi: in Austria e a Malta l’incremento è stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosi «nel 2013 su valori compresi fra il 50 e il 60 per cento in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40 per cento in Italia, Portogallo e Cipro e al 30 per cento in Irlanda». «Per una serie di paesi, non solo quelli sottoposti a tensioni di mercato, livelli elevati di disoccupazione e di inattività giovanile non costituiscono un fenomeno nuovo, anche se sono stati esacerbati dalla crisi», afferma la Bce. «In un tale contesto – sottolinea l’Eurotower – una disoccupazione giovanile alta e persistente rappresenta oggi una delle principali sfide per i responsabili delle politiche europei, alla luce dei cospicui costi che ne derivano sul piano sociale ed economico. Nonostante le diverse azioni intraprese a livello europeo a sostegno dell’occupazione giovanile, come le cosiddette youth guarantee schemes e youth unemployment initiatives, è necessario che le autorità nazionali prendano misure aggiuntive, intensificando in particolare l’attuazione delle riforme strutturali».
All’ultimo Rapporto sulla coesione sociale sono state allegate delle tabelle elaborate in base a dati Istati che hanno rilevato come 6 milioni 964 mila i giovani tra i 18 e i 34 anni vivano con almeno un genitore. Si tratta del 61,2% degli under 35 non sposati. Una percentuale che nel 2012 risulta in crescita di due punti sul 2011. L’indagine ha emergere che è in crescita il numero di under 35 non ancora indipendenti ma che si devono appoggiare ai genitori e che non sono ancora in grado di progettare un futuro. Si tratta di 31mila giovani in più rispetto all’anno precedente, che ancora mangiano e dormono con la mamma e il papà. E soprattutto non sono solo ventenni: se tra i 18 e i 24 anni vivono a casa con i genitori in 3 milioni 864 mila, la cifra non si abbassa più di tanto andando a guardare tra i 25-34enni (3 milioni 100 mila). In altre parole a cavallo tra i 20 e 30 anni chi ancora non si è sposato in quasi la metà dei casi se ne sta con i suoi piuttosto che andare a vivere per conto proprio. Tornando alle percentuali, riferite alle persone celibi e nubili under 35, si scopre come il fenomeno sia più accentuato al Sud (68,3%, pari a 2 milioni 36 mila ragazzi).
Arrivano giovani qualificati, con tanto di certificazione bilingue, diploma, studi e preparazione. Ma c’è un problema fondamentale: dichiarano di conoscere il tedesco ma non sono in grado di sostenere una conversazione. Il problema è che chi cerca lavoro in campo alberghiero, da receptionist a front office a booking, sul litorale veneziano, si troverà ad avere a che fare con una clientela prevalentemente tedesca. Per questo gli alberghi della zona lanciano l’allarme. “A tutt’oggi, riferisce il responsabile commerciale di un hotel di Bibione, non siamo ancora riusciti a coprire un ruolo nella nostra struttura”. Il dato è inquietante visto il gran numero di giovani che non trovano lavoro, anche perchè in Italia e nel Nordest in particolare, il turismo è attività vitale e prospera. Ancora una volta, però, colpisce l’attenzione che i giovani terminano corsi di studio che non li preparano per venire immessi nel mondo del lavoro. “Non vale solo per il tedesco – spiega Marco Michielli, presidente di Federturismo – ma è anche più facile trovare un rumeno che parli correntemente inglese meglio di un italiano, mentre è più facile trovare ragazzi italiani che parlino spagnolo perchè magari vanno in vacanza dove lo si parla”.
Aveva riportato negli spogliatoi i suoi giocatori, una squadra di Esordienti, a causa di una lite scoppiata tra genitori sulle tribune. L’Italia intera ha applaudito il gesto… punito invece da Federcalcio: sconfitta a tavolino per 3-0, un punto di penalizzazione in classifica e una multa di 100 euro, dovuta però al comportamento tenuto dai genitori sugli spalti. Non sono invece stati presi provvedimenti nei confronti dell’ex terzino bianconero, anche se il suo comportamento è ancora sotto osservazione. Il Giudice Sportivo ha prose la decisione in linea con il regolamento, il quale prevede che, in caso di abbandono della partita, prevede sconfitta e penalizzazione: “Il giudice sportivo territoriale – si legge nel comunicato della Federcalcio provinciale – esaminati gli atti ufficiali da cui si rileva che la gara è stata sospesa al 14’ del 2º tempo in quanto il Pisa 1909 ha rinunciato al proseguimento della disputa della stessa, visto l’articolo 53 comma 2 delle norme federali, decide di infliggere al Pisa 1909 la punizione della perdita della gara per 0-3, nonché la penalizzazione di 1 punto in classifica”. La multa inflitta alla società è invece simbolica, ma significativa: “per intemperanze dei propri sostenitori”, soprattutto perché nei confronti dell’allenatore non è stato preso alcun provvedimento. Multa e penalizzazione erano inevitabili, ma il valore del gesto di Birindelli, che ha fatto discutere e riflettere tutto il nostro calcio, è stato riconosciuto, mentre sono stati indirettamente puniti i genitori protagonisti della lite.
L’educazione allo stadio passa anche per i genitori, quindi meglio iniziare a educare gli adulti, di modo che i giovani abbiano un buon esempio a cui far riferimento. Un esempio in tal senso l’ha offerto nei giorni scorsi l’ex difensore della Juventus di Lippi Alessandro Birindelli, che attualmente ricopre la carica di allenatore degli esordienti del Pisa. L’ex terzino ha riportato i suoi giocatori negli spogliatoi abbandonando la partita valida per il campionato regionale esordienti della Toscana tra la sua squadra e Ospedalieri a seguito di un battibecco tra due genitori sugli spalti che stava per sfociare in contatto fisico. Come riporta Calcioblog:
secondo la ricostruzione fatta da chi era al campo di gioco, il tutto è iniziato quando uno dei bambini della squadra del Pisa commette una serie di errori: all’ultimo sbaglio, uno dei genitori presenti in tribuna chiede animatamente a Birindelli di toglierlo dal campo, mentre il padre del ragazzino, sentitosi offeso, ha cominciato a replicare all’esagitato. Alessandro Birindelli, a quel punto, chiede al direttore di gara di interrompere momentaneamente la partita e si rivolge ai genitori presenti in tribuna invitando alla calma.
Nulla da fare, la lite continua e a quel punto, dopo aver avvisato il direttore di gara, l’ex calciatore della Juve invita i suoi esordienti a ritornare negli spogliatoi. Una presa di posizione forte, quella del tecnico dei giovani del Pisa, che pare sia stata approvata anche dalla maggior parte delle persone presenti nella tribuna del campo di gioco. La società nerazzurra, dal canto suo, subito dopo l’accaduto ha appoggiato in pieno la decisione di Birindelli. Queste le parole del ds Umberto Aringhieri:
E’ un gesto educativo e formativo. Se non si comincia a educare i genitori, i bambini, che sono i giocatori del futuro, non impareranno mai.
I manifestanti del Movimento dei Forconi tornano a piazza Loreto e hanno bloccato l’area. Nella mattinata poi gli scontri sono avvenuti con un gruppo di tifosi dell’Ajax che, scesi dal pullman hanno insultato i manifestanti, infuriati per per essere rimasti per diversi minuti bloccati nel traffico. I tifosi hanno anche lanciato contro i Forconi lattine di birra, così che la reazione da parte dei manifestanti non è tardata ad arrivare. Sono volati calci, pugni e spintoni. La rissa è stata interrotta dalla forze dell’ordine che hanno diviso i due gruppi. I tifosi dell’Ajax sono risaliti sul pullman che è ripartito tra le urla dei manifestanti. I tifosi olandesi sono a Milano per la partita di Champions League con il Milan.
Insieme ai Forconi ci sono anche molti giovani e studenti, lavoratori, disoccupati. In testa al corteo un cartello con la scritta “Il vostro tempo da onorevoli è finito”. Le forze di Polizia presidiano la zona.
Futuro? Quale futuro? I giovani non ne vedono e se anche la legge di Stabilità propone un reddito minimo, i ragazzi vogliono costruirsi un domani con il loro lavoro. Che nel nostro Paese manca. E ora che il peso della disoccupazione si fa sempre più insostenibile, non resta che guardare all’estero. Se una volta era la terra promessa, un El Dorado dove spiccare finalmente il volo, ora non si riesce neanche più a sognare, perchè si è troppo impegnati a sopravvivere. E così non sono più solo laureati a fuggire, ma tutti quelli che trovano una possibilità. Del resto partire non equivale obbligatoriamente a successo, a volte è pura e semplice indipendenza. Quindi va bene anche un lavoro da lavapiatti. Una simile offerta, infatti, ha fatto registrare adesioni da record sul portale Kijiji, dove un ristoratore tedesco ha posto un annuncio con il quale ricerca un aiuto cuoco e lavapiatti: secondo quanto riportato dal sito di annunci del gruppo eBay, in due giorni l’offerta è stata visualizzata 13mila volte e in 250 hanno risposto. Tutti disposti a trasferirsi all’estero, soprattutto considerando che vitto e alloggio sono compresi.
Sono 4 i giovani arrestati a Molfetta accusati di far parte di un branco, composto forse da una decina di persone, che da tempo abusava sessualmente di una 14enne. I ragazzi sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre la Procura continua a indagare per identificare gli altri componenti del gruppo. Tra questi ci sarebbero anche 3 minorenni, mentre gli altri sono tutti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Le violenze, da parte della ragazza sarebbero avvenute tra la primavera e l’estate scorsa, ma solo da poco la 14enne avrebbe trovato il coraggio di parlarne, anche perché minacciata dal branco.
Prima gli insulti, poi i sassi. Sei ragazzi, tutti minorenni, sono stati denunciati per attentato alla sicurezza dei trasporti e quattro di essi anche per aver fornito false generalità a pubblico ufficiale. Una gang di baby bulli che ieri è stata fermata dalle forze dell’ordine al centro commerciale La Romanina, di Roma. Un primo intervento era stato tentato dalla guardia giurata del complesso che aveva redarguito i ragazzi, ma poi le offese e il disturbo ai clienti era continuato e così la guardia aveva chiamato il 113. Gli agenti erano arrivati e avevano identificato i 6 componenti della baby gang e poi li avevano ammoniti verbalmente. Più tardi, attraverso il sistema di videosorveglianza a circuito chiuso i ragazzi erano stati notati su una delle rampe d’accesso mentre lanciavano sassi sulle auto in sosta nel parcheggio del centro commerciale o in transito nella vicina strada di scorrimento veloce. Immediatamente i poliziotti sono tornati sul posto e qui, dopo aver visionato il filmato, hanno fermato i giovanissimi e li hanno accompagnati in ufficio. Dovendo affidare i giovani ai genitori, in quanto minorenni, gli agenti hanno nuovamente chiesto loro le esatte generalità e a quel punto è emerso che alcuni di loro avevano precedentemente dato nomi falsi.
Le mode nascono oltreoceano ma immancabilmente sbarcano sulla nostra penisola, anche quelle rischiose per la salute. E’ il caso della nuova, pericolosa pratica che sta prendendo piede tra i teenagers e allarma genitori e insegnati. Si tratta dello svenimento indotto e, nonostante sia considerato spesso un gioco, è una pratica pericolosa che può condurre alla morte. Spesso i giovani vi ricorrono per gioco o per evitare la scuola. A parlare del fenomeno è Libero Quotidiano che spiega che lo svenimento indotto
Consiste nell’indurre una sensazione di vertigine iperventilando per alcuni minuti, per poi bloccare il flusso d’ossigeno al cervello premendo sulla carotide. Così si ottiene uno svenimento di qualche secondo: pochi istanti sufficienti a provocare gravi danni al cervello.
Spiega Marianna Baroli:
A Milano, ad avvertire del dilagare del gioco, è stata una circolare inviata dal dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Via Linneo” che ha sottolineato come «la pratica fino ad ora sconosciuta è stata rilevata come comportamento che si sta diffondendo in orario extrascolastico tra i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 16 anni» e ha invitato i genitori a «non sottovalutare la questione parlandone con i propri figli e controllandoli durante le connessioni a Internet ».
E ancora:
Il gesto, visto dai più giovani come una cosa da nulla, comporta invece gravi problemi al proprio organismo e, in alcuni casi, conduce anche alla morte. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove lo svenimento indotto è una pratica molto in voga tra gli adolescenti fin dagli anni Novanta, dal 1995 ad oggi sono stati ben 544 i decessi a causa di questo “gioco”. A lanciare per primo l’allarme, è stato Steve Field, presidente del Royal College of General Practitioners, definendo lo space monkey un fenomeno «preoccupante e molto pericoloso, una pratica che andrebbe evitata a tutti i costi».
Come sempre più spesso accade, è sul web che si apprendono queste nuove mode:
Monitorare immobili la situazione, poi, non basta più. La potenza di internet ha raggirato ogni tipo di controllo. È proprio il web, infatti, il mezzo principale di divulgazione di video che non solo riprendono l’atto dello svenimento (che di solito avviene in gruppo e scatena l’ilarità di chi sta a osservare) ma che spiegano nel minimo dettaglio quali sono i passaggi da effettuare per cadere svenuti senza gravi ripercussioni sul fisico.
Nell’articolo, si spiega anche come se lo provocano:
Il gioco consiste nell’indurre una sensazione di forte vertigine, spesso seguita da svenimento, iperventilando per alcuni minuti, per poi bloccare il flusso di ossigeno al cervello premendo sull’arteria della carotide. Con questa tecnica si può ottenere uno svenimento della durata di 4-8 secondi: pochi istanti sufficienti, però, a provocare danni irrimediabili al cervello. «Ogni tecnica ove si proponga di iperventilare porta necessariamente a scompensi profondi nel metabolismo con ricadute nefaste sulla salute» spiega il dottor Buteyko, che sottolinea come «l’iperventilazione è la vera causa di molte importanti patologie come asma, ipertensione, attacchi di ansia e panico ». In Italia, come in Francia (dove il gioco è noto come jeu du foulard), lo svenimento indotto sta raggiungendo le dimensioni di una piaga sociale. Nello scorso maggio due ragazzini delle medie e una studentessa delle superiori sono stati le vittime di un gruppo di bulli di Thiene, in provincia di Vicenza. I tre sarebbero stati costretti a subire la pratica dello svenimento, fino a perdere coscienza per qualche secondo. A preoccupare, però, non solo l’atto di bullismo, ma la posizione di alcuni amici del trio, che avrebbero preso parte agli atti persecutori, in veste di silenziosi e divertiti spettatori.
Renato Zero è impegnato in questi giorni nella promozione del suo nuovo album Amo – Capitolo II e per l’occasione ha anche rilasciato una lunga intervista all’Huffington Post in cui parla dell’attuale situazione italiana, trattando anche il tema dell’immigrazione. “Non possiamo continuare ad assorbire l’arrivo di persone da altri paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle: case, lavoro, assistenza. Noi, in quanto italiani, abbiamo tutto il diritto di preservare i nostri figli garantendo loro un’istruzione ed un’assistenza sanitaria adeguate, ma dall’altro lato c’è questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari? Onestamente noi abbiamo da risanare delle situazioni talmente arretrate che non ce la facciamo ad accogliere tutte queste persone”. Crisi, giovani, razzismo, speranza, futuro e mancanza di futuro. Zero, da sempre impegnato a favore dei diritti dei detenuti, risponde anche a domande inerenti il sovraffollamento carcerario: “Anche le carceri hanno cominciato ad affollarsi grazie alla presenza degli stranieri, si parla tanto di persone che vengono da noi che lavorano e che sono oneste e ben integrate, ma ce ne sono tante altre che non hanno percorso la stessa strada”, continua il cantante. “Tutto questo porta ad una situazione, per le condizioni in cui ci troviamo, ingestibile. Stiamo parlando di un paese dove in questi giorni è venuta fuori la notizia di un ospedale in Abruzzo che cade a pezzi perché è stato fatto con il cemento impoverito…queste sono cose gravissime. Se avessi le soluzioni in tasca avrei fatto un altro mestiere nella vita, ma so per certo che questa classe politica deve prendere seriamente coscienza di come siamo messi, deve ricompattare l’Italia perché non ci può essere una sanità di serie A e una di serie B in base alla geografia del paese”.
Ma se difende i diritti dei carcerati, “Tutto questo fa parte della vita, ci sono da considerare gli sbagli che si possono commettere, ed è giusto che si sconti una pena, però non è accettabile che non si prendano provvedimenti per rendere questi spazi più decorosi e vivibili”, mette in discussione l’indulto e l’amnistia: “Credo che bisogna essere abbastanza saggi ed equi per non commettere errori né da una parte né dall’altra: chi deve scontare una pena è giusto che lo faccia, ma se nel corso del tempo mantiene un comportamento tale da meritare una riduzione è giusto concedergliela, del resto si sta lì per recuperarsi, non per essere bollato a vita. D’altra parte, fare di tutta l’erba un fascio non credo che sia corretto, nel senso che quando c’è un dolo vuol dire che c’è qualcuno che piange, che chiede giustizia, quindi svuotare le carceri in modo così indiscriminato non mi sembra la soluzione giusta. Una cosa del genere non rende giustizia neanche a chi sta dentro, nel senso che magari chi è appena uscito dopo aver scontato tutta la pena vede altri detenuti uscire così per decreto, non è corretto e non è un buon insegnamento né per i giovani né per gli uomini in generale. Bisogna guardare caso per caso e applicare riduzioni della pena in base al comportamento dei detenuti, svuotare un carcere per il sovraffollamento non è un modo per risolvere il problema”. Il problema è che in Italia “le amministrazioni azzerano quello che è stato fatto prima e ricominciano da capo, non si è portati a proseguire un lavoro, magari iniziato da altri, per conseguire dei risultati.” E il problema si riflette sulla politica: “non ci si può assumere la responsabilità di governare se non si tiene conto di lasciare, alla fine di un mandato, un percorso coerente che gli altri possano proseguire”. Ma Zero, che non vuole entrare nel merito della questione Cancellieri-Lingresti perchè “se ci sono state delle responsabilità personali verranno accertate, non sta a me dirlo”, parla dei dimenticati: “L’ultimo occupa una posizione che non è certo invidiabile, però chi ha veramente fatto la storia sono sempre gli “ultimi”, quelli che non vengono creduti, che non agganci e spintarelle. Gli ultimi non fanno paura, ma alla fine sono loro che riescono a modificare certi aspetti della società e della vita. Se avessi dato retta ai detrattori che mi apostrofavano come “nullità”, costringendomi ad adottare lo pseudonimo di Zero, non avrei combinato niente, invece ho alimentato con la passione e l’impegno le grandi aspettative che avevo riposto su di me e sul mio rapporto con la musica. Oggi posso dire di aver ricevuto affetto e stima sincera da parte del pubblico italiano, quindi penso che gli ultimi – con grande sorpresa e meraviglia – sono quelli destinati a vincere”.
L’artista passa quindi a sottolineare come non si parli più con i giovani, o lo si faccia in maniera insufficiente, sia a casa che a scuola, e che comunque “la politica deve impegnarsi di più per i giovani, troppi ragazzi non vanno all’università perché pensano che tanto non troveranno lavoro, l’unico pensiero è sopravvivere. Invece è necessario investire di più sulla cultura, non sono solo i soldi che fanno felice la gente, se ci fosse più cultura in Italia si spenderebbe meno in sanità perché le persone sarebbero più appagate e più sane”. Ma parlando di giovani, non si può non pensare alle baby prostitute del Parioli o al ragazzo gay che si è tolto la vita: “Tutto questo è imbarazzante, come ho detto prima questi giovani sono lasciati soli, in tutto: nelle loro scelte, nella loro voglia di avere un’identità, sono diritti che reclami anche a 14 anni. Oggi i ragazzi si pongono delle domande: chi sono? Cosa voglio diventare? Noi li vogliamo belli cresciuti e attivi, appena un figlio si ammala lo si riempie di antibiotici per rimetterlo su in due giorni…forse dico un’eresia, ma prima quando ci si ammalava si stava a casa una settimana e questo ti dava l’opportunità di mantenere acceso il dialogo con i tuoi genitori, di riscoprire la tenerezza o un semplice consiglio. Oggi c’è troppa distanza tra genitori e figli e non c’è dialogo. Ma poi che il razzismo arrivi a lambire fasce così giovani è gravissimo, sono gli stessi ragazzini che feriscono e mostrano cattiveria verso i loro coetanei…ma mi chiedo: da chi la imparano? L’apporto educativo va dato proprio a quell’età, quando sei ancora in tempo per raddrizzare una spina dorsale, altrimenti certi atteggiamenti con il tempo diventano una regola”.
Del resto anche lui, a inizio carriera, ha subito diversi attacchi, “ma venivano da persone adulte, non da ragazzini come me. Poi all’epoca certi comportamenti erano normali perché non c’era l’abitudine a navigare su internet e vedere che il mondo è a colori, si veniva da due guerre e se ti imbattevi in un personaggio come me ti infastidivi perché mentre cercavi di rimettere insieme i cocci c’era chi si divertiva e viveva sereno. Ma in realtà non ero forse così felice, magari i lustrini servivano per fare in modo che la felicità si accorgesse di me. Oggi, dagli anni ’70, molte impalcature sono crollate e l’umanità è andata avanti, eppure si rimettono in moto certe forme di razzismo e violenza gratuita che dovrebbero essere cancellate per sempre. Mancano i buoni esempi e i ragazzi inseguono il “qualunque” brutto e privo di aspirazioni”. Il cantante ha anche una parola per Papa Francesco: “È soprattutto un uomo di fede che incarna l’uomo qualunque, una novità assoluta. Sta smontando tutte le infrastrutture che tengono lontano i fedeli dalla chiesa, il suo è un invito totale e senza condizioni…è una cosa magnifica. Conosce la pazienza, il sacrificio, l’abnegazione: sono tutte doti che in una figura così importante come un pontefice fanno un certo effetto”. Quindi, per concludere, una parola sui suoi due ultimi capitoli discografici, Amo I e II: “La cosa che mi piace di questo lavoro è che se noi cancellassimo il mio nome dalle copertine e ci mettessimo il nome di un emergente sarebbe perfettamente uguale: è un complimento che faccio a me stesso e al mio modo di rimanere adeguato alle esigenze dei giovani. Credo che il pregio di questo lavoro sia proprio una giovinezza ritrovata”.
E’ Bergamo News a riportare la notizia di una tragedia sfiorata al rave party abusivo che si stava svolgendo a Zingonia, nel Bergamasco dove sabato sera un giovane, non ancora identificato, si è lanciato con la sua Fiat Punto, a fari spenti, contro un ponteggio che sosteneva una delle due console installate all’interno di un capannone. Ferito il dj che in quel momento stava mettendo la musica, salvatosi perchè è riuscito a saltare evitando così lo schanto. Il ragazzo alla guida ha abbandonato la vettura subito dopo disperdendosi tra la folla. Secondo le intenzioni degli organizzatori, il rave party, intitolato Witchtech, sarebbe dovuto durare tra giorni e due notti. In questo arco di tempo, l’area è stata monitorata da alcune pattuglie di militari che che hanno identificato centinaia di giovani, arrivati a Zingonia da tutta Europa. E’ probabile che scatteranno poi delle denunce per invasione e occupazione di proprietà privata nei confronti dei giovani identificati
A Zingonia, in provincia di Bergano, da ormai due giorni prosegue ininterrottamente un rave party abusivo organizzato in un’ex area industriale dove un tempo aveva la sua attività la multinazionale di logistica Tnt. Le immagini dell’agenzia Fotogramma, che il Corriere propone sono desolanti, con giovani sdraiati a terra privi di sensi o addormentati in cestini di polistirolo. E tra un disegno della zucca di Halloween e i pochi ragazzi ancora in piedi, sulle maglie di alcuni di questi si legge “Fuck The System”. Consumo di droga e alcool, musica a tutto volume e conseguente fame chimica che spinge qualcuno a provvedere alle cibarie. Tra questi, anche un venditore ambulante di panini: la festa di altri, si rivela un affare per qualcuno.
E’ stato il direttore del Fatebenefratelli di Milano a diffondere le statistiche seconde le quali starebbero aumentando i casi di miopia. Questo dipende, oltre alla predisposizione genetica, anche dalla diffusione sempre più massiccia di smartphone tra gli adolescenti e i ragazzi: il continuo sforzo a cui sottopongono gli occhi per mettere a fuoco da vicino porta a una diminuzione nel focalizzare da lontano. L’allarme arriva anche dagli esperti intervenuti a Milano al recente Congresso internazionale di chirurgia refrattiva e della cataratta.”Oggi i giovani tendono a passare sempre più ore attaccati agli schermi di tablet e telefonini e questo comporta un continuo sforzo di messa a fuoco per vedere da vicino con la conseguenza che la capacità di mettere a fuoco da lontano rischia di diminuire – fa notare Antonio Scialdone, direttore dell’Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano -. Passare molto tempo di fronte a uno schermo induce, inoltre, ad ammiccare di meno, alterando così in modo cronico il film lacrimale. Non solo, anche la luce blu diffusa da alcuni televisori e dai led di smartphone e tablet può alla lunga aggravare la situazione, sfocando la visione e diminuendo il contrasto”. Passare più ore in compagnia delle nuove tecnologie vuol spesso dire anche fare meno vita all’aria aperta e anche questo fattore può avere ricadute negative sulla vista. Per quel che riguarda i consigli per combattere l’insorgere del problema, oltre a un uso più morigerato delle tecnologie, possono giovare alcuni semplici accorgimenti: utilizzare televisori dagli schermi più grandi, che permettono di guardarli anche da una distanza maggiore; sbattere spesso le palpebre per inumidire con maggiore frequenza gli occhi mentre si usa uno pc o un tablet; seguire la regola del 20/20/20 che consiste nel fare pause ogni 20 minuti, guardando a 20 metri di distanza per 20 secondi. Non bisogna inoltre scordare di sottoporsi a controlli periodici.
Non ci credono i giovani nella ripresa? E’ possibile visto l’aumento esponenziale delle domande per il servizio civile. Cioè per fare un anno di esperienza avendo in tasca 450 euro al mese più vitto e alloggio. L’ultimo bando era stato emesso nel settembre 2011 e in quell’occasione arrivarono 75mila domande per 20mila posti disponibili. Oggi i posti sono calati a 15.466 e le domande sono state fino a oggi 80mila ma l’iscrizione è aperta sino al 4 novembre e ci potrebbero essere impennate negli ultimi giorni di apertura del bando.
«Da mesi ci chiamano mamme e ragazzi per avere informazioni, e sappiamo già che le domande di quest’anno proverranno in maniera uniforme da tutto il terriorio nazionale». Anche questo un segno della crisi economica e occupazionale. «Già -risponde Palazzini presidente di Arci Servizio Civile-: fino al 2010 le domande dei ragazzi venivano per lo più da Sicilia, Campania, Calabria. Ora arrivano in massa anche da Lombardia, Piemonte, Veneto».
Appare determinato il premier Letta mentre affronta il tema della disoccupazione giovanile in Italia al Brookings Institution di Washington. In Italia la Legge di Stabilità fa discutere molti, che non vedono poste le basi per la ripresa economica e quindi per la possibilità dei giovani di crearsi un futuro, ma questo non frena i suoi progetti per il futuro. “L’Italia sta obbligando i giovani a partire”, ma “dobbiamo e possiamo avere un cambio generazionale. E’ quello che sto cercando di fare capire all’Europa, agli Stati Uniti e all’Italia stessa”. Il presidente del Consiglio spiega dunque come il suo principale obiettivo “è trovare fondi per tagliare la tasse per l’impiego dei giovani”. E aggiunge “Quando sono stato incaricato di guidare il governo una delle mie priorità era di avere un gabinetto giovane, con una maggiore presenza femminile, e un ministro di colore”.
Giorgio Napolitano non si dimentica proprio di nessuno, dopo aver pensato alla popolazione carceraria con il suo messaggio al Parlamento, in cui chiedeva l’indulto o l’amnistia, ora invece si concentra sui giovani e su internet. Il Presidente avverte sui pericoli della rete dove ci possono accedere “anche truffatori, venditori di falsi miti, propagandisti di odio e arroganti intenti a infierire sui più deboli”. Il messaggio è stato diffuso in occasione di un’iniziativa Telecom su “Minori e Internet.” E’ evidente che il Presidente rivolgendosi ai minori, che tale era in quel momento il suo pubblico, vuole metterli in guardia. “Saper distinguere i siti Internet e i messaggi utili, costruttivi o anche soltanto divertenti da altri che vogliono approfittare della vostra freschezza e bontà d’animo, per spargere tossine e spesso trarne profitto, è uno dei compiti che spettano a voi ragazzi e ragazze per diventare più grandi”, scrive il capo dello Stato.
“Internet – prosegue Napolitano – ha cambiato ritmi e abitudini della nostra società, accorciato distanze e sveltito la circolazione delle informazioni, ma dei suoi vantaggi e della sua rapidità e ramificazione possono avvalersi anche arroganti intenti a infierire sui più deboli o sulle persone più influenzabili”.
Un discorso che sorprende, quello del Capo dello Stato, che parla con grande proprietà di strumenti apparentemente lontani dalla sua cultura classica e politica, di cui però ha voluto prendere coscienza e afferrarne potenzialità e realizzazioni tenuto conto che Internet ormai fa parte integrante del quotidiano e del futuro, del privato e del pubblico.
Risale al 5 ottobre la notizia di una coppia di minorenni marocchini finiti in carcere per essersi baciati in pubblico e aver postato l’immagine della loro effusione in Facebook. Arrestato con loro anche l’amico che aveva scattato loro la foto. Il caso ha diviso il Marocco tra liberali e islamisti in una terra dove il gesto dei giovani è stato definito un “attentato alla morale pubblica”. Da allora è scattata la protesta con un “kiss-in” davanti al Parlamento di Rabat e in molte città del paese. Contemporaneamente, centinaia di persone stanno pubblicando baci su Twitter e altri social network.
Il fatto che baciarsi in pubblico venga considerato un comportamento non accettabile in diversi Stati del Medio Oriente e in Nord Africa, questa protesta ha provocato dure critiche in Marocco. Anche per questo motivo, sebbene in moltiabbiano ritenuto eccessiva la pena per i due ragazzi, soltanto poche decine di manifestanti si sono voluti spingere fino a baciarsi in pubblico.
Circa 200 studenti entrati in assemblea permanente. E’ successo ieri allo Iuav, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove i giovani si sono riuniti davanti alla sede dell’ex cotonificio, a Santa Marta, preoccupati per l’impossibilità di seguire le lezioni e di non riuscire a fare gli esami del proprio piano di studi a causa della nuova offerta formativa dell’ateneo. Gli universitari non gradiscono la riorganizzazione dei dipartimenti, trovandosi ad affrontare problemi logistici e organizzativi. “Aule strapiene e un’offerta didattica che peggiorerà”, dichiara chi protesta. Gli studenti, durante l’assemblea, hanno redatto delle proposte comuni, consegnate nel pomeriggio al rettore Amerigo Restucci nel pomeriggio. Nel frattempo, il collettivo Lisc ha indetto per l’11 ottobre una manifestazione in difesa del diritto allo studio. “Tra vecchi ordinamenti e nuovi ordinamenti, i direttori di dipartimento attraverso l’area della didattica hanno creato delle tabelle di equivalenza che costringono 1200 studenti a seguire corsi che prima non dovevano frequentare – dichiarano i manifestanti – così siamo costretti a ragionare in continua emergenza”. Chi protesta guarda anche alla conferenza di Ateneo del 31 ottobre prossimo che, dicono, “dovrebbe servire a trovare delle soluzioni.” La riorganizzazione, entrata in vigore quest’anno, secondo gli studenti ha portato a una totale disorganizzazione e un’offerta didattica palesemente impoverita. Intanto il rettore prende tempo: “Ascolterò le proposte e le segnalazioni che arriveranno dagli studenti e dopo l’assemblea cercheremo di dare le dovute risposte” dichiara Americo Restucci. Ma non sarà affatto facile: gli studenti hanno già bocciato i nuovi ordinamenti dei corsi dei laurea nati dai dipartimenti, dopo l’abolizione delle facoltà. Ma nel frattempo ben 160 studenti del biennio della laurea magistrale si sentono in un limbo perché senza una collocazione nei tre dipartimenti che hanno preso il posto dei tradizionali corsi di laurea; inoltre nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento alcuni esami non vengono riconosciuti o sono da ripetere. Oppure si rischia di laurearsi saltando alcuni esami fondamentali.
“Quando parlavo di inoccupabili non mi riferivo ai giovani. Come dimostrano i dati Ocse, l’Italia deve recuperare il gap sul fronte degli investimenti nel capitale umano, nella formazione, borse di studio. E questo governo sta lavorando in questa direzione. Con il ministro Carrozza abbiamo stanziato 500 milioni di euro per tirocini, borse di studio e formazione mentre con il presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani abbiamo deciso di istituire un gruppo di lavoro perchè la formazione è di competenza regionale”, così Enrico Giovannini prima di entrare a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. Se non si riferiva ai giovani, poteva forse aver fatto un riferimento ai disoccupati? E se per i giovani facciamo i tirocini e borse di studio, cosa possiamo fare per i disoccupati? In ogni caso gli italiani (chissà quali e dove sono), secondo le parole di Giovannini restano “poco occupabili”, ma non certo i giovani!
La riforma Gelmini ha gettato la cultura nel vespaio delle polemiche e in provvedimenti davvero difficili da poter giustificare come la decurtazione della Storia dell’Arte dai programmi del ministero operata proprio dall’ultimo governo Berlusconi. Gli italiani sono ultimi nei paesi industrializzati secondo i dati dell’Ocse e sono inoccupabili secondo Giovannini, ma se i precedenti amministratori hanno operato riforme “originali”, il nuovo Governo sembra non porre alcun rimedio per correggere il tiro.
Ora sta circolando in rete un appello con il quale si sta cercando di sensibilizzare il ministro Carrozza al problema dell’insegnamento della Storia dell’Arte. L’appello è firmato anche da Adriano La Regina, Salvatore Settis, Cesare de Seta e Rosi Fontana:
APPELLO AL MIN. CARROZZA PER IL RIPRISTINO DELLA STORIA DELL’ARTE
Che l’Italia sia il Paese al mondo con la maggiore quantità di beni artistici e culturali è cosa nota.
Possiamo vantare circa 6.000 siti archeologici, 4.700 musei , 46.000 beni architettonici vincolati, 44 i siti italiani patrimonio mondiale UNESCO, per non parlare della bellezza delle nostre città e dei nostri borghi, della miriade di opere d’arte sparse in chiese, palazzi, piazze.
Ma forse ci siamo talmente abituati e assuefatti a tale abbondanza d’arte che pervade ogni angolo del nostro Bel Paese, che neanche percepiamo la gravità insita nelle carenze delle nostre politiche dei beni culturali, troppo poco incentrate su una seria promozione alla valorizzazione e tutela del patrimonio e dunque sulla sua conoscenza attraverso una “Politica della Formazione ai Beni Culturali”.
A proposito di quest’ultimo aspetto, è ormai tempo di cambiare rotta. Con una tale preziosissima eredità, è pensabile che i nostri ragazzi non studino adeguatamente il mondo in cui vivono e, soprattutto, in cui dovranno muoversi da adulti?
In un Paese come il nostro ci si aspetterebbe che uno dei pilastri della formazione scolastica sia lo studio della Storia dell’arte, cioè della storia della principale risorsa che abbiamo la fortuna di aver ereditato. Invece forse non è stato sufficientemente evidenziato come proprio tale disciplina sia stata pesantemente decurtata dall’offerta formativa in diversi indirizzi delle scuole superiori dalla Riforma dell’ex Ministro Gelmini.
E’ fondamentale, soprattutto in una fase così complessa ed economicamente fragile come quella che l’Italia sta attraversando, attuare tempestivamente scelte che si muovano nella direzione opposta a quanto fatto negli ultimi anni. Intervenire con una Riforma dell’Istruzione che potenzi questo ambito di studio produrrebbe degli enormi benefici, a più livelli: civico-formativo ed economico-occupazionale (che corrispondono poi ai punti critici della nostra società).
Nel Paese dei Beni Culturali per eccellenza, continuare ad impedire ai ragazzi di maturare una adeguata conoscenza del proprio patrimonio artistico, significa infatti ostacolare non solo una formazione culturale degna di questo nome, ma anche lo sviluppo di quel senso civico che tutti noi auspichiamo e che si sviluppa a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo Cultura. Se non si apprende la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, come si potrà maturare il valore del rispetto per gli spazi comuni?
Si pensi poi all’innegabile potere che ha, a livello formativo, la sensibilizzazione alla bellezza e al valore dei nostri beni artistici: un adolescente che cresca educato in questa direzione, sarà un individuo meno soggetto al degrado che sempre più dilaga nelle nostre città.
Incredibilmente importanti, poi, sono le potenzialità che una approfondita formazione al nostro patrimonio artistico e archeologico avrebbe a livello occupazionale.
In Italia dovremmo poter vivere e lavorare principalmente di questo, mentre siamo al paradosso che i milioni di turisti che ogni anno vengono a visitare le nostre città e i nostri musei tornano a casa con un bagaglio di conoscenze relative alle nostre bellezze artistiche in proporzione molto maggiore rispetto alla cognizione che ne ha mediamente un italiano, il quale vive una intera esistenza in quel contesto senza aver avuto la possibilità di studiarne adeguatamente la storia e comprendere appieno valore. Se si continua a trascurare questo ambito per noi così vitale, come si finirà? Bisogna forse aspettare di veder deteriorati altri antichi beni, la cui precaria tutela in tempi recenti ha fatto tremare molti italiani al crollo di strutture millenarie come quelle di Pompei, per arrivare a comprendere finalmente che la più grande potenzialità economica e la più “pulita” industria italiana è proprio quella legata ai beni culturali?
Sono le domande che si pongono gli insegnanti di Storia dell’arte delle scuole superiori, firmatari di un appello rivolto al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, e sottoscritto da grandi nomi del mondo della cultura e dell’arte, in cui si chiede di potenziare lo studio di questa meravigliosa e per noi vitale materia scolastica. Sarebbe un primo, fondamentale, mattone nella costruzione dell’Italia di domani.
Il governo Letta risponderà alla voglia di cultura che si innalza nel Paese o saremo per sempre condannati a essere inoccupabili e ignoranti?
L’Ocse ha promosso un’indagine in 24 Paesi, realizzata in Italia dall’Isfol, sul livello dell’istruzione. Maglia nera? Agli italiani, ultimi per competenze alfabetiche, cioè le capacità linguistiche ed espressive fondamentali per vivere e lavorare ai giorni nostri, e penultimi in matematica. Il lato “positivo” è che si è ridotto il gap con gli altri Paesi tra quelli più industrializzati, ma sempre preoccupante resta la situazione. La scala di valutazione va da zero a 500. Per quello che riguarda le competenze alfabetiche, il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Controllando invece le competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a sei diversi livelli di competenze con il terzo che viene considerato il minimo indispensabile per “vivere e lavorare nel XXI secolo”. E guardando alle competenze alfabetiche, ben il 27,9% non supera il primo livello, mentre solo il 29,8% degli adulti italiani si colloca dal terzo in poi (il 42,3% è al secondo). Spostandoci sul piano delle competenze matematiche la situazione migliora un po’, ma non molto: il 31,9% è al primo livello o al di sotto e appena il 28,9% è almeno pari al terzo (il 39% è al secondo). Sempre stando alle cifre diffuse dall’Isfol, “una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In termini di competenze alfabetiche il punteggio medio è pari a 242, cioè 8 punti sotto la media nazionale”. Il segnale di speranza però sembra esserci: “Si contrae lo scarto con la media Ocse relativamente alle competenze alfabetiche e si riscontra un miglioramento complessivo rispetto alle altre indagini svolte negli ultimi anni, mentre gran parte degli altri paesi rimane stabile”. Inoltre, aggiunge, “i dati mostrano anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine”.
Si sono preparati una tisana con erbe allucinogene… ma purtroppo l’effetto non è stato quello sperato. Tre giovani di Pianzano di Godega (Treviso), di 23, 20 e 19 anni, durante una festa in una casa privata hanno bevuto la tisana che si erano preparati e sono rimasti gravemente intossicati. I loro amici preoccupati hanno chiamato il 118, sulla vicenda indagano le forze dell’ordine.
E’ una ricerca del Cohen Children’s Medical Center di New York a spiegare che sono gli sms i peggiori nemici quando ci si trova al volante. Non più alcool o velocità dunque: le cause di morte tra gli adolescenti sono cambiate nell’era 2.0, complice un telefonino onnipresente. Basta un attimo: il tempo di digitare un sms e un incidente stradale spezza una vita. Negli Stati Uniti, ogni anno sono più di 3mila i ragazzi a perdere la vita per inviare un messaggio, mentre altri 300mila restano feriti. Per quel che riguarda l’alcool: 2.700 sono i morti, 282mila i feriti. Gli sms, inviati o ricevuti, sono un fenomeno onnipresente, al contrario dell’eccedere con le bevande alcoliche, e questo, stando gli esperti, influisce sulle statistiche. In Inghilterra, al fine di contrastare questa problematica, chi utilizza mentre è alla guida il telefonino o il lettore mp3 rischia fino a due anni di carcere. Per quel che riguarda l’Italia, è stata lanciata la nuova campagna, “Un messaggio a volte accorcia la vita”, dall’Associazione Amici Polizia Stradale (ASAPS), con il patrocinio delle associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni. Il messaggio che si vuole lanciare è che l’uso del cellulare alla guida è una sorta di “sbornia del terzo millennio”. Un video shock era invece stato promosso, nel 2009, dalla polizia inglese:
La ONG giovanile DoSomething.org, nel corso del mese di settembre, sta chiedendo agli alunni degli Stati Uniti di inviare le foto del cibo che mangiano alle mense scolastiche. L’obiettivo è quello di porre l’accento sulla carenza nutrizionale dei piatti che vi si trovano. Il Dipartimento di Agricoltura degli USA ha inoltre segnalato che meno di un terzo degli istituti riesce a non superare il limite massimo raccomandato di grassi presenti nei cibi. Il risultato? Una vera e propria galleria degli orrori. Di seguito, alcuni esempi:
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, è stato intervistato per la trasmissione “Giovani Talenti” di radio 24. Durante il suo intervento ha detto: “All’estero è più facile ottenere opportunità di lavoro e salari più elevati, soprattutto in alcuni settori, rispetto all’Italia. Se oggi fossi un ventenne neolaureato, cercherei di avere un’idea di com’è il mercato in Italia, farei eventualmente un’esperienza all’estero e poi rientrerei, perchè le opportunità sono notevoli anche in Italia”. Il ministro ha quindi spiegato: “In un mondo globalizzato, non ci si deve sorprendere se i giovani italiani vanno a lavorare all’estero, ma dobbiamo essere in grado poi di attirare capitali dall’estero. Intendo dire anche ‘capitale umano'”. Secondo Giovannini, “la crisi ha fatto comprendere alle aziende che investire sul capitale umano rappresenta una garanzia per avere più innovazione, nel futuro. Siamo però ancora purtroppo indietro rispetto ad altri Paesi”. In seguito, il ministro ha affrontato due problemi di cui soffrono i giovani laureati del nostro Paese: “Ai giovani occorre offrire non solo stipendi all’ingresso più elevati, ma anche prospettive di carriera più rapide. Rispetto ad altri Paesi, la dinamica delle retribuzioni in Italia, al crescere della seniority (per i laureati in particolare), è inferiore rispetto ad altri Paesi. Significa che c’è una sottovalutazione delle loro potenzialità”.
Deve avere qualcosa di afrodisiaco lo stadio di Brøndby, in Danimarca. A fine agosto una coppia era stata pizzicata mentre faceva sesso in campo nel dopo partita di Brøndby-Randers ma chi pensava che nessuno avrebbe potuto eguagliare l’impresa, è stato smentito. Il nuovo siparietto a luci rosse questa volta si è tenuto sugli spalti, durante una partita. Protagonista una tifosa che, nell’euforia del gol siglato dalla sua squadra, ha deciso di festeggiare togliendosi la maglietta e rimanendo in topless, per poi sventolare la casacca come se fosse una sciarpa.
Rivoluzionaria o oscena? Scoppia il caso per una foto pubblicata in Facebook dall’attivista Ahmed El Gohary che ritrae una coppia di giovani, la ragazza con il capo coperto dallo hijab, che si bacia per strada in Egitto. In questo Paese le manifestazioni di affetto non sono viste favorevolmente, tanto che la legge prevede punizioni per chi si bacia per strada. Alla foto El Gohary ha accompagnato il testo di una canzone, “On the street” dell’indipendente Youssra El Hawary che recita: ”C’è chi si maledice nelle strade, chi si uccide nelle strade. Chi dorme per terra nelle strade, chi vende il suo onore nelle strade. Ma sarebbe uno scandalo se un giorno dimenticassimo e ci baciassimo in strada”.
Quattro ragazzi – un 23enne ed un 21enne originari della provincia di Foggia, un 24enne nato in Costa d’Avorio ed un diciassettenne – hanno massacrato un 89enne di Chiusi, il cui corpo è stato trovato da un nipote. In un primo momento si era pensato a una morte per cause naturali, poi invece è affiorata la tragica verità: morte violenta. E’ anche emerso che quando i giovani sono scappati dopo aver rubato all’anziano 200 euro, l’uomo era ancora in vita, agonizzante sul pavimento. Ancora più agghiacciante sembrano essere le motivazioni che hanno spinto al gesto, il denaro sarebbe stato usato per entrare in un locale notturno e passare una serata di divertimento. I tre maggiorenni si trovano in carcere, mentre il minore è stato affidato a una struttura fiorentina.
I cadaveri di un uomo di 30 anni e di una donna di 25, di carnagione chiara, sono stati ripescati nel mare di Tre Fontane, frazione balneare di Campobello di Mazara. I corpi erano non molto distanti dalla battigia. I due, che non sono stati ancora identificati, sarebbero morti per annegamento. Sulla vicenda indagano i carabinieri.
E’ il Secolo XIX che porta alla luce, finalmente, una buona notizia: in Italia c’è chi ce la fa! E non si tratta di soliti noti o “amici di”. Sono le storie di sei giovani che hanno creduto in loro stessi e nei propri sogni, si sono impegnati, hanno rischiato e… ce l’hanno fatta, restando nella loro città, Genova. Elisabetta, Emanuele, Enrico, Marco, Massimiliano e Piergiorgio stanno vedendo giorno dopo giorno i loro sogni diventare realtà. Hanno storie diverse alle spalle, si sono messi in gioco in modi e in ambiti differenti, ma hanno raggiunto la loro meta o, quanto meno, sono sulla strada che conduce ad essa. In una società in crisi e che difficilmente finanzia i progetti delle nuove leve, hanno scommesso su loro stessi. Emanuele Gugliemino ha messo a punto una microturbina nei laboratori di Morego dell’Iit ed ha già ottenuto più di un apprezzamento dalla Silicon Valley, l’El Dorado di chi ancora ha la capacità di sognare. Marco Gaudina, al contrario, dopo aver accumulato esperienza alla Siemens si è rintanato nel garage dei genitori, dove ha visto la luce il suo rivoluzionario sensore. Storia simile per Massimiliano Bonacci e Piergiorgio Beruto, che dopo aver lavorato negli uffici della Marconi/Ericsson hanno deciso di passare alla corsa in solitario. E’ partito invece puntando direttamente su se stesso Enrico Botte: nel 200′, dopo una laurea in storia, ha creato con un socio un’impresa ad alta tecnologia partita grazie al finanziamento di Ligurcapital. I soldi pubblici non potevano essere spesi in maniera migliore: la Field Organization System oggi ha centocinquanta dipendenti e sedi a Genova e in Campania. Ma non dobbiamo pensare che per costruirsi un futuro si sia obbligati a dedicarsi all’alta tecnologia: Elisabetta Comotto, ancora giovanissima, si è imegnata in bottega, con quell’umiltà di partire dalla base che spesso manca ai futuri adulti, ed ha così trovato un mentore che, dopo averle svelato i segreti dell’arte orafa, le ha lasciato il laboratorio: ora il suo futuro è tutto nelle sue mani.
A Trieste nei pressi di un noto locale notturno della città due giovani napoletani ubriachi, dopo essersi svestiti completamente hanno iniziato a prendere a calci alcune auto in sosta. Un residente ha così avvisato il 113 intorno alle 3 di notte. la polizia quando è arrivata sul posto ha trovato uno dei due ancora nudo a bordo di un furgone e alla richiesta di esibire i documenti l’uomo ha invece estratto un coltello. L’altro intanto si era dato alla fuga. Entrambi però alla fine sono stati neutralizzati dalle forze dell’ordine e identificati come M.E. e S.P. entrambi nati a Napoli, ma già da tempo residenti in città, sono stati arrestati per resistenza, lesioni, minacce e ingiurie a pubblici ufficiali. I due erano già noti alle forze dell’ordine.
Papa Francesco ha ricevuto i giovani della diocesi di Piacenza a San Pietro, in occasione dell’Anno della Fede. Durante l’incontro, il Pontefice ha invitato i presenti ad “andare avanti, ma con i valori della bellezza, della bontà e della verità”. Quello che è necessario è “scommettere su un grande ideale. Questo voi potete farlo, avete il potere di farlo. Se voi non lo fate, è per pigrizia”. Quindi, “andate avanti, fate rumore. Dove ci sono i giovani, deve esserci rumore. L’illusione di un giovane è fare rumore, sempre”, scontando il fatto che “sempre, nella vita, ci saranno persone che vi faranno proposte per frenare, per bloccare la vostra strada. Siate coraggiosi e andate controcorrente.” Ma durante l’incontro il Papa ha fatto anche una dichiarazione volta a scuotere gli animi, spiegando che i giovani pessimisti.. li manda dallo psichiatra! “A me piace stare con i giovani perchè sono portatori di speranza e artefici del futuro. È una cosa bella andare verso il futuro, con le illusioni, ma è anche una responsabilità”. E quindi ha raccontato: “Quando mi dicono ‘Padre, che brutti tempi, questi! Non si può fare niente…’ io spiego che si può fare tanto. Ma quando un giovane mi dice ‘Padre, che brutti tempi, questi! Non si può fare niente…’ io lo mando dallo psichiatra. Perchè – ha spiegato – non si capisce un giovane, un ragazzo o una ragazza, che non vogliano fare una cosa grande, scommettere su grandi ideali, per il futuro. Poi, faranno quello che possono, ma la scommessa è per cose grandi e belle. Questa è la sfida, la vostra sfida”.
Il Brondby Stadium, a Copenaghen, non è stato teatro solo di una partita noiosa, terminata con il pareggio tra Brondby e Randers, ma si è trasformata nel luogo d’amore per una giovane coppia che ha voluto provare l’ebbrezza di far sesso su un campo di calcio. I due giovani, come racconta il sito101GreatGoals.com, si sarebbero nascosti dopo la fine della partita e avrebbero atteso che lo stadio fosse vuoto per precipitarsi sul campo e fare l’amore. Sono stati però sorpresi da un addetto che li ha interrotti e li ha accompagnati fuori.
Dagli annunci entusiastici a quelli utopici così il governo delle “larghe intese” al servizio dei cittadini comunica con gli elettori. E’ Alfano, dopo l’approvazione del Dl per la pubblica amministrazione, a lanciare l’ennesimo annuncio utilizzando Twitter:
Quindi ora migliaia di giovani avranno lavoro? Quindi è per sempre scomparso quel sistema clientelare che ha guidato spesso, all’insaputa di tutti naturalmente, le assunzioni pubbliche? Ora basta la meritocrazia e tutti i migliori saranno assunti? Un dl che spazza via anni di favoritismi? Per quanto riguarda l’orgoglio forse c’è prima da chiedersi se i giovani possono essere orgogliosi ancora dell’Italia e della politica… come si può pretendere di essere orgogliosi di lavorare nello Stato se siamo contornati di esempi non sempre positivi che da sempre popolano le istituzioni e le più alte cariche dello Stato? L’orgoglio non è un credo religioso, ma una stima oggettiva, lo si ha quando, dopo attenta osservazione, si è fieri di appartenere a un’istituzione e a una nazione e soprattutto quando ci si riconosce e quindi si rispettano le regole che vengono dettate.
Un ritorno dalla discoteca turbolento e un autobus che diventa un ring. A via Tuscolana, zona semiperiferica di Roma un conducente ha fermato una volante impegnata nei consueti servizi di controllo del territorio, e si è fermato chiedendo aiuto. Gli agenti hanno infatti notato una rissa generata da tre ragazzi. I passeggeri erano attoniti e spaventati mentre gli agenti cercavano di riportare alla calma i tre giovani. In particolare un italiano di 21 anni, ha reagito con particolare violenza ai tentativi dei poliziotti di calmarlo ed evitare che si scagliasse di nuovo contro i suoi avversari, arrivando a colpire gli agenti con alcune gomitate al volto ed a mordere il dito indice di uno di loro. Alla fine, anche con l’intervento di un altro equipaggio, gli agenti sono riusciti a bloccare i giovani. Oltre all’italiano, sono stati identificati un cittadino angolano di 26 anni ed un 17enne, anch’egli straniero. Per loro è scattata la denuncia all’Autorità giudiziaria. Tutti e tre dovranno ora rispondere dei reati di rissa ed interruzione di pubblico servizio, mentre il 21enne italiano dovrà rispondere anche del reato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Flavia Vento, attraverso un tweet ha annunciato la sua discesa in campo nella politica e la fondazione del “Movimento Figli dei Fiori”. Come spiegato in un’intervista rilasciata a TgCom24, la Vento vuole un Movimento composto per lo più di giovani. Il modello a cui ispirarsi è quello di Matteo Renzi che, sempre secondo la dichiarazione showgirl italiana, le è apparso in sogno poche re prima del tweet con cui ha annunciato la “discesa in campo”.
Cosa pensa Flavia Vento dell’attuale governo Letta?
“Oggi sono talmente tanti i problemi che non basta un premier. Le cose vanno rifatte tutte. A partire dall’Imu che va abolita. Non è giusto tassare le case . Abbasserei prima gli stipendi dei deputati. E pure gli F35 mi sembrano una spesa inutile”.
E poi ha aggiunto:
“Secondo me vanno creati più posti di lavoro per i giovani, va ricreato il verde, abolirei tutte le macchine in centro”, questi i progetti di Flavia vento, che non disdegnerebbe il ruolo di premier ma ci tiene a prendere le distanze dall’esperienza di Cicciolina, che pure fondò il partito “Democrazia Natura Amore”: “Cicciolina non è una persona che stimo, non mi piace come paragone. Io guardo il presente, non mi interessano i partiti degli altri”.
Il Premier Letta a Rimini non si risparmia e lancia annunci e buoni propositi in questa domenica d’estate riminese che vede la politica in primo piano, in un clima rovente tra tensioni, sentenze e pre-campagne elettorali. Ecco quindi Enrico Letta che apre al dialogo e forse anche alla pacificazione?
“Dobbiamo far vincere la forza fecondatrice dell’incontro. L’incontro vince sempre sul conflitto”. Lo ha detto il premier Enrico Letta, intervenendo all’incontro inaugurale del Meeting annuale di Comunione e liberazione, che si apre oggi a Rimini. Letta ha sottolineato che occorre mettere da parte “i professionisti del conflitto” e vincere la logica dello scontro elettorale basato sulla “paura che vinca l’altro o la propria superiorità morale”.
E se qualche giorno fa Marco Travaglio si era schierato contro la nota del Colle affermando che “Mai durante l’Italia repubblicana e pure monarchica, un capo dello Stato era mai intervenuto su una condanna definitiva” e scriveva che “il partoriente ha scodellato un mostriciattolo che copre l’Italia di vergogna”, ora invece Letta ritorna sulla forza fecondatrice. Sembra proprio che in politica ci sia voglia di un nuovo nascituro che faccia dimenticare il passato! Un erede nel Pdl? Una scissione nel Pd? Una rivoluzione nell’M5S? Quale sarà il futuro dell’Italia?
Intanto il Premier Letta precisa: “L’incontro non vuol dire che le differenze scompaiono. Fa paura solo a chi è incerto della propria identità e dei propri valori”. E poi aggiunge: L’Italia “è il paese dei guelfi e ghibellini, del tutti contro tutti” ma “l’identità solida non ha paura dell’incontro: si è convincenti se si ha una visione credibile se si realizzano le cose, non si è convincenti se il consenso si usa solo per evitare che arrivi il nemico. E’ modo di far politica che non mi appartiene”.
E dopo i Guelfi e Ghibellini il presidente del Consiglio getta un occhio alla cultura: L’istruzione che è fondamentale è stata bistrattata negli ultimi anni” D’altra parte anche Napolitano aveva richiamato l’attenzione sull’emergenza rappresentata da “una grave forma di impoverimento spirituale, culturale”, e aveva parlato dell’esigenza di trovare una reazione per invertire la rotta.
Quindi ritornare alla formazione per cercare di evitare il tracollo dell’impoverimento, ma anche dare una speranza agli italiani su questa ripresa che tarda ad arrivare. Letta a Rimini ha molte certezze e si sbilancia: “L’uscita dalla crisi è a portata di mano. E’ possibile a seconda di cosa facciamo. Se guardiamo al futuro usciremo dalla crisi. Una crisi che è stata ed è terribile”. Quindi basta individuare i binari giusti, non sbagliare la mira e andare dritti fino alla fine del tunnel?
Strano che la Merkel la pensi in maniera nettamente opposta: “L’eurocrisi non è ancora finita, ma dalla crisi l’Ue uscirà più forte” che poi aveva aggiunto sulla Grecia “Alla solidarietà europea appartiene anche il principio degli sforzi da compiere da parte di chi viene aiutato. Mettere semplicemente soldi a disposizione, senza la disponibilità a riforme di fondo dall’altra parte, è una soluzione che giudico sbagliata fin all’inizio della crisi. Sono felice che siamo riusciti a convincere a imboccare un’altra via. Così la Grecia e gli altri Paesi colpiti hanno dovuto intraprendere importanti riforme”.
Quindi siamo destinati all’oblio? Per fortuna che il Premier Letta ha la soluzione in tasca: “L’Europa oggi ha istituzioni che non permettono di decidere. Non si può non cambiarle. Le istituzioni devono essere legate ai cittadini. L’Europa così com’è non va”.
Quindi basta andare in Europa e dire di cambiare politica e soprattutto fare una revisione delle istituzioni. Un gioco da ragazzi e si è fuori dalla crisi! Infatti anche sul lavoro la formula è certa per il Presidente del Consiglio:
“L’Europa aiuti a creare lavoro accanto al rigore nei conti perché nessuno di noi vuole fare debito. Vorrebbe dire scaricarlo sui figli. Nessuno lo farebbe a casa: perché farlo come nazione? Tutto ciò che faremo lo faremo senza fare nuovi debiti”.
Quindi non ci dobbiamo preoccupare di nulla, ci penserà l’Europa a tirare fuori l’Italia dalla crisi e dalla disoccupazione giovanile?
Ma Letta non risparmia neppure l’Alta Finanza “Per un nuovo inizio c’è bisogno che si rimetta la finanza al proprio posto, la crisi è nata perché la finanza è uscita dal proprio ruolo ed è diventata al centro di tutto. Dobbiamo fare la lotta ai paradisi fiscali”.
Altro punto caldo e risolvibile in pochi mesi. Letta quindi è ottimista e chiarisce che per una ripresa basta invertire la rotta della politica italiana, dell’Europa, dell’Alta finanza… Quando arriverà l’annuncio che possiamo camminare sulle acque?
“I giovani non li lasceremo soli: lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere opportunità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, visitando una mostra sull’Europa al Meeting di Comunione e Liberazione. “Grazie a un’Europa e a un’Italia migliore – ha concluso Letta – daremo ai giovani quelle opportunità che altri, in altre parti d’Europa, hanno già oggi”.
Il videomessaggio di Napolitano invece risolta molto più cauto: “Dobbiamo riuscire a competere con Paesi che sono cresciuti al di là di ogni previsione possibile e soprattutto in ritmo e intensità. Dobbiamo saper reggere le sfide, che sono le sfide dell’innovazione, della competitività, della produttività, e che sono le sfide di una rimodulazione efficace del nostro modello di economia sociale e di mercato”.
Al suo arrivo, Letta ha anche incontrato una famiglia di immigrati originari del Benin. La famigliola, padre, madre e due bimbi, stava pranzando con una colazione portata da casa nella hall della fiera di Rimini che ospita la kermesse di Cl. Alla fine del suo giro per gli stand e le mostre e prima di avviarsi a pranzo, il premier li ha visti e si è fermato per un breve saluto con la famiglia, abbastanza stupita per l’inconsueto incontro. Berlusconi invia aerei sulle spiagge, mentre il Premier stringe la mano agli immigrati, uno stile e una politica diversa… ora ci si augura che non inizi una nuova campagna elettorale.
Mangiare vermi o uova di vermi per avere una linea perfetta, questa è l’ultima trovata cinese contro i chili di troppo. Su Taobao.com, il più noto sito di e-commerce cinese, molto utilizzato in Cina per acquisti di ogni tipo, dall’abbigliamento, all’elettronica, persino appunto ai medicinali, da qualche tempo si trovano in vendita delle capsule che contengono uova di vermi o vermi adulti che possono essere acquistati anche per 1200 yuan, circa 150 euro. Queste capsule, secondo alcuni, ingerite farebbero perdere peso perché i vermi introdotti nel corpo consumerebbero le calorie in eccesso. Tale rimedio, piuttosto pericoloso, sta avendo successo tra molti giovani, tanto da far scattare l’allarme dei medici. Come ha spiegato il dottor Liu Zhanju, direttore del dipartimento di gastroenterologia dell’ospedale del popolo di Shanghai, i vermi potrebbero spostarsi all’interno del corpo raggiungendo altri organi come il fegato, gli occhi e persino il cervello, causando danni anche gravi.
Ieri 4 giovani avevano rischiato la vita ( uno è ancora in prognosi riservata), oggi invece la macabra scoperta da parte di una comitiva di ragazzi che hanno visto in acqua, il corpo di un uomo riverso e lo hanno portato a riva cercando di rianimarlo inutilmente. L’uomo, di circa 50 – 55 anni, non è stato ancora identificato, probabilmente si tratta di uno straniero che sarebbe presumibilmente morto nelle acque antistanti il porto di Viareggio.
Sono stati sparati dei proiettili di gomma contro il giornalista Massimo Giletti. L’episodio risale a venerdì scorso, ma solo oggi è trapelata la notizia attraverso le pagine del settimanale Oggi che ha raccolto la testimonianza del conduttore: “Mi hanno sparato due proiettili di gomma mentre ero sul terrazzo di casa mia: uno mi ha colpito appena sopra il sopracciglio, l’altro un centimetro sotto l’occhio. Sto bene ma ho rischiato di perdere un occhio”. Gli autori, a quanto sembra dalle prime indiscrezioni, sarebbero due giovani che abitano nella stessa zona di Giletti, che avrebbero puntato un fucile con proiettili di gomma proprio contro Giletti. I due sarebbero già stati identificati dai carabinieri che avrebbero rinvenuto anche il materiale utilizzato per colpire il giornalista.
Enrico Letta tocca diversi temi nell’intervista di “In mezz’ora” con Lucia Annunziata. Oltre al blocco dell’aumento dell’Iva e alla rimodulazione dell’Imu, c’è il pacchetto lavoro per i giovani.
“Mercoledì presenteremo il piano nazionale per l’occupazione giovanile” destinato soprattutto ai giovani del Sud, ma non solo, ha annunciato Letta che poi però preferisce non sbilanciarsi sull’entità delle risorse da mettere in campo.
Si articola in due fasi il pacchetto di riforme per il lavoro:
Il primo è finanziato in gran parte con una riallocazione dei fondi strutturali europei, destinati in particolare ai giovani del Sud. Con il quale però poco si potrà fare visto che le risorse a disposizioni sono veramente troppo esili rispetto al problema della disoccupazione italiana in alcune regioni del centro-sud. Mentre tutto il resto sarà rinviato all’esito del Consiglio Europeo di fine giugno, da cui il premier spera di potere strappare un piano che coinvolga tutto il continente.
In attesa del piano per i giovani… si diventa vecchi?
L’incapacità di chiudere un vertice europeo sul lavoro tra Italia, Francia, Germania e Spagna, con proposte concrete e un piano che in tempi brevi possa risolvere il problema occupazionale nell’area euro ha portato la Merkel ad affermare, in un intervista alla Bbc:
“Per trovare un lavoro i giovani disoccupati devono muoversi. Bisogna – aggiunge – avere maggior mobilità. Il problema della disoccupazione in Europa è enorme”. Un’emigrazione forzata ma necessaria, una condizione che la Merkel paragona alla crisi di occupazione che colpì la Germania dell’Est quando “in molti – dice la Cancelliera – furono costretti a muoversi verso il sud del paese”.
La Merkel dimentica che quella migrazione interna alla Germania – ben diversa da quella pressoché biblica che lei auspica per il resto dell’Europa – fu limitata e supportata dall’aiuto che tutta l’Europa dette a suo tempo al popolo tedesco. Oggi invece più che dire ai giovani “alzati e cammina” non si vuole fare nulla per alleviare almeno la crisi.
Non hanno potuto far altro che constatare il decesso del giovane che si era accasciato a terra davanti il corpo degli amici, i medici del 118 che erano arrivati per soccorrere il 29enne Nicola Bellinato, di Salzano. Il ragazzo, nel pomeriggio di venerdì, si trovava in compagnia di alcuni coetanei a casa di un amico in via XXV Aprile a Robegano, dove si è consumata la tragedia. Per conoscere le cause della morte, bisognerà attendere i risultati dell’autopsia, che il magistrato di turno, Stefano Ancilotto, disporrà dopo aver valutato le “carte”, ovvero la relazione del medico del Suem intervenuto e quella dei carabinieri. I militari, infatti, avrebbero trovato nell’abitazione oltre un chilo di marijuana, oraposta sotto sequestro e ora si sta indagando sulla circostanza alla quale non può essere comunque ricondotta la morte di Bellinato che, al primo esame eseguito dal medico legale, sarebbe morto per cause naturali. Nicola aveva avvisato un malore attorno alle 19.30 ed i suoi amici hanno subito lanciato l’allarme, che ha raggiunto anche la compagna di Bellinato, che in quel momento si trovava nel loro appartamento, al primo piano di un condominio di via Roma, nel pieno centro di Salzano, di fronte alla chiesa.
E’ costato la vita a due ragazze di Forlimpopoli, Beatrice Casanova, 17enne, e Sara Valentini, 18 anni appena compiuti, un terribile incidente avvenuto poco dopo le 3.30 a Pinarella, in provincia di Ravenna, lungo la statale Adriatica. Nello schianto che ha coinvolto tre auto è rimasto gravemente ferito anche un ragazzo di 21 anni, mentre meno gravi sono le condizioni degli altri due feriti: si tratta di un 36 e di un 41enne. Se i sanitari non hanno potuto far nulla per le giovani, sono intervenuti per salvare la vita a feriti: il 21enne è stato trasportato d’urgenza a Ravenna mentre i due feriti più lievi all’ospedale Bufalini di Cesena. Nel frattempo, le forze dell’ordine cercano di capire l’esatta dinamica dell’incidente devastante, probabilmente iniziato con un urto non gravissimo che ha poi innescato il frontale mortale. Due auto, una Mercedes Classe A e un Citroen Saxo si sono toccate circa a metà carreggiata, per per un sorpasso azzardato della Classe A, condotta da un’ucraina di 27 anni. Nel suo sangue è stata riscontrato un tasso alcolemico di 1,5 grammi/litro e ora è accusata di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. La donna, dopo l’incidente, è stata rintracciata poco dopo dalla polizia stradale: in stato di shock, si era allontanata a piedi lasciando l’auto e una coppia albanese che viaggiava con lei. A bordo della Saxo con Sara e Beatrice si trovavano i loro giovani fidanzati, le due coppie stavano rientrando da una serata al mare. Dopo l’impatto con l’auto, la vettura ha perso il controllo ed è finita completamente nella corsia opposta, dove ha colpito violentemente l’auto che seguiva la Classe A, una Golf.
E’ l’ultimo mercoledì di maggio e, come ogni anno, a Padova va di scena il Botellòn, la festa spagnola che invade il centro della città e anima come non mai il Prato della Valle. Nell’ultma edizione hanno partecipato oltre 10mila persone, in compagnia delle relative bottiglie di alcol. E quest’anno, tempo permettendo, è previsto il bis… forse. Perchè il Comune ha blindato la piazza e invitato a spostare la festa alla prossima settimana al parcheggio sud dello stadio Euganeo. Ma le tradizioni goliardiche a Padova son difficili da modificare. Ecco quindi la scelta di transennare i quattro ponti d’ingresso all’isola Memmia, posizionati oggi alle 17 e che verranno tolti solo dopo 12 ore, per permettere la normale circolazione. E’ una sfida dunque quella lanciata dalle autorità, che va a colpire i ragazzi che questa sera si presenteranno in Prato che non potranno neppure fare rifornimento di alcol nei bar della zona: un’ordinanza impedisce infatti la vendita di alcolici da asporto dalle 21 di questa sera alle 6 di domani mattina, almeno per quanto riguarda il Prato e le zone adiacenti. “Le disposizioni prese per l’isola Memmia vanno nella direzione di salvaguardare le statue di Prato della Valle ed evitare che i ragazzi ci salgano sopra e questo vale anche per la loro incolumità” spiega il vicesindaco Ivo Rossi, “stiamo monitorando la situazione per valutare provvedimenti ora per ora”. L’amministrazione è pronta a tutto, anche a mettere in campo i bagni chimici, mentre sono già pronti ad intervenire sia le forze dell’ordine che i mezzi di soccorso. Dura la critica del senatore della Lega Nord Bitonci, che si trova a fronteggiare il neo sindaco ora che Zanonato è stato assurto al ruolo di ministro: “Il Comune, incapace di intervenire per mantenere la sicurezza in Prato della Valle, invece di proibire una manifestazione non autorizzata fa scontare a chi, nonostante la crisi, le tasse e il costo del lavoro insopportabile, tiene aperti bar e ristoranti in una città quasi deserta nelle ore serali, in cui i turisti faticano a trovare un locale dove spendere i loro soldi. Multare chi si ubriaca o lorda il Prato, in termini di popolarità, sarebbe troppo gravoso per il neo sindaco. Meglio colpire ancora chi lavora, dà lavoro e pagherà il servizio di pulizia e di sicurezza con le proprie tasse, nonostante le perdite per una giornata in meno di lavoro”. Ecco alcune immagini per capire a cosa sta andando incontro Padova!
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