VIDEO SHOCK: la preside trascina per i piedi i bimbi di un asilo

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Il video risale alla primavera del 2012 ma è stato reso noto solo nelle ultime ore e ha suscitato shock in tutto il Connecticut. Il video mostra infatti come la preside della  Tisdale School, Carmen Perez Dickson, abbia trascinato, nei corridoi della scuola, prendendoli per i piedi, due bambini dell’asilo. Questo atteggiamento ha portato al licenziamento della preside anche se la difesa ha sostenuto che la preside stava usando la forza ma sempre nell’ambito di un percorso formativo. I membri del Consiglio che dovevano decidere sul licenziamento hanno espresso diversi pareri, ma alla fine è prevalsa la volontà di sospendere la Dickson seguendo la linea proposta da uno dei componenti:
“I bambini vanno a scuola per imparare e devono essere rispettati, noi dobbiamo dare un esempio. Se quello che diamo è un esempio da bulli, allora non possiamo aspettarci molto da questi bambini . Impareranno a prevaricare sugli altri”.

La preside tornerà dalla sua sospensione tra un mese dopo aver scontato i suoi 6 mesi di sospensione, ma non avrà più l’incarico precedente.

Il video agghiacciante è stato messo a disposizione della NBC del Connecticut dalle madri dei bimbi coinvolti.

 

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Social shock: Facebook spende 19 miliardi per la sua “rivoluzione”

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Un vero e proprio social shock quello di facebook che ha speso 19 miliardi per “rivoluzionare” la sua connettività acquistando Whatsapp, l’applicazione più innovativa che sta cambiando il mondo dei messaggi ed è diventata una delle più diffuse nel pianeta.Facebook, in base all’accordo raggiunto, acquisterà le azioni e le opzioni WhatsApp con 183,9 milioni di azioni Facebook, valutate 12 miliardi di dollari. A questi si aggiungono 4 miliardi di dollari in contanti e 3 miliardi di dollari di azioni vincolate per i fondatori e i dipendenti di WhatsApp.

“Tale acquisizione-  si legge in una nota di Facebook – permetterà a noi e Whatsapp di rafforzare la connettività nel mondo sviluppando i servizi base di Internet in modo efficiente e conveniente”. Attualmente Whatsapp, il sistema di messaggeria mobile, conta 400 milioni di utenti.

Dopo l’aggressione shock arriva il racconto agghiacciante del clochard “difendevo mia moglie”

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Dopo lo shock generato dalle immagini che ieri sono state postate in rete sull’aggressione dei clochard di Genova, oggi arriva il racconto agghiacciante di una delle vittime. «Cercavo di proteggere mia moglie e loro ci picchiavano», queste sono state le parole di uno dei senzatetto di origine slovacca al Corriere.it che poi ha aggiunto «Verso le quattro del mattino ho sentito dei colpi molto forti sulla tenda che si è rotta. Hanno iniziato a picchiarci con i bastoni e io ho cercato di riparare Alice ma le ha prese anche lei».
L’uomo ha poi aggiunto di non aver riconosciuto nessuno degli aggressori: «Non capisco… So solo che io ero lì sotto con Alice e che fuori fra gli scatoloni c’erano mio cognato e sua moglie».
Secondo la polizia di Genova l’aggressione avvenuta ai danni dei clochard slovacchi ha radici xenofobe.

Le immagini shock della spedizione punitiva ai danni dei clochard

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Immagini che non vorremmo mai vedere, di una violenza tanto inaudita quanto inutile quelle che sono state estratte dai video delle telecamere di sorveglianza di un negozio di Piccapietra che la notte del 25 gennaio hanno immortalato la terribile aggressione a quattro clochard che dormivano lungo una strada del centro di Genova. La sequenza di scatti proposta dal Corriere Mercantile mostra il commando di quattro uomini che si avvicina alla tenda e al rifugio di cartoni in cui dormivano le due coppie di senza tetto rumene. Poi il pestaggio con manganelli e tubi di ferro. Pochi secondi ma che bastano per provocare fratture, traumi, ferite e terrore. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero quattro giovani italiani probabilmente appartenenti al mondo ultrà, che avevano avuto un diverbio con i clochard qualche settimana prima.

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Peppa Pig offesa da Corvaglia, è in macelleria a $18,90

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Un’offerta, anzi un’ “Offertissima Peppa Pig €18.90 al kg” questa è l’offesa secondo molti fan del piccolo maialino che l’ex velina Maddalena Corvaglia ha postato in rete con tanto di foto che  ritrae il maialino morto nel bancone della macelleria. Pessimo gusto secondo molti utenti che si sono poi scatenati con commenti negativi sui social network. Peppa Pig d’altra parte è già stata però oggetto di molte critiche da parte degli animalisti che sono riusciti a portare l’attenzione del caso sino al Parlamento Europeo chiedendo l’inserimento di una scritta choc alla fine del “cartoon” che avvisi che gli animali protagonisti sono in realtà vittime di violenza e pratiche brutali.

 

La cella zero di Poggioreale!

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Ci sarebbe una cella “molto particolare” nel carcere di Poggioreale. A denunciare i presunti abusi sui detenuti sarebbe stato  Pietro Ioia, uno che si batte da sempre per i diritti della popolazione carceraria e che per questo ha anche creato l’associazione degli ex detenuti napoletani. Ioia ha raccontato, in quattro pagine dattiloscritte, a metà settembre, cosa accadrebbe in una cella del carcere più affollato d’Europa. La «cella zero», sarebbe il luogo dove – secondo Ioia – avverrebbero vessazioni sia fisiche che morali, se non addirittura veri e propri pestaggi a opera di alcuni agenti della polizia penitenziaria.

«È una storia antica – racconta Ioia al pm Piscitelli – non si tratta purtroppo di una novità. Dieci anni fa capitò anche a me e ai miei nove compagni di cella, a Poggioreale; durante un controllo gli agenti scoprirono un mazzo di carte da gioco napoletane, all’epoca tenerle in carcere era vietato. Uno a uno venimmo accompagnati nella cella zero e picchiati selvaggiamente…».

«Le violenze a Poggioreale sono cosa risaputa e riguardano alcune frange della polizia penitenziaria che si comportano in maniera indegna e non professionale. Ma non demonizziamo tutta la categoria» queste, invece, le parole di don Franco Esposito, cappellano della casa circondariale e responsabile della Pastorale carceraria della diocesi napoletana.

«Anch’io ho segnalato alla direzione penitenziaria alcuni episodi di pestaggi che mi sono stati raccontati in via confidenziale dagli stessi detenuti – aggiunge il religioso -. Ovvio che non ho potuto fare i loro nomi perché altrimenti avrebbero avuto vita difficile in cella».

Provvidenza Grassi: s’infittisce il mistero della sua morte

autoprovvidenzagrassi-tuttacronacaIl corpo senza vita di Provvidenza Grassi era stato trovato il 23 gennaio scorso all’interno della sua auto sotto il viadotto dell’autostrada Messina-Catania, che percorreva la notte del 10 luglio, giorno della sua scomparsa, per tornare a casa. I familiari tuttavia non sanno ancora se la giovane sia rimasta vittima di un incidente o se qualcuno possa aver spinto l’auto giù dal viadotto. Ora il mistero s’infittisce a seguito della testimonianza del fidanzato di Provvidenza, Fabio Lo Schiavo, attualmente ai domiciliari per droga. Stando a quanto fa trapelare La Gazzetta del Sud, il ragazzo avrebbe raccontato agli inquirenti di aver ricevuto una telefonata il 20 luglio dalla sua fidanzata, nella quale si sarebbe limitata a piangere, senza aggiungere nulla. La telefonata sarebbe avvenuta dieci giorni dopo la data presunta dell’incidente, che secondo gli investigatori è stato proprio la notte della sua scomparsa tra il 9 e il 10 luglio. A questa incongruenza si sommerebbe a una precedente testimonianza di una donna che avrebbe affermato di aver visto la ragazza ad agosto a Villapiana Lido, in provincia di Cosenza. La testimone ha riferito di aver chiamato alcune ore dopo al telefono della Grassi e di aver interloquito con una certa “Giada” che, piangendo, le avrebbe detto che a Provvidenza stavano somministrando una flebo e che si trovavano a Sala Consilina, segregate e schiavizzate, da due uomini di Catanzaro che avrebbero ucciso anche un uomo travolgendolo con l’auto. Ci sarebbe inoltre un’altra telefonata sempre di Provvidenza, a casa, risalente all’11 luglio. Ma quando la madre ha risposto Provvidenza non avrebbe parlato.

Audio shock! I poliziotti parlando di Provvidenza: “Questa è una putt…”

provvy-scomparsa-morta-messina-tuttacronacaE’ una conversazione shock quella mandata in onda da Chi la visto nella quale si sentono parlare due agenti delle forze dell’ordine che hanno scordato il telefono alzato, dopo aver parlato con l’inviato del programma riguardo l’ipotesi di sequestro di Provvidenza Grassi, la 27enne messinese sparita nel luglio scorso dopo aver cenato col suo fidanzato a Rometta e ritrovata 4 giorni fa, con la sua 600 bianca, sotto il cavalcavia Bordonaro sulla Messina-Catania, dove è probabilmente rimasta vittima di un incidente.I poliziotti dicono: “Questa è una put***a, una zoc***a”, “C’è Chi l’ha visto, non possiamo fottercene”. Non solo, i due agenti hanno da ridire anche sull’insistenza del padre della ragazza: l’uomo non ha mai creduto che la figlia potesse essersi allontanata volontariamente e aveva più volte lanciato degli appelli. “Capita sempre di domenica pomeriggio, è la terza domenica pomeriggio che rompe i cog***ni, più il giorno di ferragosto”, continuano le voci al telefono, che poi parlano di qualcuno, il cui nome è stato coperto dalle redazione per tutelare la privacy, che avrebbe cacciato dalla caserma l’uomo “perché rompe i cogl***i, si mette a piangere. E’ un cogl***e, poi lo conoscerai, tanto verrà”.  Nel frattempo, sono indagate 6 persone per omicidio colposo, poiché il guard rail attraverso cui è caduta Provvidenza non è a norma, e lo è tuttora, nonostante il dramma.

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La tesi shock: fumo e alcool in gravidanza possono rendere gay il bebè

 

Fumo-gravidanza-tuttacronacaDichiarazioni shock quelle del Dr. Dock Swaab, professore di neurobiologia all’Università di Amsterdam, che sostiene che fumare e consumare alcool in gravidanza potrebbe rendere il bambino stupido e omosessuale. Lo scienziato ha portato avanti uno studio secondo i risultati del quale lo stile di vita di una gestante potrebbe infuenzare non solo il quoziente intellettivo del nascituro ma anche la sua sessualità. E se il Dr. Swaab sostiene che bere, prendere droghe o vivere in una zona con alti livelli di inquinamento ha un impatto sullo sviluppo dei feti, la parte che maggiormente suscita polemiche è quella che riguarda l’influenza dei fattori esterni sullo sviluppo della sessualità del bebè. Stando allo studioso l’assunzione di ormoni sintetici e il fumo durante la gravidanza potrebbero aumentare le probabilità per le ragazze di diventare lesbiche o bisessuali, mentre bere e assumere droghe potrebbero abbassare il quoziente intellettivo di un bambino.  “Le donne in gravidanza che soffrono di stress hanno anche maggior probabilità di avere figli omosessuali di entrambi i sessi perché il loro livello rialzato di cortisolo – l’ormone dello stress – influenza la produzione di ormoni sessuali fetali”, ha dichiarato lo studioso al Sunday Times.   Tuttavia, il dottor Swaab ha riconosciuto che lo stile di vita ha solo una influenza minima e ha aggiunto che la genetica gioca il ruolo più importante nello sviluppo del bambino. fumare-gravidanza-tuttacronaca

Il mistero intorno alla scomparsa di Janet, a Chioggia è shock

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Shock a Chioggia per la scomparsa di janet Wahid,marocchina 33enne, che aveva lavorato in diversi ristoranti della città dal «Fontego» al «Bersagliere» per poi passare alla pizzeria «Ra Stua» di Sottomarina. A  Novembre la ragazza, dopo aver fatto alcuni acquisti da portare in dono nella sua terra era partita, salutando i suoi datori di lavoro che le avevano anche riservato un posto per la prossima stagione, ma la ragazza aveva improvvisamente smesso di dare notizie. Poi l’allarme è scappato quando un suo amico marocchino ha dichiarato che la ragazza sarebbe stata trovata morta dalla madre nel suo letto. Il mistero così si è intensificato, dopo che anche i datori di lavoro hanno notato che il profilo Facebook della ragazza non veniva più aggiornato. L’ipotesi più probabile, come ha raccontato l’amico della ragazza, è che Janet sia stata vittima di un malore, ma c’è chi, a Chioggia, ancora s’interroga su come una ragazza che si era mostrata sempre in salute e piena di voglia di fare, possa essere stata stroncata da un male così improvviso. La notizia ha avuto un gran eco ed è presto rimbalzata sui quotidiani locali e sui blog cittadini che continuano a interrogarsi sulla misteriosa scomparsa di Janet.

Sparatoria in carcere: il poliziotto che uccide un ispettore

poliziotto-uccide-tuttacronacaSi è consumata una tragedia al carcere delle Vallette di Torino, dove un poliziotto ha aperto il fuoco uccidendo un ispettore nel carcere Lo Russo Cotugno di Torino. Quindi ha rivolto l’arma contro se stesso, ferendosi gravemente. Stando alle prime informazioni, tutto è accaduto nel bar interno alla casa circondariale. Donato Capece, segretario generale sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria Sappe, riferisce: “È notizia di pochi minuti fa. È una notizia agghiacciante. Non si conoscono ancora le ragioni del gesto”.

Shock in Facebook: spiega come uccidere un poliziotto con una penna!

polizia-ancona-tuttacronacaL’11 dicembre, sul sito Senigallianotizie, si leggeva che un ventenne di Ripe, in provincia di Ancona, era stato fermato dai Carabinieri per gravissimi reati come la violenza fisica, l’aggressione, le minacce e il tentato omicidio nei confronti di una minorenne e di un altro giovane. Tutto accaduto in una notte, in cui, oltre a un po’ di alcol, era stato assunto in forti dosi un farmaco simile alla morfina, con effetti psicoattivi. Nell’articolo di Carlo Leone si legge:

Il risultato di quel mix è emerso con le indagini dei Carabinieri partite l’1 e il 2 dicembre dopo il ricovero in ospedale a Senigallia di una 16enne, in forte stato di agitazione, che presentava segni evidenti di violenza e lesioni. Dalle prime dichiarazioni che i militari sono riusciti a racimolare dalla giovane, è infatti venuto fuori che da due settimane circa assumeva – assieme a (e su consiglio di) un suo amico, Giuseppe Florio, classe ’93, residente a Ripe – grandi quantità di un farmaco contro la tosse contenente “destrometorfano”: la sostanza, blandamente sedativa e strutturalmente simile alla morfina, ad alte dosi, presenta effetti psicoattivi e può comportare l’insorgenza di una sindrome serotoninergica (o avvelenamento da serotonina) con sintomi (potenzialmente anche fatali) che interessano la sfera cognitiva, del sistema nervoso autonomo, ed anche somatici.

Nel pezzo si spiega poi che i due, il 29 novembre, avevano trascorso del tempo ai giardini Anna Frank dove il giovane ha picchiato selvaggiamente la ragazza per insegnarle a “fortificarsi”. Il giorno dopo, ancora il farmaco miscelato con una bevanda stimolante. A seguire, un cocktail di alcolici che aveva prodotto “forti stati di agitazione e delirio in cui prima il 20enne ha minacciato di morte un altro ragazzo, poi lei ha chiesto di essere uccisa, dopodiché il ragazzo ha tentato di colpirsi con un cacciavite sul petto e infine, mentre erano in giro a Torrette di Fano, la 16enne ha chiesto nuovamente di essere uccisa. Un delirio che solo l’istinto di sopravvivenza ha impedito si tramutasse in tragedia: più volte si è divincolata infatti dal giovane che tentata di strangolarla, fino a quando non è svenuta. Una volta ripresi i sensi, ha chiesto di essere accompagnata all’ospedale dove i medici hanno chiamato i Carabinieri e son partite le indagini.” In seguito, Giuseppe Florio è stato avvistato in ospedale e dopo dieci giorni di cure e una volta dimesso i Carabinieri hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto. Il giovane è stato sottoposto ad indagini per i delitti di lesioni personali, tentato omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato e continuato del consenziente. Ora si è saputo che il giovane, il 12 dicembre, dopo essere stato al pronto soccorso sorvegliato  da due agenti, ha scritto in Facebook: “Stato seduto lì, con una gamba che donava sangue al pavimento e pensavo a 32 modi per uccidere il poliziotto di fianco a me, senza armi”. Un suo conoscente gli ha risposto: “Avevi una penna a portata di mano? Potevi accecarlo e poi fargli un buco in gola”. Ora il 21enne che ha consigliato come uccidere un poliziotto è stato denunciato per istigazione a delinquere, l’aggredire e ferire un poliziotto.

La campagna shock contro la violenza sulle donne: ed è polemica

copertina-pubblicita-progresso-tuttacronacaPochi giorni “di prova” e già la nuova campagna shock contro la violenza sulle donne organizzata da Pubblicità Progresso ha generato innumerevoli polemiche. La sua diffusione avverrà a gennaio, quando alle fermate d’autobus appariranno i cartelloni di “Punto su di te”, questo il nome della campagna. Sui cartelloni ci sono mezzi busti di donna e un fumetto con frasi da continuare come: “vorrei che mio marito…”, “quando torno a casa vorrei…”, “dopo gli studi mi piacerebbe…”. Sono bastati due giorni perchè le frasi venissero completate: come previsto dagli ideatori, hanno fatto la loro comparsa frasi tanto volgari quanto sessiste. Obiettivo centrato quindi: “Far capire che la discriminazione è ancora diffusa e radicata nella fascia media della popolazione, che è poi quella che deve cambiare testa rispetto al problema”, come ha spiegato Alberto Conti, presidente di Pubblicità Progresso. Contini, a L’Esspresso, spiega ancora: “Non possiamo illuderci di cambiare gli stereotipi con uno spot. Per questo invitiamo ad andare oltre. Anche perché la campagna si farà sentire su più canali. Con concorsi, iniziative nelle scuole e una canzone creata apposta da alcuni autori italiani, che arriverà a un concerto il cui ricavato andrà in borse di studio per ragazze.” Quando la campagna sarà su tutte le fermate d’autobus italiane, al posto degli insulti apparirà un richiamo al sito internet per segnalare le offese ricevute. Nel frattempo, però, si è acceso il dibattito, con molte critiche provenienti anche da donne. Ad esempio, sul suo blog la semiologa Giovanna Cosenza afferma:

Non si fanno uscire le donne dalla buca del vittimismo, se si continua a rappresentarle come vittime (e lo si fa anche quando si dice che no, vittime no). E ancora: non si elevano le donne di grado e di ruolo, se si continuano a riprodurre situazioni in cui si mostrano donne umiliate e degradate (e lo si fa anche quando si dice che no, degradate no). […]Certo, la campagna vuole dirci: «Guarda, lo schifo in cui le donne devono vivere». Ma in realtà ripropone – per l’ennesima volta, a sua volta – un ennesimo rituale di degradazione delle donne.

Non sono poi positivi i commenti delle stesse lettrici: “Campagne del genere non fanno che incitare situazioni sessiste!”, “Trovo veramente scorretta questa campagna. Non solo non è rappresentativa di nulla, ma incita alla goliardata e al vandalismo, già più che presente in strada senza essere istigato.”

Barbareschi shock, è in fin di vita?

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In fin di vita o quasi questa è la verità che Luca Barbareschi ha rivelato al settimanale  “Di Più” dicendo di aver abbandonato tutti gli impegni di lavoro per problemi di salute. «Ho il fegato devastato», ha dichiarato sottolineando che le sue condizioni sono veramente gravi. Le cure sono indispensabili: «Mi sono trascurato per tanto tempo, adesso se non mi curo posso morire». Ad aggravare le condizioni del fegato è stato un uso eccessivo di farmaci. «Non ho niente di incurabile, ma devo obbligatoriamente curarmi. Mi devo curare, sono andato avanti trascinandomi, trascurando i postumi della broncopolmonite avuta lo scorso anno non curata a dovere», ha dichiarato l’attore. «Ora i medici mi hanno obbligato a fermarmi e io non posso fare diversamente… Il mio unico obiettivo è osservare le cure prescritte. Se così sarà entro la fine dell’anno la situazione potrebbe risolversi, altrimenti le conseguenze potrebbero per me essere molto gravi».

Il cartello shock nella Terra dei Fuochi… e la lite con la grammatica!

cartello_terra_dei_fuochi-tuttacronacaSulla pagina Facebook del comitato “La Terra dei Fuochi”, ieri mattina ha fatto la sua apparizione una foto che è stata apprezzata, commentata e condivisa da migliaia di persone in poche ore. Ritrae un cartello affisso su un contenitore dell’immondizia, localizzato in una zona non precisata tra Napoli e Caserta, il cui senso, in poche parole, è: “Chi abbandona rifiuti per strada si becca un colpo di pistola”. I gestori della pagina, descrivendo l’immagine, scrivono: “Un ‘simpatico’ cartello per ricordare che… Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere. Gandhi La Mobilitazione Generale continua”. Una citazione che, come non hanno mancato di commentare gli utenti che hanno visto l’avviso, non è il massimo dell’appropriatezza visto il contenuto minatorio del cartello dove si sottolinea che si tratta di un'”Area videosorvegliata”. Ancora si legge: “Non gettare rifiuti fuori dei contenitori onde evitare di essere sparati (sic!) in fronte. Quant’è vera la madonna!!!”. A seguire, il disegno di una pistola e la traiettoria del proiettile. Firmato, “L’irresponsabile”. Nei commenti, gli utenti approvano l’iniziativa e non manca chi si chiede se sparare a chi arreca danno alla salute pubblica possa essere considerato un atto di legittima difesa: la risposta gli giunge immediata, c’è infatti chi si dice pronto a testimoniare in suo favore.

Il volantino shock che minaccia morte e inneggia alla mafia

volantino-forconi-tuttacronacaIl ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Gianpiero D’Alia ha chiesto al ministro dell’Interno Angelino Alfano d’intervenire “prima che la situazione diventi fuori controllo per individuare e punire duramente quanti pensano di trasformare una manifestazione di autotrasportatori in un’azione di sabotaggio dello Stato e di recrudescenza mafiosa”. Il riferimento è alla protesta dei Forconi e al volantino shock che è apparso oggi all’ingresso di un consorzio di autotrasportatori della Fita-Cna a Campobello di Licata, nell’Agrigentino, che si è espressa contro i blocchi annunciati dal movimento dei Forconi. Tra le altre cose, si lagge una minaccia: “non fare uscire i mezzi nel giorno della rivoluzione perché vi pesteremo a sangue fino a farvi morire”. Il manifesto termina poi con “Viva la mafia, viva i forconi. Questa è la rivoluzione che farà libera la Sicilia. Attaccheremo lo Stato”. Nel frattempo, la tensione cresce anche a Palermo ed è stato vietato, con un’ordinanza della Prefettura, formare presidi nei punti strategici della città. L’assembramento di persone e mezzi è stato vietato, tramite ordinanze, da tutte le prefetture siciliane. Nonostante gli autotrasportatori dell’Aias guidati da Giuseppe Richichi, che fanno parte del troncone degli irriducibili, abbia revocato la protesta, la tensione resta alta e anche questa mattina si trovavano file per fare il pieno di carburante. Questo perchè, come ricorda Repubblica, “E’ ancora vivo il ricordo dei blocchi di due anni fa, ai quali aderirono anche gli autotrasportatori, lasciarono l’Isola a secco e priva di rifornimenti per giorni.” Ai rappresentanti del movimento, intanto, è stato notificato dai questori il divieto assoluto di tenere qualsiasi forma di protesta dalle 22 di domani alle 24 del 13 dicembre. Ieri, peraltro, l’Aias aveva revocato il fermo. “Il solo preannuncio dell’iniziativa di protesta – sottolinea la questura di Siracusa – già ha suscitato in larga parte della popolazione e delle categorie produttive della provincia una generalizzata preoccupazione. Pertanto, chiunque contravverrà al divieto, creando disagi ed intralci, ostruendo in qualunque modo l’accesso ai caselli autostradali e in qualunque altro luogo di libero transito, sarà ritenuto penalmente e civilmente responsabile anche dei danni arrecati”. Verranno quindi istituiti specifici servizi di osservazione. E se sono state diramate “deroghe eccezionali” agli orari di apertura dei distributori di carburante, il leader del movimento siciliano, Mariano Ferro, si dice “pronto a farsi arrestare”: “Possono per il momento fermarci in Sicilia, ma non possono bloccare l’onda lunga della protesta in Italia. I Forconi scenderanno nelle piazze, nelle strade e nelle autostrade in tante regioni. In Sicilia adesso no, ma vogliamo riflettere e decidere sul da farsi. Certo non staremo per sempre a guardare”.

Xaver ha cancellato un paese, ecco le incredibili foto

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Completamente spazzato! Il villaggio di Hemby, nel Norfolk, contea dell’Inghilterra sud-orientale, non c’è più. Dopo il passaggio di Xaver, la tempesta più violenta che si sia abbattuta sul nord europa negli ultimi cinquant’anni, le case sono letteralmente cadute in mare, travolte dai venti e precipitate sulla spiaggia.E non è finita: perché adesso il rischio è di inondazioni.

Alcuni degli abitanti erano al pub, come tutte le sere, quando hanno sentito che Xaver si stava avvicinando. Non si aspettavano che avrebbe travolto le loro case. “Siamo devastati, abbiamo perso tutto”, racconta un abitante al Daily Mail.

Lui, come altri, aveva comprato uno dei bungalow sulla spiaggia di Hemby, di fronte al Mare del Nord.“Sapevamo che prima o poi ci sarebbe stata l‘erosione della spiaggia, ma non pensavamo sarebbe successo così in fretta. L’assicurazione non copre i danni. La spiaggia avrebbe dovuto essere protetta prima”.

E la polemica si accende, anche nella fredda Gran Bretagna. Dal 2010 sono stati tagliati i posti di 3.600 pompieri. “Se i tagli continueranno, denuncia  Matt Wrack, segretario generale del sindacato dei pompieri, la prossima volta sarà difficile salvare delle vite”.

Intanto Xaver continua a far tremare mezza Europa. La tempesta ha ucciso nove persone. Tre le vittime in Polonia, colpite da un albero sradicato dal vento e che si è schiantato contro un’auto. Una quarta persona è rimasta ferita. La caduta di un albero ha ucciso un uomo anche in Svezia. In Polonia quasi 400.000 case sono rimaste senza elettricità, 50.000 in Svezia. Danni limitati in Belgio e nei Paesi Bassi.

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La foto shock: Xaver fa ribaltare un tir in Scozia

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La foto shock di Xaver, la tempesta che sta mettendo in ginocchio il Nord Europa sta facendo il giro del web. Dal Regno Unito alla Germania, passando per Belgio e Olanda e puntando anche alla Scandinavia l’allerta è partita e di ora in ora si sta monitorando i dati di questo uragano.

La Scozia è  tra le zone maggiormente colpite e tra le prime su cui la perturbazione si è abbattuta con violenza registrando la prima vittima: conducente di un camion che si è ribaltato finendo sopra due auto in transito.

Un uomo è  morto anche in Inghilterra, nel Nottinghamshire, dopo che un albero si è abbattuto sull’auto di cui era alla guida. Sono migliaia le persone evacuate in Gran Bretagna dove ci si prepara per una notte difficile, muniti di sacchi di sabbia a protezione contro il rischio di inondazioni, in particolare lunga lo costa dove si teme la furia del mare agitato dal passaggio di Xaver.

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In Germania Xaver ha provocato danni e interruzioni nel traffico navale, ferroviario e aereo. Le isole del Mare del Nord e del Baltico di fronte al Paese sono isolate dalla terra ferma, mentre sono stati cancellati oltre un centinaio di voli in arrivo e in partenza dall’aeroporto di Amburgo, dove la mattina del 6 dicembre è attesa l’ondata più critica. I primi allagamenti si sono verificati sulla costa della Frisia, in Schleswig-Holstein, dove numerose scuole sono rimaste chiuse.

L’arrivo di Xaver ferma i treni anche nel Nord dell’Olanda dove, come in Belgio, si prendono misure precauzionali nel tentativo di limitare i danni. Circa 2 mila persone sono state evacuate sulla costa del belga, a Bredene, vicino Ostenda. Molte anche le scuole chiuse, mentre sono state bloccate le dighe anche per evitare l’aumento del livello dell’acqua. Il momento massimo d’allarme è atteso tra le due e le tre, quando il livello dell’acqua del mare, combinando l’effetto di marea e raffiche di vento sino a 100 km orari, secondo le previsioni dovrebbe raggiungere ad Ostenda i 6,30 metri, superando tutte le soglie d’allarme fissate per la città.

Si tratta dei livelli più alti da 60 anni, quando nel 1953 (record a 6,66 metri) una potente inondazione colpì Ostenda il cui centro venne invaso da due metri d’acqua. Anche la città di Bruges, la ‘Venezia del Nord’ patrimonio mondiale dell’Unesco, ha fatto scattare il piano d’allarme per la tempesta Xaver. A qualche decina di chilometri dalla costa, i suoi numerosi canali che la uniscono ad Anversa e Gand sono collegati con il mare.

Gli assegni shock dei pensionati!

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E’ l’Inps a rilasciare i dati sugli assegni shock dei pensionati italiani e quelli del bilancio sociale 2012 sono un vero e proprio grido dall’allarme: quasi la metà, cioè il 45,2% degli italiani in pensione non arriva a un reddito di mille euro al mese. Su quasi 7,2 milioni di pensionati, ce ne sono 2,26 milioni, cioè il 14,3% del complesso che non arrivano a 500 euro. Possono invece contare su più di 3.000 euro al mese poco più di 650.000 pensionati. Il 55,3% delle pensionate può contare su meno di 1.000 euro al mese a fronte del 33,6% degli uomini. Nella classe di importo più bassa (fino a 500 euro) ci sono il 17,4% delle donne (1,479 milioni di persone) e appena il 10,7% degli uomini (786.000). Nelle classi di reddito da pensione pari o superiore i 1.500 euro si situa il 20% delle donne a fronte del 41% degli uomini. Sotto il profilo geografico il 48% dei pensionati (7,7 milioni) è al Nord con un reddito pensionistico medio di 1.337 euro al mese. Nel Mezzogiorno risiede il 32% dei pensionati (5 milioni di persone) con un reddito medio mensile di 1.105 euro mentre nel Centro risiede il 20% dei pensionati (3,2 milioni) con un reddito da pensione medio di 1.362 euro.

Il reddito da pensione dei pensionati pubblici nel 2012 era in media di 1.948 euro al mese, superiore di oltre 700 euro rispetto ai 1.223 euro medi portati a casa da coloro che hanno lavorato come dipendenti nel settore privato. Lo si legge nel Bilancio sociale Inps con riferimento ai beneficiari di una sola pensione. La differenza dipende anche dal numero di anni lavorati e si amplia tra le donne con 826 euro medi di pensione per le donne del fondo lavoratori dipendenti e i 1.613 di quelle del settore pubblico. Per artigiani e commercianti il reddito da pensione si ferma in media sotto i 1.000 euro.

Il potere d’acquisto delle famiglie è crollato del 9,4% tra il 2008 e il 2012. Lo si legge nel bilancio sociale Inps presentato oggi secondo il quale solo tra il 2011 e il 2012 il calo è stato del 4,9%. Nel complesso nei quattro anni considerati il reddito disponibile delle famiglie ha perso in media l’1,8% (-2% tra il 2011 e il 2012). -130

Emorragia di dipendenti pubblici nel 2012. Nell’anno, secondo quanto emerge dal bilancio sociale Inps, i lavoratori pubblici sono diminuiti, a causa del blocco del turnover e dei numerosi pensionamenti di 130.000 unità (-4%) passando da 3,23 milioni a 3,1 milioni. Nel 2012 le entrate contributive ex Inpdap sono calate di 4,78 miliardi (-8,2%). I contribuenti del fondo pubblici statali sono diminuiti di 107.012 unità (da 1.780.000 a 1.672.988 con un -6%) mentre quelli del fondo pubblici enti locali sono calati di 25.070 unità (da 1.305.542 a 1.280.472 e un -1,9%). Cresce invece di 1.870 unità il fondo pubblici sanitari e il fondo pubblici ufficiali giudiziari (+721 unità). Le entrate contributive dell’ex Inpdap, si legge nel bilancio sociale Inps, si sono ridotte di 4.781 milioni di euro, dato legato al blocco del turn-over nel pubblico impiego e al rallentamento della dinamica retributiva del settore. Nel 2012 quasi tutte le categorie di lavoratori mostrano una riduzione della consistenza. I lavoratori dipendenti del settore privato si riducono di 48.888 unità (-0,4%); i lavoratori pubblici di 129.515 unità (-4%); i lavoratori autonomi di 13.817 unità (-0,3%) e i parasubordinati di 22.167 unità (-2%). Il blocco del turnover ha accentuato nel pubblico la tendenza che c’è anche nel privato di diminuzione dei dipendenti con meno di 30 anni (-20,1% nel pubblico, -8,7% nel privato) e di progressivamente invecchiamento dei lavoratori. Le variazioni per classe d’età, infatti, sono negativi fino ai 50 anni con una riduzione media del 9,3%. Si rilevano invece incrementi dell’1,4% per i dipendenti tra i 50 e i 60 anni e del 5,9% per quelli oltre i 60 anni.

SPESA AMMORTIZZATORI +19% La spesa per gli ammortizzatori sociali nel 2012 è aumentata del 19% rispetto al 2011 superando quota 22,7 miliardi. Lo si legge nel bilancio sociale Inps. L’Istituto sottolinea che la spesa principale è quella per la disoccupazione con 13,811 miliardi, oltre due miliardi in più rispetto ai 11,684 miliardi spesi nel 2011. L’Inps sottolinea che i 22,7 miliardi (+3,6 miliardi sul 2011) si sono suddivisi in 12,6 miliardi di prestazioni e 10,1 di contributi figurativi. La parte principale ha riguardato la disoccupazione (13,8 miliardi con un +18,2%), mentre per la cassa integrazione sono stati spesi 6,138 miliardi (oltre un miliardo di spesa in più con un +21,8%) e 2,824 miliardi per la mobilità (+17,3%). Il peso maggiore degli ammortizzatori è a carico dello Stato con 14,237 miliardi a fronte dei 8,536 miliardi di contributi da imprese e lavoratori. Il finanziamento della cassa integrazione è stato coperto dallo Stato per il 37,8%, quello della disoccupazione per il 70,1% e quello per la mobilità per il 79%. Nel 2012 oltre 4 milioni di persone hanno usufruito di ammortizzatori sociali. Lo rileva l’Inps nel suo bilancio sociale spiegando che oltre 1,6 milioni di persone hanno usufruito di cig e mobilità a fronte dei 1.250.000 lavoratori nel 2011 (+28,5%) con una permanenza media pro capite in cassa di di due mesi e 2 giorni lavorativi. Nel complesso hanno avuto il sussidio di disoccupazione (ordinaria, agricola e quelle a requisiti ridotti) 2,5 milioni di persone a fronte dei 2,26 milioni dell’anno precedente.

La figlia di Depardieu shock: “Mio padre tra cinque anni non ci sarà più”

depardieu_tuttacronacaE’ stato il quotidiano francese Le Monde a raccogliere un’intervista molto dure di Julie Depardieu, figlia dell’attore Gerard: “Non invecchierà più di tanto. Ora ha 65 anni, non è tanto. Ma quando sai ciò che fa, non durerà tanto, te lo dico, tra cinque anni non ci sarà più. È lui il prossimo, lo so. Non durerà”. La donna sembra nutrire molto rancore nei confronti di uno dei più importanti attori francesi: “È un mascalzone, dice una cosa, ma può fare il contrario, bisogna diffidare, non si sà mai”. E ancora: “Non è un traditore, no, ma comunque non bisogna fidarsi”. Per lei, il padre è “uno che non può mai stare fermo in un posto. Quando sei piccolo, hai bisogno di un confronto con tuo padre. Guillaume ha molto sofferto che non badasse a lui”, dice ancora, riferendosi al fratello Guillaume, morto prematuramente nel 2008.  “È molto simpatico, ma non si può esistere a lungo al suo fianco”. La 40enne è arrivata a rifarsi il naso “per cinque volte” per non assomigliare fisicamente a lui: “È una questione identitaria, non volevo essere più bella, ma soltanto non avere quel naso lì, che assomigliava troppo a quello di un membro della mia famiglia”, conclude.

Denuncia shock di Emergency: bimbi mutilati a colpi di machete

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Denuncia shock da parte di emergency che ha portato alla luce l’orrore dei bimbi mutilati nella Repubblica Centrafricana a colpi di machete. Il team medico portato avanti dall’associazione fondata da Gino Strada  nel Complesso pediatrico di Bangui ha operato d’urgenza dieci piccoli, feriti gravemente a colpi di machete e di armi da fuoco.

I bimbi, da uno a 10 anni, sono di etnia Peuls, nomadi musulmani che vivono a una novantina di chilometri da Bangui.

“Ci hanno raccontato che prima sono stati chiusi in una casa e poi portati all’aperto, messi in fila e presi a colpi di machete. Qualcuno ha ferite da armi da fuoco. I loro genitori sono feriti o sono morti nell’attacco”. 

 

La frase di Carretta… shock sul web!

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Damiano Carretta esponente del Movimento 5 Stelle si è espresso su Facebook con una frase davvero macabra: “Il Milan vince a Glasgow e i giocatori dedicano la vittoria a Berlusconi. Spero che il volo di ritorno passi da Superga”, immediate le reazioni da parte del web che hanno condannato la frase del grillino che ricordava l’incidente aereo in cui perse la vita l’intera squadra del Grande Torino. Lui si è difeso parlando di una frase “satirica” e ribadendo ceh il suo stile è simile a quello di Spinoza…

Chi è Carretta? Come scrive Qelsi: pur non essendo eletto né ricoprendo incarichi pubblici, Carretto è uno dei punti di riferimento grillini nei quartieri Nizza Millefonti-Lingotto-Filadelfia. E’ lui a firmare tutti gli articoli sulla Circoscrizione 9 di Torino, assieme al consigliere eletto Monica Amore e ad Andrea Russi, pubblicati sul sito Movimentotorino.it. Ed è sempre lui a scrivere assiduamente sul blog di Beppe Grillo e a gestire il gruppo su facebook del Movimento 5 Stelle-Circoscrizione 9.

 

Schiava per 30 anni, Londra è sotto shock

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E’ stata segregata in casa per 30 anni. Solo oggi la donna è stata liberata da una coppia di 67enni che la teneva in stato di schiavitù impedendole ogni contatto col mondo esterno. La donna non sarebbe stata l’unica: in tutto le ‘schiave’, secondo quanto riporta il Mirror, sarebbero tre, una 69enne malese, una 57enne irlandese e una ragazza di 30 anni britannica.

 

Le foto shock e la testimonianza di Ivana Spagna dopo l’aggressione

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Parole di rabbia, di disperazione e di denuncia quelle lanciate dalla cantante Ivana Spagna dopo l’aggressione. In un’intervista a “Di Più” l’artista ha raccontato il furto violento di cui è stata vittima, ma anche l’indifferenza di chi non si è fermato a soccorrerla.

“Ho anche il braccio mezzo massacrato, ed è passata più di una settimana”. Ivana Spagna era in macchina quando il conducente di uno scooter ha finto di essere stato investito dell’auto della cantante: ” Gli chiedevo: “Si è fatto male?”  E lui: “Sììì, sììì”. “Aspetti un attimo”, mi sono accostata al marciapiede, anzi, ci sono un pò salita alla bell’e meglio e ho aperto la portiera per scendere e soccorrerlo, ma, proprio in quel momento, mi è piombato addosso un uomo, che era il doppio dell’altro: cercava di togliermi l’orologio” poi il racconto continua “Vista la mia resistenza, a un certo punto mi ha dato una gomitata o un pugno che mi ha preso il mento, ma io non mollavo. Presa dalla rabbia e dalla disperazione, l’ho morsicato sul braccio con tutte le mie forze. Ero furente in quel momento, davvero incattivita dal ripetersi di una violenza che avevo già subìto. (Dopo averle rubato l’orologio) è corso sullo scooter dell’altro. Ho anche cercato di prendere il numero di targa della moto, ma non ce l’ho fatta: ero tremante, sotto shock e mi è preso lo sconforto, così ho iniziato a piangere”.
Dopo la denuncia ai Carabinieri è dovuta ricorrere al Pronto Soccorso: “Mentre prendeva appunti ha così scoperto che mi avevano anche picchiato e allora mi ha fatto portare al Pronto Soccorso dove mi hanno dato cinque giorni di prognosi, indicandomi le medicine da prendere”.

Via i sampietrini dal centro di Roma, proposta shock di Marino

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Roma e il nuovo volto che vuole dare Marino alla città, senza capire che ci sono dei punti di riferimento che ai romani non vanno toccati. D’altra parte il sindaco non è nato nella Capitale, non conosce la gioia dei cittadini della Città Eterna di sentire i sampietrini sotto le ruote dell’automobile, o la paura di scivolare appena piove sugli insidiosi sampietrini che ci riportano indietro nel tempo. Quella pietra è la poesia della città, è l’autenticità delle strade di Roma. Eppure il sindaco vuole levarli: «I sampietrini, tanto belli in alcune zone del centro storico come piazza del Pantheon, credo possano essere però sostituiti dall’asfalto in altre strade ad alto scorrimento, come ad esempio via Nazionale – dice Marino a Repubblica Tv -. Quando i sampietrini si spostano sono molto pericolosi, soprattutto per chi va su due ruote. Dal gennaio 2014 inizieremo una serie di opere di manutenzione ordinaria sulle buche, marciapiedi e strade. I contratti e gli appalti verranno fatti in modo tale che ci sia una certa garanzia sulla durata: se uno ripara il manto di una parte di strada deve dare la garanzia che per i prossimi 5 anni quel manto stradale rimanga nelle migliori condizioni, altrimenti lo ripagherà a spese sue». Ignazio Marino rilancia sul centro storico di Roma vietato al traffico privato. «Entro il 2014 credo che sicuramente riusciremo a pedonalizzare il Tridente – annuncia il sindaco a Repubblica Tv -. La popolazione è pronta così come i commercianti. Certamente ci sarà chi protesterà ma tra 15 anni tutti godranno di questa scelta». Il Tridente è costituito dalle tre strade storiche che partono da piazza del Popolo, cioè via del Corso, via del Babuino e via Ripetta. Frequentatissime da romani e turisti, ma anche da macchine, furgoni e motorini. Pedonalizzare il Tridente è un’idea che di tanto in tanto torna d’attualità, di solito incontrando la contrarietà dei negozianti che lavorano nella zona, timorosi di perdere clienti. Ma Marino sembra deciso ad andare avanti, dopo la chiusura di un tratto di via dei Fori Imperiali al traffico privato, provvedimento che ha caratterizzato l’inizio del suo mandato. «Entro questa consiliatura realizzeremo il Parco archeologico dell’Appia Antica. Chiuderemo via dei Cerchi, congiungendo così l’area dei Fori con il Circo Massimo – annuncia -. Avremo così una straordinaria passeggiata nella storia che va da piazza Venezia, attraversa l’area del Colosseo e continua verso il Circo Massimo».

Shock e autogol di Vendola sull’Ilva: “scena fantastica”

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Emilio Riva era sotto assedio da parte dei giornalisti che lo incalzavano con domande sulle emissioni dell’Ilva di Taranto che presumibilmente avrebbero causato tumori nella popolazione che viveva a stretto contatto con le polveri e i veleni che l’industria produceva. Intanto Nichi Vendola e il suo capo di gabinetto, dice lo stesso governatore della Puglia, ridevano per la “scena fantastica”. Questo è l’audio pubblicato su Il Fatto Quotidiano che risale al 2009, in cui Vendola commenta una conferenza stampa dei Riva e a Giorgio Archinà dice: “Dica a Riva che il presidente non si è defilato”.

Il tutto inizia con il commento di Vendola alla “scena fantastica”. Archinà, dominus degli affari illeciti dell’Ilva secondo il Fatto quotidiano, strappa il microfono ai giornalisti che chiedono a Riva chiarimenti sull’aumento dei tumori a Taranto e Vendola commenta lo “scatto felino”: “Complimenti, io e il mio capo di gabinetto siamo stati a ridere per un quarto d’ora”.

Il Fatto quotidiano scrive:

“Il video è dell’autunno 2009, ma torna d’attualità l’estate dopo, quando a Taranto scoppia l’emergenza benzo(a)pirene. Il governatore della Puglia, dopo le risate, fa sapere ad Archinà, dominus indiscusso di tutti gli affari illeciti dell’azienda, che è a disposizione: “Dica a Riva che il presidente non si è defilato”. Tant’è che finirà indagato per le pressioni esercitate su un dirigente dell’Arpa, Giorgio Assennato, l’uomo che ha osato mettersi contro il siderurgico con la sua relazione sulla qualità dell’aria in città di Francesco Casula e Lorenzo Galeazzi”.

Ecco il video con il montaggio di Samuele Orini: 

Shock in Italia, il tumore colpisce quasi 1 persona su 2, 50 anni fa 1 su 20

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«Cinquanta anni fa si ammalava di tumore una persona su 20, oggi quasi una su 2» ma, nonostante questa forte crescita, rivelata da Il Mattino, l’obiettivo era e resta quello della mortalità zero.

Al primo posto secondo l’oncologo Umberto Veronesi, c’è la prevenzione e poi naturalmente la ricerca.

«Siamo progredendo, parliamo della ricerca e di un’Italia che studia, lavora e si migliora. Parliamo di un’Italia che anche politicamente deve farsi più matura per far sue queste direttrici di impegno condiviso», ha detto il Presidente Napolitano che ha partecipato come ogni anno alla giornata dell’Airc in Quirinale.

E a parlare a nome dell’Italia che crede nella meritocrazia c’è stata una giovane ricercatrice, la biofisica del Cnr di Napoli Anna Chiara De Luca, che ha lasciato l’Italia per lavorare in Scozia e ed poi tornata. «Ma tornare in Italia – ha spiegato – deve essere un’ambizione non un sacrificio» In Italia la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore ha raggiunto il 53%, con una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese. Questa percentuale di sopravvivenza pone l’Italia al terzo posto in Europa, nonostante una popolazione in costante invecchiamento.

Un esempio: in Italia nel 1990 morivano 40 donne ogni 100 mila colpite dal tumore alla mammella; oggi sono 20, la metà, ha riferito il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In totale sono 1,3 milioni gli italiani guariti dal tumore, dunque non più «il male incurabile» ma sempre più una malattia cronica. «I livelli di risposta della popolazione verso l’attività di prevenzione sono più che incoraggianti: in un anno sono state circa 1,5 milioni le donne tra i 50 e i 69 anni sottoposte a screening. I programmi di screening riducono di oltre il 45% la mortalità. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai loro genitori che la prevenzione è un dovere e non una scelta, fa parte dei doveri civici che ognuno di noi assume nei confronti di se stesso e della società», ha aggiunto il ministro. Un appello ai buoni stili di vita condiviso con Veronesi che divide la lotta ai tumori in due grandi aree: controllare e abbattere le sostanze che nell’ambiente possono produrre tumori ed eliminare i comportamenti pericolosi.

«Serve – ha concluso l’oncologo – convincere la popolazione a partecipare a questo programma». «Ma troppe rimangono le differenze per l’accesso agli screening e in qualche caso alle cure», ha sottolineato il ministro che ha ricordato le liste d’attesa e l’appropriatezza delle prestazioni come obiettivi del Patto della salute. Il finanziamento della ricerca oncologica attraverso la ricerca corrente è valsa, dal 2008 al 2012, circa 50 milioni di euro anno; nello stesso quadriennio altri 8 milioni di euro l’anno sono stati destinati ai soli IRCCS oncologici mentre 16 milioni sono andati a tutti gli altri partecipanti (Regioni, aziende ospedaliere) ai quali il conto capitale ha destinato nell’ultimo biennio altri 6 milioni di euro anno. «L’investimento complessivo – ha quindi aggiunto – è intorno ai 55 milioni per anno per i soli IRCCS oncologici. Non sono certo le cifre che si mobilitano in paesi come gli Stati Uniti, per questo dobbiamo pensare a modi nuovi di attrarre investimenti nella ricerca che deve diventare una nostra priorità: ci aiuta infatti ad aumentare il benessere dell’Italia sia dal punto di vista della salute, sia da quello delle economie ad essa collegate».

 

Tre fratellini trovati morti in casa, si sospetta della madre!

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Tragedia in Francia. Due gemellini di 16 mesi e il fratellino di sei anni sono stati trovati morti nella loro casa a Gergy, paesino nella regione centrale di Burgundy, circa 350 chilometri a sudest di Parigi.
Secondo quanto riferito dalle autorità locali, per la morte dei tre bambini è sospettata la madre, trovata a fianco ai bambini «sotto l’effetto di medicinali» e trasportata in ospedale. Un vicino ha raccontato che si era trasferita a Gergy qualche mese fa, dopo la separazione dal marito.

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Vite spezzate: in Francia è shock per la morte di tre ragazzi

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Siamo nello Charente, nel sud-ovest della Francia. All’alba un gruppo di ragazzi è fuori da una discoteca e una ragazza di 22 anni annuncia di lasciarlo. Una delusione d’amore, il ragazzo è devastato e  i decide di farla finita, ma sulla sua strada si mettono anche i suoi amici, che preoccupati lo seguono in auto. L’auto su cui viaggiavano il cugino e un suo amico sbanda, prende in pieno un palo della luce e i due muoiono. L’aspirante suicida arriva a casa e si spara un colpo di fucile in testa. La ragazza, quando ha scoperto la “doppia tragedia” è svenuta e trasportata in stato di choc in ospedale.

“Mettetela su un barcone… Deve tornare in Africa” Frase shock sulla Kyenge

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“Mettetela su un barcone. Assicuratevi che non affondi. Deve tornare in Africa da dove è venuta. Poi saranno gli oranghi e le scimmie a stabilire se la riprendono o meno a casa loro. Ma a quel punto non sarà più un problema di noi italiani”. Così l’assessore leghista del comune di Cadorago (Como), Paolo Pagani, ha espresso il suo dissenso verso il ministro  per l’integrazione Cecile Kyenge. Il messaggio shock è stato postato su Facebook.  Le minoranze in consiglio comunale hanno chiesto di censurare il messaggio e altri simili postati dall’assessore allo sport sul social network. Secca la risposta di Maroni: “La Kyenge ha detto che non sa chi sono io, quindi non ho nulla da dire in proposito”.

 

Shock: chirurgo mette il dito nella piaga? La salma di Priebke nella tomba di famiglia

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Shock nel Bresciano dove un cardiochirurgo di 52 anni si è detto disposto a «ospitare la salma di Priebke nella tomba di famiglia» nel cimitero della frazione di San Vitale nel Comune di Rovere. Lo riporta l’«Arena» spiegando che l’uomo, Alberto Negri, accoglierebbe la salma, «spese di tumulazione escluse». «Il cimitero è su una collinetta a San Vitale, lì sono già sepolte mia madre e mia nonna», spiega il medico al quotidiano.

«Il messaggio che voglio lanciare è semplice: bisogna perdonare – spiega – Ho deciso di ospitare la salma di Priebke perché vengo da una famiglia abituata a farsi carico delle sofferenze degli altri. Io sono medico da trent’anni e anche mio padre lo era. Priebke non si è pentito? Vero, ma non era obbligato a farlo. I rancori e le ingiustizie vanno sistemate in vita fra gli esseri umani. Dopo la morte, per chi è credente, si passa a una giustizia superiore che non è più di nostra competenza. Allora lasciamo fare a Lui senza accanirci su una salma. In fondo chi l’avesse ritenuto opportuno, avrebbe potuto fargliela pagare in vita e, magari, raccontarlo con orgoglio ai figli. Ma chi prende a calci un cadavere lo racconterà ai suoi figli?».

«La mia – continua – è una scelta di coscienza che nasce da un desiderio di riappacificazione. Credo che anche una persona in grave torto debba avere la dignità di una sepoltura. Non si può andare avanti così, tra calci, sputi e rifiuti: se nessuno fa niente non si farà mai niente, continuerà per sempre ad esserci la guerra tra ebrei e palestinesi».

Ma la madre e la nonna del chirurgo sono pronte a ospitare la “scomoda” salma?

50enne ucciso nell’Agrigentino. Il killer è un asino

asino-alessi-tuttacronacaAvrebbe aperto tra poco il suo agriturismo in contrada Riina, a Realmonte, in provincia di Agrigento, l’imprenditore 55enne Giovanni Alessi. Ma l’uomo ha trovato la morte a causa di uno dei suoi tre asini, che lo ha ripetutamente colpito con calci al torace e alle spalle. Sono stati i familiari dell’uomo, non avendolo visto rientrare, ad allertare i vigili del fuoco di Agrigento e i carabinieri. Secondo una prima ricostruzione, resa possibile dalle tracce di sangue riscontrate lungo l’uliveto, l’asino imbizzarrito avrebbe morso Alessi che avrebbe tentato la fuga salvo poi essere raggiunto dall’animale che l’ha finito a calci. L’asino è stato soppresso dal veterinario dell’Asp di Agrigento, intervenuto su richiesta dei carabinieri.

Un uomo accoltellato e un cane impiccato, shock nel Vicentino

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Una scena macabra quella che ha scoperto un passante che stava camminando su una strada poderale di Enego, nel vicentino. Il corpo di un uomo di 35 anni giaceva a terra con un coltello nello stomaco, nell’abitazione dell’uomo i carabinieri hanno ritrovato i suoi due cani impiccati. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe ucciso i suoi cani e poi si sarebbe tolto la vita con una coltellata nella pancia.

Ecco cosa respiriamo… i dati shock del rapporto Air quality in Europe 2013

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Cosa respiriamo? Ce lo domandiamo spesso, ma forse è uno di quei problemi che davvero non possiamo risolvere. Spesso sentiamo dati allarmanti sull’ambiente, ma dopo qualche ora sembra che la notizia sia già passata e si torna ai problemi quotidiani. In alcune città scattano le targhe pari o dispari, si impedisce la circolazione ai mezzi più inquinanti e il giorno dopo si è già a bordo di quei mezzi vietati appena qualche ora prima. Eppure il rischio lo vediamo tutti i giorni passando lo straccio sul davanzale o sul cruscotto dell’auto… tutto questo sintetizzato nel rapporto di Air quality in Europe 2013 presentato questa mattina dove i dati sembrano ormai confermare che almeno 1 persona su quattro, nelle città europee è costretta a respirare aria con una  quantità di inquinanti che supera i limiti fissati dalla Ue. E 9 persone su 10 sono costrette a respirare un’aria che supera i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale di sanità. Questa è la dimensione del problema Europeo a cui si aggiungono le PM 2,5 cioè le polveri ultrasottili considerate l’inquinante più insidioso che  sono sopra i limiti suggeriti dall’Oms in una percentuale che varia dal 91 al 96% dei casi. E per non farci mancare davvero nulla anche le concentrazioni di ozono di bassa quota, quello pericoloso, superano le indicazioni Oms nel 97-98% dei casi.

Era luglio quando è arrivata la prima importante conferma lanciata sulle pagine di Lancet Oncology in cui si ribadiva una stretta relazione fra inquinamento atmosferico e tumori del polmone.

Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati.

Funerali ad Albano per Priebke: ma nessuno vuole la salma

funerali-priebke-tuttacronacaSono stati annunciati per le ore 17.30 di oggi i funerali dell’ex generale nazista Erich Priebke, che si terranno in forma privata all’istituto Pio X di Albano, dalla Confraternita dei padri Lefebvriani. Davanti all’edificio sono in corso delle proteste, con uno striscione che recita “Priebke boia”. E se in molti dicono “Lo portino alla discarica che è qui vicino”, tra la folla ci sono anche degli estremisti di destra: alcune persone sono venute alle mani. Albano laziale è città riconosciuta medaglia d’argento al valore della Resistenza e il suo sindaco, Nicola Marino, ha provato a fermare il transito del feretro con un’ordinanza ma il Prefetto ha rigettato l’ordinanza: può passare. “Albano è una città molto sensibile per tradizione storica in virtù della medaglia d’argento al valore della Resistenza. – Aveva detto il primo cittadino – Non potremmo permetterlo per rispetto dei caduti, di chi ha combattuto, e delle famiglie che hanno perso parenti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine”. Resta però da risolvere il problema della sepoltura. Da Pomezia è arrivato un secco no dal sindaco Fabio Fucci “all’ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione dell’ex generale nazista nel cimitero militare tedesco pometino”, si legge in una nota. “Sono meravigliato – dichiara il Primo Cittadino – dall’eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non è meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra. I crimini del regime nazista – conclude Fucci – sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro”. Ma per il corpo del nazista non c’è posto neanche nel suo paese natale, Hennigsdord, cittadina pochi chilometri a nord di Berlino. L’amministrazione comunale ha fatto sapere all’agenzia Dpa che il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia.

In Italia però, alla vigilia del 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, il ministro per le Riforme Costituzionali Quagliarello, a Mix24 su Radio 24 ha detto: “Credo che il diritto cristiano a una sepoltura dignitosa vada preservata per tutti”. Quanto al divieto del Vaticano a celebrare funerali all’ex ufficiale SS, Quagliariello dice: “Ma questa è un problema di convenienza. La cosa importante è tenere la vita e la morte, fino a che possibile, fuori dalla vita polemiche pubbliche”.  Sveva Belviso, capogruppo capitolino Pdl, interpellata durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, ha affermato: “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma”, aggiungendo: “È una questione delicata e questo ha portato il sindaco Marino a prendere una posizione, anche condivisibile, e a dire ‘Roma non vuole che sia sepolto quì. Ma questa sarà un’altra delle cose su cui dovrà tornare indietro, perché un sindaco deve fare i conti con le norme”. In merito alla sepoltura dell’ex SS è intervenuto anche Massimo Cacciari, in un’intervista al Messaggero: È assurdo che il sindaco gli rifiuti una sepoltura”. E ancora: “È un dibattito macabro e perfino grottesco che si arrivi a discutere se seppellire o meno una persona”, afferma. “Siamo di fronte alla morte di un vecchio. Lo si seppellisca”, rimarca, spiegando che “qui non è in discussione il pentimento e tantomeno il perdono. Priebke è morto, che Dio ne abbia misericordia”.

Shock! Il figlio di Priebke: “seppellitelo in Israele”. Il Vicariato: esequie in casa

priebke-funerali-figlio-tuttacronacaOggi, 14 ottobre, il Vicariato di Roma ha diffuso una nota “in merito alla celebrazione dei funerali del signor Erich Priebke”. Si legge: “La richiesta è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre. L’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio – finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose – dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke. Pertanto, nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite”.

Nel frattempo, l’ANSA ha raggiunto telefonicamente il figlio di Priebke, Jorge, che da Bariloche provocatoriamente ha dichiarato: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…”. L’uomo ha detto: “Quasi tutto è un’ingiustizia. Perché quella gente non guarda quanto succede in Medio Oriente, Siria, Iran oppure quei poveracci a Lampedusa che muoiono nel Mediterraneo? Perché continuano invece a prendersela con uno dei tempi della guerra finita più di 60 anni fa? Che la smettano di ‘joder’ (rompere, ndr), sono dei risentiti, quelli rompono nel mondo fin da prima di Cristo”. Alla domanda su chi siano ‘quelli’, risponde: “Gli stessi di cui stiamo parlando. Ma ora basta – conclude – mi sono arrabbiato troppo. Meglio non parlare più”. Ma ha anche esposto la sua idea: che suo padre, ex generale SS, fosse una vittima. “Il processo contro mio padre è stata una falsificazione fatta dagli ebrei. L’ho visto quando sono stato a Roma. C’era molto rancore”. “Credo che quanto sia successo a mio padre sia dovuto al fatto che era l’unico ancora vivo tra quelli delle Fosse Ardeatine, l’unico che aveva raggiunto i cento anni”. E precisa: “ormai non ci sono più neanche i suoi vecchi amici”. Alle Ardeatine “non ebbe una responsabilità diretta. Agì per obbedienza dovuta nei confronti dei superiori. Può essere che abbia sparato due volte”. Nel sottolineare di “aver sempre saputo poco della guerra”, e di essersi “aggiornato solo di recente”, spiega che neanche il padre “parlava più di quei tempi”.  Alle Ardeatine “il capo era Kappler, poi c’erano Wolff, Hass e gli altri. Lui era nel gruppo, non so in quale ruolo. Non era certo il ‘numero tre’, forse il ‘numero dieci’ o giù di lì. Molti dicono che era il capo del carcere di Roma: neanche questo è vero, e non lo è neppure la storia che lui teneva in mano la lista” con i nomi dei prigionieri prima che entrassero nelle grotte. “In questi giorni – precisa – su internet stanno uscendo delle cose tremende, quasi mio padre fosse colpevole di tutto. Sul web scrivono tanti giovani, che non sanno niente sulla guerra, gli ebrei o il nazismo”. “Quello che leggo è falso. Non è per esempio vero che abbiamo vissuto nascosti con un altro nome. Qui a Bariloche mio padre ha avuto incarichi pubblici”, aggiunge, precisando che nel 1994, prima di essere ‘scoperto’ da una rete tv americana, Priebke aveva fatto “diversi viaggi, in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e gli Stati Uniti”. “Mio fratello Ingo vive d’altra parte a New York, anche se va spesso in Germania. Ma noi – conclude – non ci vediamo da anni”. Jorge ha quindi precisato che non parteciperà ai funerali del padre. “L’ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene”. E ancora: “Siamo molto tristi, anche se ora sto un po’ meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L’ultima volta che l’ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene… Mi aveva detto ‘alla prossima’. Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare”. Alla domanda se intenda partecipare ai funerali del padre, Jorge Priebke afferma: “A parte il fatto che ho dei problemi fisici, non abbiamo i soldi per il biglietto. In Argentina – precisa – prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni”. “Quando c’è stata l’estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato”, afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunità tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche.

Shock in Spagna: ritrovata morta pilota automobilistica, lutto in F1

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Aveva 33 anni, Maria De Villota, l’ex pilota spagnola della  Marussia, trovata morta questa mattina nella sua stanza d’albergo a Siviglia, dove avrebbe dovuto tenere una conferenza durante il congresso organizzato dalla Fondazione “Lo que de verdad importa” (Quello che è realmente importante) che è stato in seguito sospeso. La pilota avrebbe inoltre dovuto presentare a Madrid, il prossimo lunedì, il suo libro “La vida es un regalo”. La De Villota – sorella di Emilio, pilota spagnolo di Formula Uno ritiratosi nel 1986 – aveva gareggiato in Formula Palmer Audi prima di diventare anche collaudatrice per la Formula Uno. Secondo le poche indiscrezioni trapelate, i servizi sanitari hanno ricevuto una chiamata alle 7:23 di mattina che sollecitava assistenza sanitaria per una donna di circa 40 anni in un hotel a Siviglia Est, in via Avenida Alcalde Luis Uruñuela. Secondo quando riporta Cadena SER, l’ex pilota era morta da circa un’ora quand’è stata trovata, rendendo vano ogni tentativo di rianimazione che pure è stata effettuata.

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Alonso ha saputo la notizia subito dopo la fine delle seconde libere a Suzuka: “È una notizia triste per tutto lo sport dei motori, era amica di tutti noi piloti. Non resta che pregare per lei e la sua famiglia, a cui sono vicino. Ho bisogno di qualche minuto per riflettere, ora ho molta tristezza”.

L’agenzia di stampa Efe, citando fonti della polizia, parla, come prima ipotesi, di morte per cause naturali.

Questo il video del terribile incidente nel quale la De Villota perse l’occhio un anno fa:

BBC SHOCK! Le immagini dei documentari sono “finte”

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Dopo lo scandalo sessuale arriva ora un altro scivolone per la BBC che mina nel profondo l’emittente britannica. Proprio una delle maggiori autorità in materia di documentari ha dovuto ammettere che alcune immagini che compaiono nei suoi documentari sono “finte” cioè ricreate in ambienti protetti come gli zoo dove è possibile scrutare “comodamente” gli animali e coglierne dettagli che appassionano gli spettatori. Naturalmente nei documentari però si parla spesso di vita selvaggia e libera negli habitat naturali.

 A riaccendere la polemica, che aveva già avuto un primo atto nel 2011 con un filmato finito sotto accusa, sono state le dichiarazioni di Doug Allan, uno dei cameraman più famosi in questo settore, che ha lavorato col ‘Piero Angela’ britannico, Sir David Attenborough, in programmi di grande successo come ‘Blue Planet’ e ‘Frozen Planet’, considerati come i migliori al mondo per i loro straordinari documentari. Resi così straordinari però anche dalle scene ricostruite. Allan ha rivelato come lui segua una precisa regola all’interno dell’emittente, secondo cui le scene che riguardano piccoli animali – il limite è rappresentato dai conigli – devono essere per forza preparate. «Gli animali devono sentirsi in un ambiente sicuro e questo può avvenire solo con una struttura pensata per questo tipo di riprese», ha affermato il cameraman.

In particolare la polemica ritorna a un famoso documentario del 2011 dove si vedeva una femmina di orso allo stato brado scavarsi una fossa nella neve e subito dopo la telecamera si spostava in quella che sembrava essere proprio la sua buca, in realtà però era un habitat ricreato per gli orsi in uno zoo olandese. Attenborough, ha sempre difeso la sua scelta, dicendo che non l’avrebbe mai voluto rivelare ai suoi spettatori per non far perdere “l’atmosfera”.

In Inghilterra il pubblico si è scandalizzato per l’atteggiamento del conduttore che ha “tratto in inganno” i propri spettatori… c’è ancora un’etica televisiva!

Maglietta shock… American Apparel punta sulla donna

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Una maglietta shock che vorrebbe mettere al centro dell’attenzione la donna nella sua parte più intima, ma il cui gusto non convince fino in fondo: peli pubici, ciclo mestruale e masturbazione femminile. L’ultima provocazione creata per American Apparel dall’artista e fotografa canadese, la 22enne, Petra Collins vorrebbe essere la summa di tutti i tabù che ruotano intorno al sesso femminile, ma forse, secondo alcuni, finisce per essere una caricatura di se stessa. Sicuramente rompe con quell’immagine di “donna Barilla” e arriva in un momento in cui la pubblicità di molti marchi è sotto accusa proprio per aver relegato la donna a mero oggetto sessuale o a mamma rassicurante in un mulino che offre come massima aspirazione la vita domestica.

Ma la maglia non riesce ad avere la stessa forza dirompente che si può leggere nei “monologhi della vagina”, sembra una piatta nomenclatura dell’organo femminile e non trova sulla maglia il protagonismo e lo spazio di cui avrebbe bisogno. Molto meglio andare sul classico e godersi “la nascita del mondo” di Coubert in attesa della prossima provocazione di American Apparel

 

Frasi shock “Un barcone di stupratori… ecco per chi, il lutto nazionale”

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Parole forti quelle indirizzate ai danni delle vittime e dei sopravvissuti di un naufragio a Lampedusa. Un articolo indegno che continua a girare nel web e che invece dovrebbe essere solo ignorato. E’ strano che si gridi alle “bufale” o “presunte tali” e poi si lasci invece che un articolo come questo che è profondamente offensivo venga divulgato e lasciato sul web senza che nessuno lo censuri.

 «Viaggio della ‘speranza’? Ma ancora con queste idiozie? Un barcone di stupratori. Ecco chi andiamo a salvare in mezzo al mare, ecco per chi, il lutto nazionale».

Grave anche che venga messa la dichiarazione di un medico per giustificare la falsità del titolo:

A confermare la tesi è stato Romano Tetamo, direttore dell’unità operativa di Rianimazione dov’è ricoverata la giovane. «C’è stato un aumento del volume degli organi – ha detto – e in particolare dell’utero, apparentemente contraddittorio. In realtà la giovane avrebbe subìto un’interruzione di gravidanza durante il tragico trasferimento nel deserto perché, da quello che abbiamo capito, tutte le donne hanno subito violenza».

Infatti come si può rilevare in un’altra parte dell’articolo «In realtà la giovane avrebbe subìto un’interruzione di gravidanza durante il tragico trasferimento nel deserto perché, da quello che abbiamo capito, tutte le donne hanno subìto violenza». Non si parla di stupri sul barcone, ma durante la traversata del deserto da parte delle eritree e non si dice che sono state stuprate dai loro compagni di viaggio.

Racconto shock di Madonna: sono stata violentata a New York

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Il racconto di Madonna ha shoccato tutti i fan della pop star a livello mondial, anche se per la verità voci su presunte violenze subite da giovane erano già circolate anni fa, ma poi non erano mai arrivate conferme. Ora invece è la cantante che racconta la sua drammatica esperienza:

“Sono stata minacciata con un coltello e violentata su un tetto quando ero solo una ragazza“.

La confessione è stata fatta con un articolo inviato dalla star alla rivista americana Harper’s Bazaar dove è la stessa Madonna a raccontare il suo primo periodo di vita a New York dopo aver abbandonato il Michigan.

La popstar scrive nell’articolo: “Il primo anno mi hanno rapinato con una pistola. Sono stata violentata sul tetto di un edificio, dove mi avevano spinto con un coltello alla schiena, e il mio appartamento è stato svaligiato tre volte. Non so perché, visto che non avevo più niente di valore dopo che mi avevano rubato la radio la prima volta”.

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Poi Madonna racconta come è riuscita a imporsi nel mondo della musica con la provocazione a ogni costo:  “A 25 anni portavo più crocifissi possibili al collo e dicevo alla gente, nelle interviste, che lo facevo perché trovavo Gesù ‘sexy’. Beh, era sexy, ma io lo dicevo anche per provocare”.

E raccontando del suo rapporto con la religione aggiunge: “Credo molto nei riti, finché non fanno male a nessuno. Ma non ho una passione per le regole. E tuttavia, non si può vivere in un mondo senza ordine. Per me c’è una differenza tra le regole e l’ordine: le regole sono quelle che le persone seguono senza farsi domande. L’ ordine è quello che nasce quando le parole e le azioni uniscono le persone invece di separarle. Si’, mi piace provocare, è nel mio Dna. Ma nove volte su dieci non lo faccio senza ragione”.

Cosa insegna poi ai suoi figli?  “ad accettare i rischi e a scegliere di fare le cose perché è bene per loro e non perché lo fanno tutti” e sottolinea “Rischiare, per me è la norma”.

E’ l’ennesima provocazione?

Una famiglia al Museo… shock a Volterra per i gay con bimbo

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Una famiglia al museo, due uomini e un bambino. Per un’impiegata del Museo Guarnacci di Volterra sembrerebbe che i gay non possano fare una famiglia, magari Guido Barilla però ne può avere due. L’impiegata, senza alcun regolamento che lo imponga, sembra che abbia deciso per sua spontanea volontà di negare lo sconto per entrare al museo: nessun biglietto cumulativo per famiglie. La coppia, 2 americani di Chicago con il loro figlio hanno denunciato il fatto su Tripadvisor e la notizia poi è stata riportata da La Repubblica. 

L’amministrazione comunale conferma il fatto, ma non si sbilancia: “E’ ancora da chiarire”.

Quanto risulta dal racconto è che l’addetta alla biglietteria, non appena i due hanno provato a protestare per avere lo sconto, avrebbe iniziato a urlare. “Entrando nel museo – racconta la coppia gay – abbiamo letto i prezzi e gli sconti. Abituati all’idea di famiglia che vige a Chicago, essendo due adulti con un bambino, abbiamo chiesto un ‘biglietto famiglia’. Ma la donna che stava dietro al banco della biglietteria si è arrabbiata con noi e ci ha urlato in italiano che una famiglia è formata da un padre e una madre, non da due uomini. Dopo di che lei ha girato la testa e si è interrotta la comunicazione”. 

“L’accoglienza e l’ospitalità – ha affermato il sindaco Marco Buselli – sono da secoli tratti distintivi della nostra comunità. Il nostro regolamento non entra nel merito di questioni di genere, ma parla genericamente di bambini accompagnati da adulti, per cui non esiste la possibilità che qualcuno possa essere discriminato. Pertanto l’episodio, di cui peraltro non ci è pervenuta segnalazione ufficiale, qualora si sia verificato è esclusivamente da ricondurre ad un’interpretazione non richiesta da parte di un operatore”. Fabrizio Burchianti, direttore del museo, si unisce alle scuse: “Se queste persone si sono sentite discriminate, le invito a venire a Volterra e a passare un po’ di tempo con me visitando il museo. Ne sarei felice e sarebbe un modo di far vedere quanto Volterra è accogliente. Li ospito io e non pagherebbero il biglietto”.

Lo shock della giornalista fatta a pezzi

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Si chiamava Caroline Corvalan, la giornalista  33enne ritrovata morta in un cantiere di Parigi. Il suo cadavere è stato ritrovato il 24 settembre, mutilato degli arti e della testa. La giornalista era scomparsa il 20 agosto e solo negli scorsi giorni il suo cadavere, reso irriconoscibile è stato identificato. Ora gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’orribile morte della Corvalan. Secondo il sito francese Rtl la donna era stata oggetto, da marzo ad agosto, di minacce di morte. Inoltre il 18 settembre, a pochi giorni dal ritrovamento del corpo, secondo quanto ha raccontato un poliziotto a Le Parisien, degli estranei si erano introdotti nella sua casa e aveva rubato un cellulare, un tablet, una giacca e una borsa.   Scomparsa anche la macchina fotografica per alcuni giorni e poi ritrovata. I suoi colleghi l’hanno descritta come una professionista attenta e appassionata del suo lavoro, ma al momento della sua scomparsa non stava lavorando a nessuna indagine particolare, era fuori attività da almeno un anno per problemi di depressione.

Le accuse shock di un marinaio “ci hanno impedito di salvarne altri”

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Lui si chiama Marcello Nizza, ha 41 anni ed è un marinaio o meglio il marinaio che ieri per primo all’alba è arrivato con la sua imbarcazione sul luogo del tragico naufragio. Le sue dichiarazioni destano immensa meraviglia, perché, secondo quanto ha dichiarato, gli è stato impedito di salvare altre persone a causa di un protocollo:

“Avevamo la barca con decine di immigrati, ci siamo avvicinati a un gommone della Guardia costiera chiedendo se potevamo trasbordarli sul loro natante per cercare di salvarne altri. Ci hanno risposto: dobbiamo rispettare il protocollo”.

Video shock: donna presa a frustrate perché trovata in auto con un uomo!

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Nella Repubblica federale sudanese, dove vige una dittatura militare islamista, è stata attuata la legge della sharia e una donna è stata frustata in strada dalla polizia ed esposta alla pubblica gogna perché trovata in auto con un uomo che non era un suo parente. Il video shock su internet ha sollevato molta indignazione.

Kyenge ribatte a Pini, la tragedia diventa disputa politica?

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“Imputare la responsabilità morale di quanto sta succedendo a me e alla presidente Boldrini non solo è offensivo verso di noi ma lo è per le vittime. Il primo pensiero è per le vittime. È offensivo anche per la coscienza dei cittadini italiani, e degli abitanti di Lampedusa che si stanno prodigando. Questa è una mia presa di posizione, un punto di non ritorno verso questa forza politica. Non dobbiamo creare paura, ma avvicinare le persone”. Così il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, nel corso di una conferenza stampa, risponde al deputato leghista Gianluca Pini che le aveva addossato la “responsabilità morale” della tragedia di Lampedusa.

Lampedusa shock, parla Pini e incolpa Kyenge e Boldrini

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«La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo porta a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi». Così Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo Lega Nord a Montecitorio.

Shock al Cardarelli di Napoli, alcuni infermieri con la scabbia?

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La sintomatologia è quella della scabbia: lesioni su braccia e pancia e un prurito da perderci il sonno. Sono 9 al momento gli infermieri. Tutti sono in servizio presso il reparto di Quinta Medicina ospedale Cardarelli di Napoli.

A lanciare l’allarme Michele Tassaro, delegato Rsu, che chiede “blocco dei ricoveri” e “immediata sanificazione del reparto”. “Dei nove dipendenti che hanno manifestato i sintomi dell’infezione – spiega Tassaro – due sono stati visitati ed è stato prescritto loro un trattamento a base di Scabiocid, antistaminici e cortisonici, con diagnosi di sospetta acarosi. La stessa cura stanno seguendo gli altri contagiati, che si sono rivolti ad un dermatologo privatamente”.

Il direttore sanitario di presidio del Cardarelli, Franco Paradiso, pur confermando la sospetta acarosi, aggiunge che il dermatologo che ha visitato i dipendenti ha escluso che si tratti di scabbia e che quindi si tratterebbe di una patologia facilmente trattabile, senza pericoli per il personale sanitario o per i ricoverati. “Già da domani – sottolinea – il personale coinvolto sarà sottoposto a nuove ed accurate visite, ed ovviamente è già stata predisposta la profilassi del caso per il reparto. Ad ogni modo, non è stata riscontrata nessuna infezione tra i pazienti”.

Paese sotto shock, gli uccelli attaccano nel Viterbese: 9 feriti

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Chi pensava che Alfred Hitchcock con “Gli Uccelli” avesse raccontato un evento ai limiti dell’immaginazione si sbagliava. Gli uccelli attaccano l’uomo e lo sanno bene gli abitanti di Canino, in provincia di Viterbo. Il paese è sotto shock a causa di una coppia di allocchi che attaccano le persone e già 9 feriti sono stati curati nell’ospedale locale. La Forestale ha posizionato due gabbie con la speranza di poterli catturare.  Non è comunque la prima volta che accade già tempo fa gli uccelli avevano attaccato l’uomo in Kentucky. 

 

Maglietta scandalo di un bambino di 3 anni: sono una bomba

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Dopo lo shock, le polemiche e lo scandalo la madre e il fratello maggiore del bambino di tre anni che si era presentato alla scuola materna con una maglietta con la scritta “io sono una bomba” e “Jihad, nato l’11 settembre” sono stati condannati al carcere dal tribunale di Nimes, nel sud della Francia.

La t-shirt era stata regalata al bambino dallo zio, che si è difeso parlando di un scherzo di cattivo gusto: «non ci avevo trovato niente di male – aveva provato a spiegare – la frase “sono una bomba” è usata da tutti. Quanto a Jihad, nato l’11 settembre, si tratta davvero del suo nome e della sua data di nascita».

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