Sacerdote ucciso a sprangate: arrestato il presunto assassino

omicidio-parroco-spranga-tuttacronacaEra stato trovato nella mattinata di lunedì, da una fedele che si stava recando in chiesa, il corpo senza vita di don Lazzaro Longobardi, ucciso con un colpo di spranga a Cassano allo Ionio. Ora i carabinieri hanno arrestato un giovane romeno, presunto assassino del religioso. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe commesso il delitto domenica sera, colpendo il sacerdote con una spranga di ferro alla testa. I militari erano a conoscenza delle preoccupazioni espresse dal sacerdote negli ultimi tempi per richieste sempre più pressanti di denaro da parte di un suo conoscente visto che ne aveva parlato anche con i carabinieri pur senza formalizzare una denuncia. Per questo motivo, scoperto il delitto, hanno portato in caserma, per interrogarli, il giovane, che sarebbe stato l’autore delle richieste di denaro, ed un suo amico e connazionale. Interrogatorio che è andato avanti per ore, sino a quando, nel corso della notte, è stato emesso il provvedimento restrittivo.

“Servo delle banche”: aggredito l’ex ministro Visco

VISCO-aggressione-tuttacronacaL’ha accusato di essere “un servo delle banche.” e poi l’ha aggredito mettendogli le mani al collo. Vittima dell’attacco avvenuto attorno alle 11.30 nei pressi di piazza di Novella, l’ex ministro Vincenzo Visco. Quando un uomo ha cominciato ad insultare Visco, dicendogli: “sei un servo delle banche. Hai svenduto l’italia. Tornatene a casa”, Visco l’ha invitato a “non dire fesserie”. A quel punto l’uomo lo ha assalito alle spalle e gli ha stretto le mani al collo, come per strangolarlo. Alcuni passanti sono riusciti a fermare l’energumeno che a quel punto si è dato alla fuga mentre il politico ha presentato formale denuncia ai carabinieri. Vincenzo Visco è stato ministro delle finanze dal 1996 al 2000, ministro del Tesoro e del bilancio dal 2000 al 2001 e vice ministro dell’economia con delega alle Finanze. Il Pd ha presentato la sua solidarietà all’ex ministro: “A nome mio e di tutto il partito voglio esprimere solidarietà a Vincenzo Visco, aggredito questa mattina in strada a Roma”, ha affermato in una note il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini. “L’episodio è l’ennesima dimostrazione che le continue campagne mediatiche e politiche, spesso generiche se non infondate, possono generare frutti avvelenati. Invitiamo tutti, perciò, ad agire con senso di responsabilità per non mettere a rischio l’incolumità fisica di chi ha avuto l’occasione di lavorare per il Paese e diventare così personaggio pubblico”.

Sacerdote ucciso a colpi di spranga: giallo in provincia di Cosenza

carabinieri-tuttacronacaSarebbe da collegare a fatti di natura privata l’omicidio di Lazzaro Longobardi, sacerdote 69enne nella frazione Sibari di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. L’uomo, il cui cadavere è stato trovato da una fedele nel cortiletto attiguo alla chiesa di San Giovanni, è stato colpito con un colpo di spranga alla testa. L’arma del delitto è stata trovata sotto il cadavere. Non si esclude  che l’aggressore conoscesse le abitudini del sacerdote e lo abbia atteso al suo arrivo in canonica. La zona è stata recintata dai carabinieri in attesa che vengano effettuati i rilievi scientifici. Sull’omicidio indagano i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza. La donna che ha trovato il corpo si stava recando in chiesa. La morte del sacerdote, secondo i primi accertamenti, risalirebbe ad alcune ore prima.

Aggressione a Malpensa: uomo in gravissime condizioni

aeroporto-malpensa-tuttacronacaSi trova ricoverato all’Ospedale di Varese, in gravissime condizioni, un uomo vittima di una violenta aggressione all’aeroporto di Malpensa, al terminal 1. Si tratta di uno straniero che ha ricevuto un primo soccorso all’interno dell’aeroporto da dov’è poi stato trasportato in ospedale dal personale del 118. Anche la polizia è giunta sul luogo e, stando alle prime ipotesi, si pensa che l’uomo possa essere stato aggredito durante una lite o in un regolamento di conti tra le persone che si occupano di aiutare i passeggeri nel trasporto dei bagagli.

Chiara, in coma dopo il pestaggio del fidanzato, inizia a muoversi. “Un miracolo”

chiara-insidioso-monda-tuttacronacaErano i primi giorni di febbraio quando la 19enne Chiara Insidioso Monda veniva ricoverata all’ospedale San Camillo di Roma a seguito di un’aggressione a calci e pugni da parte del fidanzato e convivente. Da allora la giovane si trova in fin di vita, in stato di coma. Il padre Maurizio ha però ora parlato dei progressi che Chiara sta compiendo: “In questi giorni Chiara ha fatto dei movimenti anche insperati. È una sorta di miracolo, nemmeno i medici ci speravano”, ha detto. “Ha mosso le braccia e leggermente le palpebre. Siamo arrivati a 17 giorni quando le speranze erano nulle. Quello che adesso i medici dovranno capire è se si tratta di movimenti meccanici o del cervello. Entro la settimana, o al massimo la prossima, ce lo dirà il risultato della Tac”.

Come Kabobo: algerino aggredisce un passante con la mannaia

aggressione-mannaia-milano-tuttacronacaPaura a Milano, alla stazione Centrale, dove un 31enne  algerino, come dimostrano le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso,   ha aggredito un 39enne tunisino. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polfer che hanno arrestato l’aggressore. La vittima è stata colpita al volto e al braccio con un coltello da macellaio con lama larga circa 5 cm e lunga 30 cm. È grazie alle immagini che l’algerino è stato identificato, catturato e arrestato dalla Polfer martedì sera, l’accusa è di tentato omicidio. L’aggressione del 39enne tunisino sarebbe avvenuta per futili motivi, ancora da chiarire.

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Aggredite e picchiate tra l’indifferenza della folla in attesa del bus. Shock a Mestre

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Tre ragazze tra cui una disabile, sono state minacciate e picchiate a piazzale Roma, a Mestre, intorno alle 22.00 di martedì, senza che nessuno delle persone presenti in attesa dell’arrivo del bus facesse nulla affinché il ragazzo smettesse di aggredirle. Solo il capogruppo della Lega, Giovanni Giusto, che stava andando a cena con la famiglia, è intervenuto mettendo il ragazzo in fuga, il quale poi si allontanato prendendo un autobus della linea 24.

 

Roma come la Russia, minacciati i gay al Colosseo

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A Roma come in Russia? L’intolleranza verso gli omosessuali sembra dilagare anche nella capitale. Sono sempre di più i giovani appartenenti alla comunità LGBT che vengono minacciati o aggrediti nelle strade di Roma. L’ultimo episodio è accaduto vicino al Colosseo, il 12 gennaio scorso, ma si è appresa la notizia solo ora. Luca insieme a suo compagno, sposato in Spagna, stava trascorrendo la serata in compagni di un amico quando un gruppo di una decina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni, hanno iniziato a insultarli gridando frasi come ‘ecco un fr***o, ecco un altro, andate via dall’Italia, tanto morirete di Aids'”. L’aggressione è avvenuta in centro,  in via Celio Vibenna, vicino al Colosseo e alla ‘Gay street’. Secondo il racconto del Gay Center “uno degli aggressori ha minacciato i due con una bottiglia mentre il gruppo gridava ‘Viva il Duce'”. I due sono riusciti ad allontanarsi e a chiamare il 113: “Luca ha sporto denuncia alla polizia e ha contattato la Gay Help Line, il numero verde contro l’omofobia 800 713713, per denunciare l’aggressione” aggiunge l’associazione.

“Ancora una volta siamo di fronte a un episodio di omofobia e di violenza a Roma. Ci sono bande di bulli, gruppi che usano la violenza, ma anche molti che rimangano inerti a osservare senza reagire, come se condividessero tali azioni – aggiungono – aspettiamo l’esito delle indagini augurandoci che questi aggressori vengano identificati, ma il dato delle denunce di aggressioni verbali o fisiche è purtroppo alto”. “Il caso – conclude la nota – è stato segnalato all’Oscad, l’osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni e all’Unar, l’ufficio contro le discriminazioni della presidenza del Consiglio”.

100 ultras invadono il campo e tentano di aggredire Pato

pato-contestato-tuttacronacaDisavventura per Alexander Pato, ex rossonero ora in forze al Corinthians. 100 ultras della squadra hanno infatti fatto invasione di campo nel tentativo di aggredire l’ex fidanzato di Barbara Berlusconi. A spiegarlo è Sportmediaset che racconta di come un centinaio di ultras del Timao abbia invaso il centro sportivo dove si allena la squadra paulista dando la caccia all’ex milanista e ad altri suoi compagni di squadra. Solo grazie all’intervento degli agenti di sicurezza i calciatori si sono potuti mettere in salvo.

I tifosi, tra questi anche alcuni pregiudicati già individuati dalle forze di polizia, sono riusciti a scavalcare i muri di recinzione del centro sportivo e arrivare fino all’hotel dove risiedono i giocatori. Qui hanno minacciato l’addetto alla reception e malmenato altri inservienti. Il consulente medico del Corinthians, Joaquim Grava, è stato sorpreso dalla confusione, cadendo a terra svenuto, mentre tre addetti del club sono stati derubati dei propri cellulari. La società ha poi condannato l’invasione con un duro comunicato attraverso il proprio sito.

Kabobo: rigettata l’istanza per il trasferimento in ospedale psichiatrico

Adam-Kabobo-tuttacronacaIl Tribunale del Riesame di Milano ha rigettato l’istanza della difesa di Adam Kabobo, il ghanese che lo scorso maggio ha ucciso tre passanti a colpi di piccone, di trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario e malgrado una perizia avesse parlato della necessità del trasferimento in Opg. Una perizia richiesta dalla difesa e depositata dal medico legale Marco Scaglione, nominato dai giudici del Riesame, sosteneva che la situazione di Kabobo non era compatibile con il carcere. Il perito aveva accertato che per curare adeguatamente la forma di psicosi schizofrenica di cui soffre in ghanese sarebbe stato necessario un trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario, sempre in regime di custodia cautelare, e come misura di sicurezza per la sua pericolosità sociale. In un’udienza svoltasi lo scorso lunedì, e alla quale era presente lo stesso Kabobo, si era discusso della perizia e oggi è arrivata la risposta dei giudici del Riesame che, con un provvedimento di sette pagine, hanno respinto l’istanza della Difesa e deciso che il ghanese deve restare in carcere a San Vittore. I legali di Kabobo hanno già preannunciato che faranno ricorso in Cassazione. Un’istanza analoga era stata respinta nei mesi scorsi dal gip e da qui il ricorso al Riesame. Il processo con rito abbreviato a carico del ghanese per il triplice omicidio, avvenuto lo scorso 11 maggio, è fissato per il prossimo 6 febbraio davanti al gup Manuela Scudieri. A rappresentare l’accusa ci sarà il pm Isidoro Palma.

Bieber e l’aggressione all’autista di limousine

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Bieber e i suoi guai legali che non finiscono mai. Arrivata la conferma dell’esito positivo a marijuana e Xanax assunti prima di mettersi alla guida di un’auto sportiva, ora si profila l’ennesimo processo. Il 10 marzo un giudice canadese dovrà pronunciarsi circa un’aggressione che il cantante 19enne avrebbe fatto nei confronti di un autista di limousine di Toronto. Intanto in America aumentano le adesioni per la petizione che chiede di espellere Bieber dagli Usa.  Persecuzione o carattere ribelle?

 

Rapina all’alba a Milano: accoltellata la direttrice di un supermarket

donna-accoltellata-tuttacronacaE’ stata accoltellata, questa mattina all’aba, la direttrice di un piccolo supermarket nella zona della stazione Centrale di Milano. La 28enne è stata aggredita mentre apriva il punto vendita della catena Simply in via Benedetto Marcello all’angolo con via Boscovich, tra la stazione Centrale e corso Buenos Aires. L’aggressore è un non meglio precisato giovane che è poi fuggito con una somma non ancora quantificata. Il 118 ha soccorso la donna dopo che altri dipendenti del supermarket impegnati, a quell’ora, in operazioni preliminari all’apertura, hanno dato l’allarme. La direttrice è stata ferita a un fianco da una coltellata e accompagnata in codice giallo al Fatebenefratelli. Secondo le prime informazioni non dovrebbe essere in pericolo di vita.

Il commercialista che aggredisce una cliente con un’ascia

ascia-tuttacronacaE’ finito in manette un 53enne italiano, residente a lesmo, in Brianza, accusato di tentato omicidio. L’uomo, un commercialista, avrebbe tentato di uccidere una sua cliente a colpi di ascia a Busto Arsizio, nel Varesotto. La vittima dell’aggressione è una donna di 42 anni domiciliata a Samarate, nel Varesotto, che negli ultimi tempi, per questioni di carattere economico legate alla compravendita di un immobile, avrebbe avuto diversi dissidi con il libero professionista. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo si sarebbe presentato a un appuntamento con la cliente con un’ascia nascosta nella borsa. Al termine di un litigio il commercialista, in preda a un raptus di follia, ha estratto l’arma con la quale ha colpito ripetutamente la donna provocandole lesioni al volto e alle mani. L’aggressore è stato bloccato grazie al tempestivo intervento dei carabinieri, giunti sul luogo assieme agli operatori del 118 che hanno prestato i primi soccorsi alla vittima, poi trasportata all’ospedale di Gallarate. La donna è stata medicata e poi dimessa con una prognosi di dieci giorni mentre il suo aggressore si trova in carcere.

Aggressione a Scampia: una baby gang riduce in fin di vita un 21enne

baby-gang-tuttacronacaUna baby gang composta da 10 ragazzi, tutti di un’età compresa tra i 14 e i 18 anni, hanno aggredito un giovane ieri sera a Scampia, attorno alle 23, colpendolo con pugni in faccia e calci fino a ridurlo a fin di vita. Agli arresti, con l’accusa di tentato omicidio, finisce un quindicenne di Secondigliano accompagnato nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. E’ stato l’intervento di una pattuglia intenta a un giro di controllo a fermare l’aggressione, quando la vittima era già accovacciata a terra, chiedeva aiuto e cercava disperatamente di ripararsi dalla furia degli aggressori. Non solo i suoi aguzzini non hanno avuto pietà ma uno di loro ha anche estratto un coltello con il quale ha iniziato a colpirlo. Solo grazie all’immediato intervento degli agenti, il giovane è riuscito a salvarsi. Alla vista dell’auto della Polizia, infatti, gli aggressori si sono dati alla fuga. I poliziotti sono riusciti a bloccare il ragazzino mentre uno dei complici, nel frattempo, ha fatto sparire il coltello.  Accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli – dove è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza per le numerose ferite al torace – il ragazzo è ancora in prognosi riservata.

Kabobo uccise tre persone con l’accetta: per lui l’ospedale psichiatrico

Kabobo_Milano-tuttacronacaEra l’11 maggio quando, a Milano, Adam Kabobo seminò il panico per le strade del capoluogo lombardo uccidendo tre passanti a colpi di piccone. Il ghanese però non resterà in carcere: sarà trasferito in ospedale psichiatrico perchè le sue condizioni di salute mentale sono incompatibili con il carcere. Ad accertarlo una perizia disposta dal tribunale del Riesame di Milano, che sulla base della perizia dovrà decidere. Erano stati i difensori di Kabobo a presentare un’istanza con cui chiedevano il trasferimento dell’uomo in un luogo di cura, sempre in regime di custodia cautelare e oggi è stata depositata l’integrazione della perizi. La relazione del medico sarà discussa in un’udienza fissata per il 27 gennaio. Quindi i giudici del riesame prenderanno una decisione sull’eventuale trasferimento dell’imputato per il quale il procedimento con rito abbreviato comincerà il 6 febbraio davanti al gup Manuela Scudieri.

A Che tempo che fa arrivano Caressa e Bergomi: la Rai vs Fazio

fazio-tuttacronacaFabio Caressa e Beppe Bergomi, telecronista e commentatore di punta di Sky, sono stati ospitati da Fabio Fazio alla trasmissione di Rai3 Che Tempo Che Fa. E la scelta non è andata giù al sindacato della Rai che accusa il conduttore di “essere recidivo” per aver già invitato in passato Caressa arrivando addirittura al rimprovero di aver fatto una pubblicità gratis alla rete di Murdoch. Usigrai e Cdr Raisport ora chiedono: “La Rai chieda immediatamente conto a Fabio Fazio dello spot alla pay-tv, offerto gratuitamente in prima serata”. Si legge nella nota: “Il conduttore di Che tempo che fa è anche recidivo su comportamenti in evidente contrasto con l’interesse dell’azienda. Esattamente come stasera, infatti, già nel 2010 Fazio invitò il telecronista della concorrenza in vista dei mondiali di calcio del Sudafrica. Praticamente come avvenuto stasera in vista del Brasile. Insomma, in piena campagna Rai per il rinnovo del canone, nel salotto di Fazio stasera ne è andata in onda una per gli abbonamenti alla pay-tv”. Da parte sua Fazio, in chiusura della puntata, ha risposto alle critiche dicendo: “Siamo la tv di tutti, anche di chi lavora nella tv privata, perchè siamo la centralità”. E ha proseguito: “Sono 30 anni che lavoro in Rai ed è segno di quello che penso della tv pubblica. La Rai, lo diciamo sempre, è un servizio pubblico e come tale ospita tutti i protagonisti della vita pubblica, dello spettacolo, della politica e dello sport. Anche questa è la sua missione, come del resto è informare, intrattenere e far riflettere. Siamo una tv di tutti, anche di chi lavora nella tv privata, perchè siamo la centralità. Raccontiamo i protagonisti ovunque essi siano e dovunque lavorino». E alla fine ha ripetuto: «Questa è la Rai di cui sono orgogliosissimo di far parte”.

Paola Ferrari “aggredita” dal twerkatore delle Iene: sotto shock!

paola-ferrari-tuttacronacaPaola Ferrari, la conduttrice della Domenica Sportiva, probabilmente non conosce il cosiddetto twerkatore delle Iene, ossia dello stalker che pedina i vip muovendo il bacino addosso a loro in una sgangherata danza sexy. Tanto che quello che ha subito dalla troupe della trasmissione l’ha vissuto come un’aggressione. Secondo quanto spiegano fonti Rai, l’uomo, con una parrucca bionda, l’ha schiacciata contro le porte d’ingresso della Rai all’angolo con Corso Sempione, a Milano. Il vicedirettore sport di Viale Mazzini, Maurizio Losa,  ha spiegato: “Paola Ferrari è riuscita a stento a divincolarsi, pensando fosse un tentativo di aggressione visto che questo personaggio si strusciava da dietro, e una volta entrata nel palazzo è svenuta rimanendo sotto choc per diverse ora. Sarà comunque regolarmente al lavoro”. L’episodio è avvenuto intorno alle 14 di domenica pomeriggio, quando la Ferrari stava andando in sede per preparare la trasmissione della sera. L’avvicinamento del twerkatore de Le Iene è avvenuto dopo che Paola è scesa dalla sua auto, dopo che aveva scattato qualche foto con dei fan. Quando si è ripresa dallo svenimento, la conduttrice ha chiamato la polizia, ma ha fatto sapere che non sporgerà denuncia. Losa ha poi espresso “solidarietà alla collega” a nome della redazione sportiva, aggiungendo: “Condanniamo con fermezza quanto accaduto per il cattivo gusto e la gravità di un presunto scherzo del genere. Pretendiamo che almeno ci siano subito le scuse”.

Rapina shock a Roma: picchiano due donne con il tirapugni

tirapugni-tuttacronacaSono finiti in manette due 28enni, cittadini romeni, che hanno aggredito due ragazze nigeriane di 25 anni la scorsa notte. L’aggressione è avvenuta mentre le vittime erano in attesa dell’autobus che da piazza dei Cinquecento le portasse a casa, in via Casilina. E’ stato allora che le due giovani sono state avvicinate dai due aggressori, uno dei quali armato di un tirapugni, intenzionati a sottrarre le loro borsette. Una delle ragazze è stata sbattuta con la testa contro un palo e l’altra malmenata con pugni all’addome fino a lasciarla sfinita a terra. I due romeni hanno desistito alla vista di una pattuglia dei carabinieri e si sono dati alla fuga. Dopo un inseguimento a piedi, i militari sono riusciti a bloccarli e ammanettarli. Le vittime, trasportate in ospedale, sono state medicate e guariranno in sei giorni. In particolare ad una di loro sono state riscontrate ferite procurate con un “tirapugni di ferro” che, infatti, i Carabinieri hanno rinvenuto in possesso ad uno degli arrestati e sequestrato. I 28enni, già conosciuti alle forze dell’ordine, sono accusati di tentata rapina e lesioni personali e saranno processati con il rito direttissimo.

Rapina in una gioielleria: è il figlio della proprietaria

rapina-gioielli-tuttacronacaRapina in una gioielleria a Nettuno, in provincia di Roma, dove un uomo si è introdotto nel negozio,  ha aggredito la commerciante spingendola poi contro il pavimento, è quindi salito sul bancone, ha forzato la cassa e rubato i soldi. Non soddisfatto, ha afferrato quanti più gioielli possibili prima di darsi alla fuga. Lui, S.F., un 46enne, è il figlio della sua stessa vittima, proprietaria della gioielleria. La donna, una 70enne, ha in seguito allertato il 113 e dagli accertamenti della polizia, che l’ha ascoltata a lungo, sembra che gli episodi di violenza nei confronti dell’anziana donna si ripetessero ormai da mesi. L’uomo, secondo gli investigatori, “per le sue esigenze personali negli ultimi tempi, con sistematica regolarità, aveva preso l’abitudine di presentarsi in negozio e chiedere dei soldi”.

Una delle Bocche cucite al Cie esce e devasta 19 moto

bocche-cucite-cie-tuttacronacaEra la Vigilia di Natale quando un palestinese 31enne prendeva parte alla prostesta delle bocche cucite all’interno del Cie di Ponte Galeria a Roma. La notte scorsa, libero e ubriaco, ha scaraventato a terra 19 motocicli (5 moto e 14 motorini) a calci, ribaltato 16 bidoni dei rifiuti e danneggiato alcune centraline elettriche. E’ stato quindi sorpreso da una gazzella in transito in viale Guglielmo Marconi dov’è stato arrestato per danneggiamento continuato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, con precedenti e irregolare sul territorio italiano, aveva anche tentato di fuggire e ha opposto una violenta resistenza all’arresto scagliandosi contro gli uomini dell’Arma. Grazie ad alcune testimonianze raccolte sul posto, i militari hanno eseguito un’ispezione nella zona constatando che il cittadino palestinese, prima di prendersela con le moto, aveva buttato a terra e ribaltato in strada 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e altri 14 motocicli. Non solo, aveva anche danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica. Il 31enne è stato ammanettato dai carabinieri e portato in caserma, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.

Scatti una foto a una statua vivente? Ricorda gli spicci, rischi l’aggressione!

statue-viventi-tuttacronacaLe “statue viventi” fanno ormai parte del paesaggio urbano di Roma dove gli artisti di strada si esibiscono restando immobili in posa, per raccogliere offerte dai passanti. Un 39enne di Novara, nella Capitale come turista, in via dei Fori Imperiali ha avuto però la malaugurata idea di scattare delle foto senza lasciare alcuna offerta. Immediatamente è stato raggiunto da cinque bengalesi, impegnati a vigilare i loro connazionali che si stavano esibendo e ai quali non era sfuggita la mancata offerta. Lo hanno circondato impedendogli di allontanarsi e minacciandolo affinché consegnasse qualche moneta per gli scatti. In quel momento è però passata una pattuglia di Carabinieri ai quali la vittima ha raccontato l’accaduto indicando i suoi aggressori, due dei quali tuttavia si erano già dati alla fuga. Tre bengalesi, due 20enni e un 17enne, sono stati arrestati con l’accusa di tentata estorsione. I primi due sono stati accompagnati presso il carcere di Regina Coeli mentre il 17enne è stato accompagnato presso il Centro di Prima Accoglienza di Via Virginia Agnelli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il mistero dell’aggressione a Toia: l’ultrà picchiato per una donna?

umberto-toia-tuttacronacaNuova ipotesi sull’aggressione a Umberto Toia: potrebbe trattarsi di motivi privati e non di un regolamento dei conti di tifo organizzato? A parlare del fatto che gli inquirenti non escludano l’ipotesi di una vendetta sentimentale è La Stampa:

Pare che recentemente, Toia avesse avuto una discussione, non pacifica, con un uomo di cui sarebbe stato geloso. Gli amici e i familiari di questa persona, punita per uno «sgarro» di natura personale, potrebbero avere tentato di chiudere il conto con l’agguato di via Moncalieri.

 

Tuttavia, non sono ancora stati esclusi altri due possibili moventi. Quello legato alla curva:

 

Non è un mistero che il re della curva non è più «Il presidente» ma un altro personaggio, con un certificato penale se non eguale, assai simile a quello di Toia. È un tipo che non ha alcuna intenzione, ora che – dopo una lunga guerra – ha conquistato il potere (e soprattutto il business) della gestione degli affari legati al tifo calcistico, di condividere il trono con un uomo come Toia, dalla personalità forte e dall’indubbio carisma. Costui potrebbe aver lasciato capire di non avere nessuna intenzione di obbedire alle nuove gerarchie degli ultras e da qui il possibile movente della spedizione punitiva.

 

E quello del giro di affari “clandestino” a cui forse è legata la figura di Toia:

 

Non è un mistero che gli interessi di Toia fossero anche nell’area del recupero crediti e dei prestasoldi clandestini. Il tipo di punizione che gli hanno riservato rientra nel modus operandi del racket che esige il rientro di un prestito o che non ha «gradito» un sistema di recupero.

Mamma e bimbo di tre anni aggrediti nel Cagliaritano: “a morte i negri”

razzismo-tuttacronacaSi chiama Wanda, è una donna di colore di 46 anni ed è stata aggradita assieme al figlio da due teppisti mentre si trovavano in sella alle loro bici ad Assemini, nel Cagliaritano. Gli aggressori, dopo aver urlato “Sporca negra, morte a tutti i negri”, l’hanno spinta a terra per poi calpestarla. La donna non ha ancora presentato una formale denuncia ai carabinieri ma i militari hanno già fatto sapere che indagheranno comunque sul caso. Il racconto dell’accaduto è apparso sulla sua pagina Facebook dove, in un italiano non perfetto, scrive: “Brava gente di Assemini, oggi in via Tirso sono state picchiata da due ragazzi non più vecchi di 12 anni. Mi passano sulla bici, uno sale sulla mia schiena, l’altro mi dà un calcio. Mi sorpassano e sollevano il dito medio, maledicendo ‘sporco nero, morte a tutti i neri’. Io mi sono seduta sulla bici con mio figlio di tre anni ormai completamente in preda al panico”.L’immigrata continua spiegando che si tratta del secondo “attacco” subito e si chiede: “Sono la benvenuta qui?”. Tra le molte persone che hanno dimostrato la loro solidarietà alla notte anche il sindaco Mario Puddu che oggi ha incontrato la donna.  Il primo cittadino ha a sua volta affidato alla sua pagina Facebook il commento della vicenda: “Sono molto indignato per la seconda volta in pochi mesi, è stata vittima di un’aggressione razzista nelle strade di Assemini. Oggi è stata aggredita da due ragazzini mentre passeggiava in bicicletta col figlioletto di 3 anni. È una cosa gravissima e stavolta non rimarremo con le mani in mano; confidando che denunci il fattaccio ai carabinieri, mi riserverò di costituirmi parte civile”.  E prosegue: “Appena ho saputo sono andato a trovarla a casa sua per farle avere il mio conforto, in rappresentanza della nostra comunità. L’aggressione non ha lasciato segni fisici, ma ho trovato una donna dispiaciuta e molto spaventata, anche e soprattutto per lo spavento occorso al piccolo. Ad Assemini c’è una folta e integrata comunità di extracomunitari. Sono fatti incresciosi e per fortuna insoliti perchè Assemini, se a qualche imbecille incivile non è abbastanza chiaro, è una città che odia il razzismo”.

Il pestaggio del capo ultrà juventino: regolamento dei conti nel tifo organizzato?

umberto-toia-ultrà-juventus-tuttacronacaSi chiama Black & white il bar gestito da Umberto Toia, il 48enne chiamato “il presidente” da magliaia di tifosi in curva allo Juventus Stadium. Il suo bar-tavola calda è in via Moncalieri, a Grugliasco, sud di Torino, una vetrina affacciata su un piccolo slargo, e dietro un cortile. Proprio qui, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, è stato ferocemente pestato fino a quando non è rimasto a terra incosciente. E ormai ci sono pochi dubbi: si è trattato di una spedizione punitiva che porta alla luce delle dinamiche all’interno della curva, con le tifoserie che fanno “impresa”. Potrebbe essere questa la cornice dell’aggressione. Il 18 agosto scorso, allo stadio Olimpico di Roma, i bianconeri alzano al cielo la Supercoppa italiana. Che arriva anche nelle mani di uno sconosciuto che la brandisce fino a quando un responsabile della sicurezza ne torna in possesso. Come sottolinea il Corriere: come fa un capo-tifoseria a festeggiare con una coppa in mano come fosse un giocatore? Quell’uomo è Umberto Toia, e quell’immagine restituisce il senso di una vicinanza, anche fisica, tra molte società di calcio e certi ambienti ultras. “Potrebbe mai accadere una cosa del genere in Inghilterra, magari dopo una finale Chelsea-Liverpool?”, riflette un investigatore. Quella sera Toia indossava la maglietta del suo gruppo, Tradizione . È il cuore di una galassia di altre sigle (Fighters , Antichi valori ), che allo stadium occupano la parte bassa della curva, vicino al campo, e che in passato si sono contrapposte a chi oggi sta in alto, al secondo anello, i Drughi. Ancora il sito del quotidiano ricostruisce:

Quei posti in curva, nell’estate 2011, durante il ritiro della Juve a Bardonecchia, alcuni gruppi se li contesero in una rissa a coltellate. E non perché da un settore si veda meglio o peggio. La posizione vuol dire potere, che significa seguito, e quindi guadagno per i professionisti del tifo. Non si parla di milioni di euro, in curva. Ma buoni affari comunque si fanno. Il commercio è uno di questi. Umberto Toia è ad esempio titolare, con un socio di business e di tifo, di un’azienda di abbigliamento che porta il nome dei «suoi» stessi ultras: Tradizione lifestyle Srl . E poi ci sono le trasferte. Dal loro sito i Drughi pubblicizzano in questi giorni i charter per la partita Juve-Trabzonspor, a fine febbraio in Turchia. La dinamica è semplice. Gruppi ultras come un’agenzia viaggi: per servizi e, di conseguenza, introiti. Possono farlo (succede con molte tra le più grandi tifoserie) perché i sistemi di vendita dei biglietti sono degli imbuti, e chi riesce a gestire una parte dei tagliandi può usare questa leva per «fare impresa».

“Ambiente stadio, ma non strettamente questioni di tifo”, dicono gli investigatori. È qui che probabilmente bisognerà cercare le ragioni del pestaggio di Toia fuori dal suo bar. Proprio là dietro al Black & white dove, nel 2007, la Digos trovò una cinquantina di mazze, bastoni e manganelli. “Sventata una probabile giornata di battaglia”, si disse. Anche all’epoca c’era una fondata ipotesi: che di battaglia fratricida si trattasse. In casa/curva Juve.

Incidente a Boateng, aggredito da uno sconosciuto

Boateng - giocatore -aggressione-tuttacronacaEra a Kaarst per vedere il figlio Jermaine-Prince, a casa della sua ex moglie, Jenny, e proprio nella cittadina tedesca, Kevin Prince Boateng, ex giocatore del Milan è stato aggredito da uno sconosciuto. Il giocatore è stato colpito con un violento pugno da un uomo ancora non identificato. Boateng, nella caduta ha riportato danni al collo e alle costole. Trasportato in ospedale, è stato dimesso poco dopo. Le autorità locali hanno già escluso i motivi razzisti, o motivi legati all’attività calcistica del giocatore e propendono invece per un movente personale, forse l’uomo che ha aggredito Boateng potrebbe essere un amico della ex moglie.

Lite tra fratelli termina in accoltellamento

accoltellamento-tuttacronacaViolenta lite tra fratelli a Qualiano, nel Napoletano, la notte di Natale. Il più giovane dei due, un 37enne, durante un’accesa discussione per futili motivi ha afferrato un grosso coltello da cucina colpendo ripetutamente il fratello maggiore di 39 anni.L’aggressore è stato disarmato e bloccato dai carabinieri della stazione di Villaricca, allertati da una richiesta d’aiuto pervenuta al 112.  La vittima è stata trasportata urgentemente al più vicino pronto soccorso, dove si trovaancora ricoverato in prognosi riservata dopo aver riportato ferite nella regione epogastrica ed emitoracica.  L’arma dell’aggressione, di circa 20 cm, è stata posta sotto sequestro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato portato al carcere Poggioreale.

Aggredito il capo ultrà juventino: E’ GRAVE!

ultrà-juve-pestato-tuttacronacaIl 48enne Umberto Toia, uno dei capi storici degli ultrà della Juventus, è in gravi condizioni dopo essere stato aggredito con spranghe e bastoni all’interno del bar che gestisce a Grugliasco, in provincia di Torino. L’uomo è stato accompagnato presso l’ospedale Martini del capoluogo piemontese. Gravemente ferito, gli sono state diagnosticate fratture alle gambe,  alla mascella ed al volto. I medici garantiscono che la sua vita non è a rischio.  La Polizia ha avviato indagini sull’episodio non escludendo che si sia trattato di una ritorsione maturata negli ambienti ultras.

“Giustizia per Joele”: la truffa che specula sulla morte del 19enne

joele-leotta-tuttacronacaE’ stato massacrato di botte lo scorso ottobre a Maidstone, nel Kent, dove si era trasferito da pochi giorni per costruirsi un futuro, il 19enne Joele Leotta. E ora c’è chi specula su quella tragedia. La truffa organizzata prevede la vendita online di braccialetti tricolori con la scritta “Giustizia per Joele” con il ricavato che dovrebbe servire per sostenere i genitori e pagare parte delle spese legali, oltre che per il rimpatrio del feretro. Ma la madre Patrizia Leotta dichiara: “Io di questa iniziativa non ne so proprio niente, non mi risulta nulla del genere”, senza aggiungere altro. E ad essere all’oscuro del fatto sono anche gli altri familiari e gli amici di Joele. Il promotore della raccolta fondi sarebbe un sedicente cugino inglese del ragazzo italiano che in Facebook spiega: “Lui era venuto in Inghilterra per imparare la lingua e lavorare. Era qui da meno di due settimane quando è stato attaccato. Purtroppo ha perso la vita. Chiediamo di manifestare il proprio sostegno acquistando bracciali con i colori italiani con incise le parole ‘Giustizia per Joele'”. Come spiega Il Giorno, il costo del prodotto è di un pound, più il prezzo della spedizione di due euro e mezzo, da versare tramite il sistema Paypal. Parrebbe ne siano già stati piazzati alcune centinaia. Chi gestisce l’affare tuttavia non sembrerebbe affatto britannico, almeno dal linguaggio che utilizza, sebbene sostenga di essere figlio di papà inglese e mamma italiana. Ma non solo: sembra che l’autore della truffa non conosca nemmeno il giovane lecchese assassinato né la brutta vicenda che gli è costata la vita. Quello che fa, insomma, è usare foto che si trovano in rete per dimostrare un legame che probabilmente non c’è: una parentela con Joele. Sempre sempre sul social blu specifica che il denaro raccolto andrà a beneficio dei volontari di un’associazioni che si occupano dei congiunti delle vittime di omicidio. “Il resto invece verrà versato ai genitori di Joele in Italia”. I quali però tuttavia garantiscono di non conoscerlo. Per quello che riguarda la salma, venerdì il coroner del Kent avrebbe rilasciato agli inquirenti il nulla osta per il rilascio e Joele potrebbe quindi tornare a casa nel giro di pochi giorni, una volta organizzato il viaggio.

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Il senegalese che aggredisce sei persone per “redimere tutte le anime”

carabinieri-tuttacronacaE’ stato necessario l’intervento di cinque pattuglie di carabinieri a Legnano, nel Varesotto, per arrestare un senegalese che questa mattina si era svegliato dicendo di “essere Dio”, e di dover “redimere tutte le anime”. L’uomo aveva picchiato selvaggiamente la donna italiana di 49 anni e la figlia di lei di 17 anni. L’intervento dei militari dell’arma è stato immediato ma quando hanno tentato di raggiungere l’appartamento al terzo piano dove vivono i tre sono stati aggrediti a calci e pugni dall’uomo che li attendeva sulle scale.  Il totale di feriti è di sei persone: la convivente che ha riportato ferite guaribili in 15 giorni, mentre sua figlia guarirà in 30 giorni. I due operatori del 118 sono a loro volta finiti in ospedale mentre i due carabinieri che per primi hanno affrontato il senegalese sono in osservazione. Ora l’uomo si trova nel carcere di Busto Arsizio con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

La figlia perde una gara di nuoto. La madre minaccia di morte l’istruttore

gara-nuoto-tuttacronacaImperdonabile il fatto che una bimba di otto anni arrivi ultima o comunque nelle ultime posizioni in una gara di nuoto. E per un simile affronto la madre della piccola ha subito trovato i colpevoli: l’istruttore e gli organizzatori, rei di aver fatto fare una brutta figura alla nuotatrice. Così si è avventata contro di loro aggredendoli con graffi, insulti e un “vi ammazzo”. La donna, al termine del processo, ha dovuto pagare un’ammenda di 300 euro. A raccontare la vicenda accaduta a Roma è stato il Messaggero:

Ha vissuto la sconfitta della figlia in una gara di nuoto come un vero e proprio affronto: quando ha visto la bambina classificarsi tra le ultime posizioni, è andata su tutte le furie, si è alzata in piedi e dagli spalti del Freetime Sporting Club di Monteverde ha iniziato a gridare come un’ossessa. Gli insulti e le minacce di quella madre ferita nell’orgoglio erano rivolti ai due istruttori che avevano affiancato la bimba, di otto anni, nelle fasi di allenamento e che avevano organizzato la giornata di competizione. A detta della donna, i maestri erano colpevoli di aver fatto fare alla giovane allieva una brutta figura. Finita a processo con l’accusa di ingiurie, ieri la signora è stata condannata a 300 euro di multa.
(…) Quando ha visto la bambina classificarsi tra le ultime posizioni, ha letteralmente perso la testa. A suo dire, la colpa della sconfitta subita dalla figlia era degli insegnanti e degli organizzatori. «Buffoni! Per colpa vostra ha fatto una figura pessima! L’organizzazione delle gare fa schifo…io vi ammazzo!», avrebbe gridato la donna prima di afferrare la bimba per mano e andarsene. Inizialmente, l’imputata era accusata anche di lesioni, per aver graffiato uno degli allenatori lasciandosi trascinare da un impeto di rabbia. Ma il giudice ha deciso di condannarla solo per il reato di ingiuria.

Coppia gay viene minacciata di morte con un coltello: anziano stroncato da infarto

coltello-aggressione-gay-tuttacronacaE’ finito in manette l’operaio incensurato Roberto Colautti, 56 anni, per violazione di domicilio, minacce, morte come conseguenza di altro delitto.  E’ accaduto in provincia di Cosenza, a Praia a Mare, dove l’uomo, armato di un coltello di tipo vietato, si è recato nell’abitazione di Eduardo Franco Rondina, di 58 anni e del compagno convivente Josè Angelo Lepore, di 84. Qui ha avuto inizio una discussione poi sfociata in una furiosa lite. Colautti, hanno accertato i carabinieri, ha estratto l’arma ed ha minacciato la coppia omosessuale di morte. I militari sono subito giunti sul luogo perchè allerati dai condomini e si sono visti Colautti scagliarsi contro di loro. L’uomo è stato immobilizzato ma mentre veniva portato via Lepore è stato colto da malore e, durante il trasporto in ospedale, è deceduto a causa di un infarto.  A provocare la morte dell’anziano è stato un infarto. Accertamenti sono in corso per risalire ai motivi del furibondo litigio, anche se la lite non sembrerebbe da collegare a questioni passionali.

Le foto shock e la testimonianza di Ivana Spagna dopo l’aggressione

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Parole di rabbia, di disperazione e di denuncia quelle lanciate dalla cantante Ivana Spagna dopo l’aggressione. In un’intervista a “Di Più” l’artista ha raccontato il furto violento di cui è stata vittima, ma anche l’indifferenza di chi non si è fermato a soccorrerla.

“Ho anche il braccio mezzo massacrato, ed è passata più di una settimana”. Ivana Spagna era in macchina quando il conducente di uno scooter ha finto di essere stato investito dell’auto della cantante: ” Gli chiedevo: “Si è fatto male?”  E lui: “Sììì, sììì”. “Aspetti un attimo”, mi sono accostata al marciapiede, anzi, ci sono un pò salita alla bell’e meglio e ho aperto la portiera per scendere e soccorrerlo, ma, proprio in quel momento, mi è piombato addosso un uomo, che era il doppio dell’altro: cercava di togliermi l’orologio” poi il racconto continua “Vista la mia resistenza, a un certo punto mi ha dato una gomitata o un pugno che mi ha preso il mento, ma io non mollavo. Presa dalla rabbia e dalla disperazione, l’ho morsicato sul braccio con tutte le mie forze. Ero furente in quel momento, davvero incattivita dal ripetersi di una violenza che avevo già subìto. (Dopo averle rubato l’orologio) è corso sullo scooter dell’altro. Ho anche cercato di prendere il numero di targa della moto, ma non ce l’ho fatta: ero tremante, sotto shock e mi è preso lo sconforto, così ho iniziato a piangere”.
Dopo la denuncia ai Carabinieri è dovuta ricorrere al Pronto Soccorso: “Mentre prendeva appunti ha così scoperto che mi avevano anche picchiato e allora mi ha fatto portare al Pronto Soccorso dove mi hanno dato cinque giorni di prognosi, indicandomi le medicine da prendere”.

Tre minorenni aggrediti a Milano: avevano fatto apprezzamenti su una ragazza

Aggressione_milano-tuttacronacaLa polizia di Milano sta indagando su quanto successo a Parco Sempione, a Milano, dove tre minorenni italiani sono stati aggrediti e picchiati da un gruppo di ragazzi tutti, probabilmente, di origine asiatica. Il pestaggio sarebbe scaturito a causa di un apprezzamento di troppo ad una ragazza, amica degli aggressori. I minori, nessuno dei quali in gravi condizioni, sono ricorsi alle cure dell’ospedale: hanno riportato infatti ferite lacero-contuse al volto.

Quando i funghi… spuntano in autobus!

funghi-autobus-tuttacronacaE’ un lettore de L’Eco di Bergamo che ha inviato due foto che mostrano il degrado nel quale, letteralmente, viaggiamo. L’uomo, che ogni mattina prende una corriera per spostarsi dal suo paese di residenza, Chiuduno, a Trescore Balneario, un giorno ha notato un particolare quanto meno curioso: tra i sedili dell’autobus che trasporta studenti e pendolari erano infatti spuntati dei funghi. “Ai primi istanti di ironia per la scena inusuale si è sostituita la rabbia nel vedere lo stato di degrado che regnava”, ha commentato in una lettera.

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Protesta contro dei bulli: 14enne ingiuriata e aggredita

bullismo-tuttacronacaUna 14enne è stata ingiuriata e aggredita per aver rimproverato sei giovani che, a bordo di un autobus che quotidianamente porta gli studenti da un paese della provincia scaligera a Verona, dove frequentano una scuola superiore di secondo grado, tenevano un atteggiamento da bulli. Stando a quanto è stato accertato, i giovani ogni giorno urlavano e prendevano in giro gli altri passeggeri fino ad esasperare la ragazzina che, non sopportando l’affronto ricevuto, ha protestato venendo così aggredita. I carabinieri di Verona hanno denunciato i sei giovani mentre la ragazza è stata curata in ospedale: ha riportato contusioni guaribili in 10 giorni. I sei ragazzi, tutti tre i 14 e i 19 anni, sono accusati di lesioni personali aggravate e ingiuria.

Aggressore o aggredito? Il caso di presunto razzismo nel Bolognese

musicista-picchiato-tuttacronacaQualche giorno fa era circolata la notizia di un’aggressione a sfondo razzista avvenuta a Pieve di Cento, nel Bolognese, ai danni di Sourakhata Dioubate, musicista nato in Guinea e residente in Italia da 13 anni. Quella che era stata resa nota era la versione della presunta vittima ma ora ha preso parola anche il presunto aggressore, un 87enne al quale, inizialmente, era stata “abbassata l’età”: si era infatti parlato di un “anziano di almeno 70 anni”. Le due versioni sono diametralmente opposte e ora spetterà alla giustizia portare alla luce la verità alla base della vicenda. Se nella versione fino ad ora nota Dioubate aveva riportato una frattura alla mano a causa delle percosse ricevute dal suo aggressore, ora il figlio dell’anziano, Gianfranco Minardi, si è faccio prestavoce del padre raccontando come si sono svolti i fatti dal punto di vista dell’italiano. Come riporta mlon13.com, che ha contattato il figlio di Ottorino Minardi:

Il Minardi ci conferma che, da parte del padre, non vi è stata alcun tipo di aggressione, ne’ fisica ne’ tanto meno verbale e a sfondo razziale. Aggiungendo altri particolari che, se confermati da testimoni e magistratura, metterebbero totalmente in discussione la denuncia del musicista. «Erano circa le 10:30-11 del mattino, mio padre veniva dalla via del centro anziani, era appena stato in farmacia e, arrivando all’incrocio con via Gramsci, non si è fermato subito allo stop, è andato un po’ avanti. Il musicista (Dioubate, ndr) arrivava da via Gramsci in bicicletta, ma la Punto di mio padre non ha nemmeno toccato  il ciclista. Il quale è sceso dalla bici (non è caduto) lanciando la bicicletta stessa verso la macchina di mio padre, iniziando a prenderla a pugni e ad inveire contro di lui ». Continua il Minardi: «Ha iniziato a dare pugni sul cofano della macchina e a insultare mio padre, con frasi del tipo “Ecco, il solito italiano di merda”. Mentre mio padre, terrorizzato anche perchè pensava che il ciclista fosse alterato, ha cercato di dissuaderlo dal suo intento rabbioso, dicendogli “Lasciami andare, fammi andare a casa. Fatti in là, spostati, vai a casa anche te, dai”». Poi la precisazione sul legnetto “spranga”: «Solo dopo, vedendo che il musicista non si placava e non si spostava dalla strada, mio padre ha tirato fuori dalla macchina un bastoncino di legno lungo circa 30 cm, che in pratica è il piede di una sedia che lui usa artigianalmente quando va a pescare, e che lo aiuta ad alzarsi dal seggiolino quando va via. Quel legnetto, che non è ne’ una spranga ne’ un bastone di metallo come ha detto il musicista, mio padre lo ha impugnato soltanto per difendersi e per intimargli di spostarsi dalla strada per lasciarlo andare a casa. Ma non l’ha assolutamente usato contro l’uomo, l’ha solo agitato verso di lui. Non l’ha picchiato, e neppure toccato» E dal bar arriva un signore per sedare la rissa. «A quel punto dal bar, dopo aver detto più volte al musicista di fermarsi, un avventore è andato da mio padre e lo ha convinto a metter giù il bastone, placandolo e sedando la possibile rissa».E alla fine Ottorino torna in macchina e va a casa. «A quel punto mio padre, ancora impaurito e col solo pensiero di tornare a casa, ha fatto marcia indietro e se ne è andato. Senza cercare di investirlo come ha detto il musicista, e senza colpirlo»

Gianfranco Minardi ribadisce che il padre ha 88 anni (non 70 come erroneamente dichiarato nel primo articolo del Carlino), che è invalido civile e prende un sacco di medicine tutti i giorni, e che quindi non sarebbe in grado di picchiare nessuno, tanto meno un uomo così grosso come il Dioubate. Anche quando gli chiediamo se Ottorino sia mai stato razzista in vita sua, la risposta è ancor più netta: «Mai, e neanche in famiglia c’è mai stato alcun razzista». Poi ci fa riferimento ad una perizia che avrebbe effettuato alla vettura, dove sono evidenti le ammaccature sul cofano provocate – secondo il racconto del padre – dai pugni inferti dal musicista di colore, e di alcuni testimoni del bar, che potrebbero certamente confermare questa versione. E riguardo al perchè e al motivo che avrebbe spinto il Dioubate a dichiarare il falso, Minardi non sa darsi una spiegazione: «Non lo so, magari voleva farsi pubblicità, anche la conferenza stampa è stata un po’ spettacolarizzata». La chiacchierata si conclude con un Minardi affranto, di chi è certo di aver subito una grave ingiustizia: «Stavamo anche pensando di far denuncia a chi ci ha diffamato, ma non so, vedremo».

Le parole di Gianfranco Minardi trovano parziale riscontro dal gestore del bar “Caffè del Borgo”, che ci conferma che uno dei suoi clienti è intervenuto per far sì che il tutto non degenerasse, dicendo al musicista di fermarsi e andando verso Ottorino Minardi per invitarlo a rimettere in macchina il legnetto. Che, come dichiarato da un altro testimone oculare, sarebbe solamente stato impugnato, ma non utilizzato contro il Dioubate.

Come si nota, due verità contrapposte ed entrambe, in assenza della verità, possono essere aperte ad interpretazioni. Ora la palla passa alla giustizia e alla magistratura cui spetterà il compito di capire chi sia a vittima e chi l’aggressore.

La rabbia di Anna Oxa: Milly Carlucci si scusa… anche se non sa perchè!

annaoxa-ballandoconlestelle-tuttacronacaNon si sono ancora placate le polemiche per quanto accaduto con Anna Oxa durante la più recente puntata dello show Ballando con le stelle e ora Milly Carlucci, storica conduttrice del programma, che già in precedenza si era scusata con la cantante prestata alla danza per questa trasmissione, è tornata sull’argomento scrivendo sul suo blog, “Il diario di Milly”: “Carissimi amici, innanzitutto grazie per il crescente affetto e per l’attenzione con cui state seguendo anche questa edizione di Ballando con le Stelle. Ho preso atto dei tanti commenti che avete scritto su internet: sul mio blog, su twitter, facebook ecc. E’ stata una puntata appassionante, ricca di contenuti e anche di grandi tensioni. Io per il ruolo che ho di conduttrice e capo progetto del programma ad un certo punto ho sentito il bisogno di scusarmi con Anna Oxa per qualcosa che l’aveva ferita, avvenuta, mi dicono, dietro le quinte. Essendo in diretta non so cosa sia accaduto, ma le voci si rincorrevano, così d’accordo con i miei colleghi autori ho fatto ciò che si conviene ad una padrona di casa, che risponde anche dei comportamenti dei suoi ospiti. In tanti anni di carriera e in 9 edizioni di Ballando con le stelle non ho mai parteggiato per nessuno o meglio ho sempre parteggiato per tutti, cercando di venire incontro alle caratteristiche umane di ognuno. L’unica cosa che deve essere chiara e su cui non si può derogare è il rispetto e l’educazione. Devo dire che rivedendo la trasmissione non mi sembra sia venuta meno. Per quanto riguarda regolamenti e televoto ci sono i funzionari della Rai, i produttori Ballandi e il notaio che vigilano. Gli autori ed io i risultati li veniamo a sapere da loro: persone serie che svolgono con professionalità e rigore il loro lavoro. Tutti i dati comunque verranno inseriti sul sito della Rai a fine trasmissione. Concludo dicendo che ho molto apprezzato la sensibilità di Lea T nello scusarsi a fine trasmissione. Continuate a seguirci con lo stesso entusiasmo e criticateci pure… se lo ritenete opportuno. Le critiche costruttive sono una linfa vitale per noi che facciamo questo bellissimo mestiere. Con affetto. Milly”

Sourakhata Dioubate: il musicista preso a sprangate per la sua pelle

dioubate-tuttacronacaE’ Dire.it a raccontare la storia di Sourakhata Dioubate, 36 anni tra pochi giorni, nato in Guinea e residente a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, da 13 anni, vittima di un’aggressione razziale. Schieffi e due sprangate, accompagnati da insulti e “l’ordine” di tornarsene a casa sua. Eppure lui in Italia è integrato: sposato con una pedagogista italiana, è padre di due bimbi. Musicista di professione, è anche direttore del festival di Pontremoli “Mama Africa”. Ora, a seguito di una frattura alla mano a causa dell’aggressione, non potrà suonare le sue amate percussioni per alcuni mesi. E’ stato lui stesso a decidere di raccontare l’accaduto alla stampa.

L’episodio risale ad una ventina di giorni fa. Poco prima delle 10 di mattina, il musicista stava rientrando a casa in bicicletta quando è stato investito da un’auto, una Punto, che non si era fermata allo stop. Alla guida un anziano di almeno 70 anni che, anzichè aiutarlo, ha cominciato con gli insulti e poi, visto che Dioubate intendeva aspettare l’arrivo della Polizia municipale, sono partiti gli schiaffi ed infine le sprangate in direzione della testa, inferte con un bastone in metallo con l’impugnatura in legno, lungo quasi mezzo metro, che l’uomo teneva in auto. Tutto si è svolto davanti ad una gelateria e diverse persone hanno assistito alla scena, ma nessuno è intervenuto se non dopo le sprangate. L’anziano a quel punto è ripartito in auto, quasi investendo di nuovo Dioubate, ma è stato identificato e riconosciuto in fotografia.

La vicenda è stata subito segnalata ai carabinieri ma solo oggi ha sporto denuncia. Spiega Valenti, l’avvocato che lo accomapgna, che Dioubate per circa due settimane è rimasto chiuso in casa per uno stato di prostrazione”. E lui stesso spiega che in famiglia “non sapevo cosa raccontare, ma ai bambini non si può mentire, le cose devono saperle subito”. In quei giorni “ho ricevuto tante chiamate da amici, allievi ed altri artisti ma non rispondevo al telefono”, così come “non volevo uscire di casa e passare davanti a quel bar”. Da quando è in Italia Dioubate non aveva mai subito niente del genere e, dopo l’aggressione, si è trovato a chiedersi “se sto sognando o è una cosa vera”. La decisione di rendere nota la sua esperienza è perchè “Non ho paura, perchè so che la vita è una, non due”. Nel frattempo il suo aggressore è stato identificato come un abitante del luogo o della zona circostante e ora dovrà rispondere delle accuse di lesioni colpose (per l’investimento), lesioni volontarie gravi (per le sprangate), percosse (per gli schiaffi), tentate lesioni gravi (per il successivo investimento scampato), minacce e ingiurie. A gravare su tutto questo, le finalità di discriminazione razziale. L’episodio “nasce all’interno di una cultura che si stenta a credere possa ancora esistere, ha dichiarato Valenti, sottolineando che l’aggressione è avvenuta “con inaudita ferocia”. Senza contare che la situazione “sarebbe potuta degenerare” ulteriormente. Fortunatamente una delle persone che ha assistito all’episodio ha urlato all’anziano di smetterla mentre un postino di passaggio ha chiesto a Dioubate se volesse chiamare i carabinieri. A quel punto l’aggressore era intenzionato ad allontanarsi. Il musicista si è parato davanti all’auto per bloccargli la fuga ma si è visto costretto a spostarsi per non venire nuovamente investito. “Molte persone ci hanno già assicurato che diranno quello che hanno visto e sentito”, riferisce il legale. Uno dei testimoni, inoltre, ha annotato la targa dell’auto guidata dall’anziano. Vista l’intera dinamica, c’è da chiedersi se anche il primo investimento possa essere stato volontario: “Immaginiamo si tratti di un evento occasionale”, si limita a dire Valenti.

Tentato omicidio in una disco romana, fermato un 17enne

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Un urto, una spallata probabilmente involontaria in una discoteca super affollata come era il Qube di Portonaccio la notte scorsa ed ecco che si innesca la violenza. Complice forse uno sguardo di troppo, volano le parole e poi i pugni fino ad arrivare alla coltellata sferrata con un coltellino estratto dalla tasca. Un fendente che ha perforato un polmone a un 20enne. Il colpo è stato sferrato invece da un minorenne subito identificato e trovato dalla polizia, mentre stava ripulendo l’arma. Il 17enne è stato arrestato per tentato omicidio, mentre il 20enne è stato operato, ma non sarebbe in pericolo di vita.

 

Luce sulla morte violenta di Simona Riso?

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Qualche luce con il passare delle ore sembra emergere e dei sospetti nascono tra i famigliari e gli amici che Simona la conoscevano bene. La 28enne trovata agonizzante nel cortile della sua abitazione a Roma, soccorsa da una vicina che aveva lanciato l’allarme, potrebbe essere stata uccisa da un conoscente. La procura ora sta indagando per omicidio volontario dopo che l’autopsia ha evidenziato che la ragazza sarebbe stata colpita da calci e pugni. E’ stata quindi esclusa la caduta accidentale o il tentato suicidio, come era stato ipotizzato in un primo momento. Si è esclusa anche la violenza sessuale. La morte invece sarebbe sopraggiunta per un trauma che ha compresso le costole e i polmoni e ha provocato una crisi respiratoria. Nel corso dell’esame autoptico sono anche emerse una frattura del bacino e qualche altra escoriazione. I carabinieri hanno acquisito le immagini di alcune telecamere.

 “Non cerchiamo vendette. Ciò che vogliamo è soltanto giustizia per la morte di Simona, che non si è suicidata ma è stata uccisa”. E’ uno dei passaggi più significativi della lettera che una cugina della 28enne ha letto nel corso dei funerali di Simona Riso a San Calogero. Il parroco, don Antonio Farina, nell’omelia, non ha affrontato il tema delle cause della morte della giovane, esortando i familiari della ragazza a rifugiarsi nella fede per superare il loro dolore. “Invito soprattutto voi a farvi forza”, ha detto il sacerdote, rivolgendosi, in particolare, ai genitori, Antonio e Caterina, ed ai tre fratelli di Simona Riso.

“Mia sorella è stata uccisa e tra le piste c’è anche quella dell’omicidio da parte di un conoscente, quindi una persona con la quale Simona aveva avuto dei contatti”. Lo ha detto Nicola Riso, fratello di Simona. “Alle 4.30 mia sorella ha sentito al telefono la madre dalla Calabria”, ha aggiunto. “Poi c’è un buco di due ore. In ogni caso non può essersi trattato di suicidio perché il corpo di mia sorella è stato trovato con jeans e maglietta e le chiavi con sé, quindi Simona era uscita da casa. Probabilmente è stata uccisa altrove e qualcuno l’ha portata nel posto dove poi è stata trovata”.

Scintille nel dietro le quinte di “Ballando con le Stelle”?

Ballando con le stelle, Anna Oxa contro tutti-anteprima-tutatcronaca

A “Ballando con le Stelle” sembrerebbe proprio che siano arrivate le scintille e nella puntata di ieri sera Anna Oxa si è dichiarata “offesa” per come, pubblico e giuria, ha accolto la sua esibizione di samba rivisitata.Immediate le reazioni su Twitter, infuocato il clima in rete tra commenti, scuse e ironia.

Ai giudici il samba non è piaciuto e i voti sono stati bassi così la Oxa si è risentita:

La Oxa subito ha poi dichiarato che “la radice etnica del samba è un modo di essere” aggiungendo che “nella danza esprime un sentimento, un suono atavico primordiale, perché deve muovere questa energia”. Su Twitter Ivan Zazzaroni ha tuonato con un sonoro “Dopo il samba vegano m’è venuta voglia di una bistecca!”. Carolyn Smith ha rincarato la dose: “Per una volta voglio vederla con le scarpe, così mi tolgo il dubbio”; la Oxa ha replicato: “Non potete comportarvi in questo modo con qualcuno che lavora tutta la settimana, alzate le palette e giudicate, io sono per i divorzi e le dimissioni”. E la Smith ha continuato: “Ora devi rispettare il mondo del ballo!”. Per Zazzaroni “si sono stravolti i ruoli e Samuel è sembrato essere succube di una personalità molto più forte di lui”. Per Mariotto in questi giudizi c’è stato “risentimento e cattiveria”.

Rientrata in studio la Oxa non si è voluta esibire, ha preso tutti 0 dalla giuria e un solo 10 di Mariotto. La Oxa ha solo voluto fare una dichiarazione:

Questa non è un’arena dove c’è il leone e tutti urlano. Io faccio il mio lavoro, sono stata chiamata per fare questo. Non voglio che nessuno mi metta parole in bocca che io non ho mai detto. L’aggressione l’ho avuta io, sono stata aggredita e insultata dietro le quinte. Vorrei capire che cosa ho sbagliato, non mi sono chiare le cose e quindi non mi esibisco. Sto qui in parcheggio.

Poi arrivano le scuse di Milly Carlucci.

«Non è nostra intenzione offendere qualcuno -ha detto la conduttrice- tra l’altro noi ti stimiamo, altrimenti non ti avremmo chiamata. La maleducazione non abita né nelle mie intenzioni né in chiunque sia in questo programma. Se qualcosa può esserti sembrata offensiva, ti chiedo scusa. L’intenzione non era quella di offenderti».

Davide Betti, aggredito perchè gay

davide-betti-tuttacronacaInsultato e picchiato perché gay: è accaduto di fronte alla stazione Susa di Torino e ora è la vittima, Davide Betti, a prendere la parola e a parlare di “Un’aggressione omofoba pianificata in ogni particolare. Ho rischiato la vita, solo ora mi sento di raccontare cosa è accaduto”. Il 29enne, collaboratore del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Comba e coordinatore nazionale dell’associazione GayLib, è ancora in prognosi riservata, ricoverato all’ospedale di Susa, nel Torinese. Come spiega La Stampa, il giovane è in prognosi riservata a causa dell’emorragia interna nell’addome, riportata in seguito al pestaggio, che non si è ancora assorbita del tutto. L’aggressione è avvenuta nella notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso. Così la racconta: “Era una sera come tante altre, sono andato a trovare alcuni amici che abitano non troppo distante dalla mia abitazione, poi, attorno alle 2, mi sono incamminato per tornare a casa. Più o meno a Porta Susa, la vecchia stazione, due uomini mi hanno avvicinato. Italiani, accento del Sud, sui trent’anni. ‘Fr***o’, mi hanno urlato, poi hanno iniziato a picchiarmi. Spintoni, calci, pugni in pieno volto. Poi ancora insulti, sempre legati alla sessualità”. Quando gli aggressori se ne vanno, Betti riesce a raggiungere il pronto soccorso, dove viene medicato. “Quando esco, decido di andare a casa dai miei genitori, a Gravere, in Val di Susa”.  Ma le ore scorrono e il dolore si acutizza. Recatosi all’ospedale di Susa, viene ricoverato d’urgenza e trasferito nel reparto di Chirurgia. “Le emorragie interne sono state definite gravi e ancora adesso non so quando potrò essere dimesso”, racconta Davide che ieri, sul suo profilo Facebook, ha rassicurato gli amici sul miglioramento delle sue condizioni di salute, in particolare per avere evitato l’intervento chirurgico. “Spero di uscire la prossima settimana”. Nel frattempo è stata aperta un’inchiesta e gli investigatori del nucleo operativo del Comando provinciale di Torino stanno indagando sull’accaduto.

Rivolta nel carcere di Maidstone, nella cittadina dove è stato ucciso Joele

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Durissima protesta nel carcere di Maidstone, nel Kent, dove oltre 100 detenuti stanno dando vita alla rivolta. Sky News britannica ha commentato così la notizia: «in un’ala del carcere è in corso un incidente e sono state dispiegate forze di sicurezza nazionali». Secondo alcune fonti tra 160 e i 180 detenuti stanno mettendo a ferro e fuoco un’area della prigione che si trova nella cittadina dove lo scorso 20 ottobre è stato ucciso, massacrato di botte, Joele Leotta, diciannovenne della provincia di Lecco.

Donna uccisa di botte a Roma, parla il fratello

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E’ il fratello di Simona Riso, Nicola, a parlare della tragica morte della sorella. Secondo lui «Non ci sono molti dubbi: è stata picchiata, selvaggiamente, l’autopsia lo ha confermato. Mia sorella in passato aveva sofferto di depressione, ma ora stava bene. Ed era felice per il lavoro nell’hotel. Ci spiace che qualcuno abbia parlato di uso di farmaci e di tentato suicidio. Una follia: Simona non aveva preso medicinali, l’autopsia sta confermando anche questo». Quando Il Messaggero chiede a Nicola se secondo lui, la sorella conosceva il suo aggressore, il giovane ingegnere risponde così:  «Io sono convinto che chi l’ha picchiata e uccisa, l’abbia colpita vicino a casa, poi però abbia sollevato il corpo e l’abbia portato nel retro, nel cortile. Questa modalità mi fa pensare che sia stato qualcuno che conosceva Simona, che l’aspettava. Certo, possiamo ipotizzare anche a una rapina, qualcuno che volesse rubarle il portafogli. Ma perché allora picchiarla con tale cattiveria? C’è un assassino, feroce, che ha agito in una zona centrale come San Giovanni e che è ancora in libertà».

Perché secondo lei Simona, chiede ancora il giornalista de Il Messaggero, prima di morire, ha detto ai medici che era stata violentata? Gli esami lo hanno escluso.«Probabilmente era in stato confusionale, probabilmente l’assassino ha provato a violentarla».

Questa frase, chiede ancora il quotidiano, può avere rallentato l’operato dei medici del pronto soccorso del San Giovanni. «Dobbiamo capire perché i medici del pronto soccorso, invece di affrontare il problema delle gravissime lesioni interne, abbiano trasferito mia sorella in ginecologia. Senza accusare nessuno, speriamo che la procura svolga verifiche anche sull’operato dei medici. I miei genitori sono arrivati dalla Calabria. Chiediamo sia fatta luce sull’omicidio di Simona. Era una ragazza molto allegra, aperta, forse troppo ingenua. Aveva superato un momento difficile e proprio ora che era più serena è stata uccisa in modo tanto crudele».

L’omicidio di Joele Leotta: l’udienza preliminare rinviata a lunedì

joele-leotta-tuttacronacaUn inconveniente tecnico ha obbligato a rimandare a lunedì l’udienza preliminare dei quattro lituani accusati dell’omicidio di Joele Leotta. I quattro, che avrebbero massacrato il 19enne lecchese fino a ucciderlo nella sua camera a Maidstone, nel Kent, dove si era recentemente trasferito per lavorare, sarebbero dovuti comparire oggi via videolink di fronte alla locale Magistrates Court. Nel frattempo, l’autopsia ha confermato che Joele è morto a causa delle gravi ferite riportate alla testa durante il pestaggio.

Inghilterra: patria ospitale per gli stranieri o no? Parla chi ce l’ha fatta

marco_liviero-tuttacronacaIn Italia si parla in questi giorni dell’Inghilterra per la morte del 19enne Joele Leotta, massacrato di botte una settimana fa a Maidstone, in Kent. Ma sono molti i giovani italiani che decidono di trasferirsi sul suolo inglese per costruirsi un futuro. Molti ci riescono, partendo da lavori umili e crescendo giorno per giorno. Arrivano nelle banche della City, negli hedge fund, negli studi legali, nelle università. E’ il Gazzettino a raccontare le storia del 43een padovano Marco Liviero da Padova. Appena diventato padre, è finito a Eton, una delle scuole più prestigiose del mondo, la fabbriche di re e primi ministri. Diciannove premier hanno studiato sui banchi dell’austero istituto fondato nel 1440 da re Enrico VI. E innumerevoli esponenti dell’aristocrazia britannica, tra i quali anche i principi William e Harry. Qui l’uomo insegna letteratura inglese. Così racconta la sua storia e la “sua” Inghilterra, e ci tiene a sottolineare che le opinioni sono personali e che non parla a nome della scuola. “Io ero come Joele, un ragazzo normale – insiste -. Sono arrivato qui 20 anni fa, per tre ho lavorato in un piccolo supermercato. Ho studiato all’università di Padova, ho fatto l’Erasmus in Irlanda e ho vinto una borsa di studio all’università di Birmingham. Ho avuto la fortuna di fare qualche supplenza a Cheltenham e poi ho ottenuto la cattedra a Eton. Non ho nulla di speciale, ho solo sfruttato le opportunità che ti regala questo Paese”, spiega. Liviero, dopo quanto accaduto a Joele, si sente di rassicurare tutti: “Quello che è successo a Maidstone è scioccante, un evento che deve far riflettere tutta la Gran Bretagna. Ma spero non dia un’impressione sbagliata di questa nazione che è aperta e tollerante. Gli italiani che vengono qui hanno sicuramente qualcosa da imparare. Ci sono ottime occasioni di lavoro per chi ha voglia di rimboccarsi le maniche. Qui vige la meritocrazia. Proprio come a Eton. I ragazzi per entrare sostengono un esame. E non ci sono solo privilegiati. Perché uno su cinque viene finanziato da una borsa di studio. Tutti lavorano sodo. Non ci sono pregiudizi e la mentalità è molto liberal”. Ma è quindi solo l’Italia la patria del nepotismo? “Non la metterei così. Non esistono solo gli inciuci e le spintarelle. E non è vero che a Londra non esista il nepotismo. C’è anche qui, solo che gli inglesi, a differenza degli italiani, non si rassegnano, non girano la testa dall’altra parte e lo combattono perché non è insito nella loro cultura”. Lati positivi, il Belpaese li ha: “L’istruzione universitaria è eccellente, il nostro è un Paese meraviglioso ma frustrante. Non incoraggia i giovani a fare esperienze all’estero. Mi era stato offerto un lavoro in università, ma prima io avrei voluto trascorrere un periodo in Gran Bretagna. Mi è stato fatto chiaramente intendere che se me ne fossi andato il posto non sarebbe più stato mio in futuro. Quindi capisco la fuga dei cervelli, oggi più che mai perché il lavoro manca. Se fossi rimasto in Italia magari avrei avuto una buona carriera, chi lo sa. Ma sarebbe stato più difficile. Alcuni miei colleghi molto in gamba stanno facendo ancora supplenze alle medie”. Infine, un consiglio ai giovani che sognano l’Inghilterra: “Bisogna essere adattabili e tenere presente che anche se si inizia come pizzaioli non significa rimanere piazzaioli a vita. Qui non ci sono percorsi professionali già segnati. Chi studia latino e greco finisce spesso nella City e per essere un avvocato non serve neppure avere una laurea in Legge». Ritornerà mai in Italia? «Non credo, ormai il mio mondo è questo, mio figlio è nato qui, sarà inglese e italiano”.

Gasparri spintonato da una sconosciuta: si dà alla fuga

gasparri-tuttacronacaDisavventura ieri pomeriggio per il vice presidente del Senato ed alto esponente del Pdl Maurizio Gasparri che, attorno alle 17, a piazza di Fontanella Borghese, nel pieno centro di Roma è stato avvicinato e spintonato da una donna che ha rischiato di farlo cadere mentre parlava al telefonino. Non solo, la sconosciuta avrebbe gridato frasi del tenore di “Mi fate schifo, ve ne dovete andare via tutti” mentre alcuni passanti osservavano e i militari di guardia alla sede della delegazione spagnola intervenivano, raggiunti poi anche dalla polizia. La donna, che non è stata identificata, sarebbe stata vista salire su un’auto e allontanarsi. Stessa fuga a bordo di un’auto anche per Gasparri.

Joele Leotta: perchè è stato picchiato a morte?

joele-leotta-tuttacronacaIeri la drammatica notizia della morte del 19enne italiano Joele Leotta a Maidstone, nel Kent, massacrato di botte poco dopo essere rincasato dal lavoro che aveva iniziato da poco. Ora il console italiano a Londra, che segue da vicino il caso, ha fatto sapere: “Teniamo alta la tensione della polizia inglese sul caso di Joele Leotta e abbiamo un loro impegno per una soluzione quanto prima della vicenda”. Al momento sono dieci i fermati: quattro di loro, tutti lituani, compariranno oggi davanti ai giudici per la formalizzazione dell’accusa di omicidio. Per quel che riguarda il movente, che inizialmente si era pensato fosse da rintracciarsi nel razzismo, ora è emersa anche l’ipotesi dello scambio di persona. Omar Galbiati, fratello di Alex, l’amico con cui Joele condivideva la stanza e a sua volta picchiato ferocemente, racconta: “Alex era sotto choc perché ha perso il suo migliore amico quando ha telefonato a casa. L’unica cosa che volevamo sentire è che stava bene e non gli abbiamo chiesto molto di quello che è successo”. E continua: “I proprietari del ristorante sono delle bravissime persone. Inizialmente ci hanno spiegato che la camera in cui dormivano Joele e Alex era prima occupata da un’altra persona ma che se ne era andata. Non so che cosa è successo. Saranno le indagini a chiarirlo”, racconta a proposito di un post su Facebook in cui si parlava di “scambio di persona”.

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Guaribile in 8 giorni: 18enne picchiato a Padova da un nordafricano

18enne-aggredito-padova-nordafricani-tuttacronacaArrivato a Padova in corriera, un 18enne stava attraversando l’area davnti la stazione ferroviaria per raggiungere la sua scuola, l’Einaudi di via delle Palme, vicino piazza Mazzini. Lungo il tragitto, come ha spiegato ai carabinieri, ha urtato per sbaglio un cittadino nordafricano, che stazionava sul marciapiede con due connazionali. L’uomo, innervositosi, l’avrebbe aggredito raggiungendolo al colpo e al volto con una serie di pugni per poi darsi alla fuga con gli amici. Il giovane, contuso e sotto shock, ha raggiunto il suo istituto dove ha raccontato quanto gli era capitato a un insegnante. Dalla scuola è stato contattato suo padre e in un secondo momento il 112 i cui uomini, giunti sul posto, hanno ascoltato il racconto dello studente che poi è stato accompagnato dal padre al pronto soccorso dell’ospedale civile. La sua è una prognosi di 8 giorni. Il giovane ha fornito ai militari di Prato della Valle un parziale identikit di chi lo ha colpito al volto ma al momento non è stato individuato nessun nordafricano simile alla descrizione fornita dal diciottenne aggredito. L’unica certezza, per ora, è il fatto che il ragazzo è stato realmente aggredito, per il resto, c’è la sua testimonianza.

Joele, l’italiano massacrato di botte in Inghilterra: “ci rubi il lavoro”

gioele-leotta-tuttacronacaAveva appena 19 anni Joele Leotta e, come molti giovani italiani, voleva costruirsi un futuro. Lui, partito da Nibonno, in provincia di Lecco, aveva scelto di recarsi in Inghilterra, per trovare lavoro e imparare la lingua. Assieme a un amico, Alex Galbiati, faceva il cameriere in un ristorante italiano di Maidstone, nel Kent, dove era giunto da circa un paio di settimane. Ma la cosa non è piaciuta ad alcuni giovani del luogo, che hanno accusato i due italiani di rubare loro il lavoro. Otto ragazzi inglesi, tra i 21 e i 25 anni, avrebbero quindi più volte importunato i due accusandoli di aver occupato il letto di un loro connazionale. Domenica sera li avevano importunati al lavoro, poi, il tragico epilogo. Hanno infatti organizzato una spedizione punitiva nell’appartamento dei due italiani, dopo che i due lecchesi avevano terminato il turno e mentre si preparavano per andare a letto. Gli inglesi li hanno picchiati a sangue, massacrando Gioele che è morto poco dopo l’arrivo in ospedale. Alex, a sua volta picchiato furiosamente e che ha riportato numerose ferite, sarebbe invece fuori pericolo. Le forze dell’ordine inglesi hanno arrestato gli otto presunti colpevoli: sette sono stati fermati subito dopo la spedizione punitiva, mentre stavano per cenare in un ristorante, l’ultimo la notte dopo.

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