Stage ovunque, questa è la formula ormai consolidata per avere personale sottopagato. A segnalare l’ennesimo sfruttamento dei giovani è stato Il Fatto Quotidiano che a Bologna ha trovato un negozio per articoli casalinghi che esponeva il seguente cartello: “Cercasi stagista, 40 ore a settimana, rimborso spese”. Il contratto dura sei mesi, poi avanti il prossimo stagista! Ma di casi come quello di Bologna ce ne sono infiniti. Un’altro è quello segnalato ad Anzola Emilia dove il Toys Center cerca stagisti con un rimborso spese di 600 euro mensili e con un orario lavorativo uguale a quello dei colleghi assunti, cioè 40 ore settimanali. “Purtroppo il fenomeno dello stage come formula per risparmiare sul costo del lavoro è in crescita – racconta su Il Fatto Quotidiano, Matteo Negri, collaboratore della Camera del lavoro di Bologna e responsabile della campagna Ho.Stage – Originariamente il tirocinio nasce come modalità formativa non retribuita in quanto, appunto, volta a imparare una professione. Queste disposizioni, previste dal pacchetto Treu, però, sono state modificate quando le istituzioni hanno capito che in realtà spesso le cose non stavano così: perché non solo lo stagista è, in molti casi, un lavoratore a tutti gli effetti, senza alcuna tutela, ma è impiegato per svolgere lo stesso ruolo di chi è assunto con un contratto”, conclude Negri.