Stato crudele: figlia costretta a sposare il padre per l’assistenza sanitaria!

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Dramma familiare e crudeltà di uno Stato che ha costretto una figlia  a sposare il padre per avere l’assistenza sanitaria che altrimenti non avrebbe avuto. La ragazza, una 30enne, è nata in un villaggio della provincia del Sichuan, nel distretto di Chengua, in Cina, si era trasferita e viveva nel capoluogo Chengdu, dove lavorava. Il fatto di risiedere nel capoluogo, le permette di avere l’«hukou» di Chengdu, il certificato di residenza che dà la possibilità di accedere a tutti i servizi di una città e che è diventato un miraggio per i lavoratori migranti. Questi infatti, che lasciano le loro campagne per le grandi città, non riescono ad ottenere l’hukou e quindi non possono godere di assistenza sanitaria o di scuola per i loro figli nelle grandi città dove si trasferiscono. La donna dapprima ha cercato invano di assumere il padre per fargli avere il certificato, poi ha deciso di sposarlo. Per il matrimonio in Cina è necessario che i due sposi firmino un documento, per cui è stato facile per padre e figlia sposarsi. Ma le autorità hanno negato il trasferimento dell’hukou al padre, così la figlia ha chiesto il divorzio. Le autorità di Chengua hanno comunque dichiarato nullo il matrimonio dal momento che in Cina lo sposalizio tra parenti diretti è vietato.

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A mano armata nello studio del notaio!

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La crisi di un imprenditore calabrese di 47 anni rischiava davvero di avere ripercussioni gravi, quando l’uomo armato di pistola è entrato nello studio di un notaio di Reggio Emilia e ha minacciato di ucciderlo se non gli avesse dato i soldi per curare la figlia. L’imprenditore aveva due aziende che sono fallite e si trova in grave difficoltà economica. Gli agenti della mobile hanno disarmato il 47enne arrestandolo per tentata estorsione, sequestro e porto illegale di arma.

Il giallorosso che oggi si tinge di rosa, nata la seconda figlia a De Rossi

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Fiocco rosa in casa De Rossi nel giorno di San Valentino. Il centrocampista della Roma è infatti diventato padre per la seconda volta. ”Tanti auguri a Daniele per la nascita della piccola Olivia!”, è il messaggio su un social network con cui la società si è congratulata con il giocatore e la compagna Sarah Felberbaum.

Investite mamma e figlia di pochi mesi, il conducente è un 80enne.

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Ha investito una mamma di 25 anni e una figlia di 16 mesi a una fermata del bus a Fontanelice, nell’Imolese, senza accorgersi di nulla, almeno stando a una prima ricostruzione dell’incidente. L’80enne alla guida di una Fiat Panda avrebbe poi percorso un centinaio di metri, proseguendo sulla via Montanara verso Imola,dove si sarebbe fermato convinto di avere un problema alla ruota e a quel punto si sarebbe reso conto di aver investito qualcuno e ha deciso di tornare indietro e attendere i soccorsi. A quanto si apprende la piccola è in prognosi riservata ma non correrebbe, pericolo di vita, la madre invece è rimasta ferita solo lievemente.

 

Cosa insegneremo alle nuove generazioni? Pia può andare solo in business class, così la Fico

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“Pia deve fare la vita della figlia di un calciatore, non voglio che si senta discriminata, non voglio che mia figlia si ritrovi un giorno a viaggiare su un treno in seconda classe e a guardare i figli degli altri calciatori in prima”. Queste le parole shock di Raffaella Fico ospite del salotto di Federica Panicucci a Mattino Cinque. Ma quali messaggi lanciamo alle nuove generazioni? E i figli di coloro che non hanno il padre calciatore? I figli dei medici che lottano ogni giorno per salvare vite umane, magari la seconda classe la conoscono molto bene e non si sentono discriminati. Parole che fra l’altro la Fico aveva già pronunciato durante l’intervista al settimanale Diva e Donna, dichiarando di desiderare che la sua bambina “possa vivere come la figlia di un calciatore: crescendo si renderà conto di chi è Mario Balotelli e non deve subire complessi di inferiorità nei confronti di altri figli di calciatori”. Quando inizieremo a dare dei veri valori ai figli che non sia la business class o possedere abiti firmati?

“Sono certa che Mario sarà un buon padre”: parla Raffaella Fico

raffaella-fico-tuttacronacaRaffaella Fico parla a Diva e Donna e racconta: “Non capisco quali possano essere queste bugie. Ho sempre detto la verità e il mio unico interesse è dare un padre a Pia”. Poi ricorda la loro storia: “L’ultima volta che l’ho visto, al settimo mese di gravidanza: quando è venuto a trovarmi a Napoli e ha fatto quel famoso comunicato stampa in cui diceva di volerei riprovare con me. Poi è sparito; mai più sentito. Ho sofferto molto, perché sono stata accusata di essere bugiarda e approfittatrice, ma ora è il momento di pensare solo a Pia”. Per Raffaella, nulla è ancora perso, perchè Pia “È ancora molto piccola, quindi c’è tutto il tempo per recuperare: ora dipende solo da Mario. Sono certa che metterà in pratica quello che ha scritto. Pia, comunque, è una bambina solare e ride sempre”. La certezza è una:  che Mario sarà un buon papà. “Ho sempre detto che fondamentalmente è una persona buona: ora deve dimostrare anche di essere un buon padre e sono certa che lo sarà. Deve imparare a conoscere piano piano Pia: lo dico principalmente per interesse del papà. Lui potrà passare tutto il tempo che vorrà con la sua bambina; ma l’importante è che ogni cosa si svolga in modo graduale, perché Pia non può subire traumi. Tutto deve avvenire con un percorso che dovremo decidere insieme: mi piacerebbe condividere tutto con Mario, dalla scelta della scuola a un banale raffreddore”. La Fico già immagina come sarà il primo incontro tra l’attaccante rossonero e la figlia: “Per il bene della bimba mi piacerebbe nel suo habitat. E, perché no, nella sua cameretta, fra i suoi giochi e le sue cose. Lì ci sono anche le foto di Mario; le faccio vedere sempre a Pia, gli parlo di lui: ‘Guarda, è il tuo papà’, Non ho mai voluto far sparire la figura paterna”. La showgirl ha chiaro ciò che vuole per la sua piccola: “Che Pia possa vivere come la figlia di un calciatore: crescendo si renderà conto di chi è Mario Balotelli e non deve subire complessi di inferiorità nei confronti di altri figli di calciatori”.

“Pia… dolce bimba mia!!!”: arriva il test del Dna, Balo è papà!

balotelli-fico-dna-tuttacronacaA fine gennaio era trapelata l’indiscrezione che Mario Balotelli si era sottoposto, in gran segreto, al test del Dna per scoprire, una volta per tutte, se la piccola Pia, la figlia di Raffaella Fico, fosse o meno sua figlia. Ora è arrivata la risposta ed è certo: la bimba è geneticamente figlia dell’attaccante rossonero. Lo conferma lui stesso con un tweet, con il quale si prende le sue responsabilità: “Finally the TRUTH :-)…PIA … Sweet child of mine !!! your Dad”. Balotelli_twitter

La morte di Paul Walker: alla figlia Meadow 25 mln di dollari di eredità

paul-walker-eredità-tuttacronacaE’ il sito Tms che riporta la notizia che Paul Walker, l’attore che ha perso la vita in un drammatico incidente automobilistico il 30 novembre 2013, avrebbe fatto testamento qualche tempo prima di morire, nominando la figlia Meadow unica beneficiaria dell’eredità di 25 milioni di dollari. Esecutore testamentario è il padre della star di Fast & Furious e ha richiesto ai giudici che la moglie sia l’amministratrice dell’eredità fino alla maggiore età di Meadow. Walker, tra le sue ultime volontà, aveva indicato inoltre l’affidamento della figlia alla nonna Cheryl, piuttosto che alla madre Rebecca Soteros. Meadow al momento vive nella casa della madre e, spiega Tmz, non si conoscono ancora le reazioni di Rebecca sulla situazione.

SuperMario si è sottoposto al test del Dna in segreto?

balotelli_raffaella_fico_tuttacronacaE’ Ladyblitz a riportare le ultime voci che girano, e sulle quali ancora non c’è stata alcuna notizia ufficiale: Mario Balotelli si sarebbe sottoposto, in gran segreto, al test del DNA per verificare se Pia Fico sia veramente sua figlia. Se ci fosse una conferma al riguardo, a maggio sarebbe ufficialmente noto se la piccola sia veramente frutto dell’amore tra il calciatore e la showgirl, come la Fico ha sempre sostenuto. Ma sembra che l’ex coppia non sia turbata e prosegua serenamente con la propria vita: SuperMario è assorbito dal Milan mentre Raffaella si gode una vacanza in quel di Parigi con tanto di ampia documentazione di foto su Instagram. Non si sa se la vacanza sia una fuga d’amore con il suo nuovo fidanzato Gianluca Tozzi o semplicemente se la Fico si sia presa una vacanza da sola, fatto sta che appare serena e rilassata, con i soliti occhi da cerbiatta e sfondi della Ville Lumiere.

Giovanardi shock: mia figlia fidanzata con un rasta quasi gay

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Lui, Carlo Giovanardi, è il difensore della famiglia e non perde occasione di ricordare che ”La famiglia è una sola con papà e mamma. In una coppia non c’è spazio per gli omosessuali” eppure sua figlia qualche anno fa di ritorna da un viaggio ha esordito dicendo:

 “Ehi, ciao babbo, sai, sono stata in Sudafrica. Mi sono fidanzata con un rasta. Di colore. Forse gay. Di certo sposato con un altro uomo, ma per interesse”, con queste parole il senatore del Nuovo Centro Destra è arrivato dritto al Pronto Soccorso. La confessione di Giovanardi è avvenuta a Porta a Porta  in risposta alla domanda di Bruno Vespa che chiedeva: “senatore, se sua figlia venisse da lei e le dicesse: papà ho una relazione con una donna, lei come reagirebbe?”. Poi il senatore del Ncd ha voluto precisare “Per fortuna adesso mia figlia è sposata con un’altra persona ed è mamma di figli; quindi diciamo che, a parte lo choc, la mia storia ha avuto un lieto fine”.

Ma se la figlia fosse rimasta con quell’uomo, non sarebbe stato un lieto fine? La felicità è un’emozione o una dimensione mentale che deve sottostare a determinate regole che non sappiamo neppure chi le abbia dettate?

Per vivere, nasconde il corpo della madre morta nel congelatore!

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La crisi, la disoccupazione e una figlia “costretta” a nascondere il cadavere della madre morta, da circa 4 anni secondo una prima ipotesi formulata dal medico legale, nel congelatore per continuare a percepire le pensione. Il corpo dell’anziana era avvolto in un sacco della spazzatura ed è stato scoperto solo perché la figlia ha accusato un malore e ha chiamato il 118. I soccorritori non riuscendo a entrare nell’elegante palazzina di  Borgomanero, in provincia di Novara, hanno chiamato i vigili del fuoco. Sono stati quest’ultimi a fare la macabra scoperta. La donna soccorsa non è in condizioni gravi.

Muore il papà di Elisa Claps, addio ad Antonio!

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Antonio Claps, il papà di Elisa, la studentessa potentina il cui cadavere fu ritrovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità il 17 marzo 2010 a 17 anni dalla sua scomparsa, il 12 settembre 1993. Antonio Claps, che era malato da tempo, non era mai comparso pubblicamente nella lunga vicenda della scomparsa della figlia.

Anche la madre potrà dare il suo cognome ai figli: arriva il ddl

cognome-madre-tuttacronacaAppena qualche giorno fa la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Ora si corre ai ripari ed è arrivata la bozza di un ddl all’esame del Consiglio dei ministri che prevede che il figlio potrà assumere “il cognome della madre o quello di entrambi i genitori” in caso “di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita”. Il provvedimento vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Il disegno di legge, composto di 4 articoli, modifica l’articolo 143-bis del codice civile. Le disposizioni si applicano alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore della legge.

L’omicidio dell’attrice Monica Spears: i ministri venezuelani si dimettono

Thomas-Henry-Berry-Monica-Spear-tuttacronacaDue giorni fa l’ex Miss Venezuela Monica Spear Mootz e il marito Thomas Henry Berry, sono stati uccisi da dei ragazzini che volevano compiere una rapina ai danni della coppia approfittando di un guasto dell’auto sulla quale stavano viaggiando. Nel Paese sudamericano si sta vivendo un periodo di grande commozione e tutti i ministri hanno presentato le dimissioni al presidente Nicolas Maduro “per facilitare il rinnovo del governo in questo nuovo anno appena iniziato”. Lo ha reso noto lo stesso Maduro su Twitter.

La morte dell’attrice di Pasion Prohibida, telenovela mandata in onda in Italia dalla Rai, ha acuito l’emergenza nazionale su sicurezza ed economia.  “Ringrazio tutti i ministri per lo sforzo e per la lealtà dimostrate in questi tempi di Rivoluzione. Chavez vive! La Patria continua!”, ha aggiunto Maduro sul social network.

Il duplice omicidio, avvenuto davanti agli occhi della figlioletta di appena cinque anni, ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza, una delle maggiori sfide del Venezuela, tra i più violenti Paesi del mondo per tasso di omicidi. Esecutivo e opposizione hanno così deciso di unire le forze, aprendo un gabinetto di crisi per predisporre un piano di emergenza contro la criminalità dilagante. In nove mesi al potere, Maduro ha poi dovuto fare i conti con un’evidente crisi economica interna, culminata in un’inflazione che ha raggiunto il 56% nel 2013.Nel frattempo, cinque ragazzi sono stati fermati in relazione al delitto.

Portano via la figlia a una madre: “non vuole lavorare”. Lei lo fa, in nero

figlia-tolta-a-madre-tuttacronacaSi trovava in un asilo di Rapallo, in provincia di Genova, una bimba di quattro anni quando i servizi sociali e dei poliziotti in borghese l’hanno prelevata, dopo che il tribunale per i minori ha stabilito che la piccola doveva essere affidata temporaneamente a una casa famiglia perchè la madre non vuol lavorare. Il Secolo XIX, che riporta la notizia, spiega che nel provvedimento si legge che la donna “pone grossi limiti alla sua disponibilità lavorativa rimanendo completamente a carico delle associazioni di volontariato territoriali”. La madre, romena   risiede a Santa Margherita Ligure e qui, riceve aiuto dai servizi sociali. .  Ma al di là della motivazione potrebbe esserci un’altra storia, legata al lavoro in nero. Secondo il quotiadino, la 38enne ragazza madre lavora come badante, percepisce 200 euro ufficialmente e altri soldi in nero.  Ma, secondo quanto appreso, anche con i compensi in nero, le sue disponibilità economiche non sarebbero tali da non ricorrere all’aiuto dei servizi sociali.  “A mia figlia mai ho fatto mancare qualcosa”. Dice la madre mentrelLa direttrice della scuola e le maestre della struttura concordemente affermano  che la piccina “era sempre pulita, in ordine. E la madre una persona per bene”.

Debutto con giallo: la protagonista della nuova serie Rai è stata uccisa

monica_spear-tuttacronacaLa nuova telenovela di RaiDue, Pasion Prohibida, ha debuttato all’insegna della tragedia: la sua protagonista, la star venezuelana Monica Spear, è morta ieri sera in circostanze ancora da chiarire. La 29enne, incoronata Miss Venezuela 2004, è stata uccisa assieme al marito 44enne, Thomas Henry Berry, lungo un tratto dell’autostrada Puerto Cabello Valencia nello stato del Carabobo in Venezuela. Gravemente ferita, invece, la figlia della coppia di 5 anni. L’attrice è stata uccisa da un colpo di pistola, probabilmente nel corso di una rapina finita male. A confermare la notizia all’emittente televisiva Globovision, fonti di polizia che hanno detto che il veicolo era rimasto coinvolto in un incidente e proprio in quel momento è stata tentata la rapina. La Spear si trovava in vacanza con la famiglia durante la pausa natalizia. In questi ultimi tempi lavorava per l’internazionale Telemundo. La Spear, originaria di Maracaibo, nello stato di Zulia, ha vinto la corona di Miss Venezuela nel 2004 e ha partecipato a Miss Universo 2005 a Bangkok, in Thailandia, piazzandosi al quarto posto. Ha raggiunto la popolarità in Patria con Mi prima Ciela, La Mujer Perfecta e Pasión Prohibida (nel ruolo di Bianca) che ha debuttato oggi, sugli schermi Rai.

Strasburgo condanna l’Italia: “il cognome della madre è un diritto”

cognome-madre-tuttacronacaSarà definitiva tra tre mesi la sentenza con la quale i giudici della Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. I genitori, infatti, devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. Il Belpaese, quindi, “deve adottare riforme” legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata. Sono stati i coniugi milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo a far ricorso alla Corte di Strasburgo dopo che lo Stato italiano ha impedito di registrare all’anagrafe la figlia Maddalena, nata il 26 aprile 1999, con il cognome materno anziché quello paterno. Battutasi da allora, la coppia ha oggi vinto a Strasburgo. L’Italia è stata condannata per aver violato il diritto di non discriminazione tra i coniugi in congiunzione con quello al rispetto della vita familiare e privata. I giudici sostengono che “se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne”. Ancora, nella sentenza viene sottolineato che la possibilità introdotta nel 2000 di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi e che quindi le autorità italiane dovranno cambiare la legge o le pratiche interne per mettere fine alla violazione riscontrata.

Gli organi della bambina ebrea che salvano la vita alla bimba araba

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Un tragico incidente ha strappato la vita a Yuval Nizri, una bambina israeliana di 11 anni. I genitori hanno però voluto donare gli organi della propria figlia e così quattro persone hanno potuto beneficiare di una nuova vita, tra queste anche una bambina araba di 10 anni, Miran, che ora ha un nuovo cuore e nuovi pomoni.

Il padre della bimba palestinese, dopo il trapianto, ha dichiarato a Ynet: “Un cuore ebreo batte in una bimba araba. Questa è la prova che i due popoli possono vivere insieme. E che la pace è possibile. Vorrei ricambiare questo dono e riportare in vita Yuval se solo fosse possibile. Siamo tristi e siamo in lutto. Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Yuval. Per tutta la vita saremo grati ai suoi genitori che hanno salvato nostra figlia”.

In una dichiarazione scritta i genitori di Yuval hanno voluto ricordare la figlia: “Le parole non possono descrivere quanto Yuval fosse speciale e coraggiosa. Era la figlia che ognuno avrebbe voluto. Lei aveva così tanti progetti per il futuro. Ma in un istante sono andati in frantumi per sempre. I pazienti che hanno ricevuto i suoi organi aspettavano da tempo un trapianto. Yuval non ha avuto la possibilità di avere un futuro e di realizzare dei sogni. Spero che questa possibilità sia garantita ai pazienti che ha aiutato”.

Raffaella Fico pronta a deporre le armi: “Basta guerra”

raffaella-fico-tuttacronacaRaffaella Fico, per il bene della piccola Pia, sarebbe intenzionata a deporre le armi con l’ex compagno, Mario Balotelli. Ha infatti fatto sapere a Diva e donna: “Basta, io non faccio guerra. Non le ho mai fatte”. E ancora: ” Lui dice che lo provoco, ma non è così: non ho mai parlato male del padre di mia figlia. E adesso è arrivato il momento di ritrovare un pò di calma e serenità: dobbiamo sempre ricordarci che il bene della nostra bambina è la priorità; viene prima di qualsiasi rancore che lui può avere nei miei confronti. Le tensioni che ci sono fra di noi non devono intralciare la crescita di Pia: i veleni e alle malignità non le fanno bene”. La Fico si è anche detta certa che il test del Dna risolverà tutto: “Ne sono certa, ma spero proprio che lo faccia questo test del Dna. E ribadisco che, quando l’ho fatto chiamare per tre volte non si è presentato”. Per quel che la riguarda, vuole solo “far valere i diritti di mia figlia ed è per questo che mi sono rivolta alla legge. Perchè Mario deve dare il suo cognome a Pia! qualsiasi donna avrebbe fatto lo stesso. La bambina crescendo vorrà sapere chi è suo padre e io le dirò sempre la verità”. Nel frattempo, prosegue la sua love story con il figlio di Umberto Tozzi, Gianluca: “Tutto alla grande: siamo innamorati, e’ una bella storia e sono felice. Lui è l’unico uomo, dopo la delusione con Mario, che mi ha fatto sentire desiderata e al sicuro. Così ora viviamo la nostra storia con serenità”.

Paul Walker pronto a lasciare il cinema per la figlia!

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Dopo il dolore per la scomparsa di Paul Walker, spuntano alcuni aspetti non noti al pubblico della sua sfera privata. Alcuni amici hanno detto al Daily Mail che le intenzioni dell’attore di “Fast and Furious” erano quelle di lasciare il campo della recitazione per dedicare più tempo alla figlia.
L’attore 40enne voleva stare vicino alla figlia 15enne Meadow che per 14 anni aveva vissuto con sua madre e le sorelle alle Hawaii. Gli amici confessano che Paul aveva scoperto tardi la gioia dell’essere padre, da quando il figlio si era trasferito nell’ultimo anno con lui a Santa Barbara: «Adorava i suoi figli, erano la cosa più importante della sua vita». Lo ricordano tutti come un uomo semplice, caritatevole, un ottimo amico, sempre gentile con tutti positivo e amante della vita. Paul Walker era un curioso: «Aveva una forte sete di sapere».
I cari amici di sempre si commuovono pensando di non poterlo più rivedere e concludono: «L’unico modo per onorare la sua memoria è cercare di essere delle persone migliori».

Lo sfogo di Balo

mario-balotelli-tuttacronacaLa vicenda sulla paternità della piccola Pia Fico è arrivata in tribunale a Brescia e ora per la prima volta Mario Balotelli ne parla alla Gazzetta dello Sport. “È una storia che mi ha fatto stare male. Ho vissuto mesi difficili e anche in campo il mio rendimento ne ha risentito. Ci sono rimasto malissimo perché avevo creduto che lei mi volesse bene. Invece aveva fatto solo un progetto su di me. Ho imparato una lezione e spero che non ci vada di mezzo la bambina”. Al riguardo della piccola Pia, spiega: “Ho ancora dei dubbi sul fatto che possa essermi figlia, certo. Altrimenti non avrei chiesto più volte di verificare. Per un anno intero coi miei avvocati ho cercato un accordo con la Fico su dove, e come, fare il test del Dna. Poi ad aprile è cominciata la causa in Tribunale”. Prosegue quindi Balo, spiegando com’è venuto a conoscenza della gravidanza: “Ho saputo della gravidanza durante l’Europeo, ma la stranezza è che qualche giorno prima avevo saputo da amici comuni che lei aveva già rilasciato un’intervista, rivelando lo scoop. E il settimanale era già in stampa quando ricevetti la telefonata…”. Se la bimba, che ha appena compiuto un anno, fosse realmente sua figlia, “spero solo che i giudici non mi diranno soltanto di dare dei soldi alla Fico, perché vorrei anche poter fare il padre stando attento che nessuno danneggi la bambina per smania di notorietà”. E parlando dell’assegno mensile eventualmente da allungare a Raffaella per il mantenimento: “Non dico la cifra, perché spero che Pia crescendo non lo sappia mai. Dico solo che hanno sbagliato persona, forse mi hanno scambiato per un emiro o un petroliere”. SuperMario non manca neanche di parlare del calendario sexy della Fico: “Non sono scandalizzato, sono preoccupato. Lei è libera di fare ciò che vuole, io però sono libero di avere un’altra idea dell’immagine che i genitori devono dare ai loro figli. Ha fatto il calendario perché le servono soldi per mantenere Pia? Ma dài, lo sanno tutti che alla Fico i soldi non mancano”.

Balo: “Pronto a fare il mio dovere di padre se Pia dovesse essere figlia mia”

fico-balotelli-tuttacronacaPrima udienza in Tribunale a Brescia per stabilire la paternità di Pia, la bambina di Raffaella Fico. Balotelli, tramite i suoi legali Cristian Azzolini, Vittorio Rigo e Alessandra Capuano, fa sapere di esser pronto ad assumersi le sue responsabilità di padre, se gli esami del Dna verificheranno che la piccola è sua figlia.“Se Pia dovesse essere mia figlia, sarò pronto a fare il mio dovere”. La vicenda Balo-Fico, quindi, è approdata in Tribunale e ora, dopo accuse reciproche e dichiarazioni forti, spetterà a un giudice mettere la parole fine alla questione e stabilire se Pia è figlia di SuperMario o no. Entrambi i protagonisti sono stati rappresentati dai loro avvocati e non sono comparsi a Brescia. Nei giorni scorsi, la showgirlo aveva raccontato a Pomeriggio Cinque: “Anche se il test del dna non c’è ancora stato, lui è il padre di mia figlia. Può dire tutto quello che vuole ma la verità è questa. Io sto subendo tante cose cattive da parte del padre di mia figlia. Se lui la vuole conoscere, io sono pronta anche a venire su a Milano, se lui non trova il tempo…” La prossima udienza è prevista per il 2014 ma intanto, proprio oggi, la piccola Pia ha compiuto un anno.

La figlia di Depardieu shock: “Mio padre tra cinque anni non ci sarà più”

depardieu_tuttacronacaE’ stato il quotidiano francese Le Monde a raccogliere un’intervista molto dure di Julie Depardieu, figlia dell’attore Gerard: “Non invecchierà più di tanto. Ora ha 65 anni, non è tanto. Ma quando sai ciò che fa, non durerà tanto, te lo dico, tra cinque anni non ci sarà più. È lui il prossimo, lo so. Non durerà”. La donna sembra nutrire molto rancore nei confronti di uno dei più importanti attori francesi: “È un mascalzone, dice una cosa, ma può fare il contrario, bisogna diffidare, non si sà mai”. E ancora: “Non è un traditore, no, ma comunque non bisogna fidarsi”. Per lei, il padre è “uno che non può mai stare fermo in un posto. Quando sei piccolo, hai bisogno di un confronto con tuo padre. Guillaume ha molto sofferto che non badasse a lui”, dice ancora, riferendosi al fratello Guillaume, morto prematuramente nel 2008.  “È molto simpatico, ma non si può esistere a lungo al suo fianco”. La 40enne è arrivata a rifarsi il naso “per cinque volte” per non assomigliare fisicamente a lui: “È una questione identitaria, non volevo essere più bella, ma soltanto non avere quel naso lì, che assomigliava troppo a quello di un membro della mia famiglia”, conclude.

Il padre l’abbandona in fasce: a 18 anni, gli fa causa e vince

padre-abbandona-figlia-tuttacronacaAbbandonata dal padre subito dopo la sua nascita, diciotto anni fa. Da quello stesso genitore che l’aveva riconosciuta come frutto del suo seme ma che preferì andarsene a Modena dove si creò una nuova vita e un’altra famiglia . Lei però non si è mai arresa e, appena diventata maggiorenne, gli ha fatto causa, vicendo. Il padre che se ne andò dovrà risarcirla di mille euro per ogni anno trascorso senza di lui fino ai 18 anni e 500 per quelli a venire. Lei, di Arezzo, in questi anni ha tentato con tutte le sue forze di instaurare un rapporto con l’uomo, ma lui non si è mai avvicinato: due brevi incontri in un bar, nulla di più. Diciotto anni sono sufficienti per rincorrere chi ti ha dato la vita e la giovane ha così deciso di far causa a quel padre che non ha mai voluto sostenerla né economicamente, né moralmente. Lei aveva chiesto un risarcimento di oltre centomila euro ma il giudice, che pure le ha dato ragione, le ha riconosciuto una somma forfettaria di 1000 euro all’anno fino al raggiungimento della maggiore età, e di 500 dopo averla superata. “Il giudice ha ritenuto superfluo persino sentire i numerosi testimoni indicati dalla querelante, dato che il padre non ha mai negato la circostanza di non averle prestato assistenza, morale oltre che materiale”, spiega l’avvocato aretino Iacopo Gori, legale della ragazza, che prosegue: “L’importanza della sentenza sta proprio nel riconoscimento di un danno esistenziale per effetto della lesione di un diritto costituzionalmente tutelato, ossia quello alla famiglia e ad un normale rapporto con entrambi i genitori, in termini di accompagnamento alla crescita, e non soltanto in senso classico patrimoniale come siamo abituati a pensare”.

La figlia perde una gara di nuoto. La madre minaccia di morte l’istruttore

gara-nuoto-tuttacronacaImperdonabile il fatto che una bimba di otto anni arrivi ultima o comunque nelle ultime posizioni in una gara di nuoto. E per un simile affronto la madre della piccola ha subito trovato i colpevoli: l’istruttore e gli organizzatori, rei di aver fatto fare una brutta figura alla nuotatrice. Così si è avventata contro di loro aggredendoli con graffi, insulti e un “vi ammazzo”. La donna, al termine del processo, ha dovuto pagare un’ammenda di 300 euro. A raccontare la vicenda accaduta a Roma è stato il Messaggero:

Ha vissuto la sconfitta della figlia in una gara di nuoto come un vero e proprio affronto: quando ha visto la bambina classificarsi tra le ultime posizioni, è andata su tutte le furie, si è alzata in piedi e dagli spalti del Freetime Sporting Club di Monteverde ha iniziato a gridare come un’ossessa. Gli insulti e le minacce di quella madre ferita nell’orgoglio erano rivolti ai due istruttori che avevano affiancato la bimba, di otto anni, nelle fasi di allenamento e che avevano organizzato la giornata di competizione. A detta della donna, i maestri erano colpevoli di aver fatto fare alla giovane allieva una brutta figura. Finita a processo con l’accusa di ingiurie, ieri la signora è stata condannata a 300 euro di multa.
(…) Quando ha visto la bambina classificarsi tra le ultime posizioni, ha letteralmente perso la testa. A suo dire, la colpa della sconfitta subita dalla figlia era degli insegnanti e degli organizzatori. «Buffoni! Per colpa vostra ha fatto una figura pessima! L’organizzazione delle gare fa schifo…io vi ammazzo!», avrebbe gridato la donna prima di afferrare la bimba per mano e andarsene. Inizialmente, l’imputata era accusata anche di lesioni, per aver graffiato uno degli allenatori lasciandosi trascinare da un impeto di rabbia. Ma il giudice ha deciso di condannarla solo per il reato di ingiuria.

La figlia disoccupata maltratta anziano a Udine

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Un pensionato di 61 anni era costretto a dormire sul divano, al freddo e senza luce dalla figlia, 29enne, disoccupata, che ogni giorno lo vessava per il denaro. L’uomo era costretto anche a mangiare cibo per cani per sfamarsi e quotidianamente subiva maltrattamenti spesso legati proprio ai problemi economici della ragazza che viveva insieme al compagno di 45 anni. La coppia, ora, deve rispondere alle accuse di circonvenzione di incapace.

I clienti delle baby prostitute negano… ma gli sms restano

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Chi sono i clienti delle baby prostitute? Si è già scritto a lungo su questi uomini spesso sposati, disposti anche a far andare le ragazze presso le loro abitazioni, ma nessuno ancora aveva provato a contattarli. C’è chi compone quei numeri, la maggior parte degli indagati naturalmente risulta irraggiungibile, ma c’è invece anche chi risponde e nega. Franco, nome di fantasia, professionista, sposato che quando il cronista si presenta  e gli fa notare che i suoi sms provano i suoi contatti con le minorenni, si dimostra seccato  e archivia la questione con un «Io non vado con le minorenni». Poi esprime il suo fastidio: «E se avesse risposto mia moglie?». Dalle intercettazioni emerge che Franco si era accordato con Marco Ienni: «Chiamalo, 400 euro, voi due insieme», scrive Ienni in un messaggio a una delle due adolescenti. La cronista allora insiste, rigettando le rimostranze del cliente: «Normalmente chi ha una moglie, non dovrebbe andare a prostitute, pur se maggiorenni. E se lo fa se ne assume il rischio…». «E chi l’ha detto ? – rintuzza Franco -. Io ho due ragazze fisse… Ma sono maggiorenni. Queste due non le conosco, non le ho mai viste. Può darsi che abbia telefonato perché c’era il numero sul sito, ma di certo non ci sono andato a letto». Un altro cliente, come si legge su Leggo, in un articolo a firma di Angela Camuso:

Un altro cliente, lo chiameremo Sandro, dice di essere un impiegato, casca dalle nuvole: «Mai incontrate quelle ragazzine». Eppure ci sono i messaggi in cui lei chiede l’appuntamento, quindi scrive il prezzo, 300 euro, per un incontro da lì a 15 minuti… Sandro: «E chi li ha 300 euro? Non lo so, forse ci siamo accordati ma poi non se ne è fatto nulla, perché la ragazza voleva venire a casa mia. Ma io a casa mia non faccio venire sconosciuti…».
Dagli atti emerge che le ragazzine spesso si prestavano a servizi “a domicilio”. Un altro cliente, che chiameremo Mario, è interessato a vedere le due minorenni insieme ma precisa: «Io ho una Smart … Tutte e due, rischiamo di non far niente…». «Veniamo noi da te…» , dice allora una baby squillo. E lui dà l’indirizzo di un quartiere della estrema periferia Sud. Il prezzo pattuito: 400 euro per le due ragazze insieme.

Intanto però arriva anche un’altra sconvolgente verità che è quella delle due protagoniste, in particolare della maggiore delle due che nei verbali ha ammesso che tutto sarebbe iniziato come «un gioco», da una ricerca su Google su come come guadagnare denaro. Ogni giorno, dai 100 ai 400 0 500 euro. Ma «non era un bel gioco andare con gli adulti».

Così sarebbero finite nel giro di prostituzione minorile ai Parioli le due ragazzine romane dei Parioli,secondo quanto si legge nelle 155 pagine di verbali dell’interrogatorio della più grande delle due giovani, 15enne all’epoca dei fatti e indagata con l’accusa di aver indotto l’amica quattordicenne a seguirla. La stessa che sembra voler difendere il suo sfruttatore, cercando di rivendicare come la scelta fosse stata autonoma: «Mimmi (Mirko Ieni, uno degli sfruttatori arrestati. ndr) non lo sapeva che noi eravamo minorenni. Noi gli dicevamo che avevamo 19 anni. Ma non è sfruttamento. Se lo abbiamo fatto non è lui che ci ha costretto, è stata una nostra idea. Lo ripeto e lo ripeterò altre 350 volte se necessario. Non mi ha costretto», ha spiegato la ragazzina. Molti conoscevano l’età delle due ragazzine, tra i clienti, ha chiarito.

 Dalle pagine dell’interrogatorio, secondo quanto riportato dalla Stampa, c’è un mix di false sicurezze, debolezze: «Non sono una vittima», ripete la ragazza, che rivendica al tempo stesso di non essere responsabile di quanto fatto anche dall’amica: «Di sicuro non è colpa mia», ha chiarito. Ma la giovane, si legge sul quotidiano piemontese, è anche capace di non crollare: «Non voglio dire chi mi ha fatto usare la cocaina la prima volta. Dai dettagli dei verbali, emerge però com’è nato tutto: «Volevo essere indipendente e così ho digitato “guadagnare soldi”. Ho mandato una mail. Non ho capito all’inizio di cosa si trattava», ha chiarito la ragazza di fronte al procuratore aggiunto Maria Monteleone. Con pazienza quest’ultima è riuscita a farsi spiegare quanto avveniva nella casa affittata da Ieni. Ma non solo, dato che, come hanno ricostruito gli inquirenti, altri clienti preferivano incontrare le due ragazzine a casa, in macchina o in posti dove speravano di non essere riconosciuti.  Si legge sulla Stampa:

«La ragazzina ammette quello che succedeva in via Parioli 190, in un hotel e a casa di un cliente in piazza Fiume. All’inizio è reticente. «Con la mia amica usciamo insieme, facciamo tutto». Andate in qualche posto particolare? «Corso Trieste, piazza Caprera, Piazza Euclide, viale Parioli. Nei bar». Ma alla domanda specifica su viale Parioli Vanessa risponde: «A casa di un amico, Mimmi». Nega di conoscere il suo vero nome – che poi invece dimostrerà di conoscere – e spiega che gli danno «10 euro quando ci dà la casa» che definisce «scialla, normale». E alla domanda se in quella casa vengono uomini, risponde: «Un paio di volte». Non vuole dire cosa faceva con quegli uomini «le sappiamo queste cose e mo non le devo dire esplicitamente».

L’uomo che fornì alla giovane il primo contatto fu il caporale Nunzio Pizzacalla, un altro degli arrestati. Lo stesso che rispose alla mail inviata dalla più grande delle due giovani. Sul Messaggero si chiariscono i dialoghi tra la ragazzina, il procuratore e la psicologa. Quest’ultima spiega: «Quello che non avevi capito, però è che anche lui ci voleva guadagnare dei soldi». «Sì, ma io non glieli ho mai dati», risponde. Il racconto risulta però spesso lacunoso, più volte – si spiega – tenta di mentire. Anche perché non sa che il pm Cristiana Macchiusi ha interrogato anche l’amica, definita come «quella che aveva più bisogno di soldi». Ha spiegato come l’allora 14enne fosse venuta con lei per vedere «come si faceva»: «A volte le cedevo anche degli uomini. A me i soldi non servivano, lei ne aveva più necessità».  Dal verbale si chiarisce come secondo la ragazza a tradirla sarebbe stato anche Michael De Quattro, l’uomo che si trova ai domiciliari per il tentativo di estorsione, oltre che per essere stato un loro cliente. Le aveva chiesto 1500 euro per non rivelare video compromettenti girati nella casa dei Parioli, quella affittata da Mirko Ieni. Quando le viene chiesto perché lei era in quella casa dice «Per il lavoro di incontrare le persone, per soldi». «Facevate sesso in cambio di soldi?», insiste a chiedere il procuratore. «Sì… Dai 100 ai 400 euro al giorno. Dipende dai giorni, da come andava…», ha ammesso la ragazza.

Come riporta la Stampa, ci sono alcuni passaggi in cui la ragazza si mostra inflessibile: la cocaina e il nome dell’uomo che voleva portare lei e l’amica in barca a Ponza. «No, non voglio rispondere alla domanda su chi per primo mi ha dato la cocaina», ha spiegato, mentre le viene chiesto dello spaccio. Come avevano ricostruito gli inquirenti erano lo stesso Ieni e Marco Galuzzo (l’ultimo ad essere finito nel carcere di Regina Coeli, ndr) a procurare la droga alle ragazze. Tra i luoghi, invece, chiarisce come la vicenda non fosse legata soltanto alla casa dei Parioli: «Individua anche il quartiere periferico di San Basilio e piazza Fiume dove, all’inizio, ha raccontato, andavano a casa dei clienti che ci prendevano con la macchina o con il taxi». E la stessa indagine si allarga sul possibile coinvolgimento di altre cinque ragazzine, sempre a San Basilio.

 

Strage negli Usa, famiglia sterminata a Phoenix, in Arizona!

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Tragedia e follia, gli Stati Uniti devono ancora una volta fare i conti con il malessere profondo di una società che sembra sgretolarsi sotto il peso di una crisi economica da cui ancora si fatica a uscire. Le tensioni, lo stress e i rapporti familiari che portano inevitabilmente a gesti estremi e così a Phoenix, in Arizona, la polizia ha trovato 4 cadaveri un appartamento. Secondo una prima ricostruzione un uomo, Michael Sanders, avrebbe sparato alla sua ex moglie, Carol, mentre stava raccogliendo alcuni oggetti personali dalla casa. A questo punto sarebbe scattata la follia dell’uomo che avrebbe prima fatto fuoco sulla donna, poi sulla figlia adolescente, Audra, di 14 anni, e per ultimo su un amico di famiglia, prima di suicidarsi.

Spara alla figlia di tre anni e poi si suicida

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Un uomo di 34 anni di  Reuver, paesino olandese ai confini con la Germania, si è barricato in casa insieme alla figlia di 3 anni, dopo l’ennesima lite con la ex-compagna. Prima ha sparato alla donna ferendola a una gamba, poi nelle prime ore del mattino quando ha capito che la polizia stava facendo irruzione nella sua abitazione ha ucciso la figlia e poi ha rivolto l’arma verso se stesso e ha fatto fuoco.

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Benvenuto al “Club dello stupro”, Facebook era la vetrina per adescare ragazzine

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Come è possibile che Facebook il social blu che non permette neppure di postare una foto di una mamma che allatta la propria figlia permetta la pubblicità di un vero e provo “Club dello stupro”? Sembrerebbe proprio così! Due giovani neozelandesi hanno usato il social network per adescare ragazze e minorenni per poi, dopo averle fatte ubriacare, stuprarle fotografando la violenza e pubblicando le foto su Facebook. Naturalmente non mancavano neppure commenti per deriderle. La pagina è stata aperta nel 2011 e il profilo si intitolava , “Roast Busters”. I due ragazzi, uno figlio di un poliziotto e l’altro figlio di una star internazionale, Joseph Levall Parker, il quale ha avuto un ruolo nel film ‘The Matrix‘, sono stati arrestati. Nessuna delle ragazze coinvolte fino a oggi aveva avuto il coraggio di denunciarli.

 

Litiga con i genitori e si cala dal balcone, ma precipita. 15enne viva per miracolo

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Una banale lite tra genitori e figlia adolescente che poteva però trasformarsi in tragedia per una 15enne romana che ha tentato di scappare calandosi dal balcone di un quarto piano della Capitale, nel quartiere Vescovio, ma poi la giovane ha perso la presa ed è precipitata. Ad attutire la caduta  ci ha pensato una finestra aperta al secondo piano dell’edificio. La ragazza ha riportato solo lievi lesioni che sono state medicate al policlinico Umberto I.

 

Marrazzo e la sua versione…

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A Domenica In Piero Marrazzo vuole parlare dello scandalo che lo portò alle dimissioni da Governatore della Regio Lazio cercando di chiarire la sua posizione ora che il suo ritorno sugli schermi della televisione pubblica è imminente: “Ho sbagliato a tal punto nella mia vita privata che in termini proprio di errore la questione era nei confronti di mia moglie, delle mie figlie e di chi mi voleva bene. E questo rimane. Non sono mai stato indagato per nessun fatto nelle vicende che avete ascoltato e questa per me non è un’assoluzione perché io quell’errore me lo sono preso e mi sono dimesso. C’è stata però una sovrapposizione che purtroppo è rimasta. Mi credevano a capo dell’istituzione pure quando già non lo ero più. Ho riconsegnato le chiavi ai cittadini che me le avevano affidate cinque anni prima. Non ho procedimenti penali per la mia gestione della Regione”.

Profilo pubblico ben distinto dunque da quello privato secondo le parole del presentatore “Non ho mai voluto e non vestirò mai i panni della vittima, non posso nascondermi dietro cose che non c’erano. Non c’era lo stress, se ne sarebbero accorti quanti mi stavano vicino. Sono andato a Montecassino a cercare di capire perché un uomo di successo faccia una cosa senza significato quando ci sono significati più profondi come una famiglia. L’errore più grave è stato mentire alla mia compagna”.
Marrazzo si rivolge al pubblico, perché provi a immedesimarsi e parla della serenità delle sue figlie. “La più piccola, dodici anni, mi ha detto: Non devi chiedere scusa a me, ma a mamma. L’altra: Papà la tua vita non è solo uno scandalo, la vita è tutte le cose che hai fatto”.
Stare attenti, allora, è l’appello di Marrazzo: “Se non stiamo attenti a dire ai nostri figli che chi sbaglia non può più lavorare, stiamo dicendo ai nostri figli che quando prendono un cattivo voto è finita a scuola, quando sbagliano con un amico è finita. Questo è il punto d’incontro tra il credente e il non credente”.
L’ex-governatore invita anche i colleghi Rai a stare attenti alle parole, poi parla della suo ritorno sulla rete. “Ho un contratto di lavoro come tutti”. Marrazzo sarà il conduttore della trasmissione “Razza Umana”, su Raidue, da metà novembre, che proporrà documentari italiani e stranieri. “Il titolo prende spunto dalla risposta di Einstein alla domanda ‘Lei in quale razza crede?’. ‘Razza umana’ me la sento addosso perché vuole dire attenzione: di uomo ce n’è uno, non lo si divide per colore, per credo religioso, ma lo si deve giudicare a tutto tondo. Poi ci sono le diversità e le vai ad affrontare”.

Questa la versione di Marrazzo.

Uccide la figlia di 15 anni bruciandola viva: colpa del fidanzatino

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Sospetti, neppure una prova ma tanto è bastato al padre di 35 anni per uccidere la propria figlia di 15 bruciandola viva a causa di presunti contatti con il fidanzatino. L’ennesimo orrore che shocca il web e mostra l’ennesima brutalità di violenza contro le donne arriva dallo Yemen, nel villaggio di Chabaa, nella provincia di Taez, nel centro del paese.

 

Duplice omicidio nella Marsica: l’ex marito confessa

omicidio-pescina-tuttacronacaSi chiama Veli Selmanaj, detto Willi, il 46enne bracciante agricolo che, dopo esser stato fermato dai carabinieri, ha confessato di aver ucciso ieri l’ex moglie e la figlia a Pescina. Le sue vittime, la 50enne Fatima e la 21enne Sene Ada, lavoravano in un’azienda agricola di Ortucchio, in provincia di L’Aquila. L’agguato, a colpi di pistola, era avvenuto poco prima della chiusura del supermercato. Al momento dell’arresto l’uomo si trovava nella frazione di Venere. Nei pressi è stata rinvenuta anche l’arma del delitto. Il kosovaro, che era rientrato martedì dalla Germania, dove lavorava, per espletare le pratiche relative alla separazione, era stato allontanato dalla moglie perché accusato di molestie sessuali e violenza nei confronti della figlia. La coppia aveva 7 figli.

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Duplice omicidio nella Marsica, rinvenuti i corpi a Pescina

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Duplice omicidio in serata a Pescina, in provincia dell’Aquila. Stando alle prime notizie si tratterebbe  di due donne, madre, di 50 anni,  e figlia di 20 con cittadinanza kosovara che sarebbero state uccise questa sera a colpi di arma da fuoco. Il duplice omicidio sarebbe avvenuto, secondo quanto riporta AbruzzoWeb davanti a un supermercato, alla presenza di alcuni testimoni, tra dipendenti e clienti della struttura commerciale. Chi era nell’area al momento dell’assassinio è ora ascoltato dalle forze dell’ordine. Le due donne, a quanto si è appreso, lavoravano presso un’azienda agricola. La madre si era separata dal marito. L’uomo, che lavorerebbe al Nord, negli ultimi giorni sarebbe però stato visto in zona.

Posta una foto su Facebook e viene indagata dal fisco

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Posta una foto su Facebook e viene indagata dal fisco. Lei certo non passa inosservata essendo Jeane Lim Napoles, la figlia di una donna d’affari filippina,  al centro di uno scandalo per corruzione in cui sono coinvolti molti parlamentari del suo paese. La ragazza si è fotografata all’interno di una vasca piena di banconote, che ricorda tanto il tuffo nei dollari di Zio Paperone. Jeane però per il fisco è una 23enne studentessa di moda a Los Angeles che risulta nullatenente dal 2008, nonostante viva in un attico dal valore di 1,3 milioni di dollari… Quindi dovrà spiegare al fisco statunitense da dove provenivano tutte le banconote. Resta anche un altro mistero… perché euro e non dollari?

 

Padre vampiro. Uccide e beve il sangue della figlia di 3 anni

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Un macabro e tragico fatto di cronaca nera sta sconvolgendo tutti i media mondiali da quando è stata diffusa la notizia che un uomo è stato arrestato a Lae, seconda città della  Papua Nuova Guinea con l’accusa di aver azzannato la figlia di 3 anni al collo e bevuto il suo sangue, prima di mangiarla. Un atto di cannibalismo e di crudeltà che ha sconvolto la comunità. Secondo il Post Courier, un parlamentare che si sarebbe recato sul posto subito dopo il drammatico episodio avrebbe raccontato che la piccola con la madre erano in visita dal padre quando questi avrebbe strappato la piccola e si sarebbe recato nella vicina foresta. Ci sarebbero anche i testimoni di questo atto di cannibalismo, due ragazzi che erano su un albero di cocco e sono stati i primi a lanciare l’allarme, ma purtroppo per la piccola non c’era più nulla da fare. L’uomo sarebbe poi fuggito prima di essere catturato e consegnato alla polizia. La magia nera, la stregoneria ed episodi di cannibalismo non sono sporadici nel paese dove, l’anno scorso, la polizia ha arrestato decine di persone per presunti riti cannibalistici , accusati di  averucciso almeno sette persone.

Maltempo in Nord Italia: arrivata anche la prima neve

prima-neve-tuttacronacaCome riporta il portale MeteoLive: “Il fronte freddo in arrivo andrà ad impattare con violenza contro le Alpi tra la serata di giovedì e la mattinata di venerdì. Se la formazione di un minimo (depressionario, n.d.r.) in Valpadana consentirà comunque ai fenomeni di valicare il versante nordalpino, producendo precipitazioni temporalesche rilevanti anche a nord del Po e soprattutto sulla Lombardia, sarà comunque sulle Alpi centro-orientali a cavallo con i versanti esteri che dovrebbero registrarsi gli accumuli maggiori perchè lì il fronte insisterà per più ore, frenato nella sua avanzata dalla presenza della catena alpina.” Nel pomeriggio di ieri una violenta bomba d’acqua si è riversata nel Novarese, ma non è stata l’unica zona interessata dal maltempo, che ha colpito  un’area molto vasta, tra Piemonte e Lombardia.

Allo scalo di Malpensa alcuni aerei in arrivo sono stati dirottati verso l’aeroporto torinese di Caselle, dove sono giunti i voli provenienti da Parigi, Amburgo, Copenhagen, Praga, Doha e Napoli. Milano e il suo hinterland è stato sferzato da violenti temporali e forti raggiche di vento, che hanno portato a un brusco calo delle temperature mentre i vigili del fuoco hanno ricevuto numerose chiamate per allagamenti di strade e cantine e per diversi alberi caduti, in particolare a nord di Milano, a Magenta e Legnano. Transennata per infiltrazioni d’acqua anche una parte della galleria Vittorio Emanuele, vicino al Duomo, all’altezza dell’Ottagono centrale. Anche la prima neve ha fatto la sua apparizione, imbiancando alcune delle principali località sciistiche sulle Alpi. Innevate Livigno, Madesimo e il Passo del Foscagno. Percorribili solo con attrezzatura invernale anche il Passo del Rombo e quello dello Stelvio.

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Bomba d’acqua sul Lago Maggiore, salvate madre e figlia

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Borgomanero ha subito una vera e propria “bomba d’acqua”. Per circa mezz’ora sul Comune della provincia di Novara, a circa 10 km dal Lago Maggiore. Pioggia, grandine e strade allagate, sottopassi inagibili e le forze dell’ordine che chiudono le vie del centro. Soccorse una donna e la figlia di pochi anni che stavano viaggiando sull’auto, pochi momenti dopo la vettura è stata sommersa dall’acqua.

Hunziker diventa mamma bis e cambia il nome alla figlia

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All’ultimo momento la coppia Hunziker -Trussardi ha deciso di cambiare il nome alla bimba nata ieri alla clinica La Madonnina di Milano. Avevano deciso per Maia, ma poi appena l’hanno vista hanno voluto che si chiamasse Sole. Primogenita per la coppia e seconda figlia di Michelle, Sole, sarà la sorella di Aurora nata dal precedente matrimonio della modella svizzera con Eros Ramazzotti.

Dal cimitero all’ospedale: anziana aggredita mentre prega sulla tomba della figlia

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Antonia Milani, 79 anni, di Padova, da circa 30 anni va al cimitero tutte le mattine a dire una preghiera sulla tomba della figlia prima di iniziare la giornata.

«…Che sorprese riserva la vita, chi poteva immaginare un colpo del genere…». afferma l’anziana stesa su una barella all’ospedale con la testa fasciata:  «Stavo dicendo una preghiera sulla tomba di mia figlia quando ho sentito una bastonata in testa, ma non so dire se davvero fosse un bastone o cos’altro. Sta di fatto che ho sentito un colpo pazzesco – racconta, Antonia – e mi sono ritrovata a terra. Mi hanno aiutata la fioraria del cimitero e Gianni, il proprietario delle pompe funebri che proprio in quel momento stava entrando in camposanto per un funerale. Sono stati loro a chiamare i soccorsi». Antonia Milani ha un sospetto. «Ho visto in faccia due giovani entrare in cimitero, ma non so dire se sono stati loro perché sono stata assalita alle spalle, quindi quei due per aggredirmi avrebbero dovuto fare il giro da dietro. Tutt’intorno non c’era nessun altro: non so se sono stata una vittima predestinata o casuale».

Raptus omicida che finisce in suicidio

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A Caltagirone, in provincia di Catania un uomo di 67 anni ha ucciso la moglie, ha tentato di sparare anche i figli ferendo gravemente il figlio 44enne e in modo non grave la figlia di 45 anni. L’uomo si è poi tolto la vita suicidandosi con un altro colpo di fucile. Ancora non si conoscono i motivi che hanno spinto l’uomo a tentare di sterminare la famiglia.

La Polita denuncia il circuito di Misano, tra gli indagati anche il padre

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Inizia un percorso giudiziario che sarà complesso e lungo almeno da quanto emerge dalle carte depositate dopo che Alessia Polita ha denunciato il circuito di Misano, la pista resa famosa per la drammatica caduta che ha costretto poi l’atleta in sedia a rotelle. Ma se lei denuncia la pista, c’è chi, come il direttore del circuito e il presidente della Federazione motociclisti ipotizza reati a carico del padre di Alessia Polita. L’accusa al padre, sarebbe emersa dopo che gli inquirenti avevano accertato che quel giorno fu proprio Giancarlo Polita a mettere a punto la moto della figlia. Lui si difende e in un’intervista a un quotidiano afferma «Mia figlia sarebbe uscita illesa dall’incidente – spiega al quotidiano – se ci fossero state le adeguate misure di sicurezza». La figlia però non ha dubbi e parla di misure di sicurezza non appropriate, in particolare le ‘barriere gonfiabili’ che secondo loro avrebbero evitato ad Alessia di rimanere su una sedia a rotelle.

La riforma Fornero rinvia la pensione alla madre con la figlia malata

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Ancora tre anni e poi avrebbe potuto mettersi in pensione e accudire a tempo pieno la figlia, Sara, di 30 anni che da 12 in gravi condizioni di salute a causa di un tumore al cervello. Ma Silvana Righetto non potrà andare in pensione come aveva preventivato perché con la riforma previdenziale la sua pensione è slittata. Ora ci potrebbe andare fra 9 anni. Sicuramente Righetto che gestisce un’edicola insieme al marito a via Cirdi a Quinto di Treviso non è l’unica non è l’unica persona a cui la legge Fornero ha stravolto la vita, ma il suo caso è diventato emblematico proprio per l’esigenza della donna di occuparsi della figlia. La Usl di Treviso infatti garantisce solo 8 ore di assistenza a settimana, poi ono gli amici a dare una mano, ma la figlia continua a peggiorare e ha sempre più bisogno di assistenza. Così il marito lancia un appello: «A mia moglie basterebbe poter andare in pensione nel giro di qualche anno, ovviamente con un importo calcolato sui contributi versati – è l’appello lanciato da Flavio – sarà più basso di quello che potrebbe avere dopo, ma l’importante è riuscire a stare con Sara».

Ma per ora con la riforma pensionistica in corso non lo prevede. E nel frattempo il governo è caduto così le ipotesi che erano al vaglio, se tutto va bene, saranno rimodulate e ripresentate l’anno prossimo. Intanto la vita delle persone passa nell’immobilismo più totale.

La passeggiata in bici si trasforma in incubo per una bimba di 10 anni

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Una passeggiata in bicicletta a Bologna che si è trasformata in un incubo per una bambina di 10 anni che ha perso il controllo del suo veicolo e cadendo è andata a sbattere contro un auto danneggiando il lunotto posteriore. Il proprietario vede tutta la scena e chiede le generalità del padre ritenendolo responsabile dei danni procurati dalla figlia: circa 400 euro. Inoltre è arrivata anche la contravvenzione di 44 euro se pagate immediatamente altrimenti di 52 euro. Il padre sconvolto ha raccontato sconvolto quanto gli è accaduto e le somme che dovrà versare per riparare i danni.

 

La legge sul figlio unico in Cina:necessità o cultura del terrore?

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Il dibattito è sempre al centro di polemiche. Il tema sulla legge del figlio unico in Cina ha sempre visto contrapporsi le politiche demografiche alla religione e alla tradizione. Oggettivamente mettere un freno, in un paese come quello cinese in cui il tasso di natalità era elevatissimo è diventata un’esigenza e un’emergenza, poi come ogni legge, sicuramente ha avuto delle devianze che, nel caso specifico, possono anche essere scadute nella tortura e nella violenza. Reggie Littlejohn, avvocato statunitense che da anni si batte contro gli aborti forzati e le sterilizzazioni forzate in Cina. La pianificazione familiare, imposta dal governo secondo Reggie,  fondatrice di Women’s Rights Without Frontiers, sarebbe lo strumento per cui il partito comunista può restare al potere. Forse come ipotesi è un po’ lontana dalla complicata situazione che si sta vivendo nella repubblica cinese, ma sicuramente è una delle voci che da tanti anni si occupa del problema.

L’intervista che proponiamo è stata tratta da una dichiarazione a margine per Asia News rilasciata in occasione della 10ma Conferenza internazionale sulla salute materna che si sta tenendo a Roma (18-22 settembre).

Come è arrivata a occuparsi della legge sul figlio unico? Qual è la sua storia?

Io sono un avvocato, mi sono laureata a Yale e per circa otto anni mi sono occupata di diritto fiscale e commerciale a San Francisco. In quel periodo ho rappresentato pro bono alcuni rifugiati cinesi nella loro richiesta di asilo politico negli Stati Uniti. La prima fu una donna, che era stata perseguitata perché cristiana e sterilizzata con la forza. Era mingherlina, sarà stata alta sì e no 1,50 m. Aveva già avuto due figli e le autorità facevano pressione affinché si facesse sterilizzare. Bussavano alla sua porta ogni giorno e ogni volta lei si rifiutava, perché molte donne del suo villaggio avevano gravi problemi di salute per le sterilizzazioni subite. Ha resistito finché non l’hanno presa di peso e trascinata via dalla sua casa, letteralmente. L’hanno gettata su un tavolo, le hanno aperto l’addome e legato le tube, senza anestesia. Mi raccontò che il dolore provato era inimmaginabile. Quella sterilizzazione le ha provocato un’infezione estesa, che l’ha lasciata con emicranie e dolori cronici alla schiena e all’addome. Ricordo che sedevo alla mia scrivania, nel mio bellissimo ufficio di San Francisco, circondata dalla civiltà e dalla libertà, e pensavo: “Non posso credere che cose del genere accadano sul serio, oggi, a un quinto della popolazione femminile mondiale”. Perché in Cina una donna su cinque è costretta ad abortire o a essere sterilizzata.

In seguito ho seguito altri due casi di donne vittime della legge sul figlio unico. Poi mi sono ammalata. Nel 2003 ho subito una mastectomia bilaterale, ma l’operazione ha avuto delle complicazioni e ho sviluppato un’infezione da stafilococco Mrsa resistente agli antibiotici. Per oltre 10 settimane sono stata sottoposta ad altri interventi e trattamenti antibiotici molto aggressivi. Non sapevo se sarei sopravvissuta o meno, e ho iniziato a pregare per tutte quelle persone che stavano peggio di me, come le donne vittime di aborti forzati e sterilizzazioni forzate, o le persone perseguitate per la loro fede.

Quando mi sono ripresa ho iniziato a scrivere una sceneggiatura, poi diventata il film Pearls of China, in cui racconto il dramma di queste donne. E ho fondatoWomen’s Rights Without Frontiers. Molte persone sanno che in Cina vige la legge sul figlio unico, ma non sanno che per attuarla il governo costringe le donne ad abortire e a farsi sterilizzare. Sentivo di dover far conoscere questa realtà ed è così che ho iniziato a occuparmi di questo. Women’s Rights Without Frontiers cerca di unire i movimenti pro-scelta e pro-vita contro gli aborti forzati. È qualcosa su cui tutti dovrebbero essere d’accordo, perché gli aborti forzati non sono una scelta e nessuno può sostenere gli aborti selettivi femminili. Ogni organizzazione che si occupa dei diritti riproduttivi delle donne deve opporsi agli aborti forzati e alla sterilizzazione forzata delle donne. Qualunque organizzazione si occupa della salute riproduttiva delle donne deve opporsi alle sterilizzazioni forzate, perché esse non distruggono soltanto l’apparato riproduttivo della donna, ma compromettono la salute nella sua totalità.

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Perché la Cina non elimina la legge sul figlio unico?

Non ci sono ragioni logiche per cui mantenere la legge sul figlio unico. In primo luogo perché questa politica ha ridotto la forza lavoro disponibile, e il Paese sta già perdendo molti affari, in favore di altri Paesi che hanno una manodopera più numerosa ed economica. In secondo luogo per quello che io chiamo “China senior tsunami”. La legge ha dato un duro colpo al tasso riproduttivo: dopo il boom demografico dell’epoca di Mao – dove le donne avevano in media 5,9 figli – oggi la media è di 1,7 a testa. Ma i figli di quel boom stanno invecchiando e andando in pensione, e non ci sono abbastanza giovani che possano prendersi cura di loro, né un programma di sicurezza sociale. Sembra di assistere a un disastro demografico a rallentatore. Infine, c’è un problema di squilibrio di genere. Oggi in Cina ci sono 37 milioni di uomini in più rispetto alle donne e questo destabilizza la società: genera traffico di esseri umani, dentro e fuori del Paese; favorisce la criminalità; molte donne vengono rapite e vendute come mogli. A differenza degli uomini, le donne possono migliorare la loro condizione sposando uomini di livello sociale più alto. Questo ha creato i cosiddetti “villaggi degli scapoli”, dove vivono solo uomini. Sono zone molto remote e questi abitanti vengono chiamati bare branches, “rami nudi”, perché non porteranno mai avanti il loro albero genealogico.

Tutto questo non ha senso, ma dubito che la legge sul figlio unico sarà abbandonata in breve tempo, perché permette al Partito comunista di restare saldo al suo posto, per diversi motivi. Anzitutto, questa legge tocca tutti i cittadini: attraverso aborti forzati e sterilizzazioni forzate il Partito si assicura la sua autorità e afferma il suo potere. Un potere che parte da Pechino, si irradia in tutto il Paese e dà il potere di dichiarare la vita o la morte di chiunque. Questo crea una cultura del terrore, che consente al Partito di controllare la popolazione attraverso il terrorismo. Gli stessi funzionari della pianificazione familiare agiscono come dei terroristi: possono fare qualunque cosa, anche uccidere chi si oppone, senza subire alcuna ripercussione.

C’è poi un sistema di informatori pagati: una donna può essere denunciata dai suoi vicini, colleghi, amici. Questo sgretola i rapporti umani: se non sai a chi puoi credere, perché chiunque potrebbe denunciare la tua gravidanza, come puoi instaurare una democrazia? Inoltre l’attuazione della legge sul figlio unico coinvolge milioni di persone: queste strutture di coercizione vanno mantenute, perché sono una grande macchina per soldi. Ogni anno il Partito guadagna miliardi di dollari grazie alle multe che le persone pagano per aver violato la legge sul figlio unico. È un controllo sociale mascherato da controllo della popolazione.

Come funziona la campagna “Save a girl” e come si lega al documentario “It’s a girl!”?

In Cina abbiamo una rete sotterranea di attivisti che lavorano sul campo e riescono a identificare donne che si sono sottoposte a test per la determinazione del sesso, che non vogliono avere una bambina, che stanno per avere un aborto, o hanno già avuto una bambina e hanno deciso di abbandonarla. Quando le troviamo, diciamo loro di non abortire e di non abbandonare queste creaturine solo perché sono femmine. Offriamo loro uno stipendio mensile per un anno con il quale crescere la bambina. Nel 90% dei casi queste donne decidono di tenere le loro figlie. Il momento più vulnerabile per una bambina è tra il quinto mese di gravidanza – quando puoi stabilire se è un maschio o una femmina – fino a quando ha tre-quattro mesi di vita, perché è quando inizia a sviluppare la sua personalità, a sorridere, a interagire di più. Se si riesce a intervenire in quel lasso di tempo, possiamo salvare la vita di una bambina. Questo è quello di cui si occupa la campagna.

Women’s Rights Without Frontiers sostiene anche le donne che scappano da aborti forzati; donne così povere che anche i loro figli sono a rischio; figli di dissidenti perseguitati. Ci occupiamo anche dei “bambini dimenticati” (forsaken children): a volte quando una coppia divorzia e si risposa, abbandona i figli del primo matrimonio, sia che siano maschi o femmine. Anche questi bambini sono vittime della legge sul figlio unico, che vieta di avere figli nel secondo matrimonio se già ne hai avuto uno nel primo.

Il film It’s a girl! è associato a una campagna d’azione. L’obiettivo non è solo denunciare un problema, ma anche coinvolgere le persone e spingerle a fare qualcosa. In Cina la campagna legata al documentario è la nostra Save a girl.

Come mai India e Cina, due Paesi radicalmente diversi, hanno in comune una pratica come gli aborti selettivi e gli infanticidi femminili?

India e Cina sono molto molto diversi tra loro, ma in tutta l’Asia c’è una preferenza nei confronti del figlio maschio. Nel caso dell’India e della Cina si dice che crescere una figlia è come innaffiare il giardino di qualcun altro. Una ragazza è considerata inutile per diverse ragioni. Anzitutto è il maschio che compie i riti funebri per la famiglia, quindi hai bisogno di un figlio quando morirai. Tuttavia, [avere un maschio] è ancora più importante in una prospettiva matrimoniale. Secondo la tradizione, in entrambi i Paesi con il matrimonio la donna diventa parte della famiglia del marito. I genitori dello sposo guadagnano una nuora e la nuova coppia sosterrà i genitori di lui per tutta la loro vita. Al contrario, la famiglia della sposa perde una figlia.

Nel caso della Cina, con la legge sul figlio unico – se hai un solo figlio e quel figlio è una femmina – molte coppie si sentono divise tra il praticare un aborto selettivo o affrontare la povertà quando saranno anziani. Nel caso dell’India c’è un ulteriore fattore: la dote. Quando una donna scopre di essere incinta di un maschio, lei sa che quando lui si sposerà, la famiglia si ritroverà con un mucchio di soldi dalla famiglia della futura moglie. Quando una donna resta incinta di una femmina, sa che per far sposare sua figlia dovrà dare molti soldi alla famiglia dello sposo. Quindi in India c’è un forte incentivo economico a non avere una bambina. Ma in Cina il non poter avere più di un figlio è una forza ancora più potente. E nelle campagne è anche peggio: lì è possibile avere due figli se il primo è una femmina. Ma secondo le analisi demografiche, è proprio quando si cerca di avere il secondo figlio che avviene la maggior parte degli aborti selettivi. Perché sanno che quel secondogenito è la loro ultima possibilità per avere un maschio.

Nuove rivelazioni sul caso Melania Rea

melania-rea-tuttacronaca-rocco parolisi

Rocco Parolisi scende in campo per la difesa del fratello Salvatore e in un’intervista telefonica a Quarto Grado afferma: «Forse Salvatore sa qualcosa, ma non parla. Viene da chiedersi: ma se fosse stato minacciato da qualcuno e per timore lo tenesse nascosto?»

Naturalmente sono le parole del fratello dell’imputato per la morte di Melania Rea e vanno, quindi, vagliate attentamente: «Stando agli atti e secondo il mio pensiero – dice Rocco – Salvatore è innocente, ma è il giudizio di un fratello». L’uomo ha poi aggiunto «Noi non sappiamo quello che è successo,  ma se avessimo una pista alternativa, l’avremmo fornita agli inquirenti. Vogliamo la verità, perché teniamo alla nostra famiglia e a quella di Melania».

Rocco entra anche nel rapporto tra Salvatore e Melania:

«Escludo l’amore cieco per Melania, ma mio fratello voleva bene al nucleo familiare», e prosegue. «Non sapevo che tra loro ci fosse crisi: l’ho scoperto qualche giorno dopo l’accaduto. Sono rimasto male quanto sono venuto a conoscenza della storia parallela e provo rabbia per il fatto che Salvatore non ne abbia informato subito la magistratura».

«Salvatore era un ragazzo tranquillo, un ‘bonaccione’ – ricorda il fratello Non si allontanava mai da casa, giocava nel quartiere». Sulla circostanza per la quale nessun amico abbia mai difeso il fratello, Rocco replica: «È vero: ma dobbiamo partire dal presupposto che si è arruolato giovane e ha lasciato nella prima adolescenza tutti i suoi amici (che ora sono sparsi per l’Italia per lavoro). Da quando Salvatore si è arruolato e lavorava per lo Stato, queste amicizie sono venute meno. Gli unici amici che potrebbe avere, sono i commilitoni».

«Ho parlato con Salvatore due mesi fa» conclude Rocco Parolisi,«era sfiduciato per come sono andate le cose e mi ha detto che è pronto a sostenere la sua innocenza. È un ragazzo testardo e con forza d’animo. Non credo che per lui ci sarà un’altra condanna». L’appello per il processo è fissato per il prossimo 25 settembre  all’Aquila, nel primo grado Parolisi è stato condannato all’ergastolo.

Melania:Parolisi scrive a Corte appello,'condanna infondata'

Giustiziata in strada dal padre perché presunta adultera, video shock!

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Giustiziata dopo un processo sommario, Halima, era accusata di adulterio perché aveva trascorso del tempo con un altro uomo mentre il marito era in Iran, anche se non c’è mai stata prova di un rapporto sessuale tra i due, ma i sospetti e le voci sono bastate per farla giustiziare in piazza ad Ab Kamari, nella provincia di Badghis, in Afghanistan. A sparare il colpo è stato il padre come richiede la tradizione, Il video è stato diffuso dal quotidiano spagnolo “El Mundo”.

 

Sposa bambina violentata nel Padovano: indagati il padre e il marito

sposa-bambina-tuttacronacaNon ricordava nulla del Bangladesh, la sua terra. Viveva in Italia, frequentava la scuola e aveva molti amici, oltre a due fratellini e dei genitori con i quali c’era un buon rapporto. Prima del Natale del 2011, la confessione al padre: era innamorata. Da allora è trascorsa solo qualche settimana prima che il genitore la conducesse nel Paese natale dicendo che andavano a trovare dei parenti. La verità era diversa: lei si è trovata sposata a un cugino del padre che ora ha 34 anni. Era l’uomo a cui era stata promessa il giorno della sua nascita, con lo stesso genitore che gli aveva messo in braccio la neonata. Nel luglio 2012, il neosposo è arrivato in Italia e da allora vive a casa del cugino che è diventato anche suo suocero, in un comune della provincia di Padova, nel Camposampierese. Da quel giorno ha costretto la giovane moglie, ora quindicenne, ad avere rapporti con lui. La sposa bambina ha subito le stesse pressioni dal padre: doveva andare a letto con il marito. Ora la ragazzina si trova in una comunità e trascorre il suo tempo piangendo e sententdo la mancanza della madre. Nel frattempo, il pubblico ministero Francesco Tonon ha concluso l’inchiesta su questa vergognosa vicenda. E vuole portare davanti ai giudici del Tribunale sia il padre, sia il cugino-marito con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale. La giustizia italiana non riconosce come matrimonio una simile unione: si tratta di violenza sessuale.

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