Marco Travaglio e “La grande vuotezza”

marco-travaglio-tuttacronacaMarco Travaglio, dalle colonne del Fatto Quotidiano, non risparmia non tanto il film La Grande Bellezza, quanto il modo in cui la pellicola, e il suo successo all’estero, è stata accolta nel Belpaese. Per il giornalista, infatti, non solo i migliori film meriterebbero la statuetta, ma anche i “migliori commenti italiani agli Oscar”. Commenti che, aggiunge, sono “Provinciali, retorici, cialtroni, pizzaemandolineschi.” E spiega: “Un po ’ come dopo le partite dei Mondiali quando vince l’Italia: il patriottismo ritrovato, l’orgoglio tricolore, il riscatto nazionale, l’ottimismo della volontà, la metafora del Paese che rinasce, il sole sui colli fatali di Roma. Questa volta però, con l’Oscar a La grande bellezza, c’è un di più: l’esultanza di chi s’è fermato al titolo, senza capire che è paradossale come tutto il film. Ecco: quello di Sorrentino è il miglior film straniero anche e soprattutto in Italia. Il Corriere fa dire al regista che “con me vince l’Italia”, ma è altamente improbabile che l’abbia solo pensato: infatti ha dedicato l’Oscar alla famiglia reale e artistica, al Cinema e agli idoli adolescenziali (compreso – che Dio lo perdoni – Maradona, inteso però come il fantasista del calcio, non del fisco)”.

Eppure Johnny Riotta, sulla Stampa, vede nel film addirittura “un monito” e spera “che la vittoria riporti un po’ di ottimismo in giro da noi”. E perché mai? Pier Silvio B., poveretto, compra pagine di giornali per salutare l’ “avventura meravigliosa” sotto il marchio Mediaset. Sallusti vede nell’Oscar a un film coprodotto e distribuito da Medusa la rivincita giudiziaria del padrone pregiudicato (per una storia di creste su film stranieri): “Ci son voluti gli americani, direi il mondo intero, per riconoscere che Mediaset non è l’associazione a delinquere immaginata dai magistrati”. Ora magari Ghedini e Coppi allegheranno l’Oscar all’istanza di revisione del processo al Cainano. “Oggi – scrive su Repubblica Daniela D’Antonio, moglie giornalista di Sorrentino – ho scoperto di avere tantissimi amici”. Infatti Renzi invita “Paolo per una chiacchierata a tutto campo”. Napolitano sente “l’orgoglio di un certo patriottismo” per un “film che intriga per la rappresentazione dell’oggi”. Contento lui. Alemanno, erede diretto dei Vandali, Visigoti e Lanzichenecchi, vaneggia di “investire nella bellezza di Roma e nel suo immenso patrimonio artistico”. Franceschini, ex ministro del governo Letta che diede un’altra sforbiciata al tax credit del cinema, sproloquia di un “Paese che vince quando crede nei suoi talenti” e di “iniezione di fiducia nell’Italia”. Fazio, reduce da un Sanremo di rara bruttezza dedicato alla bellezza, con raccapricciante scenografia color caco marcio, vuole “restituire” e “riparare la grande bellezza”. Il sindaco Marino rende noto di aver “detto a Paolo che lo aspetto a Roma a braccia aperte per festeggiare lui e il film, per il prestigio che ha donato alla nostra città e al nostro Paese”. Ma che film ha visto? È così difficile distinguere un film da una guida turistica della proloco? In realtà, come scrive Stenio Solinas sul Giornale, quello di Sorrentino “è il film più malinconico, decadente e reazionario degli ultimi anni, epitaffio a ciglio asciutto sulla modernità e i suoi disastri”. Il referto medico-legale in forma artistica di un Paese morto di futilità e inutilità, con una classe dirigente di scrittori che non scrivono, intellettuali che non pensano, poeti muti, giornalisti nani, imprenditori da buoncostume, chirurghi da botox, donne di professione “ricche”, cardinali debolucci sulla fede ma fortissimi in culinaria, mafiosi 2. 0 che sembrano brave persone, politici inesistenti (infatti non si vedono proprio). Una fauna umanoide disperata e disperante che non crede e non serve a nulla, nessuno fa il suo mestiere, tutti parlano da soli anche in compagnia e passano da una festa all’altra per nascondersi il proprio funerale. Si salva solo chi muore, o fugge in campagna. È un mondo pieno di vuoto che non può permettersi neppure il registro del tragico: infatti rimane nel grottesco. Scambiare il film per un inno al rinascimento di Roma (peraltro sfuggito ai più) o dell’Italia significa non averlo visto o, peggio, non averci capito una mazza. Come se la Romania promuovesse Dracula a eroe nazionale e i film su Nosferatu a spot della rinascita transilvana.

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La Grande Bellezza è approdata in tv: ascolti da Oscar

sorrentino-oscar-tuttacronacaLa Grande Bellezza, trasmessa ieri sera da Canale 5, ha monopolizzato l’audience italiana facendo registrare 8,86 milioni di telespettatori e oltre il 36% di share, battendo così tutte le prime serate in programmazione sulle altre reti. L’opera di Sorrentino, fresca di premio Oscar, ha ottenuto nella prima parte 10.279.000 (35.45%), mentre nella seconda si attesta a 6.936.000 (37.52%). Guardando in casa Rai, “Un giudice meschino” su Raiuno ha fatto registrare il 19,86% di share, con 5.58 milioni di telespettatori. Peggio è andato a Ballarò, su Raitre: 7,74% di share e 2 milioni di telespettatori. Ma se festeggiano a Mediaset, sempre più storcono il naso gli esercenti cinema, riuniti nelle sigle Anec, Anem, Fice Acec, certi che il passaggio in tv penalizzerà “l’ulteriore sfruttamento dell’opera all’interno della filiera audiovisiva”. Considerando inoltre che la pellicola è ancora in proiezione in 14 cinema italiani con buon riscontro di pubblico, e che l’effetto Oscar avrebbe sicuramente aumentato gli accessi nelle sale. Ad appoggiare invece la linea Mediaset è Carl Freccero, autore televisivo e direttore negli anni 80 delle reti del Biscione, che all’HuffPost ha detto: “Credo che il passaggio in tv sia una fantastica promo per il film e che possa poi invogliare molti ad andare a rivederselo al cinema”.

Alessandra Amoroso pronta per una “futura promozione”: coach di Amici 2015

alessandra-amoroso-amici-tuttacronacaClamoroso annuncio durante la puntata odierna di Amici, che ha visto ospite Alessandra Amoroso, in studio per presentare il nuovo singolo “Non devi perdermi”. Mentre la giovane cantante stava per allontanarsi, ha preso la parola Maria De Filippi: “Alessandra Amoroso l’anno prossimo sarà direttore artistico di Amici”. Alessandra ha esclamato “Daiii?!” e le due si son strette la mano anche se la conduttrice non ha mancato di sottolineare che si può sempre cambiare idea. Certo non è la prima volta che il programma la cerca come coach, ma la cantante si era tirata indietro, in quanto non si sentiva pronta a insegnare e a giudicare i ragazzi. Ora non resta che chiedersi se verrà affiancata da Miguel Bosè o meno nel 2015 ma resta anche un altro punto interrogativo nell’aria: perchè Maria ha ufficializzato il coach di Amici 2015 senza prima sciogliere le riserve sulla new entry di Amici 2014? Forse mira ad averla già quest’anno? Se Miguel Bosè verrà riconfermato, non è ancora dato sapere chi sostituirà Emma Marrone. Girava voce della scelta di Annalisa Scarrone, ma la produzione non l’ha mai riconfermata. Non sarebbe male strappare Marco Mengoni a X Factor come giudice.

Italia1 ricorda e rende omaggio a Hoffman… con E alla fine arriva Polly???

hoffman-allafinearrivapolly-tuttacronacaIl 2 febbraio, la drammatica notizia: Philip Seymour Hoffman, attore premio Oscar per l’interpretazione di Truman Capote, è stato trovato senza vita nel suo appartamento. La scorsa settimana varie emittenti televisive hanno trasmesso alcuni dei suoi film per ricordare il magistrale attore che ha recitato, tra gli altri, in Boogie Nights, Happiness – Felicità, Magnolia, Quasi famosi, La 25ª ora, Onora il padre e la madre, Il dubbio e The Master. Oggi, se ci si sofferma a guardare Italia1 e si non si approfitta della pubblicità per fare zapping, si scopre che in serata la rete Mediaset trasmetterà un film che riporta il volto noto di tanto cinema indipendente americano. O quasi. Perchè gli spot che vengono trasmessi sono due ma hanno lo stesso oggetto. La pellicola in questione è “E alla fine arriva Polly”, opera del 2004 diretta John Hamburg e che ha per protagonisti Ben Stiller e Jennifer Aniston. Per quel che riguarda gli spot, uno è il classico trailer del film, che parla di questa “strana coppia” che viene a crearsi nel corso dei 90 minuti in cui si snoda la storia. L’altro, che spiega come Italia1 vuole ricordare e rendere omaggio al grande attore scomparso, mostra le poche scene in cui appare Hoffman e sottolineando che si tratta di una delle pellicole più divertenti dell’attore. Nulla da ridire se Italia1 torna a proporre questo film per l’ennesima volta, ma perchè scomodare un premio Oscar creandogli su misura un trailer ad hoc che, tra l’altro, non aiuta gli utenti a capire di cosa si tratta e rischiano così di rimanere profondamente delusi? Perchè non dedicargli una serata con uno dei tanti film in cui ha brillato come protagonista e non si è confuso tra altri attori secondari come Debra Messing e Alec Baldwin? Perchè voler banalizzare un attore magistrale?

Vip nascosta sotto l’identità del cane… ecco chi è Sokolino!

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Il suo nickname è Sokolino, come il suo cane, e per foto usa l’avatar di un lupo… ma chi è in realtà il personaggio famoso che frequenta assiduamente la community di TvBlog e che da circa un mese  si diverte a lasciare commenti e frecciatine al vetriolo? Maria De Filippi che non risparmia nessuno, neppure la stessa rete televisiva per la quale lavora

“Canale 5 è spento, non c’è abitudine a sintonizzarsi attualmente”.

Il suo ultimo commento piccato lo ha dedicato al passaggio di Italia’s Got Talent da Mediaset a Sky Italia.

“Scommetto che l’anno prossimo gli Skyisti o i Raisti di fronte alle esibizioni di “Italia’s Got Talent” giudicate trash su Canale 5 scriveranno “che divertente”.

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Il piano B di Belen… lontano dalla tv?

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Non è stato di certo indolore il passaggio da Mediaset a Sky di “Italia’s got talent”. Pier Silvio Berlusconi già mira ad acquistare il format de L’Isola dei Famosi per cercare di bilanciare gli ascolti, invece Belen Rodriguez e Simone Annicchiarico si sono trovati da un’ora all’altra a perdere visibilità e ora starebbero pensando seriamente a un’alternativa. In particolare il settimanale “Diva e Donna” ha ventilato anche un piano B da parte della Rodriguez che starebbe cercando la sua strada lontano dal piccolo schermo, sulla rivista si legge infatti: «Mentre Stefano De Martino è ormai ospite fisso in Rai a Quelli che il calcio, Belen Rodriguez trema: il suo programma di punta Italia ‘s Got Talent, che ha condotto con Simone Annicchiarico, è passato a sorpresa da Canale 5 a Sky. Dietro le quinte si dice che la showgirl argentina, preoccupata per il suo futuro a Mediaset, stia studiando un clamoroso piano B, lontano dalla televisione … »

Italia’s got Talent trasloca: verso Sky?

giudici-italia's got talent-tuttacronacaItalia’s got Talent pronto a traslocare? Canale 5 non ha rinnovato il contratto allo show di talenti improvvisati, veri o presunti, che probabilmente passerà su Sky. Sembrerebbe essere Sky1, il canale di intrattenimento di Sky Italia che ha già visto altre migrazioni importanti dalla tv generalista, come quella di X Factor. Ma se Mediaset, in una nota, fa riferimento al possibile interesse di “operatori a pagamento”, la notizia non ha ancora avuto conferma in ambienti ufficiali. È chiaro che l’eventuale trasloco su Sky implicherebbe una completa revisione del cast del programma a partire dal terzetto dei giudici, due dei quali sono legati in esclusiva a Mediaset ovvero Maria De Filippi e Gerry Scotti.

“L’ho vista lì”, altra supertestimone nel caso Ragusa!

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L’ennesimo capitolo della storia della misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa è andato in onda oggi, 30 gennaio, alle ore 17  durante il collegamento d’apertura della trasmissione Mediaset, Pomeriggio 5, condotta da Barbara d’Urso, che ha mostrato il video che ritrae un nuovo supertestimone del caso Ragusa. Il pubblico ha potuto vedere solo una donna che, seduta in motorino con in testa il casco, rilascia dichiarazioni all’inviata del programma di Canale 5. Barbara d’Urso, prima di mandare in onda il video, ha voluto specificare che è la prima volta che qualcuno riesce a intervistare la donna che sostiene di aver visto delle chiazze di sangue in Via Gigli mentre, col suo motorino, si recava in farmacia per prendere delle medicine che servivano al figlio. La nuova supertestimone afferma di aver visto il marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli, quella notte in Via Gigli. Inoltre la signora ha detto di aver visto una signora con un pigiama rosa, lo stesso pigiama rosa della Ragusa sparito quella stessa notte del 13 gennaio 2012.

Le dichiarazioni della nuova supertestimone vanno dunque ad arricchire quella che era stata la tesi del primo supertestimone del caso Roberta Ragusa, Loris Gozi. Quest’ultimo nel settembre scorso ha rivelato di essere stato oggetto di pesanti insulti verbali da parte di Sara Calzolaio, l’amante di Antonio Logli, che avrebbe invaso la corsia stradale sulla quale viaggiava col proprio scooter costringendolo a compiere una manovra per poter evitare l’impatto con la macchina.

Roberta Ragusa, spunta un’altra super testimone. Anche lei abita nella stessa strada della mamma scomparsa, come l’altro super testimone. La teste ha detto a Pomeriggio 5, la trasmissione pomeridiana di Mediaset condotta da Barbara D’Urso, di aver visto una donna che correva con indosso un pigiama rosa nella via e ha parlato di uno scambio di auto.

“Era in un vicolo dove c’erano degli alberi. Ma io l’ho vista, lì ferma, questa signora”.

Soldi per gli alluvionati non ce ne sono… ma la Sardegna li dà a Mediaset

SWEET_SARDINIA_gruppo-tuttacronacaAvete presente il reality Sweet Sardinia? No? Non c’è di che meravigliarsi, visto che la scorsa estate ha ottenuto, su La 5, canale del gruppo Mediaset, appena lo 0.7% di share. Eppure questo show sconosciuto è stato coprodotto dalla Regione Sardegna, insieme alla Showlab di Torino, con soldi pubblici. Il programma, che vedeva otto coppie di giovanissimi fare a gara per chi “s’innamorava di più” e girare in barca, sarebbe dovuto essere un veicolo di promozione turistica dell’isola. Proprio a questo reality Il Fatto Quotidiano ha dedicato un pezzo intitolato “La Sardegna alluvionata regala i soldi a Mediaset”, sottolineando che la Regione ha sborsato 900mila euro mentre altri 50 mila sono arrivata dalla Film Commission Sardegna, sempre casse pubbliche. Il programma, si è detto, non l’ha visto nessuno. Spiega Emiliano Liuzzi:

“Grande veicolo di promozione turistica”, disse Cappellacci ai suoi. C’è un piccolo problema: l’idea del programma era anche buona, ma lo share è stato dello 0,7 per cento. Non l’ha visto nessuno. Dentro e fuori dalla Sardegna. Confessa in maniera molto candida di non averlo visto nemmeno la conduttrice Barzaghi, 34 anni ancora non compiuti, curriculum di tutto rispetto, famosa per aver partecipato alla fictionElisa di Rivombrosa e, alcune settimane fa, a Ballando con le stelle, eliminata dalla giuria e uscita con una costola rotta: “Lavoravo al programma di Milly Carlucci quando è andato in onda il reality”, ha detto. “Purtroppo non l’ho visto. Mi hanno detto però che era molto carino”. Non sappiamo chi abbia potuto riferire una cosa del genere, visto che il programma de La 5, canale digitale Mediaset, non ha avuto il minimo successo. Nessun giornale che ne abbia parlato. Sui soldi c’è poco da aggiungere. Buona parte ce li ha messi la Regione Sardegna. 950 mila euro. Tondi tondi. Se facciamo un conto alle famiglie rimaste senza casadopol’alluvioneCappellacci ha potuto offrire 600 euro. Di più non poteva fare. Con i soldi pagati per il reality avrebbero potuto dare a ogni famiglia il doppio. Invece sono serviti per fare tivvù. Lo spiegherà Cappellacci agli alluvionati nei prossimigiorni il motivo. Difficile che gradiscano. Ma è abile. Può farcela.

Rapina ai danni di Brumotti, l’inviato di Striscia: “Hanno tentato di farmi fuori”

vittorio-brumotti-rapina-tuttacronacaL’acrobata che compie magie in sella alla sua bici, l’invisto di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti, è stato rapinato in zona San Siro mentre era impegnato a fare un servizio che sarebbe andato in onda questa sera. A renderlo noto è stato lo stesso “A Bombazza”, via social network. Il performer ha infatti postato una foto sul suo profilo Instagram dopo l’increscioso episodio. Lo si vede soccorso dai volontari della Croce bianca.  Nella puntata di stasera 27 gennaio Brumotti potrebbe raccontare qualche particolare in più sull’accaduto che ha già scatenato la reazione dei fan sui social network. “Hanno rubato attrezzatura telecamera borse ecc… – fa intanto sapere rispondendo ai messaggi dei suoi seguaci – Ma la peggio è che hanno tentato di farmi fuori!”

Toti scende in campo con FI: balletto ai vertici dei tg Mediaset

toti-berlusconi-tuttacronacaIl nuovo front man di Forza Italia sarà Giovanni Toti. Manca solo l’ufficialità ma nel frattempo, da oggi, non è più direttore di Tg4 e Studio Aperto, avendo rinunciato al suo ruolo per dedicarsi a tempo pieno al neonato partito di Berlusconi. Per questo motivo l’azienda di Berlusconi ha annunciato una riorganizzazione ai vertici dei telegiornali della rete: Mario Giordano sarà il nuovo direttore del Tg4 mentre Anna Broggiato, dal 2004 vicedirettore di Studio Aperto, assume la guida del notiziario di Italia 1. Con lo spostamento di Giordano resta vacante il vertice di Videonews, dove arriverà Claudio Branchino, che ha già diretto dal 2007 ai primi mesi del 2013, continuando a mantenere la direzione giornalistica di Sport Mediaset. In una nota si legge: “Mediaset formula i migliori auguri ai neonominati direttori, che si insedieranno lunedì 27 gennaio, e ringrazia Giovanni Toti per l’ottimo lavoro svolto in questi anni”.Nel frattempo anche Alfano presenta i suoi auguri a Toti: “Su di lui – ha spiegato il vice premier – mi sono già espresso. Non esagero nei complimenti per non nuocergli all’interno di forza italia. Ogni scelta che favorisca l’unificazione è una scelta fatta per il bene degli italiani”.

Paola Ferrari “aggredita” dal twerkatore delle Iene: sotto shock!

paola-ferrari-tuttacronacaPaola Ferrari, la conduttrice della Domenica Sportiva, probabilmente non conosce il cosiddetto twerkatore delle Iene, ossia dello stalker che pedina i vip muovendo il bacino addosso a loro in una sgangherata danza sexy. Tanto che quello che ha subito dalla troupe della trasmissione l’ha vissuto come un’aggressione. Secondo quanto spiegano fonti Rai, l’uomo, con una parrucca bionda, l’ha schiacciata contro le porte d’ingresso della Rai all’angolo con Corso Sempione, a Milano. Il vicedirettore sport di Viale Mazzini, Maurizio Losa,  ha spiegato: “Paola Ferrari è riuscita a stento a divincolarsi, pensando fosse un tentativo di aggressione visto che questo personaggio si strusciava da dietro, e una volta entrata nel palazzo è svenuta rimanendo sotto choc per diverse ora. Sarà comunque regolarmente al lavoro”. L’episodio è avvenuto intorno alle 14 di domenica pomeriggio, quando la Ferrari stava andando in sede per preparare la trasmissione della sera. L’avvicinamento del twerkatore de Le Iene è avvenuto dopo che Paola è scesa dalla sua auto, dopo che aveva scattato qualche foto con dei fan. Quando si è ripresa dallo svenimento, la conduttrice ha chiamato la polizia, ma ha fatto sapere che non sporgerà denuncia. Losa ha poi espresso “solidarietà alla collega” a nome della redazione sportiva, aggiungendo: “Condanniamo con fermezza quanto accaduto per il cattivo gusto e la gravità di un presunto scherzo del genere. Pretendiamo che almeno ci siano subito le scuse”.

Il peccato e la vergogna attaccata dal Moige: l’associazione vs la fiction

ilpeccatoelavergogna-tuttacronacaNon piace all’associazione Moige, Movimento Italiano Genitori, la nuova fiction in onda su Mediaset “Il peccato e la vergogna”, con protagonisti Gabriel Garko e Manuela Arcuri. Ha infatti scritto sul proprio sito: “Quello che sta accadendo nella fiction di Canale 5 “Il Peccato e la vergogna”, in onda in questi giorni in prima serata, è molto grave. Un bambino geloso del proprio fratellino neonato tenta di ucciderlo per ben due volte. Premesso che, in generale, la fiction appare un prodotto sciatto, con ricostruzioni approssimative, a scandalizzarci è l’aver fatto interpretare il ruolo di un sociopatico a un minore. Nella puntata in onda lunedì 13, il bambino in questione tentava di uccidere il fratellino con un ferro da stiro; in quella di ieri sera, lo stesso, mosso più che da gelosia – come giustificano, a torto, i personaggi della fiction – da istinti omicidi, dava fuoco alla culla del piccolino. Tutto questo, durante un programma di prima serata, in una fascia oraria in cui i bambini di ogni età si ritrovano a guardare la Tv, inconsapevoli di ciò che li attende nello schermo. Il rischio di emulazione è fortissimo, non è possibile far interpretare scene così drammatiche proprio a un bambino. Abbiamo denunciato al Comitato Media e Minori le puntate incriminate, anche per dare seguito alle numerose proteste che ci sono arrivate in merito a questa fiction. Auspichiamo, quindi, provvedimenti adeguati da parte dei vertici Mediaset affinché, una volta per tutte, venga rispettato il Codice di autoregolamentazione Tv e minori”.

Maria De Filippi prossima al divorzio da Mediaset?

maria-de-filippi-tuttacronacaE’ lanotiziagiornale.it a far sapere che “Maria De Filippi sta prendendo in considerazione la possibilità di andarsene da Mediaset. Ma quello che stupisce è il fatto che qualcuno tra i vertici dell’azienda sarebbe pronto a stappare una bottiglia di champagne in caso di divorzio anticipato. Alla luce soprattutto del fatto che le trasmissioni pomeridiane di Maria siano in una fase di stanca”. La possibilità sarebbe, per la conduttrice, il passaggio in Rai. Le conferme dell’addio arriverebbero anche dal taglio subito dalla sua trasmissione di punta, Amici: “Le hanno ridotto il budget di Amici, costringendola a rinunciare a tre mesi di programma, all’orchestra, alla finalissima all’Arena e alla striscia quotidiana. Quest’ultima – senza di lei in conduzione – è stata ceduta a una rete concorrente, Real Time del gruppo Discovery Italia”. Ma non è il momento migliore neanche per Barbara D’Urso: “Nonostante abbia più volte tolto le castagne dal fuoco all’azienda, è uscita sconfitta dal braccio di ferro con l’agente Lucio Presta (che ha nella sua scuderia la rivale numero uno della D’Urso, Federica Panicucci) sulla collocazione della striscia del Grande Fratello. Presta è riuscito a evitare che la trasmissione – in programmazione su Italia 1 – andasse in preserale, quindi in concomitanza con ‘Avanti un altro’ di Paolo Bonolis (altro suo assistito). La striscia del Grande Fratello 13 in daytime è stata collocata nella fascia di Pomeriggio 5, una trasmissione amica che da sempre ha dato tanto spazio al reality di Alessia Marcuzzi. E ora invece la D’Urso si ritrova contro il fuoco amico”.

Il Cavaliere fa guerra al re del web, Mediaset contro Google

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Una battaglia giudiziaria forse Silvio Berlusconi ruscirà a vincerla e potrebbe portargli 800 milioni di euro. La causa in questione era iniziata nel 2008 quando il colosso di Mountain view, secondo l’azienda della famiglia Berlusconi, non vigilò sulla pubblicazione su Youtube, di proprietà di Google, di 65 mila video coperti da diritto di autore Mediaset.  Google, dal canto suo, ha sempre respinto ogni responsabilità nei video pubblicati dagli utenti.

Come spiega l’HuffPost:

La sentenza del Tribunale delle imprese di Roma dovrebbe arrivare nelle prossime settimane ma c’è un particolare che riaggancia la causa milionaria contro Google con un’altra, storica, conclusasi in sede civile con il maxi risarcimento da quasi 500 milioni di euro per Mediaset: quella del Lodo Mondadori. A decidere sarà infatti il presidente del tribunale Tommaso Marvasi, nome non nuovo per Berlusconi.

Il giudice Tommaso Marvasi (…) è citato, insieme al padre Mario, giudice romano deceduto, negli atti del processo Lodo Mondadori come amico di famiglia di Cesare Previti. Ora è Stefano il titolare dopo che papà Cesare è stato radiato dall’albo proprio per la sua condanna a un anno e sei mesi per corruzione giudiziaria sul caso Lodo Mondadori. In quel processo l’ex procuratore di Roma, Orazio Sava, aveva raccontato di una cena a casa Previti alla quale avevano partecipato Mario Marvasi e il figlio Tommaso.

Gli ‘Amici’ di Maria De Filippi pronti al trasloco: pomeridiano su Real Time

maria-de-filippi-tuttacronacaE’ la stessa Maria De Filippi a spiegare la decisione di trasmettere il pomeridiano di Amici, che andrà in onda dal 13 gennaio, sul canale digitale Real Time: “In accordo con Mediaset abbiamo ragionato da azienda. Amici è un marchio importante per Mediaset, che ha una sua credibilità e affidabilità riconosciuta all’interno della televisione italiana. Abbiamo pensato che sarebbe stata un’opportunità riuscire a collocare il prodotto pomeridiano su un canale che ha un target molto vicino a quello pomeridiano di Canale 5”. E sottolinea:  Amici è un brand Mediaset e nel serale, che è il cuore del programma, continuerà il suo percorso su Canale 5. Ma questo accordo con Real Time è un modo di aprirsi al mercato, i tempi sono maturi per questo”. Grazie a tale accordo, anche le dinamiche scolastiche del talent avranno spazio in tv: ” Amici ha un valore e una riconoscibilità proprio in quanto scuola e in questi anni è cambiata, siamo cresciuti e migliorati”.  Ma questo trasferimento, non muta i rapporti con Cologno Monzese: “È stata una decisione presa di comune accordo. A Mediaset sono legata da affetto e stima. Non cambia niente, ho un’esclusiva con loro. Sarà Amici ad andare su Real Time, non Maria De Filipp”.  Il passaggio, altro non è se una una naturale evoluzione del programma: “Amici sta per compiere 13 anni. Non solo è il primo talent show al mondo ma detiene anche il primato di essere il più longevo. Da sempre ho creduto e continuo a credere che per resistere sia necessario cambiare, evolversi, seguire l’evolversi del pubblico e del contenuto che si racconta. E questa è una scelta innovativa, in una realtà che non è fatta di un duopolio ma di un mercato molto composito”, conclude.

“Sono innocente!” Berlusconi e le carte dal Nuovo Mondo!

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“Sono innocente” e “ci sono novità importanti” così il leader di FI Silvio Berlusconi, ha affermato a Radio Uno, il giorno dopo che è arrivato il “secco no” dal Colle a una grazia che da mesi  la destra sta chiedendo per l’ex premier. Ora però, secondo Berlusconi, ci sarebbero nuove carte in arrivo dagli Usa che potrebbero scagionare il leader di FI e riabilitarlo. Su queste nuove carte ci sarebbe la prova dell’estraneità di Berlusconi sulla vicenda dei diritti tv. A Radio Uno il leader di FI ha affermato:

“Le novità importanti per quanto riguarda il processo Mediaset sono che in Usa il fisco americano sta per procedere con una causa verso Frank Agrama e altre persone ritenute responsabili di evasione fiscale importante, e da queste situazioni emergono testimonianze di importanti dirigenti del gruppo Agrama, che dimostrano come la vicenda che vede il gruppo Agrama protagonista sia una vicenda da cui Silvio Berlusconi è assolutamente, completamente estraneo, altri sono i protagonisti e sono dichiarati in modo chiaro, senza possibilità che si possa interporre alcun dubbio”.

E annuncia una conferenza stampa per lunedì pomeriggio:

“darò notizia di queste carte probabilmente ne leggerò anche una parte, e darò la notizia che noi intendiamo presentare quanto prima una domanda di revisione del processo alla Corte competente, la Corte d’appello di Brescia, fidando sul fatto che questa domanda possa essere assolutamente accolta, per la chiarezza di queste notizie, che oltretutto sono anche confermate da molti testimoni che i giudici di primo e secondo grado non hanno voluto nemmeno ascoltare. Abbiamo le deposizioni di tutti questi inascoltati testimoni, che fanno riferimento alla realtà, una realtà che mi vede completamento estraneo, che esclude assolutamente ogni mia partecipazione a qualsiasi fatto illegittimo”, ha concluso Berlusconi.

“Io non vedo come si possa chiamare in modo diverso da colpo di Stato, quello che sta succedendo ad opera della sinistra in Parlamento, partendo da una sentenza politica, che io ho definito criminale, e che punta a sottrarre al centro-destra il leader capace di vincere le elezioni, spianando così la strada alla conquista definitiva del potere da parte della sinistra. Quindi io credo che la realtà valga su tutto, prevalga su qualunque opinione ed espressione.”

Gli “Amici” di Maria sfrattati da Mediaset?

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La De Filippi naturalmente rimarrebbe su Mediaset con il “Prime Time”, data l’esclusiva con le reti di Silvio Berlusconi, ma la striscia quotidiana andrebbe  invece su Real Time,sdoppiando di fatto la trasmissione. “L’anno scorso – fa sapere il giornale diretto da Eugenio Scalfari – Amici ha fatto risparmiare 700 milioni di euro abolendo semifinale e finale all’Arena di Verona, progetto accarezzato dalla De Filippi. Quest’anno i vertici avrebbero chiesto di stringere ancora di più la cinghia, proposta che avrebbe portato la conduttrice a rivolgersi a Marinella Soldi, manager d’acciaio di Discovery che ha fatto crescere il network trasformandolo nel terzo operatore della tv in chiaro”. E’ pronto quindi il trasloco di Amici da Mediaset a Real Time?

I Cesaroni dicono addio a uno dei loro pilastri!

cesaroni-tuttacronacaEra il 2006 quando I Cesaroni iniziarono la loro avventura e, da allora, diversi membri del cast hanno detto addio alla serie. Mancanze che hanno portato a piccoli cambi ma ora il rischio è che la serie cambi nettamente il suo volto. Dopo l’abbandono di Alessandra Mastronardi, Elena Sofia Ricci, Matteo Branciamore e Ludovico Fremont, ora è Max Tortora a lasciare la serie-cavallo di battaglia di casa Mediaset. E’ stato il collega Antonio Ratti, ovvero Antonio Barillon, a darne l’annuncio. Come riporta DavideMaggio: “Claudio Amendola ha dichiarato che bisognava fare l’ultima serie per dare un senso di chiusura alla storia. Insomma si rischiava di non farla per le tante defezioni anche se dalla casa di produzione sono più possibilisti. Mancheranno tanti protagonisti Max Tortora, Matteo Branciamore, ed Elena Sofia Ricci, ma dall’inizio abbiamo già perso Alessandra Mastronardi e Ludovico Fremont. Certo il fatto che vengano a mancare certi personaggi comporta variazioni fondamentali in fase di scrittura”.

L’interdizione di Berlusconi… Quasi una caduta negli inferi!

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L’ultimo capitolo, ma non quello decisivo, della Berlusconeide sono le motivazioni depositate dalla Terza Sezione della Corte d’Appello di Milano, con le quali si condanna il Cavaliere a 2 anni di interdizione. Alcuni passaggi di quelle pagine, circa una decina, sono fondamentali per capire come si sia arrivati a escludere l’ex premier per due anni dalla vita politica (salvo che la Cassazione alla quale si sono già rivolti i legali di Berlusconi, non rimandi di nuovo indietro la sentenza).  Il fulcro è aver smontato completamente la difesa dei legali di Berlusconi.

Come si legge sull’Huffington Post:

La legge Severino, così come il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (eccezioni di incostituzionalità sollevate dalla difesa di Silvio Berlusconinell’udienza sul ricalcolo dell’interdizione nell’ambito del processo sui diritti tv) “vanno respinte in quanto irrilevanti nel presente giudizio”. È quanto si legge nelle motivazioni del collegio di Milano presieduto da Arturo Soprano che lo scorso 19 ottobre ha ridotto a due anni l’interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell’ex premier.

La prima questione di costituzionalità sollevata dai legali di Berlusconi “è, invero, fondata sull’erroneo presupposto che l’art. 13 della cosiddetta legge Severino contenga un riordino globale della disciplina della interdizione temporanea dai pubblici uffici”, si legge.

“È allora evidente che il legislatore, con la cd. legge Severino, non ha inteso sostituire – come sostenuto, invece, dalla difesa di Berlusconi – la disciplina di durata delle pene accessorie previste dal codice penale e dalla L. 74/2000, ma ha tenuto ben distinte le differenti discipline: da un lato, le pene accessorie penali che devono essere irrogate dall’autorità giudiziaria e, dall’altro, la sanzione di incandidabilità, discendente dalle sentenza di condanna, riservata all’Autorità Amministrativa”. Parimenti “infondata è la seconda questione di costituzionalità”.

Altro nodo importante è che Silvio Berlusconi per i giudici ”è stato ritenuto ideatore, organizzatore del sistema (…) creato anche per poter più facilmente occultare l’evasione”.  Quindi, secondo la magistratura, non vittima di un sistema che lo ha coinvolto o che lui stesso ignorava, ma vero e proprio attore principale.

Inoltre nella sentenza si legge:

“Berlusconi è stato l’ideatore” della frode e “a ciò si deve anche aggiungere che il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non più e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana, ma anzi e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta”.

Per questo la Corte ha ritenuto che “la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici debba essere commisurata all’oggettiva gravità dei fatti contestati e quindi non possa attestarsi sul minimo della pena” come richiesto dai legali del Cavaliere, che avevano chiesto solo un anno di interdizione. Oltre alla particolare intensità del dolo, i giudici hanno sottolineato anche “la perseveranza” del condannato “nel reato contestato”.

Non c’è “prova alcuna” che Silvio Berlusconi abbia estinto il suo “debito tributario” per il caso Mediaset ma si è limitato a formulare “una mera ‘proposta di adesione’ alla conciliazione extra giudiziale”. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui l’ex premier è stato condannato a 2 anni di interdizione dai pubblici uffici.

Neppure fosse la testa della Medusa… Dove andrà Sallusti?

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Che Angelino Alfano non nutrisse simpatia per Alessandro Sallusti, direttore del Giornale e compagno del falco Daniela Santanché, era sotto gli occhi di tutti, ma forse l’editoriale che ha definito “mafiosetto” il Ministro degli Interni, ha fatto definitivamente saltare le corde, già tese, all’interno del Pdl – Forza Italia. Per la ricompattazione sempre proprio che il prezzo richiesto da Alfano sia la testa di Sallusti (neppure fosse quella della Medusa!) anche in virtù, forse, di quella lite furibonda del direttore de Il Giornale con Fabrizio Cicchitto a Ballarò. Il Fatto quotidiano scrive:

Sallusti alla guida del Giornale è ormai privo di controllo. Di lì la decisione: giro di seggiole e poltrone nelle testate di famiglia.

E il Fatto quotidiano ribadisce lo schema già circolato:

“l’attuale direttore di Panorama Giorgio Mulè prenderebbe il posto di Sallusti al Giornale. Sallusti a sua volta emigrerebbe alla direzione di Tgcom24 . A Panorama potrebbe andare Mario Sechi che avrebbe (sempre secondo le voci che corrono) trovato come magnifico sponsor addirittura il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara”.

Dietro questo giro di poltrone anche la Santanchè:

“E, soprattutto, non darla del tutto vinta ad Alfano che, come si ricorderà, aveva chiesto la testa di Sallusti a Berlusconi (senza nessun incarico di “salva – guardia”) dopo un editoriale del direttore sul Giornale (titolo: “Eversivo è alzare le tasse, liberale è non farlo”), classificato poche ore dopo dal segretario del Pdl come “metodo Boffo” nei suoi confronti e in quelli degli altri ministri “colombe” pidiellini”.

Ma il cambio di direzioni nei giornali di casa Berlusconi, dove il leader del Pdl ricorda che “i soldi sono i miei”, potrebbe arrivare dopo il consiglio nazionale del Pdl:

“La notizia del valzer di seggiole e poltrone potrebbe essere data dopo il consiglio nazionale del Pdl, previsto tra un paio di settimane (salvo contrordini), proprio perché la valutazione degli equilibri che ne usciranno consentirà di rendere più “morbidi” gli avvicendamenti. A restare saldo solo Maurizio Belpietro a Libero”.

Di giro di poltrone, dopo la riunione di Sallusti e Berlusconi ad Arcore del 14 ottobre, parla anche Libero quotidiano, che riporta le indiscrezioni di Lettera43:

“In altre parole: nel progetto del Cavaliere, Sallusti dovrebbe lasciare il Giornale e diventare direttore di Tgcom24, la rete all news di casa Mediaset. Alfano ha avuto la sua testa, per usare un’espressione utilizzata dallo stesso Sallusti nell’ultimo editoriale. Ad accompagnarlo a Villa San Martino dovrebbe essere Daniela Santanchè ed il passaggio è esemplare: ad essere messa in un angolo, almeno per il momento, sarebbe la linea-dura dei falchi del Pdl rappresentata mediaticamente proprio dalla testata di via Negri”.

Se Sallusti e Mulè saranno spostati, l’ingresso a Panorama sarà per Mario Sechi;:

“al settimanale di casa Mondadori andrebbe invece Mario Sechi, già vice ai tempi della direzione Belpietro prima delle avventure giornalistiche a Libero e Il Tempo e quella politica (breve e sfortunata) con Mario Monti in Scelta civica”.

 

A Vittorio Brumotti va meglio con le bici… scassinata l’auto di ‘A Bombazza’

brumotti-auto-tuttacronacaSiamo talmente abituati a vederlo fare acrobazie sulle due ruote che risulta quansi difficile immaginaris Vittorio Brumotti, alias ‘A Bombazza’, alla guida di un’auto. Quello che è certo è che non è molto fortunato per quel che riguarda le quattro ruote. Sembra proprio i ladri l’abbiano preso di mira e il campione di bike trial ha deciso di postare in Twitter lo stato della sua auto dopo il passaggio dei malfattori, commentando: “La mia quinta auto in un anno che viene derubata! belin cari ladri, ricordo che lavoro a Mediaset non ne sono il capo”.brumotti-tweet

“Tutto senza chiederti nulla”: lo spot targato Mediaset

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Qui non incassiamo finanziamenti pubblici
qui non siamo colossi americani
qui contiamo solo sulle nostre forze
e qui ogni mattina arrivano migliaia di persone
che cercano di fare il massimo per regalare una televisione moderna, vivace e completa.
Undici reti gratuite e centinaia di programmi in onda ogni giorno, anche su Internet.
Che non ti costano niente, niente.
Nemmeno un bollettino postale.
Così… giusto per ricordarlo.

Recita così lo spot commerciale che in questi giorni va in onda sulle reti Mediaset. “Tutto senza chiederti nulla”, perfetto esempio di autopropaganda che arriva proprio a breve distanza sulla sentenza che giornali e media hanno presentato come “Diritti tv – Mediaset”. All’arrivo di tutta questa pubblicità negativa, il Biscione ha quindi deciso di correre ai ripari mettendo al lavoro gli addetti al marketing che hanno tenuto a sottolineare che l’azienda non incassa finanziamenti pubblici, al contrario della Rai, nè è un colosso americano, all’opposto della Sky di Murdoch.

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“La Supercoppa ha qualcosa di napoletano”: è polemica!

polemica-supercoppa-napoli-mediaset-tuttacronacaCome riporta NapoliSport1926, ha scatenato la polemica un servizio presentato oggi a Sport Mediaset nell’edizione delle 13. L’inviato Nando Savito, a Praga in occasione della partita per la Supercoppa, a contendersi la quale sono Bayern Monaco e Chelsea, per dare un po’ di colore alla notizia ha affermato: “Fuori lo stadio hanno cominciato a fare baratto con i biglietti perché costano, comprese le commissioni, dai 60 ai 160 euro e la rivendita è molto appetita. Guardate, li abbiamo sentiti parlare in napoletano. Quindi, anche Praga, anche la Supercoppa Europea, ha qualcosa di italiano, o meglio, di napoletano”. Da qui la rabbia dei napoletani, che non si sentono per nulla rappresentati da coloro che sbagliano. Ma c’è anche chi, in Youtube, ha fatto notare: “Tifosi napoletani con la maglietta dell’inter 😉 ?”

“Ideatore” a sua insaputa: Berlusconi e Mediaset.

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“Il problema di questo paese è che ci sono troppi politici che credono, con una convinzione basata sull’esperienza, che si può ingannare tutto il popolo per tutto il tempo.”

Lo diceva Franklin Pierce Adams, scrittore e giornalista statunitense, in Nods and Becks, nel 1944 e oggi è più attuale di sempre. E’ attuale per chi schierato contro Berlusconi, durante il ventennio, si è seduto nei banchi dell’opposizione, ma solo per attendere comodamente che il leader del Pdl, rimanesse invischiato in uno dei tanti processi a suo carico. Quell’opposizione era lì in attesa il più delle volte, forse impotente e disillusa, forse anche troppo impegnata nelle faide interne. Perché se è vero che c’è stata la guerra dei 20 anni, il cui condottiero della maggioranza ora si trova a dover fare i conti con una sentenza definitiva è anche vero che c’è stata una battaglia, più sotterranea, ma non meno feroce, nel Pd tra fazioni e correnti, tra vessilli e assilli, che non ha consentito una vera opposizione.

Diceva poi Brendan Behan, drammaturgo e scrittore irlandese, “I politici, come le prostitute, vengono disprezzati. Ma chi non corre da loro, quando ha bisogno dei loro servigi?”

C’è forse chi potrebbe affermare senza ombra di dubbio che questa frase non sia specchio dei nostri tempi? Quante  volte un politico si trova stretto a concedere favori o semplicemente a girare la testa altrove per non vedere cose né sentire “affari” illeciti? Quante volte l’intelligenza e la coscienza di uomini sia di destra che di sinistra deve sottostare alle regole del partito? Dove è il confine tra verità e bugia?

Ed ecco infatti che Berlusconi chiama, dai microfoni di Studio Aperto, gli italiani a ricordare il suo determinante impegno per chiedere la cancellazione dell’Imu e afferma: “Ho ancora nelle orecchie gli sberleffi e gli attacchi che dovetti subire in campagna elettorale e ora è persino divertente constatare che i nostri avversari sono felici. A questi convertiti dell’ultima ora dico ‘siete i benvenuti’ e agli italiani dico abbiate buona memoria e ricordate di chi è il merito”.

E visto che Berlusconi vuole che ricordiamo noi siamo felici di andare indietro con la memoria e ricordare tanti altri eventi e di capire di chi è il merito.

Scendiamo quindi nell’archeologia politica e torniamo al lontanissimo 1983 quando ci fu un’intercettazione telefonica tra Craxi, all’epoca Presidente del Consiglio e Silvio Berlusconi. In quest’occasione Craxi si lamentò perché Indro Montanelli (all’epoca direttore del Giornale, edito da Berlusconi) , aveva criticato lui e la sua politica economica.

Craxi: […] Dunque questa è la conferma dell’atteggiamento di ostilità nascosto di questo giornale […] questo è il solo giornale che mi ha insultato e mi ha chiamato “guappo” per la penna del suo direttore […] naturalmente ne tireremo tutte le conseguenze, che devo fare? …
Berlusconi: No, faccio una riunione in cui…
Craxi: No, non voglio niente…
[….]
Berlusconi: Va be’, va be’, ma adesso li mandiamo anche a cacare se ti (incompr…)
[…]
Berlusconi: […] a questo punto gli taglio i soldi…
Craxi: Ma non… ma non esiste guarda…
Berlusconi: Dài, Bettino…
Craxi: …non dire che ti ho chiamato io…
Berlusconi: ma ti immagini…
Craxi: […] diranno che io faccio pressioni sui…
Berlusconi: … ma ti immagini…
Craxi: …sui direttori
(citato nel libro di Peter Gomez e Marco Travaglio “Le Mille Balle Blu“, pagine 12,13,14)

E che fa Berlusconi? Chiama il condirettore del Giornale, chiedendogli di trattare bene Craxi e di non dire niente a Montanelli. Nel Gennaio del 1994 Montanelli, lascia la direzione de Il Giornale.

Il merito è forse di Silvio Berlusconi?

E ricordiamo anche di una delle intercettazioni pubblicate dall’Espresso (risale dal Settembre 2007), in cui Saccà e Berlusconi parlano di un “calabrese eletto in Australia”, probabilmente un senatore che potrebbe essere contattato per “fare l’operazione” che Silvio sta organizzando (presumibilmente la caduta del governo Prodi):

Berlusconi […] tu mi hai parlato di quel calabrese …
Agostino Saccà. Sì
B. Eletto in Australia …
A. E lì, su quello io ho delle notizie importanti, molto importanti …
B. Ecco …
A. E possibilmente positive, se governata la situazione …
B. Sì, e allora io su quello sono interessato, che sto facendo l’ operazione, sto cercando di aggregare più senatori possibili, no …
A. Sì
B. Ecco, quindi su quello se hai delle cose da dirmi,  se poi ti …
A. Io delle cose, se vuole gliele posso già dire al telefono e poi …
B. Sì, sì, dimmele, vai, dimmele, dimmele

E infatti Agostino Saccà gliele dice:

Agostino Saccà. Va bene; ho un’ altra cosa da dirle io, perché io ho visto pure Pietro “Fusa”, però so che lì sta andando anche un’ altro discorso avanti, eccetera, eccetera, quelle due …
Berlusconi. No, lì così siamo fermi invece
A. Allora le dico quello che mi ha detto, glielo dico rapidissimamente, eccetera, lui mi ha detto, dice: guarda, Agostino … lui poi è di poche parole, è stato due ore a casa mia, è venuto lui a casa mia in Calabria, a casa di mia sorella, ha detto: guarda, Agostino, intanto apprezzo questa cosa che Silvio ha messo te, che vuol dire che allora mi rispetta e mi stima, perché io ti consi… le dico quello che mi ha detto, ti considero un grande intellettuale, un uomo importante ….
B. Bene
A. E quindi vuol dire che, che mi valuta per quello che io merito, eccetera, però ti dico due cose che devi dire a lui, allora, uno, che io sto con lui, cioè , voglio dire, li odio questi qua, io sono democristiano, dico, non sono che so stato costretto a finire lì …due, che quand’anche io passo, se lui non risolve il problema di Casini, perché io vivo al Senato, in piedi il Governo lo tengono i senatori di Casini …
B. No, non possono tenerlo i senatori di Casini, perché Casini si “sputtanerebbe” definitivamente di fronte a tutti …
A. No, però di fatto, sotto sotto …
[…]
B. No, no, ma sotto sotto noi denunceremmo con grande violenza tutto questo, andrei io in televisione a dire: questo Casini è un porco traditore e, quindi, squalificato per sempre della scena politica dei liberali
A. Però lui mi ha detto: questo è il problema, perché siamo in dieci, non ce la facciamo più, mi ha detto …
B. Sì, sì, sì …
A. Non ce la facciamo più
B. Infatti io ce ne ho diversi, io sto facendo la corte a più di venti
A. Un’ altra cosa che lui mi ha detto …io ho detto: sì, però io … se Berlusconi si è scomodato per chiamarmi, io la cosa gliela devo portare, dico: Pietro, mica ci muoviamo, perdiamo tempo, voglio dire, dai, dico io gli posso comunque dire una cosa, che se lo aggredissero personalmente sulle sue sostanze, sulla sua azienda, sulle sue cose, tu non ci stai, garantisciglielo, m’ ha detto, questo glielo puoi garantire .
B. Grazie
A. Poi sul resto vediamo … questo garantisciglielo, che su questo io non ci sto, e lo dichiaro, perché è una persecuzione, sarebbe una persecuzione personale …

E poi inesorabilmente il governo Prodi cadde!

Il merito fu forse di Silvio Berlusconi? Se così fosse, ma c’è ancora il processo in corso per saperlo, dovremmo attribuire a Berlusconi ben altri “meriti”.

Come diceva Nicolás Gómez Dávila, scrittore, filosofo e aforista colombiano, nonché moralista, “Non ci sono politici intelligenti, ma politici vincenti” e Berlusconi, è stata l’eccezione. Uomo indiscutibilmente intelligente, tanto che anche la sentenza Mediaset infatti parla di un uomo capace di ideare illeciti, e  poi indubbiamente è stato un vincente. Ma ricordiamoci anche quello che ha detto Roberto Gervaso, La volpe e l’uva, “Buon politico è chi sa mentire; grande politico chi finisce col credere alle proprie menzogne” e Berlusconi è uno che ci crede, smettiamola di accusarlo!

Depositata sentenza Mediaset e Berlusconi è l’ «Ideatore di sistemi illeciti»

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Silvio Berlusconi fu «ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo». Lo scrive la Cassazione nella motivazioni della sentenza Mediaset, confermando le impostazioni dei giudici di merito.

«Non temo che ci sia un’influenza sulla vita del governo» per condanne o «vicende giudiziarie», perché «gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezze». Lo afferma il premier Enrico Letta ai microfoni di Radio anch’io, su Radio 1, riferendosi alla condanna di Berlusconi e al rischio di crisi dell’esecutivo. Il premier ha aggiunto di non voler entrare nel merito del cosiddetto lodo Violante, cioè la proposta dell’esponente Pd di far esaminare la legge Severino dalla Consulta per rinviare il voto del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

“Il sistema organizzato da Silvio Berlusconi “ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi”.

Tutto il collegio dei giudici della Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni, firmando la sentenza per Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset, e non il solo relatore, come d’uso.

Berlusconi ai ferri corti con il Pdl, chiede il “silenzio stampa” ai falchi

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Berlusconi è davvero ai ferri corti con i suoi? C’è davvero una frattura difficilmente sanabile nel Pdl?

«In questa situazione di difficoltà per il nostro Paese e di confronto tra le forze politiche, il dibattito all’interno del Popolo della Libertà, che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa». Silvio Berlusconi, con una nota, invita i suoi parlamentari a evitare ogni polemica. Un vero e proprio “silenzio stampa”!

Nello scritto l’ex premier sottolinea che «la passione e l’impegno generoso dei nostri dirigenti e dei nostri militanti, anche negli ultimi giorni, vengono riportati e descritti a tinte forti, quasi fossero sintomi di divisione e di contrasto». Pertanto, Berlusconi invita tutti, e in particolare i “falchi” «a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento».

Cosa bolle nella pentola del Pdl? Cosa sta cucinando Silvio Berlusconi? O chi sta cucinando l’ex leader?

La Pitonessa chiede aiuto alla sinistra? Il Pd salvi Berlusconi! Arriverà il colombo?

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Nessun giro di parole, nessun mezzo termine, il tempo è scaduto e sembra non esserci neppure un secondo per la riflessione. Il Pdl ha paura e va all’attacco? Ultimatum, ricatti, aut aut ormai sono all’ordine del giorno e non stupiscono più neppure gli elettori che inermi sia a destra che a sinistra devono assistere a questi scontri politici che si basano su interessi “privati” che si vogliono far diventare “pubblici” mentre loro sono a casa sommersi nel dramma delle bollette da pagare, delle spese per la scuola dei figli, del caro benzina e delle mille tasse che stanno per travolgere i loro conti. La Santanché però mira solo a chiedere aiuto al Pd e salvare Berlusconi:

”Il Pd deve salvare Berlusconi, non ha scelta, altrimenti vorrebbe dire togliere la volontà politica a dieci milioni di italiani. In gioco c’è la democrazia”.  

”Io confido nel premier Letta, che parli col segretario Epifani. Non si assumeranno la responsabilità di portare un paese nel caos, non ci credo”, dice Santanchè. ”Non potremmo più sostenere i nostri carnefici, mi pare ovvio. Vogliono davvero far cadere il governo?”.

Se la giunta votasse la decadenza, ”allora, siccome la nostra Costituzione dice che il popolo è sovrano – aggiunge Santanchè – io voglio che la sentenza su Silvio Berlusconi la emetta il popolo italiano con il voto”.

 Ma siamo sicuri che l’elettorato di destra possa amare questa richiesta d’aiuto da parte del Pdl al Pd?

Chiara la risposta di Letta:

“È sbagliato sovrapporre due livelli che sono differenti e tali devono restare. Una cosa è l’agenda del Paese, le misure che dobbiamo approvare, il piano politico dell’azione dell’esecutivo, un’altra sono gli atti interni del Senato, la giunta si dovrà esprimere in base ad un’analisi giuridica, non politica, dunque i due piani sono distinti”.

Gli fa eco Davide Zoggia, responsabile organizzativo del Pd:

“Il Pd non accetterà ricatti e la responsabilità di far saltare eventualmente il governo per la vicenda di Silvio Berlusconi sarebbe del Pdl. Bisogna rimettere la realtà con i piedi per terra. Lo dico con chiarezza ai colleghi del Pdl che invito ad assumersi le proprie responsabilità e a smetterla con il tentativo di scaricare sul Pd i problemi che riguardano il loro partito”.

Alea iacta est e forse bisogna solo attendere il colombo… porterà buone o cattive notizie?

Franco Nero e il giudice Esposito: Il Giornale dà voce all’attore.

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“Ricordo – sorride Franco Nero – che Esposito aveva una certa antipatia per Berlusconi, altro che la riservatezza di cui i giudici dovrebbero essere maestri». Castiello ha ancora in mente le parole del magistrato: «Berlusconi mi sta proprio sulle p***e. Ma se mi dovesse capitare a tiro gli faccio un ma**o così». Eleganza e discrezione. Nero sorride: «Castiello ha ragione, Esposito non sopportava il Cavaliere. E invece il Cavaliere a me sta pure simpatico. Una volta ero a Linate, era notte e c’era una nebbia terribile, io dovevo prendere il volo per Roma, ma gli aerei non partivano. Mi ero rassegnato a tornare a casa, quando all’improvviso sbuca lui: “Che fai?” “Come che faccio, volevo prendere il volo per Roma ma mi sa che devo rinunciare”. “Ma no, che dici, il mio aereo parte, vieni con me”. M’imbarcò sul suo aereo e siamo decollati. Certo, me la sono fatta addosso, ma sono arrivato a destinazione».

Il Giornale accoglie le testimonianze di tutti, anche di Franco Nero che ha avuto la possibilità di un passaggio aereo sull’aereo di Berlusconi e che afferma, senza ombra di dubbio, che il giudice Esposito aveva una vera e propria antipatia per Berlusconi.

Le lodi del Cavaliere condannato continuano, con Nero che accusa la presunta ipocrisia dei colleghi:  ”Tanti intellettuali dicono peste e corna del Cav poi scrivono per Mondadori”. Ma non solo: “A me il Cavaliere sta simpatico: mi disse che aveva visto tutti i miei film o quasi, specie nei ruoli di magistrato”.

Vogliamo spostare la giustizia dalle aule del tribunale ai set? Così forse potremmo scrivere sceneggiature invece di sentenze?

Il futuro politico Berlusconi lo affida ai social: post del leader di FI

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Silvio Berlusconi torna a commentare il suo futuro politico in seguito alla condanna nel processo Mediaset e lo fa tramite un messaggio su Facebook. «Io resisto! non mollo. State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio». Chi avrebbe mai immaginato che si sarebbe arrivati al punto che il leader di Forza Italia dovesse scrivere su un social “non vi farò fare assolutamente brutte figure”?

Sparisce in Egitto una giornalista Mediaset. Ansia per la Simoni.

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Egitto, da questa mattina si sono persi i contatti con la giornalista Mediaset Gabriella Simoni. L’inviata stava seguendo i drammatici avvenimenti di queste ore nel paese mediorientale. La Farnesina si è attivata e sta seguendo il caso.

Aggiornamento 17 agosto 2013, 16,44: Sembrerebbe che siano stati ristabiliti i contatti con la giornalista Gabriella Simoni della quale non si avevano più notizie da questa mattina. Della notizia ancora non si ha conferma ufficiale.

BERLUSCONI HA SCELTO IL SUCCESSORE?

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Il Cavaliere abdicherà? A farlo intendere è il tweet postato da Gianfranco Rotondi indirizzato ad HuffPost e al direttore di Repubblica Ezio Mauro. L’ex ministro attacca: “Perdete bava contro Silvio e ancora non sapete chi vi sbatterà all’opposizione per i prossimi trent’anni”. Non si fa attendere la risposta di Mauro: “Rotondi, un moderato”.

Da qui la rete che inizia a cinguettare sul possibile successore e così Rotondi si sbilancia  “È finita da poco una cena in cui chi doveva decidere ha appena comunicato che ha deciso”. “E se fosse lo stesso Rotondi?”, si chiede un tweet sotto pseudonimo, a cui seguono altri. L’ex ministro pronto risponde: “Tutto è possibile perché noi siamo di più di quelli di sinistra e, dunque, chiunque può provarci e riuscire a battere Renzi”.

Nelle stesse ore su Il Giornale si sottolinea un assedio anti-Cav a Giorgio Napolitano affinché non conceda la grazia a Berlusconi.

Giorgio Napolitano è assediato. A questo punto, più che dai pidiellini insoddisfatti, da un’intellighenzia di sinistra che non gli perdona le aperture tra le righe, le piccole concessioni, ipoteche per il futuro al condannato Silvio Berlusconi. Il non detto pesa più del detto. E quelle che per il centrodestra sono speranze flebili, per gli intellettuali della sinistra sono affronti impronunciabili.

Marco Travaglio è stato il più diretto, nell’editoriale del 14 agosto: «Mai – ha scritto il vicedirettore del Fatto Quotidiano – in tutta la storia repubblicana e pure monarchica, un capo dello Stato era mai intervenuto su una condanna definitiva di Cassazione». Paragonando poi il Quirinale a «un reparto di ostetricia geriatrica, con un viavai di giuristi di corte e politici da riporto travestiti da levatrici (…) curvi sull’anziano puerpero».

Una posizione molto critica è anche quella espressa nel commento a caldo di Lucia Annunziata sull’Huffington Post: «In nome della stabilità del governo – valuta la direttrice – ancora una volta il Paese, questa volta attraverso la sua massima istituzione, il Quirinale, risponde all’anomalia portata in politica due decenni fa dal conflitto di interessi di Silvio Berlusconi con una ennesima anomalia – accordando allo stesso Silvio Berlusconi, condannato per frode, una benevolente attenzione».

Ma nel pensatoio della sinistra di alto lignaggio c’è chi non si oppone invece al presidente della Repubblica. Napolitano? Non ha lasciato nessuna porta aperta, il problema non esiste. Sono parole senza appigli per Berlusconi quelle del capo dello Stato, riflette per esempio Stefano Rodotà: «Spiragli per la grazia nella nota di Napolitano? Non ne vedo, non ci sono le condizioni, tra tre anni non so cosa potrebbe accadere, ci potrebbe anche essere una situazione di emergenza umanitaria, ma oggi come oggi no», dichiarava ieri con freddezza in un’intervista a Radio Capital l’autorevole giurista e involontario «sfidante» di Napolitano alle Quirinarie.

Uno dei giuristi in politica più famosi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, non muove un accenno di dissenso a Napolitano, ma il suo commento asettico parla più di mille dichiarazioni orientate: «Non ci sono i presupposti per la grazia». Basta «leggere cosa dice il codice e cosa dicono le norme».

Il governo terrà? Umore nero del Cavaliere

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Estate grigia e umore nero per il Cavaliere che ha già iniziato a far campagna elettorale facendo sfrecciare nei cieli italiani gli aerei che inneggiano a Forza Italia e a Silvio Berlusconi. Il governo terrà? I primi entusiasmi per la nota di Napolitano sono svaniti con la stessa rapidità con la quale a suo tempo si sono volatilizzati gli applausi del manipolo di aficionados che sostavano in via del Plebiscito, dopo le prime parole pronunciate dal giudice Esposito. «Il Dottore più legge quella nota e più si incazza», sostiene una delle più assidue frequentatrici telefoniche dell’ex presidente del Consiglio.

Intanto il Cavaliere mastica amaro: non ci sta a chiedere la grazia perché significa accettare «una sentenza ingiusta». Non ci sta a decadere da senatore perché «mi farebbero a fette tutte le procure». Non ci sta ad essere dichiarato incandidabile per due se non sei anni come vorrebbe la legge-Severino. Soprattutto non ci sta a garantire la sopravvivenza del governo sino al 2015, come vorrebbero il presidente della Repubblica e del Consiglio, «mentre io dovrei stare a raccontare storielle in un centro anziani o di recupero di tossicodipendenti». Mastica amaro, l’ex premier, mentre lascia ai suoi consulenti il tempo per cercare una soluzione che lo costringa magari anche all’affidamento ai servizi sociali, ma garantendogli che comunque la pena accessoria verrà estinta assieme a quella principale.
Ieri pomeriggio, a sgomberare i dubbi sulle reali attese del Cavaliere, ha provveduto il ministro Gaetano Quagliariello spiegando a tutti, Colle compreso, che la tenuta del governo sino al 2015 è tutta da costruire perché sarebbe impossibile per i ministri del Pdl restare in un esecutivo dove la maggioranza si divide in giunta sul destino politico del leader del secondo partito di maggioranza. In buona sostanza un altolà indirizzato a palazzo Chigi e al Quirinale – da uno dei ministri del Pdl da sempre più sensibile alle ragioni del Colle – al Pd e a tutti coloro che immaginano un futuro politico del Pdl senza Berlusconi, o con Berlusconi fuori dal Parlamento, nonostante per anni abbiano sostenuto che sia Forza Italia che il Pdl non fossero altro che «partiti di plastica» senza propria autonomia. Un avvertimento che serve anche a ricompattare un partito che si stava pericolosamente spaccando tra falchi e colombe.

Tra quelli con l’auto blu ministeriale e coloro che sono sicuri di guadagnarsela sul campo, magari dopo un passaggio elettorale che «metterà a tacere i cacadubbi come nel 2008 e nel 2013». Anche se il Pdl è normalizzato ed è lontano il tempo dei “coraggiosi” del Teatro Olimpico, a Berlusconi restano però tutti i dubbi su ciò che potrebbe succedere una volta affossato il governo Letta. La prospettiva del voto è tutt’altro che certa e le incognite restano alte anche per la tenacia con la quale il Capo dello Stato insegue la riscrittura della legge elettorale. Nel Pdl c’è chi cerca di prendere tempo nella Giunta per le immunità del Senato tentando di arrivare ad ottobre nella speranza che il Quirinale aiuti la ricerca di «una soluzione politica» che difficilmente ci sarà. Ma il Cavaliere comincia a sospettare anche di questi «tentativi dilatori» che gli vengono suggeriti dall’interno del Pdl da coloro che sperano di poter chiudere anche la finestra elettorale autunnale.

PAURE Stretto nell’angolo e preoccupato anche per il destino delle proprie aziende in caso di crisi di governo, Berlusconi lascerà ancora fare i suoi avvocati per qualche altro giorno ancora, ma non ci sta a restare per lungo tempo senza lo scudo parlamentare ed in balia di procure che – a suo dire – potrebbero convocarlo a raffica o disporre perquisizioni in ogni dove. Contestare l’applicabilità della legge-Severino resta quindi l’ultimo baluardo della difesa dietro il quale ieri l’ex Guardasigilli Nitto Palma ha provato a riparare il Cavaliere che però non si fida più delle promesse e senza soluzione politica è pronto a giocarsi il tutto per tutto facendo saltare il banco.

Nuti, M5S, un’ariete contro il Colle? “L’Italia non ha più il Presidente”

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Dopo la nota sul caso Silvio Berlusconi, l’M5S, attraverso il suo capogruppo Riccardo Nuti attacca il Presidente della Repubblica:

“Secondo me l’Italia non ha più un Presidente della Repubblica. Un Presidente della Repubblica dovrebbe dire basta a queste indecenze e non incitarle!”.

Nuti aggiunge anche:

“Come può un Presidente della Repubblica avallare delle riforme costituzionali derogando la Costituzione stessa? Come può definire che questo Governo sta facendo cose importanti quando ha solo effettuato rinvii e i cittadini percepiscono il nulla da questa azione lodata da Napolitano? Come può un Presidente della Repubblica chiedere a questo governo una riforma della Giustizia? Un governo ricattato da un condannato per frode fiscale, un corruttore (processo Mills), e con in corso altri processi, dovrebbe riformare la giustizia?”

Il Colle richiama alla responsabilità e la sentenza deve essere applicata

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“Governo prosegua, crisi sarebbe fatale, no instabilità”, serve un’azione di governo per il rilancio dell’economia” Queste le prime parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota è intervenuto dopo giorni di polemiche, relative alla sentenza della Cassazione sul processo Mediaset.
“Di una sentenza definitiva non si può che prendere atto e applicarla – poi aggiunge Napolitano –  al riguardo nessuna domanda mi è stata indirizzata”. Parole che lasciano intendere che non sia arrivata alcuna richiesta ufficiale di grazia, per il momento. Nella nota è anche scritto che per Silvio Berlusconi sarebbe “escluso il carcere, ci sono norme che sanciscono alternative”. E sulle ricadute politiche della sentenza aggiunge: “Toccherà a Silvio Berlusconi e al suo partito decidere circa l’ulteriore svolgimento, nei modi che risulteranno legittimamente possibili, della funzione di guida finora a lui attribuita, preminente per tutti dovrà essere la considerazione della prospettiva di cui l’Italia ha bisogno”.

In sostanza Napolitano espone i fatti, richiama al senso di responsabilità, alle necessità del Paese. La sentenza si deve applicare, ma resta ancora l’incognita relativa all’incandidabilità di Berlusconi.

Oggi Marina Berlusconi aveva ribadito il suo secco “no” alla politica, quindi il “trono” sembra per il momento non avere un erede. L’Italia è in vacanza ma a Forza Italia, al Colle e al Governo le acque sono turbolente.

 La nota completa è la seguente:

“La preoccupazione fondamentale, comune alla stragrande maggioranza degli italiani, è lo sviluppo di un’azione di governo che, con l’attivo e qualificato sostegno del Parlamento, guidi il paese sulla via di un deciso rilancio dell’economia e dell’occupazione. In questo senso hanno operato le Camere fino ai giorni scorsi, definendo importanti provvedimenti; ed essenziale è procedere con decisione lungo la strada intrapresa, anche sul terreno delle riforme istituzionali e della rapida ( nei suoi aspetti più urgenti ) revisione della legge elettorale. Solo così si può accrescere la fiducia nell’Italia e nella sua capacità di progresso. Fatale sarebbe invece una crisi del governo faticosamente formatosi da poco più di 100 giorni; il ricadere del paese nell’instabilità e nell’incertezza ci impedirebbe di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica finalmente delineatesi, peraltro in un contesto nazionale ed europeo tuttora critico e complesso.

Ho perciò apprezzato vivamente la riaffermazione – da parte di tutte le forze di maggioranza – del sostegno al governo Letta e al suo programma, al di là di polemiche politiche a volte sterili e dannose, e di divergenze specifiche peraltro superabili.

Non mi nascondo, naturalmente, i rischi che possono nascere dalle tensioni politiche insorte a seguito della sentenza definitiva di condanna pronunciata dalla Corte di Cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi. Mi riferisco, in particolare, alla tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere.

Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso oggi al centro dell’attenzione pubblica come in ogni altro.

In questo momento è legittimo che si manifestino riserve e dissensi rispetto alle conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione nella scia delle valutazioni già prevalse nei due precedenti gradi di giudizio; ed è comprensibile che emergano – soprattutto nell’area del PdL – turbamento e preoccupazione per la condanna a una pena detentiva di personalità che ha guidato il governo ( fatto peraltro già accaduto in un non lontano passato ) e che è per di più rimasto leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza. Ma nell’esercizio della libertà di opinione e del diritto di critica, non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri e della funzione essenziale di controllo della legalità che spetta alla magistratura nella sua indipendenza. Né è accettabile che vengano ventilate forme di ritorsione ai danni del funzionamento delle istituzioni democratiche.

Intervengo oggi — benché ancora manchino alcuni adempimenti conseguenti alla decisione della Cassazione — in quanto sono stato, da parecchi giorni, chiamato in causa, come Presidente della Repubblica, e in modo spesso pressante e animoso, per risposte o “soluzioni” che dovrei e potrei dare a garanzia di un normale svolgimento, nel prossimo futuro, della dialettica democratica e della competizione politica.

A proposito della sentenza passata in giudicato, va innanzi tutto ribadito che la normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva irrogatagli e sancisce precise alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto.

In quanto ad attese alimentate nei miei confronti, va chiarito che nessuna domanda mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta.

L’articolo 681 del Codice di Procedura Penale, volto a regolare i provvedimenti di clemenza che ai sensi della Costituzione il Presidente della Repubblica può concedere, indica le modalità di presentazione della relativa domanda. La grazia o la commutazione della pena può essere concessa dal Presidente della Repubblica anche in assenza di domanda. Ma nell’esercizio di quel potere, di cui la Corte costituzionale con sentenza del 2006 gli ha confermato l’esclusiva titolarità, il Capo dello Stato non può prescindere da specifiche norme di legge, né dalla giurisprudenza e dalle consuetudini costituzionali nonché dalla prassi seguita in precedenza. E negli ultimi anni, nel considerare, accogliere o lasciar cadere sollecitazioni per provvedimenti di grazia, si è sempre ritenuta essenziale la presentazione di una domanda quale prevista dal già citato articolo del C.p.p.. Ad ogni domanda in tal senso, tocca al Presidente della Repubblica far corrispondere un esame obbiettivo e rigoroso — sulla base dell’istruttoria condotta dal Ministro della Giustizia — per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull’esecuzione della pena principale. Essenziale è che si possa procedere in un clima di comune consapevolezza degli imperativi della giustizia e delle esigenze complessive del Paese.

E mentre toccherà a Silvio Berlusconi e al suo partito decidere circa l’ulteriore svolgimento – nei modi che risulteranno legittimamente possibili – della funzione di guida finora a lui attribuita, preminente per tutti dovrà essere la considerazione della prospettiva di cui l’Italia ha bisogno. Una prospettiva di serenità e di coesione, per poter affrontare problemi di fondo dello Stato e della società, compresi quelli di riforma della giustizia da tempo all’ordine del giorno. Tutte le forze politiche dovrebbero concorrere allo sviluppo di una competizione per l’alternanza nella guida del paese che superi le distorsioni da tempo riconosciute di uno scontro distruttivo, e faciliti quell’ascolto reciproco e quelle possibilità di convergenza che l’interesse generale del paese richiede. Ogni gesto di rispetto dei doveri da osservare in uno Stato di diritto, ogni realistica presa d’atto di esigenze più che mature di distensione e di rinnovamento nei rapporti politici, sarà importante per superare l’attuale difficile momento”.

Il giudice Esposito querela Il Giornale?

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Come viene riportato da Il Giornale, il giudice Antonio Esposito, al centro della bufera dopo l’intervista rilasciata a Il Mattino avrebbe querelato il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. In un articolo a firma di Massimo Malpica e di Patricia Tagliaferri si legge tra l’altro:

Esposito promette querela. L’annuncio non lo fa di persona, ma si nasconde dietro l’associazione Antonino Caponnetto di cui è presidente onorario (e che sulla pagina Facebook «si stringe intorno al suo presidente e ai suoi familiari vittime di una campagna vergognosa e diffamatoria dopo la sentenza di condanna emessa a carico di Berlusconi»). In pratica tira in ballo una colonna della lotta alla mafia per ribadire quello che il Giornale in realtà non ha mai nascosto, e cioè che la sezione disciplinare del Csm lo ha sempre ritenuto estraneo a tutte le accuse. O meglio, a quasi tutte, visto che il 7 aprile del ’94 il plenum del Csm approvava a maggioranza la proposta di trasferimento d’ufficio dell’allora pretore di Sala Consilina, che venne destinato alla Corte d’Appello di Napoli nonostante lui avesse fatto presente che l’adozione del provvedimento gli avrebbe causato danni incalcolabili, ledendo irreversibilmente il suo onore e il suo prestigio professionale e denunciando che la relativa procedura sarebbe stata condotta con spirito persecutorio e diffamatorio nei suoi confronti, in esecuzione di un disegno comune ai convenuti».

I suoi colleghi, insomma, conoscevano l’intreccio di interessi tra il pretore e la vita sociale ed economica di Sapri. E per questo lo hanno trasferito. Nell’ultima seduta del Csm i consiglieri ne hanno parlato a lungo, anche scontrandosi sulle diverse interpretazione di certi episodi. Ma alla fine sono stati d’accordo sul fatto che «la presenza ultraventennale di Esposito nella pretura di Sala Consilina e il suo coinvolgimento nella gestione dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) hanno determinato una situazione particolare che ha accresciuto il suo potere fino a dar luogo a qualcosa di diverso e di incompatibile con la funzione di pretore dirigente». 

Sulla scuola di formazione i consiglieri si soffermano a lungo, ipotizzando che il particolare tenore di vita del magistrato che risultava «proprietario di un villino a Roma, di una Jaguar e di un motoscafo avallassero l’ipotesi che l’Ispi avesse consentito la realizzazione di guadagni nell’ordine di centinaia di milioni, come sembrerebbe potersi evincere dai costi di iscrizione e dalle rette di frequenza». Alla fine è stata proprio la gestione dell’Ispi a determinare il trasferimento. «Dovrebbe essere provato – si legge nel provvedimento – che Esposito svolga attività ulteriori rispetto a quella dell’insegnamento per il quale è stato autorizzato dal Csm». E come emerge dagli accertamenti del capitano dei carabinieri Ferdinando Fedi. «Esposito – scrivono i consiglieri – poteva essere reperito sistematicamente presso i locali della scuola e i collegamenti con l’Ispi venivano tenuti anche in pretura. Pure i carabinieri a volte dovevano attendere perché nello studio del pretore erano a colloquio delle studentesse della scuola stessa».

Il Giornale chiede quindi di far chiarezza sui nastri dell’intervista, mentre il giudice, sentendosi diffamato, querela il quotidiano. In un clima di tensione i meccanismi fra media e giustizia sembrano arrivati a un punto di rottura… al centro ancora una volta c’è Silvio Berlusconi e la politica italiana, anche se questa volta in gioco sembra esserci il futuro del nostro Paese. Se il governo Letta non riuscirà ad avere i numeri per portare avanti le riforme, l’autunno, ma soprattutto l’inverno potrebbero rappresentare un punto di non ritorno per l’economia e per la società italiana.

 

Secondo la Biancofiore, gli italiani sarebbero “in love” con Berlusconi

micaela-biancofiore-bbc-tuttacronacaSta facendo il giro della rete il video dell’intervista che Michaela Biancofiore ha rilasciato alla Bbc e durante la quale , oltre a esternare tutto il suo amore per Berlusconi, ha contestato la sentenza di condanna a 4 anni di reclusione. Ma non solo: si è spinta a dichiarare che gli italiani sarebbero “in love” con Berlusconi nonchè convinti della sua innocenza: “The italian people are in love with Silvio Berlusconi because he is an innocent, he’s not a deliquent”. Tra l’altro esprimendosi in una forma elementare e non propriamente corretta: la frase sarebbe dovuta suonare come “he’s not a criminal” o “he’s not a tax dodger”.

Berlusconi in carcere… femminile! Il plastico tedesco

Berlusconi-carcere-femminile-tuttacronacaAl Minatur Wunderland di Amburgo, in Germania, è possibile ammirare centinaia di miniature. Lo spazio espositivo che sorge in pieno centro ha anche una pagina Facebook, su cui oggi è comparsa una foto intitolata: “Silvio Berlusconi, un compromesso è stato trovato: la prigione è femminile”. Nell’immagine si vede l’anteprima del modellino realizzato a mano e, come tutti gli altri, in versione gigante, che raffigura l’ex premier mentre arriva, con una valigia in mano, in una prigione femminile.

Brunetta contro Benigni: “uccide Dante”. Ma lo sa che Dante è morto?

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Brunetta si scaglia contro Benigni: “Un buon motivo per non andare all’Inferno è l’idea di trovarci Benigni che ripete la sua solfa uccidendo Dante anche là”.  Ma Renato Brunetta lo sa che Dante è morto? Come si può uccidere chi è già morto?

Il capogruppo del Pdl alla Camera ha poi continuato:

“Per il resto, finché Benigni ripete pateticamente le battute sul sottoscritto e altri colleghi del Pdl, attinte dal repertorio di Grillo e Crozza, non fa ridere, ma pazienza. Invece non c’entra nulla con l’umorismo, ed è pura menzogna, sostenere come fa lui che per la manifestazione di domenica a Roma ‘hanno pagato tutto e tutti’. Una infamia che colpisce non solo gli organizzatori ma diffama volgarmente tanta gente comune e perbene, che è capace di provare affetto per Berlusconi e rabbia per l’ingiustizia, ed è la stessa che prezzola Benigni con il canone quando ci rifila a tariffe milionarie i suoi flop danteschi”.

Roberto Benigni contro Berlusconi…

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Roberto Benigni chiude l’edizione 2013 di TuttoDante, iniziata a il 20 luglio scorso a Firenze in piazza Santa Croce con un attacco diretto a Berlusconi:

“Mi sono scordato un attimo della Cassazione e i giudici sono andati troppo veloci: non ho avuto il tempo di comprarli tutti”.

Queste sono state le parole con cui il comico toscano ha fatto riferimento al processo Mediaset e alla condanna dell’ex premier.  Come ogni sera Benigni , prima di iniziare la lettura dell’Inferno, ha cantato una canzone “Io sono il boss” del 1996 rivisitandola in chiave attuale e ricordando anche che ora Berlusconi potrebbe essere incorso in un nuovo reato dopo che Marino ha contestato il palco eretto in via del Plebiscito a Roma. Satira, ironia e anche uno sguardo al Vaticano.

Benigni infatti ha commentato così il viaggio di Papa Francesco, che durante il suo viaggio in Brasile ha viaggiato a bordo di una Fiat: “E’ riuscito a farla partire al primo colpo, questo in una futura causa di beatificazione sarà considerato il suo primo miracolo”. Quanto il comico a ha citato Papa Bergoglio dal pubblico, circa 5.000 persone, è partito un applauso per Papa Francesco a cui si è unito lo stesso Benigni.

Il caso Esposito visto dalla Cassazione: Santacroce intervista inopportuna

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«In linea generale, come più volte ribadito anche dalla nostra Giunta, è decisamente poco opportuno che un magistrato titolare di un procedimento rilasci dichiarazioni alla stampa su un proprio processo, soprattutto se di grande eco mediatica». Ma in questo caso, «trattandosi di una sentenza già pronunciata ed irrevocabile, quanto pubblicato non può produrre alcuna conseguenza di carattere processuale». Così il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, commenta le polemiche innescate dall’intervista al Mattino del presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, sulla sentenza Mediaset.

Certe «regole di opportunità», spiega Sabelli, «devono valere soprattutto quando si è in presenza di processi sui quali c’è una grande attenzione mediatica: l’obiettivo è quello di evitare che si dia il ‘la’, come in questo caso, a polemiche fondamentalmente inutili». Nel caso in questione, però, «stiamo parlando di una sentenza irrevocabile: con la lettura del dispositivo si forma il giudicato e una volta che si forma il giudicato nessuna intervista può avere riflessi di natura processuale. Le parole del giudice Esposito hanno seguito questa sentenza, non l’hanno in alcun modo anticipata. E questo, secondo me, e a leggere rigorosamente la norma, esclude anche la possibilità di interventi di carattere disciplinare».

Un compito difficile quello di Sabelli  che improvvisamente si è trovato a dover fronteggiare una situazione inaspettata.

Arriva anche la smentita alla smentita:

Ma la replica del direttore del Mattino, Alessandro Barbano, non si è fatta attendere. «Posso assicurare voi e i miei lettori che l’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova».
«Non posso commentare la smentita – ha detto Barbano intervenendo al programma di Rai Radio 1 ‘Start, la notizia non può attendere’ – ma posso commentare, di fronte a qualunque sede, che il presidente Esposito ha pronunciato esattamente le parole con la sintassi e la conseguenza logica con cui noi le abbiamo pubblicate».

Barbano ha sottolineato di avere la registrazione dell’intervista e ha proseguito: «Bisognerà capire perché questa smentita». E ancora: «Posso immaginare che il presidente della Cassazione abbia valutato a posteriori che, in qualche modo, spiegare le motivazioni della condanna prima di averla emessa possa avere per lui un ritorno non positivo. Però non è una colpa da attribuire ai giornalisti ma alla responsabilità e alla maturità di chi parla».

Ma chi è Antonio Esposito?

Secondo Il Giornale Antonio Esposito, padre di Ferdinando, reo di essere stato visto in alcune cene con l’imputata Nicole Minetti, avrebbe fatto “insabbiare”  la procedura disciplinare nei confronti del figlio.

Altri dettagli si possono apprendere leggendo l’articolo pubblicato poi da polisblog.it, che in parte riporta anche altre affermazioni de Il Giornale:

Saputo che Esposito doveva decidere del destino di Berlusconi, si è deciso di derubricare il tutto a “cena inopportuna” e niente sanzioni. Scrive il Giornale:

L’8 luglio viene fissata l’udienza del Cavaliere davanti alla Suprema corte per il 30 del mese e subito dopo, l’11 luglio, si fa sapere che il rampante pm di Milano non rischia nessuna azione disciplinare per la sua solo «inopportuna» cena al ristorante «Il Bolognese» del capoluogo meneghino con l’ex consigliera regionale che, all’epoca, doveva essere ancora giudicata nel processo Ruby bis, con Lele Mora ed Emilio Fede. Il procuratore generale, Gianfranco Ciani, dirama la notizia che sono state archiviate le accuse nate dalla segnalazione fatta a maggio del 2012 dal capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati.

Al di là del fatto che sia corretto derubricare le cene tra il pm e l’imputata e al di là dei dubbi – che il Giornale esprime – sulla figura di Ferdinando Esposito; sembra parecchio pretestuoso pensare che le due cose siano collegate al solo scopo di non macchiare la figura del giudice che avrebbe condannato Berlusconi. Anche perché le colpe dei figli non necessariamente devono ricadere sui padri. Ma comunque, Libero non vuole essere da meno; e così riesce a collegare addirittura il “licenziamento” di Vitaliano Esposito – ex procuratore generale della Corte di Cassazione, fratello di Antonio – voluto dal Pdl per il suo ruolo di garante ambientale dell’Ilva.

Una decisione, il licenziamento che conferma “l’incredibile vocazione all’hara-kiri che contrassegna il centrodestra italiano, sempre pronto a fare la cosa sbagliata al momento sbagliato” (nelle parole di Libero). Per la precisione, ecco il racconto della vicenda:

Mezz’ora prima che Antonio Esposito riunisse in Camera di Consiglio la sezione feriale della Corte di Cassazione che avrebbe reso definitiva la condanna di Silvio Berlusconi, il Pdl al Senato votava il licenziamento in tronco di Vitaliano Esposito, fratello del magistrato che aveva nelle sue mani il destino del Cavaliere

Nel cortocircuito politico-giudiziario che a partire da Berlusconi sembra ormai venir dato per scontato anche dai giornali di area le due cose non possono che essere direttamente collegate:

Vitaliano Esposito, fratello di Antonio ed ex procuratore generale della Corte di Cassazione, è stato nominato il 15 gennaio scorso dal premier Mario Monti e dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, «garante dell’esecuzione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva di Taranto». (…) Il 2 luglio un deputato di Matera del Pdl, Cosimo Latronico, depositava l’emendamento 1.83 che stabiliva: «È soppressa la figura del Garante e le relative funzioni sono trasferite al commissario (Enrico Bondi, ndr)» (…) Nessuno però nel partito del Cavaliere si è accorto di quanto stava avvenendo, e nemmeno nelle fila dell’esecutivo c’è stato qualcuno a cui è venuto il dubbio sull’opportunità di fare uno sgarbo di questo tipo alla famiglia Esposito.

Uno “sgarbo alla famiglia Esposito”, come se si parlasse di camorristi invece che di giudici dei ranghi più alti. Non male, per quei “moderati” che hanno in mente prima di tutto “la pacificazione” del paese.

Nell’estate torrida della giustizia, la Cassazione è nella bufera?

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Un’intervista al Mattino, che poi è stata rettificata avrebbe gettato ombre e dubbi sul giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che ha giudicato Silvio Berlusconi sul caso Mediaset. In quell’intervista il giudice Esposito avrebbe anticipato le motivazioni di quella sentenza, dicendo che Berlusconi, in realtà sapeva quanto accadeva in Mediaset circa la gestione dei diritti tv, e che quindi non è stato condannato in base al principio del “non poteva non sapere”.  Il giudice della Cassazione, secondo quanto riportato da Il Mattino, avrebbe affermato che si può essere condannati in base al presupposto che l’imputato non poteva non sapere. ”Potrebbe essere un’argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza”. Quindi, parlando del motivo per cui si è giunti alla condanna, sottolinea nell’articolo: ”Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. E’ un po’ diverso dal non poteva non sapere”.

Poi c’è stata la smentita e rettifica.

Nell’intervista il magistrato si sarebbe poi soffermato anche sulla tempistica della sentenza, chiarendo come non ci sia stata alcuna fretta: ”C’e’ un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione”, questo collegio di giudici ”serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione”, quindi spiega ”a me come presidente della sezione feriale non restava altro che fissare la data in tempo non utile ma utilissimo e ravvicinato onde evitare la prescrizione”.

Infine, sulle polemiche nei suoi confronti, afferma: ”Non rispondo perché chiederò ad altre sedi la tutela della mia onorabilità”. Riguardo alle parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo la sentenza, Esposito afferma: ”Sono sempre di saggezza istituzionale e rigore costituzionale”.

In questa torrida estate della giustizia, la Cassazione è nella bufera?

Nicholson diventerà Berlusconi?

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Forse nel futuro della star americana Jack Nicholson c’è Silvio! Per ora sono i bookmaker internazionali che mettono in testa proprio l’attore Easy Rider come possibile protagonista di un biopic su Berlusconi. La sceneggiatura d’altra parte si scrive ogni giorno… Le ultime scene parlano del processo Mediaset, della condanna definitiva, del discorso a via del Plebiscito e della salita al Colle dei due portavoce del Cavaliere: Brunetta e Schifani. Tra ipotesi di indulto, intrighi per far cadere il governo e riunioni al tavolo con i legali di materiale per estrapolare un kolossal cinematografico ce n’è anche troppo. E se Nicholson dovesse rifiutare o fosse indisponibile? Nessun timore a rimpiazzare il favorito ci sarebbero altri attori illustri del calibro di Dustin Hoffman, Robert De Niro e Harvey Keitel. Chissà se poi Mediaset lo acquisterebbe per la prima serata?

La Santanché vuole mandare tutti in carcere: prima Sallusti ora Silvio!

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Secondo Daniela Santanchè, Silvio Berlusconi non chiederà “né gli arresti domiciliari, né la messa in prova, né l’affidamento ai servizi sociali. Berlusconi va in carcere, gli italiani devono sapere che si mette in carcere un uomo come Silvio Berlusconi”. Sulla possibile richiesta della grazia al presidente Napolitano, la Santanché aggiunge che “al Colle non abbiamo chiesto nulla, non siamo abituati a chiedere ma a dare”.

Putin arriva a Roma per incontrare il suo amico condannato!

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“Vladimir Putin, il presidente della Russia, è arrivato a Roma per incontrarsi con il suo grande amico Silvio Berlusconi”. Lo riferisce in esclusiva la Stampa.  Queste le parole del quotidiano torinese:

Come è noto, non si contano gli incontri tra i due, molti dei quali riservati, tanto che l’ambasciata Usa a Roma ha dedicato al rapporto Putin-Berlusconi una preoccupata attenzione. Al riguardo, tra Roma e Washington ci sono stati diversi cablo negli anni, poi disvelati da Wikileaks.

Evidentemente gli ultimi rovesci giudiziari hanno convinto Putin a non far mancare il suo appoggio morale all’amico italiano. I due ceneranno assieme stasera.

L’ultimo incontro tra i due risale al 14 luglio scorso. In quell’occasione  fu il Cavaliere a volare in Russia per una visita privata al leader del Cremlino per una “visita privata” a Sochi.

Aggiornamento 5 agosto 2013, 18.38: L’ambasciata russa ha smentito la notizia data dalla Stampa che Putin fosse a Roma per incontrare l’ex premier Silvio Berlusconi.

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Berlusconi dal bunga bunga al bondage?

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Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai e deputato del M5S Roberto Fico, in apertura del videoforum su Repubblica.it ha affermato:

“Napolitano dopo la sentenza di Berlusconi ha espresso la volontà di fare la riforma della giustizia: lo trovo gravissimo. Secondo noi questo è impossibile”.

Sempre Fico ha sottolineato che quello del presidente della Repubblica “È stato un comportamento poco decoroso ed è normale che ora il Pdl faccia pressing perché ora ci sia la riforma”.

Il deputato pentastellato ha poi posto l’attenzione sull’immensa copertura politica di Silvio Berlusconi:  “Sui giornali si legge delle tensioni, della destra opposta alla sinistra, ma la situazione reale non è questa: Berlusconi ha la più grande copertura politica che è il Pd. In Parlamento c’è una calma piatta: l’ultimo esempio è l’emendamento appena presentato dal Movimento 5 stelle contro la legge Salva-Previti: Pd e Pdl hanno votato entrambi no e questo è incredibile. Lo scontro di cui leggiamo non c’è”. Per Fico Pd e Pdl “fanno un gioco erotico estremo molto pericoloso che si chiama bondage: con una corda al collo si stringono e si lasciano l’uno con l’altro fino a quando non muore prima l’uno e poi l’altro”.

Fico conclude:  “Il Pdl è più trasparente. Il Pd, che ha una storia e un’ideologia, non è più quello che dice di essere. È il Pd che governa con un condannato per frode, mica il Movimento 5 Stelle. Il Pd è subdolo, strisciante e falso”.

Se telefonando… Veronica chiama Silvio, non gradisce Francesca

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Lo riporta Libero e altri quotidiani riprendono la notizia. Sembra quindi che Veronica Lario dopo la sentenza che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi abbia deciso di alzare il telefono e fargli sentire la propria vicinanza in un momento così drammatico nella vita dell’ex premier.

“C’è in linea la signora Veronica.” Una telefonata breve racconta Libero. “E’ pur sempre il padre dei miei figli” avrebbe detto, secondo quanto riporta il Messaggero, Veronica Lario agli amici. Il gesto, come scrive Libero, è stato molto gradito, “forse un po’ meno dall’attuale fidanzata Francesca Pascale che, giorno dopo giorno, sta conquistando un posto di rilievo sempre più importante accanto al suo amato Silvio.”

Ieri sul palco di via del Plebiscito, è stata proprio Francesca Pascale, l’unica presenza ammessa accanto al protagonista assoluto della giornata. Se quindi Famiglia Cristiana abbandona il Cavaliere al suo destino, Veronica e Francesca si stringono intorno a Berlusconi…

I nostri 7 giorni: acque agitate nel panorama italiano

-7giorni-tuttacronacaChi si aspettava un ingresso nel mese di agosto con un mare placido, sicuramente è stato deluso. Del resto non poteva essere diversamente, visto quanto accaduto negli scorsi sette giorni. E’ stata attesa a lungo, alla fine è giunta la sentenza: Berlusconi condannato. E se anche si torna indietro per quel che riguarda l’interdizione dai pubblici ufici, argomento che resta aperto, il leader del Pdl è stato ritenuto colpevole. E forse il capitolo più duro per l’Italia si apre ora. Prima è arrivato il videomessaggio, quindi l’ultimatum, poi la manifestazione. Il Popolo della libertà ha in mente solo una cosa: combattere strenuamente la magistratura. E se la guerra in Aula prima vedeva lo stendardo del ricatto o Imu o cade il governo, ora ci si batte sulla giustizia. In attesa di capire cosa potrà fare il Pdl (o Forza Italia) in assenza del leader, c’è stato chi ha parlato di guerra civile mentre dal Colle arrivavano accuse di irresponsabilità e il premier Letta si è ripromesso di seguire attentamente l’evoluzione della situazione, chiedendo il Quirinale venga tenuto fuori e che non vengano posti ulteriori ricatti. Non si può certo dire che questa settimana a Roma non ci siano state polemiche. La pedonalizzazione di un tratto di via dei Fori Imperiali tanto voluta dal sindaco Marino fa infatti discutere, mentre crescono i disagi per quel che riguarda i trasporti pubblici e la gente protesta contro la discarica del Divino Amore al punto che anche la Notte dei Fori è stata interrotta. E’ il ritratto di un popolo diviso, schierato da una parte piuttosto che dall’altra…

-divisione-italia-tuttacronacaI primi scontri, anche se di tutt’altro genere, li si trovano in campo. Finito il periodo caldo del calciomercato, le squadre sono in fase di rodaggio e si mettono alla prova con le prime amichevoli, per capire su cosa ancora lavorare e vedere quanto è integrato il gruppo. Purtroppo sulle gambe pesano anche le fatiche dei ritiri e sicuramente ci si augurava risultati migliori, ma la fiducia nel prossimo futuro è molta e, nel frattempo, anche i tifosi sono accontentati. Tra le altre squadre a scendere in campo la Juventus in America, il Milan impegnato nell’Audi Cup, il Napoli che si è scontrato con l’Arsenal e la Roma che ci ricorda che dopo tante fatiche bisogna anche ritemprarsi… al ristorante! Ma visto che non può andare tutto liscio… nel frattempo è stato stilato anche il calendario di serie A, che ha fatto non poco discutere per l’accavallamento di sfide in europa con scontri “caldi” per la corsa scudetto. Altro tema che divide è la Graviola: cura o non cura il cancro? Fazioni opposte, che alimentano la discussione. Quello che invece mette tutti d’accordo, vista la gravità della situazione, è la morte di un piccolo di soli 4 anni, ucciso dalle percosse della madre e del patrigno nonchè dalla fame. Chi invece ha catalizzato, favorevolmente, l’attenzione, è la ragazza che, dopo aver subito il furto del cellulare, ha continuato a riceve  sulla sua Dropbox le foto che il ladro scattava con il maltolto. La reazione: creare un blog in cui posta tutte le immagini che riceve: “Vita di uno sconosciuto che ha rubato il mio telefono”. Come sempre, tutto dipende da come si affrontano le situazioni. Perchè a volte la soluzione è davvero vicina e immediata… come un tuffo in piscina per scacciare il caldo… e togliersi di dosso un po’ di negatività!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK

“Io sono innocente”… anche per i cartelli!

-berlusconi-palco-tuttacronacaBerlusconi sale sul palco allestito a Roma, dove ci si interroga su chi abbia dato il permesso di montare il palco e dove sono stati segati i cartelli della segnaletica stradale, per rivolgersi ai suoi sostenitori. “Non siamo degli irresponsabili perché noi abbiamo detto che il governo deve andare avanti”, spiega. “Questa vostra vicinanza e questo vostro affetto mi ripagano di tante pene e di tanti dolori attraverso cui sono passato in questi giorni”. E ancora: “Io sono innocente, non c’è mai stata una falsa fatturazione in Mediaset”. Prosegue: “Se un mare di gente è venuto una domenica di agosto con l’asfalto rovente per dimostrarmi stima e affetto, sento il dovere di impegnarmi con ancora più entusiasmo e passione”. Lo dice chiaramente: non ha intenzione di mollare: “Sono consapevoli che la presenza di Berlusconi e Forza Italia è un argine contro un regime; è l’unico baluardo che abbiamo contro un regime illiberale e giustizialista”. “Quando è nata Forza Italia ci hanno lanciato subito contro una accusa di corruzione e hanno fatto cadere il governo eletto dagli italiani. E poi, via via, un calvario di accuse. Ho 41 processi alle spalle”. Alla conclusione : ‘Voglio farvi una promessa: io sono qui, resto qui e non mollo.” Prima di andarsene, lo ribadisce: “Negli anni che ancora mi restano continuerò a combattere la nostra battaglia per la democrazia e la libertà”.

Ma se il “mare di gente” viene conteggiato da qualcuno come 2mila persone, tra queste ci sono anche gli intrusi. In particolar modo, a un uomo, i fedeli di Berlusconi dicono: “Sei zozzo, vai via”.

Silvio abbandonato anche da “Famiglia Cristiana”

berlusconi-famiglia cristiana-tuttacronaca

“Dopo avergli espresso affettuosa solidarietà, fatta anche di piaggeria e sudditanza, e dopo aver elaborato il lutto, sarebbe bene che a chiedergli di fare un passo indietro, e questa volta per sempre, fossero proprio i parlamentari” di Silvio Berlusconi. Lo scrive Famiglia Cristiana attraverso un editoriale del direttore Antonio Sciortino.

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