Aggressione a Scampia: una baby gang riduce in fin di vita un 21enne

baby-gang-tuttacronacaUna baby gang composta da 10 ragazzi, tutti di un’età compresa tra i 14 e i 18 anni, hanno aggredito un giovane ieri sera a Scampia, attorno alle 23, colpendolo con pugni in faccia e calci fino a ridurlo a fin di vita. Agli arresti, con l’accusa di tentato omicidio, finisce un quindicenne di Secondigliano accompagnato nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. E’ stato l’intervento di una pattuglia intenta a un giro di controllo a fermare l’aggressione, quando la vittima era già accovacciata a terra, chiedeva aiuto e cercava disperatamente di ripararsi dalla furia degli aggressori. Non solo i suoi aguzzini non hanno avuto pietà ma uno di loro ha anche estratto un coltello con il quale ha iniziato a colpirlo. Solo grazie all’immediato intervento degli agenti, il giovane è riuscito a salvarsi. Alla vista dell’auto della Polizia, infatti, gli aggressori si sono dati alla fuga. I poliziotti sono riusciti a bloccare il ragazzino mentre uno dei complici, nel frattempo, ha fatto sparire il coltello.  Accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli – dove è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza per le numerose ferite al torace – il ragazzo è ancora in prognosi riservata.

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Catturato Pietro Esposito, il pentito di camorra evaso

pietro_esposito-tuttacronacaE’ stato catturato a Forlì, a casa della sorella, il pentito di camorra Pietro Esposito. Il 47enne era evaso il 15 dicembre dal carcere di Pescara dove si trovava, dopo aver terminato di scontare la pena per due omicidi, per una precedente evasione. Prima di pentirsi, sarebbe stato uno dei killer protagonisti della faida di Scampia. Esposito era tra i  fedelissimo del clan Di Lucia, stretto alleato dei Di Lauro. Le sue dichiarazioni portarono all’ordinanza di custodia nei confronti del boss Paolo Di Lauro e a individuare anche i responsabili dell’omicidio di Gelsomina Verde, in cui era coinvolto e per il quale fu condannato. La 22enne fu uccisa nel 2004 durante la faida di Scampia perché fidanzata di un esponente degli scissionisti. Il pentito non ha opposto resistenza quando è stato bloccato dopo che degli agenti  lo avevano notato mentre si aggirava nei pressi di un bed&breakfast. Hanno così ipotizzato che potesse soggiornare nella struttura ma poi è emerso che era dalla sorella.

Il tigrotto trovato nelle campagne di Mugnano di Napoli

tigrotto-tuttacronacaGli agenti del commissariato di Scampia hanno trovato, in un casolare nelle campagne di Mugnano di Napoli, un tigrotto di appena 4-5 mesi ma già pericoloso per l’uomo. La scoperta è stata fatta all’interno di un’azienda agricola adibita anche alla rivendita di prodotti ortofrutticoli, dove il cucciolo era rinchiuso in una gabbia. Stando a quanto il proprietario del casolare ha riferito e come riporta Repubblica, l’animale veniva custodito, dopo esser stato trovato un paio di mesi fa nella zona campestre nei pressi dell’azienda agricola, attesa di un acquirente disposto a comprarla. Gli investigatori stanno vagliando tale versione. La scoperta è avvenuta a seguito della segnalazione di una partita, in zona, di armi che al momento non sono ancora state rinvenute. Stando ai primi riscontri, il titolare dell’azienda è incensurato e non risulta legato ad alcun gruppo criminale dell’area a nord del capoluogo campano. Il felino, che gode di buona salute, sarà messo in sicurezza dal personale e dai veterinari dell’Asl e accudito in una struttura specializzata.

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Fiamme a Napoli: incendiata la sede del Comitato Vele di Scampia

comitato-vele-scampia-tuttacronaca“Ma noi non molliamo, è un danno per tutti”. E’ il messaggio che si legge sulla pagina Facebook del Comitato Vele di Scampia, a Napoli, la cui sede è stata data alle fiamme la scorsa notte. Dalla Questura, spiega il Mattino, si è saputo che l’incendio ha distrutto l’arredo della sede, che si trova al piano terra in viale della Resistenza, nella Vela Gialla, nel cuore di Scampia. Mentre la polizia è impegnata nelle indagini, inoltre, è stato reso noto che prima dell’incendio sono stati tagliati i tubi delle bombole di gpl del riscaldamento e le stesse bombole sono state portate all’esterno per evitare esplosioni. Il Comitato è da tempo impegnato per il rilancio del quartiere.

Bufera in nazionale Prandelli risponde a Cassano in attesa di Armenia

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«Cassano dice che convoco tutti tranne lui e non capisce perché? Non rispondo, perché bisognerebbe fare un discorso e non una battuta: e dico questo per rispetto di Antonio», così Prandelli alla vigilia di Italia- Armenia. Lo stesso tecnico ha poi aggiunto: «Abbiamo vissuto giorni pieni di polemiche: evidentemente il Mondiale è cominciato in anticipo».

«Al Brasile ci penso, è un bellissimo paese: andarci in vacanza direi di sì, per il resto la vedo molto, molto dura»: così aveva detto Antonio Cassano, rilanciando la sua candidatura azzurra al Mondiale. «È un anno e mezzo che Prandelli non mi chiama – ha aggiunto l’attaccante del Parma in un’intervista a “TikiTaka”, in onda domani sera su Italia1 – Se in un anno e mezzo ha chiamato tutti tranne me avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza: non piangerò».

Ancora polemiche tra gli esclusi, mentre l’Italia, tra un “fallo di mano” e un uscita poco felice di Balotelli, si prepara nel tentativo di conservare la sua imbattibilità,

Capacchione: “Balotelli è un bambino viziato, capriccioso e pieno di soldi”

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 La Nazionale di Prandelli è arrivata sul campo del Nuovo Quarto per l’allenamento inserito nell’ambito di “operazione legalità” e centinaia di tifosi hanno incitato i loro idoli, in particolar modo Balotelli e Insigne. Ma non sono mancate le critiche a SuperMario, nell’ambito della polemica innescata dal suo tweet di ieri: “Io simbolo anti-camorra? Vengo a Quarto solo per giocare a calcio”. Ad attaccare il giocatore è stata la senatrice del Pd Rosaria Capacchione, che in passato è stata vittima di minacce per il suo impegno contro la criminalità organizzata: “Balotelli è un imbec***e. Un bambino capriccioso, viziato e pieno di soldi. Il messaggio che ha lanciato, visto anche il suo passato, è inopportuno”. Anche Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, ha commentato l’episodio: “Ho letto le dichiarazioni di Balotelli che si rifiuta di essere considerato un simbolo della lotta contro la camorra. Sono rimasto quanto mai perplesso proprio perché è un campione molto amato dai ragazzi. Temo che dietro il suo altolà si nasconda il timore di essere “usato” come testimonial. Ci vorrebbe qualcuno che gli spiegasse che qui non si sta sponsorizzando un prodotto commerciale, ma una campagna di civiltà e di legalità. Ci vorrebbe che qualcuno gli spiegasse che la camorra usa i giovani e li porta al macello per i suoi sporchi interessi. Insomma ci vorrebbe qualcuno che dicesse chiaro a Balotelli che se gli piace il ruolo di ragazzo terribile, lo può pure fare, ma senza utilizzare la lotta di tanti ragazzi napoletani contro la camorra, andando controcorrente per avere un titolo di rottura, l’ennesimo, sui giornali”. Pentangelo ha poi concluso: “La lotta alla camorra dalle nostre parti è una cosa seria. Stavolta, per favore, Balotelli si faccia da parte e lasci il palcoscenico a chi se lo merita”.

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Balo chiede scusa per il “fallo di mano”? La Figc lo fa per lui

mario-balotelli-italia-tuttacronaca-scuseHa parlato ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport il presidente della Figc, Giancarlo Abete. E non può esimersi dal rivolgere un pensiero a Balo e al suo tweet di ieri con cui rigettava l’ipotesi di essere un simbolo anticamorra: “A volte Mario dovrebbe essere più prudente con le sue comunicazioni. Sta vivendo un periodo impegnativo ma la pressione mediatica su di lui è troppo elevata, bisogna capirlo. Ci sono momenti in cui tutti possono avere dei problemi. Ha 23 anni e deve crescere”. Ma parla anche della manata con cui SuperMario ha colpito la telecamera di Mediaset all’arrivo alla stazione di Napoli al seguito della Nazionale: “Balotelli è stanco di essere sempre nell’occhio del ciclone, i suoi valori sono positivi e ne siamo convinti. Ha il carattere tipico di un ragazzo tutt’altro che passivo, ha personalità. Detto ciò, la Nazionale esprime certi valori e lui deve uniformarsi. Ma l’attenzione da parte dei media, nel caso di Balotelli, è sempre rivolta più al personaggio che al calciatore”. Ma i due episodi che ieri hanno caratterizzato la giornata dell’attaccante non sono piaciuti a molti in Federazione, che ora invocano il codice etico. Nel frattempo, è stato previsto per oggi un faccia a faccia tra il giocatore e Prandelli. A presentare le scuse, in esclusiva per Sport Mediaset, per il gesto di ieri sera di Mario è stato il direttore generale Figc, Antonello Valentini: “Mario Balotelli chiede scusa a tutta Mediaset e all’operatore. Ho visto con lui le immagini e ci ho parlato. E’ stato un gesto di insofferenza dovuto alla grande folla”. Spiega Valentini: “Mario ha cercato di liberarsi dal grande pubblico, senza violenze, sopraffazioni o mancanza di rispetto. E’ stato un momento di nervosismo”. Nervosismo, dice il d.g., “dovuto all’assalto, affettuoso, dei tifosi napoletani. Mario mi ha detto che non poteva andare né avanti né indietro e per questo si è fatto spazio nel modo in cui avete visto. La Nazionale deve essere casa sua e qui deve comportarsi come si comporta al Milan, rispettando le regola di autodisciplina”.

La Nazionale arriva a Napoli… tra la folla e l’ultima Balotellata!

balo-nazionale-manata-tuttacronacaE’ arrivata alla stazione di Piazza Garibaldi a Napoli la Nazionale di Prandelli che martedì disputerà la partita contro l’Armenia. Ad accogliere gli azzurri oltre 400 tifosi pronti ad applaudire i nostri campioni. Sopra le loro teste diversi striscioni, uno con la scritta: “È un sogno che si avvera, Balotelli la nostra bandiera”. Ma per martedì è organizzata anche la manifestazione in favore della Terra dei Fuochi e anche maglie con la scritta “15-10-2013, San Paolo in lutto, noi vogliamo vivere” hanno fatto la loro comparsa. Cori, flash e applausi. Una festa improvvisata che ha fatto dire all’allenatore:  “Bella accoglienza, grazie a tutti”.

Ma non poteva mancare la nota stonata che arriva sotto forma di Balotellata. Decisamente non è la giornata per l’attaccante: dopo i problemi di salute e la polemica dopo il tweet postato oggi per rispondere al titolo della Gazzetta dello Sport che lo definiva “simbolo anticamorra” (appellattivo che SuperMario non ha apprezzato), il milanista se l’è presa con la troupe di Mediaset mentre lasciava la stazione e i tifosi premevano su di lui. Molte telecamere lo seguivano e lui ha reagito colpendo due volte la telecamera del Biscione.

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Balo simbolo anticamorra? Il rossonero non ci sta e respinge “l’offesa”!

balotelli-anticamorra-tuttacronacaMentre i vip d’Italia si sono fotografati con i cartelli per “adottare” i comuni della Terra dei Fuochi ed è stato lanciato l’appello di “vestire” il San Paolo a lutto in occasione della partita Italia-Armenia che si disputerà martedì, a Balotelli non piace l’idea di essere definito “simbolo anticamorra”. Quella stessa camorra che dissemina rifiuti tossici sul territorio e contro la quale tanto si protesta. La Gazzetta dello Sport oggi ha pubblicato un pezzo il cui titolo non è piaciuto al bomber rossonero e della Nazionale:

balotelli-titolo-tuttacronacaNell’articolo, a firma Luigi Garlando, si legge: “domani a Quarto presterà la sua immagine forte al servizio della legalità, contro la camorra, attaccando così una pezza sull’infelice comparsata a Scampia”. Lunedì, infatti, la squadra di Prandelli si allenerà allo stadio Comunale Giarrusso di Quarto, l’impianto in provincia di Napoli della Nuova Quarto per la Legalità, squadra nata dopo il sequestro da parte della magistratura della società di proprietà di un clan camorristico. Il senso è che SuperMario, nonostante l’indolenzimento all’adduttore del pre-partita contro la Danimarca, e che ora è infastidito dalla febbre, scenderà in campo con la sua squadra per manifestare il suo no alla camorra. Il che potrebbe anche portare a mettere nel dimenticatoio le polemiche su di lui dopo una visita del calciatore a Scampia (con accuse che lui si era tra l’altro affrettato a smentire). Un messaggio positivo dunque. Che l’attaccante non ha gradito ed ha commentato in Twitter:

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Insomma, un segnale positivo sembra quasi essere letto come “un’offesa” che si sente in dovere di rispedire al mittente. E se sicuramente non si pensa a Balotelli come simbolo anticamorra, meraviglia che si affretti a smentirlo, come se potesse intaccare la sua immagine.

Cocaina e crack spuntano dai tombini!!!

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Quattrocento dosi spuntano dai tombini, crack ed eroina, in 11 buste di cellophane, per un valore di oltre 5 mila euro, sono stati rinvenuti in un tombino di via Fratelli Cervi, a Scampia, Napoli. Il pusher, avvertito da una delle «vedette», è riuscito a dileguarsi a bordo di uno scooter. Il tombino serviva da deposito.

 

Scuola a rischio chiusura per “saccheggio continuato”

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Avevano lottato per avere attrezzature informatiche e strumentali, ma è bastato un blitz notturno per portare via ogni strumento a disposizione di professori e alunni. Così l’istituto comprensivo Virgilio IV di via Labriola, a Scampia, Napoli, rischia la chiusura. I ladri portando via i computer e gli strumenti musicali, e sottraendo anche gli accessori indispensabili quali tastiere e mouse, hanno messo in crisi l’intero Istituto già vittima a inizio dell’anno di un altro atto vandalico.

Hanno rubato tutto quello che la scuola aveva faticosamente conquistato con progetti e sacrifici. L’istituto comprensivo Virgilio IV di via Labriola, a Scampia, è stato letteralmente spogliato di ogni bene a disposizione di professori e alunni con un blitz notturno che ha fatto saprire dall’edificio tutte le attrezzature informatiche e strumentali.  La scuola che serve una platea di 800 alunni è, per il momento, chiusa e non sono state diffuse comunicazioni ufficiali sulla ripresa delle attività scolastiche.

«A Napoli nord ora si rischia di chiudere pure le scuole per saccheggio continuato», dichiara Angelo Pisani, presidente della Municipalità. «Chi ci va di mezzo sono sempre e soltanto i nostri figli che, dopo essere stati avvelenati dalla criminalità, adesso qualcuno sta cercando di rubargli il futuro vandalizzando le scuole, il vero e ultimo baluardo di legalità».

Uccide la madre… per un bicchiere d’acqua

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La madre si era rifiutata di portargli un bicchiere d’acqua e il 28enne Ciro Ciccarelli ha reagito con violenza, picchiandola con pugni al viso, alle tempie e agli occhi. E’ stata aggredita così, dal suo stesso figlio, la 52enne Anna Fiume, nella sua casa a Scampia, Napoli. Dopo essere stata picchiata in una stanzetta, la donna si è recata nel bagno attiguo, dove si è accasciata al suolo, forse per un malore, ed è morta. L’uomo, che ha ammesso le sue responsabilità, è stato arrestato. Il medico legale, Pasquale Guglielmo, durante i primi esami sul corpo della vittima ha rilevato numerose ecchimosi al viso ma nessun segno di ferite mortali causate da una possibile caduta. Solo l’autopsia potrà però chiarire le cause della morte della Fiume, affetta da patologie renali e cardiache, mentre il commissariato di Scampia sta indagando sull’accaduto e ha appreso che c’erano spesso litigi tra madre e figlio, tossicodipendente e con precedenti per lesioni e stupefacenti. Quando gli agenti sono arrivati sul luogo, in via Ghisleri, il ragazzo, che ha tentato la fuga ma è stato bloccato, si trovava in un’altra camera, in uno stato di forte agitazione e con il viso ricoperto di escoriazioni. Il giovane ha cercato di fuggire, ma è stato bloccato dai poliziotti. La scientifica ha rilevato tracce di sangue sui mobili e sul pavimento, evidentemente il risultato della violenta colluttazione tra i due.

Due fosse e delle croci: scoperta shock nelle terre confiscate alla camorra

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I responsabili della cooperativa R(esistenza), che gestisce il bene confiscato alla camorra ‘Fondo rustico Amato Lamberti’ di Chiaiano e presidio di ‘Libera’ a Scampia, hanno fatto una scoperta shock questa mattina: all’interno dell’appezzamento sono state scavate due grandi fosse scavate a mo’ di tomba e, poco distante, sono state trovate anche delle croci fatte di terra. La polizia è accorsa al vigneto di 14 ettari che, assieme a un pescheto, era stato confiscato al clan Polverino e ora si segue la pista dell’intimidazione, pur non escludendo che chi ha scavato lo abbia fatto per riappropriarsi di qualcosa lasciato sottoterra. Il presidente dell’associazione R(esistenza) ha affermato: “Non vogliamo creare allarmismi ma non possiamo neanche sottovalutare quanto è successo, un episodio che si aggiunge ad altre intimidazioni ricevute negli ultimi mesi”. E prosegue: “L’ultimo precedente – ricorda Corona – risale al giorno dopo Pasquetta: avevamo organizzato una festa il giorno prima per 500 persone. Ci vennero a dire che il fondo era loro. In precedenza c’era stato il furto di 50 ciliegi. Anche quello che è successo l’altra notte, con le due fosse scavate, è un segnale per dire che non rinunciano a quel pezzo di terra”.

Mario risponde in Twitter alle accuse… e il Milan cancella!

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Dopo che un pentito ha dichiarato che Balotelli avrebbe spacciato droga a Scampia per scherzo, il campione rossonero non si è potuto esimere dal rispondere per le rime, affidando il suo messaggio a Twitter: “Ahahaha adesso spaccio droga! Prima andavo a put..E magari poi lo prenderò anche in… Ma VERGOGNATEVI”. E aggiunge: “Usate il mio nome non per odience”. Come ha reso noto La Stampa, dopo solo pochi minuti il suo commento è sparito dalla bacheca: è bastata una chiamata del Milan per far fare dietrofront a Mario.

Balotelli spacciò droga a Scampia per scherzo: lo dichiara un pentito

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Armando De Rosa, un pentito della camorra, durante un interrogatorio reso ai pm di Napoli Antonio D’Amato e Enrica Parascandolo, ha rivelato un particolare legato al passato del Mario nazionale. Secondo l’uomo, ascoltato nell’ambito dell’inchiesta su riciclaggio e ristorazione, Balotelli si sarebbe messo a a spacciare droga per scherzo nel quartiere Scampia, durante un suo soggiorno a Napoli negli anni scorsi. Il collaboratore di giustizia autore delle rivelazioni, a quanto si è appreso, sarebbe legato al gruppo dei Vanella Grassi, i cosiddetti Girati, uno dei clan malavitosi attivi a Scampia. De Rosa riferisce ai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo che il calciatore, che aveva espresso il desiderio di visitare Scampia e si era recato nel quartiere accompagnato da alcuni esponenti di un clan, «dopo aver assistito ad alcune cessioni , per scherzare chiese anche di poter spacciare lui alcune dosi e così fu lui a consegnarle ad un cliente che passava. Ricordo anche – ha aggiunto il pentito – che chiedemmo a quel tossico se avesse riconosciuto Balotelli ma lui neanche ci credette». Il verbale dell’interrogatorio è stato depositato agli atti del processo in corso a Napoli davanti alla settima sezione del tribunale.

Negli anni scorsi, la visita del calciatore a Scampia era già stata resa nota. Lo stesso Corriere, nel giugno 2011, scriveva:

L’attaccante del Manchester City, la mattina dell’8 giugno 2010, si trovava a Scampia, nelle cosiddette «case dei Puffi», la zona dove si spacciano ogni giorno quintali di droga, «in compagnia di due elementi di spicco di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli, ovvero Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposito, del clan degli Scissionisti». È quanto riferisce un’informativa consegnata alla Dda di Napoli dai carabinieri del gruppo investigativo di Castello di Cisterna e di cui parla oggi il quotidiano «Il Mattino» di Napoli.

L’informativa si basa sulle rivelazioni di una fonte fiduciaria «la cui attendibilità risulta essere già provata. La fonte asseriva che proprio il Balotelli – scrivono i carabinieri – che si trovava a Napoli in occasione del premio Golden Goal, aveva chiesto di visitare i famigerati luoghi dello spaccio di Scampia tanto pubblicizzati nelle cronache e che per soddisfare la sua richiesta la paranza dei Puffi gli ha mostrato le modalità con cui si consuma lo spaccio quotidiano». Inoltre, successivamente Balotelli sarebbe stato «ospitato in una dependance del rione per scattare delle foto ricordo con il Silvestri, con l’Esposito e con altre persone ivi presenti».

Leggi la risposta di Balo!

E se la verità di Yara fosse nel libro di Saviano?

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«Quello che Saviano ha scritto nel suo libro è tutto falso: lo querelo. E mi verrebbe voglia di affidare a lui le chiavi della mia ditta, che con impegno e sacrificio io e i miei dipendenti stiamo cercando di portare avanti».  Queste le parole di Patrizio Locatelli, titolare della Lopav-Pima nota impresa specializzata in pavimentazioni. Suo padre però è Pasquale Claudio Locatelli, originario di Almenno San Bartolomeo, uno dei più attivi narcotrafficanti internazionali degli anni ’90, in arte «Mario di Madrid», noto anche come «Diabolik», ed è proprio a quest’uomo che Saviano dedica un intero capitolo del libro-inchiesta sulla cocaina, intitolato “Zero Zero Zero”. Saviano nelle sue pagine accenna anche ai figli Pasquale, Patrizio e Massimiliano, che furono arrestati nel 2010.

Ma come si inserirebbe il delitto di Yara in questo contesto?

Chi aveva in passato ha provato a legare il delitto di Yara con la criminalità organizzata è stato querelato. In particolare quelle testate giornalistiche che accennavano a legami  fra la Lopav e Fulvio Gambirasio, il papà di Yara.

E se Saviano sostiene che Fulvio Gambirasio abbia testimoniato in un processo contro Pasquale Locatelli, è lo stesso papà di Yara che ha suo tempo smentì categoricamente questa testimonianza. Ma di recente lo stesso Patrizio Locatelli conferma che è inesatto ciò che è scritto nel libro Zero Zero Zero:   Io e Fulvio – conferma Patrizio Locatelli – ci conosciamo da molto tempo, siamo compaesani. Dopo essere uscito dal carcere, l’ho incontrato casualmente e gli ho fatto le condoglianze. Lui mi ha abbracciato, dicendo di essere dispiaciuto che i media mi avessero coinvolto, a torto, nella vicenda di Yara. Tutto il resto sono fantasie».

Uno sguardo alla… mozzarella in carrozza

La ricetta puoi trovarla QUI!

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Roberto Saviano e Zero Zero Zero

Saviano e il caporalato

Roberto Saviano e Gomorra

Gente che racconta Scampia e non solo… Roberto Saviano!

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Uno sguardo a Scampia… libertà!

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Uno sguardo a Scampia… 4 chiacchiere!

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Uno sguardo a… SCAMPIA, Napoli!

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Si ripristina l’ordine a Fuorigrotta: l’evoluzione di Gomorra 2

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Viale Kennedy, a Fuorigrotta, è stato in questi giorni il set di alcune scene di Gomorra 2, la fiction di Sky tratta dal libro di Roberto Saviano. A pochi passi dallo stadio San Paolo e dalla Mostra d’Oltremare, il tratto finale della strada ha visto una rivoluzione nella circolazione, con una parziale chiusura al traffico e senza auto in sosta in prossimità dei luoghi delle riprese. Le foto che vedete arrivano dal nostro “inviato speciale” Vd1cgnd, che ci ha tenuti aggiornati sugli sviluppi e oggi non ha mancato di farci sapere che la situazione sta tornando alla normalità. Prossimamente il set si sposterà, per alcuni giorni, anche a Ferrara e Roma e sono previste due settimane di riprese in terra spagnola. Per vedere il risultato finale della serie in 12 episodi prodotta da Cattleya e Fandango per Sky, si dovrà aspettare presumibilmente la prima metà del 2014.

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Se anche voi avete delle immagini che “narrano questa lavorazione” non esitate ad inviarcele! E ancora… GRAZIE Vd1cgnd!

Triplice delitto a Napoli… ma è solo un set!

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Un triplice delitto in viale Kennedy, in uno dei quartieri più popolosi di Napoli: Fuorigrotta. Sembra tutto vero ma è solo il set di Gomorra 2, la fiction di Sky realizzata con la consulenza di Roberto Saviano. Dopo le polemiche con la Municipalità di Scampia, che non voleva la troupe nelle sue strade, il set si è spostato a Fuorigrotta, a due passi dallo stadio San Paolo.

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IL CROLLO DELLA SANITA’ IN CASO DI SISMA! Tutti giù per terra.

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Quando i luoghi di cura diventano trappole mortali, spesso tombe dei pazienti con limitata capacità deambulatoria! Dopo il crollo del palazzo a Riviera di Chiaia a Napoli è tornato d’attualità (come se ci fosse bisogno di pubblicità) la sicurezza statica degli edifici ospedalieri (degli altri ormai non ci facciamo più carico, salvo poi condannare gli scienziati e non gli amministratori nel caso dell’Aquila).

Stando infatti a una denuncia del Sindacato medici italiani (Smi) che cita l’ultima inchiesta parlamentare sull’efficienza del servizio sanitario nazionale, da un’indagine a campione su 200 ospedali è emerso che, in caso di scossa di terremoto, il 75% addirittura si sbriciolerebbe.
A Napoli il più esposto a questo rischio è lo storico ospedale Annunziata. «È un fatto gravissimo – dicono il presidente nazionale e il segretario organizzativo regionale dello Smi, Giuseppe Del Barone e Mario Iovane – L’ospedale dovrebbe essere il luogo più sicuro, dovrebbe garantire il massimo della tranquillità ai pazienti e ai professionisti che vi operano. E invece ci troviamo ancora di fronte a situazioni di profondo degrado che addirittura mettono a rischio la vita delle persone. Non si possono non avere negli occhi le immagini strazianti di quanto successo a L’Aquila, la storia dovrebbe insegnare».
Secondo lo studio a campione citato dallo Smi, il 75% dei 200 edifici ospedalieri presi in esame mostra gravi carenze e si sbriciolerebbe nel caso di un sisma di 6,2 o 6,3 gradi Richter. Altrettanto alto il numero di ospedali che da una scossa ne uscirebbe fortemente lesionati e inagibili. Le strutture più esposte a questo rischio, secondo lo studio, sono distribuite lungo l’arco appenninico, nella zona dell’Italia centrale e soprattutto meridionale, in particolare in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
A Napoli 2 corpi dello storico ospedale Annunziata che risalgono al 1889 sono nella black list delle strutture più pericolose. «La cosa più grave – dicono Del Barone e Iovane – è che non è mai stata fatta una ricognizione organica sulla sicurezza statica di tutte le strutture ospedaliere d’Italia e della Campania. Conosciamo l’attenzione del presidente Caldoro per queste tematiche e a lui facciamo appello affinchè si prepari un rapporto preciso e dettagliato sulle negatività degli ospedali campani e si proceda con un piano di interventi per metterli in sicurezza».
Ma di sicurezza in ospedali e guardie mediche si parla anche da un altro punto di vista. Secondo lo Smi, in particolare a Napoli e provincia, ci sono presidi che per affluenza, condizioni di lavoro e soprattutto per episodi di violenza e aggressioni, espongono a gravi rischi medici e pazienti. Si tratta in particolare del Cardarelli, del San Giovanni Bosco, del Loreto Mare delle guardie mediche di San Giorgio a Cremano e Scampia e degli ospedali di Boscotrecase e Castellammare di Stabia. «Sono anni che si fanno denunce su questo problema – dicono il vicesegretario nazionale e quello regionale Luigi De Lucia e Salvatore Marotta – e sono anni che vengono avanzate proposte di vario genere. Ma una prima soluzione è semplicissima: istallare subito telecamere a circuito chiuso».

Ma naturalmente Monti ha tagliato i finanziamenti agli ospedali per impinguare le banche… quindi in caso di aggressione, la violenza è assicurata, in caso di sima… tutti giù per terra!

Arrestato il boss: FELICE LEONARDI

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Il boss latitante Felice Leonardi, a capo dell’omonimo gruppo camorristico che opera nella zona di Scampia, a Napoli, è stato arrestato dai carabinieri a Giugliano (Napoli). Felice Leonardi, di 26 anni, era a capo della cosca dopo l’arresto del padre, Antonio.
Il boss è stato bloccato all’interno di un’abitazione insieme con Michele Silvestro, di 28 anni, elemento di spicco del clan. Entrambi erano ricercati per traffico internazionale di stupefacenti. Il clan dei Leonardi è ritenuto alleato con il clan dei cosiddetti Girati della zona di Vanella Grassi.
Felice Leonardi (figlio di Antonio 52 anni, detto ‘Chiappellone’) e Silvestro, erano ricercati dal 19 settembre su ordinanza di custodia cautelare emessa a richiesta della Dda di Napoli per associazione di tipo mafioso e per detenzione, spaccio e traffico internazionale di stupefacenti perpetrato tra l’area nord di Napoli, Spagna e Romania.
I due sono stati individuati in un’abitazione in via Masseria Vecchia, in località Varcaturo, venendo bloccati dai militari della compagnia di Giugliano che dopo aver accerchiato la casa vi hanno fatto irruzione. Nessuno ha opposto resistenza nè cercato di darsi alla fuga.
Per favoreggiamento personale aggravato dall’aver favorito un clan camorristico sono stati arrestati Giustina Marchese, 40 anni ed Emanuele Di Gennaro, 19 anni, trovati all’interno del rifugio dei due latitanti ai quali assicuravano il sostentamento quotidiano.

Scampia e il carnevale del Gridas

Valerio Scaiazzo, uno dei capi della faida di Scampia, arrestato.

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7 arresti a Scampia, duro colpo alla faida

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Preso! Capodanno in carcere per un boss del narcotraffico.

Antonio Leonardi, 52 anni, latitante, uno dei 4 della faida di Scampia è stato arrestato dalla polizia. E’ uno dei più importanti narcotrafficanti d’Italia.

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A Scampia l’ascensore diventa il magazzino della droga. Sequestrate 2576 dosi

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Scampia. “Barbari criminali” dice il sindaco, ma non ha risorse contro la Camorra!

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Scampia, faida di camorra. Arrestato Raffaele Notturno, fratello del capo clan!

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Di casa in casa contro la camorra. Perquisito il lotto H di Scampia

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Sfiorata la tragedia a Scampia: un secondo ordigno inesploso. Dono di Natale?

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Scampia. Lanciano bomba carta da auto, lievemente ferita 13enne

Le scuole si illuminano a Scampia contro la mafia

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Manganelli a Scampia: Chi denuncia non rimane solo…

… ma rimane vivo?

4 novembre a Napoli

 

La festa delle Forze armate e dell’Unita’ nazionale a Scampia, quartiere della faida tra clan.
Le forze armate hanno scelto la periferia per celebrare a Napoli il 4 novembre. Cosi’ dopo la deposizione della corona d’alloro al Mausoleo di Posillipo, vertici militari e istituzionali si sono spostati a Scampia per la cerimonia dell’alzabandiera. ”Un segnale fortissimo – dice il sindaco Luigi De Magistris – un segno di compattezza e battaglia per la legalita”’.

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