#stiamoapposto, è questo l’hashtag che compare alla fine di un video pubblicato su Youtube di parlamentari del Movimento 5 Stelle che vogliono denunciare il fatto che, nonostante cambino i protagonisti e si trasformino le modalità, quello che resta invariata è la sostanza. Nella serata di lunedì 24 febbraio, mentre nell’Aula del Senato si votava la fiducia al governo Renzi, all’esterno, proprio davanti Palazzo Madama, le auto blu degli Onorevoli si trovavano parcheggiate in divieto di sosta. Insomma, un primo fallo del nuovo governo.
Barack Obama è politicamente finito? Già vedendolo arrivare davanti ai microfoni si poteva capire che il presidente quel discorso alla nazione preparato da giorni lo avrebbe cancellato volentieri, ma sarebbe stato l’ultimo colpo di grazia per la sua credibilità. Quello che doveva essere l’annuncio di un attacco militare alla Siria si è trasformato in un incerto, contraddittorio e vaneggiante discorso che ha puntualizzato gli ultimi avvenimenti. Obama non è più il protagonista, si è trasformato, come molti presidenti prima di lui, in uno strumento suonato da altre menti. Il presidente-comparsa ha così dovuto mantenere il punto: Bashar al-Assad ha usato le armi chimiche, l’opzione militare resta una possibilità. Poi però che fare con la proposta russa? Ed ecco il presidente arrancare e dover ammettere di puntare sulla via diplomatica attraverso il controllo internazionale dell’arsenale chimico del regime di Damasco.
Ma tra queste mille contraddizioni c’è una verità che è sotto gli occhi di tutti: il presidente è un politico sconfitto. Sconfitto da un Congresso che era pronto a opporsi al raid militare, sconfitto dall’opinione pubblica che a gran voce ha fatto sentire chiaro il suo “no” all’ennesima guerra che, nonostante le rassicurazioni di Obama, sarebbe diventato un nuovo Vietnam e un nuovo Iraq, sconfitto dal suo rivale Putin che ha saputo mettere a segno una via d’uscita e ha messo in evidenza l’inadeguatezza di Obama nella questione siriana.
Da uomo vincente, da politico del cambiamento, da incarnazione del sogno afroamericano, Obama si avvia ad essere un “imbarazzante presenza”. Cosa è successo al presidente? Quello che negli Usa succede sempre quando, a scadenze regolari, viene sottratto il potere ai presidenti attraverso le minacce della sicurezza nazionale e, le eminenze grigie, stritolano il presidente di turno fino a fargli commettere il passo falso. Obama non ce l’ha fatta, non è riuscito a restare lucido al punto di ascoltare il suo popolo che gli chiedeva una soluzione diplomatica e invece a dato ascolto agli interessi di lobby di potere e di strateghi militari senza scrupoli.
E’ diventato negli ultimi tempi il “poliziotto del mondo”, e nel suo discorso ha dovuto negare anche di esserlo, così si è immediatamente degradato ad agente corrotto e strumentalizzato da chi gli prometteva gloria eterna. Sicuramente il discorso di Obama entrerà nella storia perché quel discorso alla nazione, a cui hanno assistito gli americani e il mondo, era quasi un bollettino meteorologico.