Una nuova speranza che naufraga e il viaggio che porta solo alla morte. La disperazione che cessa in fondo al mare e i corpi senza vita che chiedono solo sepoltura. L’orrore torna e sembra un tragico replay di quello a cui abbiamo già assistito. A quelle immagini che avremmo voluto solo ricordare come un emergenza umanitaria che invece si è trasformata in tragedia mondiale, che tornano invece prepotentemente nei nostri occhi e ci ricordano che quelle vite continuano a spezzarsi. Il bilancio sale e sono già 50 i cadaveri dell’ultimo naufragio, fra questi anche una decina di bambini. Il Canale si Sicilia che diventa un cimitero che chiede giustizia e Letta che afferma: “Il nuovo naufragio conferma una drammatica emergenza”.
Ma da quanto tempo i lampedusani invocano sostegno e parlano di emergenza? Quanti morti già ci sono su quel fondale marino? Quanti, ignorati dagli obiettivi sono già negli anni passati andati a fondo? Ora le larghe intese troveranno una “rete umanitaria”? E’ il tempo ancora delle dichiarazioni, degli annunci, delle speranze o il tempo è scaduto?