Da professore normale ad accusato di maltrattamenti agli alunni!

Pinocchio

Fiore Eusani, 64 anni, di  Prata d’Ansidonia, era un professore normale, poi come raccontano i suoi allievi è avvenuta la trasformazione “…con il passare del tempo è peggiorato. Ci diceva “sei stupido, deficiente, str***o”. Un giorno ha chiamato in cattedra un mio compagno, ed è poi ritornato nel banco con la scritta asino in fronte». Così ieri in aula uno degli studenti, oggi ex allievo dell’Istituto statale d’arte «Fulvio Muzi», a L’Aquila, ha definito quell’insegnate che oggi è accusato di maltrattamenti ai danni dei suoi allievi.  Le contestazioni sono molteplici: si va dagli appellativi piuttosto pesanti sia verso i maschi che alle ragazze per arrivare a gesti estremi come strappare dinanzi a tutta la classe i compiti svolti dagli alunni ritenuti errati fino a colpire con l’asticella in legno gli stessi studenti, procurando a una ragazza lividi sulla schiena. L’ex insegnante è accusato anche di aver tirato i capelli a un’alunna «con violenza fino a farla alzare dalla sedia». «Non c’erano motivazioni precise – ha raccontato la teste, invece di rimproverarci usava questi metodi. Ne avevamo parlato con altri insegnanti e infatti Eusani venne sostituito con un altro insegnante».

I fatti si riferiscono all’anno scolastico 2009-2010 e sono stati denunciati dai genitori degli alunni tramite gli avvocati Fabio Alessandroni, Mauro Ceci e Luca Meogrossi che hanno presentato anche delle costituzioni di parte civile. Episodi ieri raccontati in aula dalla studentessa. Durante l’udienza non sono mancate schermaglie tra la difesa dell’insegnate (assistito dagli avvocati Antonello Carbonara e Danilo Iannarelli) alcune parti civili e lo stesso giudice quando i primi hanno tentato di far vacillare l’attendibilità della testimone chiedendo il perché della sua sospensione dall’attività scolastica. L’udienza è stata aggiornata a marzo.

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Inghilterra: patria ospitale per gli stranieri o no? Parla chi ce l’ha fatta

marco_liviero-tuttacronacaIn Italia si parla in questi giorni dell’Inghilterra per la morte del 19enne Joele Leotta, massacrato di botte una settimana fa a Maidstone, in Kent. Ma sono molti i giovani italiani che decidono di trasferirsi sul suolo inglese per costruirsi un futuro. Molti ci riescono, partendo da lavori umili e crescendo giorno per giorno. Arrivano nelle banche della City, negli hedge fund, negli studi legali, nelle università. E’ il Gazzettino a raccontare le storia del 43een padovano Marco Liviero da Padova. Appena diventato padre, è finito a Eton, una delle scuole più prestigiose del mondo, la fabbriche di re e primi ministri. Diciannove premier hanno studiato sui banchi dell’austero istituto fondato nel 1440 da re Enrico VI. E innumerevoli esponenti dell’aristocrazia britannica, tra i quali anche i principi William e Harry. Qui l’uomo insegna letteratura inglese. Così racconta la sua storia e la “sua” Inghilterra, e ci tiene a sottolineare che le opinioni sono personali e che non parla a nome della scuola. “Io ero come Joele, un ragazzo normale – insiste -. Sono arrivato qui 20 anni fa, per tre ho lavorato in un piccolo supermercato. Ho studiato all’università di Padova, ho fatto l’Erasmus in Irlanda e ho vinto una borsa di studio all’università di Birmingham. Ho avuto la fortuna di fare qualche supplenza a Cheltenham e poi ho ottenuto la cattedra a Eton. Non ho nulla di speciale, ho solo sfruttato le opportunità che ti regala questo Paese”, spiega. Liviero, dopo quanto accaduto a Joele, si sente di rassicurare tutti: “Quello che è successo a Maidstone è scioccante, un evento che deve far riflettere tutta la Gran Bretagna. Ma spero non dia un’impressione sbagliata di questa nazione che è aperta e tollerante. Gli italiani che vengono qui hanno sicuramente qualcosa da imparare. Ci sono ottime occasioni di lavoro per chi ha voglia di rimboccarsi le maniche. Qui vige la meritocrazia. Proprio come a Eton. I ragazzi per entrare sostengono un esame. E non ci sono solo privilegiati. Perché uno su cinque viene finanziato da una borsa di studio. Tutti lavorano sodo. Non ci sono pregiudizi e la mentalità è molto liberal”. Ma è quindi solo l’Italia la patria del nepotismo? “Non la metterei così. Non esistono solo gli inciuci e le spintarelle. E non è vero che a Londra non esista il nepotismo. C’è anche qui, solo che gli inglesi, a differenza degli italiani, non si rassegnano, non girano la testa dall’altra parte e lo combattono perché non è insito nella loro cultura”. Lati positivi, il Belpaese li ha: “L’istruzione universitaria è eccellente, il nostro è un Paese meraviglioso ma frustrante. Non incoraggia i giovani a fare esperienze all’estero. Mi era stato offerto un lavoro in università, ma prima io avrei voluto trascorrere un periodo in Gran Bretagna. Mi è stato fatto chiaramente intendere che se me ne fossi andato il posto non sarebbe più stato mio in futuro. Quindi capisco la fuga dei cervelli, oggi più che mai perché il lavoro manca. Se fossi rimasto in Italia magari avrei avuto una buona carriera, chi lo sa. Ma sarebbe stato più difficile. Alcuni miei colleghi molto in gamba stanno facendo ancora supplenze alle medie”. Infine, un consiglio ai giovani che sognano l’Inghilterra: “Bisogna essere adattabili e tenere presente che anche se si inizia come pizzaioli non significa rimanere piazzaioli a vita. Qui non ci sono percorsi professionali già segnati. Chi studia latino e greco finisce spesso nella City e per essere un avvocato non serve neppure avere una laurea in Legge». Ritornerà mai in Italia? «Non credo, ormai il mio mondo è questo, mio figlio è nato qui, sarà inglese e italiano”.

Insegnante di matematica uccisa: si sospetta di un 14enne

colleen-ritzer-tuttacronacaA Danvers, cittadina del Massachusetts non lontana da Boston, il corpo di un’insegnante di matematica 24enne è stato ritrovato nella notte in un bosco vicino alla Danvers High School, scuola dove lavorava e in un bagno della quale era state rinvenute tracce di sangue. L’allarme era scattato perchè la donna non era rientrata a casa dopo le lezioni. Del suo omicidio si sospetta un 14enne, alunno dello stesso istituto. L’adolescente ieri non era rincasato e solo all’alba di stamattina è stato trovato, mentre mentre camminava lungo una strada fuori dall’abitato della cittadina. Al momento non vi sono dettagli sui possibili moventi dell’omicidio, nè sulle modalità del delitto. Il 14enne comparirà oggi davanti ad un tribunale per i minori.

La prima volta a 62 anni… lei rifiuta!

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“Mi sarebbe piaciuto, se non altro per provare l’emozione della prima volta”, a 62 anni, però Lia Baffetti non l’ha potuta vivere nemmeno questa volta. Lei era designata per essere uno degli 11268 nuovi docenti immessi in ruolo in questi giorni, ma ha dovuto rifiutare.  “Ho dovuto dire di no”, dice Lia. “L’unico istituto che mi proponevano era troppo lontano. Ho rifiutato perché la situazione familiare non me lo permette. Sia chiaro: la mia non è pigrizia, è mancanza di alternativa”. Così anche quest’anno dovrà aspettare il suo turno e attendere la chiamata di qualche scuola vicino a casa. “Come al solito saprò se avrò una cattedra solo a anno scolastico iniziato”, spiega. “Nelle prime settimane di lezioni vengono stabiliti gli organigrammi, si vedono se sono necessarie supplenze o sostituzioni per maternità. Oppure – precisa – bisogna sperare che qualcuno rinunci”.

Eppure fino a qualche mese fa Lia pensava che ormai poteva ambire alla pensione avendo raggiunto i 60 anni e invece quel primo giorno di meritato riposo dopo una vita da precaria glielo aveva strappato la Fornero e la sua legge per il pensionamento. Troppo giovane per l’Inps!

“Non potrò smettere prima dei 65 anni”, conclude, “e magari nel frattempo alzeranno ancora l’età della pensione. Chissà quando sarà il mio turno.”

E’ morto Luciano Martino, il produttore di B movie.

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Il produttore cinematografico e regista Luciano Martino è morto nella notte in Kenya. Martino avrebbe compiuto 80 anni a dicembre. Il suo nome era legato ai B movie che riscossero un certo successo tra gli anni ’60 e ’80. Una filmografia vasta che attraversava più generi dal peplum ai polizieschi per poi approdare alla commedia sexy:  ‘Giovannona coscialunga disonorata con onore’, ‘Quel gran pezzo dell’Ubalda’, ”Insegnante’ e ‘Cornetti alla crema’.

Finita la latitanza del boss Rancadore… Chi era?

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Era nella black list, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi, Domenico Rancadore, detto “‘u profissuri”, dopo 19 anni di latitanza è stato catturato a Londra dove viveva con sua moglie di origine inglese, anche se di famiglia italiana: Annamaria Culcasi Macaluso, è figlia di un ex console italiano nella capitale inglese. La coppia ha avuto due figli, un maschio e una femmina, che oggi sono più che trentenni.

Il boss è un pluripregiudicato palermitano di 64 anni che deve scontare 7 anni di reclusione per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione ed altri gravi delitti. Nella capitale inglese gestiva una agenzia di viaggi e conduceva una vita agiata. Rancadore ha tentato la fuga, ma è stato immediatamente fermato. Che si trovasse a Londra lo si sapeva già dal gennaio 2012 come racconta un articolo de La Repubblica a firma Salvo Palazzolo. La Procura di Palermo aveva chiesto quindi l’estradizione per il boss. La risposta è stata lapidaria: “Il reato di associazione mafiosa non è riconosciuto dall’ordinamento giuridico inglese, la richiesta di estradizione non è stata neanche presa in considerazione”. Intanto Rancadore sembra anche, sempre secondo l’articolo di Palazzolo, che percepisse regolarmente la pensione dell’Inpdap essendo stato insegnante di educazione fisica, una copertura studiata attentamente nel periodo in cui i suoi affari erano invece nell’ambito di Cosa Nostra.

Affogata una donna a Rosolina, in provincia di Rovigo

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Stava facendo il bagno nell’Adriatico, a Rosolina, in provincia di Rovigo, la 53enne Mara Ferro, quando è affogata nelle acque antistanti la spiaggia libera Capo Nord. I carabinieri stanno ora vagliando le cause della morte, dopo essere accorsi sul posto appena scattato l’allarme. La donna, un’insegnante, era la cognata dell’assessore regionale veneto all’Economia, Isi Coppola.

Sparatoria nella scuola Pappalardo: malore per il marito della vittima

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Salvatore Lo Presti ha ucciso ieri, con cinque colpi di pistola sparati nei locali della scuola scuola elementare “Pappalardo” di Vittoria, nel Ragusano, l’insegnante di religione 53enne Giovanna Nobile. I proiettili hanno raggiunto la donna all’addome mentre un sesto è stato sparato in aria: è infatti intervenuto un collega e gli ha alzato il braccio facendo cambiare la traiettoria al proiettile, che si è conficcato sul tetto. Il bidello, noto come “il poeta”, ha commesso il folle gesto a pochi giorni dalla pensione, strappando la vita a una moglie e madre di due figli. Un collega, Salvatore Gallo, che ha bloccato il braccio dell’assassino, ha commentato: “Poteva fare una strage. Mi sono buttato su di lui e l’ho bloccato d’istinto, ma non chiedetemi come ho fatto perché non lo so neanch’io. Sono stanco e provato da questa assurda giornata”. Un altro bidello, Biagio Cirica, spiega che era “uno che ce l’aveva com il mondo intero”. Poi aggiunge: “Ma non andava al di là dello sproloquio. In fondo era uno tranquillo, mai e poi mai avrei pensato che gli scattasse questo raptus. Scriveva anche poesie, non a caso lo chiamavano tra i colleghi il poeta”. L’omicidio sarebbe un delitto passionale, sembra infatti che Lo Presti si sentisse attratto dalla donna, anche se non aveva mai espresso i suoi sentimenti e la donna ne era all’oscuro. Per questo motivo, ritengono gli inquirenti, Lo Presti si sentiva ferito da una simile (involontaria) indifferenza. “Anche stamattina stava facendo i soliti discorsi – racconta ancora Cirica -. Quando è arrivata la professoressa Nobile, l’ha seguita per le scale e appena dentro la segreteria ha cominciato a sparare. Che nascondesse odio verso la professoressa o avesse un debole per lei come si fa a dirlo? E’ tutto così assurdo”. In ospedale non è stato possibile fare nulla per la donna, che presentava una vasta emorragia addominale. La sua morte è stata anche causa di un malore al marito, sentitosi male una volta rientrato a casa dopo averla vegliata. Il marito della vittima, che gestisce con il suocero un box al mercato ortofrutticolo, è stato rianimato e si è ripreso solo dopo qualche minuto. Ma le sue condizioni sono tenute sotto osservazione dal medico di famiglia.

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Il bidello con la pistola: sparatoria in una scuola elementare

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Alla scuola elementare “Pappalardo” di Vittoria, nel Ragusano, un bidello 69enne ha aperto il fuoco contro un’insegnante di 53 anni dello stesso istituto. La donna, Giovanna Nobile, docente di religione, è stata portata d’urgenza in ospedale con gravi ferite al torace, e qui è morta poco dopo . Ancora sconosciuto il movente dell’accaduto. Salvatore Lo Presti, l’autore del gesto, è già stato fermato dalla polizia.

La docente fa togliere la maglia all’alunno: ma è anti-berlusconismo?

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All’istituto Michelangelo Buonarroti di Caserta un alunno è stato umiliato dalla sua professoressa che l’ha costretto a indossare al contrario una t-shirt con impresso il volto di Silvio Berlusconi. Al momento di sporgere denuncia, i genitori del ragazzo hanno anche riferito le frasi pronunciate dall’insegnante, riportate testualmente nella querela:  “Ti dovresti impiccare tu e Berlusconi” e “Ti ucciderei a te e pure a lui”. (Ci auguriamo non con questa grammatica, altrimenti sarebbe il caso di preoccuparsi più quanto già non lo siamo per il livello delle scuole italiane!). Appresa la notizia, i politici dell’area dell’ex Presidente del Consiglio hanno dimostrato la loro insofferenza per simili atteggiamenti. Ad esempio Elena Cementero ha sottolineato che “a scuola mi è capitato di vedere miei alunni o giovani che indossavano maglie con, ad esempio, l’immagine di Che Guevara, ma non mi sono mai permessa d’intervenire come risulta aver fatto l’insegnante di Caserta. Mentre Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, ha biasimato l’accaduto: “Ciò che preoccupa maggiormente non è il fatto in sé, piuttosto che il germe  dell’intolleranza, di qualunque genere, venga inculcato nelle giovani generazioni che, per costruzione, sono post ideologiche e dovrebbero essere invece educate al rispetto e alla tolleranza”.Ma le critiche hanno continuato a susseguirsi, lamentando la presenza di un clima “antiberlusconiano” nelle scuole, e la presenza di professori prevenuti contro il PDL. Ecco allora che Danilo D’Angelo, riferimento del Pdl a Casagiove, che conosce bene la famiglia, ha diramato una nota durissima: “E’ un caso che ci fa pensare molto e rabbrividire: cercare di manipolare e gestire la mente di un sedicenne è plagio. Più grave è la mancanza di rispetto che l’educatrice dovrebbe insegnare agli alunni, futuri protagonisti di questa terra. Ha sfruttato il ruolo rivestito all’interno della Pubblica Amministrazione per denigrare un uomo di largo spessore politico, presidente del mio partito. Ma non è da meno Nitto Palma, che a Libero ha dichiarato:  “Il clima si è fatto pesante, l’antagonismo politico ha raggiunto livelli inaccettabili: tra adulti, in un certo senso, si può tollerare ma che si scarichi tutto su un ragazzino, nel contesto della scuola pubblica tra l’altro, è il segno di un vero e proprio impazzimento. Mi auguro che la ovvia ispezione del Ministero che ne seguirà faccia definitivamente chiarezza”. Pronta la risposta della preside del Buonarroti, Antonia Di Pippo, che ha già dichiarato di aver avviato un’inchiesta per appurare le responsabilità e che entro il 10 giugno si farà chiarezza. “Non mi risulta che la prof si interessi di politica” ha aggiunto ieri sotto il fuoco incrociato dei media: il che non vuol dire che non abbia un suo modo di pensare e di immaginare le libertà altrui.

Ora, a parte che forse è “un po’” esagerato voler fare un paragone con l’immagine di Che Guevara e del Cav, però a vedere l’immagine stampata ci si chiede se fossero davvero necessarie delle critiche così aspre. La scuola, in quanto luogo pubblico, ha, o dovrebbe avere, un codice di abbigliamento, a parte questo, l’immagine raffigura Berlusconi che mostra il suo “famoso” gesto a tringolo delle dita, che da sempre si è prestato a interpretazioni maliziose, mentre una didascalia reca la scritta “I am the illuminated” (Sono l’Illuminato, ndr), che può benissimo essere interpretato come un gesto offensivo nei confronti delle donne, tanto più grave nel clima attuale visto che è tutt’ora argomento di discussione l’uso del corpo della donna sia in pubblicità che nel caso di episodi di violenza. Oltretutto non dà l’impressione di essere tanto “pro-Silvio” quanto piuttosto un insulto, visto che l’espresione è “spiritata”: insomma, raffigura, se non un pervertito, un pazzo. Naturale quindi chiedersi se chi ha commentato l’accaduto abbia prima visionato la t-shirt o si sia limitato a commentare un episodio “per sentito dire” .

13enne stuprata da 26 uomini, shock in Turchia!

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Turchia e lo shock di una ragazzina di 12 anni violentata da 26 uomini a Mardin, nell’Anatolia sud-orientale. La Turchia ha da sempre avuto la piaga della violenza sulle donne ma nell’ultimo decennio i numeri parlano di un aumento pari al 400% dei reati sessuali perpetrati a danno delle donne.  Solo nel 2011 sono state presentate 33mila denunce contro le 8mila del 2002. Oggi si parla però di una storia drammatica venuta alla luce grazie all’interessamento di un’insegnante, anche perché la ragazzina, minacciata e ricattata, si rifiutava di parlare delle continue violenze che subiva. Dopo la denuncia degli stupri 23 dei 26 accusati erano stati arrestati. Ma tutti erano stati rimessi in libertà alla prima udienza del processo. La bambina aveva scritto al ministro della giustizia chiedendogli «Lei non ha una bambina? Che cosa farebbe se sua figlia avesse subito tutto ciò? Tutti gli accusati ora sono fuori. Che ne è della mia vita?». In primo grado una corte di Mardin aveva condannato i 23 imputati a pene fra uno e 6 anni di carcere accogliendo in parte la tesi dei difensori secondo i quali la bambina sarebbe stata «consenziente». Ora la sentenza è  stata annullata dalla Corte Suprema d’Appello, che ha ordinato la ripetizione del processo.

 

Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata attenta!

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La studentessa è distratta durante la lezione di matematica e chiede di andare al bagno per un mal di testa. La professoressa del liceo artistico Caravillari di Roma le dice: “Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata attenta”. La ragazza in questione è ebrea e i suoi compagni di classe si sono schierati, dopo un iniziale momento di sgomento, dalla sua parte dicendo alla prof “lei è razzista”.
“Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c’è più la disciplina di una volta”, si è difesa l’insegnate, come racconta Repubblica, ma i suoi studenti non hanno accettato la sua versione e in tre, compresa la ragazza offesa, hanno minacciato di disertare le lezioni. La preside del liceo ha aperto un’istruttoria e convocato professoressa, alunna e madre della giovane.
“Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, dove regna l’ordine”, si è difesa la professoressa. Della vicenda si è interessata anche la Comunità ebraica romana, ma i toni sono diventati sempre più accesi e all’insegnante non è rimasto che mettersi in malattia in attesa della pensione imminente.

Se un allieva non è attenta forse è compito dell’insegnante farsi un esame di coscienza?

Padre Gofo: il prete metallaro prima odiato e ora amato!

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Sicuramente non il solito prete. Adolfo Huerta Aleman, noto ai suoi parrocchiani come Padre Gofo, lo sa e non ne fa mistero. Si veste come un metallaro, ama passare il suo tempo al bar, non disdegna, nella sua pagina Facebook, di postare foto di donne nude e infarcisce i sermoni con barzellette di ogni tipo.

Fare il prete, ha più volte tenuto a precisare Padre Gofo, non significa abbandonare tutto quello che uno amava prima di indossare l’abito talare. E “Gofo” nella sua eccentricità riassume infatti passioni e hobby di tutta una vita. Il “prete metal” nella sua lunga ed eccentrica carriera è stato un militare, un poliziotto, un vigile del fuoco e anche un insegnante, prima di diventare sacerdote nella città messicana di Satillo.

L’incontro con i fedeli della parrocchia di Nostra Signora di Atocha a Satillo, non è iniziato con il piede giusto: molti parrocchiani dopo aver sentito qualche omelia avevano addirittura minacciato di lasciare la chiesa di Padre Gofo. Ma con il tempo, il prete ha avuto la meglio, riuscendo a conquistare tutti, grazie anche al suo forte impegno per i diritti umani.

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Fa sesso con l’allievo dislessico, indagata per reato a sfondo sessuale!

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Un’insegnante della Scuola cattolica di Dumfries, in Scozia,  ha ammesso di aver fatto sesso con un alunno dislessico di diciassette anni.

Eppie Sprung Dawson, l’insegnante, 26 anni, sposata, aveva accettato di far qualche ‘lezione extra’ per aiutare il giovane alunno. Dawson ha ammesso che lo scorso 21 dicembre , dopo aver ‘caricato’ in macchina l’alunno, si è appartata in campagna in una piazzola di sosta.

Freno a mano tirato insegnante e alunno hanno iniziato a fare sesso fino a che, alle 17.20 circa, la polizia ha notato la vettura, bussato ai finestrini e scoperto la coppia. Eppie Sprung Dawson adesso è indagata “per reato a sfondo sessuale”. Un portavoce della scuola cattolica ha annunciato che Eppie Sprung Dawson non riprenderà più servizio.

“Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: …

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…  a essere contento senza un motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.”

Paulo Coelho– (Monte Cinque, 1996)

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