Sullo schermo un film porno… in sala si fa sesso!

sesso-cinema-tuttacronacaIl cinema a luci rosse Corallo, in via Sardegna, alla periferia di Bologna, è stato chiuso in mattinata dalla polizia e le luci in sala resteranno spente per 15 giorni, come deciso dal questore Vincenzo Stingone. Il motivo è che alcuni agenti in borghese hanno pizzicato quattro persone intente in atti sessuali durante la proiezione di film pornografici. I quattro sono stati denunciati per atti osceni in luogo aperto al pubblico.

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Laureanda vende foto hard: “mi servono soldi per comprarmi lo scooter”

studentessa-foto-hard-tuttacronacaLa risposta più immediata quando mancano i soldi e trovare un lavoro è diventato un’utopia ma non si ha intenzione di rinunciare a vizi e piccoli lussi è di mercificare il proprio corpo. Almeno è il ritratto che appare leggendo la cronaca che coinvolge adolescenti e giovani donne. Le baby squillo, in quest’ottica, appaiono così solo come la punta di un iceberg. Una laureanda presso l’università di Napoli ha appeso ieri nelle bacheche dell’istituto locandine dove appare un decoltè e un annuncio: “In attesa del 110, giovane laureanda invia le proprie foto”. La segnalazione è arrivata alla Redazione di Skuola.net da un genitore di una studentessa, che si interroga: “Le sembra possibile che ci siano annunci del genere in quella che dovrebbe essere la casa della cultura? Per i ragazzi tutto questo sembra essere una cosa normale, sarò mica io l’unico a stupirsi”. Skuola.net ha approfondito la questione intervistando la diretta interessata, che ha anche creato una fan page su Facebook apposita. L’idea della laureanda è semplice: vende foto del suo coprpo dietro pagamento. E lei stessa lo dice: “Non era uno scherzo. Mi piace fare foto e voglio divertirmi così. Anche se scritto in maniera sintetica credo che sia molto chiaro il messaggio”. Il tutto perchè: “Il mio scooter è rotto… me ne serve uno nuovo”. Non si tratta d’indigenza estrema quindi, ma di un desiderio da esaudire. E che manifesta una buona dose di sfiducia circa la possibilità, per un giovane, di trovare un lavoro normale. Sulla pagina Facebook, intanto, le opinioni sono divise: tra chi attacca e chi apprezza l’idea.

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Violenta una coetanea a 10 anni: dipendenza dalla pornografia

dipendenza-pornografia-tuttacronacaHa 13 anni e a Mold, in Galles, deve recarsi ogni giorno a firmare il registro della Corte dopo che, tre anni fa, aveva violentato una sua coetanea. Il ragazzino aveva ammesso di aver compiuto la violenza dopo esser diventato dipendente dalla pornografia online: il desiderio di agire in questo modo, infatti, sarebbe stato provocato dalla visione di scene viste in filmini trovati sul web. Il giudice che si è occupato del caso l’ha definito “Un caso molto triste”. “Il piccolo è stato trascurato dalla madre per molti anni, che lui passava a guardare porno sul computer”. Non solo, in aula è anche emerso che il ragazzo avrebbe assistito ai rapporti sessuali della madre, senza che la donna glielo proibisse. “Se non fosse stato praticamente un bambino, sarebbe stato condannato a 10 anni di carcere – ha detto il giudice Niclas Parry – è cresciuto in una casa senza confini sessuali”.

Google dice stop alla pedopornografia

pedopornografia-google-tuttacronacaE’ stato l’amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, a spiegare che il gruppo è al lavoro sullo sviluppo di una nuova tecnologia che consentirà di bloccare oltre 100mila richerche connesse al tema della pedopornografia. Per far questo, il colosso informatico ha mobilitato oltre 200 dipendenti sullo sviluppo della nuova tecnologia. Le limitazioni verranno applicate inizialmente ai Paesi di lingua inglese, ma saranno estese al resto del mondo (altre 158 lingue) in sei mesi. Spiega l’amministratore: “Abbiamo impostato con precisione Google Search per individuare nei nostri risultati i link legati all’abuso sessuale sui bambini. Anche se nessun algoritmo è perfetto e Google non può impedire che i pedofili aggiungano nuove immagini sul web, le novità introdotte hanno consentito di ripulire i risultati di più di 100.000 applicazioni potenzialmente correlati di abusi sessuali sui minori”.

La dipendenza sexy… il porno, come alcool e droga

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Esistono le dipendenze, da alcol, da droga, da cibo… e dalla pornografia. Ci sarebbero quindi alcuni clienti di prodotti pornografici che svilupperebbero una vera e propria dipendenza e questo sarebbe rilevabile attraverso le loro attività cerebrali. Lo studio è stato realizzato dall’Università di Cambridge e i ricercatori avrebbero usato la risonanza magnetica per analizzare l’attività cerebrale su utenti che avevano affermato di aver problemi di una vera e propria dipendenza sexy. Le scansioni cerebrali realizzate con la risonanza magnetica hanno mostrato che è una parte centrale del cervello ad attivarsi, la stessa che viene interessata con la droga o con l’alcol.

 

“Età dell’innocenza” e sexting: sempre più giovani inviano materiale hard

sexting-cellulare-tuttacronacaL’innovazione tecnologica ha semplificato l’invio di materiale fotografico e di video in ogni momento della giornata e da qualsiasi luogo e accade che un bambino di 9 anni invii a una compagna di classe una foto di se stesso mentre fa la doccia. L’idea la copia da un suo amico, che ha ricevuto la foto di una ragazzina in costume. E’ l’inizio di una catena con toni che si fanno via via più espliciti. Il fenomeno si chiama sexting e prende vita tramite cellulari e computer. I problemi arrivano quando la situazione degenera: un ragazzino che si toglie la vita perchè minacciato o deriso in Facebook, un uomo arrestato con l’accusa di produzione e divulgazine di materiale pedopornografico, diffamazione e minaccia dopo aver pubblicato le foto hard della fidanzata. E sono solo alcuni casi. Gli psicologi Andrea Marino e Roberta Bucci dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale di Roma hanno raccolto dei dati allarmanti al riguardo: sono anche ragazzi molto giovani, con un’età media che tocca anche bambini di 8-9 anni, a inviare questo materiale. Un’indagine del 2009 di Associated Press e MTV ha intervistato 1.247 giovani tra  i 14 e i 24 anni: il 13% delle donne e il 9% dei maschi hanno dichiarato di aver inviato una foto o un video di se stessi nudi o semi-nudi.  Nel 2012, un’indagine conoscitiva di Telefono Azzurro ed Eurispes ha evidenziato che un ragazzo su 5 ha trovato proprie foto imbarazzanti in Rete: un anno prima la percentuale era solo di uno su 10. Il 12,3% dice di aver inviato materiale a sfondo sessuale e comunque nel 41,9% dei casi i giovani dicono di non veder nulla di male nel sexting.

Emiliano Lambiase, psicologo all’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale, si occupa del rapporto tra i problemi sessuali e la tecnologia e spiega: “In generale i ragazzi non si preoccupano: è quasi normale inviare e ricevere foto o video pornografici, anche perché molto spesso sono così giovani da non cogliere la pericolosità della loro azione”. “I bambini arrivano da noi quando i genitori si accorgono che qualcosa non va. I ragazzi più grandi quando si rendono conto di avere problemi sessuali a causa di una dipendenza da videochat e sesso “virtuale”. Il percorso per uscirne è lungo”. Il problema è che “Nella testa delle persone più fragili si crea una specie di cortocircuito” tra linguaggio reale e linguaggio virtuale “che fa perdere l’equilibrio, c’è un sovraccarico. Così siamo più distratti, abbiamo meno memoria e meno capacità di avere un rapporto emotivo con gli altri. La perdita di un punto fisso definisce la realtà virtuale come unica: è una dipendenza.” In un simile circolo, cambia anche il rapporto con il sesso: “La dipendenza da cybersesso brucia le tappe. Se prima un dipendente sessuale ci metteva più tempo ad essere totalmente assuefatto, ora i tempi sono immediati.” Per quel che riguarda i giovani, il rischio è che venga a mancare “una sana crescita sessuale.” Se internet permette di superare l’ansia da rifiuto, infatti, i problemi poi sorgono quando arriva il momento dell’approccio reale. “Il cybersesso e il sexting hanno conseguenze pericolose: i ragazzi non riescono più a lavorare, studiare e sono colti da depressione.” Ma il sexting, vissuto inizialmente come qualcosa in cui non si ravvisa nulla di male, può avere serie ripercussioni, come spiega sempre lo psicologo al Corriere della Sera. “Tra 16 e 18 anni almeno un ragazzo su 10 si è trovato in pericolo dopo avare messo online foto si se stesso nudo. Spesso le immagini vengono spedite a gente di cui ci si fida. Ma non si è al corrente della fine che poi faranno e soprattutto i messaggi vengono inviati senza il consenso dell’altro. Poi girano in rete e l’utilizzo da parte di altri può essere pericoloso. Si può entrare nella sfera della pedofilia, ma anche del cyberbullismo che fa leva su meccanismi psicologici davvero delicati. Il suicidio è l’ultima tappa, ma bisogna tenere conto che le persone che finiscono in questi vortici sono sempre le più deboli e fragili.”

Scena “machista e denigrante”: Burger King ritira la pubblicità dal reality

noemi-merino-cioccolato-tuttacronacaDurante il reality spagnolo Campamento de verano una dei concorrenti, Noemì Merino, ha ricevuto un castigo sotto forma di bagno di cioccolato. La donna si arrabbia, grida di essere allergica e che, oltre tutto, non vuole passare per “la chica porno” del programma. Pronto il commento del presentatore del programma, Joaquìn Prat: “Noi volevamo solo addorcire un po’ la notte di Noemì. In effetti, avevamo pensato che anche i suoi compagni avrebbero potuto godere della sorpresa aiutandola a togliersi il cioccolato leccandolo”. La scena è passata in diretta lo scorso lunedì e le conseguenze non si sono fatte attendere. La catena Burger King, infatti, venerdì ha annunciato in Facebook che aveva ritirato il suo patrocinio al programma. “Non vogliamo essere relazionati con nessun format che presenti attitudini machiste, denigratorie o che possano ferire la sensibilità delgi spettatori”. Il ritiro sarà un sintomo isolato o realmente le grandi aziende iniziano a dare più importanza alla responsabilità sociale piuttosto che il profitto? E allo stesso tempo, la scena a cui gli spettatori hanno assistito, è davvero attribuibile a semplice intrattenimento o piuttosto rientra nella sfera del sessimo? Ángeles Álvarez, deputata del PSOE e membro della commissione per l’Uguaglianza del Congresso, ha dichiarato: “Questi reality sono pornografia pure. Se si fosse trattato di una pubblicità, sarebbe stato qualificato come pubblicità illecita”. E ha spiegato come il ruolo dei pubblicitari, molto discusso da quando è stato coniato il termine “TV spazzatura” è “fondamentale”: “dobbiamo sostenere  chi si ritira da programmi di questo tipo e condannare coloro che non lo fanno”. Alvarez osserva quindi che “Il pubblico ha bisogno di vedere al di là del morboso, che sappia cosa questi programmi significano per la donna”. E mette in guardia: “Quello che non si può fare è mantenere un discorso ipocrita contro la violenza pur consentendo programmi che la favoriscono.” Contattato da The Huffington Post, Telecinco dà le sue opinioni: “Non commentiamo su questioni di inserzionisti.” A proposito del bagno al cioccolato, la sua posizione ufficiale è stata la stessa.

Invia una foto che la ritrae semisvestita a un amico… la ritrova in Facebook

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Ancora uno scandalo hot su Facebook, partito dal senese. Una minorenne ha inviato sul cellulare di un amico alcune foto che la ritraevano semisvestita e lui ha pensato di girarle ad un altro ragazzo che non ha esitato a pubblicarle sul social network: in brevissimo tempo le immagini sono state visualizzate da oltre 2mila amici. I due ragazzi hanno 18 e 19 anni e vivono nelle province di Siena e Firenze, dove sono stati rintracciati dopo che i genitori della ragazza si sono rivolti alla polizia denunciandoli per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. A dare l’allerta le insegnanti della ragazzina, che si erano accorte delle foto che circolavano con insistenza sui cellulari degli studenti. Le indagini hanno portato ad ascoltare i primi testimoni, gli amici della ragazza e, nel giro di pochi giorni, sono stati rintracciati sia l’amico, primo destinatario delle foto, che il conoscente che le aveva diffuse.

Quando l’orco è in casa: i nonni pedofili

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Hanno perpetrato orrendi abusi sui loro nipotini, un bimbo di sette anni e una bimba di otto i due nonni arrestati oggi: un uomo di 65 anni e una donna di 50. Con loro in manette anche una terza persona, un 30enne. Le piccole vittime sono state violentate, vendute per pochi euro ad amici, fotografate durante gli squallidi incontri e segregate in casa. La polizia di Messina ha posto infine termine a queste atroci sevizie, accusando i tre adulti di violenza sessuale, pedopornografia e riduzione in schiavitù. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Vermiglio su richiesta del pm Liliana Todaro e l’inchiesta ha messo in luce lo stato di miseria e profondo degrado in cui vivevano i due fratellini, affidati ai nonni nel 2009, dopo la morte della madre, mentre il padre aveva problemi di droga.

Mi laureo in pornografia al Pasadena City College!

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Al Pasadena City College in California è possibile avere tra le offerte formative anche quella in studi pornografici. E’ il professore Hugo Shwyzer a essere il titolare di cattedra e a insegnare ai suoi studenti ad osservare la pornografia come un prodotto culturale della nostra epoca e frutto della nostra società. Qualche tensione con i vertici universitari si era avuta a febbraio quando il professor Shwyzer aveva invitato il pornodivo James Deen a tenere una lezione ai suoi studenti. Alla fine, spiegando l’intento formativo dell’intervento, Shwyzer è riuscito a far passare la sua linea e la lezione si è tenuta. Negli Usa il Pasadena City College non è l’unica università che fornisce questo corso di studi, sono diversi i College che si stanno attrezzando per far fronte a una richiesta sempre più crescente. La pornografia diventa quindi una materia che rientra nell’antropologia a tutti gli effetti e che si colloca anche nella psicologia e nella psichiatria.

 

La new economy riparte dal porno?

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Infuria la polemica negli Stati Uniti dopo che un college ha deciso di aprire un corso di pornografia. Vere e proprie lezioni, con tanto di interventi di esperti e pornostar, volte a capire il fenomeno che sta spopolando soprattutto online cercando di interpretarne anche gli aspetti storici e sociologici. Ma l’iniziativa del Pasadena City College, in California, non è piaciuta a molti che hanno protestato a gran voce.

“Il corso punta a offrire agli studenti gli strumenti per capire la pornografia come uno strumento storico e contemporaneo. Gli studenti vivono in una cultura saturata dalla pornografia e raramente hanno la possibilità di imparare qualcosa sul tema in modo sicuro e intellettuale”, spiega il professore che tiene il corso, Hugo Schwyzer. A lezione, sottolinea il docente, non si guardano film porno, attività riservata agli studenti come compito a casa. Ma ciò non basta a placare le proteste dei genitori e degli altri professori che si dicono stupiti dal corso.

Ad alimentare le tensioni è la notizia dell’intervento, annunciato in una lezione, dell’attore porno James Deen, laureatosi al Pasadena College con il nome di Bryan Mathew Sevilla. Una reazione scandalizzata che ha costretto il preside ad annullare l’invito a Deen. “Appoggiamo la libertà accademica del professore. La preoccupazione del college è però quella di assicurare che gli eventi pubblici seguano procedure in grado di assicurare la sicurezza pubblica”, ha spiegato l’ufficio del preside.

Terrore a Bengasi… attacco alla scuola europea!

european school benghazi - tuttacronaca

La milizia jihadista libica Ansar al-Sharia, accusata dell’attacco alla sede Usa in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore americano Chris Stevens, ha assaltato la scuola europea di Bengasi. Gli estremisti accusano gli insegnati di pornografia, per i disegni contenuti in un testo scientifico di educazione sessuale distribuito agli studenti. Fonti vicine all’istituto confermano che lo staff sta bene.

Crisi dell’hard e Milly D’Abbraccio diventa escort!

milly d'abbraccio

La pornografia sta in crisi… così la mitica Milly D’Abbraccio ha deciso di fare la escort. Andrea Agresti, inviato delle Iene ha fissato un appuntamento con la pornostar sotto falso nome. Milly, dopo un momento di irritazione, ha deciso poi di concedere l’intervista (sarà stata pagata?).

Nella chiacchierata l’attrice ha spiegato che la sua nuova vita offre buoni guadagni, dato che un incontro di un’ora costa fra i 1000 e i 200 euro: “C’è gente che fa richieste strane e chi  vuole solo parlare. Al giorno ci può essere un cliente, ma possono essere anche quattro, a volte cinque per un guadagno mensile di circa 18 mila euro”.

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