Sciopero della fame, a Bologna protestano i ristoratori

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Sono 26 i ristoranti di Bologna e provincia che hanno aderito allo sciopero indetto per lunedì 9 dicembre per protestare contro le tasse e la burocrazia. Nell’Emilia, laddove la buona cucina è da sempre un eccellenza e un vanto, si rischia davvero di chiudere. Mario Ferrara  chef e imprenditore dello storico e rinomato ristorante Scacco Matto di Bologna, vuole protestare e stigmatizzare l’ormai insostenibile situazione finanziaria cui è soggetta la totalità degli imprenditori che operano nel campo della ristorazione. “Subiamo una pressione fiscale che sfiora il 70%“, sottolinea Ferrara, “il costo del lavoro è insostenibile, i nostri dipendenti ci costano due volte e mezzo la loro busta paga”. Ma l’azione non vuole affatto nuocere o contrapporsi ai manovali della ristorazione, “I dipendenti anzi abbracciano totalmente la scelta d’azione dei ristoratori, perché conoscono benissimo i sacrifici che fanno quotidianamente per tenere aperti gli esercizi”.

Secondo gli imprenditori che aderiscono allo sciopero i dipendenti sono però gli unici ad essere consci della situazione: “Associazioni di categoria e classe politica”, dicono, “non sono state infatti sino ad oggi in grado di recepire le nostre difficoltà e istanze”. È anche per questo che il Movimento – e lo rivendica con forza – non ha nessun colore o credo politico e non è appoggiato da nessuna organizzazione di categoria – “Queste hanno troppa burocrazia al loro interno per riuscire ad organizzare uno sciopero che veda coinvolta solo una parte degli iscritti”.

I ristoratori però non scioperano solo per il loro settore: “Ci rendiamo conto che queste problematiche sono trasversali a tutti i reparti produttivi e hanno ripercussioni negative su tutta la società, è il paese intero che ne soffre. In molti si stanno muovendo per reagire, anche noi vogliamo e dobbiamo fare la nostra parte. Non è detto che il nostro movimento non diventi nazionale, abbiamo già diversi contatti in tal senso. Speriamo che qualcuno sia disposto ad ascoltarci, altrimenti saremo costretti ad adottare forme di protesta più dure, come sospendere l’emissione degli scontrini fiscali”.

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Occhio alla lettera… i ristoranti e l’igiene!

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A New York i ristoranti sono obbligati a esporre sulla porta d’ingresso, la lettera dell’alfabeto che corrisponde all’ispezione effettuata e al raggiungimento di un voto: A ,B o C. Chi non ha raggiunto il punteggio massimo e si è visto attribuire una B o ancor peggio una C, tenta quindi delle mistificazioni per non far cadere l’occhio proprio su quel dato penalizzante. Ecco i più creativi:

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Ristoranti? Da oggi potete mangiare all'”Ospedale”

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Un’idea strana, anzi assurda, perché di solito una delle parti peggiori del ricovero è proprio il cibo, invece ora ci sarà chi per degustare un buon piatto andrà in Ospedale. Questa è stata l’idea bislacca di un proprietario di un locale in Lettonia che ha aperto il primo ristorante ospedale. L’arredamento dell’”Hospitalis Restaurant”, almeno in gran parte, è originario, in quanto acquistato dal Museo della Storia della Medicina di Riga. Naturalmente dai camerieri ai cuochi tutti sono vestiti rigorosamente da infermieri e molti piatti sono a tema: con alcuni dolci che hanno come decorazione delle finte parti del corpo (orecchie, nasi, lingue) e i cocktail che sono serviti in provette e beute. E tutti i piatti sono serviti utilizzando attrezzi da chirurgo. I clienti più avventurosi possono anche scegliere di mangiare legati in una camicia di forza, imboccati da una cameriera del locale. Nel locale poi, c’è anche la possibilità della musica dal vivo, con tanto di infermiere che suonano per dilettare i loro ospiti!

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Ecco la stangata sull’immondizia, aumenti anche al 680%!!!

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“La Tari comporta aumenti in media del 290% rispetto alla vecchia Tarsu, ma per alcune imprese la tassa dei rifiuti salirà anche del 600%”. Questa è l’analisi impietosa Confcommercio in un’analisi della legge di Stabilità che tira le somme di quanto le imprese pagheranno in più nel 2014. Tali somme naturalmente dalla Confcommercio sono ritenute “ingiuste e molto rilevanti” perché non calcolate secondo il principio del “chi inquina paga”. La tassa infatti è calcolata sui vecchi criteri di “produzione presuntiva” di rifiuti, penalizzando così chi ne produce meno con aumenti assai salati.

Con la Tari, la nuova tariffa sui rifiuti, l’aumento medio dei costi nel 2014 sarà pari al 290% ma per alcune tipologie di impresa sarà ancora più salato: per un bar, infatti, sarà di oltre il 300%, per un ristorante del 480%, fino ad arrivare ad oltre il 600% per l’ortofrutta (+650%) e le discoteche (+680%).

Confcommercio spiega che si tratta di “una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più  presto la struttura dell’attuale sistema di prelievo sulla base del principio ‘chi inquina paga’ e ridefinire con maggiore puntualità  coefficienti e voci di costo distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e tenendo conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle attività economiche”.

L’associazione ricorda inoltre che “la legge di stabilità istituisce un nuovo tributo sui servizi comunali, denominato Trise. Esso si articola in due componenti: la prima, denominata Tari, a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani; la seconda, denominata Tasi, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni”.

La struttura della Tari, sottolinea la nota dell’associazione, “riflette quasi pedissequamente la precedente formulazione della Tares e, quindi, della vecchia Tia, in quanto ripropone tariffe determinate sulla base di coefficienti di produzione potenziali e non sui reali quantitativi di rifiuti prodotti”.

Per Confcommercio manca dunque “la volontà di instaurare un legame diretto tra produzione di rifiuto e spesa”: “In pratica, il mantenimento dei vecchi criteri di produzione “presuntiva” non solo rischiano di tradursi in condizioni di costo estremamente diversificate sul territorio a parità di attività economica, ma ripresentano tutte le criticità e i limiti che i precedenti regimi di prelievo hanno mostrato e che più volte Confcommercio ha denunciato. Infatti, nei Comuni dove è stato operato il passaggio dalla Tarsu alla Tia, si è assistito ad aumenti tariffari medi del 200%, generati non tanto da un incremento della quantità dei rifiuti prodotti ma, più semplicemente, da una non adeguata determinazione dei coefficienti potenziali di produzione”.

Cani al ristorante, cadono i divieti

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Lo ha annunciato la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) e sarà una vera rivoluzione. Gli amici a quattro zampe potranno entrare in tutti gli esercizi pubblici, compresi bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie a patto che non ci sia un divieto espresso del proprietario. Restano esclusi dalla normativa solo i supermercati, dove gli oltre 6 milioni di cani italiani non potranno mettere piede. I cani dovranno indossare la museruola ed essere tenuti al guinzaglio dai padroni e  i funzionari e gli addetti ai controlli delle Asl  non potranno fare multe per la presenza degli animali. Anche le amministrazioni comunali non potranno prendere decisioni per limitare la circolazione degli animali nei pubblici esercizi. Questa misura, oltre che per l’amore verso i cani, sembrerebbe essere stata presa per invogliare i proprietari a tornare al ristorante o al bar dove spesso molti, proprio a causa dell’amico a 4 zampe, non potevano fermarsi a bere un caffè con un amico o una pizza in compagnia di parenti.

Naturalmente ci saranno esercizi commerciali pet-friendly e quelli invece che esporranno il cartello  con “vietato l’ingresso ai cani” o “io resto fuori”.

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Striptease nei locali “cool” newyorkesi, ma non tutti gradiscono

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Ne avevamo parlato già qualche tempo fa in occasione del topless avvenuto a Verso Restaurant. Ora invece è stata Shelby Carter, sexy modella, a farsi immortalare seminuda al  Salon de Ning, ristorante sul tetto del grattacielo che ospita il Peninsula Hotel.

Lo spogliarello è avvenuto sotto gli occhi stupefatti dei presenti. La modella ha iniziato a posare in lingerie per il fotografo Allen Henson. Alla fine la ragazza è stata “gentilmente” fatta allontanare dalla polizia.

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Scatta l’operazione fisco da Capri a Portofino, nel mirino i locali dei vip

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Agosto bollente, anzi rovente per i gestori dei locali per vip! Controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate  e da Capri a Portofino, è scattata, tra venerdì sera e le prime ore di domenica mattina, una maxi operazione della Guardia di Finanza.

L’operazione ha riguardato a Capri 15 esercizi tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Porto Cervo e Porto Rotondo 14 locali tra discoteche di cui alcune con lido, ristorante e bar inclusi), gioiellerie e spa. A Iesolo e Sottomarina di Chioggia in Veneto i controlli hanno riguardato 26 tra discoteche, ristoranti, bar, gioiellerie e spa. Numerosissime le località toccate dai controlli in Puglia che hanno riguardato 36 esercizi: Monopoli, Molfetta, Bari, Torre a Mare, Margherita di Savoia, Bisceglie, Barletta, Fasano, Ostuni, Mesagne, Peschici, Vieste, Mattinata, Siponto, Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, Cutrofiano, Taranto, Leporano. Nel mirino del fisco in Sicilia sono invece finiti 5 esercizi tra Taormina, Cefalu’, Catania.​ Per i locali notturni i controlli sono avvenuti in collaborazione con agenti Siae.

I controlli sono stati effettuati dopo aver fatto verifiche preliminari che avevano evidenziato alcune anomalie.

Pazza estate: un orso entra in un bar e passeggia tra i tavoli

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Afa, caldo ed estate torrida tanto che i gestori del Lonigan’s Bar avevano lasciato le porte aperte del loro locale… un orso bruno, alla ricerca di cibo e refrigerio, verso le 9 di sera ha deciso di farsi un tour notturno nel noto locale  vicino al Rocky Mountain National Park nello stato del Colorado. A notarlo, oltre alle telecamere a circuito chiuso anche un uomo che lavora in un negozio poco distante. D’altra parte 140 kg di “morbidezza” non potevano passare inosservati.

In topless al ristorante… nessun reato!

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Una domenica come le altre in un ristorante di cucina italiana a New York, il Verso Restaurant, al 127 di Avenue C, nel quartiere Alphabet City, che si trasforma in una serata molto particolare quando una normale cliente con tavolo prenotato appena entrata si è levata la maglietta rimanendo in topless. Gli sguardi degli altri clienti si sono catalizzati su di lei, ma la donna ha affermato: “E’ perfettamente legale”. Quando il proprietario si è precipitato al tavolo chiedendole di rivestirsi, la donna ha citato un  articolo del New York Times del 15 maggio scorso, che riportava una nota ufficiale del Dipartimento di Polizia di New York nella quale si avvisavano i suoi 34mila agenti che le donne che andavano in giro per la città a seno nudo non violavano la legge e pertanto non erano perseguibili per atti osceni in luogo pubblico. La nota fa riferimento a  una sentenza del 1992 della Corte d’Appello di New York che dava ragione a due donne, arrestate con altre cinque per essersi messe in topless al Rochester Park, sostenendo che fosse legale per chiunque girare a petto nudo: permetterlo solo agli uomini veniva considerato discriminazione.

Naturalmente per il ristorante è stata un’ottima pubblicità, anche se la norma a cui si è appellata la donna in topless in realtà non sembrerebbe essere applicabile all’interno della proprietà privata che di solito può godere di regole proprie. Il proprietario del ristorante  Labinot Baraliu ha commentato così sul suo blog:

“In quindici anni che faccio questo lavoro credevo di averne viste di tutti i colori, ma questa proprio mi mancava. È stata una cosa divertente, anche se al momento mi sono chiesto “cavolo, ma sta succedendo davvero?”.

 

Street food, arriva la guida di Gambero Rosso

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Non più indirizzi precisi, ma piuttosto percorsi e stagioni in cui andare ad assaporare il miglior cibo di strada, questa è la nuova sfida di Gambero Rosso. Una Road Map dalla Sicilia alla Valle d’Aosta.

300 segnalazioni che ripercorrono tradizioni e svelano segreti che valorizzano il territorio e diventano veri e propri gioielli di arte culinaria da mangiare in strada. Botteghe, chioschi, paninerie che si tramandano generazione dopo generazione le ricette di famiglia. Nella guida inoltre ci saranno anche contrassegnati i luoghi dove poter gustare il cibo di strada appena acquistato: panchine, parchi o aree pic nic.

Forse anche il Gambero Rosso, in tempo di crisi, ha pensato si affidarsi allo street food come alternativa ai ristoranti stellati.

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Al servizio di sua maestà il Prosecco…

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Tecnicamente definito «Agente vigilatore con qualifica di agente di pubblica sicurezza», Andrea Battistella, 28 anni, laureato in scienze vitivinicole ed enologiche, è da oggi incaricato dal Mipaaf di sorvegliare il comportamento di chi adotti comportamenti non corretti nella vendita, o comunque nella gestione, del Prosecco Doc in punti vendita come bar, ristoranti, e enoteche.

L’agente ha il compito di vigilare che il prosecco servito ai clienti non venga da una bottiglia senza etichettatura, da una caraffa o dalla spina. Se il cliente chiede un Prosecco deve essere tutelato affinché quello servito sia un vero e proprio Prosecco Doc e non un vino frizzante. Il servizio ora è attivo a Treviso, ma ben presto potrà essere adottato su tutto il territorio nazionale. Lo “007 del Prosecco” può denunciare qualsiasi illecito, che va dalla conservazione delle bottiglie alla vendita.

Dotato di poteri di pubblica sicurezza, comprendendo con ciò anche quello di effettuare prelievi, l’agente vigilatore – primo di una serie che sarà definita in seguito – dovrà segnalare alle autorità competenti ogni indizio di illecito.

Il ristorante monoposto: ad Amsterdam si mangia da soli

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Sempre più a misura di singles… questo sembra il nuovo mercato! Ecco quindi che ad Amsterdam arriva “Eenmaal” (che in olandese significa proprio “monoporzione”), il ristorante con tavoli da solo un cliente. Per il momento l’apertura è temporanea ed è prevista per questa sera, ma non è escluso  che ne seguiranno altre. La fondatrice  e designer Marina van Goor spiega:

“Qui si può cenare in piacevole solitudine, vogliamo contribuire a sfatare il tabù che mangiare da soli in un luogo pubblico sia qualcosa di negativo. Vogliamo rendere questa ‘esperienza’ più attraente e far sentire i clienti rilassati e a proprio agio”.

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Carne e pesce scaduti da 3 anni e serviti nei ristoranti

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Tre anni fa carni e pesci sarebbe sicuramente stati freschi… ma venivano serviti oggi in otto ristoranti dislocati tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio. La scoperta è stata fatta dalla Capitaneria di porto di Torre del Greco, i prodotti venivano conservati in celle frigorifere, immersi completamente nel ghiaccio. Quello che stupisce è che la merce sequestrata ammonta a cira 500 chili, quindi una riserva che sarebbe stata servita ai turisti che affollano la Campania nel periodo estivo. Sono cinque i proprietari dei ristoranti denunciati e altri tre multati per un totale di 4500 euro.

Birra e patatine quotate in borsa?

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C’è un locale, a New York, in cui il prezzo di un panino viene determinato dall’offerta e dalla domanda. All’Exchange Bar & Grill si può fare trading su birra e patatine fritte, proprio nello stesso modo come i titoli e le azioni oscillano in borsa. I prezzi sono visibili sui pannelli a scorrimento e dipendono da quante persone hanno ordinato quello specifico cibo o quella bevanda… il vero affare è ordinare qualcosa che nessuno sta chiedendo in quel momento!

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Un pranzo “al volo”!

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Volete davvero un pranzo al volo? A Londra si può! Un ristorante britannico ha lanciato un nuovo servizio: vassoi volanti per il servizio al tavolo. I camerieri pilotano il vostro vassoio attraverso un Ipad. In questo modo si velocizza il servizio e il vostro cibo arriverà davvero in un batter d’occhio. Il sistema naturalmente è controllato anche da telecamere che monitorano costantemente l’atterraggio del vassoio.

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Le donne belle non pagano!

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Curiosa campagna quella lanciata da una catena brasiliana di ristoranti, Spoleto. Lo scopo era “incoraggiare l’autostima delle donne” e il titolo dell’iniziativa “Le donne belle non pagano”. Pranzo gratuito dunque, ma solo in caso di bellezza accertata. Ma chi giudicava la presenza/assenza di questo requisito fondamentale? La diretta interessata! Ad ogni cliente, infatti, al momento di saldare il conto veniva chiesto se fosse bella o meno. Le donne tenderebbero ad essere ipercritiche verso il proprio aspetto fisico e questa “costrizione” ad ammettere di esser belle contribuirebbe ad aumentare l’autostima. Come hanno spiegato gli autori della campagna: “Abbiamo aiutato le donne a capire che la bellezza viene da dentro”

Lo sciopero della ristorazione! In 4 anni persi 32.000 tra bar e ristoranti

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Chi ha detto che servivano cuochi in Italia? Chi ha pensato che la ristorazione poteva ancora essere un settore che non conosceva flessioni? C’è chi sosteneva che non eravamo interessati dalla crisi perché i nostri ristoranti erano pieni… in 4 anni hanno chiuso 32.000 esercizi pubblici che si occupavano di ristorazione. Ora a incrociare le braccia sono proprio i barman, i cuochi e i camerieri dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che hanno appena deciso di interrompere le trattative per il rinnovo del contratto del turismo che interessa oltre un milione di lavoratori. A porre un punto e a capo è stato il direttore generale Fipe, Marcello Fiore: “con numeri così non firmo un contratto che non preveda aumenti di produttività” replicando alle critiche dei sindacati che accusano la federazione aderente a Confcommercio di ”voler strumentalizzare la crisi paralizzando la trattativa”. Intanto l’estate non si preannuncia certo all’insegna delle vacanze: un italiano su due ha già deciso di restare a casa e molti si concederanno qualche breve weekend. Tra low coast e offerte dell’ultimo minuto si consumeranno le vacanze della maggior parte degli italiani che ha deciso comunque di concedersi qualche giorno di refrigerio dalla calura delle grandi città. Turismo a picco o ennesima speculazione?

Città che vai, panino che trovi!

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Chi dice che l’hot dog è solo senape e ketchup? Ogni città ha il suo e ne fa un piatto “tipico”. Dalle cipolle al peperoncino, dalla lattuga al prosciutto, passando per cheddar e olive. Si va dal salutistico hot dog di San Francisco a quello speziato di  Detroit. A ciascuno il suo e a voi la scelta!

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Ancora mistero sulla morte del ristoratore. Parla il fratello.

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Dopo l’intervista rilasciata dal fratello di Alberto Boi, il ristoratore sardo trovato impiccato ad un albero nel giardino della sua villa, il mistero sulla morte dell’uomo s’infittisce. Una famiglia unita, senza segreti, dove si parlava e i problemi si risolvevano insieme. Sembra proprio che non ci fosse motivo, a parte la separazione dalla moglie, per cui Alberto Boi si potesse levare la vita. Nessuno poteva immaginare un gesto del genere e Olivio, il secondo dei quattro fratelli Boi e proprietario dello storico ristorante Mamutones non riesce proprio a farsi una ragione di questo gesto.

Alberto non aveva dato alcun segno di cedimento? Vi sembrava sereno?

“Prima di tutto, voglio scacciare ogni dubbio. Non si tratta di salute o di depressione. Negli ultimi giorni mio fratello era lo stesso di sempre, il solito gran lavoratore. Non si fermava mai. Anche questa mattina era uscito di casa per tagliare l’erba, controllare l’orto, i due cavalli e le due pecore che aveva in questo piccolo terreno. Per lui quest’aia rappresentava una fuga dalla quotidianità”. Dice Olivio.

Non c’era neanche un’ombra nella vita di Alberto? Il suo gesto non può essere collegato alla chiusura del ristorante di via Metastasio?

“No. Quell’episodio è il classico ago nel pagliaio. Gli affari andavano benissimo. Però, in effetti, c’era qualcosa che non stava andando per il verso giusto. Era nell’aria una separazione con la moglie. L’unico problema, al momento, era questo”.

 Suo fratello era una persona molto legata alla famiglia?

“Tanto. Era lui il primo a organizzare le riunioni con tutti i fratelli durante le festività ed era legatissimo ai suoi due figli. Hanno solo 8 e 10 anni. L’ultimo Natale lo abbiamo passato tutti insieme nel suo ristorante, il Gallura ai Parioli”.

I rapporti tra voi fratelli sono buoni.

I rapporti tra noi non erano buoni, ma ottimi. Siamo arrivati dalla Sardegna 41 anni fa e abbiamo cominciato come lavapiatti. Poi, piano piano, con la massima umiltà e senza mai un litigio, ognuno di noi è riuscito ad aprire il proprio ristorante. Non saremo gente di cultura, ma siamo dei gran lavoratori”.

Non si era mai confessato con qualcuno di voi?

“No, ripeto: il suo gesto è stato tanto tremendo quanto improvviso e imprevedibile. Tra noi non ci sono mai stati segreti. Se mi avesse detto come si sentiva, ci saremmo stretti intorno a lui. Siamo stati sempre una famiglia molto unita”.

Una separazione che forse non riusciva ad accettare o forse qualcosa di cui non aveva messo al corrente la famiglia, la morte di Boi è comunque un suicidio che lascia aperti molti interrogativi.

Ombre sul suicidio del ristoratore romano. Si è impiccato?

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Alberto Boi, 52 anni, a Roma era conosciuto in quanto proprietario di diversi ristoranti sardi tra cui anche il famoso “Gallura” si Parioli e “I due otri” di Corso Francia. Oggi il suo corpo è stato ritrovato appeso ad un albero e inizialmente si è pensato che potesse trattarsi di un suicidio anche perché l’uomo stava per separarsi dalla moglie. Poi i famigliari, sentiti dalla polizia del commissariato di Flaminio, hanno dichiarato che non avrebbe mai manifestato segnali di depressione e sono iniziati i primi dubbi sull’ipotesi del suicidio. Il corpo è stato rinvenuto da un suo amico all’interno del giardino della sua villa in via Bomarzo. Ora la polizia farà altre indagini prima di  archiviare il caso come suicidio, anche perchè la vittima non aveva problemi economici e non ha lasciato nessun biglietto per spiegare il suo gesto.

Notissimo proprietario romano di ristoranti a Roma, s’impicca.

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Un noto ristoratore romano, proprietario di numerosi ristoranti tra cui il «Gallura» ai Parioli, «I due otri» in zona Corso Francia e il «Costa Rei» in centro storico, è stato trovato morto impiccato a un albero nella sua proprietà in zona Due Ponti-Flaminia Nuova.

Ritirato il “palazzo di Jabba” di Star Wars

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La Lego, storica azienda danese di giocattoli, ha deciso di ritirare dalla produzione il “Palazzo di Jabba”, dopo le proteste sollevate dalla comunità islamica austriaca che riteneva offensivo il prodotto. La polemica era nata a gennaio, dopo che un padre austriaco di fede islamica aveva scoperto come sua sorella avesse regalato il prodotto al figlio. Il gioco, rivolto a bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni, era stato così accusato di essere anti-islamico. Il personaggio protagonita del giocattolo, “Jabba the Hutt” viveva nella sua tana intergalattica, una cupola orientale dotata di razzi e mitragliatrici molto simile a una moschea. E si mostrava anche la Principessa Leia in catene, come sua schiava personale.

La Lego non aveva acconsentito al ritiro del gioco perché riteneva di aver immesso sul mercato solo la riproduzione del palazzo del film, quindi nessuna allusione all’Islam.

Poi, la società costruttrice del gioco ha cambiato idea: a partire dal 2014, il prodotto verrà ritirato. La decisione è arrivata dopo un incontro a Monaco di Baviera tra i leader della comunità turca e alcuni dirigenti della Lego.

La Pasqua va in crisi!

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Niente week end lunghi fuori dalla città, per sfruttare le feste di Pasqua e staccare dalla routine lavorativa. Ma neanche una puntata al ristorante, per concedersi un pranzo diverso dal solito. La crisi si fa sentire anche sulle vacanze pasquali e la gran parte degli italiani, per mancanza di soldi, le passerà a casa. Soltanto 8,2 milioni (rispetto ai 9,5 milioni del 2012) di cittadini dormiranno almeno una notte fuori casa, facendo segnare un -14,1% rispetto a un anno fa. La rilevazione arriva da Federalberghi, secondo la quale c’è il rischio che l’economia turistica torni ai livelli del dopoguerra.

Conte apre le porte all’Inter?

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Alla vigilia della partita con l’Inter, Antonio Conte non si preclude alcun futuro e lascia aperte le strade anche per altre squadre italiane.

«Sono l’allenatore della Juve e il suo primo tifoso – ha detto il tecnico bianconero nella conferenza stampa di stamane a Vinovo – ma sono soprattutto un professionista, ma il giorno in cui dovessi lavorare per l’Inter, come per il Milan o la Roma o la Lazio ne diventerei allo stesso modo il primo tifoso e farei di tutto per vincere. Forse qualcuno questo non l’ha capito, oppure fa gioco insistere sul mio tifo per la Juve per rendermi ancora più odioso agli altri. Ma deve essere chiaro che io sono un professionista»

La bibita killer!

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Le bibite  zuccherate a base di soda, le bevande sportive o energy drink e i succhi di frutta dolci sono responsabili ogni anno nel mondo della morte di 180.000 persone, 500 al giorno. A stimarlo è una ricerca presenta dall’Harvard School of Public Health di Boston alla conferenza annuale dell’American Heart Association dedicata alla nutrizione e alle malattie metaboliche. “Questa tipologia di prodotti consumati in tutto il mondo contribuiscono all’eccesso di peso, una delle cause dell’aumento del rischio di sviluppare patologie croniche come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro”, spiegano i ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston.

Lo studio, esaminando precedenti ricerche, ha collegato l’assunzione di bevande zuccherate a 133.000 decessi per diabete, 44.000 per malattie cardiovascolari e 6.000 per le neoplasie. Il 78% di queste morti sono avvenute in Paesi dove la popolazione ha redditi medio-bassi, piuttosto che in quelli più ricchi. “La nostra ricerca – avvertono gli scienziati – mostra che negli Stati Uniti, circa 25.000 decessi nel 2010 sono collegati a questo tipo di bevande zuccherate”. L’American Heart Association raccomanda di consumare non più di 450 calorie a settimana provenienti dalle bevande zuccherate, sulla base però di una dieta di 2.000 calorie.

I ricercatori hanno calcolato i quantitativi di zucchero e dolcificanti assunti dalla popolazione mondiale grazie alle bibite. Raggruppando i risultati per età e sesso, ma anche effetti sull’obesità e il diabete, e decessi correlati. Ebbene su nove regioni del pianeta nel 2010 la zona America Latina-Caraibi ha registrato il maggior numero di morti per diabete (38.000) legato proprio al consumo di bevande zuccherate. Mentre l’Asia ha il maggior numero di decessi per patologie cardiovascolari (11.000). Tra i 15 Paesi più popolosi del mondo, il Messico ha il più alto consumo pro-capite di bevande zuccherate e il tasso più alto di decessi: 318 morti per milione di adulti legate all’assunzione di bevande dolci. Mentre il Giappone, uno dei Paesi con il più basso consumo pro-capite di bevande zuccherate del mondo, ha anche fatto registrare il più basso tasso di mortalità associato con il consumo di queste bibite: circa 10 decessi per milione di adulti.

Un problema quello delle bevande zuccherate che risulta dannoso soprattutto per i bambini. Fra i ragazzini che le consumano, le bibite di questo tipo sono la prima causa di un apporto calorico troppo alto. A dirlo uno studio della University of North Carolina di Chapel Hill pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine. Inoltre, il consumo di bibite come la soda dolcificata, i drink alla frutta e gli energy drink, e’ associato anche con un piu’ alto consumo di cibi poco sani. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal 2003-2010 What We Eat in America e daiNational Health and Nutrition Examination Surveys: i ricercatori hanno esaminato campioni provenienti da 10.955 bambini fra i 2 e gli 8 anni. Le bibite zuccherate sono le principali cause del maggior apporto calorico fra i bambini di 1-5 anni e quelli fra 6 e 11 anni.
Negli Stati Uniti il consumo di bevande zuccherate è molto diffusa. E’ recente l’ultima notizia nel braccio di ferro fra autorità e produttori sul consumo di questi prodotti. Pochi giorni fa è stato infatti bloccato a poche ore dalla sua entrata in vigore, lo stop alla vendita di bibite ad alto contenuto zuccherino in contenitori più grandi di 16 once (poco meno di mezzo litro) nella città di New York. A deciderlo è stato il giudice della corte suprema a Manhattan Milton Tingling  Junior, che ha revocato il divieto voluto dal sindaco della città Michael Bloomberg. Il primo cittadino ha annunciato che presenterà ricorso.

Vado a mangiare al buio!

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Opaque è la catena di ristoranti presenti a San Francisco, San Diego, Los Angeles e New York dove si mangia al buio. I clienti ordinano prima di sedere, in un luogo illuminato. Vengono serviti da camerieri ciechi o visivamente handicappati – così è scritto sul sito – e allenati a guidarvi ai tavoli e a porgere le pietanze sulla tavola. L’occhio è escluso e il cibo diventa un’esperienza che coinvolge più intensamente gli altri sensi.

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Vado a mangiare in… bagno!

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A Taiwan c’è una catena di punti ristorazione chiamati Modern Toilet Restaurant che riprende gli arredi tipici dei sanitari. Quindi, tavolette al posto delle sedie e piatti a forma di orinatoio e vasca. Per non lasciare niente al caso, i cibi cucinati sono “adagiati” sul piatto a mo’ di escremento. Sul sito, è scritto che l’ispirazione per questo locale è giunta a uno dei fondatori mentre seduto sulla tazza stava leggendo il manga Il dr. Slump e Arale.

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STOP ALLE PIZZERIE, ANDIAMO DA MAMMA’!

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Basta con ristoranti e pizzerie, la crisi morde e l’87% degli italiani riduce la spesa: si torna a mangiare da genitori e amici. In particolare il 44% a pranzo torna dai genitori o familiari, mentre la sera il 77% riscopre il piacere del convivio e della cena consumata con gli amici. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Eurispes. La tendenza a riunire più frequentemente la famiglia a tavola durante il tempo libero.

La necessità di stringere i legami familiari – osserva Coldiretti – e’ certamente spinta dalla situazione di crisi economica ma anche dalla ricerca di una migliore qualità. Il 37% degli italiani, infatti, dichiara che non taglierebbe mai sulla qualità dei cibi, contro il 7% che non rinuncerebbe agli abiti di marca e il 3% alle sedute dal parrucchiere ed estetista.I piu’ frequenti inviti di amici a cena – aggiunge Coldiretti – si devono anche alla riscoperta del piacere di cucinare e sperimentare nuove ricette. Il risultato e’ l’aumento del tempo trascorso davanti ai fornelli che nei giorni festivi raggiunge il record di oltre un’ora (69 minuti), al quale va aggiunto quello passato alla ricerca di ingredienti e curiosità nei negozi specializzati o nei mercatini. Una passione confermata dal fatto – conclude Coldiretti – che 21 milioni di italiani dichiarano di preparare alimenti in casa come yogurt, pane, gelato o conserve e di questi 11,2 milioni lo fanno regolarmente.

la città dove si mangia meglio negli Usa? NY!

gramercy

Il ristorante migliore d’America si trova in California ed è ‘The French Laundry’. Ma la città che vince la palma d’oro è New York con il maggior numero di ristoranti in classifica. A decretarlo, la classifica dei ‘101 Miglior Ristoranti d’America’ compilata da ‘The Daily Meal’, sito specializzato in cibo e ristorazione. Nella Grande Mela ce ne sono ben 27, e anche se non c’e’ il ‘numero uno’ degli Stati Uniti, dal secondo all’ottavo posto sono tutti situati a New York.

 

Presa la banda dei ristoranti!

Broken-Plate

I carabinieri della Stazione Roma Piazza Farnese hanno sgominato una banda dedita al saccheggio di ristoranti del centro di Roma rubando l’incasso e oggetti di valore. Le forze dell’ordine hanno arrestato cinque persone. I cinque arrestati, tre macedoni, un kosovaro ed un cittadino della Bosnia-Erzegovina, imperversavano di notte ripulendo bar e ristoranti. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al furto. Largo di Torre Argentina, via della Stamperia, piazza Navona, via dello Statuto, sono solo alcuni dei luoghi dove la banda agiva forzando serrande e ingressi per poi rubare il denaro rimasto nelle casse e vari prodotti di valore. Più— di dieci i furti attribuiti alla banda di ladri fermata dai Carabinieri che hanno eseguito le ordinanze emesse dal gip del Tribunale di Roma, Paola Della Monica, accogliendo la richiesta del pm Paolo D’Ovidio.

Quando la cucina è legata alla propria… TERRA!

toshio tanabe- ristorante - tokio- fango

Toshio Tanabe ha un ristorante d’ispirazione francese, il “Ne Quittez Pas” di Tokio, ma ha deciso di lanciare la moda dei piatti a base di fango e terriccio morbido proveniente da una fattoria biologica a nord della capitale giapponese. Nel suo menù compaiono: il risotto al fango con branzino, fango gratin, zuppa di patate e terriccio, the di fango e menta. Chi l’ha provato dice che ne vale davvero la pena… Per rendere commestibile il terreno lo chef lo sottopone prima a cottura, bollitura e filtratura e poi lo mescola con gelatina. E c’è sempre la fila fuori il locale di Tanabe!

 

Gallo o Toro? Gallo e Toro! Un ristorante folle a Londra!

L’opera di Damien Hirst al Tramshed a Londra… Che effetto vi fa?

Damien-Hirst’s-Cock-and-Bull-at-Tramshed-Restaurant-London

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