Il Tribunale del Riesame di Milano ha rigettato l’istanza della difesa di Adam Kabobo, il ghanese che lo scorso maggio ha ucciso tre passanti a colpi di piccone, di trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario e malgrado una perizia avesse parlato della necessità del trasferimento in Opg. Una perizia richiesta dalla difesa e depositata dal medico legale Marco Scaglione, nominato dai giudici del Riesame, sosteneva che la situazione di Kabobo non era compatibile con il carcere. Il perito aveva accertato che per curare adeguatamente la forma di psicosi schizofrenica di cui soffre in ghanese sarebbe stato necessario un trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario, sempre in regime di custodia cautelare, e come misura di sicurezza per la sua pericolosità sociale. In un’udienza svoltasi lo scorso lunedì, e alla quale era presente lo stesso Kabobo, si era discusso della perizia e oggi è arrivata la risposta dei giudici del Riesame che, con un provvedimento di sette pagine, hanno respinto l’istanza della Difesa e deciso che il ghanese deve restare in carcere a San Vittore. I legali di Kabobo hanno già preannunciato che faranno ricorso in Cassazione. Un’istanza analoga era stata respinta nei mesi scorsi dal gip e da qui il ricorso al Riesame. Il processo con rito abbreviato a carico del ghanese per il triplice omicidio, avvenuto lo scorso 11 maggio, è fissato per il prossimo 6 febbraio davanti al gup Manuela Scudieri. A rappresentare l’accusa ci sarà il pm Isidoro Palma.
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Kabobo: rigettata l’istanza per il trasferimento in ospedale psichiatrico
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/31/kabobo-rigettata-listanza-per-il-trasferimento-in-ospedale-psichiatrico/
Kabobo uccise tre persone con l’accetta: per lui l’ospedale psichiatrico
Era l’11 maggio quando, a Milano, Adam Kabobo seminò il panico per le strade del capoluogo lombardo uccidendo tre passanti a colpi di piccone. Il ghanese però non resterà in carcere: sarà trasferito in ospedale psichiatrico perchè le sue condizioni di salute mentale sono incompatibili con il carcere. Ad accertarlo una perizia disposta dal tribunale del Riesame di Milano, che sulla base della perizia dovrà decidere. Erano stati i difensori di Kabobo a presentare un’istanza con cui chiedevano il trasferimento dell’uomo in un luogo di cura, sempre in regime di custodia cautelare e oggi è stata depositata l’integrazione della perizi. La relazione del medico sarà discussa in un’udienza fissata per il 27 gennaio. Quindi i giudici del riesame prenderanno una decisione sull’eventuale trasferimento dell’imputato per il quale il procedimento con rito abbreviato comincerà il 6 febbraio davanti al gup Manuela Scudieri.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/20/kabobo-uccise-tre-persone-con-laccetta-per-lui-lospedale-psichiatrico/
Carcere e musica: Cancellieri a San Vittore per la prima della Scala
I detenuti di San Vittore hanno ricevuto una doppia sorpresa oggi, giorno della Prima della Scala. Innanzitutto la visita in carcere di Anna Maria Cancellieri per la diretta tv della Traviata e poi la telefonata del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha presentato gli auguri di Natale e ha spiegato di essersi ”ispirato alla visita a San Vittore” per il messaggio alle Camere sulle carceri. Ad accogliere il ministro della Giustizia al suo arrivo al carcere, il provveditore Aldo Fabozzi e la direttrice dell’istituto Gloria Manzelli. Con lei, ad assistere alla Prima sul megaschermo, circa 80 detenuti e 30 dipendenti della struttura penitenziaria. “Sono molto contenta di essere qui, non ero mai stata a San Vittore”, ha detto Cancellieri che poi ha ribadito: “Il problema delle carceri mi sta a cuore ma è complesso e non si può risolvere in poco tempo. Io, come ministro del governo, continuerò a impegnarmi per garantire ai detenuti condizioni migliori, e soprattutto finalizzate al reinserimento nella società”. Anche Napolitano ha espresso lo stesso impegno a trovare una soluzione per le “condizioni disumane e degradanti” dei reclusi. Il governo, ha assicurato, sta lavorando con decisione: “Mi sono ispirato a voi per il mio messaggio alle Camere, ha concluso.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/07/carcere-e-musica-cancellieri-a-san-vittore-per-la-prima-della-scala/
Anche la sorella di Giulia Ligresti, Jonella è fuori dal carcere
La sorella di Giulia, Jonella Ligresti dopo 4 mesi il carcere di San Vittore può andare ai domiciliari. Lo ha deciso il Gip di Torino per le minori esigenze cautelari dovute al fatto che la Ligresti ha chiesto nei giorni scorsi di patteggiare con la procura di Torino una pena di 3 anni e 4 mesi. Giulia Ligresti ha patteggiato una pena a due anni e 8 mesi, il fratello Paolo ha evitato il carcere perché in Svizzera. La notizie arriva proprio nel giorno in cui la Cancellieri incassa la fiducia in Parlamento e rimane al suo posto nonostante lo scandalo.
Pubblicato da tdy22 in novembre 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/20/anche-la-sorella-di-giulia-ligresti-jonella-e-fuori-dal-carcere/
“Capace di volere”: Kabobo verrà processato per gli omicidi a Milano
Mada Kabobo potrà essere processato. Questo perchè la perizia psichiatrica disposta dal gip di Milano ha dato come esito che la capacità d’intendere del ghanese, che a maggio scorso aggredì a picconate e uccise tre persone nel capoluogo lombardo, “era grandemente scemata, ma non totalmente assente”. Gli esiti della perizia, disposta con la formula dell’incidente probatorio, rivelano quindi che Kabobo ”è capace di coscientemente partecipare al procedimento”, stando a quanto scritto da il collegio dei periti, lo psichiatra Ambrogio Pennati e la criminologa Isabella Merzagora, nominati dal gip di Milano Andrea Ghinetti. Sempre secondo i periti il ghanese quell’11 maggio, data dei fatti, la capacità di volere ”era sufficientemente conservata”. Quello che si sostiene è quindi che Kabobo era capace “di volere” nonostante si parli anche di un possibile vizio parziale di mente. Infine, negli esiti si parla anche di una ”pericolosità sociale, psichiatrica” che è presente ”in forma elevata”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/07/capace-di-volere-kabobo-verra-processato-per-gli-omicidi-a-milano/
Mada Kabobo: incapace d’intendere e di volere
Ha ucciso 3 persone colpendole con un piccone Mada Kabobo. La stessa mattina, quella dell’11 maggio, ne ha ferite altre tre, sempre a Milano. Ora potrebbe essere prosciolto ed evitare il processo per gli omicidi. Stando al pool di psichiatri, che pur avendo terminato il lavoro non hanno ancora depositato la relazione definitiva, Kabobo sarebbe infatti incapace d’intendere e di volere. Kabobo, al momento ricoverato nel reparto psichiatrico del carcere di San Vittore, potrebbe essere prosciolto per vizio mentale qualora gli esperti gli attribuissero una totale o parziale infermità mentale. Ossia, potrebbe evitare il processo o ottenere il permesso di uscire dal carcere per essere curato in una struttura.
Pubblicato da tdy22 in luglio 25, 2013
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Terremoto a Cassino: trema il frusinate
Ancora una scossa di terremoto nel basso Lazio dove da settimane è in corso uno sciamde sismico di entità, finora, piuttosto ridotta. Il terremoto, di magnitudo 3, è stato registrato dagli strumenti alle 11.28 e localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’Ingv nel distretto sismico Zona Cassino. È avvenuto ad una profondità di 16.23 km e tra i comuni entro 10 km dall’epicentro ci sono Acquafondata, Cervaro, San Vittore e Viticuso, tutti in provincia di Frosinone. La scossa è stata avvertita distintamente a Cassino
Pubblicato da tdy22 in luglio 8, 2013
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MPS la banca dei doni a Pd e Pdl
Per i comuni mortali c’è Babbo Natale e arriva il 25 dicembre per i politici c’è Mps e arriva spesso e volentieri.
400 pagine di estratto conto per Mps. Gli anni al vaglio dell’indagine sono dal 2007 al 2009. in questi anni si può ricostruire la fitta rete di sovvenzioni ed erogazioni a fondazioni, associazioni, amici e a volte perfino nemici, che bisognava far tacere.
Bonifici alla “fondazione Ravello” oggi presieduta dall’attuale capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, ma anche a Giuseppe Di Vittorio della Cgil.Poi ci sono i circoli Arci alla fondazione Craxi, fondata e presieduta da Stefania. Dai bonifici per l’ex senatore del Pdl, ora candidato sindaco a Pisa e storico braccio destro dell’ex ministro Altero Matteoli, Franco Mugnai (legale nel caso Ampugnano). Poi fondi a tutte le amministrazioni a guida Pd della Toscana. A partire dalla Regione fino a numerosi Comuni. Tranne uno: Gagliole, l’unico con un’amministrazione di centrodestra.
Dove mirava Mussari? Sicuramente a Roma, in particolare all’Abi, dove riuscì ad arrivare nel 2010… ma era il palazzo che gli interessava. I rapporti li aveva ed erano trasversali… Da Giuliano Amato a Giulio Tremonti. Poi arriva Antonveneta e a questo punto il “cerchio magico” si chiude Banca e fondazione, il gioco è fatto! Iniziano a sponsorizzare tutto dai circoli alle associazioni politiche.
Come riporta il Fatto quotidiano
“Da Siena i soldi vanno anche a Lecce: arcidiocesi (120 mila euro), varie onlus e 50 mila euro alla provincia. Guidata da Antonio Maria Gabellone, ex Dc oggi Pdl, legato a Vincenzo De Bustis e, in particolare a Lorenzo Gorgoni, membro del Cda di Mps. Ma è anche terra politica di Massimo D’Alema e della Banca 121 acquistata da Rocca Salimbeni. I versamenti sono compresi tra i diecimila euro e i due milioni, che vanno alla fondazione Ravello, per un importo complessivo che sfiora il miliardo e che si perde nel totale delle uscite della Fondazione: 17.983.686.939 euro complessivi di movimentazione in 36 mesi. Per lo più dovuta alle operazioni di compravendita sui mercati in vista dell’aumento di capitale per l’acquisto di Antonveneta.
Alimentata dai fondi versati all’Università cittadina, alle società del Comune e di sviluppo, alla diocesi, alle contrade del Palio. Fino ad assottigliarsi e perdersi in mille rivoli con bonifici da 50 mila euro anche a singoli preti. Meglio assicurarsi la buona parola di tutti. Tra i 3 miliardi versati per l’aumento di capitale per l’acquisto di Antonveneta ai piccoli bonifici ci sono, ad esempio, uscite per dieci milioni alla Cressidra Sgr Spa, un gestore di fondi chiusi riservati nonché azionista di Anima Sgr insieme a Banca Popolare di Milano, Credito Valtellinese e la stessa Banca Monte dei Paschi. Rocca Salimbeni condivide con Anima il presidente dei sindaci: Tommaso Di Tanno, oggi indagato. Tra i più noti tributaristi italiani, legato ai Ds, in particolar modo a D’Alema e Vincenzo Visco, di cui è stato consigliere economico in via XX Settembre, Di Tanno non si è accorto della voragine che Mussari, Gianluca Baldassarri e Antonio Vigni, hanno creato in Mps. E’ stato anche revisore dei bilanci dei partiti per Montecitorio.”
Non è neppure possibile immaginare quanti reati sono stati creati, non è possibile tessere una maglia esatta delle responsabilità di ogni soggetto in campo. Quello che appare è solo un enorme Banca di Affari Privatissimi a cui avevano accesso in pochi e dove i capitali venivano gestiti per elargire “doni”.
Pubblicato da tdy22 in aprile 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/25/mps-la-banca-dei-doni-a-pd-e-pdl/
L’AUTOPSIA IN MPS, DAVID ROSSI!
Sarà fatta l’autopsia nel pomeriggio di oggi sul corpo di David Rossi, il capo area di comunicazione di Monte dei Paschi, suicidatosi ieri sera. Lo ha confermato il pm Nicola Marini che, poche ora fa aveva invece detto che ci sarebbe stata solo “un’ispezione esterna”. Marini ha affidato l’incarico per l’autopsia al professore Mario Gabbrielli.
La finestra era aperta e Giancarlo, il segretario di David Rossi, il capo dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, ha subito capito cosa era successo. Rossi si era gettato poco prima da quella finestra e il suo corpo, ormai senza vita, giaceva nel vicolo senza sfondo che è dietro Rocca Salimbeni. Subito è scattato l’allarme ma per Rossi, 51 anni, sposato senza figli, non c’era più niente da fare. Nel suo ufficio gli inquirenti hanno trovato un biglietto, indirizzato alla moglie: “ho fatto una cavolata”, ha lasciato scritto.
La tragica morte di Rossi arriva nel mezzo dell’inchiesta che scuote il Monte dal 9 maggio dello scorso anno, quando una sessantina di finanzieri entrarono nell’istituto mentre altri perquisivano la sede della Fondazione Mps, il Comune e la Provincia, e altri uffici a Siena ma anche a Milano e a Roma. Lo stesso Rossi era stato perquisito il 19 febbraio scorso, quando gli uomini del nucleo valutario della gdf tornarono anche nelle abitazioni dell’ex presidente Giuseppe Mussari e dell’ex dg Antonio Vigni al centro dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta e dei diversi filoni che negli ultimi 10 mesi sono stati aperti dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Ma al contrario di Mussari e di Vigni, Rossi non era indagato. Gli accertamenti sulla morte del capo della Comunicazione sono affidati al sostituto procuratore Nicola Marini, l’unico dei quattro pm della procura di Siena che non si occupa dell’inchiesta sulla banca. Era lui, mercoledì sera, di turno per le urgenze. Con Marini sul posto, tuttavia, sono arrivati anche Nastasi e Natalini. Rossi, da sempre, era considerato uomo vicino all’ex presidente Mussari, anche se era rimasto al suo posto pure dopo l’arrivo del nuovo presidente Alessandro Profumo e dell’ad Fabrizio Viola. Il sodalizio con Mussari era cominciato nel 2001, quando questi era arrivato alla presidenza della Fondazione. David diventò il responsabile della comunicazione dell’Ente e nel 2006 lo seguì a Rocca Salimbeni, quando Mussari assunse la presidenza della banca. Non andò con lui, invece, quando l’ex presidente del Monte passò all’Abi. Era rimasto molto colpito dalla perquisizione, anche se a qualche amico aveva confidato che pensava che presto i magistrati potessero chiamarlo. Niente lasciava immaginare il drammatico epilogo: ai colleghi che lo avevano contattato nei giorni scorsi per le ultime notizie sull’istituto di credito aveva risposto con la stessa professionalità di sempre. Al suo impegno di dirigente della banca, univa anche quello di vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e di membro del consiglio di amministrazione di Vernice per i progetti culturali, mettendo a frutto anche i suoi studi classici. E’ possibile che quando i magistrati hanno ordinato la perquisizione nella sua abitazione e nel suo ufficio cercassero di verificare se ci fossero ancora rapporti con Mussari. L’inchiesta sulla banca partì dall’acquisizione di Antonveneta. Il Monte la comprò da Banco Santander per 9,3 miliardi: l’istituto spagnolo tre mesi prima l’aveva acquistata per 6,6 mld. Un’inchiesta che poi ha puntato gli occhi sui derivati presenti nelle casse dell’istituto, in particolare quelli dell’operazione Alexandria sottoscritta da Mussari con la banca giapponese Nomura, e su una presunta “banda del 5 per cento”: tale sarebbe stata la quota di spettanza ad alcuni dirigenti della banca in alcune operazioni. Al centro di questa parte dell’inchiesta ci sarebbe Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area Finanza, l’unico indagato finito in carcere: secondo i pm stava cercando di fuggire all’estero quando venne arrestato lo scorso 14 febbraio. Le perdite accertate fino ad ora sono state stimate in 730 milioni per i soli derivati. Truffa, turbativa, ostacolo agli organi di vigilanza, false comunicazioni e manipolazione del mercato i reati ipotizzati, a vario titolo, agli indagati, che in tutto dovrebbero essere una quindicina.
Pubblicato da tdy22 in marzo 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/07/lautopsia-in-mps-david-rossi/
MPS e David Rossi: il fantasma di Tangentopoli si affaccia, insanguinato
L’Italia si è appena recata alle urne. Il Pd ha pagato lo scotto degli errori commessi in campagna elettorale e, soprattutto, lo scandalo MPS portato alla luce. Tra giaguari e tacchini, tra rivoluzioni e “fuori tutti”, quella porta è rimasta socchiusa, ma qualcosa continuava a ribollire. Nel migliore stile italiano, ci deve “scappare il morto” perché l’attenzione mediatica torni a puntare l’attenzione. Bersani ha rinnovato oggi i suoi otto punti, e tra questi spiccano: conflitti d’interessi e legalità, temi cari a tutti gli italiani che ogni giorno escono di casa per recarsi ad un lavoro che permetta loro di arrivare degnamente a fine mese (gli “eletti” che ne hanno la possibilità, almeno, perché al giorno d’oggi un contratto è un lusso). Ed ecco che una manciata di ore dopo una vita viene stroncata, schiantata sull’asfalto, schiacciata da una storia di cui molto resta ancora da scoprire. David Rossi era una figura di spicco del Monte Paschi, braccio destro di Mussari per anni, capo della comunicazione, colui che è riuscito a creare l’aura glamour per il quale la banca era conosciuta. Ora si è girato lo specchio: dopo innumerevoli piccoli imprenditori che si sono tolti la vita a causa della gestione delle banche, per la prima volta è qualcuno dell’”altra parte” a compiere il gesto estremo. Non un indagato, nonostante da giorni si rincorrano le voci di un suo possibile inserimento nel registro della procura, ma una persona che ha subito le perquisizioni della Guardia di Finanza. Rossi ha lasciato solo poche parole di spiegazione: “Ho fatto una cavolata”, ma ancora non è dato sapere di cosa si tratti e le supposizioni sono inutili. Il suo sangue brilla ora in questo buco nero che ha inghiottito la legalità delle alte sfere italiane mentre il fronte giudiziario continua ad allargarsi. Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale della Toscana, è stato ascoltato ieri come persona informata dei fatti e si scava sul presunto patto di spartizione siglato dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e dall’ex sindaco di Siena del Pd, Franco Ceccuzzi. Come se non bastasse, si sentono le prime voci di intercettazioni telefoniche scottanti anche se dalla procura di Siena non ci sono state fughe di notizie. I politici ora si dividono fra chi freme e chi teme, tra uno “che viene dalla benzina” e un altro che gira mascherato e ha costruito parte della sua campagna elettorale sul prestito da 4 miliardi di euro sottoscritto dallo Stato per salvare Rocca Salimbeni, in questo sì, in accordo con un Pdl che da parte sua scende in piazza contro la magistratura. L’unica cosa certa, ora, è che dopo “lacrime e sangue” richiesti ai cittadini, ora c’è stato il primo sangue versato da chi sta dall’altro lato della barricata, qualcuno che forse ha solo riposto fiducia nelle persone sbagliate. Tangentopoli potrebbe essere di nuovo in mezzo a noi, e non abbiamo più nessuno in cui riporre fiducia, perché ce l’hanno succhiata tutta in questi anni.
Pubblicato da tdy22 in marzo 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/07/mps-e-david-rossi-il-fantasma-di-tangentopoli-si-affaccia-insanguinato/
L’ultimo messaggio di David Rossi!
Gli investigatori avrebbero trovato nel cestino dell’ufficio un foglietto accartocciato. Sopra, secondo quanto si apprende, sarebbe stato vergato: ‘Ho fatto una cavolata‘. L’ufficio, ora sotto sequestro, è stato trovato aperto, il computer acceso e la giacca sulla sedia. Tutte le carte che erano sul tavolo sono state sequestrate. Cosa intendeva il dirigente? Di cosa aveva paura? Quale era quella cavolata? Ora si sta indagando su cosa ha spinto David Rossi a lanciarsi dalla finestra del suo ufficio.
Pubblicato da tdy22 in marzo 6, 2013
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CHI ERA DAVID ROSSI?
Uno dei dirigenti della banca, il responsabile della comunicazione David Rossi, si è gettato da una finestra della Rocca morendo poco dopo l’impatto al suolo. Inutili i tentativi di rianimarlo. Tutto è accaduto questa sera senza apparenti motivi. Tra l’altro Rossi non risultava nemmeno tra le persone indagate anche se è stato ascoltato dai magistrati per le note vicende riconducibili allo scandalo Monte dei Paschi di Siena. Rossi è un elemento di spicco che da anni ricopriva il prestigioso incarico a lui affidato dalla vecchia direzione. Strettissimi i rapporti, anche personali, tra il dirigente e il presidente Mussari. A lui erano state, di fatto, affidate le maggiori iniziative pubblicitarie del gruppo tra cui quelle che hanno visto protagonisti personaggi di statura mondiale come Pavariotti e, da ultimo, il regista Tornatore.
David Rossi era capo area comunicazione di Mps e vice presidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza aveva eseguito una doppia perquisizione: abitazione e ufficio al Monte dei Paschi. Stessa sorte che era toccata a Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps in carica all’epoca dell’emissione dei titoli tossici, e all’ex direttore generale della banca Antonio Vigni.
Dopo la diffusione della notizia, era giunto, immediato, l’attestato di stima da parte del presidente del Centro Internazionale di arte e Cultura di Palazzo Te, Angelo Crespi: Esprimo a Rossi la mia solidarietà e spero che tutto possa risolversi al meglio, posto che la situazione di Mps è molto grave e sotto gli occhi di tutti. Rossi ha dato un contributo importante all’organizzazione della mostra in corso al Te sul Novecento e del convegno a cui parteciparono i musei più importanti del mondo. Spero che quanto sta succedendo a Siena non abbia ripercussioni su di noi. Rossi, oltre che essere vice presidente, ha anche la delega alla comunicazione al marketing.
Chi era?
Campagne pubblicitarie memorabili e memorande, gadget montepaschini di ogni tipo, felpe imperdibili all’insegna del “mai più senza”, financo lo sbarco di Mps sulle passerelle milanesi dell’alta moda: senza il suo apporto creativo ed immaginifico, il brand Mps avrebbe perduto ogni aura fashion, non sarebbe stato meravigliosamente trendy come in questo ultimo lustro.
Pare che dal 2006 al 2011, sotto la guida di Mussari, la Banca abbia speso qualcosa come 355 milioni di euro in pubblicità. Grazie al guru Rossi, fino al gennaio 2012 i media nazionali hanno veicolato un’immagine positiva, se non idilliaca, dell’istituto.
Temutissimo dai giornalisti italiani esperti di economia e finanza, appena qualcuno si azzardava a scrivere qualcosa di critico su Mps, telefonata o mail a mo’ di rimbrottino non mancavano mai da parte di david Rossi, ha difeso con determinazione assoluta l’operato del management montepaschino, un fedele, anzi fedelissimo di Mussari.
Pubblicato da tdy22 in marzo 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/06/chi-era-david-rossi/
SUICIDIO NELLO STAFF DI MPS: DAVID ROSSI SI GETTA DALLA FINESTRA
David Rossi, responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, si è ucciso gettandosi da un ufficio della sede dell’istituto a Rocca Salimbeni. Rossi era stato perquisito dieci giorni fa nell’ambito dell’inchiesta sulla banca senese, ma non era indagato.
Pubblicato da tdy22 in marzo 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/06/suicidio-nello-staff-di-mps-david-rossi-si-getta-dalla-finestra/
Facciamo un patto… MPS!
In un foglio word del 2008, ora al vaglio dei magistrati che indagano su Monte Paschi, i nomi del coordinatore del Pdl Denis Verdini e dell’allora sindaco di Siena Franco Ceccuzzi del Pd. Il centrosinistra avrebbe concesso spazio dentro la banca e la fondazione in cambio di aiuti a livello nazionale e di una competizione elettorale “annacquata”. I diretti interessati smentiscono ogni attribuzione.
“Obiettivo primario – è scritto ancora – è quello di mantenere i livelli di autonomia senza particolari ingerenze da parte delle autorità centrali”. Inoltre il Pdl si impegna, in vista delle amministrative del 2009, “a ricercare una candidatura del Pdl per la presidenza della provincia di Siena che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri” e a rifuggire a “qualsiasi accordo destabilizzante con le liste civiche” in diversi comuni senesi.
Ceccuzzi, in cambio, garantiva per il rinnovo del cda della Banca nel 2009 “un consigliere di amministrazione” e di “confermare la presidenza di Antonveneta” oltre, a garantire due deputati nella “deputazione generale della Fondazione” e uno in quella amministratrice.
Entrambi i protagonisti del presunto accordo respingono con sdegno la veridicità del documento. Per Verdini, “lo pseudo-documento circa un presunto e fantomatico accordo di non belligeranza fra Pdl e Pd che sarebbe stato sottoscritto da me e dall’ex deputato del Pd e sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, è totalmente falso, inventato di sana pianta, una polpetta avvelenata”. Verdini si riserva di “perseguire ogni via legale contro chiunque persevera” ad attribuire a lui un ruolo. “Diffido chiunque – continua – dall’attribuirmi questa bufala totale, invito le Procure di Siena e di Firenze a un minimo di serietà, a evitare di dare peso a simili fandonie, peraltro diffuse nel pieno di una campagna elettorale assai delicata, alimentando una possibile, quanto inesistente, responsabilità del Pdl nello scandalo e nella gestione dell’Mps e di Antonveneta”.
Parla di “polpetta avvelenata” e “atto intimidatorio” anche Franco Ceccuzzi: “Smentisco categoricamente di aver mai siglato con Denis Verdini o Angelo Pollina del Pdl un qualunque accordo o firmato un qualunque documento relativo a Banca Mps o alle problematiche di governo del territorio senese. Si tratta di un atto palesemente falso, tanto da non essere né firmato né siglato dal sottoscritto. Qualcuno – aggiunge – sta disseminando polpette avvelenate per interrompere il percorso per la mia candidatura a sindaco di Siena”.
Intanto Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza di Mps detenuto a San Vittore, ha riferito al gip durante l’interrogatorio di garanzia che la ristrutturazione di Alexandria “era stata decisa direttamente dal direttore generale, Vigni, senza che il comitato finanza prendesse una decisione poiché aveva competenze solo sul passivo”. Ma per il gip, Baldassarri “può indubbiamente definirsi il regista” dell’operazione, come scrive nelle 26 pagine dell’ordinanza di detenzione.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/19/facciamo-un-patto-mps/
Napolitano a San Vittore… “La situazione è grave!”
Pubblicato da tdy22 in febbraio 6, 2013
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