Un anno fa, Angela Merkel affermava: “stiamo bene come non siamo mai stati”. Una frase criticata e che ora fa maggiormente discutere visto che ci si chiede quanto rispecchi la realtà tedesca. Secondo uno studio dell’Agenzia federale per il Lavoro, infatti, il 9 per cento dei tedeschi – uno ogni undici – fa un secondo lavoro, cioè oltre 2,6 milioni di persone. Di queste, 1,5 milioni sono donne. Come spiega La Stampa:
Il dato, che risale a giugno del 2013, è raddoppiato in dieci anni. Nel 2003 la percentuale di chi arrotondava lo stipendio con un “mini-job” (i lavori part time da poco più di 400 euro al mese) era appena il 4,3 per cento – uno su 23. E in soli tre anni, dal 2010, la quota è aumentata del 5,7 per cento, di 135mila unità.In altre parole, il numero dei “mini-job” è raddoppiato, nell’ultimo decennio. I dati sono emersi da una risposta del governo a un’interrogazione della parlamentare dei Grünen, Brigitte Pothmer. “Lo stipendio, evidentemente, non basta più per vivere”, sostiene la politica ambientalista, che chiede che il reddito minimo sia esteso anche a questa categoria di lavoratori: “un’eventuale eccezione colpirebbe una categoria già debolissima, che ha bisogno più degli altri di una protezione contro il dumping salariale”.