Le chiamano Cowboy Church, sono chiese per “riconvertire” gli omosessuali all’eterosessualità. Attraverso le cavalcate e gli insegnamenti religiosi mirano a far “dimenticare l’amore per una persona dello stesso sesso”. Insorgono le comunità lgbt, ma il fenomeno è in espansione. In queste chiese l’omossessualità è vista come una malattia da curare e mirano a terapie di conversione. Naturalmente i trattamenti non sono gratuiti, ma si devono pagare elevatissime parcelle. Di solito sono i padri a portare gli adolescenti in queste chiese per “ricovertire” il proprio figlio. In California, lo Stato ha vietato l’ingresso nella Cowboy Church ai minorenni, ma in Virginia il business è più florido che mai.
Contattando una di queste chiese le informazioni che si ottengono sono: “Dobbiamo superare un malinteso e cioè che l’omosessualità sia genetica o ereditaria, insomma non si nasce in questo modo. L’omosessualità è in realtà una forma di dipendenza, e come tante altre dipendenze non è una vera e propria malattia, perché è guidata dal libero arbitrio e dalla libera scelta umana. Insomma, l’omosessualità è una scelta e, usando il cavallo, si aiuta a ricostruire il modo in cui la persona è stata intaccata dall’omosessualità e il modo in cui ha iniziato a essere gay o lesbica. L’omosessualità, infatti, per noi è un effetto secondario di un evento primario, singolo o multiplo, nella vita di una persona. Un evento che causa un cambiamento improvviso nel comportamento di una persona e che può essere legato a violenza sessuale, abbandono, abuso, mancanza di un ruolo paterno e maschile, mancanza di autostima e incapacità di agire nella società”.
ANCHE QUESTA E’ AMERICA… VERGOGNA!