Le banche ormai servono solo per tenere in vita gli Stati?

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Il dubbio è amletico e tragico come solo un dramma shakespeariano può essere. Torvo e nero si affaccia lo spettro di un rapporto di Fitch, anticipato dal Financial Times, che non lascerebbe dubbi: le 16 maggiori banche Ue riducono il credito alle imprese, ma sostengono il debito sovrano. Fra il 2011 e il 2012 risulterebbe infatti un calo del 9% nei confronti del credito d’impresa mentre ci sarebbe stato un incremento del 26% quello a sostegno del debito pubblico degli Stati.

Che Tempo Che Fa per Baglioni?

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A dieci anni di distanza pubblica “Con Voi”, un progetto musicale nato su internet, nutritosi del rapporto diretto con i suoi fans e realizzato attraverso un viaggio tra iTunes e il suo blog. Ora una tappa fondamentale di questo tour virtuale approda in tv da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa dove questa sera Claudio Baglioni si è esibito portando in studio due brani tratti dall’ultimo album!

Tentato omicidio in una disco romana, fermato un 17enne

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Un urto, una spallata probabilmente involontaria in una discoteca super affollata come era il Qube di Portonaccio la notte scorsa ed ecco che si innesca la violenza. Complice forse uno sguardo di troppo, volano le parole e poi i pugni fino ad arrivare alla coltellata sferrata con un coltellino estratto dalla tasca. Un fendente che ha perforato un polmone a un 20enne. Il colpo è stato sferrato invece da un minorenne subito identificato e trovato dalla polizia, mentre stava ripulendo l’arma. Il 17enne è stato arrestato per tentato omicidio, mentre il 20enne è stato operato, ma non sarebbe in pericolo di vita.

 

Mistero a Varese, cadavere di una donna recuperato in un dirupo

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Tra giallo e mistero il cadavere che oggi è stato recuperato dai Vigili del fuoco e dalla polizia sul fondo di un dirupo del Campo dei fiori, a Varese. Il corpo, probabilmente di una donna di 30 anni non presentava segni di violenza si è quindi ipotizzato un incidente o un suicidio. L’allarme era stato dato da alcuni escursionisti che avevano notato il cadavere nel crepaccio. 

 

Marrazzo e la sua versione…

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A Domenica In Piero Marrazzo vuole parlare dello scandalo che lo portò alle dimissioni da Governatore della Regio Lazio cercando di chiarire la sua posizione ora che il suo ritorno sugli schermi della televisione pubblica è imminente: “Ho sbagliato a tal punto nella mia vita privata che in termini proprio di errore la questione era nei confronti di mia moglie, delle mie figlie e di chi mi voleva bene. E questo rimane. Non sono mai stato indagato per nessun fatto nelle vicende che avete ascoltato e questa per me non è un’assoluzione perché io quell’errore me lo sono preso e mi sono dimesso. C’è stata però una sovrapposizione che purtroppo è rimasta. Mi credevano a capo dell’istituzione pure quando già non lo ero più. Ho riconsegnato le chiavi ai cittadini che me le avevano affidate cinque anni prima. Non ho procedimenti penali per la mia gestione della Regione”.

Profilo pubblico ben distinto dunque da quello privato secondo le parole del presentatore “Non ho mai voluto e non vestirò mai i panni della vittima, non posso nascondermi dietro cose che non c’erano. Non c’era lo stress, se ne sarebbero accorti quanti mi stavano vicino. Sono andato a Montecassino a cercare di capire perché un uomo di successo faccia una cosa senza significato quando ci sono significati più profondi come una famiglia. L’errore più grave è stato mentire alla mia compagna”.
Marrazzo si rivolge al pubblico, perché provi a immedesimarsi e parla della serenità delle sue figlie. “La più piccola, dodici anni, mi ha detto: Non devi chiedere scusa a me, ma a mamma. L’altra: Papà la tua vita non è solo uno scandalo, la vita è tutte le cose che hai fatto”.
Stare attenti, allora, è l’appello di Marrazzo: “Se non stiamo attenti a dire ai nostri figli che chi sbaglia non può più lavorare, stiamo dicendo ai nostri figli che quando prendono un cattivo voto è finita a scuola, quando sbagliano con un amico è finita. Questo è il punto d’incontro tra il credente e il non credente”.
L’ex-governatore invita anche i colleghi Rai a stare attenti alle parole, poi parla della suo ritorno sulla rete. “Ho un contratto di lavoro come tutti”. Marrazzo sarà il conduttore della trasmissione “Razza Umana”, su Raidue, da metà novembre, che proporrà documentari italiani e stranieri. “Il titolo prende spunto dalla risposta di Einstein alla domanda ‘Lei in quale razza crede?’. ‘Razza umana’ me la sento addosso perché vuole dire attenzione: di uomo ce n’è uno, non lo si divide per colore, per credo religioso, ma lo si deve giudicare a tutto tondo. Poi ci sono le diversità e le vai ad affrontare”.

Questa la versione di Marrazzo.

Dai fanghi nucleari alle tombe imbottite, ecco le ecomafie

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Forse è solo la punta dell’iceberg ed è questo che toglie il fiato nel  verbale desecretato di Carmine Schiavone. In quelle pagine ci sono le attività illecite che hanno portato a uccidere molti cittadini ignari di ciò che veniva nascosto nelle loro terre.  “Dalla Germania arrivavano camion che trasportavano fanghi nuclerari”, dice Schiavone. Ma non solo. “Vi erano fusti che contenevano tuolene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture”. I camion “venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano”. I fornitori erano del nord, di solito della Lombardia, imprenditori vestiti di tutto punto, come dice Schiavone  “So che a Milano c’erano delle grosse società che raccoglievan rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al Sud”.

Come racconta il Sole 24 Ore: Tutto finiva nelle viscere della terra. Per nascondere i rifiuti, i “tecnici” del clan scavavano da un minimo di “un metro e mezzo” a un massimo di “30-40 metri”, utilizzando anche le vasche ittiche e i laghi. Era un sistema che conveniva a tutti, pure alle discariche autorizzate che se ne servivano senza troppi scrupoli. Affidare i rifiuti ai camorristi consentiva agli imprenditori (apparentemente) puliti di guadagnare due volte: incassando dalle Amministrazioni comunali più di quanto pagato alla cosca e allungando la vita delle discariche autorizzate che si riempivano a un ritmo assolutamente inferiore rispetto a quello che sarebbe stato logico attendersi. D’altronde, i costi di questo genere di operazioni erano tutt’altro che proibitivi: i titolari delle ditte “pagavano 500mila lire a fusto” alla camorra a fronte dei “2 milioni e mezzo” che sarebbero stati necessari.

 

Luce sulla morte violenta di Simona Riso?

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Qualche luce con il passare delle ore sembra emergere e dei sospetti nascono tra i famigliari e gli amici che Simona la conoscevano bene. La 28enne trovata agonizzante nel cortile della sua abitazione a Roma, soccorsa da una vicina che aveva lanciato l’allarme, potrebbe essere stata uccisa da un conoscente. La procura ora sta indagando per omicidio volontario dopo che l’autopsia ha evidenziato che la ragazza sarebbe stata colpita da calci e pugni. E’ stata quindi esclusa la caduta accidentale o il tentato suicidio, come era stato ipotizzato in un primo momento. Si è esclusa anche la violenza sessuale. La morte invece sarebbe sopraggiunta per un trauma che ha compresso le costole e i polmoni e ha provocato una crisi respiratoria. Nel corso dell’esame autoptico sono anche emerse una frattura del bacino e qualche altra escoriazione. I carabinieri hanno acquisito le immagini di alcune telecamere.

 “Non cerchiamo vendette. Ciò che vogliamo è soltanto giustizia per la morte di Simona, che non si è suicidata ma è stata uccisa”. E’ uno dei passaggi più significativi della lettera che una cugina della 28enne ha letto nel corso dei funerali di Simona Riso a San Calogero. Il parroco, don Antonio Farina, nell’omelia, non ha affrontato il tema delle cause della morte della giovane, esortando i familiari della ragazza a rifugiarsi nella fede per superare il loro dolore. “Invito soprattutto voi a farvi forza”, ha detto il sacerdote, rivolgendosi, in particolare, ai genitori, Antonio e Caterina, ed ai tre fratelli di Simona Riso.

“Mia sorella è stata uccisa e tra le piste c’è anche quella dell’omicidio da parte di un conoscente, quindi una persona con la quale Simona aveva avuto dei contatti”. Lo ha detto Nicola Riso, fratello di Simona. “Alle 4.30 mia sorella ha sentito al telefono la madre dalla Calabria”, ha aggiunto. “Poi c’è un buco di due ore. In ogni caso non può essersi trattato di suicidio perché il corpo di mia sorella è stato trovato con jeans e maglietta e le chiavi con sé, quindi Simona era uscita da casa. Probabilmente è stata uccisa altrove e qualcuno l’ha portata nel posto dove poi è stata trovata”.

Cancellieri – Ligresti? Associazioni di detenuti: “favoritismo inaccettabile”

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Fu davvero gesto umanitario? Martedì in Aula la Cancellieri respingerà ogni accusa, ma la bufera si è innescata. Il discorso tenderà a smontare ogni ipotesi di favoritismo nel caso Ligresti da parte del Guardasigilli e a sostegno della sua tesi il ministro citerà altre decine di casi che già sono stati ampiamente confermati dai dirigenti del Dap. Ma ciò che potrebbe suonare stonato sono le parole del vice del Dipartimento amministrazione penitenziaria Cascini che ha dichiarato: “Io non ho fatto proprio nulla. Ho solo detto a Cancellieri ‘ministro stia tranquilla’ la Ligresti è seguitissima. Lei come altri detenuti a rischio, pure per Lavitola ci siamo allertati”.  Quindi se era seguitissima, come d’altra parte lo erano altri carcerati, tra cui Lavitola, quali rischi correva?

 E se tra i casi, anonimi per ragioni di privacy, l’Avvenire cita  “la lettera scritta da R., campano 48enne allocato in una casa lavoro dell’Emilia Romagna in procinto di essere trasferito a Favignana, nel Trapanese, difficilmente raggiungibile dai familiari, che risiedono in Campania. Per evitarlo, il detenuto attua uno sciopero della fame, rifiuta di assumere medicine e scrive al ministro. A metà agosto R. viene trasferito in una casa lavoro in Abruzzo, più vicina alla sua famiglia”. Ce ne sono altri dove invece sembra proprio che il gesto umanitario non ci sia stato… e che quindi i numeri siano rovesciati a sfavore di chi resta inascoltato. E se è vero che i casi sono moltissimi, quasi impossibile arrivare ovunque, sono però le stesse associazioni di detenuti, cioè coloro che quotidianamente sono a contatto con i detenuti e che conoscono da vicino questa realtà a parlare con durezza nel caso Ligresti di un “favoritismo inaccettabile”

Come dice Il Fatto Quotidiano: La cronaca rivela però che i gesti umanitari mancati sono la regola, l’interessamento “sollecitato” un’eccezione: non più tardi di quattro giorni fa un 81enne è morto nel carcere di Ferrara dopo uno sciopero della fame. L’uomo, di origini calabresi, era recluso nella sezione sicurezza, separato dagli altri detenuti. “Forse non aveva il numero del ministro”, è la battuta che gira tra volontari e secondini dell’Arginone. Carlo Mazzero, direttore della casa circondariale di Massa Marittima intervenendo a Linea Notte (Rai3) è stato tranciante sul caso Ligresti: “Con 67mila detenuti e 40mila posti abbiamo molti casi di grandissima difficoltà, di vera e propria disperazione, di cui ci facciamo carico. E il telefono, diciamo così, per loro non squilla”.

Favero (Ristretti Orizzonti): “Non avrei parlato di gesto umanitario”. Da Padova, Ferrara, Milano le reazioni di chi lavora tutti i giorni a contatto con i carcerati variano dall’incredulità allo sdegno e fino alla rabbia. “Altro che gesto umanitario. Questa storia dimostra ancora una volta che se non hai certi natali puoi morire di stenti in una cella”. Usa parole durissime Ornella Favero, direttore di “Ristretti Orizzonti”, il giornale della Casa di reclusione di Padova e dell’Istituto di pena femminile della Giudecca. “Fossi stata nel ministro non avrei parlato di un gesto umanitario, né liquidato le pressioni sul Dap come un doveroso interessamento per minimizzare le implicazioni della vicenda. Piuttosto avrei ammesso l’evidenza e per salvare una parvenza di dignità avrei aggiunto “vorrei farlo per ogni detenuto””.

Il caso del detenuto bibliotecario da Padova a Cremona. Nessun favoritismo, certo. Per il detenuto comune. Ornella Favero lo può testimoniare direttamente. Racconta le difficoltà riscontrate da “Ristretti Orizzonti” su un caso che si è risolto solo pochi mesi fa, a luglio, e che chiama in causa proprio il ministro Cancellieri. “Tre mesi fa si è chiusa l’incredibile vicenda di un detenuto che è anche il nostro bibliotecario, Stefano Carnoli. Da Padova è stato trasferito d’ufficio a Cremona perché il magistrato di Sorveglianza aveva accolto il suo reclamo contro ilsovraffollamento ai sensi delle indicazioni della Corte Europea per i diritti umani (stabilisce i 3 metri quadrati come spazio minimo per una persona in cella, ndr)”. Per “rispettare” questo diritto ecco il trasferimento d’ufficio, deciso dal Ministero, in un carcere dove i centimetri erano rispettati, con la brusca interruzione però di un percorso di rieducazione che a Padova andava avanti da tre anni e a Cremona sarebbe stato impossibile. La vicenda ha un epilogo positivo, ma non grazie all’interessamento umanitario della Cancellieri. “Quando a Cremona è stato chiaro che non c’era alcun percorso di riabilitazione possibile si è messa in moto una campagna di sensibilizzazione su vasta scala. La Cancellieri ha risposto che doveva rimanere a Cremona ma che “avrebbe vigilato”. Nel caso dello sconosciuto Carneroli sono stati l’associazione e i giornali. “A fine luglio il Dap decide di fare marcia indietro, optando per una valutazione di ordine realmente umanitario e non burocratica. Ma su sollecitazione di Adriano Sofri e di Corrado Augias che hanno pubblicato le lettere e fatto proprio il suo appello”.

Il numero dei suicidi in carcere cresciuto del 300%. Si dice “basito” del comportamento del Ministro Achille Saletti, presidente dell’associazione Saman che nelle carceri svolge attività di aiuto soprattutto alla popolazione di tossicodipendenti. “Quello che è capitato a Giulia Ligresti succede a migliaia di detenuti senza nome che non ricevo alcun trattamento di favore. E il nodo è proprio questo: se è lodevole che il ministro si interessi alle condizioni di un carcerato lo è molto meno che lo faccia nei confronti di uno solo, anche perché la Cancellieri sa che il numero di suicidi in carcere è cresciuto del 300% negli ultimi 10 anni e solo dall’inizio dell’anno se ne contano una quarantina. E non mi risultano telefonate dirette a perorare un trattamento migliore o una qualche soluzione personale”.

Il caso Musumeci: “Siamo carne viva immagazzinata”. A volte, invece, non c’è ragione umanitaria che tenga. “La storia di Carmelo Musumeci – ragiona la Favaro – è emblematica. Il suo è un caso che dovrebbe smuovere le coscienze e invece dimostra che senza santi in Paradiso non vai proprio da nessuna parte”. Condannato all’ergastolo per omicidio è detenuto dietro le sbarre del Due Palazzi in regime “ostativo” da 20 anni: nonostante abbia fatto passi enormi (si è laureato in giurisprudenza, ha scritto una proposta di legge contro l’ergastolo, collabora con la rivista Ristretti Orizzonti) gli è inibito ogni beneficio penitenziario: zero permessi, semilibertà o affidamento ai servizi sociali sono chimere. Ha scritto a Napolitano proprio nei giorni in cui l’attenzione del Presidente era rivolta alla condanna a un anno dell’ex premier Berlusconi. “Siamo come carne viva immagazzinata in una cella e destinata a morire”, scriveva. Ma nessuna telefonata è arrivata dal Quirinale o dal Ministero della Giustizia. Anche lui, evidentemente, non aveva i numeri.

Ecco cosa regalare a Natale… la dieta!

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Quest’anno i regali devono essere Green e salutistici. Ecco quindi che per chi già sta con la testa al Natale arriva un’idea regalo davvero originale: la dieta. Sì perché ora la dieta si può regalare, facendo recapitare a casa di un amico/a dei piatti già cucinati, altamente sani e basso apporto calorico. L’idea è stata lanciata da Enrica Rizzello, che a Bergamo, per prima ha iniziato a cucinare per quanti non hanno tempo ma vogliono mantenere la linea. Anche perché la cosa più complessa e fondamentale di una dieta, oltre alla giusta motivazione, è il tempo. Così, la Rizzello che lavora nel campo nell’animazione per i bambini da oltre un decennio con «Giransole», due anni fa, affiancata da uno staff esperto, ha iniziato a intraprendere questa nuova avventura. «Il menù che proponiamo – ha precisato Rizzello – si può adattare alle diverse esigenze, come nel caso di intolleranze alimentari o quando alcuni alimenti non piacciono». Inoltre, «usiamo solo materie prime di qualità, che vengono preparate da un cuoco».

I piatti, dalla colazione alla cena, arrivano già pronti a domicilio, tramite un “pony” e si può però scegliere tra diversi «pacchetti» per sperimentare il servizio per un periodo di tempo più o meno lungo, «inserendo» anche il supporto di uno i più professionisti.

Oltre allo chef, nella squadra del «pony dieta» ci sono anche altri professionisti: il personal trainer, una psicologa del comportamento alimentare, una erborista che sta studiando anche naturopatia, la dietista, la dietologa con cui sono stati preparati menù specifici (come per le mamme o le donne in menopausa), e la consulente di immagine.

Voi quale pacchetto sceglierete di regalare a Natale?

Scintille nel dietro le quinte di “Ballando con le Stelle”?

Ballando con le stelle, Anna Oxa contro tutti-anteprima-tutatcronaca

A “Ballando con le Stelle” sembrerebbe proprio che siano arrivate le scintille e nella puntata di ieri sera Anna Oxa si è dichiarata “offesa” per come, pubblico e giuria, ha accolto la sua esibizione di samba rivisitata.Immediate le reazioni su Twitter, infuocato il clima in rete tra commenti, scuse e ironia.

Ai giudici il samba non è piaciuto e i voti sono stati bassi così la Oxa si è risentita:

La Oxa subito ha poi dichiarato che “la radice etnica del samba è un modo di essere” aggiungendo che “nella danza esprime un sentimento, un suono atavico primordiale, perché deve muovere questa energia”. Su Twitter Ivan Zazzaroni ha tuonato con un sonoro “Dopo il samba vegano m’è venuta voglia di una bistecca!”. Carolyn Smith ha rincarato la dose: “Per una volta voglio vederla con le scarpe, così mi tolgo il dubbio”; la Oxa ha replicato: “Non potete comportarvi in questo modo con qualcuno che lavora tutta la settimana, alzate le palette e giudicate, io sono per i divorzi e le dimissioni”. E la Smith ha continuato: “Ora devi rispettare il mondo del ballo!”. Per Zazzaroni “si sono stravolti i ruoli e Samuel è sembrato essere succube di una personalità molto più forte di lui”. Per Mariotto in questi giudizi c’è stato “risentimento e cattiveria”.

Rientrata in studio la Oxa non si è voluta esibire, ha preso tutti 0 dalla giuria e un solo 10 di Mariotto. La Oxa ha solo voluto fare una dichiarazione:

Questa non è un’arena dove c’è il leone e tutti urlano. Io faccio il mio lavoro, sono stata chiamata per fare questo. Non voglio che nessuno mi metta parole in bocca che io non ho mai detto. L’aggressione l’ho avuta io, sono stata aggredita e insultata dietro le quinte. Vorrei capire che cosa ho sbagliato, non mi sono chiare le cose e quindi non mi esibisco. Sto qui in parcheggio.

Poi arrivano le scuse di Milly Carlucci.

«Non è nostra intenzione offendere qualcuno -ha detto la conduttrice- tra l’altro noi ti stimiamo, altrimenti non ti avremmo chiamata. La maleducazione non abita né nelle mie intenzioni né in chiunque sia in questo programma. Se qualcosa può esserti sembrata offensiva, ti chiedo scusa. L’intenzione non era quella di offenderti».

Intimidazione nella notte contro l’ex sindaco, sventato l’attentato

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Si apprende che durante la notte tra sabato e domenica si è compiuta un’intimidazione contro  l’ex sindaco di Pizzo, in provincia di Vibo Valenzia, Fernando Nicotra, ex Udc, in carica dal 2007 al 2011. L’ordigno, collocato sotto l’auto di Nicotra non è esploso per un difetto d’innesco, ma ha generato un incendio che è stato notato da alcuni passanti che hanno dato l’allarme. Immediato l’intervento di carabinieri e Vigili del Fuoco. 

 

Mistero sulla morte di Giulio, ora si attende l’autopsia

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L’ipotesi dell’attacco d’asma sembra non aver del tutto convinto gli inquirenti e, sembrerebbe, ma è tutto ancora da confermare, che alcuni amici del ragazzo abbiano a più riprese confermato che Giulio quella sera avrebbe fumato uno spinello e assunto droga. Solo l’autopsia prevista per domani potrà però, tramite l’esame tossicologico chiarire i misteri di una morte che ha sconvolto un’intera comunità. Ancora sotto shock anche il proprietario dell’agriturismo dove Giulio aveva scelto di festeggiare i suoi 18 anni e la festa di Halloween. Fra l’altro il giovane, nonostante l’asma, giocava a calcio ed era una promessa della squadra del suo paese, il Bagnoli. I carabinieri ispezionando l’agriturismo non hanno trovato tracce di stupefacenti.

Secondo quanto ricostruito Giulio Piva, dopo mezzanotte, si sarebbe sentito male e sarebbe stato soccorso immediatamente da una sua amica che conosceva bene la patologia, sarebbe stato poi adagiato all’interno di un auto nel parcheggio dell’agriturismo. Qui l’amica di Giulio avrebbe chiamato i genitori, anche perché sembrerebbe che il ragazzo si fosse dimenticato a casa il farmaco per ridurre il broncospasmo.

Un’altra ipotesi, che nelle ultime ore si sta vagliando, è che Giulio abbia mangiato o bevuto qualcosa che possa avergli procurato una reazione allergica. Uno choc anafilattico talmente immediato e potente da ucciderlo. Infine l’ultima ipotesi: il diciottenne forse soffriva di una rara patologia cardiaca congenita. Probabilmente simile a quella che ha stroncato in campo il giocatore del Livorno Piermario Morosini. Ma al momento queste, come l’assunzione di sostanze stupefacenti, restano solo supposizioni.

La strage di ulivi in Salento… si teme il contagio in Italia

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C’è in corso una strage in Puglia ed è quella degli ulivi. Gli alberi secolari, capaci di produrre un’eccellenza alimentare come l’olio extravergine ora sono a rischio. Muoiono uno dopo l’altro in Salento, questi alberi autoctoni e ogni radice che viene sradicata è un colpo tremendo non solo all’ambiente ma anche all’economia di questa terra che da millenni produce un olio autoctono e legato a questo territorio capace di essere apprezzato anche in ambito internazionale. Antonio Guario, capo dell’Osservatorio fitosanitario regionale, afferma:

“Non abbiamo mai visto niente di simile in tutta la storia dell’agricoltura italiana”.

L’ulivo è la pianta simbolo di questa terra, ma purtroppo ora il simbolo è stato sostituito dal batterio killer che sta colpendo pianta dopo pianta con una velocità vertiginosa. L’allarme è anche per il resto d’Italia e anche in Europa, tanto che è stato deciso di comune accordo,tra Regione e ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di adottare misure rigidissime per non propagare il “virus”.

La scorsa primavera forse il problema è stato sottovalutato, poi d’improvviso, quando migliaia di alberi hanno cominciato a seccare. Cosa avviene? Ingiallimento delle foglie, imbrunimenti interni del legno, foglie accartocciate come fossero sigarette. Ma se all’inizio si pensava a un fungo ora invece si è capito che il male è molto più profondo: “Xylella fastidiosa”. Come spiega Il Fatto Quotidiano:

un batterio finora mai riscontrato in Europa e mai su questa specie vegetale. Di più. E’di tipo patogeno, inserito nell’elenco A1 della Eppo, l’Organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione europea per la salute delle piante. Tradotto, significa che rientra nella lista nera dei batteri da quarantena, necessariamente da isolare, a causa della sua portata infettiva.

Non si conosce come questo batterio sia arrivato nel nostro Paese, ma la prima città del Vecchio Continente a essere colpita è stata Gallipoli. Da lì, si è propagato a macchia d’olio, veicolato da insetti della famiglia dei Cicadellidi. “Sono state queste piccole cicale – spiega Guario – a pungere i vasi xilematici, assorbire la linfa e ritrasmettere il batterio su altri fusti”.

Come spiega ancora Il Fatto Quotidiano:

“Non si conosce ancora di preciso il numero degli ulivi da abbattere. Attendiamo il database dell’Agea per calcolarlo. Intanto, organizziamo i monitoraggi a tappeto. A metà mese, arriveranno anche due ricercatori dell’Università di Berkeley (Usa)”. A parlare è Angelo Delle Donne, al timone del Coordinamento degli ispettori fitosanitari dell’Ufficio provinciale agricoltura di Lecce. Nessuno può e vuole spingersi a ipotizzare la cifra del disastro ambientale ed economico. Un’idea, tuttavia, ce la si può fare: il Salento è terra che ospita una densità media di 80 ulivi ad ettaro. A rischio sradicamento, solo nell’areale già compromesso, sono, dunque, circa 600mila alberi. “Si sta valutando se espiantarli tutti”, ha confessato Guario. Su quelli stroncati a metà, si procederà, nel frattempo, con drastiche potature e con pesanti trattamenti fitosanitari sulle erbe infestanti intorno. Nessuna possibilità, invece, di interventi chimici diretti.

E’ un patrimonio inestimabile quello che sta andando in fumo. Nella speranza che il parassita non faccia altri scherzi e stermini altre coltivazioni. E’ la matassa che stanno provando a sbrogliare il Cnr e l’Università di Bari. Laddove Xylella fastidiosa è di casa, in California, ha fatto incetta di vitigni. Il ceppo presente in Puglia pare, comunque, di tipo ipovirulento, non in grado di massacrare viti e agrumi. Ha la forza di attaccare, però, anche oleandri, mandorli e soprattutto le querce, un altro degli alberi più diffusi nel Leccese. E’ per questo che ai vivai della zona è stato sospeso il passaporto di queste piante e imposto il divieto di commercializzarle. Una autentica mazzata, dopo quella delle palme colpite dal punteruolo rosso.

“Nessuno, né in Italia né in Europa, sta comprendendo la gravità della questione. Il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, ci ha promesso un intervento, ma aspettiamo che lo concretizzi in atti e risorse. Non abbiamo tanto tempo”. L’assessore regionale all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni, sa che almeno per tamponare l’emergenza servono “decine di milioni di euro” e che i quaranta esperti inviati da Roma per censire gli ulivi sono un minuscolo palliativo. In cassa ci sono solo pochi spiccioli. E l’intero Fondo di solidarietà nazionale, pari a 18 milioni di euro, non basterebbe a fronteggiare la sola urgenza. Senza contare che il deserto paesaggistico e ambientale che si sta prospettando è anche economico.

Battisti chiamato a tenere una conferenza: “Chi ha il diritto di vivere”

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Scoppiano le polemiche perché Cesare Battisti, terrà nei prossimi giorni,  una conferenza in un’università brasiliana dal titolo  “Chi ha il diritto di vivere”.

Battisti ex membro dei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, condannato in Italia per quattro omicidi: quello di Pierluigi Torregiani, gioielliere ucciso durante una rapina il 16 febbraio del 1979, quello di Lino Sabbadin, un macellaio iscritto all’Msi, ucciso lo stesso giorno di Torregiani; quello della guardia carceraria Antonio Santoro; e infine per l’omicidio dell’agente della Digos Andrea Campagna.

Nelle vesti di conferenziere Battisti riceverà un compenso 1.500 Real, circa 500 euro, finanziato direttamente dal ministero dell’Educazione.”Battisti è stato chiamato per dar voce agli esiliati, agli imprigionati” ha spiegato Paulo Lopes, organizzatore del seminario, al quotidiano brasiliano “O estado”.

 

Ilaria Cucchi difende la Cancellieri, ma…

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“Io e Lucia Uva, siamo state ricevute due volte, la seconda separatamente, dal ministro Cancellieri. E so che come noi il ministro ha incontrato anche vittime ‘sconosciute’. Entrambe siamo rimaste colpite dalla grande partecipazione del Ministro al nostro dolore. Partecipazione vera, addolorata per quanto i nostri cari hanno dovuto subire, per ciò che è potuto loro accadere e per ciò che ci stava accadendo nel nostro percorso giudiziario”. Questa la dichiarazione di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo in ospedale a Roma che poi ha aggiunto:  “Non so e non conosco la vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti -conclude Ilaria Cucchi – quel che so è che se fosse stato ministro Lei, ed avesse saputo delle condizioni di mio fratello oggi, forse, non esisterebbe il caso Cucchi. Stefano, forse, sarebbe con noi”.

Forse ha ragione la sorella di Cucchi anche se purtroppo  restano ombre ancora da rischiarare… Basti  ricordare le parole del Guardasigilli sul caso Aldovrandi e sulla manifestazione degli agenti di polizia del Copasir sotto l’ufficio della madre della vittima. In quell’occasione Anna Maria Canellieri, affermò: “Episodio grave, da stigmatizzare, (quello dei poliziotti) ma nessun provvedimento. Resta un giudizio morale assolutamente negativo”. E non ci fu alcun seguito su quel tristissimo episodio.   Comunque ci auguriamo davvero che le speranze di quanti si trovano in condizioni psicologiche e fisiche drammatiche possano avere al più presto risposte dal ministro Cancellieri,  dato  che  lei si è già operata per così tante persone… Per esempio come mai Fabrizio Corona che sta passando un periodo di depressione ed è sotto effetto di psicofarmaci è ancora in carcere?   Anche  Corona quindi potrebbe essere a rischio! E allora come mai il ministro ancora non ha valutato il suo caso ? Eppure  perfino i giornali ne hanno parlato…  E nessuno è autorizzato a pensare che nel caso di Corona siamo di fronte a gossip e in quello della Ligresti a un dramma serio…

Posti in piedi alla posta! Venduti i numeri per saltare la coda

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Il business non andava male, in fondo chi non avrebbe pagato per saltare la coda alla posta? Chi offriva di più si aggiudicava il numero con la’ttesa più breve e poteva saltare comodamente la coda. A Napoli erano in quattro a operare all’interno della posta nei quartieri  Sanità, Piscinola e Secondigliano. I quattro uomini arrivavano anche  a falsificare  gli scontrini con delle riproduzioni perfette. Il ricavato recuperato dai carabinieri è stato di cento euro.

Brunetta difende la Cancellieri e “condanna” la Stabilità

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Secondo il capogruppo del Pdl Renato Brunetta, ospite oggi a “L’Intervista” il programma di Maria Latella su SkyTg24, il ministro Anna Maria Cancellieri va difeso: “A lei tutta la solidarietà mia e di tutto il Pdl. Questa sarà la nostra posizione in aula martedì”. Il governo rischia molto di più sulla legge di stabilità: “Iniqua e incomprensibile, che favorisce gli elettori del centrosinistra e punisce quelli del centrodestra. Il rischio è pagare dai 2 agli 8 miliardi in più sulla casa. O questa cosa cambia o il governo Letta non esisterà più”.

Altro fronte che potrebbe far traballare l’esecutivo è quello della decadenza di Silvio Berlusconi: “Renzi e il partito di Repubblica vogliono far cadere il governo, un governo che abbiamo voluto. Oggi non possiamo accettare la decadenza di Berlusconi, un fatto che sarebbe incompatibile con la nostra presenza al governo”. A terremotare Letta non è la posizione dei governisti del Pdl: “La preoccupazione di Alfano è dare al paese un governo stabile”. Secondo il capogruppo del Pdl bisogna guardare verso via del Nazareno: “Mi chiedo quale sia il senso di responsabilità del Pd. Epifani disse addirittura il 2 agosto che avrebbe votato per la decadenza, in piedi e paonazzo, senza aver nemmeno letto la sentenza. È questa la pacificazione?”.

Non c’è Marina nel futuro di Forza Italia: “Berlusconi ha conquistato la leadership sul campo. Aspettiamo che qualcun altro lo faccia. A Marina non interessa, lo ha dichiarato mille volte, perché questo accanimento? Sono invenzioni dei giornalisti”.

Infine un passaggio su Matteo Renzi: “Renzi è il segno dei tempi, il segno della crisi di un partito in preda al caos. Se vince, il Pd si spaccherà”.

Scivolo d’oro per i militari, molti di loro in pensione a 50 anni! La Fornero non vale

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Lo scivolo d’oro dei militari, preparato da Monti e portato avanti dal Governo Letta, perché le forze armate in Italia, andranno in pensione con 10 anni di anticipo e retribuiti quasi a pieno all’ 85% dell’ultimo stipendio.  Quindi chi avrà compiuto 50 anni avrà lo scivolo pensato dall’ex ministro e ammiraglio Di Paola.Chi andrà in pensione potrà fare anche altri lavori, senza alcuna penalizzazione, quindi senza essere assunti in nero, ma anzi tranquillamente, alla luce del sole. Usufruiranno della pensione e di un eventuale stipendio. Naturalmente sono anche pronte le consulenze nelle Forze Armate o in aziende collegate a esse.

Nessuno se ne sarebbe accorto se a un vecchio ufficiale ormai in pensione ma ancora addentro alle segrete cose non si fosse rivoltato lo stomaco e avesse rivelato tutto a un giornalista del Corriere della Sera, Goffredo Buccini.

“In un Paese di esodati e precari possiamo portare avanti uno scandalo del genere?  è uno scivolo d’oro, come diavolo si fa a spiegarlo alla gente?”.

Spiega Goffredo Buccini:

“La riforma delle riforme, lanciata con lo slogan ”meno generali, più tecnologia”, con l’obiettivo di ridurre gli organici di 35 mila uomini in 12 anni, sta tutta qui, atti del governo 32 e 33, decreti attuativi della legge 244 del 2012 voluta da Giampaolo Di Paola, allora ministro del governo Monti dopo una carriera da ammiraglio approdata sullo scranno di capo di Stato maggiore della Difesa. I provvedimenti del governo Letta recepiscono il lavoro dell’esecutivo precedente, Mario Mauro assorbe la visione del predecessore con le stellette”.

Spiega ancora Goffredo Buccini:

“Quest’anno in un bilancio di circa 14 miliardi per la “funzione difesa” (la “funzione sicurezza” con i carabinieri è a parte) i costi del personale gravano per il 67 per cento, il 10 per cento va all’addestramento (pericolosamente scarso) e il 23 agli investimenti; il mantra di Di Paola è 50, 25 e 25. Ovvero meno uomini, armi migliori e usate meglio”.

Ma, avverte Buccini, il trucco c’è

“e s’intravede. Molto resta a carico della spesa pubblica e quindi delle nostre tasche, tramite tre canali: il passaggio del personale ad altro ministero, il prepensionamento e, soprattutto, l’«esenzione dal servizio», comma sesto dell’articolo 2209, il punto più controverso nella disciplina del periodo transitorio: dai 50 anni in poi (dieci anni prima del congedo) si può entrare in un magico limbo, lo «scivolo d’oro» appunto, grazie al quale si conserva l’ottantacinque per cento dello stipendio senza lavorare più nemmeno un solo giorno, con tanto di pensione piena; non è esclusa neppure la facoltà di fare altri lavori (il reddito non si cumula). Questo bonus decennale per le forze armate in (libera) uscita verrà inserito nel codice dell’ordinamento militare a meno che Camera e Senato non si mettano di traverso in modo plateale (è solo previsto un loro parere) spingendo il governo a ripensarci”.

La norma scandalo era già passata all’esame del Senato e stava per superare, nell’ignoranza, nel silenzio o nella complicità dei parlamentari, anche lo scoglio della Camera.

Quando si parla di sprechi dei militari:

“si pensa ai circoli (storica la querelle su quello degli ufficiali a palazzo Barberini, a Roma) o agli stabilimenti balneari (tutta roba che ormai è affidata in buona parte a privati). E certo fa sorridere la battaglia a suon di finanziamenti di Fregene nord contro Fregene sud, scolpita nel rapporto Monti di due anni or sono, un milione di qua, duecentomila euro di là alle rispettive spiagge con cabine riservate alle stellette.

“Fanno mugugnare noialtri gli alberghi camuffati da centri di addestramento dove soggiornare da Dobbiaco ad Alghero per una trentina d’euro a persona; l’«ausiliaria» che ancora consente un 24 per cento in più di pensione garantita per un molto improbabile richiamo in servizio nei cinque anni successivi al congedo (dovesse scapparci una guerra…); già nel 2006 la senatrice Silvana Pisa, Sinistra democratica, rilevava persino le spese di «rifacimento letti» negli appartamenti di generali e ammiragli al top della carriera, parte di un esborso di tre milioni e mezzo l’anno per la pulizia dei loro 44 alloggi di servizio e rappresentanza”.

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