Il 19enne che uccide il padre per difendere la madre

patricidio-tuttacronacaIl 55enne Cosimo Motolese ha trovato la morte nella serata di giovedì 27 gennaio a Taranto, davanti alla sua abitazione, colpito da quattro proiettili calibro 45 al capo e alla spalla. Ricoverato in ospedale, è morto circa un’ora più tardi. Il caso di omicidio è già stato risolto: il figlio 19enne, Eneo, ha infatti confessato al termine di un lungo interrogatorio condotto nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Taranto. In un primo momento la sua testionianza era risultata poco convincente ma è crollato di fronte al ritrovamento di quattro bossoli, di alcuni abiti del giovane macchiati di sangue e dell’arma presumibilmente utilizzata per l’omicidio, una pistola semiautomatica marca Colt con matricola cancellata, occultata dal giovane in un terreno incolto del quartiere Paolo VI, poco distante dall’abitazione della vittima e prossimo alla facoltà di Ingegneria. Il giovane ha allora spiegato ai militari di aver difeso sua madre e se stesso dalle continue aggressioni del padre, che dopo la scarcerazione aveva iniziato a drogarsi e chiedeva denaro agli altri familiari con atteggiamenti molto violenti.

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Forte scossa di terremoto in Cina: magnitudo 6.8

terremoto-cina-tuttacronacaE’ stato l’istituto americano di geofisica Usgs a registrara la forte scossa di terremoto di magnitudo 6.8 che si è verificata oggi nella regione del Xinjiang, nel nord ovest della Cina. L’evento si è verificato alle ore 8 ora locale e ha avuto ipocentro a 12,5 chilometri di profondità ed epicentro a 269 km da Hotan, 493 da Leh e 903 km da Islamabad, in Pakistan.

Forte scossa di terremoto a Cefalonia: paura anche in Italia

terremoto-cefalonia-tuttacronacaNon si placa il pericoloso sciame sismico in atto da oltre un mese nell’isola greca di Cefalonia, dove questa mattina, alle 9.23, è stata registrata una nuova, forte scossa di terremoto. L’evento ha avuto magrnitudo di 4.8 ed epicentro in mare a una profondità di 10 km. Il terremoto è stato avvertito chiaramente nel sud Italia e in particolare a Taranto e Lecce dove molte sono state le telefonate di cittadini spaventati ai vigili del fuoco.

Torna la paura a Cefalonia: scossa di terremoto di magnitudo 6.1

terremoto-cefalonia-tuttacronacaContinua a tremare l’isola greca di Cefalonia dove all’alba di questa mattina si è verificata una forte scossa di terremoto, di magnitudo 6.1 gradi sulla scala Richter. L’evento è stato registrato alle 5.08 locali (le 4.08 in Italia). L’isola si trova a 12 chilometri dalla città di Lixourion, colpita da una scossa di intensità simile (di magnitudo 6.0) il 26 gennaio, danneggiando numerose strade e imbarcazioni. L’isola era stata messa in stato d’allerta e la settimana scorsa erano state registrate numerose repliche. Si contano dieci persone rimaste leggermente ferite.

Ancora una notte di paura a Cefalonia: gli abitanti dormono in auto

sismografo-tuttacronacaNon si placa la terra a Cefalonia i cui abitanti hanno trascorso una nuova notte di paurda dopo la violenta scossa di terremoto della scorsa domenica. Nella notte si è registrato un nuovo sisma di magnitudo 4.3 e molti degli abitanti hanno dovuto trascorrere la notte lontano dalle loro case, la cui stabilità non è stata ancora accertata dai periti. Molte abitazioni sono rimaste gravemente danneggiate e diverse sono crollate. Al momento, il 60% degli edifici di Lixouri è stato dichiarato inagibile e anche il cimitero della citadina è stato danneggiato.Nel capoluogo Argostoli un palazzo su quattro risulta inagibile e danni rilevanti sono stati riscontrati anche all’aeroporto di Cefalonia. Sull’isola si è fermato ieri notte anche il primo ministro Antonis Samaras nel suo viaggio di ritorno da Bruxelles per rendersi conto personalmente dei problemi causati dal sisma. “Ho voluto vedere da vicino le conseguenze del terremoto – ha detto Samaras -. Faremo una prima riunione e domani alla luce del sole vedremo meglio e potremo dire di più”.

Paura tra la popolazione a Cefalonia: ancora una forte scossa di terremoto

terremoto-cefalonia-tuttacronacaIn Italia erano le 4.12, le 5.12 in Grecia, quando l’isola greca di Cefalonia è stata scossa da un nuovo sisma. L’evento ha avuto magnitudo di 4.6 gradi sulla scala Richter. L’epicentro del sisma, stando ai sismografi dell’Istituto Euromediterraneo, è stato localizzato a nove km ad Ovest della città di Lixouri e a due km di profondità. Il geologo dell’Università di Atene Eftimios Lekkas, che si trova sull’isola, ritiene che le scosse continueranno ancora per qualche tempo, anche se nessuna dovrebbe superare i 5,4 gradi. Da parte sua, il direttore dell’Istituto Geodinamico di Atene, Gerassimos Papadopoulos, ha detto al settimanale To Vima che soltanto domani (mercoledì) gli scienziati saranno in grado di dire se la scossa di 5,8 gradi registrata domenica pomeriggio era quella principale. Molti abitanti dell’isola non hanno il coraggio di far rientro alla propria abitazione, la cui stabilità non è stata ancora accertata dai periti: sono diverse le persone che continuano a trascorrere la notte nelle loro auto. Nel frattempo circa la metà dei 2.000 residenti che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni perchè lesionate dalle scosse hanno trovato sistemazione a bordo del traghetto Superfast arrivato ieri mattina a Cefalonia mentre oggi dovrebbe giungere anche il ferry Elefterios Venizelos, capace di ospitare 1.300 persone. Altri problemi, tuttavia, stanno sopraggiungendo: si prevede che le condizioni meteo peggioreranno nelle prossime ore con pioggia e vento forte.

I danni del terremoto, ma nessun morto, grazie alle case antisismiche

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Anche oggi una scossa di magnitudo 4.7 ha colpito l’isola di Cefalonia, intorno alle ore 14.05. L’isola interessata nelle ultime ore è stata interessata da diversi eventi sismici che si sono succeduti in sequenza oltre alle scosse di assestamento, ma pur riportando danni non si sono registrati morti. Non è stata però solo fortuna, ma è stato il piano messo in atto dopo il tremendo episodio del 1953 quando Cefalonia, Zante e Itaca furono devastate da un sisma di magnitudo 6.4  a cui ne seguì uno di magnitudo 7.2. I morti furono centinaia e l’isole in gran parte furono distrutte.  Da allora le abitazioni e i palazzi vengono costruiti secondo rigide norme anti-sismiche. All’Aquila con un terremoto di analoga magnitudo sono rimaste uccise 308 persone.

Panico in Grecia: nuova, potente scossa di terremoto

terremoto-grecia-tuttacronacaDopo la fortissima scossa di magnitudo 6.3 registrata alle 14.55 sulla costa orientale greca, nel mar Ionio, alle 19.45 è stato rilevato un nuovo forte movimento tellurico di 5.5. Gli epicentri sono stati localizzati nel Mar Jonio, al largo delle coste greche. Anche in Italia si sono percepiti i movimenti della terra: entrambe le scosse sono state avvertite in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Le onde  sismiche registrate nell’isola di Cefalonia (Grecia) sono avvenute in una zona nota per la sua sismicità. L’epicentro è stato localizzato nell’isola di Cefalonia, in una zona molto particolare. “È una zona molto vicina alla placca dell’Egeo, che è una microplacca che si insinua fra la placca Africana e quella Eurasiatica”, spiega il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell’Ingv, Alberto Michelini. La microplacca Egea si trova nel punto in cui le due grandi placche continentali si muovono orizzontalmente l’una rispetto all’altra. Questo stesso tipo di movimento, rileva Michelini, caratterizza la faglia all’origine del terremoto di oggi.Un’altra scossa era stata registrata alle ore 15:08 locali. In questo caso l’evento ha avuto magnitudo 5 e si è verificato a una profondità di 12,8 km.

I danni del terremoto in Grecia: strade,edifici e rete elettrica

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Fortunatamente il terremoto che nel pomeriggio ha interessato l’isola di Cefalonia non ha provocato vittime, ma solo molti danni soprattutto alla rete stradale e agli edifici più vecchi. Il movimento tellurico ha causato numerose frane di rocce e pietrisco che hanno bloccato il transito su diverse strade e in molti punti il manto stradale è aperto da profonde fessure. Inoltre ci sono stati molti blackout alla rete elettrica. Sarebbero migliaia gli evacuati. La città più colpita è stata Argostoli, dove per giunta oggi imperversa il maltempo con pioggia e forte vento.

Trema la Grecia, paura anche in Italia!

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Trema la Grecia, ma il terrore del terremoto arriva anche in Italia. Erano le 14.55 quando una scossa di magnitudo 6.3 è stata registrata sulla costa orientale greca, nel mar Ionio. dall’Istituto geologico americano Usgs a Lixourion. Il terremoto in particolare ha interessato l’isola di Cefalonia. Secondo quanto riferisce la stampa locale, al momento non ci sarebbero danni a cose o persone.
Il sisma è stato chiaramente avvertito in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. La scossa è stata avvertita chiaramente a Taranto e nel Salento dove i piani alti delle case hanno tremato.

Tragedia sfiorata nel Tarantino: crolla una palazzina

ginosa-crollo-palazzina-tuttacronacaIn seguito all’alluvione dello scorso 7 ottobre una palazzina nel centro storico di Ginosa, in provincia di Taranto, era stata sfollata. E la decisione si è rivelata provvidenziale perchè la stessa palazzina, di due piani, oggi è crollata. Tuttavia, si è ugualmente sfiorata la tragedia visto che quattro persone, che sembra si fossero recate nel loro appartamento per recuperare alcuni oggetti, sono riuscite a mettersi in salvo poco prima del crollo: pare si fossero recate nell’appartamento che avevano lasciato per recuperare alcuni oggetti. L’intera zona di via Matrice è stata transennata dalla Polizia locale: alcune abitazioni che si trovano nelle vicinanze di quella caduta sono state sgomberate a scopo precauzionale in attesa delle verifiche statiche sulle strutture.

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Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie

michele_liguori-tuttacronacaE’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.

Prima confessa e prima starà meglio, questo il pensiero della mamma di Sarah

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”Sabrina sta male solamente perché ha la coscienza sporca. Se decide di confessare non potrà che stare meglio”. Lo ha detto Concetta Serrano, la mamma di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana.

Le parole della donna sono riferite dai legali della famiglia Scazzi, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza.Per il delitto la Corte d’assise di Taranto ha condannato nell’aprile scorso alla pena dell’ergastolo la cugina di Sarah, Sabrina Misseri, e la mamma di Sabrina,Cosima Serrano. Benché siano trascorsi nove mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza, la Corte d’assise non ha ancora depositato le motivazioni della sentenza. Anche per questo motivo i difensori della giovane, Franco Coppi e Nicola Marseglia, hanno chiesto alla Corte di assise di scarcerare Sabrina. All’istanza la procura ha già dato parere negativo

Terra dei Fuochi e Ilva: screening gratuito per la popolazione

ilva-tuttacronacaSono stati approvati gli emendamenti al dl 136 dalla commissione Ambiente della Camera e l’elemento di novità emerso è che si stanzieranno 25 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell’Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti, ha detto: “Il coordinamento dell’attività relativa agli screening sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti” dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell’Istituto superiore di sanità nell’ambito dello studio ‘Sentieri’, relative alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte. Oggi è stato approvato anche l’emendamento relativo all’aumento di capitale dell’Ilva quale strada per assicurare all’azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale.Come spiega il Sole 24 Ore:

Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell’azienda, i Riva, di partecipare all’aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. “Nel decreto – afferma Bratti – abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l’aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili”. Inoltre, aumentata dal 70 all’80 per cento la quantità di prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell’Ilva deve aver avviato nel periodo – in sostanza l’attuale – che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. “Nell’80 per cento – rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell’Aia concluse che quelle attivate”.

Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare – osserva Realacci – sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine “allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti – conclude Realacci – per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell’Ilva”.

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Uova alla diossina, allerta a Taranto?

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Dopo le cozze a Taranto arrivano le uova alla diossina, almeno questo è quanto è stato riscontrato dal Fondo Antidiossina onlus che registra valori ancora sotto il “limite di azione”, pur confermando “criticità per valori abbastanza elevati di diossine, furani e pcb”. L’allarme è stato lanciato proprio dal presidente della onlus , Fabio Matacchiera che sottolinea la necessità di “un controllo costante da parte delle Autorità sanitarie”, riferendosi ai risultati delle analisi fatte compiere su numerose uova di galline ruspanti prelevate presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca, in provincia di Taranto.

I controlli, spiega l’ambientalista in una nota, sono stati eseguiti dal Centro specializzato R&C Lab s.r.l. di Altavilla Vicentina. Lo scopo era quello di ”ricavare dei dati prettamente conoscitivi” risultati “estremamente interessanti”. La stessa Onlus, nel gennaio 2011, “fu la prima – ricorda Matacchiera – a lanciare l’allarme cozze alla diossina del Mar Piccolo, che ha comportato tutta una serie di restrizioni riguardanti l’allevamento e la commercializzazione di quei mitili in alcune aree del mare di Taranto”.

E sempre il Fondo Antidiossina “negli anni passati ha provveduto a far analizzare il latte materno di alcune mamme di Taranto, riscontrando, in alcuni casi, anche la presenza rilevante di diossine e pcb (dioxin like), fino al valore impressionante di 39,90 pg/gr lipo (40 picogrammi/grammo su materia grassa)”.

In relazione alle analisi sulle uova, Matacchiera fa rilevare “che le quantità di pcb e le stesse diossine e furani ritrovate in detti campioni rappresentano una criticità che merita ulteriori approfondimenti, pur ribadendo che le analisi del Fondo Antidiossina sono solo di tipo conoscitivo e che quelle ufficiali spettano agli organi sanitari preposti”. Le concentrazioni di inquinanti si attestano sul “50% del valore ‘limite di azione’ che è di 1,75 pg/gr, secondo le nuove normative”.

L’ambientalista chiede alle “Autorità preposte di accertare le origini di queste sostanze e la loro provenienza che si accumulano anche nelle uova e negli animali, raggiungendo livelli che non possono far fare sonni tranquilli agli allevatori e agli stessi consumatori”. Né si “può escludere – conclude – che in altre aree limitrofe del martinese, distanti anche oltre i 20 km dal polo industriale jonico, queste sostanze si siano accumulate o si possano accumulare nel prossimo futuro nella sostanza organica animale in quantità maggiori, tali da raggiungere e superare i limiti di legge”.

13enni su un pullman da Taranto a Roma… per conoscere un amico di Facebook!

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Sono scappate di casa e sono salite su un pullman due tredicenni di Taranto che hanno raggiunto la Capitale per conoscere un loro amico di Facebook. Il progetto delle ragazzine però è stato sventato dalla polizia che ha rintracciato l’unico pullman in partenza dalla città pugliese diretto a Roma. Su quello stesso pullman viaggiava anche una donna poliziotto che non ci ha messo molto a individuare le due ragazzine. Intanto, il pullman era arrivato in Basilicata, nel comune di Grassano dove, allertati, i carabinieri della locale stazione hanno preso in custodia le due ragazzine fino all’arrivo dei loro familiari.

 

Ambientalisti in allarme a Taranto: nubi e vapore nel cielo

ilva-fumi-tuttacronacaI tarantini scattano foto, che poi postano sui social, che mostrano il cielo sulla loro città. Gli scatti hanno messo in allarme gli ambientalisti, che tornano a chiedere “cosa c’è nel vapore acqueo dell’Ilva?”. Per questo motivo Alessandro Marescotti e Antonia Battaglia di Peacelink Taranto invieranno alla Commissione europea le numerose fotografie che gli abitanti della città hanno postato il primo gennaio e “che ritraggono le impressionanti emissioni dello stabilimento”. Marescotti osserva che le condizioni climatiche hanno “accentuato l’impatto visivo dimostrando come le nuvole in sosta sul quartiere Tamburi di Taranto sono prodotte dai vapori emessi dalla zona cokeria dello stabilimento tarantino”. “La quasi totalità di assenza di vento e la bassa pressione creano – sottolineano gli ambientalisti – uno scenario apocalittico che crea un netto distinguo tra le nuvole dovute a perturbazione metereologica e le emissioni di vapore”. Se è vero che con semplici fotografie “non possiamo dimostrare uno sforamento di emissioni nocive – aggiunge l’ambientalista – è anche vero che osservando le fotografie e consultando le documentazioni ufficiali prodotte da Ispra in relazione all’Aia possiamo capire che proprio con alcune emissioni di vapore acqueo l’Ilva di Taranto infrange le prescrizioni Aia”. Marescotti conclude sottolineando che nell’ultima diffida per inosservanza delle prescrizioni ricevuta dall’Ilva a ottobre del 2012 “si parla nello specifico di queste emissioni di vapore”.

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Attentato a Taranto! Tre colpi di pistola contro Confindustria

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Spari contro la sede tarantina di Confindustria, nella sede in via Dario Lupo, nel centro della città. I colpi sono stati esplosi durante la notte e hanno bucato il battente in legno del portone di ingresso e gli infissi di una delle finestre della sede, situata al piano terra. Gli inquirenti hanno acquisito i video della telecamera di sorveglianza per risalire agli artefici, la sede era già stata oggetto di un atto intimidatorio nei mesi scorsi quando fu bruciato il portone di ingresso.

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La donna che testimonia il tentativo di stupro subito… da parte di due cani

cani randagi-accusa-tuttacronacaUna signora di Crispiano, nel Tarantino, ha raccontato ai carabinieri quanto le era accaduto nei minimi dettagli: aveva infatti subito un tentativo di stupro. “Uno mi teneva ferma mentre l’altro mi spogliava con intenzione di usarmi violenza”. Quindi ha sporto denuncia contro i due responsabili: due cani randagi del paese. Today, che riporta la notizia, spiega che intanto, a Crispiano gli animalisti sono insorti e protestano. Una volontaria racconta: “Uno dei due cani, che chiamiamo Pinuccio, è una vecchia conoscenza di zona. È talmente docile che durante una manifestazione a Statte contro il randagismo si è lasciato esporre sul tavolo come testimonial, e nella speranza che qualcuno lo adottasse”. Nel frattempo, i due animali sono stati portati in canile. “Chissà che qualcuno grazie a questa storia surreale, non si faccia avanti per richiederne l’adozione. Basta scrivere a adottauncanedelcanile@virgilio.it. Incrociamo le dita”, conclude la volontaria.

Allarme Ilva, la centrale è piena di amianto

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L’Ilva sembra non trovare pace tanto a Taranto quanto a Genova. Nell’area Ilva di Cornigliano, si torna a parlare d’amianto e la paura sale per chi lavora o ha lavorato  intorno all’ex centrale termoelettrica dismessa nel 2005. “Dentro ci sono tonnellate di amianto censite”,  dice Armando Palombo, delegato rsu Fiom. “Per ora la situazione è sotto controllo, ma la struttura è abbandonata da anni, ogni tanto vengono giù pezzi, non sappiamo se piove dentro, se il cemento armato si stia disarmando. Siamo preoccupati e chiediamo alle autorità di intervenire”.

Come scrive La Repubblica:

Quelle stesse autorità contro cui loro, lavoratori e pensionati Ilva, ma anche di Ansaldo e Fincantieri, hanno protestato qualche giorno fa per le strade della città: chiedono il riconoscimento dei benefici previdenziali proprio per l’esposizione all’amianto, revocati dall’Inail a seguito di un’inchiesta della procura.

A quelle autorità, cittadine e governative, oggi il delegato sindacale Armando Palombo aggiunge dunque l’allarme per le condizioni dell’ex centrale, chiusa ma mai bonificata. “Nell’accordo di programma c’è scritto che devono costruire una centrale nuova, ma stanno latitando sia l’azienda che gli enti locali”

Per l’Ilva, si sa, “c’è un piano industriale nuovo che deve partire da Taranto e coinvolgere Genova e Novi Ligure.

Ma qui abbiamo anche un nostro accordo di programma, votato con delibere in consiglio comunale e consiglio regionale. A questo ci atteniamo noi perché prevede che non ci sia nessun licenziamento, ma un piano di continuità e garanzia di reddito per tutti”.

I lavoratori Ilva di Cornigliano sono 1.750, di cui 1.400 con contratti di solidarietà: i sindacati premono verso un nuovo piano di investimenti. Che non dimentichi la bonifica delle aree abbandonate.

Il sindaco di Taranto ha le veline?

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Taranto, città dilaniata dall’inquinamento ambientale e con problematiche complesse ha dovuto anche assistere, durante la presentazione del programma natalizio nella città jonica, alla comparsa di due “veline”. Due hostess che in minigonna, scollatura e fiocco rosso, sono state poste di fianco al tavolo, accanto al sindaco Ippazio Stefano, all’assessore alle Attività produttive Cisberto Zaccheo, a quello delle Politiche giovanili e sport Gionatan Scasciamacchia, e al dirigente dell’Ufficio Sviluppo economico Carmine Pisano. la manifestazione che avrà il nome “A Natale regalati Taranto” conterà circa 70 appuntamenti distribuiti tra il 25 dicembre e Capodanno.

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Esplosione all’Ilva ingenti danni

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Un’esplosione si è verificata all’interno del refettorio delle pulizie industriali dell’acciaieria 2 dello stabilimento Ilva di Taranto. Lo rende noto l’Unione sindacale di base. “Lo scoppio ha prodotto ingenti danni. Solo per un caso fortuito in quel momento non era presente nelle vicinanze alcun lavoratore. Questo ha evitato che l’incidente avesse conseguenze drammatiche”, ha spiegato il coordinatore dell’Usb, Francesco Rizzo.

Arriva Nettuno! Allerta al centro sud

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La tregua è durata poco ed è di nuovo allerta per il centro sud. Nelle prossime ore il meridione e le regioni centrali della nostra Penisola saranno sottoposte all’ira di Nettuno «un vero e proprio ciclone mediterraneo che porterà una nuova a fase di grave maltempo al Sud, sulla Sicilia, ma soprattutto sulla Calabria ionica, Basilicata e tutta la Puglia, con nubifragi dalla notte» così si legge su http://www.ilmeteo.it dove il direttore del portale Antonio Sanò ha anche lanciato un ulteriore allerta per le prime ore di domenica soprattutto sul crotonese e catanzarese, Basilicata ionica, materano, sul Salento verso Taranto, Brindisi e resto della Basilicata e Puglia, con rischio alluvionale entro domenica e possibili bombe d’acqua sulle province di Catanzaro, Crotone, Matera e Taranto. Ma si attende il maltempo anche sulla già colpita Sardegna, che insieme alla Romagna sarà interessata da perturbazioni entro la giornata di lunedì.  Nettuno, secondo Sanò, «rimarrà attivo al CentroSud fino a mercoledì, con maltempo continuo sulla Calabria ionica, dove è concreto il rischio alluvione sulle province di Catanzaro e Crotone». Ma l’Italia «è letteralmente colpita da un duplice attacco», dice Sanò, precisando che al nord, invece, «una perturbazione atlantica fredda ha portato la neve tra Piemonte e Lombardia fino a Torino. In quantità copiosa su basso Piemonte, alessandrino, astigiano, cuneese, molto copiosa sulle colline liguri, fino a toccare zone a 2-300 metri di quota tra Savona a Genova per via del fenomeno della tramontana scura. Fiocchi in Lombardia, a Milano e sul Piacentino, ma senza disagi sulle strade».

Ancora diossina su Taranto e Tamburi, il video denuncia su Youtube

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Starebbero continuando le emissioni di diossina dall’impianto Ilva di Taranto. Lo dimostrerebbe un video girato da alcuni cittadini e diffuso in Rete, in cui si vedono fumi e polveri uscire dall’acciaieria. “Molti testimoni ci riferiscono che, per buona parte della notte appena trascorsa, le palazzine del quartiere Tamburi sono state offuscate dai fumi” ha scritto in una nota il presidente del Fondo Antidiossina, Fabio Matacchiera.

Da Bologna a Taranto con una pistola in borsa, due ragazze fermate

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Hanno 21 e 17 anni le due ragazze di Massafra che sono state arrestate e poste agli arresti domiciliari dopo che i carabinieri hanno scoperto che tenevano una pistola nella borsetta di una delle due.  I militari avevano appreso da una fonte confidenziale che le due ragazze sarebbero giunte a bordo di un autobus probabilmente con un carico di droga. All’arrivo del pullman, che era partito da Bologna, hanno seguito le due giovani e le hanno fermate per un controllo mentre tentavano frettolosamente di allontanarsi. La maggiorenne, nel momento in cui le è stato richiesto di mostrare il contenuto dei bagagli, ha ammesso di detenere un’arma, che aveva trasportato fino a Massafra, insieme alla cognata minorenne. La giovane ha estratto da uno dei borsoni pieni di indumenti una busta in cellophane, contenente una pistola, perfettamente funzionante,con la matricola cancellata, di calibro 7,65, completa di una scatola con 50 proiettili dello stesso calibro.

Se la Sardegna piange, il sud è in ginocchio

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Dopo la Sardegna il maltempo arriva a flagellare anche la Calabria. Ingenti danni si sono registrati sulla costa ionica ed in particolare il catanzarese, il crotonese e il vibonese. Numerosi gli allagamenti e le strade interrotte a causa del fango. In molti comuni le scuole sono rimaste chiuse. A Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia sono centinaia le richieste di soccorso giunte ai vigili del fuoco, alcune per persone rimaste bloccate in auto. A Sellia Marina, nel catanzarese, un villaggio con 150 persone è stato evacuato perché invaso dall’acqua a causa dello straripamento del fiume Uria. L’esondazione ha provocato ingenti danni sia alle abitazioni che al sistema dei trasporti. Sempre nella zona di Sellia Marina c’è preoccupazione per un ponte ferroviario che ora si sta cercando di mettere in sicurezza. Un altro ponte, già da tempo inutilizzato, è crollato.

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Anche a Roma sono stati attivati dodici presidi della Protezione civile anche se la prima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Capitale sembrerebbe al momento meno intensa del previsto, ma resta alto l’allerta per il Tevere.

Come racconta Il Fatto Quotidiano:

Difficoltà si riscontrano anche in Campania, dove un forte vento di scirocco ha flagellato per tutta la notte l’isola di Capri (Napoli), provocando l’interruzione dei collegamenti con le corse veloci. Sono invece regolari i traghetti. Le prime avvisaglie del maltempo si erano viste ieri pomeriggio quando, con i collegamenti già a singhiozzo, le raffiche di vento e il mare che si è alzato all’improvviso, si sono verificati due episodi che hanno impegnato gli uomini della Capitaneria di porto. Che prima hanno salvato un giovane in difficoltà con la sua imbarcazione al largo di Punta Campanella. Poi sono intervenuti per un incidente avvenuto nel porto di Capri con lo Snav Orion che ha urtato una bitta della banchina del molo ed è stato costretto a interrompere le partenze: l’unità veloce è stata fatta ripartire per Napoli senza passeggeri a bordo per le verifiche dei danni. Sospese le corse di aliscafi e catamarani, tra Capri, Sorrento e Napoli. La ripresa delle corse veloci non è prevista neppure per le prossime ore, visto che le condizioni meteo-marine dovrebbero peggiorare.

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In Puglia il violento temporale che si sta abbattendo sulla città di Taranto e nei comuni della provincia sta provocando danni ed enormi disagi alla circolazione stradale. Nel capoluogo diverse auto sono rimaste in panne nei sottovia. Decine le richieste di soccorso pervenute ai vigili del fuoco, che stanno lavorando per liberare negozi e scantinati dall’acqua e verificare l’agibilità di numerosi edifici. In alcune strade si sono create voragini per il cedimento dell’asfalto. Il nubifragio non sta risparmiando i comuni di entrambi i versanti, orientale e occidentale. A Castellaneta la strada provinciale 15 (tra Masseria Gaudella e Laterza) è franata in più punti. Il Comune ha diramato un avviso sottolineando che “è estremamente pericoloso percorrerla”. La situazione è difficile anche a Ginosa e Marina di Ginosa, dove il 7 ottobre scorso sono morte quattro persone a causa di un’alluvione; alcune zone risultano isolate. Il forte vento sta complicando le operazioni di soccorso da parte dei vigili del fuoco.

Shock e autogol di Vendola sull’Ilva: “scena fantastica”

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Emilio Riva era sotto assedio da parte dei giornalisti che lo incalzavano con domande sulle emissioni dell’Ilva di Taranto che presumibilmente avrebbero causato tumori nella popolazione che viveva a stretto contatto con le polveri e i veleni che l’industria produceva. Intanto Nichi Vendola e il suo capo di gabinetto, dice lo stesso governatore della Puglia, ridevano per la “scena fantastica”. Questo è l’audio pubblicato su Il Fatto Quotidiano che risale al 2009, in cui Vendola commenta una conferenza stampa dei Riva e a Giorgio Archinà dice: “Dica a Riva che il presidente non si è defilato”.

Il tutto inizia con il commento di Vendola alla “scena fantastica”. Archinà, dominus degli affari illeciti dell’Ilva secondo il Fatto quotidiano, strappa il microfono ai giornalisti che chiedono a Riva chiarimenti sull’aumento dei tumori a Taranto e Vendola commenta lo “scatto felino”: “Complimenti, io e il mio capo di gabinetto siamo stati a ridere per un quarto d’ora”.

Il Fatto quotidiano scrive:

“Il video è dell’autunno 2009, ma torna d’attualità l’estate dopo, quando a Taranto scoppia l’emergenza benzo(a)pirene. Il governatore della Puglia, dopo le risate, fa sapere ad Archinà, dominus indiscusso di tutti gli affari illeciti dell’azienda, che è a disposizione: “Dica a Riva che il presidente non si è defilato”. Tant’è che finirà indagato per le pressioni esercitate su un dirigente dell’Arpa, Giorgio Assennato, l’uomo che ha osato mettersi contro il siderurgico con la sua relazione sulla qualità dell’aria in città di Francesco Casula e Lorenzo Galeazzi”.

Ecco il video con il montaggio di Samuele Orini: 

Dopo la pioggia, a Taranto compare il lago “rosso Ilva”

taranto-lago-rosso-tuttacronacaSulla pagina Facebook del gruppo “Sostenitori del giudice Patrizia Todisco” sono apparse delle immagini scattate dopo la pioggia torrenziale che si è abbattuta su Taranto formando un lago rosso sotto al nastro trasportatore dei minerali dell’Ilva, al lato della strada, in località Croce, tra il centro abitato e la grande fabbrica. La didascali che accompagna le foto recita: “La pioggia porta con sé il ferro a pochi metri dalle abitazioni”. Le inchieste legate all’inquinamento dell’azienda proseguono, ma queste immagini inquietanti diventano un simbolo della sofferenza dei cittadini, con il rosso che diventa il colore caratteristico della zona della città a ridosso del siderurgico.

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I carabinieri arrestano 5 persone: in 50 assaltano la caserma

furti-rame-tuttacronacaE’ scattata la denuncia per alcune delle persone che hanno tentato di assaltare la caserma dei carabinieri al quartiere Paolo VI di Taranto mentre si svolgevano le operazioni di arresto di cinque giovani pizzicati a rubare rame nel deposito di un vecchio supermercato. Tra la cinquantina di presenti, si sarebbe messo in risalto un uomo che avrebbe tentato di far irruzione nella caserma entrando dal garage, venendo però bloccato. Ad aiutare i militari sono intervenute sia delle pattuglie di Polizia che la Guardia di Finanza. Dopo alcuni momenti di forte tensione, è stata in seguito ripristinata la calma mentre tutti i presenti sono stati identificati.

Il “più grande turbamento” di Nichi Vendola

vendola-indagato-tuttacronacaNell’ambito dell’inchiesta sull’Ilva, Nichi Vendola rientra tra le 53 persone indagate dalla procura di Taranto. Il governatore della Puglia è accusato di concussione. Parlando di questo “momento di più grande turbamento”, ha spiegato che continua “a dare una straordinaria importanza all’inchiesta sull’Ilva”. “La mia amministrazione – spiega – ha provato a scoperchiare le pentole e a vedere dove nessuno aveva visto prima”. E sull’amministrazione regionale, conclude, “non c’è nessuna ombra”.

L’Ilva e il disastro ambientale: anche Vendola tra gli indagati

NICHI-VENDOLA-ilva-tuttacronacaLa procura di Taranto, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al sequestro di parte dello stabilimento Ilva nel luglio dello scorso anno, ha iscritto nel registro degli indagati 53 persone, tra le quali anche Nichi Vendola. Il governatore della Puglia è accusato di concussione: si parla infatti di presunte pressioni sull’Arpa per “far fuori” il dg dell’Agenzia pugliese per la protezione dell’ambiente, Giorgio Assennato, in quanto figura “sgradita” all’azienda. In Puglia e in altre zone d’Italian nel frattempo i militari delle Fiamme Gialle hanno iniziato a notificare l’avviso di chiusura delle indagini preliminari a tutti gli indagati per disastro ambientale a carico dell’Ilva. I reati contestati agli indagati, dirigenti, funzionari e politici, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale all’avvelenamento di sostanze alimentari, all’emissione di sostanze inquinanti con violazione delle normative a tutela dell’ambiente.

Inalano fumi: 15 operai intossicati all’Ilva

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E’ stato Francesco Rizzo, coordinatore provinciale di Taranto dell’Usb, Unione sindacale di base, a rendere noto che quindici operai dell’Ilva sono stati portati in infermeria dopo aver avvertito sintomi di intossicazione per aver inalato fumi che si sono sprigionati dalla Siviera di emergenza della Colata a caldo dell’Acciaieria 1, probabilmente a causa di un incendio.

Il gruppo Marcegaglia chiude a Taranto e licenzia 140 persone.

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Si chiude! E 140 persone restano senza lavoro a Taranto da 31 dicembre. Questo è stato l’annuncio fatto oggi, 29 ottobre, da parte del gruppo Marcegaglia. Il gruppo ha comunicato la sua decisione ai sindacati di categoria e alle Rsu di Fim, Fiom e Uilm. 

”Un’ennesima mazzata per questo territorio”, sottolineano i sindacati. Un territorio – sottolineano nella nota congiunta le organizzazioni sindacali – ”già martoriato da una crisi senza precedenti, che continua a mietere perdite di posti di lavoro”. La fabbrica aveva dismesso un paio di anni fa la produzione di caldaie industriali per riconvertirsi al Fotovoltaico con la produzione in proprio le lamine flessibili a film sottile, in silicio amorfo.

 

Il disastro Ilva: 50 gli indagati!

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Si è chiusa l’indagine e ora sarebbero una cinquantina gli indagati per il disastro ambientale causato dallo stabilimento dell’Ilva di Taranto, tra questi i dirigenti e i funzionari ma anche alcuni politici. Coinvolte almeno tre società. I legali di Fabio Riva – in libertà vigilata a Londra dallo scorso gennaio – hanno intanto chiesto copia delle perizie dell’incidente probatorio conclusosi il 30 marzo 2012.

Crolla un edificio nel Tarantino, si cerca una persona sotto le macerie

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Il crollo di un edificio o meglio, di una cantina sociale in stato di disuso, nei pressi di Sava, in provincia di Taranto sulla strada per Manduria, è crollata questa mattina. Sotto le macerie si troverebbe una persona. I soccorritori stanno cercando il disperso con 5 mezzi dei vigili del fuoco e 18 uomini.  Il luogo del crollo si trova vicino al campo sportivo.

Aggiornamento 14 ottobre 2013, 15.02:  E’ stata ritrovata morta la persona che questa mattina si trovava nella cantina sociale che è crollata. La vittima, un uomo di 60 anni, ex dipendente della cantina, è rimasto schiacciato sotto la caduta del solaio.

Muore carabiniere 29enne travolto da ubriaco

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Travolto e ucciso da un uomo in stato di ebbrezza mentre stava soccorrendo alcuni automobilisti che avevano bucato le gomme, è morto così il carabiniere 29enne, sulla provinciale 596 presso Vinzaglio, in provincia di Novara, che questa notte aveva prestato soccorso vedendo un furgone in difficoltà. Il carabiniere, originario di Grottaglie in provincia di Taranto, aveva preso servizio circa un anno fa a Cameriano.

Il maltempo miete vittime: sale a tre il numero dei morti

morti-nubifragio-tuttacronacaIl maltempo si è abbattuto sull’Italia centromeridionale e la sua furia ha provocato la morte di tre persone, mentre due risultano ancora disperse. Oltre ad aver perso la vita la 30enne Rossella Pignalosa, scomparsa mentre si trovava in auto lunedì sera, in provincia di Latina questa mattina un bracciante agricolo di nazionalità indiana è stato folgorato da un fulmine. L’uomo si trovava nelle serre di un’azienda agricola di Borgo Santa Maria quando il fulmine si è abbattuto sulla campagna, attorno alle 10. In mattinata è stato rinvenuto anche il cadavere di un disperso, un 32enne di Montescagliano, in provincia di Matera. La vittima del nubrifagio si trovava a Ginosa Marina, in provincia di Taranto, dove lavorava. Sono state invece interrotte le ricerche, che riprenderanno domani mattina, di una coppia di coniugi anche loro dispersi nella zona di Ginosa. Trentenni, sono i guardiani di un cappannone e s’ipotizza si trovassero a bordo della loro vettura quando l’acqua li ha travolti: i soccorritori hanno trovato l’auto, ma non c’erano corpi all’interno. Nel frattempo il sindaco di Ginosa, Vito De Palma, ha disposto con ordinanza la chiusura delle scuole di Ginosa e Marina di Ginosa e di tutte le strutture che offrono servizi socio-educativi e riabilitativi a minori e disabili, a seguito dei danni dovuti al maltempo. A Marina di Ginosa, inoltre, è stato disposto lo sgombero delle abitazioni di Contrada Marinella: una precauzione presa a causa dell’eccessivo innalzamento del livello del Fiume Bradano. E mentre la Prefettura di Taranto ha attivato l’unità di crisi per coordinare gli interventi sul versante occidentale della provincia, nella zona di Ginosa sono interrotte le principali arterie viarie e vengono segnalati danni ad abitazioni e a strutture pubbliche. E’ crollato il muro di contenimento che cinge il palazzetto dello sport e ha ceduto una porzione di sede stradale facendo ribaltare un camion e sradicando un albero e un palo della pubblica illuminazione. I residenti della zona hanno detto di aver avvertito un boato prima del crollo.

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Nubifragi al Sud: perde la vita una 30enne, disperse 4 persone

nubifragio-tuttacronacaIl maltempo che imperversa sull’Italia ha provocato non pochi disagi al Sud e in Puglia la situazione è drammatica, con una donna che ha perso la vita. La 30enne Roberta Pignarosa era scomparsa nel Tarantino ieri sera: mentre rietrava a casa a bordo della sua Fiat 600, la donna è stata sorpresa dalla violenta pioggia che ha sferzato il territorio di Ginosa. In questa zona il nubifragio ha imperversato per tutta la notte e ha provocato allagamenti oltre a interrompere i collegamenti e causare il crollo di un ponte. Il corpo della donna è stato rinvenuto questa mattina, attorno alle 8, nei pressi di un ponte che attraversa un torrente, non lontano dalla sua abitazione. Molti sono stati gli interventi dei Vigili del Fuoco, dei volontari e del personale della Protezione civile anche in provincia di Matera, in particolare nel Metapontino dove si lavora per liberare le strade dal fango e abitazioni e garage dall’acqua. Nell’area di Ginosa Marina si è verificata l’esondazione del fiume Bardano e al momento sono quattro le persone che risultano disperse, come si apprende dalle forze di polizia mobilitate nella borgata del comune del versante occidentale del Tarantino: attualmente il punto di maggiore crisi è proprio Ginosa. Bloccate per diverse ore nella nottata le strade che da Laterza portano a Santeramo in Colle e Altamura in provincia di Bari, e a Castellaneta in provincia di Taranto, rese impraticabili della massa d’acqua che si era accumulata. Un ponticello è crollato anche sulla strada che va da Ginosa a Montescaglioso, in provincia di Matera. Difficile la situazione nel Salento: voragini nel manto stradale, arterie allagate, sottopassi bloccati, cantine traboccanti, tombini divelti, auto nel fango e decine di persone costrette in casa. Traffico bloccato a Lecce, soprattutto nei pressi del sottopasso di viale Leopardi, i cui dispositivi di sicurezza non hanno funzionato. Sulla via per Monteroni, il nuovo manto stradale è sprofondato sotto il camion dei rifiuti, mentre un’enorme voragine, transennata per 30 metri, si è aperta tra Ugento e Acquarica del Capo. Alberi abbattuti e sottopassi inagibili tra Copertino, Leverano, abitazioni allagate a Cavallino e nella zona Baia Verde di Gallipoli, a Melissano inagibile la stazione delle Ferrovie Sud-Est. Problemi anche all’ospedale Vito Fazzi, dove l’acqua ha allagato l’ingresso del Pronto soccorso, un’ambulanza è rimasta impantanata. A Brindisi l’emergenza ha riguardato l’esondazione del canale Patri, col conseguente innalzamento del livello dell’acqua. Molti voli in partenza e in arrivo da Brindisi sono stati dirottati all’aeroporto di Bari, molte arterie cittadine, impraticabili, sono state chiuse al traffico. All’ospedale Perrino le piogge hanno provocato l’allagamento del reparto Grandi ustionati.

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Riesce a sfuggire alle forze dell’ordine, se ne vanta in Fb… e viene arrestato!

blitz-facebook-vantarsi-tuttacronacaIl 33enne tarantino Francesco Galileo, detto Chicco, era sfuggito alla cattura nell’ambito del blitz della Direzione distrettuale antimafia di Lecce volto a smantellare una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Dopo di che se n’è vantato in Facebook, scrivendo: “Non mi prenderete mai”. A quel punto è stato scoperto permettendo ai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Taranto di arrestarlo. Con lui, salgono a 19 gli arresti su 20 destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale di Lecce. Stando all’accusa, Galileo aveva il ruolo di corriere dell’organizzazione che fa capo ad Antonio Ciccolella, ora in carcere, e alla moglie di questi, Piera De Padova, unica indagata che ha beneficiato dei domiciliari in quanto madre di un bimbo in tenera età.

Tentato femminicidio a Taranto, ferita una 22 enne dal fidanzato

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Un giovane di 24 anni, Cosimo De Biaso, ha tentato di uccidere la fidanzata 22enne con colpi d’arma da fuoco. L’uomo avrebbe sparato al culmine di una lite avvenuta in un appartamento di  via Tafuri, nella zona residenziale di Montetermiti, a Taranto. La ragazza ha anche cercato di scappare in strada, ma qui è stata raggiunta dal proiettile che l’avrebbe colpita alla spalla secondo quanto riporta il quotidiano di Puglia, mentre secondo il Messaggero, la giovane sarebbe stata colpita al torace. Ora la 22enne è stata ricoverata all’ospedale ‘Santissima Annunziata’, in prognosi riservata anche se i sanitari hanno riferito che la giovane non sarebbe in pericolo di vita. I militari hanno recuperato l’arma utilizzata dall’uomo e hanno provveduto all’arresto.

 

La guerra dei RIVA: fermi gli impianti e prossimi i licenziamenti

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Dopo il sequestro dei beni e dei conti correnti per un ammontare di 916 milioni di euro operato dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta tarantina per disastro ambientale nei confronti del gruppo Riva, oggi arriva la contromossa che prevede, da domani, di mettere “in libertà” circa 1400 addetti che operano nelle 13 società riconducibili alla famiglia. In una nota si legge:

Riva Acciaio conferma la cessazione da oggi di tutte le attività dell’azienda, esterne al perimetro gestionale dell’Ilva, e relative a sette stabilimenti in cui sono impiegati circa 1.400 persone. La decisione viene motivata con il sequestro preventivo penale del Gip di Taranto.

«Tali attività non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva – prosegue l’azienda – e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto. La decisione, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività. Riva Acciaio impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell’azienda – conclude l’azienda -, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali».

 

 

Si ferma anche la musica a Taranto davanti ai fumi dell’Ilva

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Niente musica a Taranto, la nuova sede dell’Istituto musicale “Paisiello” è risultata essere troppo vicina alle fonti di inquinamento dell’Ilva. E’ stata la Provincia, da cui dipende la scuola, a darne notizia a docenti e alunni. L’istituto intitolato a Giovanni Paisiello, famoso compositore tarantino – avrebbe dovuto spostarsi dall’attuale sede in affitto, nel centro di Taranto, in quella del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Bari nel quartiere Tamburi, il rione più vicino allo stabilimento siderurgico. Il commissario della Provincia, il prefetto Mario Tafaro, sentito anche il dirigente all’Ambiente dell’ente, Maria Spartera, che è anche responsabile per Taranto dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha invece stoppato il trasferimento. La sede universitaria – ha rilevato Tafaro – è troppo esposta all’inquinamento dell’Ilva. Ora la scuola sarà costretta a ripiegare su alcuni locali che fino a qualche tempo fa erano occupati dalla questura.

Navi italiane in Libano… a un passo dalla Siria!

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Sono due le navi militari salpate nel pomeriggio da Taranto per dirigersi al largo delle coste libanesi. Il cacciatorpediniere Andrea Doria e la fregata Maestrale, secondo quanto si è appreso, dovranno essere pronte a tutelare le truppe  italiane della forza Unifil in caso di conflitto siriano.

Taranto: la città malata d’inquinamento

taranto-inquinamento-tumori-tuttacronacaL’altro giorno si era parlato dell’incidenza di tumori infantili nella Terra dei Fuochi, ma non è l’unica zona in Italia dove l’inquinamento influisce in maniera così pesantemente negativa sugli abitanti. A Taranto, come denuncia il movimento ambientalista Peacelink, che evidenzia anche il rapporto tra tumori e inquinamento industriale dopo “essere entrata in possesso dei dati attuali degli ammalati di cancro della città”, come ha spiegato l’attivista Alessandro Marescotti, nei quartieri più vicini agli impianti industriali, un abitante su 18 è affetto da patologie tumorali. Per quel che riguarda l’intera città, invece, sono 8.916 “le persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali” (191.848 sono gli abitanti di Taranto, dati dell’ultimo censimento). Secondo quanto riporta Peacelink, “nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale (quartiere Tamburi, Paolo VI, Città vecchia e parte del Borgo), c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione, 4.328 malati su 78mila abitanti”. Sempre gli ambientalasti affermano che invece, in base ai dati citati, “nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’è un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della città vi sono 4.588 malati di tumore su 120mila abitanti. Ovviamente tali dati non possono calcolare tutti coloro che potrebbero avere un tumore latente o non diagnosticato”. Ma l’associazione ha sottolineato anche che “Il sindaco di Taranto, che è un medico avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perché non lo ha fatto? Facciamo appello all’Ordine dei medici perché venga compiuto un opportuno approfondimento su questi dati in modo da individuate le categorie di persone più esposte”. Per Peacelink, infatti, “è venuto i momento di avere dati istantanei su tutte le malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri”.

I rifiuti di Ferragosto abbandonati sulle spiagge.

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Rifiuti di ogni genere e tipo quelli rinvenuti sulle spiagge  del versante orientale della provincia di Taranto dopo il bivacco di Ferragosto. Uno spettacolo desolante in cui si registra anche il danneggiamento delle dune. Un assalto in massa di bagnanti che si sono accampati ovunque, violando a volte anche la legge pur di trascorrere la vigilia e il Ferragosto in spiaggia con esiti devastanti per l’ambiente. Senza rispetto e con molta inciviltà le spiagge, patrimonio pubblico, sono state “violentate” da quanti hanno deciso di passare la notte a pochi metri dal mare. Non sono neppure mancati episodi di violenza dovuti all’alcol che ormai è diventato un must nelle notti estive in spiaggia.

L’episodio più grave di violenza si è registrato in zona Chidro, con un uomo arrestato, due poliziotti feriti e altri contusi. Ma una rissa è scoppiata anche nei pressi dall’altra parte della litoranea manduriana, che si è conclusa con un altro ferito, che è stato poi trasportato in ospedale. Tanto lavoro, quindi, anche per i sanitari del 118 in servizio nella notte, e ancor di più per gli operai del servizio di igiene pubblica, ai quali è toccato il compito di ripulire i 18 chilometri di spiaggia (rimuovendo quintali di rifiuti), nella giornata di ieri.

Report shock: Taranto muore per colpa di sigarette e alcol, non dell’Ilva.

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Nessuno lo nega a Taranto si muore di cancro, ma la colpa non sarebbe dell’Ilva, ma secondo il rapporto di Enrico Bondi, commissario straordinario sull’Ilva, le cause sarebbero da ricercarsi nelle sigarette e nell’alcol. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”:

L’Ilva non ha colpe, i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.

Bondi, inoltre, continua il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”:

ha allegato una perizia in cui si critica duramente lo studio Sentieri compiuto dal ministero della Salute e la valutazione del danno sanitario effettuato da Arpa Puglia che aveva spiegato che, anche con la piena attuazione delle misure previste nell’Aia (Autorizzazioni integrata ambientale), l’impatto degli inquinanti sulla popolazione non si sarebbe azzerata, ma solo dimezzata. “I dati di mortalità per tumori nello Studio Sentieri – si legge nel documento in possesso del Fatto – si riferiscono al periodo 2003-09. L’incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato.

Bondi, spiega ancora il quotidiano diretto da Padellaro, va anche all’attacco frontale con gli esperti dell’Arpa, rei, secondo il commissario, di aver falsato i risultati omettendo alcuni dati:

Ma l’attacco più duro è quello nel quale gli esperti accusano l’Arpa di aver prodotto un documento escludendo dall’elenco degli inquinanti il PM10 . Un’omissione cercata perchè “i dati di esposizione a questo inquinante sono sostanzialmente nella norma” e quindi “la scelta di concentrarsi su tre gruppi di cancerogeni (IPA, composti organici e metalli) offre piu garanzie di ottenere un risultato che attribuirebbe all’Ilva un certo numero di casi di tumore o di decessi”.

Taranto si sta avvelenando?

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Sono già 7 le persone in osservazione all’ospedale di Taranto: pazienti cronici che sono peggiorati negli ultimi giorni, da quando sulla città jonica l’aria si è fatta irrespirabile. La popolazione però, anche quella sana, negli ultimi giorni ha denunciato pruriti e problemi respiratori tanto da far aprire un fascicolo d’inchiesta alla Procura di Taranto per scoprire cause e responsabilità intorno alla chiazza  nera sversata in mare dalla raffineria Eni, dopo il violento nubifragio di lunedì.

 

Tragedie estive: muore Luca, 3 anni investito da un auto

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Aveva solo 3 anni Luca Bianchi, il bambino morto dopo essere stato investito da un suv, durante una vacanza con i nonni materni, la mamma, la sorellina e la nonna paterna.

Il piccolo era partito sabato da Borgosesia, insieme con la mamma Patrizia, la sorellina Chiara di un anno e la nonna paterna Adriana, alla volta di Marina di Torricella, in provincia di Taranto.

Domenica pomeriggio il nonno lo aveva accompagnato a casa, lasciandolo a pochi passi dall’uscio, sicuro che sarebbe entrato. Il bambino, invece, vedendo che il nonno aveva attraversato la strada, lo ha inseguito ed è stato travolto dal suv. Trasportato in ospedale, è morto poco dopo.

Perché non assicurarsi che un bimbo di appena tre anni entri dentro casa? Perché abbandonarlo sull’uscio? E’ possibile forse mandare il cervello in vacanza quando ci vengono affidati bambini di appena tre anni?

Fumo dalla Torre Eni… Allerta a Taranto

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Fiamme e fumo denso nero fuoriuscito da una torcia della raffineria dell’Eni hanno preoccupato i cittadini di Taranto che hanno chiamato la sede dell’Arpa locale per segnalare l’anomalia. Non è escluso, come accaduto in passato, che ci sia stato un blocco temporaneo a un impianto, che ha fatto scattare il sistema di eco-sentinelle. Un meccanismo che prevede proprio la fuoriuscita di fumo dalle torce.

Aggiornamento 8 luglio 2013, 22.00:

Dopo il black out alla raffineria di Taranto, probabilmente causato da un fulmine, nelle acque è c’è stato un ingente sversamento. Lo rende noto il presidente di Peacelink Taranto Alessandro Marescotti. «È accertato – scrive l’ambientalista – dal canale A dell’Eni. Si vede materiale grigiastro semiraffinato in acqua».

L’aria, aggiunge Marescotti, è «irrespirabile per le imbarcazioni che si avvicinano e la Capitaneria di porto mobilitata». I tubi andati in pressione per il black out, secondo Marescotti, hanno liberato liquido che sta inquinando l’acqua del mare a Taranto. «A quanto si è saputo, si tratta probabilmente di idrocarburi. La chiazza – secondo quanto riferiscono gli ambientalisti – è talmente estesa che non si assorbe con le barriere galleggianti». Sono al lavoro uomini e mezzi della Capitaneria di Porto e della società Ecotaras.

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Cade un fulmine a Taranto: muore un bimbo, un altro è grave.

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Dramma a Taranto dove un fulmine è caduto sulla spiaggia di Campomarino di Maruggio, a quaranta chilometri da Taranto e ha colpito due bambini di 12 e 14 anni,  di Altamura, nel Barese, in vacanza sulla costa tarantina. Giovanni Carlucci, il dodicenne, è morto per arresto cardiaco, l’altro, il cuginetto, è stato folgorato, ma è rimasto vigile e si trova ricoverato all’ospedale “Giannuzzi” di Manduria. I medici hanno invece sciolto la prognosi il quartordicenne che ha riportato solo alcune bruciature e attualmente è affetto da amnesia retrogada. E’ in stato confusionale e chiede notizie del cugino.

Secondo alcuni testimoni il temporale si sarebbe scatenato nell’arco di pochi minuti e non ci sarebbe stato il tempo di mettersi al riparo, anche perché quando il fulmine ha colpito il bambino ancora non pioveva. Potrebbero essere stati gli occhiali che Giovanni indossava ad attirare il fulmine. Il bambino infatti era soprannominato in maniera affettuosa “Harry Potter” proprio a causa del suo difetto di vista che lo costringeva, come il noto maghetto, ha indossare sempre gli occhiali. Il padre dopo la morte del figlio ha accusato un malore ed è stato ricoverato in stato di shock.

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