La morte di Philip Seymour Hoffman: l’autopsia conferma l’overdose

philip-seymour-hoffman-autopsia-tuttacronacaLo scorso 2 febbraio moriva l’attore premio Oscar Philip Seymour Hoffman, il cui cadavere fu trovato nel suo appartamento newyorkese, a Manhattan. Ora l’autopsia ha confermato la morte per overdose: Hoffman aveva assunto eroina, cocaina, benzodiazepine e anfetamine. Gli esami hanno evidenziato la presenza di droghe e sonniferi e secondo i medici si sarebbe trattato di una overdose accidentale.

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Tra le 2 e le 3mila persone: tante sarebbero le vittime di El Chapo

elchapo-tuttacronacaLo scorso sabato finiva in manette El Chapo, al secolo Joaquin Guzman, arrestato a Mazaplan, in Messico, mentre si trovava in compagnia della moglie e delle figlie. Ora Televisa ha affermato, rifacendosi a quanto reso noto dagli uomini della forza della sicurezza che dopo la cattura hanno portato il capo del cartello di Sinaloa a Città del Messico, che El Chapo ha ammesso di aver ucciso tra le 2 mila e le 3 mila persone. Stnado a quanto riferito dagli agenti, il boss ha mantenuto un atteggiamento “tranquillo e rispettoso”. La moglie, l’ex miss 24enne Emma Coronel, non è stata arrestata per mancanza di prove. I media locali ricordano che la i due si erano conosciuti otto anni fa e sottolineano che, a sua volta, la Coronel è figlia di una nota coppia vincolata a sua volta in passato alla produzione e distribuzione di droga. Guzman e Coronel hanno avuto figlie gemelle, afferma il quotidiano Excelsior, le quali al momento dell’arresto si trovavano con i genitori.

Arrestato il boss più ricercato al mondo: “El Chapo”

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Catturato il boss più ricercato al mondo, il numero uno del Cartello di Sinaloa, Joaquín “El Chapo” Guzman. L’arresto è stato possibile grazie alla sinergia di forze americane e messicane che collaborando insieme hanno catturato l’uomo in Messico. Guzman, già arrestato il 9 giugno 1993, nel Chiapas, con l’accusa di omicidio e traffico di droga, era riuscito a evadere dalla prigione di Guadalajara dopo aver corrotto delle guardie carcerarie e nel 2009 era stato inserito nella lista degli uomini più ricchi del mondo al 41° posto  dalla rivista Forbes, con un patrimonio di circa 1 miliardo di dollari.

Il 21enne che finisce in manette… grazie al fiuto di un cane!

warren-cane-pastore-tuttacronacaWarren è un pastore tedesco che fino a poco tempo fa viveva con il suo padrone in provincia di Lecce. Dovendosi trasferire e non potendo portare con sè l’animale, l’uomo, che ben conosceva il fiuto del cane, ha pensato di donarlo alla polizia di Stato. Warren si è così trovato a far parte dei nuclei cinofili di Brinidisi e ora ha portato a termine il suo primo arresto ai danni di un 21enne brindisino che nascondeva in casa due chili e mezzo di hashish. Warren ha guidato i poliziotti che, ne corso della perquisizione, hanno rinvenuto la droga in un armadio dell’appartamento di Francesco Intiglietta, che è finito in manette, ma non solo: anche una pistola cal. 6.35, con matricola abrasa, posta sotto il comodino. Il giovane è ora accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, oltre che di detenzione illegale di un’arma da fuoco.

Ultra 70enni spacciano eroina, arrestati

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A ben oltre 70 anni Michele Cotrufo e Rosina Troiano sono stati arrestati per detenzione e spaccio di droga, compiuta essenzialmente nel quartiere Croce di Manfredonia, dove gli anziani risiedevano. La polizia si era insospettita che l’abitazione da tempo era frequentati da tossicodipendenti ben noti alle forze dell’ordine. All’interno dell’abitazione degli anziani sonos atti rinvenuti 70 grammi di droga e un telefonino ancora imballato ricevuto in cambio di dosi.

Il triangolo? Ancora indiscrezioni sulla vita sentimentale di Philip Seymour Hoffman

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Chi è la donna misteriosa che spuntanei diari di Philip Seymour Hoffman? La polizia ha trovato alcune confessioni private di Hoffman in cui si parla dall dipendenza dall’eroina, agli incontri nei Narcotics Anonymous, dai giorni passati in Rehab a questo triangolo amoroso. Hoffman scriveva di trovarsi in mezzo tra due donne, lei, quella del diario e la compagna, Mimi O’Donnell, la madre dei suoi tre figli. Sarebbe stata proprio questa donna a causare la rottura tra Hoffman e la compagna e non l’eroina come avevano scritto i giornali americani ricostruendo gli ultimi giorni di vita dell’attore americano.

Quell’insospettabile cameriera rumena… il corriere le consegna la droga “cannibale”

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Ha 33 anni l’insospettabile cameriera che è tata sorpresa dai carabinieri con quasi sei etti di droga sintetica. Tutto è scattato per una casualità: Lunedì intorno alle 9 i carabinieri, dopo essere stati nella sede della SDA Corriere espresso di corso Stati Uniti e avere individuato un pacco proveniente da Milano indirizzato a Monica Ioana Balaban, si sono appostati in via Galvani 6, a Padova, dove la donna risiede, in attesa del corriere. Puntualmente il fattorino è arrivato e ha consegnato il pacco al padre dell’arrestata, al momento estraneo ai fatti.  All’interno c’erano 100 grammi di “MDMA” e altri 500 grammi di sostanza chiamata droga del “cannibile” mischiata con massicce dosi di barbiturici. Non si sa al momento a chi dovesse essere venduta la sostanza stupefacente. Balaban è stata bloccata mentre in sella alla sua bicicletta stava raggiungendo il ristorante “Belle Parti”, nel quale lavora. La cameriera romena ora è agli arresti domiciliari.

 

Blitz congiunto polizia-Fbi: 26 arresti. Si voleva creare un ponte per la droga

new-bridge-tuttacronacaSi chiama New Bridge l’operazione condotta da polizia e Fbi che ha portato, in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti, a 26 tra arresti e fermi nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta e a famiglie mafiose americane e responsabili di un traffico internazionale di droga. Sono invece oltre 40 le persone indagate. A finire in manette, tra gli altri, Francesco Ursino, considerato a capo dell’omonima cosca di Gioiosa Ionica e figlio del boss Antonio (già in carcere), e Giovanni Morabito, nipote del boss Giuseppe detto “u’ tiradrittu”, storico padrino della cosca egemone nella zona ionico-reggina, anch’egli detenuto. Gli investigatori ritengono che l’obiettivo dell’organizzazione fosse quello di aprire un collegamento tra la Calabria e gli Stati Uniti, per consentire alle ‘ndrine e alle famiglie mafiose americane di creare un nuovo canale per il traffico di droga tra le due sponde dell’oceano, puntando a conquistare, nel tempo, il posto occupato per anni dai clan di Cosa Nostra. Come spiega TgCom, gli arresti e i fermi sono stati eseguiti dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato nelle province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento, Catanzaro e a New York negli Stati Uniti. L’inchiesta, denominata “New Bridge” (nel 2008 l’operazione “Old Bridge” svelò le connessioni nel traffico di droga tra le famiglie mafiose siciliane e quelle di oltreoceano) e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è nata due anni fa grazie alla collaborazione tra la polizia italiana e le autorità americane, resa possibile dal protocollo tra Italia e Stati Uniti in base al quale è previsto lo scambio di investigatori esperti nella lotta alle organizzazioni mafiose. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati oltre otto chili di droga a New York e Reggio Calabria.

Lutto in famiglia per Julia Roberts: muore Nancy. Probabile overdose

sorellastra-julia-roberts-tuttacronacaAveva 37 anni Nancy Motes, la cui morte per probabile overdose ha i contorni di un giallo, dopo che per tutta la vita ha combattuto con la depressione indotta dall’obesità: era arrivata a pesare anche 136 kg. Lo scorso agosto, dopo che nel 2010 aveva subito un intervento di bypass gastrico per riuscire a dimagrire, aveva descritto come fosse difficile vivere “all’ombra” della star di Pretty Woman. Perchè Nancy era la sorellastra minore di Julia Robers da parte di madre, l’attrice Betty Lou. La famiglia si è limitata a poche righe di commento: ”E’ con profonda tristezza che apprendiamo questa tragica notizia. Siamo tutti scioccati e devastati”.

La gaffe di Valentino: la borsa di Amy Adams e i funerali di Hoffman

amy-adams-borsa-valentino-tuttacronacaL’attrice Amy Adams con una borsa da 2.500 dollari creata dalla maison Valentino. E’ quello che appare in due foto promozionali che la casa di alta moda ha allegato a una mail inviata alla stampa. Peccato solo che le foto in questione siano state scattata al funerale dell’attore Philip Seymour Hoffman, che con la Adams aveva recitato in “The Master”. Grande lo sdegno dei tabloid americani e non solo, che hanno dedicato al fatto titoli cubitali. La maison Valentino si è affrettata a scusarsi dicendo di non sapere dove fossero state scattate le foto.”Siamo profondamente dispiaciuti per aver diffuso le foto ai media segnalando la borsa Valentino. Non sapevamo che erano state scattate alla veglia e il nostro è stato un errore innocente”. Il New York Post aveva pubblicato la foto della Adams sulla sua prima pagina di oggi con la didascalia a caratteri cubitali “Dead Carpet”.

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Addio Philip: i funerali dell’attore di Capote

philip-seymour-hoffman-funerali-tuttacronacaSi sono celebrati ieri, in forma privata, come richiesto dalla famiglia, i funerali dell’attore premio oscar Philip Seymour Hoffman, morto la scorsa domenica a causa di un’overdose fatale. L’ultimo saluto è stato dato, da parenti e amici, nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. Tra i presenti anche diversi protagonisti dello star system: da Meryl Streep a Cate Blanchett, da Ethan Hawke a Spike Lee, a Joaquin Phoenix. A congedarsi da Hoffman anche il drammaturgo David Bar Katz, che trovò il corpo dell’attore il giorno della sua morte.

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Philip Seymour Hoffman: veglia a lume di candela per l’attore

veglia-hoffman-tuttacronacaDomenica scorsa è mancato l’attore premio Oscar Philip Seymour Hoffman e due giorni fa, al Greenwich Village, davanti alla sede del Labyrinth Theater, di cui il 46enne attore fu anche direttore artistico, si è tenuta una veglia a lume di candela aperta alla comunità hollywoodiana. Una seconda veglia si è poi tenuta ieri sera, in una cappella funeraria sull’Upper East Side di Manhattan. A quest’ultima, però, hanno potuto prendere parte solo parenti e amici più stretti. Tra questi ultimi anche, ma non solo, qualche star: Cate Blanchett, Ellen Burstin, Justin Theroux, Michelle Williams e Amy Adams. In queste immagini la compagna, la costumista Mimi O’Donnel con i figli dell’attore Tallulah, Willa e Cooper Alexander.

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Quattro persone arrestate: svolta nelle indagini per la morte di Hoffman

philip-seymour-hoffman-indagini-tuttacronacaSvolta nelle indagini per la morte per overdose dell’attore premio Oscar Philip Seymour Hoffman, nell’appartamento del quale era stata trovata della droga. Ora la polizia di New York ha compiuto un blitz durante il quale hanno fermato quattro persone, tre uomini e una donna, sospettate di essere collegate con quelle stesse sostanze stupefacenti. Nel corso del blitz sono stati sequestrati anche 350 sacchetti utilizzati di solito per sistemarvi l’eroina. L’attore era stato trovato privo di vita nel bagno della sua abitazione a Manhattan con una siringa ancora conficcata nel braccio. Indossava una t-shirt, dei pantaloncini e degli occhiali da sole. Nell’abitazione si sono rinvenuti almeno 50 sacchetti contenenti eroina, oltre a diverse siringhe usate.

La morte di Philip Seymour Hoffman: spunta un video con gli spacciatori

philip-seymour-hoffman_tuttacronacaFan e curiosi si sono riuniti sotto la casa di Philip Seymour Hoffman per l’ultimo commiato all’attore premio Oscar mentre tra attori, registi, fotografi, sceneggiatori, gente di teatro, pezzi grossi di Manhattan corre veloce l’indiscrezione, il cui spettro si fa sempre più pesante, che la morte sia da imputarsi a un’overdose. Le indagini postume, infatti, avrebbero riscontrato la presenza di rilevanti quantità di droga, di un mix di psicofarmaci e medicine. Si legge su La Repubblica:

Sarebbero state trovate cinquanta bustine di eroina, altre indiscrezioni (sul New York Post) parlano addirittura di settanta…Un particolare tipo di droga tagliata con con un farmaco solitamente usato per curare il cancro e che ha la capacità di aumentare anche di 100 volte l’impatto dello stupefacente. Ma non c’è solo l’eroina, con tanto di venti siringhe usate lasciate dentro una tazza di Starbucks… Diverse scatole di Vyvanse, usato in genere per curare il deficit di attenzione, ma la lista è lunga, comprese alcune medicine per combattere la pressione alta, la depressione e la dipendenza da alcool e stupefacenti

Una spirale autodistruttiva, conclusasi con una notte che si è rivelata l’ultima. Non solo. Sarebbe spuntato  anche un video compromettente dell’attore che si incontra con gli spacciatori dopo un prelievo al bancomat sotto casa.

Le telecamere della banca avrebbero ripreso, almeno parzialmente, la scena: l’attore finita l’operazione si avvicina a due ragazzi con borse nere a tracolla poi escono dall’inquadratura.

Impossibile sorvolare sul fatto che lo stesso Hoffmann abbia ammesso:

“come quando ho iniziato, a poco più di vent’anni, di nuovo sono stato vinto dal panico per la mia vita… Mi è piaciuto tutto quello che ho provato”

Chi aveva recentemente incontrato l’attore parla di lui come stanco, sudato, intontito, come ubriaco, con i vestiti larghi, la barba incolta, gli occhi persi nel vuoto. Ma di Hoffman si continua a parlare come di un genio tra le personalità di Manhattan, dal sindaco de Blasio ai colleghi George Clooney e Robert De Niro.

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Lite tra padre e figlio nell’Anconetano: 45enne muore accoltellato

accoltellamento-ancona-tuttacronacaE’ morto con un coltellata alla gola, dopo aver spaccato una sedia sulla schiena del padre settantenne, il 45enne Luca Moroni. Genitore e figlio stavano litigando in un appartamento delle case popolari della Zona Portone, in centro a Senigallia, in provincia di Ancona, attorno alle 5 del mattino, quando è avvenuto l’omicidio. A scatenare la lite è stata l’ennesima richiesta da parte del 45enne di soldi che gli sarebbero stati necessari all’acquisto di droga. Quando il padre glieli ha negati, l’uomo l’ha colpito con una sedia e a quel punto il genitore ha afferrato il coltello. Sul posto è intervenuta la polizia.

Shaboo, la droga dei filippini che terrorizza l’Italia

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Shaboo non è certo una nuova droga, ma una potente metanfetamina che già da lungo tempo si conosce, ma fino a qualche tempo fa veniva usata solo all’interno della comunità orientale presente in Italia tanto che veniva chiamata “la droga dei filippini“. Ora però questa droga si sta diffondendo e il suo uso viene fatto anche tra gli italiani. La sua caratteristica è quella di tenere svegli tutta la notte e di essere iperattivi. Il suo uso è soprattutto apprezzato da quanti frequentano le discoteche più estreme e vogliono rimanere “al massimo”. Come riporta La Stampa però questa droga davvero terrorizza l’Italia:

Nel 2010 un ragazzo di 19 anni di Carpi, Enrico Rumolo, è morto fuori da un locale bolognese per aver ingoiato un mix micidiale di shaboo e ketamina. Ma secondo un investigatore che negli ultimi dieci anni ha seguito le crescenti fortune internazionali della sostanza, la metanfetamina potrebbe diffondersi ancora di più: «Dall’analisi dei dati mondiali, la produzione appare in crescita, e così il consumo. All’inizio veniva prodotta solo nelle Filippine e in Indonesia e veniva consumata esclusivamente dagli orientali. Negli ultimi dieci anni sono sorti laboratori in Repubblica Ceca, il consumo si è allargato a paesi come l’Iran e ci sono stati diversi sequestri anche in Italia, nell’ordine di centinaia di grammi–mezzo chilo ogni volta».

Il segnale più preoccupante però è il progressivo abbassamento dei prezzi, indice della penetrazione del prodotto sul mercato delle droghe: in un primo tempo lo shaboo costava fra i 300 e i 400 euro al grammo, dopodiché, a quanto risulta al nostro investigatore, la tariffa è scesa a 200 e, in certi casi, fino a cento euro al grammo. Se la quantità aumenta, con acquisti all’ingrosso, il prezzo cala ulteriormente. Se poi si pensa che da un grammo si possono ricavare più di dieci dosi, si capisce che i prezzi diventano veramente popolari.

A fare il successo della metanfetamina è anche la circostanza che può essere prodotta «in pochissimo tempo e in ambiente domestico: i laboratori possono essere realizzati ovunque». Ieri intanto i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale hanno reso noti i dettagli di un’operazione che ha smantellato un’organizzazione che trafficava in shaboo nelle province di Bologna e Modena: sei persone, tutte di nazionalità filippina e tutte incensurate, sono finite in carcere, mentre per una settima la misura cautelare firmata dal gip Bruno Perla non è stata eseguita perché il destinatario, con ogni probabilità, è tornato nel paese d’origine.

Video shock: a 9 anni, ubriaco, si vanta di fumare marijuana

i-bet-this-drunk-kid-from-new-zealand-has-some-great-parents-tuttacronacaHa solo 9 anni un babimno di origine Maori che, in un video shock diffuso in rete, appare completamente ubriaco e si vanta di fumare marijuana. Il bimbo, che si trova in un gruppo di ragazzini molto più grandi di lui che costringono l’intervistatore e produttore del video ad allontanarsi, afferma di  aver bevuto 18 lattine di whisky e cola comprategli dalla zia. La madre, con la quale il piccolo vive, si è detta sconvolta per le condizioni in cui si trovava quando la polizia l’ha riportato a casa e ha detto di ignorare il fatto che la zia gli fornisse alcolici. Sia il bambino che il fratello maggiore hanno pochi contatti con il padre. La donna si è detta scioccata per le immagini del video e denuncia: “Al posto di diffondere un video su YouTube avrei preferito mi avessero chiamato a casa e avvertito di quanto stava accadendo a mio figlio”.

Accoltella la madre e si evira!

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Un 19enne che aveva partecipato a un party con gli amici è tornato a casa, dopo aver assunto alcol e Mefedrone – una droga sintetica con effetti simili a cocaina e mdma – e ha cercato di uccidere la madre accoltellandola, poi si è reciso il pene e si è mostrato, sul balcone, ai passanti sanguinante all’inguine . Il fatto è accaduto nel Regno Unito e la madre è salva solo perché è riuscita a divincolarsi dal figlio e ha chiamato la polizia e i soccorsi. Il ragazzo è stato portato in ospedale, nei prossimi giorni i medici cercheranno, con un’operazione molto complessa, di riattaccargli il pene.

Dolci ritirati dagli scaffali: coca tra gli ingredienti, ma è uno scherzo

Carrefour-Argentina-tuttacronacaNella lista degli ingredienti si leggeva: “Cocaina, 12 grammi”. E per questo i supermarket argentini del colosso francese Carrefour hanno dovuto ritirare dagli scaffali tutte le confezioni di dolci. La notizia arriva dall’Argentina e la riporta La Stampa spiegando che il gruppo, che nel Paese sudamericano ha 500 negozi, si è scusato e ha parlato di “uno scherzo di cattivo gusto” di un dipendente di una ditta fornitrice. Da parte sua, Carrefour ha assicurato che la cocaina non è mai stata presente nei dolci ma la notizia non ha mancato di suscitare un’ondata di commenti ironici su internet.
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Stella, la bimba morta in un incidente, salverà la vita a 5 persone

stella-bimba-morta-tuttacronacaE’ morta ieri la piccola Stella, ricoverata in gravissime condizioni al Bambin Gesù di Roma dopo che un romeno ubriaco, sotto l’effetto di droga e senza patente, aveva provocato un gravissimo incidente stradale la sera del 26 dicembre nel quale la piccola era rimasta coinvolta. Ora i suoi organi salveranno cinque persone. Il primo trapianto è avvenuto stamani all’ospedale di Padova dove una ragazzina di undici anni ha ricevuto il fegato di Stella. Il cuore è destinato a Napoli, i due reni a Milano e i polmoni a Roma. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha ringraziato pubblicamente i genitori della bimba: “Il primo pensiero ed il primo grazie vanno ai genitori della piccola tragicamente scomparso. Il loro gesto d’amore nel donare gli organi non verrà dimenticato. Complimenti anche all’organizzazione del nostro sistema trapianti, che ha saputo gestire la difficile logistica e tempistica del tutto con grande efficacia e all’equipe del professor Umberto Cillo”.

L’incidente causato dal romeno drogato: la bimba di 9 anni non ce l’ha fatta

stella-morta-tuttacronacaNon ce l’ha fatta la piccola stella, di appena 9 anni: è morta questa notte al Bambin Gesù dopo esser finita sull’asfalto giovedì sera durante lo scontro frontale avvenuto sulla Nettunense. La bimba si trovava in auto con la madre, la sorellina minore e due cugini quando il romeno Daniel D., 21enne residente a Nettuno, è piombato contro la loro vettura mentre effettuava un sorpasso a rischio. Nell’impatto ha perso la vita il cagnolino della bimba mentre la madre è gravemente ferita. Stando ai rilievi della polizia stradale di Albano, il 21 era alla guida ubriaco e sotto l’effetto della cocaina. Ora per lui è scattata l’accusa di omicidio colposo. L’incidente era avvenuto attorno alle 19 di sera in via Nettunense, nei pressi della stazione ferroviaria di Campo di Carne.  La Ford Ka guidata dal cittadino romeno ha invaso la corsia opposta contromano centrando in pieno una Fiat Panda guidata dalla mamma di Stella, Eugenia C., detta Gianna, 45 anni, di Roma, che si è vista piombare addosso quel bolide. A bordo della Panda c’erano anche l’altra figlia della donna, Selvaggia, di 4 anni, ora ricoverata con lei all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, i nipoti Manuel M., di 20 anni, e Luana M., di 21, che stava riaccompagnando a Nettuno dopo la giornata di festa e il cagnolino della piccola Stella, morto sul colpo. Entrambi sono ricoverati all’ospedale di Anzio. Politraumatizzato, in particolare con un femore rotto e ricoverato anche lui a Latina, Daniel D. che – secondo i rilievi della polizia stradale – guidava spericolato in direzione di Aprilia, pur non avendo mai conseguito la patente automobilistica come è stato poi appurato.

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Sisa, la nuova droga killer: fatta con l’acido delle batterie e lo shampoo

sisa-tuttacronacaL’Europa è ingabbiata nella crisi e alcuni Paesi si trovano davvero in ginocchio. A farne le spese gli abitanti, con i poveri che si moltiplicano e cercano un luogo mentale dove trovar riparo dalla situazione contingente. Tra gli Stati che più soffrono c’è la Grecia, dove i tossicodipendenti sono in aumento e cercano soluzioni alternative ed economiche per regalarsi uno sballo che li trascini via per un po’. Ecco allora che ha fatto la sua apparizione la Sisa, la metanfetamina dei poveri. Una droga low cost, assimilata con ingredienti di riciclo, di basso costo. Questa particolare droga è fatta con l’acido delle batterie, con il sale, con lo shampoo e con l’olio del motore. Un mix letale, insomma.    “Negli ultimi due anni i tossicodipendenti sono diventati più autodistruttivi – commentano i funzionari di governo greco – soprattutto nella periferia di Atene dove la crisi è più forte”.  “La Sisa è una droga di strada – dice Charalampos Poulopoulos, direttore di KETHEA, un’organizzazione che si dedica al recupero dei tossicodipendenti – Spesso la Sisa viene prodotta in laboratori casarecci”.  Dopo la Krokodil, sviluppata in Siberia e i sali da bagno, che ha letteralmente spopolato negli Stati Uniti e in Canada, ora bisognerà fare i conti anche con la Sisa, una nuova, letale, pericolosissima droga killer.

Il romeno ubriaco e drogato alla guida: gravissime madre e figlia

schianto-nettuniana-tuttacronacaStava guidando in fase di sorpasso un cittadino romeno ieri sera, attorno alle 19,  in via Nettunense Roma al km 25.300, nei pressi della stazione ferroviaria di Campo di Carne. la manovra l’ha portato a invadere la corsia opposta contromano centrando in pieno una Fiat Panda con a bordo due nuclei familiari che rientravano a Nettuno dopo aver passato il giorno di Santo Stefano a casa di parenti a Roma.  Il bilancio è drammatico: 6 feriti, un cagnolino morto ed una bambina di 9 anni, gravissima, in pericolo di vita ricoverata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Anche il 25enne che procedeva a velocità folle è rimasto ferito ed è stato trasportato all’ospedale Città di Aprilia, dove ha rifiutato di sottoporsi agli esami del sangue. Al volante della Panda la madre della piccola, a sua volta in gravissime condizioni. Dietro di lei si trovavano la figlia più piccola, il suo cagnolino e una sua nipote di 20 anni, un altro nipote più grande, di 22 anni, era seduto davanti. Questa al momento una prima ricostruzione sommaria del tragico incidente.  I feriti sono stati portati da varie ambulanze del 118 e ricoverati agli ospedali di Anzio e Latina. La via Nettunense è rimasta bloccata per diverse ore ed è stato difficile anche per i soccorritori raggiungere il posto visto la paralisi del traffico provocato dall’incidente. La donna che guidava, abita nel quartiere romano di Capannelle, insieme al marito e alle due bambine. Stava riportando a casa a Nettuno i due nipoti che abitano a Nettuno. Il romeno era sotto effetto di droga e alcool.

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Miracoli natalizi: Santana ritrova il suo primo percussionista, ora clochard

santana-malone-tuttacronacaCarlos Santana non rivedeva Marcus Malone dalla fine degli anni Sessanta. Il percussionista, il primo del chitarrista rocker 66enne che staziona nell’Olimpo del rock da oltre quarant’anni, fece parte della Santana Blues Band ma ne venne allontanato a causa dei troppi problemi con la droga. Da allora, i due non si sono più rivisti e Malone, sparito dalla scena sul finire degli anni 60 ora è diventato un clochard. Dopo tutti questi anni, i due si sono finalmente ritrovati, grazie a un reporter del canale televisivo Kron-tv di San Francisco. L’incontro è avvenuto a Oakland, in California, dove l’ex percussionista prodigio (era soprannominato  “the magnificent”) vive oggi di elemosine, accampato in un vecchio van.

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Arrestati per delle saponette: la polizia pensava fosse droga

saponette-droga-tuttacronacaUna 26enne ispanica di New York è stata arrestata in Pennsylvania insieme al suo compagno 30enne, Alexander Bernstein, per spaccio di cocaina. Era il 13 novembre quando la donna veniva fermata per aver superato i limiti di velocità con la sua Mercedes. A quel punto, sono state trovate delle saponette all’interno dell’auto, che l’agente che effettuava la ricognizione di routine ha scambiato per droga. L’esito delle analisi ha dato esito positivo e a nulla sono valse le ripetute affermazioni della 26enne che ripeteva si trattava soltanto di sapone. I due sono rimasti in carcere fino al 10 e all’11 di dicembre, non potendo permettersi di pagare la cauzione eccessivamente alta: per lui 500mila dollari, per lei 250mila, nonostante la aggravante di possesso di marijuana (quando era stata fermata in auto la Cruz ha ammesso di aver fumato uno spinello e di possedere dell’erba all’interno del suo reggiseno). Sono state le analisi richieste dalla difesa a dimostrare l’errore della polizia: si trattava veramente di semplici saponette. L’avvocato della ragazza, Josh Karoly, ha affermato: “Bisognerebbe fare dei test più accurati se hanno il potere di portare in prigione degli innocenti o forse gli agenti hanno avuto dei pregiudizi razziali perché non hanno mai visto una donna ispanica guidare una Mercedes?”.

Smentite e querele: Jorge Messi non è coinvolto nell’inchiesta

lionel-messi-tuttacronacaIl presunto coinvolgimento del padre della stella del Barcellona in un’inchiesta di riciclaggio di denaro da parte di nacrotrafficanti sta diventando un giallo. La circostanza, infatti, è stata smentita tanto dalla famiglia del calciatore quanto da una fonte del Ministero degli Interni spagnolo. Non solo, il legale della famiglia ha fatto presente che si stanno esaminando azioni legali contro “El Mundo”, il quotidiano che oggi ha riportato la notizia. La pubblicazione farebbe parte di “una nuova campagna tesa a togliere prestigio al giocatore”, attualmente in Argentina per curarsi da un infortunio. E’ stato il quotidiano “Sport” a riportare fonti del ministero dell’Interno spagnolo che smentiscono il coinvolgimento di Jorge Messi nell’inchiesta sul riciclaggio di denaro del narcotraffico che riguarda una società, la “Amici di Messi”, nella quale non sarebbe quindi coinvolto nessun componente della famiglia del fuoriclasse argentino. La magistratura di Madrid ha incaricato l’Unità operativa della Guardia Civil di compiere accertamenti su questa società che organizza gare benefiche per bambini handicappati. Jorge Messi, però, secondo fonti della stessa Guardia Civil e del Ministero dell’Interno, non ha alcun rapporto con questa associazione.

“I nostri figli non si drogano”: la polizia mostra loro le foto in Facebook…

festine-droga-tuttacronacaAlcuni ragazzi delle città a sud di Ancona ricevevano in regalo, da parte di amici in gita in Olanda, dosi di stupefacenti acquistate nei coffee shop. Il fatto è finito la centro dell’inchiesta dei regalini alla droga da Amsterdam, che presenta interessanti retroscena. Come racconta il Messaggero, tra questi, anche il fatto che i genitori non credano che i figli adolescenti facciano uso di droghe e si convincano solo quando la polizia mostra loro le immagini postate dai ragazzi su Facebook che li ritraggono in pieno sballo, mentre fumano hashish e marijuana. I giovani erano convinti, sostengono gli stessi, che essendo sostanze in libera vendita il loro comportamento non fosse reato. Spiega ancora il quotidiano:

L’inchiesta è destinata ad allargarsi e coinvolgere studenti di altre città a sud di Ancona. Ai cinque universitari di Osimo e Castelfidardo di 21 anni denunciati per spaccio, potrebbero affiancarsi nuovi indagati. La Polizia sta mettendo in controluce la ragnatela di rapporti che il quintetto aveva intessuto con i coetanei. Il gruppo è, infatti, composto da un trentina di studenti, residenti in varie città della Valmusone. I cinque raggiunti da avviso di garanzia sono tutti ragazzi benestanti, di buona famiglia. Ma nei mesi scorsi anche i loro altri amici erano partiti in mini comitive di 5 o 6, alla volta di Amsterdam.

Gli investigatori sospettano, pertanto, che non siano stati i soli ad aver escogitato il trucco di utilizzare la Posta per recapitare il “fumo” a casa degli amici. Il Commissariato di Osimo per ora ha intercettato alcuni plichi, sequestrando 6-7 dosi e risalendo ai mittenti della lettere olandesi grazie anche agli elementi di prova forniti dai social network. Certo la vicenda ha lasciato un retrogusto di amarezza ai genitori dei 21enni: disorientati ma scettici alle parole dei poliziotti, si sono dovuti ricredere davanti alle foto postate su facebook che ritraevano i loro ragazzi supini intenti a fumare un narghilè.

I guai di casa Messi: il padre indagato per riciclaggio dei soldi della droga

lionel-messi-tuttacronacaLa notizia la dà El Mundo, che anticipa quanto filtrato dal segreto istruttorio delle sezioni penali di Madrid, la n.51, e Barcellona, dove sono stati sentiti come testimoni i giocatori blaugrana Messi, Mascherano, Pinto e Dani Alves. Il padre di Lionel Messi, Jorge, è indagato in un’inchiesta per traffico internazionale di droga condotta dalla Unitad Central Operativa della Guardia Civil spagnola. E’ il giudice Eduardo Lopez-Palop a condurre l’indagine istruttoria con la quale ha già raccolto elementi sufficienti per rinviarla all’Audiencia Nacional, il tribunale superiore, stante la rete internazionale della trama. Come spiega il quotidiano spagnolo, sono i meccanismi di riciclaggio utilizzati dai narcotrafficanti per ripulire denaro sporco attraverso eventi benefici come le partite degli Amigos de Messi o i concerti sudamericani dove si vendono un numero imprecisato di biglietti cosiddetti “fila 0”, posti che vengono pagati da persone che non si presentano all’evento, ad essere al centro dell’indagine. Tali donazioni permetterebbero di nascondere entrate di denaro proveniente dalla vendita di stupefacenti. Al centro di tutto questo ci sarebbe Jorge Messi. Per ciascun evento, che fa parte delle attività della fondazione del giocatore impegnata in progetti sociali, possono arrivare a diversi milioni di euro. Stando a quanto ipotizzato dagli investigatori, Jorge Messi riceverebbe una tangente tra il 10 e il 20% del denaro riciclato. Al momento, l’enorme e complesso lavoro di tracciatura è appena all’inizio. I giocatori ascoltati – dagli agenti Uco negli uffici del Barcellona – non avrebbero nulla a che fare con la trama e avrebbero aderito agli eventi di beneficenza ignorandone lo scopo. Gli eventi al centro delle indagini sono un concerto nello stadio Vicente Calderon a Madrid, uno show al Palau Sant Jordi di Barcellona e diverse partite esibizione nelle Americhe organizzate dagli Amigos de Messi in estate a Medellin, Lima, Chicago, Los Angeles e lo scorso anno a Bogotà, Cancun e Miami. Nuovo guaio in casa Messi dunque, con Jorge che non è nuovo alla giustizia spagnola: lo scorso settembre era stato citato tramite il figlio dall’Agenzia delle entrate per evasione fiscale e dal procedimento era emerso che Jorge si occupa delle questioni finanziarie del giocatore.

Il coinvolgimento di Jorge Messi è stato tuttavia smentito non solo dal legale della famiglia ma anche da fonti del ministero degli Interni spagnolo.

La Roma degli scandali: a Piazza Vittorio droga e alimenti sequestrati

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Il mercato di Piazza Vittorio era un vero e proprio fiore all’occhiello della Capitale. Prima con una vocazione di prodotti provenienti dai Castelli Romani, poi, trasferitosi e diventato il Nuovo Mercato Esquilino era diventato multietnico e abbandonato a se stesso, tanto da diventare una zona degradata. Alimenti di bassa qualità, spaccio e spesso condizioni igieniche molto scarse. Così nei blitz delle forze dell’ordine sono state identificate 307 persone, 22 denunciate e tre arresti per detenzione di droga finalizzata allo spaccio. Inoltre ci son state 4 denunce e 350 kg di alimenti sequestrati, fra cui prodotti ittici sotto misura, ma anche profumi,trucchi e piccoli elettrodomestici. Sempre all’interno dello stesso parco sono state rinvenute e sequestrate circa 20 biciclette rubate. Nella stessa zona i controlli ad affittacamere e ad alcuni appartamenti ha riguardato 13 attività, da cui cinque appartamenti risultavano affittati abusivamente, tutti gestiti da cittadini cingalesi che ospitavano circa 18 stranieri a prezzi particolarmente esosi e in locali in pessime condizioni igieniche e sanitarie. Nei confronti dei responsabili sono state elevate sanzioni per un importo totale di oltre 144mila euro. Chi li pagherà?

Costretti a essere criminali dai genitori! L’inferno di due bambini

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Hanno 10 e 13 anni ma erano costretti, dai genitori, a fare i corrieri della droga e se provavano a rifiutarsi venivano picchiati. Ai bambini, un maschietto di 10 anni e una femminuccia di 13, appartenenti a due famiglie diverse, i genitori, in più occasioni, hanno affidato il compito di consegnare le sostanze stupefacenti ai tossicodipendenti e di portare a casa i soldi. Solo dopo i piccoli potevano tornare a giocare in strada con i loro amichetti. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Foggia, su richiesta della Procura. Diciotto persone sono finite in carcere, 16 agli arresti domiciliari, in sei sono state sottoposte all’obbligo di firma in caserma. Un altro indagato è sfuggito alla cattura ed è ricercato.

 

Berlino apre alla marijuana: arriva il primo coffee shop

coffee-shop-tuttacronacaBerlino è una città vitale, con stimoli culturali e una ricca cultura underground. Se proprio si vuol cercare una mancanza: non ci sono coffee shop. Ma presto verrà colmata anche questa lacuna. Giovedì 28 novembre, infatti,  il municipio locale ha infatti autorizzato a  larghissima maggioranza lo sviluppo del progetto di un modello di coffee shop da aprire nella zona di Görlitzer Park, nel quartiere Kreuzberg. Scelta non causale visto che il parco è  da anni punto di riferimento per lo spaccio illegale di droga. Nel primo coffe shop tedesco sarà possibile acquistare e consumare liberamente cannabis e i suoi derivati. Come spiega La Stampa, “La politica di divieto degli ultimi decenni è fallita, ha decretato la presidente del municipio, la Verde Monika Herrmann, che per prima aveva rilanciato l’idea nell’arena politica locale: «E’ tempo di pensare a soluzioni inconsuete». E infatti, in questo senso, «ora inizia il lavoro vero e proprio», ha aggiunto il portavoce locale dei Grünen, Jonas Schemmel, secondo quanto riporta il Berliner Zeitung. Un team di esperti, consulenti e abitanti della zona lavorerà alla produzione di una richiesta formale da inviare all’Istituto federale per i medicinali. Che potrebbe consentire la cessione controllata di cannabis. Il tutto, specificano ancora i Verdi, dovrà avere un chiaro carattere di ricerca, con un interesse scientifico. Una sorta di laboratorio per il Paese.”

Piange solo alla fermata del bus con lo zainetto pieno di droga

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Si è messo a piangere disperatamente alla fermata dell’autobus, un bambino di sette anni lasciato solo. Un poliziotto, vedendo il piccolo disperato si è avvicinato per chiedergli cosa fosse accaduto e dove fossero i suoi genitori, ma il piccolo non capiva la lingua. È successo giovedì scorso a Thong Pha Phum, cittadina della provincia centro-occidentale di Kanchanaburi, in Thailandia, vicino al confine con il Myanmar, paese a cui, é stato accertato,appartiene il bimbo. Così il poliziotto spera di trovare qualcosa che possa identificare il piccolo o i genitori nello zainetto che il bimbo ha sulle spalle. Così il poliziotto apre lo zaino e scopre due barattoli di borotalco riempiti di quasi diecimila pillole di metanfetamine. Un corriere della droga a sette anni, solo in un paese di cui non capisce la lingua.  Il piccolo ha fatto capire all’agente di essere stato lasciato lì da uno “zio”. “È la prima volta che i trafficanti utilizzano un bambino come corriere”, ha commentato il capo della polizia del locale distretto. Le metanfetamine vengono prodotte da laboratori clandestini birmani.

Il traffico internazionale di droga che utilizza i corrieri “galline”

galline-droga-tuttacronacaEnormi quantità di stupefacenti raggiungevano il nostro Paese tramite delle “galline”. Erano così chiamate, infatti, delle prostitute dominicane che ingoiavano fino a un chilo a testa di ovuli pieni di droga. Il traffico partiva dalla Repubblica Dominicana per poi attraversare la Spagna e giungere in Italia grazie all’impiego di questi corrieri, reclutati da una donna italiana. La Dda di Firenze e i carabinieri di Poggibonsi, in provincia di Siena, con l’operazione Drug Express hanno potuto ricostruire le tratte del traffico ed eseguire, oggi, 22 misure di custodia cautelare in carcere su 31 ordinanze emesse dal gip, tra cui 4 mandati di arresto europeo. Nel corso di una conferenza stampa, è stato spiegato che proprio il comune Senese sarebbe stato la base per lo smercio in Italia della droga. L’organizzazione, composta da dominicani, italiani e nigeriani, aveva con ramificazioni in Spagna anche in Svizzera mentre la droga veniva smerciata, oltre che in questi stati e nel nostro Paese, anche in Grecia. Per quel che riguarda i corrieri, sarebbero state proprio le prostitute dominicane, età tra i 30 e i 40 anni, nelle intercettazioni definite ”galline” perché ingoiavano gli ovuli. L’operazione ha portato al sequestro di oltre 3 kg di cocaina (300mila euro il valore), altrettanti di marijuana, 415 grammi di hashish, 6.250 euro in contanti e ricevute di money transfer per 200mila euro trovati a Parma nell’abitazione di una italiana di 36 anni che si sarebbe occupata anche di reclutare le prostitute.

L’incidente sulla Palermo-Sciacca: il conducente sotto effetto di alcool e droga

incidente-sciacca-tuttacronacaSi era puntato il dito contro la pericolosità della Palermo-Sciacca, dove dall’inizio dell’anno sono morte 12 persone, dopo il terribile incidente che ieri ha provocato la morte di due anziani e di quasi tutti i componenti di una famiglia. Le vittime sono due coniugi che viaggiavano su una Fiat Punto, Maria Ciaccio, 71 anni, e Rosario Lo Re, 73, e i familiari di Giovanni Titone, alla guida dell’altra auto, il figlio minore Alberto, 2 anni, la moglie Maria Luisa Mergola, 25, la madre di Titone, Rosa Pilo di 51 anni. Si era parlato di una manovra azzardata di Titone, ma la realtà che emerge ora dipinge un quadro diverso. Il conducente della Ford Focus, attualmente in coma, è stato sottoposto ieri ai primi esami medici nell’ospedale di Villa Sofia e ne è emerso che si trovava sotto l’effetto di alcol e droga al momento dell’incidente. Mentre il figlio di 4 anni dell’uomo, Vito, è sopravvissuto alla strage ed è sotto choc, le indagini si spostano sulla pericolosità della guida di Titone, che al momento non può essere ascoltato. Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Annamaria Picozzi riportava l’ipotesi di reato di omicidio colposo ma fino a questa mattina era contro ignoti ma presto sarà scritto il nome dell’uomo, pregiudicato per spaccio di stupefacenti e altri reati.

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Quando il pusher denuncia i poliziotti

poliziotti-tuttacronacaSono finiti in manette tre agenti della Polfer di Lambrate con l’accusa di associazione per delinquere, peculato e detenzione e spaccio di stupefacenti: avrebbero effettuato una serie di blitz fuori dalle regole portando via soldi e droga ad alcuni immigrati. Già lo scorso 18 luglio i tre, assieme ad altri due colleghi, erano stati perquisiti per dei blitz ai danni di piccoli spacciatori e ora, dopo che il gip di Milano Manuela Scudieri ha accolto le le richieste di custodia cautelare del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e del pm Paolo Filippini che hanno coordinato le indagini, sono finiti in carcere. Gli altri due agenti sono al momento indagati. Stando all’accusa, avrebbero effettuato diversi blitz nell’arco di un anno senza verbalizzare oppure scrivendo il falso negli atti. Durante le perquisizioni, gli investigatori avrebbero in seguito trovato altro denaro e altra droga. Grazie all’esito delle perquisizioni, lo scorso 25 ottobre la Corte di Appello del capoluogo lombardo ha assolto un marocchino “incastrato” da quegli stessi poliziotti e accusato di spaccio di quasi mezzo chilo di eroina. Il procedimento penale a carico dei poliziotti era nato a seguito proprio della denuncia del marocchino a cui se ne sono aggiunte molte altre da parte di altri immigrati.

Vendesi casa. Con serra per marijuana inclusa!

vendesi-piantagione-marijuana-tuttacronacaGaffe in Inghilterra! Rightmove.co.uk è un sito dedicato alla vendita e all’affitto di proprietà in Gran Bretagna. E proprio qui era possibile acquistare una casa a Bristol per 130mila sterline, circa 154mila euro. Due stanze con terrazzo e giardino. Ma, soprattutto, con i resti di una coltivazione di marijuana. Almeno stando a quanto appariva da una delle foto pubblicate. L’immagine è poi stata rimossa ma quello scatto che riprende una serra per cannabis smantellata, oltre ad essere comparsa in Facebook e Twitter, era stata ripresa anche dal Telegraph.

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Squarciato il velo sulla prostituzione minorile? Baby squillo alcova al Pigneto

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Vittime di un’organizzazione che voleva solo sfruttarle, renderle schiave e zittirle con i soldi in tasca. Ora i presunti sfruttatori delle ragazzine di 14 e 15 anni sono in carcere ma seguitano a negare le loro responsabilità. La madre della ragazzina di 14 anni si difende e dichiara solo un difficile rapporto con la figlia: «Ho due figli, il loro padre è stato completamente assente dopo la separazione. Non ci ha aiutato in nessun modo. Io ho avuto difficoltà nella gestione dei ragazzi, specie con Andrea (il nome è di fantasia)». Perché il fratello di Agnese, 14 anni, ha dei problemi sin dalla nascita. «Agnese, sin dal IV ginnasio ha cominciato ad avere atteggiamenti aggressivi. Anche per lei avevo chiesto supporto alla Asl Roma B. Agnese si vergognava della nostra condizione economica e diceva di odiare il fratello perché attribuiva a lui l’origine di tutti i nostri problemi economici». E ancora: «Agnese voleva uscire anche durante la settimana non solo il sabato. Avevamo spesso degli alterchi, ho chiamato due volte i carabinieri». Poi la mamma finita in manette ha raccontato al gip come non volesse che sua figlia frequentasse la compagna più grande, quella che secondo la procura l’avrebbe coinvolta nel giro di prostituzione: «Non volevo Angela (il nome è di fantasia) in casa mia, perché è ineducata vestiva in modo non adeguato alla sua età. È sguaiata». Eppure la mamma dell’altra ragazzina, la donna che ha fatto partire l’inchiesta dopo avere trovato i soldi nella borsa di sua figlia e ricevuto lettere anonime, aveva capito che qualcosa non andava. Ai carabinieri ha consegnato 40 pagine di messaggi telefonici e corrispondenza Whatsapp di Angela. E quelle conversazioni lasciano pochi margini ai dubbi. «La mamma di Angela – ha detto a verbale la donna – venne un giorno da me e disse che le ragazze facevano cose strane. Venne d’estate, pensavo si riferisse ai tatuaggi oppure la fatto che bevessero. Agnese mi rassicurò sul fatto che non facevano nulla di strano, mi disse che aveva trovato un lavoretto in un bar. Quando tornava a casa con delle nuove scarpe mi diceva che gliele avevano regalate le amiche perché loro potevano permettersele». Poi replica all’accusa più terribile. Quella di avere preso soldi dalla figlia e di averla indotta a prostituirsi: «Non ho preso soldi da mia figlia. Nulla sapevo di appuntamenti. Non ho saputo gestire questa situazione. Non ho denunciato perché non sapevo con chi aveva a che fare mia figlia e avevo paura per lei. Non sapevo chi dovevo denunciare». Poi conclude: «Bene, sono contenta che è successa questa cosa: la volevo fermare in tutti i modi. La donna fornisce anche il nome dello psicologo della Asl che segue il figlio più piccolo e al quale si era rivolta.

Ma anche Mirko Ieni, uno degli uomini che guadagnava vendendo le due adolescenti, si è difeso: «Io mi prostituisco – a detto Ieni davanti al gip – le cose partivano da Nunzio (Nunzio Pizzacalla, l’altro presunto complice  finito anche lui in manette, ndr), io forse davo una mano. Io mi prostituivo, non ho mai dato la droga alle ragazze». Poi ha tentato di ricostruire: «Le ragazze le ho conosciute in un ambiente notturno, loro facevano tardi la notte. Non sapevo la loro età. La più grande mi aveva detto che si era iscritta all’università. Anch’io mi prostituivo, c’era una complicità amichevole fra tutti quanti. Non ho mai avuto rapporti sessuali con loro, gli lasciavo casa mia perché mi fidavo. Gli lasciavo anche le chiavi. Stavano sempre in giro con il taxi, non ho mai forzato nessuno. Non ho mai minacciato nessuno. Se c’era il discorso da fare insieme prendevo qualcosa. Ma non sapevo che era minore. Eravamo complici, amici, ma non sapevo che erano minorenni. Mettevo gli annunci e rispondevo a ipotetici clienti. Ma era nata una bella amicizia fra noi e non ho mai chiesto una foto alle ragazze, nulla so del materiale pedo-pornografico. Non mi sarei mai permesso».

Ieni non ha potuto smentire però quegli sms riportati nell’ordinanza, in quelle occasioni diceva con chiarezza di volere sfruttare le ragazzine guadagnando fino a 600 euro al giorno: «Se non le sfrutto ora non le sfrutto più».

In una conversazione intercettata dagli investigatori, uno degli arrestati parla con una donna ancora da identificare. I due parlano di case da trovare per poterci fare andare le ragazze, e non solo le minorenni. La sconosciuta dice: «Ci sta pure l’amichetta mia che ha le case, ha uno dell’agenzia che ha un sacco di appartamenti al centro buone per lavorare però non so…». Per gli investigatori è chiaro che la donna sta parlando di cifre da pagare per un appartamento. Dice, «Ho il numero del Pigneto», la cifra è di 40 euro. Alla fine, si legge nell’ordinanza, si capisce che l’uomo concorda l’affitto dell’appartamento. I due si mettono d’accordo sul prezzo. L’uomo ha fretta di avere la casa a disposizione, ne ha bisogno subito. Poi l’uomo si mette d’accordo con le studentesse, dice che passerà a prenderle lui, probabilmente all’uscita da scuola. Le minorenni erano finite in un giro troppo più grande di loro, «volevamo uscirne», hanno detto agli inquirenti, «all’inizio era un gioco, ma poi volevamo starne fuori, però ormai era difficile».

Intanto vengono diffusi i dati sulla prostituzione minorile in Italia: secondo un’indagine qualitativa di Save the Children, nel 2010 il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori è rimasto nel complesso stabile rispetto all’anno precedente, ma per quanto riguarda i circuiti indoor si è invece registrato un incremento. Secondo le stime, in Italia la baby squillo ha quasi sempre un «volto» straniero: molte minorenni rumene e nigeriane, di età prevalente tra 16 e 18 anni, meno spesso tra 14 e 16 anni. Il sommerso, però, riguarda soprattutto la prostituzione al chiuso (indoor) che rimane sconosciuta e incommensurabile. Come il caso delle baby prostitute romane. Secondo le testimonianze le ragazzine vengono sfruttate sia in appartamenti privati che in locali pubblici, come night club, e centri massaggi. La collocazione al chiuso, tuttavia, rende invisibili anche le persone e le loro condizioni, riducendo le possibilità di intervento degli operatori, di accesso ai servizi e di opportunità di aiuto. Rispetto all’età, l’indagine ha confermato che la maggior parte delle ragazze vittime di sfruttamento sessuale ha un’età compresa tra i 16 e i 18 anni. Tuttavia, in Calabria, nelle Marche e Abruzzo, in Veneto, Campania e Lazio è stata riportata anche la presenza di ragazze tra i 14 e i 16 anni. E proprio in questi casi, difficilmente si prostituiscono in strada. Quasi nessuna, tra l’altro, si dichiara minore, soprattutto durante i primi incontri con gli operatori sociali, probabilmente per paura e in seguito agli ordini ricevuti dagli sfruttatori.

Ma quale movida? Solo degrado a Trastevere, il cuore di Roma dilaniato

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Ma quale movida? Ma quale quartiere caratteristico? Solo cibo, spesso e volentieri a basso costo e di pessima qualità, levate le poche eccezioni e tanto chiasso, frastuono e risse. Per i residenti la vita è impossibile e se provano solo a ribellarsi, come racconta il messaggero, ecco cosa accade:

Lorenzo Fedele abita a lungotevere Raffaello Sanzio da sei anni e più o meno da quando si è trasferito da sua madre, anziana e con problemi di salute, combatte la sua «inutile guerra» contro la movida incivile di Trastevere. Denunce a polizia e carabinieri, solleciti, querele, esposti per inquinamento ambientale al comune di Roma e all’Arpa Lazio contro un locale che spara musica a tutti decibel. Senza che nulla abbia mai cambiato le cose. Mercoledì sera alle 2.30, «svegliato di soprassalto dalle solite urla, dal rumore di vetri rotti a terra, da fischi e petardi», queste notti ha deciso di documentarle. E ha videoregistrato, cellulare alla mano, tre minuti di insulti e minacce contro l’inquilino di un palazzo che si era affacciato alla finestra reclamando semplicemente, vista l’ora, il diritto di poter dormire.

Ma vanno bene le cose in altre zone del quartiere? Sembra proprio di no, visto che ancora Il Messaggero denuncia:

Via del Politeama a quell’ora è stracolma di gente. Saranno almeno una ventina, sono tutti giovanissimi, escono da un locale molto noto in quella strada. Un ragazzo, visibilmente alticcio, alza gli occhi verso la finestra del palazzo, lancia una bottiglia in aria che vola a terra in mille pezzi. Il coro degli amici lo incita. «Scemo, – urla rivolgendosi all’inquilino affacciato alla finestra- cambia casa». Fischi, parolacce, scoppia pure qualche petardo. «Scendi che ti gonfio di botte, scendi se hai le palle. A deficente ti spacco la faccia» e giù ancora minacce, bestemmie, insulti.

Il giovane continua a sbraitare, poi dopo qualche minuto si avvicina un uomo, prova a calmarlo, il ragazzo bestemmiando se ne va. Ma ne è sicuro, non finisce lì. «Ecco questo è quello che noi residenti siamo costretti a vivere ogni notte», dice sconfortato il signor Fedele. «Questa non è movida, ma inciviltà. Io a casa mia sono un prigioniero, un ostaggio. Perché gli atti di vandalismo in questo quartiere sono davvero all’ordine del giorno. Di notte in Via del Politeama, come a piazza Trilussa e in molti vicoli del rione ci sono coppie di giovani ben vestiti che fanno sesso, ragazzi che collassano e vengono portati via in ambulanza, gente ubriaca che si stende in mezzo alla strada, cumuli di immondizia dei locali e del forno. L’unica cosa che non si vede mai sono le forze dell’ordine».

«Qui bisogna che tutti capiscano che il centro storico è abitato da persone vere, in carne e ossa, che la mattina si svegliano presto per andare a lavorare. È assurdo che si consenta di utilizzare amplificatori e percussioni fino a tarda sera, che si consenta tutto questo. Ho consegnato il video ai miei avvocati che oltre alle minacce, alle ingiurie, al getto pericoloso di cose ed al danneggiamento, sostengono che ci sia una vera e propria violenza privata perché quelle persone ci hanno costretto a rimanere in casa e a tollerare cori ingiuriosi sotto la minaccia di conseguenze fisiche. E non escludo di inviare queste immagini anche al Questore e al Prefetto. Non smetterò di denunciare quello che noi residenti siamo costretti a sopportare tutte le notti. Perché amo questa città e questo quartiere. Perché questo rione sta morendo, travolto da fiumi di alcol e droga. E non possiamo permetterlo».

E’ solo degrado, inquinamento acustico e ambientale e risse… dove sono le istituzioni? Tutte troppo impegnate a pedonalizzare i fori?  

I clienti delle prostitute le aspettavano all’uscita da scuola

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Le compagne di classe delle baby-prostitute avrebbero raccontato che i clienti sarebbero venuti a prendere le ragazze all’uscita da scuola, in uno dei licei classici più prestigiosi della Capitale. Il Corriere della Sera ricostruisce così:

“La fila di microcar arriva fino in fondo alla strada. Ci sono anche quelle in divieto di sosta. A bordo ragazzine che parlano al telefonino e aspettano le amiche all’uscita da scuola. «Ti ricordi? È quella che girava sempre con le minigonne e le magliette scollate…». Il passaparola va avanti da due giorni. E non accenna a fermarsi nemmeno davanti al portone del liceo classico a due passi dal centro, uno degli istituti della Roma bene, qualche mese fa già finito in un’altra indagine. Allora fu bullismo, oggi prostituzione. Le ex compagne di scuola delle due baby squillo nell’occhio del ciclone si ricordano bene di loro. «Appariscenti, si vedeva che amavano mettersi in mostra: vestiti firmati, molto sexy, insomma si notavano», racconta un’alunna del ginnasio. Lei, come le amiche che fanno capannello alla fine delle lezioni, indossa jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. «Ecco, erano l’esatto contrario», tiene a sottolineare. «Con noi parlavano poco, era chiaro che avevano dei segreti. Amiche? Beh, forse fino a un certo punto. Poi le cose sono cambiate. Il loro giro era un altro e l’avevamo capito: avevano i soldi, altro che paghette settimanali, e poi le venivano a prendere dei ragazzi molto più grandi». Forse erano clienti.
A 14 anni «un trentenne è un vecchio, qualcuno anche con la barba. Era chiaro che frequentassero gente diversa. Ma fino a questo punto proprio non potevamo immaginarlo — dice un’altra fuggendo via —. Una non la vediamo da un anno, ci hanno detto che ha mollato gli studi. L’altra invece l’hanno iscritta in un’altra scuola, qui vicino. Ma anche lì non è che si veda spesso».
[…] «Sempre truccate, un po’ eccessivo per stare sui banchi. E poi i tatuaggi, il modo di parlare già da grandi, così diverso da noi. Fumavano, questo sì, sempre con la sigaretta in mano. Certo, poverette, per quanto grave quello che è successo non è giusto che siano finite in questo casino».

Ora l’indagine si amplia e si teme che il fenomeno, sviluppatosi tramite internet e WhatsApp, potrebbe essere esteso ad altre regioni italiane e riguardare altre ragazze, anche minorenni come le due baby squillo dei Parioli.

  

Sms shock delle baby prostitute “E’ un brutto panzone ciccione, levagli due piotte”

babysquillo-tuttacronaca-parioliUna madre aveva fatto scattare l’inchiesta a maggio dopo aver scoperto che la figlia si prostituiva e tirava cocaina. I militari mettono sotto controllo i cellulari della 14enne e di un’amica che ha compiuto ieri 16 anni arrivando a scoprire chi frequentano. Tre uomini conosciuti su Facebook: Nuzio Pizzacalla, un militare dell’esercito, Mirko Ieni, giovane disoccupato, e Riccardo Sbarra, un commercialista. Le liceali sanno quello che fanno, mandano foto e video intimi che i loro amici postano in rete. Nonostate i tre non facciano parte di un’organizzazione, secondo le accuse ognuno di loro sfruttava le minorenni procurando i clienti. Mirko Ienni trova un monolocale in affitto ai Parioli. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta le ragazze con i soldi guadagnati compravano droga e vestiti. Come ricostruisce il Messaggero,  il quarto uomo finito in carcere è un commerciante di 29 anni, Mario Michael De Quattro, il giovane aveva filmato i suoi incontri con una delle ragazze e pretendeva 1.500 euro per non postare tutto sui siti. Intanto l’indagine prosegue, ci sono altri cinque indagati che giurano che non sapevano di avere rapporti sessuali con due minori, ma per gli inquirenti “scambiare una quattordicenne per una ventenne è inverosimile”. Eppure è quanto il commercialista dichiara, ripetendo che non era a conoscenza che le due ragazzine del Parioli fossero minorenni. Anche la madre di una delle due ragazzine è finita in manette: la barista incitava la figlia ad andare con gli uomini e prendeva una parte dei soldi così guadagnati dalla figlia. Le minorenni avevano caricato le loro foto osè sul sito di annunci Bakeka Incontri e anche su Facebook si lasciavano andare a commenti più espliciti sul sesso e sul tipo di vita che conducevano. Da quanto emerso, le forze dell’ordine hanno intercettato delle comunicazioni tra le due ragazzine e gli uomini. “Mimmi ne abbiamo fatto uno solo”, digita una delle minorenni. “Vi ha dato 300 euro, ok, ci vediamo domani”, risponde Mirko Ieni e aggiunge “Questo vi vuole offrire una vacanza a Cannes di cinque giorni, ho chiesto mille euro al giorno, lui cinquecento, trovate voi una via di mezzo”. E ancora: “Stellina quello con lo Smart di ieri vuole lo stesso trattamento, vieni da me”. Nello scambio di messaggi, le due contrattavano il pagamento: “400” risposta: “sono troppi”. Non solo, venivano indirizzate sui costi della prestazione: “Questo è un brutto panzone ciccione, levagli due piotte”. Poi i rimproveri per i ritardi rispetto agli appuntamenti procacciati: “Ti devi sbrigare, ti fai venire a prendere e vieni qua, altrimenti con me hai chiuso. Micia io ci lavoro con questa roba, siete poco precise: adesso devi farti questo, ha staccato dal lavoro, ci porta duecentocinquanta euro, di cui una piotta e mezza è mia perché la casa la sto pagando io, vieni, te lo fai e te ne vai”. Ma c’è anche dell’altro, Nunzio Pizzicalla ad esempio chiedeva “un po’ di foto sexy, anche con il seno di fuori” e ordina di fargli sapere, a ogni incontro, tempi e soldi della prestazione. Se poi una ragazzina non riusciva a rispettare tutti gli appuntamenti: “Non so se per te è un gioco, ma oggi ti dovevi fare una persona, ti ha chiamata, ma tu stavi dormendo”. Ieni, durante una conversazione telefonica, si è anche vantato della sua “attività”: “Mi fanno guadagnare seicento euro al giorno”.

Cinque italiani facevano prostituire due ragazzine di 14 e 15 anni

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Due ragazzine italiane di 14 e 15 anni adescate su Facebook venivano sfruttate da cinque italiani che le facevano prostituire nel pomeriggio, quando uscivano da scuola. Il Nucleo Investigativo di Roma ha arrestato la banda e ha scoperto le ragazzine utilizzavano talvolta i loro guadagni per acquistare droga.

Com’è diventato evasore Maradona? Lo spiega l’avvocato

diego-armando-maradona-fisco-tuttacronacaEra il 1991 quando Corrado Ferlaino diede mandato allo studio legale-tributario Manfredonia perchè si occupasse del contenzioso tributario dei calciatori del Napoli, delle ingiunzioni del Fisco di pagare le tasse. Come ricostruisce il Messaggero, non ci sono solo le cartelle esattoriali, milionarie all’epoca, del Fisco, ma c’è anche una sentenza della giustizia tributaria. I giudici decidono: “dovete pagare” e società e calciatori si rivolgono allo studio, sia Ferlaino che singoli calciatori Careca, Alemao (difesi anche dall’avvocato Aldo Algani) e Maradona. Tutti firmano il mandato ai difensori tranne uno: el Pide de Oro. Si svolge il processo tributario di appello e la commissione dà ragione al club e ai calciatori. A questo punto sia il Napoli che Careca firmano il condono fiscale, mettendo fine a qualsiasi questione con il fisco. Alemao a gennaio scorso vince anche alla “Cassazione” tributaria, terzo grado di giudizio. Gli avvocati Manfredonia, Manfredi, con il padre Carlo, ricordano la vicenda: “Molto bene. Gli accertamenti nei confronti dei tre calciatori del Napoli e del club furono la conseguenza di una verifica generale dell’Erario. L’ispettorato, precorrendo i tempi perché non c’era una normativa specifica, presunse che il Napoli, pagando ad una società estera emolumenti per lo sfruttamento dei diritti d’immagine dei calciatori, evadeva il Fisco, o integrava, a ‘nero’, lo stipendio già corrisposto ai giocatori. In primo grado la sentenza fu negativa per gli atleti e per il Napoli”.

La droga “sexy”… marijuana nelle calze da donna

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Non sapendo dove nascondere la marijuana alcuni trafficanti di droga hanno pensato bene di imbottire di “erba” le calze da donna. Il carico però è stato bloccato dalla guardia di Finanza di Ancona, in collaborazione don l’Agenzia delle Dogane che ha fermato un’auto appena sbarcata da una motonave proveniente dalla Grecia. Il giovane alla guida di nazionalità albanese, in compagnia di un anziano amico, ha dichiarato di essere in viaggio per Milano. I cani antidroga però hanno fiutato che qualcosa non andava. La Marijuana era stata riposta dentro 11 calze da donna e nascosta all’interno di un’intercapedine ricavata lungo il pianale del mezzo. Sono stati rinvenuti 81 panetti, per un totale di circa 42 chilogrammi di marijuana.  La marijuana, destinata verosimilmente al mercato polacco, avrebbe fruttato al minuto spaccio circa 400.000 euro.

Fabio Volo contro Brunetta a sostegno di Fazio

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Anticipazioni di Libero su Fabio Volo, che rilasciando una dichiarazione al settimanale Chi avrebbe attaccato Brunetta sul comportamento tenuto durante l’intervista di Fazio, secondo il quotidiano:

Fabio Volo, si è lanciato in uno sprint alla Fred Flinstone. Come ha prontamente riportato il settimanale Chi, Volo si sarebbe espresso sul faccia a faccia tra Fabio Fazio e Renato Brunetta durante la trasmissione Che tempo che fa. “Al posto di Fazio, gli avrei tirato una clava, a Brunetta”

L’Italia ha bisogno di una clava o di trasparenza? Rispondiamo violentemente perché, forse con troppa irruenza, da parte del capogruppo Pdl alla Camera si sono chiesti chiarimenti sui compensi dei conduttori della tv pubblica? In ogni modo, clava a parte, speriamo che Volo non si sia riferito anche all’exploit di Maradona… altrimenti la clava pioverebbero anche su Fassina?

“L’ombrello” di Maradona: Vigilanza Rai contro Fazio

maradona-ombrello-fazio-tuttacronacaSalvatore Margiotta (PD), Vice Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, è intervenuto oggi su La7 dove ha dichiarato: “Filmati agghiaccianti ed esempi pessimi” quelli del calciatore, Maradona, “che ospite della tv italiana replica strafottente a Equitalia e del politico, Denis Verdini, che ammette pubblicamente di aver ricevuto pagamenti in nero. Più grave il secondo certo, perché il senso di responsabilità che si chiede a un uomo delle istituzioni è più alto di quello che è tenuto a dimostrare uno sportivo, tra l’altro non italiano.” Riferendosi poi all’accusa che il Codacons ha rivolto alla Rai di pubblicità occulta perchè il presentatore ha parlato della raccolta di dvd dedicata all’ex Napoli, prodotta dalla Radio-Televisione di Stato e curata da Gianni Minà, ha concluso: “Grave è che Fabio Fazio in diretta non abbia obbligato alle scuse l’ex campione, ma la polemica del Codacons proprio non sta in piedi. Un conto è la promozione che si propone all’artista in cambio della partecipazione al programma, un conto il gettone di presenza. Non possiamo perder tempo a fingere che il mercato non abbia delle regole che tutto il mondo rispetta”.

Il biscotto che crea dipendenza… è peggio di una droga!

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Il biscotto più venduto nel XX secolo che vanta 500 miliardi di pezzi acquistati può creare dipendenza. L’Oreo, con due strati circolari sovrapposti di base di cioccolato e uno interno di crema al latte, ora sarebbe sotto accusa perché uno studio ha dimostrato che attiva nel cervello gli stessi centri del piacere attivati dalla cocaina. Per analizzare il biscotto i neuroscienziati del Connecticut College di New London hanno somministrato il “Milk’s Favorite Cookie” ai ratti. Il comportamento delle cavie si è dimostrato identico a quelli trattati con la cocaina.

Gli effetti dell’Oreo sicuramente sono diversi da una droga, ma comunque negativi. Basti pensare solo all’obesità.

“’La nostra ricerca supporta la teoria che i cibi ricchi di grassi e di zuccheri stimolano il cervello nello stesso modo in cui lo fanno le droghe. Gli alimenti ricchi di grassi e zucchero possono essere ancora più pericolosi della cocaina e morfina a causa della loro accessibilità” – spiega Schroeder, che presenterà il suo studio il prossimo mese a San Diego presso la Society for Neuroscience. “Questo potrebbe essere uno dei motivi per il quale le persone hanno difficoltà a stare lontano da loro, contribuendo alla epidemia di obesità. Non ho più toccato un Oreo – ha aggiunto lo scienziato – dopo aver fatto l’esperimento”.

Con conseguenze certo diverse rispetto all’assunzione dello stupefacente, ma comunque negative.

Web e politica alleati… contro il gesto dell’ombrello di Maradona

maradona-ombrello-tuttacronacaE’ stato ospite da Fabio Fazio nella trasmissione Che tempo che fa, in onda ieri sera su Rai 3, Diego Armando Maradona. E la sua lunga intervista, durante la quale l’ex Napoli ha raccontato degli spaccati della sua vita, ha colpito il mondo della politica italiana. Per un unico motivo: l’argentino si è infatti difeso dalle accuse di evasione fiscale, per un totale di 39 milioni di euro. “Non sono mai stato un evasore. Equitalia si occupi di chi ha firmato i contratti. Come Coppola e Ferlaino. Chi ho la fatto oggi può andare in giro in Italia tranquillamente. A me invece tolgono gli orecchini e gli orologi. Ma oggi non ce l’ho con me”. Alle sue parole, ha fatto seguire l’inequivocabile gesto dell’ombrello, rivolto ad Equitalia. “Mi hanno cercato degli sponsor offrendosi di pagare il mio debito per farsi pubblicità, ma io ho rifiutato. Proprio perché non sono un evasore. Voglio la verità e andare fino in fondo”. Il primo a puntare il dito contro Maradona è stato il viceministro dell’Economia Stefano Fassina. Intervenuto nel programma Mix 24, su Radio 24, il dem ha affermato: “E’ un gesto miserabile che va perseguito. Parliamo di 40 milioni di euro, Maradona farebbe bene a rispettare le leggi”. Ma anche la rete si è lamentata del comportamento del Pibe de Oro, bocciando il gesto in Twitter.

Che tempo che fa per Maradona?

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Ospite di Fabio Fazio, Diego Armando Maradona si racconta, sia come uomo che come professionista. Un’intervista a tutto tondo che ha toccato molti aspetti nella vita del campione. Arrivato alle 20.44 in anticipo rispetto agli accordi presi Diego Armando Maradona è sceso dal pickup mano nella mano con la sua compagna Rocio Oliva, vestito in nero e con crocefisso disegnato  sulla parte posteriore della giacca. Era stato lo stesso Fazio a correre nel pomeriggio all’hotel dove alloggiava Maradona, per paura che il campione potesse ripetere la buca che diede a Maurizio Costanzo. Il conduttore di che tempo che fa però era stato rassicurato da quel lungo colloquio con l’ex Pibe de Oro. Nessuna buca da parte del campione che è stato accolto, oltre che da fazio anche da Gianni Minà che ha curato tempo fa anche la collana di dvd per la Gazzetta dello Sport.

Dopo l’intervento della Littizzetto entra in studio e ci tiene a puntualizzare che lui un uomo normale non lo sarà mai. “Tu sai che ho disputato l’80% della mia carriera in Italia, per tutto quello che ho fatto, grazie a Dio, non sarò mai un uomo comune. Vado in vacanza – dice ancora Maradona – in paesi in cui il calcio non è seguito, altrimenti non riuscirei a rilassarmi. Spesso mi capita di incontrare persone che mi dicono di avergli salvato la vita, magari erano inviati in Iraq, c’era la guerra e mostrando una mia foto li hanno lasciati passare. Ma io non ho mai voluto l’esempio di nessuno. Gli unici esempi sono il padre e la madre. Io posso essere da esempio, in parte, sul campo da calcio. Ma finisce lì”.

Diego Armando Maradona è molto diretto anche con il conduttore della trasmissione:  “Tu hai dei nemici, io lo so – dice Maradona a Fabio Fazio -: non sei apprezzato perché dici la verità e in questo paese, come in Argentina, non va bene. Non si può andare controcorrente e questo, invece, mi piace di te”.

Poi parla del suo periodo buio, quello legato alla droga: “Io non ho avuto, grazie a dio, dottori, psicologici perché per questo ci sono dei valori, come l’amore di una figlia che non ti può dare nessuno. La droga è tanto cattiva, difficile da sconfiggere. L’amore e l’affetto delle mie figlie mi hanno salvato. Non mi drogo più da dieci anni”.

e sul numero 10 afferma “Una volta il numero 10 era un simbolo. Ora lo portano anche giocatori qualsiasi… Il gol del secolo? Sapevo che sarei andato in porta. Shilton non ci ha capito niente…” e anche il Boca è uno dei ricordi più cari all’ex giocatore “Io ho sempre voluto giocare nel Boca. Loro non avevano soldi, e mi hanno comprato a cambio di un appartamento, non so bene dove… E uno dei gol più belli resta quello al River nel 1981”. Poi attaca anche i giocatori di oggi, quelli che sembra che giochino per pubblicità o che cambiano maglia facilmente:  “Il giocatore più forte dopo di me?  Ce ne sono stati tanti: Careca, Rijkaard, Gullit, Van Basten, Matthaeus… Io non so se oggi i giocatori sono più forti o meno. A volte sembra giochino per le pubblicità. Cambiano maglia con troppa facilità, un tempo non era così”.

Parla anche dei suoi guai fiscali: “Non sono un evasore e lo dico senza problemi a Equitalia. Si occupino di chi ha firmato i contratti, di Coppola o Ferlaino, che oggi possono girare indisturbati. A me invece tolgono gli orecchini, gli orologi. Oggi però non ce l’ho. Mi hanno cercato degli sponsor offrendosi di pagare il mio debito per farsi pubblicità, io ho rifiutato perché non sono un evasore. Voglio la verità. Chi si fa pubblicità sono quelli di Equitalia che vengono da me. Ma hanno un altro lavoro, il loro lavoro non è Maradona. Io non mi nascondo”.

Ma l’amarezza non è solo per Equitalia ma anche per i suo Napoli dal quale De Laurentiis lo tiene lontano: “Io sulla panchina del Napoli? De Laurentiis non mi vuole” epoi quei mondiali che saranno una magra consolazione per il Brasile:  “I Mondiali saranno un sacrificio grande per la gente: ci sono cose più importanti che il Brasile vinca la Coppa del mondo, non credo che ne abbia bisogno. In Brasile avranno un Mondiale e l’Olimpiade ma per la gente tutto questo avrà un costo molto alto. In Brasile la gente avrebbe bisogno di altre e più cose e non del campionato mondiale. Prima si deve lasciare mangiare le persone, e poi fare questo”. Un’altra battuta, stavolta su quegli Usa che non ha mai amato: “gli americani credono di comandare il mondo, ma noi non siamo americani”.

 

La nuova droga della follia si chiama Ya-Ba, mega operazione a Roma

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L’operazione è stata portata avanti tra venerdì e sabato nei quartieri più a rischio della città: Pigneto, San Lorenzo, Trastevere, Trionfale, Termini e Casilino. E’ in queste zone che si concentra il traffico di stupefacenti e in particolare marijuana, hashish, eroina e cocaina. Il bilancio dell’operazione è di 19 persone arrestate, molti dei quali stranieri, di età compresa tra i 18 e i 54 anni. In particolare è stato però fermato un cittadino del Bangladesh, di 30 anni, nei pressi dell’acquedotto Alessandrino, in zona Tor Pignattara. Il giovane era in possesso di 120 pasticche di “Ya-Ba”.

Lo Ya-Ba è una sostanza simile all’ecstasy, ma l’abuso della sostanza produce comportamenti molto violenti, autolesionisti e a stati allucinatori. Questa metanfetamina porta a gravi e irreparabili disturbi psichici, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “droga della pazzia”. Lo Ya-Ba è molto popolare in Cina.

Quel bunker del boss che assomiglia a un vero rifugio di 007

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La villa del boss era stata sequestrata lo scorso 9 ottobre, ma nessuno poteva immaginare che proprio lì Giuseppe Lombardo noto esponente della ‘ndrangheta aveva costruito un bunker abusivo. Sono stati i carabinieri che ispezionando la villa di Spianate di Altopascio (Lu), hanno scoperto tramite un bagno il passaggio segreto che portava al locale. Un’apertura complessa da individuare in quanto era stata mimetizzata con il rivestimento in ceramica e posta sul retro di un termosifone le cui staffe si sostegno consentivano di azionare l’apertura proprio come in un film di 007, peccato che invece nel rifugio vi era il covo di un boss mafioso e non un attore nella parte del cattivo. Il rifugio era di circa 4 metri  quadri e alto 3 metri. Questo era un nascondiglio sicuro per armi, droga e possibili latitanti. Era infatti munito di prese d’aria, ma anche di corrente elettrica e all’interno si trovavano alcune bottiglie d’acqua, una stufa elettrica, una sedia, un posto sicuro pronto per essere utilizzato da chi ne avesse bisogno.  Il bunker rappresenta il luogo simbolo della criminalità, e solo grazie ad apparecchiature sofisticate è stato possibile rintracciare il nascondiglio, negato anche dai parenti più stretti del boss.

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