I nostri 7 giorni: pulizie in casa Italia

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Una settimana di grandi pulizie in casa Italia, dove davvero sembra che tutto debba essere riordinato dal nuovo governo che arriva e poi è sempre tutto da ripulire appena un governo cade. Passaggio di testimone gelido, con campanella che ha suonato a lutto, tra Letta e Renzi che si sono avvicendati nella Premiership di questo Paese che ormai sembra essere l’ombra indipendente di uomini politici che cercano invece una luce mediatica. Si è deciso anche di dare un colpo di spugna agli Esteri, ma i marò restano in India. Per L’istruzione però sono in vista molte rivoluzioni, altro che pulizia e già si parla di colpire le pensioni per rimettere in sesto la scuola pubblica, lotta generazionale? Su questo nodo le proposte son tante, da Delrio che minaccia la tassa sui Bot a Renzi che preme l’acceleratore per andare a colpire coloro che dovrebbero godere solo i frutti di un meritato riposo. Ci si dovrà armare di stracci e detersivi anche a Sanremo, dove il flop non è mancato e neppure le polemiche. Per fortuna che poi cala il sipario con Mengoni che omaggia Tenco, così come si spegne anche la fiamma olimpica e rimane l’amarezza per quell’Italia che non ha certo brillato.

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Pulizie ne hanno fatte i ladri a casa di Cicciolina ripulendo il suo archivio di video hard, facendo scattare la denuncia. Coloro che ancora non sono denunciati, ma rischiano di esserlo a breve sono i giovani che hanno rapito il futuro sposo per portarlo all’addio al celibato. Ma se il rapimento è falso sembra invece che Balotelli, la scorsa notte, sia incappato in una rissa vera. Un fotografo insistente e Supermario che perde le staffe… salvo poi smentire e far piazza pulita! Un po’ come Alfano, che in questa confusione politica, non si accorge di usare lo slogan di Sel: #lastradagiusta. Chi invece la strada sembrerebbe averla persa sono i due giocatori scomparsi oggi a Roma, speriamo che facciano attenzione ai passi falsi. Basta poco a volte per esagerare e sollevare polemiche, lo sa bene il Trio della Gialappa’s al centro della bufera dopo i commenti feroci su Rocco Hunt e la Terra dei Fuochi. Di carne al fuoco questa settimana non ne è mancata e come al solito noi di Tuttacronaca vi abbiamo raccontato frammenti di vita che si susseguono velocemente, tra ribaltoni della politica e gossip sportivo, tra il totoministri e l’attesa di Renzi chiuso per ore nello studio del Presidente della Repubblica, tra chi arriva e chi va, tra la voglia di tornare e la voglia di scappare… ma non dimenticatevi un Escape!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

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Gialappa’s invitata nella Terra dei Fuochi…

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E’ stato il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio che intervenendo nella polemica sollevata dall’ “ironia” della Gialappa’s sulla canzone di Rocco Hunt ha ufficialmente invitato il Trio a visitare la Terra dei Fuochi: “Penso che l’euforia sanremese – ha proseguito il primo cittadino – abbia lasciato spazio ad un bicchiere di troppo e la battutaccia è scappata colpendo nel vivo centinaia di persone; ma condanno allo stesso tempo l’eccessiva reazione di chi oggi minaccia questi professionisti addirittura di morte”.

Il sindaco ha poi continuato dicendo: “Spiace che la satira sempre gradita della Gialappa’s sia caduta nell’errore, o meglio orrore, di ironizzare su terre martoriate e vite dilaniate da mali incurabili”. Da Del Gaudio parte  quindi “l’invito ufficiale al Trio Gialappa’s, che ha segnato una svolta nella televisione italiana, a venire nella nostra città per affrontare insieme temi più o meno seri”. “Sono convinto che se loro regalassero una risata ai miei cittadini la questione sarebbe risolta”.

La pesante “ironia” della Gialappa’s su Rocco The Hunt

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L’ironia è un arma a doppio taglio e se non usata sapientemente rischia davvero di avere un effetto boomerang. Stavolta il pubblico ha preso di mira la Gialappa’s e i suoi commenti,a  dire di molti, fuori luogo e banali, fatte ai microfoni di Rtl 102.5, nei confronti del rapper salernitano di 19 anni, Rocco The Hunt, che ieri con il brano “Nu juorno buono” ha vinto la sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo. Quando il giovane cantante salernitano ha detto dal palco dell’Ariston al pubblico in sala:  “Voglio vedere le mani su”, i tre comici milanesi hanno replicato “Sì e così passa un tuo compare e ci ciula il portafogli, vecchio trucco….”. Ma a far indignare gli utenti è stata la frase seguente della Gialappa’s: “Sì nu juorn buon. Stà Terra dei fuochi, ma chi se ne fotte”. Ovviamente tutto in napoletano stroppiato. E poi ancora: “Sì, nu mandulino, na mozzarella”. Il trio satirico però si è difeso dalle accuse su Facebook e Twitter: “In questo video c’è la prima parte del nostro intervento riguardo l’esibizione del vincitore Rocco Hunt, che tante polemiche ha scatenato. Lasciamo a voi il giudizio, ricordando che in trent’anni di carriera ci hanno accusato di tante cose, ma mai di razzismo”.

Giudicate voi!

L’Europa interviene sulla Terra dei Fuochi!

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«Sono lieta di annunciarle che la commissione per le petizioni ha trovato rilevanti le sue denunce e che ha quindi chiesto alla commissione europea di aprire un’indagine sui pozzi nei campi coltivati di Acerra e sulle discariche abusive nei terreni». Questo il comunicato che Erminia Mazzoni, presidente della commissione petizioni del parlamento europeo ha spedito ad Alessandro Cannavacciuolo, leader ambientalista di Acerra. L’Europa quindi – dopo la denuncia firmata da 80 ecologisti in cui si faceva presente che nonostante il divieto comunale di utilizzo dei pozzi contaminati dell’agro acerrano fosse in vigore dal 2005 ma mai rispettato dagli agricoltori – ha deciso di aprire un indagine per appurare responsabilità e danni.

 

Terra dei Fuochi: “Scavate anche al Nord”. Parla ancora Schiavone

terra-dei-fuochi-tuttacronacaCarmine Schiavone, il pentito ex Casalesi, parla al Secolo XIX raccontando nuove, scioccanti rivelazioni sull’intreccio indissolubile tra Stato, servizi segreti, poteri economici e mafie. “Scavate anche in Liguria, a Genova, o in altri siti del nord dove ci sono discariche”. Dopo le drammatiche verità sulla Terra dei Fuochi, il collaboratore di giustizia prosegue con le sue scottanti verità e domanda: “Tutti i rifiuti che hanno prodotto al nord dove li hanno smaltiti?” La risposta è che un po’ “li hanno sotterrati sotto le Alpi, ma poi gli altri rifiuti? Quelli in Lombardia o in Piemonte o nella zona industriale di Genova o a La Spezia?”. Per Schiavone si trovano tutte “nelle discariche”, ma “non solo al sud anche al nord”. Schiavone dichiara: “Io lavoravo nella mia zona e posso dire con certezza dove sono interrati i rifiuti campani”. Ma lungo la filiera dell’illegalità si intrecciano e si propagano anche altre relazioni tra Stato e malavita. “E’  da 60 anni che le mafie stanno al Nord, come a Milano così a Genova. Controllate Genova”. Il pentito parla anche dell’esistenza di mafie istituzionalizzate: le istituzioni e i servizi dell’epoca ad esempio permettevano di scaricare i rifiuti tossici ma non solo, “smistavano anche armi, smistavano all’estero attraverso navi nei vari porti”. Ancora Schiavone racconta: “Noi lavoravamo con Eurocem a Napoli, Salerno e Gaeta, dei traffici in quei luoghi ne sono sicuro… ma sapevo che stavano anche ai porti del nord e all’estero attraverso navi”. Ripercorrendo la sua storia, spiega di aver detto tutto alla giustizia “per raccontare la verità”. Il primo verbale di “Spartacus”, suo nome da pentito, è stato nel ’93, “e l’ho fatto per far fermare sto sfacelo, perché la gente moriva, anche con l’acqua minerale”. Fin quando infatti “abbiamo dovuto combattere le nostre guerre interne, mi stava anche bene, però non abbiamo mai ammazzato nessun bambino, nessun innocente”. Prima, spiega, “era un caso di legittima difesa”. L’attacco principale è per le istituzioni corrotte. “Nella zona nostra, ad esempio, mio cugino guadagnava 1,2 mld ma lui era il braccio”. Le menti vere erano l’avvocato Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e il piduista Licio Gelli, che aveva amicizie importanti”. “L’Arpa invece era in mano alla mafia” per questo non hanno mai denunciato e omettevano. I veri “nemici dello stato poi sono all’interno della Dda”, che se vogliono fanno mancare anche i cancellieri o addirittura la carta igienica ai magistrati. Ancora, le istituzioni fingevano di non vedere i traffici di droga mentre “dentro le palme dal Sud America c’erano quintali di cocaina”. Per il pentito la triste verità è che “nessuno la vuole”, il popolo la vuole, “ma le istituzioni no”. “Siamo così arrabbiati di fronte a questo Stato che non fa niente, che lascerà morire la propria gente come pecore”, aggiunge. “Stanno mangiando solo soldi, a livelli di perizie ad esempio”. Mentre fra 15 anni quando le falde acquifere saranno tutte inquinate e la gente morirà quella verità non servirà più a nessuno. “Io ho una responsabilità quella di essere stato un mafioso – ribadisce -, ma la colpa è dei padri che hanno chiuso gli occhi mentre mangiavano soldi”.

Terra dei fuochi: il 75% degli italiani dice no ai prodotti campani

terra-dei-fuochi-tuttacronacaI risvolti e l’attenzione mediatica degli ultimi mesi sulla Terra dei Fuochi ha fatto sì che la maggior parte degli italiani non gradisca i prodotti provenienti dalla Campania. A conferma del datto arriva l’ultimo sondaggio realizzato da Datamedia Ricerche, istituto diretto da Natascia Turato, per la trasmissione “A Reti Unificate”. Agli intervistati è stato chiesto se, in seguito agli allarmi contaminazione del suolo, avessero deciso di consumare meno prodotti campani: il 74,9% degli italiani ha risposto di sì, il 22,8% di no ed il 2,3% non sa o non risponde.  Per il 62,1% degli italiani la responsabilità per la situazione campana è da imputarsi all’illegalità del Sud Italia, mentre per il 34,1% è delle aziende del Nord Italia, il 3,8% non sa o non risponde.  Secondo gli intervistati il problema più urgente del nostro Paese (57,9% + 0,3% in una settimana) è il lavoro/disoccupazione giovanile, seguito dalla crisi economica (33,6% + 0,4%) e dal ridurre i costi della politica (19,7 +1,1%) e le tasse (17,3%).

Il pm accusato di concussione: “Pretendeva sesso dalla moglie di un accusato”

deceglie-tuttacronacaDonato Ceglie, pm simbolo della lotta all’ecomafia del casertano e che indaga da anni sui veleni nascosti sotto terra, pretendeva e otteneva sesso dalla moglie di un condannato. Sono questi i veleni con cui ora ha a che fare. E dallo scorso dicembre su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Barbara Sargenti di Roma. Le accuse sono di concussione e violenza sessuale, perché “induceva — si legge nell’atto — Maria Rosaria Granata, 46 anni, moglie di Gaetano Ferrentino, a instaurare e proseguire una relazione sentimentale che gli procurava indebitamente rapporti sessuali”. Abuso che sarebbe iniziato a Santa Maria Capua Vetere e proseguito anche dopo che Donato Ceglie, era il 2011, viene trasferito alla procura generale di Napoli. Accuse fermamente respinte dall’indagato, a cominciare da quella di violenza. Per la difesa, la relazione con la Granata sarebbe un evento successivo al rinvio a giudizio del marito.

Addio a Michele Liguori, il simbolo della lotta alle ecomafie

michele_liguori-tuttacronacaE’ morto all’alba di oggi uno dei simboli di Acerra, il vigile urbano Michele Liguori, impegnato nella lotta allo sversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. L’uomo era l’unico vigile del settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, affetto da due tumori che gli erano stati diagnosticati nello scorso maggio. Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha commentato: “In questo momento l’unica cosa utile che possiamo fare per Michele è portare rispetto alla sua famiglia, che ha subito questo grave lutto. Per le considerazioni ci sarà tempo”. Liguori, in questi anni, aveva scoperto diverse discariche a cielo aperto. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho parlato con lui la scorsa settimana era in auto nei pressi del comune. Mi gli sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Ma lui, con la forza che l’ha sempre contraddistinto, mi ha raccomandato di chiamarlo se ci fosse stato bisogno di lui. La voglia di lavorare non l’aveva abbandonato”. E ha aggiunto: “In questo momento di grave perdita per la famiglia il comune, il comando vigili urbani, l’unica cosa che possono fare è stare vicino ai familiari, alla moglie, e portare loro il rispetto che meritano”.

Terra dei Fuochi e Ilva: screening gratuito per la popolazione

ilva-tuttacronacaSono stati approvati gli emendamenti al dl 136 dalla commissione Ambiente della Camera e l’elemento di novità emerso è che si stanzieranno 25 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell’Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania. Il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti, ha detto: “Il coordinamento dell’attività relativa agli screening sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti” dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell’Istituto superiore di sanità nell’ambito dello studio ‘Sentieri’, relative alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte. Oggi è stato approvato anche l’emendamento relativo all’aumento di capitale dell’Ilva quale strada per assicurare all’azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale.Come spiega il Sole 24 Ore:

Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell’azienda, i Riva, di partecipare all’aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. “Nel decreto – afferma Bratti – abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l’aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili”. Inoltre, aumentata dal 70 all’80 per cento la quantità di prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell’Ilva deve aver avviato nel periodo – in sostanza l’attuale – che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. “Nell’80 per cento – rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell’Aia concluse che quelle attivate”.

Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare – osserva Realacci – sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine “allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti – conclude Realacci – per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell’Ilva”.

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La mozzarella di bufala campana Dop è sicura: lo dicono i tedeschi

mozzarella-bufala-tuttacronacaDal laboratorio Tuv di Slegen, al quale erano state affidate le analisi sulla mozzarella di bufala prodotta anche nella Terra dei fuochi, arrivano buone notizie. La struttura infatti ha assicurato “la completa assenza di sostanze inquinanti” dal pregiato prodotto. E’ stato Antonio Josè Via, portavoce del laboratorio, a spiegare: “Tutti e 20 i campioni di mozzarella di bufala campana Doc sottoposti nelle ultime tre settimane ai test su brucellosi, metalli pesanti, diossina, Pcb più diossina, sono dentro i parametri di legge. Il campione con valori di diossina più alti non è arrivato alla quinta parte dei limiti di legge, cioè un quinto di 2,5 picogrammi/grammi nella materia grassa”. I risultati del test, che rientrano nell’Operazione Trasparenza, in collaborazione con quattro associazioni dei consumatori: Federconsumatori, Unione nazionale dei consumatori, Codici e Adusbef, sono stati annunciati da Antonio Lucisano, direttore del Consorzio per la mozzarella di bufala campana Dop: “La mozzarella di bufala campagna Dop è sicura al di là di ogni ragionevole dubbio”.

In manette Chianese, l’inventore del traffico illecito dei rifiuti

la-terra-dei-fuochi-tuttacronacaE’ finito in manette il 62enne Cipriano Chianese, imprenditore legato al clan dei Casalesi. Sono stati gli uomini della DIA ad arrestare colui che ha inventato e gestito il traffico illecito dei rifiuti confluiti anche nella Terra dei Fuochi. Chianese, portato in carcere mentre già si trovava ai domiciliari, è accusato di aver estorto quote e gestione di una società di trasporti, la Mary Trans, attiva nel trasporto di persone e di rifiuti solidi urbani e speciali. Assieme a lui, è stato arrestato anche il suo collaboratore Carlo Verde, 37 anni. Stando alle indagini, l’avvocato-imprenditore riuscì a portare la ditta di trasporti nelle mani di suo fratello Francesco, nel dicembre del 2005. Chianese è stato il primo a essere rinviato a giudizio, in Italia, negli anni 90 per disastro ambientale ed avvelenamento delle falde acquifere. Ad aprile, per ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, gli sono stati confiscati beni per 82 milioni di euro, che erano stati sequestrati nel dicembre del 2006. Nel suo curriculum appare anche un ordine per un omicidio, che ha commissionato per un milione di euro. La vittima designata era un magistrato della Dda di Napoli che stava indagando sul suo conto. Lo rivela la persona che fu incaricata dell’assassinio, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia. Al pentito si rivolse, per conto di Chianese, Carlo Verde.

Il cartello shock nella Terra dei Fuochi… e la lite con la grammatica!

cartello_terra_dei_fuochi-tuttacronacaSulla pagina Facebook del comitato “La Terra dei Fuochi”, ieri mattina ha fatto la sua apparizione una foto che è stata apprezzata, commentata e condivisa da migliaia di persone in poche ore. Ritrae un cartello affisso su un contenitore dell’immondizia, localizzato in una zona non precisata tra Napoli e Caserta, il cui senso, in poche parole, è: “Chi abbandona rifiuti per strada si becca un colpo di pistola”. I gestori della pagina, descrivendo l’immagine, scrivono: “Un ‘simpatico’ cartello per ricordare che… Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere. Gandhi La Mobilitazione Generale continua”. Una citazione che, come non hanno mancato di commentare gli utenti che hanno visto l’avviso, non è il massimo dell’appropriatezza visto il contenuto minatorio del cartello dove si sottolinea che si tratta di un'”Area videosorvegliata”. Ancora si legge: “Non gettare rifiuti fuori dei contenitori onde evitare di essere sparati (sic!) in fronte. Quant’è vera la madonna!!!”. A seguire, il disegno di una pistola e la traiettoria del proiettile. Firmato, “L’irresponsabile”. Nei commenti, gli utenti approvano l’iniziativa e non manca chi si chiede se sparare a chi arreca danno alla salute pubblica possa essere considerato un atto di legittima difesa: la risposta gli giunge immediata, c’è infatti chi si dice pronto a testimoniare in suo favore.

L’ombra di Indesit e i rifiuti tossici smaltiti dai Casalesi

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L’informativa che gettava ombre nel 1996 a carico della Indesit e dei rifiuti tossici  che sarebbero stati gettati nella Terra dei Fuochi è firmata dalla Criminalpol. Il processo era quello a carico di   Cipriani Chianese, il referente del clan per le “questioni ambientali”. In questo documento, reso pubblico dal settimanale L’Espresso, riporta i verbali di un interrogatorio a Carmine Schiavone e intercettazioni tra manager Indesit e Chianese risalenti al biennio 1994-1996. La Indesit, “con certezza”, si legge in una riga nell’ultima relazione della commissione parlamentare sui rifiuti del febbraio 2013, è stata l’unica azienda individuata “come produttore dei rifiuti avvantaggiato dall’opera del cartello criminale” dei casalesi.

Accuse che Indesit ha respinto al mittente. “Indesit Company non è mai stata coinvolta in attività illecite riguardanti lo smaltimento dei rifiuti né mai le sono stati contestati illeciti o irregolarità dalle autorità competenti, incluse quelle di cui si fa menzione negli atti parlamentari”, ha fatto sapere l’azienda, precisando che “tutto il ciclo di smaltimento segue le più severe normative ed è sottoposto a certificazione di qualità. Le azioni di Indesit sono state sempre improntate al massimo rispetto per l’ambiente e alla sua salvaguardia”.

Le autorità però parlano chiaro: “È possibile accertare un rapporto commerciale tra l’indagato Chianese e l’azienda per ciò che concerne il ritiro, il trasporto e lo smaltimento egli scarti del ciclo produttivo. L’attività di recupero rifiuti è infatti svolta dall’associazione di imprese Chianese-Giordano che forte del beneplacito dei vertici amministrativi della Indesit opera con proprie regole e sostanzialmente fuori dai vincoli di legge”.  I manager del gruppo Merloni parlavano con i referenti dei casalesi di fanghi da eliminare, vernici, bolle di accompagnamento.

I vip per la Terra dei Fuochi: Da Pelù a D’Alessio

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«Come toscano mi scuso con la Campania e colgo l’occasione per farlo dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno. Ho letto giorni orsono che tra i rifiuti tossici ritrovati nella terra dei fuochi ci sono anche quelli toscani. Anche la mia civilissima Toscana ha fatto questo? Ne ho sofferto. Mi vergogno e vi prometto che saprò nella mia terra come farla pagare a chi di dovere». Queste le parole di Piero Pelù, che fra qualche ora alla  Fnac di via Luca Giordano a Napoli presenterà il suo nuovo cd «Identikit» ha anche aggiunto: «Il dramma della terra dei fuochi riguarda noi tutti; è un errore circoscriverlo. Dobbiamo stare attenti a non perdere mai di vista la nostra libertà di cittadini. Ci vuole coraggio ma agendo tutti insieme mi piace sperare che ci possa essere un nuovo futuro»

E poi ha precisato:  «Non mi sono mai tirato indietro non si può distinguere la musica dal mondo: la musica è figlia del quotidiano, del momento storico. Circa dieci anni scrissi Occhi, canzone dedicata ai profughi (“E sbarcano segnati dall’immensità dei mari… e dei ricordi scavalcano le onde paraboliche verso un niente che ha fretta…”); qualche anno dopo ho composto Fiorirà in cui parlavo della protesta dei giovani di Locri contro lo strapotere della ‘ndrangheta e di tutte le mafie in Italia. Nell’estate del 2006 ho ricevuto anche una lettera anonima di minacce. Denunciai subito l’accaduto ai carabinieri».

Intanto, sulle morti per tumore nella Terra dei fuochi, interviene anche il cantautore napoletano Gigi D’Alessio: «Non voglio difendere nessuno, Nord o Sud, destra o sinistra, so solo – afferma D’Alessio – che le terre sono zeppe di veleno e le persone muoiono di cancro. Io ho perso mia madre, mio padre e mio fratello per il tumore, ma il problema è che non c’è futuro per chi deve ancora nascere e intanto questi litigano soltanto e non si concretizza nulla». Colpa del sindaco? «Del sindaco con tutto rispetto… io voglio difendere la popolazione, deve intervenire la Comunità europea e ci vuole la volontà di tutti». Il problema però – dice ancora l’artista, parlando questa volta del disastro in Sardegna – è che «chi deve fare il proprio lavoro non lo fa: la colpa è sempre di chi ci amministra. È come se andassi su un palco e non cantassi, questi rischi si devono prevenire, non si può – conclude – giocare con la vita delle persone». Ritornando al discorso sull’attualità, nell’inedito «Sto Rock» canta: «Il rock affila i denti contro gli arroganti come te». E’ una sorta di manifesto? «Sì. Io affilo i denti, mi indigno per le cose assurde che accadono, come il disastro ambientale che hanno procurato alla vostra — ma anche nostra — meravigliosa Campania Felix; uccidendo chissà quante persone innocenti. La malavita organizzata può arrivare ovunque, ma noi possiamo stare attenti, abbiamo il dovere di farlo, tutti insieme».

Vivere nella Terra dei Fuochi: “Prego il Signore che purifichi i miei ortaggi”

terra-dei-fuochi-tuttacronacaLa Iena Nadia Toffa torna a parlare della Terra dei Fuochi e intervista il pentito di camorra Carmine Schiavone. Alla trasmissione, l’uomo torna a raccontare di aver rivelato già 16 anni fa, durante gli interrogatori, che nelle zone circostanti Latina, Napoli e Caserta erano state scaricate per anni tonnellate di rifiuti tossici e anche fusti nucleari, il tutto celato nelle cave fino a metri sotto le falde acquifere. A ricoprirli, la terra. “Poi, sopra, i contadini hanno coltivato ortaggi e pascolato le bufale per la mozzarella”. Lo Stato sapeva dunque, ma ha preferito secretare, “Forse per non creare il panico nella popolazione”. Se le parole del pentito corrispondono a verità, si stima che siano stati sversati 120 tir al giorno di materiali altamente pericolosi, che spiegherebbero l’altissima incidenza di decessi per cancro nella zona. Ma perché tutto ciò? “Perché alle aziende, smaltire regolarmente scorie pericoloso costerebbe 2000 euro a fusto, mentre la Camorra si prende solo 200 euro”. Linviata de Le Iene, in seguito, ha incontrato anche uno dei contadini che il suo podere proprio sopra una delle zone incriminate. L’uomo ha confidato: “Quando mangio i miei ortaggi, prego il Signore che li purifichi”.

L’autunno che avvolge i nostri 7 giorni

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E’ l’autunno a caratterizzare la nostra settimana e non solo per il maltempo che si è abbattuto sulla penisola, ma anche per quella mannaia che sta per cadere sui pensionati, quei cittadini che di stagioni ne hanno già viste e che hanno contribuito con i loro sforzi a migliorare questo Paese che invece ora vuole sottrargli dei diritti acquisiti.  Su tutto grava la bocciatura dell’Ue sulla nostra finanziaria che come un fulmine a ciel sereno di è abbattuta sull’esecutivo scuotendo ancor maggiormente le larghe intese, già sotto pressione per il caso Cancellieri che sta facendo sanguinare il Pd e per la spaccatura nel centro-destra. E c’è chi parla di spending review, per arginare le richieste di Bruxelles… ma basterà? Intanto i pensionati corrono ai ripari e pensano a un lavoro in internet… sembra proprio che lo stato sociale si stia sgretolando, ma soprattutto la sanità pubblica che subirà nuovi tagli. Quanti saranno i vaccini scaduti che saranno poi somministrati? Eppure qualcosa nel paese sembra stia cambiando visto che una bimba è stato affidato a una coppia di gay e un’altra affidata anni fa a una coppia di donne oggi è felice e ha ritrovato la serenità che non poteva avere con sua mamma, c’è quindi un cambio di rotta? Forse, ma regna la tensione a nord con i No Tav, a sud con la Terra dei Fuochi, al centro con i movimenti per la casa che da tutta la penisola vengono a Roma a chiedere un tetto sulla testa.

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Tempo d’autunno abbiamo detto e infatti tira la bufera anche sull’Eredità e il gelo arriva anche in casa Moratti, dove l’ex presidente dell’Inter ha rifiutato il Tapiro. Ma per un tapiro rifiutato c’è un tapiro appena nato: Piro. Ma per un tapiro che viene alla luce c’è anche una bambina che scopre il ghiaccio, mentre il web si commuove davanti al bagnetto per i gemellini. Ma a volte non è poi così facile venire al mondo e quindi ecco che un’invenzione potrebbe rivoluzionare il mondo dell’ostetricia. Ma purtroppo c’è anche un autunno dell’adolescenza, di quella generazione che consuma troppo in fretta la primavera e vuole tutto e subito… ecco quindi le sconvolgenti rivelazioni delle baby prostitute dei Parioli, un dramma senza fine sul quale non solo le famiglie con le adolescenti, ma le ragazzine stesse s’interrogano su chi sono le loro compagne di banco e di come sia facile cadere in una trappola forse un po’ per gioco e un po’ per necessità. Così come i minorenni che hanno affermato che “quello che facevamo con Paolini ci sembrava normale!” Forse a volte è davvero un bene poter aprire gli  occhi… e magari trovarsi a tu per tu con l’oceano! 

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

#fiumeinpiena, tutti in piazza contro il biocidio!

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Tutti in piazza! Le prime stime parlano almeno di 70mila persone,  un vero e proprio #fiumeinpiena che ha attraversato Napoli ed è giunto a Piazza del Plebiscito. La protesta contro la Terra dei Fuochi è dura, tanto che si sono anche registrati momenti di tensione quando il gonfalone del Comune di Napoli è stato portato alla testa de corteo ed è stato allontanato dagli organizzatori che hanno imposto agli addetti del Comune di Napoli di stare assieme a quelli di tutti gli altri comuni. I partecipanti si sono mossi dietro lo striscione gigante con lo slogan non solo di una giornata ma di un intero movimento che, oggi e per il futuro, vuole essere considerato inarrestabile. Un vero e proprio #fiumeinpiena che vuole rompere le acque, il silenzio e l’omertà sul biocidio che è stato perpetrato contro questa terra.

Le sorgenti dell’acqua Lete e dell’acqua Ferrarelle

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Dopo l’emergere delle complesse problematiche legate alla “Terra dei Fuochi”, in nessuna testata nazionale è stato sollevato il problema. Solo alcuni siti di informazione indipendente si sono posti la domanda: ma l’acqua Lete e la Ferrarelle dove sono imbottigliate? Pur essendo entrambe acque della Provincia di Caserta, la prima  ha la sua sorgente a Pratella, 51 km da Caivano, l’altra la Ferrarelle sgorga a Riardo, 31 km da Caivano.  Stante la distanza dai centri inquinati non ci dovrebbero essere collegamenti, tenuto anche conto che le competenti autorità non ne hanno fatto cenno. e che le analisi sulle acque minerali sono frequenti.

E’ solo per dovere di cronaca quindi che riportiamo quanto scrive il sito Signoraggio sull’argomento: Forse le falde sono così profonde da non essere state nemmeno sfiorate dai veleni? È una possibilità. Forse quelle aree non sono mai state interessate da sversamenti di liquami e/o porcherie simili? Non ci resta che sperarlo. Certo, sarebbe auspicabile ricevere una comunicazione al riguardo, in grado di archiviare ogni forma di dubbio o perplessità.

Sequestrati ortaggi pronti alla vendita nella Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-ortaggi-tuttacronacaBlitz degli agenti del corpo forestale dello Stato di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, oggi a Caivano, nel Napoletano, durante il quale sono stati sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. L’operazione ha interessato 430mila metri quadrati di campagna tra la famigerata zona Sammereto e quella di Pascarola, al centro dell’area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici, la cosiddetta Terra dei fuochi. Dalle analisi sui campioni prelevati dai pozzi, è emersa la presenza di sostanze considerate altamente tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è scattato nell’ambito di una indagine coordinata dalla Quinta Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, ed è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo Forestale del comando provinciale di Napoli. Grazie alle analisi effettuate, è stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione della soglia di contaminazione delle acquee sotterranee in relazione a diverse sostanze: triclorometano, arsenico e solfati. Il reato per il quale si procede è quello di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione: sulla maggior parte dei terreni sequestrati c’erano coltivazioni di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o in atto; la restante parte era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinata all’alimentazione umana. Con il sequestro di oggi sale a 600mila metri quadrati il totale dei campi coltivati sequestrati a Caivano.

“Pomì, fuori da qui”. La protesta nel Casertano

fuoriPomi-tuttacronacaE’ CasertaNews.it a raccontare della protesta che si è svolta al centro commerciale Campania di Marcianise dove un gruppo di giovani di Fratelli d’Italia hanno manifestato contro la campagna pubblicitaria “razzista” del marchio Pomì indossando una maglia rossa che recitava “Pomì, fuori da qui”. Il leader del movimento giovanile, Tammaro Iovine, ha detto: “Abbiamo scelto simbolicamente il Campania perché è il centro commerciale piú grande della regione, abbiamo chiesto a tutti coloro che entravano di boicottare l’acquisto dei prodotti Pomí ritenendo inopportuno in questo momento storico approfittare di una situazione delicata che sta vivendo la nostra terra per farne una mera speculazione economica.” All’evento era presente anche il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano, che ha spiegato ” il nostro partito si sta battendo in tutte le sedi istituzionali per difendere la nostra agricoltura, abbiamo proposto al governatore della Regione Campania Stefano Caldoro di destinare parte dei fondi fas per le bonifiche ambientali e stiamo supportando l’idea di promuovere il marchio DOAG per i terreni agricoli. La certificazione servirà da una parte ad evitare il diffondersi di allarmismi generalizzati sui prodotti provenienti dalla Campania, e dall’altra a rilanciare quello che è un settore strategico per la nostra Regione, bloccando automaticamente le coltivazioni nei terreni contaminati e promuovendo con una certificazione di qualità la bontà del prodotto agroalimentare della nostra Regione”.

Lago contaminato, una bomba ecologica in Sardegna. Terra dei Fuochi 2?

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Disastro ambientale, bomba ecologica, un lago contaminato che di ora in ora in minuto in minuto continua a sversare i suoi veleni sulla terra sarda. Un lago che doveva far diventare tutti ricchi è rimasto solo lo scarto: un grande lago di liquame tossico. La corsa all’oro ha fatto ricchi solo gli australiani che hanno sventrato la collina di Santu Miali e agli abitanti di Furtei, Guasila e Segariu è rimasto in eredità un disastro ambientale. I tubi partono dai pozzi dismessi della Sardinia Gold Mining – società  controllata dalla canadese Buffalo Gold Itd, partecipata dalla Regione Sardegna e presieduta dal 2001 al 2003 dall’attuale governatore sardo Ugo Cappellacci – ha chiuso l’attività alla fine del 2008 e nel 2009 ha portato i libri in tribunale. Decretato il fallimento, gli operai sono stati licenziati e delle bonifiche nessuno si è preoccupato.  A evitare l’esplosione ci pensa l’Igea, la società regionale che controlla le miniere dismesse, ma intanto il lago di acido nascosto dietro al monte diventa sempre più grande.La contaminazione arriva fino al sottosuolo e qualche agricoltore produce ancora proprio come nella terra dei fuochi.

«Ogni tanto scaricano acqua, ma è solo un depistaggio, un modo per mescolare le sostanze – racconta Onofrio Giglio, 68 anni passati quasi tutti in campagna – In questo terreno che apparteneva al Comune avevamo piantato decine di eucaliptus, ma da quando è iniziata l’attività nelle miniere si è creato il deserto».

Il governatore Ugo Cappellacci, che della miniera di Furtei conosce bene la storia, affida al portavoce il compito di spiegare i progetti e il lavoro fatto finora: «Abbiamo già effettuato la caratterizzazione del suolo e sottoscritto due convenzioni con Igea (4,2 milioni la prima e 2,5 la seconda) per un impianto di depurazione delle acque acide. Da poco abbiamo stanziato altri 9 milioni per la bonifica integrale».

Si arriverà in tempo?

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Verso il #BoicottPomì?

pomì1-tuttacronacaLa Pomì, nota azienda di conserve di pomodoro, ha lanciato la sua nuova campagna pubblicitaria. E subito dalla rete si sono alzate innumerevoli proteste, principalmente dagli utenti del sud che si sentono chiamati in causa. L’immagine scelta, infatti, è quella dello Stivale con un pomodoro in bella mostra all’altezza della Pianura Padana acocmpagnata dalla scritta “Solo da qui. Solo Pomì”.  L’azienda spiega in una nota: “Gli stabilimenti di confezionamento sono situati tra la provincia di Cremona e di Parma e le aziende Agricole sono limitrofe agli stabilimenti con una distanza media di 42 km. Il 95% percento del nostro pomodoro è coltivato tra la Lombardia e l’Emilia Romagna; il restante nelle due regioni limitrofe”. Si legge quindi: “I recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgono produttori ed operatori nel mondo dell’industria conserviera stanno muovendo l’opinione pubblica, generando disorientamento nei consumatori verso questa categoria merceologica. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì sono da sempre contrari e totalmente estranei a pratiche simili, privilegiando una comunicazione chiara e diretta con il consumatore. Per questo motivo l’azienda comunicherà sui principali quotidiani nazionali e locali, ribadendo i suoi valori e la sua posizione in questa vicenda. Si tratta di un atto dovuto non soltanto nei confronti dei consumatori, ma anche nel rispetto delle aziende agricole socie, del personale dipendente e di tuti gli stakeholders che da sempre collaborano per ottenere la massima qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente”. In rete già si parla di boicottaggio dei prodotti e arrivano le prime offese di chi per primo si sente toccato da questa pubblicità che vuole rassicurare i consumatori a discapito dei prodotti coltivati nella Terra dei Fuochi. Gli effetti dei rifiuti tossici vengono così a ripercuotersi nelle battaglie commerciali del nostro Paese.
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Dai fanghi nucleari alle tombe imbottite, ecco le ecomafie

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Forse è solo la punta dell’iceberg ed è questo che toglie il fiato nel  verbale desecretato di Carmine Schiavone. In quelle pagine ci sono le attività illecite che hanno portato a uccidere molti cittadini ignari di ciò che veniva nascosto nelle loro terre.  “Dalla Germania arrivavano camion che trasportavano fanghi nuclerari”, dice Schiavone. Ma non solo. “Vi erano fusti che contenevano tuolene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture”. I camion “venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano”. I fornitori erano del nord, di solito della Lombardia, imprenditori vestiti di tutto punto, come dice Schiavone  “So che a Milano c’erano delle grosse società che raccoglievan rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al Sud”.

Come racconta il Sole 24 Ore: Tutto finiva nelle viscere della terra. Per nascondere i rifiuti, i “tecnici” del clan scavavano da un minimo di “un metro e mezzo” a un massimo di “30-40 metri”, utilizzando anche le vasche ittiche e i laghi. Era un sistema che conveniva a tutti, pure alle discariche autorizzate che se ne servivano senza troppi scrupoli. Affidare i rifiuti ai camorristi consentiva agli imprenditori (apparentemente) puliti di guadagnare due volte: incassando dalle Amministrazioni comunali più di quanto pagato alla cosca e allungando la vita delle discariche autorizzate che si riempivano a un ritmo assolutamente inferiore rispetto a quello che sarebbe stato logico attendersi. D’altronde, i costi di questo genere di operazioni erano tutt’altro che proibitivi: i titolari delle ditte “pagavano 500mila lire a fusto” alla camorra a fronte dei “2 milioni e mezzo” che sarebbero stati necessari.

 

La Terra dei Fuochi e il silenzio dello Stato: parla don Patriciello

terra-dei-fuochi-tuttacronacaIl pentito Carmine Schiavone, nel 1997, fece un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Si parlava del ciclo dei rifiuti e disse, con riferimento agli abitanti del Casertano e del Napoletano, “Tra vent’anni rischiano di morire tutti”. Nelle sessantadue pagine del verbale è scritto anche che l’interramento camorristico delle scorie arriva fino alla provincia di Benevento e Latina. Don Maurizio Patriciello, che della mobilitazione della Terra dei Fuochi  è diventato il volto e si è letto tutte le pagine, esclama: “Se sedici anni fa lo Stato avesse avvertito noi cittadini napoletani e casertani che saremo morti di tumore per lo sversamento dei rifiuti, almeno i giovani avrebbero preso le valigie e sarebbero andati a vivere altrove, e le tante mamme che hanno perso i loro figli malati di cancro non avrebbero partorito in questa terra”. E sottolinea: “Sapevamo già tutto. Carmine Schiavone venne in canonica per dirmelo. Ma quello che ci addolora è che lo Stato per sedici anni ha saputo e non ha fatto nulla. Capisce? Niente! È venuto persino il ministro Balduzzi a dirci che se morivamo di cancro è perchè abbiamo uno stile di vita malsano e fumiamo troppe sigarette!”. Don Praticiello è scosso dalla rabbia. “Ci ricorderanno come la generazione degli stolti”. La lunga intervista è riportata sull’Huffington Post:

Voi stolti o uno Stato criminoso?
No, gli stolti siamo noi tutti perché abbiamo inquinato le nostre stesse terre. Persino i famigliari dei camorristi si ammalano di cancro. Che stoltezza! Sa, ho appena ricevuto la telefonata di un ragazzo. Suo padre si è suicidato e sa perché?

Ce lo dica.
Perché quel pover’uomo aveva dei sintomi che gli hanno fatto pensare di avere un brutto male. E senza attendere il risultato della analisi si è tolto la vita. Sottovalutiamo purtroppo la dimensione del malessere psicologico nel quale la gente di questo territorio è costretta a vivere. Ogni famiglia conta almeno un malato, io stesso ne conto due. Celebro continuamente funerali di persone giovani. E nessuno sa cosa mangiare, cosa acquistare, cosa cucinare.

Nessuna zona è mai stata dichiarata non coltivabile?
Nessuna, mai. Noi beviamo l’acqua delle falde inquinate e mangiamo i prodotti di questa terra. Lo Stato non ha mai avvertito gli agricoltori né ha ordinato perizie tossicologiche. Mai! Schiavone parlava di sversamenti anche nel lago di Lucrino, zona Flegrea, dove ancora oggi abitualmente la gente nuota e pesca senza che le istituzioni abbiano mai sentito l’esigenza di mettere un cartello di divieto.

L’Istituto superiore di Sanità ha detto che gli ortaggi nati nelle campagne di Giugliano sono sanissimi, non contengono metalli pericolosi. Cosa ne pensa?
È incredibile. Per prima cosa mi stupisco che l’attuale ministra della Salute non sia nemmeno un medico e debba fidarsi di queste ricerche. Com’è possibile che la verdura coltivata in zone dove continuamente vengono sversati rifiuti chimici industriali sia buona e commestibile? Abbiamo bisogno della verità.

Nessuno risponde alle vostre domande?
Nessuno. Anzi, continuano a porcele. Dopo quella Commissione d’inchiesta che raccolse le rivelazioni di Carmine Schiavone si sono succedute altre inchieste parlamentari, l’ultima presieduta da Pecorella che venne e chiese: “Come vanno qui le cose? Cosa vedete?”. Ma non avevano già in mano tutto quello che c’era da sapere?

Lei immagina che tutti abbiano taciuto per interesse?
Ci sono i disonesti e ci sono gli ignavi. E poi ci sono gli ignoranti come quel parlamentare della Lega Nord che è arrivato a metà ottobre a Caivano insieme con gli altri membri della Commissione sanità e insisteva sul fatto che il problema fossero i rifiuti urbani. Aveva in testa la monnezza prodotta dagli abitanti di Napoli, è stato difficile spiegargli che la questione riguarda lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali. Quando ha detto: “E’ una questione di civiltà” gli ho risposto che le scorie tossiche dell’Acna di Cengio sono sepolte a Giugliano. Così come le scorie di moltissime industrie del Nord.

Nessuna delle rivelazioni desecretate di Schiavone è una sorpresa?
Una sì. Noi sapevamo che molte amministrazioni del Casertano sono in odor di Camorra. Ma Schiavone ha detto che tutte erano costruite a tavolino dal clan dei Casalesi. Questo mi ha colpito. E anche la rivelazione secondo la quale sono state interrate scorie termo-nucleari. Si rende conto…

In questi giorni qual è la reazione delle persone della Terra dei Fuochi?
È una tragedia. Sono indignate. Arrabbiate. In queste settimane aiuteremo le mamme che hanno perso i loro bambini in relazione, saranno loro a parlare per conto di noi tutti. Mi dicono che se avessero saputo 16 anni fa che c’era il rischio di ammalarsi in massa di tumore sarebbero emigrate. La conseguenza è che ora per questa gente lo Stato da assente è diventato nemico.

Il 16 novembre protesterete a Napoli. Quali sono le vostre richieste immediate?
Corrado Alvaro diceva che a domande vere occorre dare risposte vere. Finora lo Stato non ha dato alcuna risposta, peggio: ha occultato la verità. Per prima cosa si proceda alla mappatura dei siti inquinati cosicché gli agricoltori possano sapere dove coltivare e la gente cosa consumare. E poi a livello europeo si deve introdurre la tracciabilità satellitare dei rifiuti industriali, perché non vadano a finire in altre regioni come la Calabria, in Africa o altrove. Infine occorre escogitare una soluzione per i terreni inquinati. Guardi, qui siamo tre milioni di persone. Molte sono decise a venire anche a Roma per chiedere giustizia. Il diritto alla vita è sacrosanto.

Non le viene voglia di scappare?
Come posso scappare? Sono un sacerdote, non posso abbandonare la mia gente. Ma non fate di me un simbolo.

Si accende il dibattito su La Terra dei Fuochi, anche Gabriele Muccino twitta

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Il “vaso di Pandora” si è aperto e tutti i “mali” della Terra dei Fuochi sono ora visibili agli occhi di tutti. Quando negli anni passati si era cercato di richiamare l’attenzione sul grave problema delle ecomafie ci si era trovati davanti un “muro di gomma”, ma ora a distanza di tempo, con altri morti seppelliti, finalmente l’orrore è sotto gli occhi di tutti e i tempi sono maturi per aprire un dibattito.

Istituzioni, cultura e ambientalisti si stringono intorno alla popolazione, si apre il dibattito e si cercano soluzioni.

«Non so se serve un legge perché fare una legge ha dei tempi molto lunghi e dobbiamo agire rapidamente» ha detto il ministro per l’Ambiente, Andrea Orlando, rispondendo a una domanda in merito alla legge speciale per le bonifiche in Campania.

«Sicuramente è auspicabile un testo in cui l’insieme delle iniziative possano avere una sede organica – ha affermato Orlando a Napoli – ma non so se sarà quella la prima risposta che saremo in grado di dare. Penso anche a provvedimenti d’urgenza» e che «si possano fare ulteriori passi che stiamo studiando».

Orlando ha ricordato che sulla Terra dei fuochi, a metà tra Caserta e Napoli, «abbiamo siglato un protocollo per la raccolta dei pneumatici, abbiamo iniziato a ragionare su come si può coordinare meglio il lavoro di diversi Ministeri».

«Naturalmente non siamo ancora l’altezza della situazione – ha aggiunto – e credo che nei prossimi giorni andranno assunti ulteriori provvedimenti tanto per le risorse per le bonifiche, tanto per la repressione dei fenomeni». «Ci saranno – ha concluso – notizie importanti anche al termine delle indagini di questi mesi».

«Orlando non trova convincente una legge speciale perché è troppo lungo l’iter? Allora il governo faccia un decreto, domani e non fra un mese, che metta dentro tutte le osservazioni che abbiamo formulato con i cittadini ed i parlamentari campani». Così invece si è espresso il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che ha poi aggiunto «Non faremo passi indietro per tutelare la salute e l’ambiente. Siano previste le risorse ed i tempi. In caso diverso vuol dire che il governo vuole abbandonare queste terre colpite da sversamenti illegali da tutto il Paese».

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Anche lo scrittore e giornalista Pino Aprile ha fortemente voluto che la prima presentazione nazionale del suo nuovo libro, “Il Sud puzza”, fosse ad Orta di Atella (Ce), il comune del casertano, tristemente conosciuto per essere uno dei tanti all’interno di Terra dei fuochi e dei veleni. Come riporta il Fatto Quotidiano lo scrittore ha affermato “Spero che l’incontro serva a far “connettere” (ove già non sia avvenuto) quei gruppi di cittadini che, in tutto il Sud, impegnano il loro tempo, le capacità e le risorse, per migliorare la condizione civile di tutti. Non si ha idea dell’immenso lavoro che stanno facendo questi “Cancioli”, ricostruttori di sana comunità. Da una parte ti rendono orgoglioso per quel che fanno; dall’altra ti fanno vergognare, perché non fai altrettanto. *Perché “Cancioli”, cosa vuol dire? Nel trascrivere l’intervista che avevo fatto a Mirella (la vedova di Felice Pignataro, l’artista che colorò Scampia), trovai sul mio taccuino (come vedete, stavolta l’ho scritto senza la “q”) una parola che non riuscivo a decifrare. La mia stilo aveva scritto a fatica, per via di una impurità che si era infilata nel pennino. Mi pareva di leggere “Kancioli” o “I Cancioli”. Così, chiamai Mirella: «Cosa sono i Cancioli, un’altra delle figure inventate da Felice, come San Ghetto, il protettore delle periferie?». «Proprio no», mi assicurò lei, «mai sentita questa parola». Ora, io non sono credente, ma credo alle coincidenze. In quel momento, si parlava di “ricostruttori di sana comunità”, quale era Felice, è Mirella; un concetto per il quale non c’è nel vocabolario una parola che mi dia piena soddisfazione. E sì che ne abbiamo di parole. Perché va a capitare quel termine (scritto da me!!!), proprio lì, allora? Le coincidenze sono il modo che gli dei hanno per rivelare le proprie intenzioni, dicevano i greci. Così, non c’è alcun dubbio: gli dei hanno sporcato il pennino della mia penna, per fargli vergare, solo in quel punto, in tutto il taccuino, una parola che non esisteva: Cancioli, e cos’altro può voler dire se non, appunto: “ricostruttori di sana comunità”? Quindi, mi inchino dinanzi ai Cancioli di Scampia, ai Cancioli della Terra dei Fuochi, ai Cancioli di Taranto, ai Cancioli di Calabria, ai Cancioli della Lucania non petrolifera e non radioattiva, ai Cancioli di Addiopizzo…”. Il 25 ottobre alle 17,30, al Palasport di Orta di Atella, non ci sarà semplicemente la presentazione del nuovo libro di Pino Aprile, ma la possibilità di realizzare la “grande rete civica” dei movimenti attivi nella denuncia delle emergenze ambientali nelle nostre regioni. Oltre a dar voce ai vari comitati convenuti, si realizzerà, anche un sogno di Padre Maurizio Patriciello: il gemellaggio tra i comitati “Donne per Taranto” e “Mamme di terra dei veleni”. Il  sogno è riempire il palasport di Orta e lanciare un forte ed inequivocabile messaggio ai politici: “Il Sud rialza la testa e non ci sta a soccombere”!

Anche il regista Gabriele Muccino oggi ha voluto, attraverso Twitter, occuparsi del problema ed esprimere la sua opinione sull’argomento:

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Le verdure della terra dei fuochi e i metalli pericolosi

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Le Iene tornano  a occuparsi de La Terra dei Fuochi, quell’aria tristemente famosa tra Napoli e Caserta, dove la Camorra sversa i rifiuti tossici e speciali inquinando la terra, l’acqua e l’aria. I prodotti quindi che vengono coltivati possono contenere sostanze nocive e in particolare nelle verdure, dopo le analisi risulta infatti la presenza di metalli pesanti molto superiore ai valori consentiti, in particolare di mercurio, arsenico, manganese e piombo, che ingeriti per lungo tempo in quantità elevate provocano tumori, morbo di parkinson, impotenza maschile e altri gravi malattie. Qualche giorno fa alcuni politici locali si erano recati in una tenuta  agricola lungo la circumvallazione esterna di Giugliano per ribadire che non si deve speculare sul grave fenomeno dei prodotti di queste zone, ma d’altra parte vanno effettuati controlli precisi prima di poter affermare senza dubbio alcuno che i prodotti agricoli di queste zone non siano una minaccia per la salute.

 

Bufera in nazionale Prandelli risponde a Cassano in attesa di Armenia

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«Cassano dice che convoco tutti tranne lui e non capisce perché? Non rispondo, perché bisognerebbe fare un discorso e non una battuta: e dico questo per rispetto di Antonio», così Prandelli alla vigilia di Italia- Armenia. Lo stesso tecnico ha poi aggiunto: «Abbiamo vissuto giorni pieni di polemiche: evidentemente il Mondiale è cominciato in anticipo».

«Al Brasile ci penso, è un bellissimo paese: andarci in vacanza direi di sì, per il resto la vedo molto, molto dura»: così aveva detto Antonio Cassano, rilanciando la sua candidatura azzurra al Mondiale. «È un anno e mezzo che Prandelli non mi chiama – ha aggiunto l’attaccante del Parma in un’intervista a “TikiTaka”, in onda domani sera su Italia1 – Se in un anno e mezzo ha chiamato tutti tranne me avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza: non piangerò».

Ancora polemiche tra gli esclusi, mentre l’Italia, tra un “fallo di mano” e un uscita poco felice di Balotelli, si prepara nel tentativo di conservare la sua imbattibilità,

Capacchione: “Balotelli è un bambino viziato, capriccioso e pieno di soldi”

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 La Nazionale di Prandelli è arrivata sul campo del Nuovo Quarto per l’allenamento inserito nell’ambito di “operazione legalità” e centinaia di tifosi hanno incitato i loro idoli, in particolar modo Balotelli e Insigne. Ma non sono mancate le critiche a SuperMario, nell’ambito della polemica innescata dal suo tweet di ieri: “Io simbolo anti-camorra? Vengo a Quarto solo per giocare a calcio”. Ad attaccare il giocatore è stata la senatrice del Pd Rosaria Capacchione, che in passato è stata vittima di minacce per il suo impegno contro la criminalità organizzata: “Balotelli è un imbec***e. Un bambino capriccioso, viziato e pieno di soldi. Il messaggio che ha lanciato, visto anche il suo passato, è inopportuno”. Anche Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, ha commentato l’episodio: “Ho letto le dichiarazioni di Balotelli che si rifiuta di essere considerato un simbolo della lotta contro la camorra. Sono rimasto quanto mai perplesso proprio perché è un campione molto amato dai ragazzi. Temo che dietro il suo altolà si nasconda il timore di essere “usato” come testimonial. Ci vorrebbe qualcuno che gli spiegasse che qui non si sta sponsorizzando un prodotto commerciale, ma una campagna di civiltà e di legalità. Ci vorrebbe che qualcuno gli spiegasse che la camorra usa i giovani e li porta al macello per i suoi sporchi interessi. Insomma ci vorrebbe qualcuno che dicesse chiaro a Balotelli che se gli piace il ruolo di ragazzo terribile, lo può pure fare, ma senza utilizzare la lotta di tanti ragazzi napoletani contro la camorra, andando controcorrente per avere un titolo di rottura, l’ennesimo, sui giornali”. Pentangelo ha poi concluso: “La lotta alla camorra dalle nostre parti è una cosa seria. Stavolta, per favore, Balotelli si faccia da parte e lasci il palcoscenico a chi se lo merita”.

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Balo chiede scusa per il “fallo di mano”? La Figc lo fa per lui

mario-balotelli-italia-tuttacronaca-scuseHa parlato ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport il presidente della Figc, Giancarlo Abete. E non può esimersi dal rivolgere un pensiero a Balo e al suo tweet di ieri con cui rigettava l’ipotesi di essere un simbolo anticamorra: “A volte Mario dovrebbe essere più prudente con le sue comunicazioni. Sta vivendo un periodo impegnativo ma la pressione mediatica su di lui è troppo elevata, bisogna capirlo. Ci sono momenti in cui tutti possono avere dei problemi. Ha 23 anni e deve crescere”. Ma parla anche della manata con cui SuperMario ha colpito la telecamera di Mediaset all’arrivo alla stazione di Napoli al seguito della Nazionale: “Balotelli è stanco di essere sempre nell’occhio del ciclone, i suoi valori sono positivi e ne siamo convinti. Ha il carattere tipico di un ragazzo tutt’altro che passivo, ha personalità. Detto ciò, la Nazionale esprime certi valori e lui deve uniformarsi. Ma l’attenzione da parte dei media, nel caso di Balotelli, è sempre rivolta più al personaggio che al calciatore”. Ma i due episodi che ieri hanno caratterizzato la giornata dell’attaccante non sono piaciuti a molti in Federazione, che ora invocano il codice etico. Nel frattempo, è stato previsto per oggi un faccia a faccia tra il giocatore e Prandelli. A presentare le scuse, in esclusiva per Sport Mediaset, per il gesto di ieri sera di Mario è stato il direttore generale Figc, Antonello Valentini: “Mario Balotelli chiede scusa a tutta Mediaset e all’operatore. Ho visto con lui le immagini e ci ho parlato. E’ stato un gesto di insofferenza dovuto alla grande folla”. Spiega Valentini: “Mario ha cercato di liberarsi dal grande pubblico, senza violenze, sopraffazioni o mancanza di rispetto. E’ stato un momento di nervosismo”. Nervosismo, dice il d.g., “dovuto all’assalto, affettuoso, dei tifosi napoletani. Mario mi ha detto che non poteva andare né avanti né indietro e per questo si è fatto spazio nel modo in cui avete visto. La Nazionale deve essere casa sua e qui deve comportarsi come si comporta al Milan, rispettando le regola di autodisciplina”.

La Nazionale arriva a Napoli… tra la folla e l’ultima Balotellata!

balo-nazionale-manata-tuttacronacaE’ arrivata alla stazione di Piazza Garibaldi a Napoli la Nazionale di Prandelli che martedì disputerà la partita contro l’Armenia. Ad accogliere gli azzurri oltre 400 tifosi pronti ad applaudire i nostri campioni. Sopra le loro teste diversi striscioni, uno con la scritta: “È un sogno che si avvera, Balotelli la nostra bandiera”. Ma per martedì è organizzata anche la manifestazione in favore della Terra dei Fuochi e anche maglie con la scritta “15-10-2013, San Paolo in lutto, noi vogliamo vivere” hanno fatto la loro comparsa. Cori, flash e applausi. Una festa improvvisata che ha fatto dire all’allenatore:  “Bella accoglienza, grazie a tutti”.

Ma non poteva mancare la nota stonata che arriva sotto forma di Balotellata. Decisamente non è la giornata per l’attaccante: dopo i problemi di salute e la polemica dopo il tweet postato oggi per rispondere al titolo della Gazzetta dello Sport che lo definiva “simbolo anticamorra” (appellattivo che SuperMario non ha apprezzato), il milanista se l’è presa con la troupe di Mediaset mentre lasciava la stazione e i tifosi premevano su di lui. Molte telecamere lo seguivano e lui ha reagito colpendo due volte la telecamera del Biscione.

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Balo simbolo anticamorra? Il rossonero non ci sta e respinge “l’offesa”!

balotelli-anticamorra-tuttacronacaMentre i vip d’Italia si sono fotografati con i cartelli per “adottare” i comuni della Terra dei Fuochi ed è stato lanciato l’appello di “vestire” il San Paolo a lutto in occasione della partita Italia-Armenia che si disputerà martedì, a Balotelli non piace l’idea di essere definito “simbolo anticamorra”. Quella stessa camorra che dissemina rifiuti tossici sul territorio e contro la quale tanto si protesta. La Gazzetta dello Sport oggi ha pubblicato un pezzo il cui titolo non è piaciuto al bomber rossonero e della Nazionale:

balotelli-titolo-tuttacronacaNell’articolo, a firma Luigi Garlando, si legge: “domani a Quarto presterà la sua immagine forte al servizio della legalità, contro la camorra, attaccando così una pezza sull’infelice comparsata a Scampia”. Lunedì, infatti, la squadra di Prandelli si allenerà allo stadio Comunale Giarrusso di Quarto, l’impianto in provincia di Napoli della Nuova Quarto per la Legalità, squadra nata dopo il sequestro da parte della magistratura della società di proprietà di un clan camorristico. Il senso è che SuperMario, nonostante l’indolenzimento all’adduttore del pre-partita contro la Danimarca, e che ora è infastidito dalla febbre, scenderà in campo con la sua squadra per manifestare il suo no alla camorra. Il che potrebbe anche portare a mettere nel dimenticatoio le polemiche su di lui dopo una visita del calciatore a Scampia (con accuse che lui si era tra l’altro affrettato a smentire). Un messaggio positivo dunque. Che l’attaccante non ha gradito ed ha commentato in Twitter:

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Insomma, un segnale positivo sembra quasi essere letto come “un’offesa” che si sente in dovere di rispedire al mittente. E se sicuramente non si pensa a Balotelli come simbolo anticamorra, meraviglia che si affretti a smentirlo, come se potesse intaccare la sua immagine.

I manichini con i tumori, così si protesta nella Terra dei Fuochi

manichini-con-il-tumore-tuttacronaca

Sono fatti con bottiglie di plastica e parti annerite all’altezza del seno, dello stomaco e dei polmoni, i manichini con i tumori che sono stati installati per protesta la scorsa notte nelle piazze di alcuni Comuni tra le provincie di Napoli e Caserta. Le opere, realizzate da Giovanni Pirozzi, sono una chiara protesta verso il degrado ambientale e l’aumento di cancro nella zona ormai tristemente denominata come Terra dei Fuochi. Per realizzare queste opere sono servite 5 mila bottiglie di plastica e tra i tanti manichini figurano anche tre neonati colpiti dalle neoplasie.

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Lo stadio San Paolo si tinge di nero: in lutto per la Terra dei Fuochi

terra-dei-fuochi-sanpaoloinlutto-tuttacronacaI social al servizio della vita. Se prima i vip hanno adottato un comune, ora è partito il tam tam mediatico in Facebook dopo la creazione dell’evento “San Paolo in Lutto“. L’iniziativa è per protestare contro il dramma della Terra dei Fuochi e dell’inquinamento del suolo con i rifiuti industriali velonosi. L’dea è semplice e prende l’avvio dalla partita che la Nazionale disputerà a Napoli contro l’Armenia valida per la qualificazione ai mondiali 2014: si chiede ai tifosi che giungeranno allo stadio di vestirsi di nero e restare in silenzio quando entreranno le squadre. Si legge nel social blu:

“Il 15 Ottobre al San Paolo di Napoli si disputerà Italia-Armenia. Al fine di un impatto mediatico a grossa risonanza si chiede a tutti coloro che si recheranno allo stadio, alle tifoserie, ai club, alla gente comune, a chi si ‘troverà di sorpresa’ allo stadio per tifare l’Italia di vestirsi totalmente di nero e di restare in silenzio quando entrano le squadre. Vi sembrerà nulla ma questo piccolo gesto potrebbe avere un grosso impatto mediatico e dare visibilità alla terra dei fuochi ovvero A NOI TUTTI che continuiamo a morire di cancro e di leucemie, che vediamo i nostri figli morire prima di nascere. Fate cadere in un silenzio tombale il SAN PAOLO.. sarà l’urlo più forte mai sentito prima. Facciamo capire che il nostro paese è vivo..che noi non ci arrendiamo. ‘Forza Napoli’ non è solo un motto per la squadra del cuore ma un motto per la nostra terra! Quando si è solidali Napoli vince..quindi organizzatevi!!! Grazie”

Mario Adinolfi e il suo twitter sulla Terra dei Fuochi

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Il twitter di Mario Adinolfi (postato anche su Facebook ma poi cancellato) lascia poche interpretazioni. L’ex deputato del Pd ha definito in modo volgare la popolazione della Terra dei Fuochi, vittime delle ecomafie e dei rifiuti tossici che hanno scaricato sul loro territorio. Famiglie che vivono il dramma di bambini malati di tumore, l’impossibilità di lasciare le loro case e una terra che è diventata inospitale e avvelenata.

L’Agi riferisce sulla reazione dei vip: scatta il senatore Pdl Giuseppe Esposito: «Se dovessi usare Twitter come rozzamente lo ha usato stamattina Mario Adinolfi, dovrei rispondergli: ‘Sei un razzista, razzista, razzista di m…’. Ma non ho assolutamente intenzione di abbassarmi allo stesso livello dell’esponente del Partito Democratico». «Adinolfi – prosegue – parla a vanvera di un argomento che evidentemente non conosce, ignorando con spregevole insensibilità le tante vittime di questa sciagura che per troppi anni è passata sotto silenzio. Le sue parole sono intrise da un ignobile razzismo nei confronti dei meridionali e dei campani in particolare. Perché il Pd, sia quello campano che nazionale, non ha ancora preso le distanze da queste gravissime parole?», dice fra l’altro il vicepresidente dei senatori Pdl.

Il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio su Facebook spiega:

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Vip vs camorra: i comuni della Terra dei Fuochi non devono morire

vip-terradeifuochi-tuttacronacaLa Terra dei Fuochi non è sola è una pagina Facebook aperta da Selvaggia Lucarelli e che in pochi giorni ha già superato gli 89mila “mi piace”. Ed è proprio qui che i vip italiani “adottano” i comuni di questo territorio a cavallo tra le province di Napoli e di Caserta postano le foto con cui lanciano il loro appello. Marcianise, Aversa, Nola, Sant’Irpino, ma anche Arienzo, Cellole, San Prisco e tutti gli altri paesi non devono morire. Non possono essere messi in ginocchio da quei rifiuti tossici bruciati nelle campagne. Loro sono personaggi dello spettacolo più o meno noti, musicisti, attori, volti televisivi ma anche sportivi e giornalisti uniti per far sì che “questo territorio e la sua gente – si legge nelle info della pagina – non muoiano avvelenati e dimenticati da tutti.” Spiega Selvaggia all’HuffPost: “Un’iniziativa del genere può aiutare a incoraggiare la gente del posto a non avere paura di scendere in piazza. di protestare, di ribellarsi. Noi, nel nostro piccolo, ci abbiamo messo la faccia. E poi molti non sanno cos’è la terra dei fuochi, da oggi magari lo sapranno”. La pagina ci aiuta anche a capire che solo ora si sta facendo spazio la consapevolezza che l’emergenza che vive questa terra non è solo circoscritta a un’area ben definita, ma è ormai diventata nazionale. Come hanno recentemente ricordato anche Le Iene, in un loro servizio: perchè i prodotti di questa terra poi giungono in tutto il territorio nazionale: “la Terra dei Fuochi non è un’isola”, appunto, e tutti noi siamo destinati a venire a contatto, in un modo o nell’altro, con questa fetta di terreno che è stata utilizzata per un ventennio come pattumiera per i rifiuti tossici di mezza Italia. Senza dimenticare gli abitanti che si ammalano e muoiono, per quel cancro che, qualsiasi parte del corpo colpisca, ha un solo cognome: “camorra”. Per farsene un’idea basta scorrere la pagina Facebook di don Maurizio Patriciello, parroco proprio a Caivano che da anni si batte per portare alla ribalta nazionale l’agonia di quella gente. Ha pregato il Papa, ha parlato con Napolitano, scuotendo le coscienze dei politici locali.

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Le Iene e i rifiuti tossici che “concimano” i prodotti della terra dei fuochi

camorra-rifiutitossici-tuttacronacaLe Iene, ieri, hanno parlato dello sversamento e dell’incendio di rifiuti di ogni genere che la camorra ha praticato illegalmente nelle discariche abusive della ‘terra dei fuochi’, in Campania. Nel serivzio sono apparse persone vittima di tumore, ma anche Carmine Schiavone, pentito dei Casalesi, che ha svelato i retroscena dell’attvità criminale. “Questa roba arrivava dalle centrali tedesche, austriache, svizzere. Arrivavano fanghi tossici, pittura, coloranti. Residui di amianto, piombo, cadmio, tutto”. Anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che da anni si batte contro i roghi e gli sversamenti ha preso la parola: “A Caivano hanno trovato due milioni di metri cubi di metalli pesanti, piombo, cadmio, zinco. Avevamo fatto delle foto a dei cavolfiori che nascevano di colore giallo. Abbiamo fatto delle analisi e sono usciti metalli pesanti in quantità così elevata che il laboratorio non ha voluto darci i risultati. Qua la gente muore, stanno morendo. La gente non usa più nemmeno il termine ‘cancro’. La gente ha il terrore”. Gli inviati de Le Iene hanno vagato per le campagne avvelenate, imbattendosi in cumuli di rifiuti tossici, che spesso vengono dati alle fiamme per non lasciar tracce, tanto lungo sentieri di campagna quanto lungo le strade percorse dalle automobili. In queste zone, dove viene dato alle fiamme anche l’amianto, i contadini proseguono con le loro attività di semina e raccolto. “L’amianto è un killer pericolosissimo – spiega don Patriciello -. Non mi scandalizza il delinquente che ha sversato quell’amianto. Ma mi scandalizza la società civile che vede tutto questo. Questo è proprio il posto dove è venuto l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Poi è andato via e non è successo niente”. Si è talmente, tragicamente, abituati alla morte per cancro che, spiega un ragazzo, “Oramai non si dice più ‘Come è morto?’. Si dice ‘Dove aveva il tumore?” E don Patriciello continua: “Non possiamo fingere di non vedere. E’ il momento di mettere insieme i vari ministeri. E’ inutile che continuano a dare tutta la responsabilità ai sindaci. Loro non ce la faranno mai. Ci sono troppi interessi. O ci si mette insieme o questo popolo è condannato a morte”. Le modalità con cui opera la camorra sono spiegate dall’ex presidente di Legambiente, Raffaele Del Giudice: una prima squadra prepara il letto di combustione con stracci e copertoni e poi, di notte, arriva una seconda squadra, che sversa i rifiuti e appicca il fuoco. «”C’è bisogno del presidio dell’esercito”.  Il dottor Antonio Marfella, intanto, medico dell’istituto tumori Pascale di Napoli dichiara: “Non esiste una sola discarica in Campania che non è rimpinzata di oltre il 50% di rifiuti tossici”. E proprio accanto a una discarica, un campo di pomodori: sono tra i tanti prodotti di quelle terre che poi possono essere venduti. I contadini della zona spiegano che li consegnano solitamente anche alle industrie famose, ad un marchio presente – dicono le Iene senza citare l’azienda in questione – in ogni supermercato italiano. Si vende alla più grossa industria di pelati d’Europa, a prezzo bassissimo. E i prodotti della ‘terra dei fuochi’ arrivano ovunque, anche sulle nostre tavole.

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Taranto: la città malata d’inquinamento

taranto-inquinamento-tumori-tuttacronacaL’altro giorno si era parlato dell’incidenza di tumori infantili nella Terra dei Fuochi, ma non è l’unica zona in Italia dove l’inquinamento influisce in maniera così pesantemente negativa sugli abitanti. A Taranto, come denuncia il movimento ambientalista Peacelink, che evidenzia anche il rapporto tra tumori e inquinamento industriale dopo “essere entrata in possesso dei dati attuali degli ammalati di cancro della città”, come ha spiegato l’attivista Alessandro Marescotti, nei quartieri più vicini agli impianti industriali, un abitante su 18 è affetto da patologie tumorali. Per quel che riguarda l’intera città, invece, sono 8.916 “le persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali” (191.848 sono gli abitanti di Taranto, dati dell’ultimo censimento). Secondo quanto riporta Peacelink, “nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale (quartiere Tamburi, Paolo VI, Città vecchia e parte del Borgo), c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione, 4.328 malati su 78mila abitanti”. Sempre gli ambientalasti affermano che invece, in base ai dati citati, “nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’è un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della città vi sono 4.588 malati di tumore su 120mila abitanti. Ovviamente tali dati non possono calcolare tutti coloro che potrebbero avere un tumore latente o non diagnosticato”. Ma l’associazione ha sottolineato anche che “Il sindaco di Taranto, che è un medico avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perché non lo ha fatto? Facciamo appello all’Ordine dei medici perché venga compiuto un opportuno approfondimento su questi dati in modo da individuate le categorie di persone più esposte”. Per Peacelink, infatti, “è venuto i momento di avere dati istantanei su tutte le malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri”.

Morire a 6 anni e mezzo per un tumore: la malattia colpisce nella Terra dei Fuochi

tumore-infantile-acerraLa chiamavano la leonessa la piccola Tonia, sempre pronta a tuffarsi nella vita. Sua madre Giuseppina racconta: “Mia figlia era la vita in persona. L’essenza della vita”. Ed è così che la vuole ricordare, allegra anche nei momenti più avversi: “Ha subito sette interventi. Radioterapia e chemioterapia a due anni e mezzo. Non si è mai arresa, mai un capriccio, mai nemmeno una lacrima per il mal di testa. Io le dicevo: Tonia dobbiamo fare la terapia. Lei mi rispondeva: ok facciamo la terapia. Tonia ora avrai un po’ di dolore qui. Sì mamma, va bene mamma, non ti preoccupare mamma”. Aveva solo sei anni e mezzo, eppure ” A volte si meravigliava perché qualche altro bimbo scoppiava a piangere. Lei invece no, sempre buona, responsabile, obbediente. Era un angelo, forse per questo Dio se l’è presa”. E il piccolo angelo ora non ce più, le sue ali spezzate da un medullo blastoma, un tumore al cervello. La stessa patologia ha colpito altri due bimbi di Acerra, il paese di Tonia, un comune tra Napoli e Caserta, nella Terra dei Fuochi. “L’inquinamento ha causato la malattia di mia figlia? Io non lo posso dire con certezza. Ma certo qui da noi stanno succedendo cose terribili. Non possiamo continuare a stare zitti e qualcuno deve dirci costa sta succedendo”, dice la madre della piccola. “Sono convinta che, in qualsiasi altro posto, mia figlia non si sarebbe mai ammalata – spiega -. Ovunque andassi, da Roma a Pordenone, nei reparti di oncologia degli ospedali incontravo soltanto bambini della nostra zona. Tra Napoli e Caserta. A qualche medico ho chiesto come mai, se in qualche modo si spiegassero questa strage di innocenti. Loro allargavano le braccia. Non rispondevano. O forse non potevano farlo”. Ma come ricorda il Corriere, i tumori nell’età infantile sono molto rari, e se anche la patologia da cui era affetta Tonia è uno dei più comuni, l’incidenza annua è comunque stimata in 0,5 casi ogni 100.000 bambini. Per questo non si può non porsi domande se tre bambini ne vengono colpiti in uno stesso comune da 56mila abitanti. Anche perchè si tratta di una pizzola area, nota come la Terra dei Fuochi, racchiusa tra le province di Napoli e Caserta. Qui la pressione ambientale è altissima: c’era la Montefibre, si trovano i cementifici,  le acque inquinate dei Regi Lagni e le discariche abusive, senza dimenticare il termovalorizzatore. Acerra è uno dei vertici del cosiddetto triangolo della morte, il territorio a più alta incidenza tumorale d’Italia, analizzato dal primo storico studio di Lancet del 2004. Ma di tumori se ne parla, così come si fa con la diossina, ma non si fa nulla. Ci sono le istituzioni immobili e i veleni della camorra stoccati nel sottosuolo. Ci sono i roghi di rifiuti tossici e le oltre cinquemila discariche abusive e non. E non si possono scordare le piramidi di sette milioni di ecoballe nelle campagne di Giugliano, i pozzi inquinati, la diossina e i metalli pesanti.L’Istituto Pascale ha recentemente rilevato che tra Napoli e Caserta la mortalità per tumore è aumentata del 15-20 per cento. In alcuni comuni, tra cui Acerra, l’aumento supera il 30 per cento. Si raggiungono anche picchi del 47%. In 7 anni sarebbero 9969 le vittime dell’inquinamento, come riporta il dossier Sentieri sulle aree contaminate: si tratta di tumori al sistema respiratorio, leucemie, malattie cardiovascolari. Nel corriere del Mezzogiorno si era invece letta un’inchiesta di Roberto Russo che svelava, tra le altre cose, che nei comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo, negli ultimi cinque anni le richieste di «esenzione ticket per neoplasia» sono aumentate del 300%. Ma le conferme arrivano anche dal ministero della Saluto che, lo scorso gennaio, riportava: “Per quanto riguarda i tumori maligni nel loro complesso, la mortalità in Campania tra gli uomini è superiori ai valori dell’intera Italia per il contributo delle province di Caserta e Napoli”. Ma il ministero cerca le cause, principalmente, nello stile di vita della popolazione locale e non nell’avvelenamento del terreno: “In assenza di studi adeguati il ministero non poteva rispondere diversamente”, spiega Antonio Marfella, ricercatore di medici per l’ambiente. “Il nodo è come sempre il nesso di causalità – aggiunge Marfella -. Ovvero il collegamento scientificamente dimostrato tra inquinamento e patologie correlate. In Campania non è stato accertato perché, ad oggi, nessun istituzione lo vuole cercare”. Negli ultimi vent’anno, il numero di bambini affetti da tumore è in costante crescita. Secondo i medici ambientali a causa dell’esposizione dei genitori ad agenti esterni, che spesso comportano danni a livello epigenetico. Determinano cioè un’impronta negativa che influenza la crescita dell’embrione. Ma in Campania mancano dati affidabili. Gaetano Rivezzi, presidente casertano e campano di Medici per l’Ambiente, ha affermato: “Ad un’osservazione empirica, i casi di bambini affetti da tumore sembrano corrispondere ai comuni dove è stato accertato un pesante impatto sull’ambiente. I tumori infantili, soprattutto in provincia di Caserta, sono la spia di una modifica delle patologie cliniche associabili o correlabili all’inquinamento. Purtroppo abbiamo un aumento spaventoso dei casi che si stanno moltiplicando a dismisura”. Nel 2011, l’associazione italiana oncologi scriveva: “L’aumento di incidenza di diverse neoplasie giovanili ed in particolare dei tumori infantili è un segnale che fa pensare che la nostra generazione stia consegnando a quelle future un Ambiente gravemente ammalato”. E a farne le spese, tra i molti, troppi altri bambini, anche la piccola Tonia, che ha iniziato la sua lotta a 2 anni e mezzo. Anche la sua dottoressa, Roberta Migliorati, oncologa del Santobono di Napoli, ha spiegato che “la sua malattia, il medullo blastoma, è tra i più frequenti tumori cerebrali in età infantile. Ma tutto è relativo, dal momento che i tumori pediatrici sono molto rari”. Rari, ma lei in cura anche un altro piccolo di Acerra mentre in passato ha assistito due bambini di Grumo Nevano, paese di 20mila abitanti, entrambi affetti da neuro blastoma. “Ma sono dati empirici che non dicono nulla sul piano scientifico – aggiunge -. Noi che operiamo sul campo avvertiamo il bisogno di un registro epidemiologico che copra l’intera regione. Esistono singoli registri di tumori pediatrici di singole Asl, la Napoli 2 o la Salerno uno, ad esempio. E noi viviamo di estrapolazioni”. E il registro della fascia pediatrica, ancora manca.

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