Incendio ad Idaho City: un pezzo di Storia degli Usa ridotto in cenere

Le fiamme divampate ad Idaho City alle 2.45 della notte del 5 maggio, le 10.45 di mattina in Italia, hanno distrutto alcuni edifici storici della piccola città dell’Idaho, a circa 58 km dalla capitale, Boise. Forse per noi italiani è difficile comprendere quanta storia possa cancellare il fuoco se si parla di una città fondata nel 1862, ma in una Nazione che sente di non avere un passato, il XIX secolo appartiene a un tempo remoto. Quello che è andato in fumo la scorsa notte, in questa cittadina storica, sono alcuni degli edifici catalogati nei registro dei siti d’interesse nazionale. E con loro tutte le memorie che erano conservate tra quelle travi di legno. Le cinque attività completamente distrutte sono il locale Calamity Jayne’s, da dove si sono propagate le fiamme, il Sarsaparilla Ice Cream Parlor, un negozio di fiori, uno di antichità e un negozio di foto d’epoca, tutti collegati sotto un unico tetto. L’incendio ha riportato in vita vecchi ricordi: l’intera città era stata infatti devastata dal fuoco prima nel 1865 e poi nel 1867. Passando a tempi più recenti, nel 2004 era stato divorato dal fuoco il ristorante Donna’s Place, che sorge dall’altro lato della strada rispetto agli edifici bruciati nella notte. Il locale, ricostruito, ha subito la stessa sorte nel 2010. Skyp Meyers, proprietario dell’attività assieme alla moglie Donna, nelle scorse ore non ha potuto far altro che ricordare la tragedia che li aveva colpiti dimostrando di continuare ad avere speranza nel futuro. “Spero che possano ricostruire e fare la stessa cosa che abbiamo fatto noi, tornare ed essere come la fenice, rinascere dalla cenere ed essere ancora forti”.

Idaho City, con le sue strutture di legno, con la polvere delle sue strade, con le sue lapidi sbrecciate nel vecchio cimitero, ti porta a rivivere tempi lontani, tempi in cui ancora esisteva un Sogno Americano, quello che in tanti hanno potuto realizzare con il loro sudore e la loro determinazione. Ora, nel 2015, quel Sogno sembra non esistere più ma la voglia di continuare a lottare persiste ancora e la si respira in questi piccoli centri. E’ qui che, quando i turisti ripongono le macchine fotografiche e riprendono la strada, gli abitanti del luogo camminano tra i fantasmi dei loro antenati e li aiutano a rivivere trovando in loro la forza per combattere ogni giorno contro le avversità, contro la povertà, contro l’apatia che impedirebbe loro di continuare a cercare il loro Sogno. Forse non quello Americano, ma quello Personale.

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Voleva dare fuoco alla moglie: incendia la palazzina!

incendio-palazzina-tuttacronacaI carabinieri di Bari hanno arrestato il 61enne Antonio Pelino dopo che ha tentato di uccidere la moglie dandole fuoco in casa. La donna, una 50enne, non è grave ma il marito è accusato di tentato omicidio e incendio doloso. Stando a una prima ricostruzione, Petino è uscito da un appartamento al quartiere Japigia, in via La Pira, per recarsi in caserma e raccontare di aver dato fuoco alla moglie. Forse credeva di averla uccisa ma quando i militari sono giunti sul posto, c’erano già i vigili del fuoco, che stavano spegnendo le fiamme, e il personale del 118. La vittima, infatti, era riuscita a mettersi in salvo uscendo di casa ma altri tre inquilini dell’edificio hanno riportato una lieve intossicazione da fumo. Il gesto dell’uomo sarebbe scaturito da un litigio con la moglie per motivi banali. Petino all’improvviso avrebbe cosparso di liquido infiammabile la coperta del letto su cui era la moglie, appiccando il fuoco e andando via da casa. L’appartamento è andato semidistrutto.

Paura nel Siracusano: incendio in una raffineria

incendio-priolo-tuttacronacaErano da poco passate le 18 quando un incendio è divampato nell’impianto power former della raffineria Isab Sud che sorge nella zona industriale di Priolo, nel Siracusano. Le fonti aziendali hanno reso noto che, al momento, non si segnalano feriti. Alcuni testimoni hanno sostenuto che l’incendio, che ha interessato una parte dell’impianto destinato alla lavorazione delle benzine, sarebbe stato preceduto da un “botto”. Le squadre di pronto intervento dei vigili del fuoco aziendali sono subito intervenute sul luogo, dove poco dopo sono giunte anche quelle del comando provincia di Siracusa. Attualmente sono in corso le operazioni di completamento dello spegnimento e di messa in sicurezza. L’impianto nel quale si è verificato l’incendio è stato fermato.

Fiamme al Café de Paris a Roma, dalla Dolce Vita all’ndrangheta

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Nella notte si è sviluppato un incendio, che probabilmente è stato innescato  in uno sgabuzzino sotterraneo, vicino ad uno spogliatoio, che ha provocato danni all’interno del Cafè de Paris a Roma, locale simbolo della “Dolce vita” a via Veneto, ultimamente al centro di un’inchiesta giudiziaria sulla ‘ndrangheta. Tra le possibili cause una sigaretta accesa, ma gli inquirenti devono ancora capire se il rogo ha origine dolosa o si tratta di un incidente.

 

Follia ultrà Napoli: l’attacco alla polizia era stato pianificato

scontri-sanpaolo-tuttacronacaScontri ieri a Napoli, presso lo stadio San Paolo, prima del fischio d’inizio di Napoli Milan. E ora si scopre che l’agguato contro le forze dell’ordine faceva parte di un piano studiato a tavolino e programmato nei minimi dettagli. Gli scontri, quindi, non sono stati casuali. La strategia era stata messa a punto e ha portato a un bilancio pesante: cinque agenti finiti in ospedale e tre mezzi della Polizia danneggiati. A occuparsi delle indagini sono gli uomini della Digos della Questura di Napoli. Nelle prossime ore gli investigatori completeranno l’informativa che verrà spedita al procuratore aggiunto Gianni Melillo, che coordina il pool di pm che indagano sui cosiddetti reati da stadio. Per quel che riguarda i poliziotti feriti: uno di loro è rimasto ustionato dal lancio di un petardo che gli ha incendiato la divisa, un secondo è stato ricoverato per lesioni al timpano dell’orecchio. Una Fiat Punto della polizia è andata completamente distrutta dall’incendio causato dopo il lancio di alcune bombe carta, mentre altri due furgoni risultano seriamente danneggiati. 

Incidenti prima di Napoli-Milan: in fiamme auto della polizia

napoli-milan-polizia-tuttacronacaAnticipo della 23a giornata di campionato tra Napoli e Milan e nelle vicinanze del San Paolo,tra via Barbagallo e Via Terracina, un’auto della polizia ha preso fuoco poco prima del fischio d’inizio a causa degli scontri scoppiati nei pressi dello stadio 30′ minuti prima dell’inizio della sfida. I milanisti sono giunti scortati dalla polizia ma sono stati ugualmente accolti da un lancio di  pietre e petardi a opera di un centinaio di supporter del Napoli incappucciati in attesa all’angolo tra Via Nuova Agnano e via Terracina. La polizia si è frapposta tra le due fazioni per impedire il contatto ed ha effettuato una carica. Come spiega Il Mattino, una Fiat Punto della polizia è stata incendiata da un petardo ed è rimasta semi-distrutta dalle fiamme, spente dai vigili del fuoco. Tre agenti sono rimasti feriti lievemente dal lancio di pietre ed oggetti.

L’ incendio della «Punto» della polizia è stato spento dai vigili del fuoco, ma l’auto è andata distrutta. Le condizioni dei poliziotti rimasti feriti dai lanci di pietre e petardi non sono gravi. Il lancio di pietre e petardi contro la polizia è scattato quando la barriera di agenti del reparto mobile si è frapposta tra i milanisti ed i supporters del Napoli.

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Nell’auto in fiamme, c’è un cadavere!

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Un’auto ha preso fuoco in via Ripuaria, a Licola, sul versante giuglianese confinante con il Comune di Quarto, in provincia di Napoli e una telefonata anonima ha allertato i carabinieri di Giuliano che c’era una Renault Megane in fiamme. Ma quando gli agenti, insieme ai Vigili del Fuoco sono arrivati sul posto hanno costatato che all’interno della vettura vi era un cadavere, probabilmente un uomo con una protesi a una gamba. L’auto era a pochi metri da un locale, il “Blue Moon”.

In fiamme un aliscafo partito da Capri, paura a bordo

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L’aliscafo Zenith della Snav partito da Capri aller 8, 30 si è incendiato a 7 miglia da riva. Un passeggero a bordo racconta al mattino.it: «L’abitacolo si è riempito di fumo, siamo assiepati sul ponte, aspettiamo soccorsi, fate presto». Il focolaio dell’incedio è nelle turbine del motore.

Crolla un palazzo a Buenos Aires, 9 morti e molti feriti

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Un incendio si è sviluppato all’interno dei locali di un magazzino appartiene alla società statunitense Iron Mountain, che si occupa di stoccaggio, documentazione, digitalizzazione e distruzione di archivi cartacei e così molti pompieri erano corsi sul luogo per spegnere le fiamme. Quando una squadra ha tentato di forzare un porta, un muro di 7 metri è crollato travolgendo almeno 9 vigili del fuoco, uccidendoli. Altri soccorritori sono rimasti ferite. Il governo argentino ha già decretato due giorni di lutto nazionale e sospeso l’annuncio della nuova edizione di Futbol para Todos (Calcio per Tutti), il programma di trasmissione del campionato locale nella televisione pubblica.

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Autoerotismo vietato alla finestra: l’uomo non ci sta e incendia il vicinato

piromane-tuttacronacaKenneth Haskins, sfigurato al volto a causa di un colpo partito da un fucile da caccia, ha l’abitudine di masturbarsi davanti alla finestra. Proprio questa sua abitudine ha fatto sì che i vicini si lamentassero giungendo a vietargli di continuare a toccarsi offrendosi alla vista altrui. Per tutta risposta Haskins, che vive in Florida, ha dato fuoco alla sua abitazione e a quella dei vicini che si erano lamentati. Il fatto è avvenuto nel complesso residenziale di Mar Plaza, abitato soprattutto da persone con un basso reddito o disabili. Fortunatamente non ci sono state vittime, ma le persone rimastre senza tetto sono 4. In un prima momento l’uomo, che risiede nel residence da 10 anni, ha negato ogni responsabilità. Dopo ha confessato di aver agito per vendetta.

Dramma del fuoco: uomo muore nel suo appartamento avvolto dalle fiamme

incendio-ostuni-tuttacronacaDramma nel centro storico di Ostuni, in provincia di Brindisi, dove il 47enne Vito Semeraro è morto avvolto dalle fiamme sviluppatesi nel suo appartamento di largo Cattedrale. L’incendio ha avuto origine da una stufa a gas che si trovava nell’abitazione dove da tempo viveva l’uomo. All’arrivo dei soccorritori la vittima era già priva di vita: i sanitari del 118 e i vigili del fuoco hanno trovato all’interno dell’abitazione il cadavere carbonizzato.

Strage di cuccioli nel casertano: fiamme appiccate da ignoti

incendio-allevamento-tuttacronacaIeri la notizia di un rogo nel capannone di un allevamento di cani di razza pregiata ad Aversa, nel Casertano, che ospitava 199 cuccioli, 17 dei quali hanno perso la vita. Per gli investigatori potrebbe trattarsi di un rogo di origine dolosa. Sul posto, oltre ad una scala appoggiata al tetto dei box e che avrebbe consentito l’accesso alla struttura, mai notata dai proprietari, sono state trovate anche alcune polpette, su cui verranno effettuate analisi per stabilire la presenza di veleno; il cibo era destinato probabilmente ai cani da guardia della struttura. Gli investigatori ritengono dunque che c’era qualcuno estraneo all’attività nella tarda serata di venerdì nel perimetro esterno dell’azienda World PetCenter ed è probabile che l’obiettivo fosse quello di distruggere solo il furgone da cui sono divampate le fiamme che però, assieme al fumo, si sono propagate per il vento coinvolgendo anche il capannone che ospitava altri box e le gabbie dei cuccioli di cane.

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Incendio in un allevamento: muoiono 15 cuccioli

allevamento-incendio-tuttacronacaDrammatico incendio in un capannone di 240 metri quadrati appartenente alla società import-export di cani di razza “World PetCenter” di Aversa, in provincia di Caserta, dove si trovavano 200 cuccioli di cane di varie razze. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno accertato che le fiamme si sono sviluppate per cause non ancora verificate, dal furgone di proprietà della stessa società che è andato completamente distrutto, per poi propagarsi alla struttura dove erano custoditi in diversi box 200 cuccioli. 15 cuccioli hanno perso la vita soprattutto per le esalazioni dei fumi mentre gli altri 185 sono stati salvati e ora sono in attesa di una sistemazione. Oltre ai carabinieri e ai vigili del fuoco, sul luogo anche i veterinari dell’Asl di Caserta che stanno curando i cagnolini rimasti intossicati, alcuni dei quali rischiano di morire.  I vigili del fuoco di Caserta intanto sono al lavoro per accertare l’eventuale origine dolosa o accidentale delle fiamme, partite dal furgone usato dai titolari della società per il trasporto dei cani. Dagli accertamenti effettuati non sono inoltre emerse irregolarità a carico dell’azienda.

Tre megayatch in fiamme: incendio al porto di Rapallo

yatch-fiamme-tuttacronacaIncendio al porto turistico Carlo Riva di Rapallo, in provincia di Genova, con i vigili del fuoco impegnati quattro ore per estinguere le fiamme. Il rogo ha distrutto tre megayatch, di 18, 19 e 26 metri, che sono affondate. Si calcolano i danni siano di due milioni di euro. Sembra che l’incendio si sia sprigionato dal Samura, imbarcazione di proprietà dell’industriale del riso Curti Francesco Sempio per poi estendersi agli yacht vicini, il Kikka e il Delfino 4 quest’ultimo di proprietà di Antonio Ligresti.

Panico a Milano: l’auto è in fiamme, la parcheggia… e ne incendia altre due!

auto-bruciate-milano-tuttacronacaPaura in via dei Mille a Milano dove oggi un’auto ha improvvisamente preso fuoco. Il conducente ha così pensato di accostare la vettura per poi uscire rapidamente dall’abitacolo. Le fiamme, a quel punto, hanno però raggiunto anche altre vetture parcheggiate lungo il bordo della strada con il fuoco che ha raggiunto anche alcuni motorini. Nessuno è rimasto ferito, ma il panico non ha mancato di colpire i milanesi.

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La furia del fuoco distrugge un villaggio di 1300 anni in Tibet

incendio-tibet-tuttacronacaUn violentissimo incendio ha distrutto, nella notte, un villaggio tibetano millenario che sorge nello Shangri-La, la provincia cinese dello Yunnan. Oltre cento case sono state polverizzate ma nessuno è rimasto ferito. Ad essere stato raso al suolo il villaggio di Dukezong,  fondato 1.300 anni fa, composto prevalentemente da abitazioni tradizionali tibetane in legno che hanno favorito il rapido propagarsi del rogo. L’agenzia Nuova Cina riporta che oltre 1.000 tra vigili del fuoco e volontari sono intervenuti sul posto. Gli abitanti del villaggio sono stati evacuati, i danni potrebbero ammontare a 12 milioni di euro, stimano le autorità locali. Qualche giorno fa, un altro luogo simbolo della cultura tibetana, l’istituto buddista di Serthar nella provincia di Sichuan, era stato gravemente danneggiato da un incendio.

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Passeggeri in panico: cortocircuito sulla Circumvesuviana

circumvesuviana-tuttacronacaAttimi di paura, in serata, tra i passeggeri a bordo di un treno della Circumvesuviana lungo la linea Nola-Baiano, diretto ad Acerra. Il mezzo, a bordo del quali si trovavano centinaia di persone perchè la corsa precedente era stata soppressa e in tanti avevano atteso la successiva, è andato in tilt a causa di un principio di corto circuito. A generare il guasto sarebbe stato un problema alla trazione ma è stato evitato l’incendio perché è scattato il cosiddetto “extrarapido”, una sorta di salvavita.  Il suo azionamento, tuttavia, provoca un rumore fortissimo che, assieme al fumo, ha spaventato i passeggeri. Il treno non ha potuto proseguire la corsa: i passeggeri sono scesi tutti alla stazione di Pratola Ponte e poi il convoglio è proseguito, vuoto, per il terminal di porta Nolana a Napoli.

Ancora problemi di volo: l’aereo che prende fuoco ad Aspen

aereo-fiamme-aspen-tuttacronacaE’ la stampa locale che, citando lo sceriffo della contea di Pitkin, scrive di un aereo precipitato all’aeroporto di Aspen, località sciistica del Colorado. Si tratterebbe di un velivolo privato che, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe preso fuoco mentre stava atterrando.Alcuni testimoni, tra i quali l’attore Kevin Nealon, hanno fatto sapere via Twitter che i soccorsi sono già sul posto e i pompieri stanno cercando di spegnere le fiamme. E’ il terzo incidente che coinvolge aerei in questi giorni negli Stati Uniti. Ieri un piccolo aereo da turismo si era visto costretto a un atterraggio d’emergenza lungo una superstrada che conduce a New York mentre oggi, sempre nella Grande Mela, l’aeroporto JFK è rimasto chiuso due ore dopo che un aereo Delta era uscito dalla pista finendo nella neve. 

Botti di Capodanno: il petardo che manda in fiamme l’albero a Verona

alberonataleverona-tuttacronacaE’ stato l’utente Youtube Flavy1977 a caricare il video che mostra l’albero di Natale della Bauli andare a fuoco durante la notte di San Silvestro. Con molta probabilità, il rogo in piazza Erbe è stato causato da un petardo lanciato da uno dei giovani che festeggiavano il nuovo anno in piazza. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco.

Incendio ad Assisi: muoiono madre e figlio

vigili-del-fuoco-tuttacronacaSono morti a causa di un incendio divampato attorno alle 2.35 nella loro abitazione ad Assisi una madre di 68 anni e il figlio disabile, un 42enne. Le fiamme sono divampate  nella camera da letto interessando poi anche l’ingresso della casa. A lanciare l’allarme un altro figlio della donna che è riuscito a raggiungere l’abitazione dei vicini per chiedere aiuto. Sul luogo sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori anche quella che il fuoco sia stato innescato da una sigaretta accesa, estendendosi rapidamente al materasso e ad alcuni libri. Le cause devono però essere ancora chiarite e non si escludono altre possibilità. Madre e figlio, che erano in pigiama, sono stati trovati dai vigili del fuoco in cucina dove avevano cercato probabilmente di rifugiarsi.

Tempesta di Natale: il fulmine che manda in fiamme il Santuario

fulmine-chiesa-tuttacronacaContinua a infuriare la Tempesta di Natale che ha sferzato con la sua potenza l’Europa del Nord continua la sua corsa e ha colpito anche una delle tappe-simbolo del cammino di Santiago di Compostela. Si tratta del Santuario alla Vergine della Barca a Muxia, che è stato colpito da un fulmine e distrutto dalle fiamme.

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Il dramma del lavoro: il giovane che perde il posto e si dà fuoco

uomo_si_d_fuoco-tuttacronacaHa riportato ferite gravissime un giovane di 28 anni di Potenza, che si è recato in una casa di campagna di proprietà della sua famiglia, che sorge a pochi chilometri dal capoluogo lucano, dove si è dato alle fiamme. Il ragazzo, probabilmente, era disperato per aver perso il posto di lavoro. In seguito è stato trasportato al Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli.

L’estetista uccisa nel Barese: una lettera con l’identikit del killer

bruna-bovino-tuttacronacaPotrebbe avere un volto l’assassino dell’estetista italo-brasiliana uccisa il 12 dicembre scorso all’interno dell’Arwen, in suo centro estetico a Mola di Bari. Alla redazione di un settimanale locale, infatti, è stata recapitata una lettera anonima contenente l’identikit dell’assassino, che è stato in seguito acquisito dai carabinieri. Da un nuovo sopralluogo nel centro estetico, i militari dell’arma hanno inoltre sequestrato altre due schede sim, oltre a quella già trovate nei sopralluoghi immediatamente successivi al delitto.  L’ipotesi degli investigatori è che l’assassino abbia rimosso le schede dai telefoni lasciandole nel locale prima di portarsi via i telefoni che, probabilmente, contenevano messaggi utili alla sua identificazione. Questo avvalorerebbe l’ipotesi che la vittima, la 29enne Bruna Bovino, conosceva l’omicida.

Bruna Bovino: l’autopsia conferma l’omicidio

brasiliana-morta_bari-tuttacronacaSi è svolta oggi l’autopsia sul corpo di Bruna Bovino, l’estetita trovata morta all’interno del suo centro estetico, Arwen di Mola di Bari, il 12 dicembre scorso. Al termine dell’esame, durato sei ore e compiuto dal professor Francesco Introna dell’istituto di medicina legale dell’università di Bari, è stata confermata la tesi dell’omicidio. Oltre alle lesioni lasciate dalle fiamme, sul corpo della vittima sono stati trovati numerosi segni di percosse e lesioni sul collo. Sulla natura e sul numero delle lesioni , tuttavia, gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo. Il corpo della giovane mamma era stato trovato una volta spente le fiamme che erano divampate all’interno dell’istituto di belle e che non si esclude siano state appiccate anche per cancellare le tracce dell’autore del delitto e per rendere più complicato il lavoro degli inquirenti. Quello che resta ancora da stabilire è se la Bovino fosse viva quando l’assassino ha dato fuoco alla stanza dove si è consumato l’omicidio. All’esame hanno assistito l’avvocato della famiglia della donna, Massimiliano Carbonara, e il consulente di parte, Vito Borraccia.

Il travagliato viaggio della fiamma olimpica: tedoforo stroncato da un infarto!

tedoforo-infarto-tuttacronacaIl 7 febbraio si apriranno a Sochi, in Russia, i Giochi Invernali 2014 e nel frattempo la torcia olimpica prosegue il suo viaggio. Percorso caratterizzato da una serie di inconvenienti tecnici. Ma non solo la fiamma si è già spenta oltre 40 volte e un atleta, il 29 novembre ad Abakan, aveva visto la manica del suo giaccone prendere fuoco, ora la notizia che arriva è delle più drammatiche: un tedoforo di 73 anni è morto per un infarto mentre attraversava il centro di Kurgan, nella Siberia sud-occidentale. Roman Osin, portavoce della staffetta a cinque cerchi, ha riferito che la vittima è Vadim Gorbenko, direttore di un centro sportivo e allenatore della fortissima squadra russa di lotta greco-romana. L’uomo si è sentito male dopo aver percorso appena 150 metri ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove è riuscito a salutare il figlio un’ultima volta prima che il suo cuore cedesse definitivamente.

La massaggiatrice brasiliana uccisa a Mola di Bari: indagini sugli ex

bruna-bovino-tuttacronacaSembra non ci siano più molti dubbi, Bruna Bovino, la 29enne brasiliana trovata morta all’interno del suo centro benessere a Mola di Bari con il corpo parzialmente carbonizzato, sarebbe stata uccisa. Gli inquirenti della procura di Bari sono al lavoro su questa ipotesi e al centro dei sospetti ci sono gli ex della ragazza. Fatto che spiegherebbe anche la scomparsa del cellulare della vittima. L’indagine punta sulla vita privata della donna che da meno di un mese si era trasferita nel paese dove aveva aperto il centro estetico “Arwen” di via Vitulli. Come scrive Repubblica: “Deve esserci stata prima una violenta colluttazione. Poi il killer ha colpito alla testa la giovane estetista, forse con uno sgabello o con un tavolino presente nel centro massaggi, e ha appiccato l’incendio avvolgendo il corpo della donna in una tendina. Sulle pareti e sul pavimento, hanno confermato i rilievi della sezione investigazioni scientifiche, c’erano macchie di sangue anche se diluite dall’acqua usata dai vigili del fuoco per spegnere il rogo.” Insomma, il suo assassino la conosceva. Ricostruisce ancora il quotidiano:

Bruna Bovino aveva sempre vissuto a Polignano a Mare ma aveva deciso di lasciarsi alle spalle il passato e di ricominciare. In un paese nuovo e in una casa nuova. Abitava in via D’Alba, a pochi isolati dalla piazza principale di Mola di Bari, da sola ma, raccontano i vicini, era spesso in compagnia di un uomo. E, proprio di recente, qualcuno l’aveva sentita discutere animatamente al telefono. I carabinieri sono stati in casa della donna e hanno acquisito alcuni effetti personali che potrebbero aiutare a dare un nome all’assassino.

Al vaglio della procura ci sono anche i tabulati telefonici per capire se aveva appuntamento con qualcuno al centro massaggi. Amici e parenti sono stati ascoltati. L’ex fidanzato, che “era molto geloso” dicono in paese, ha raccontato di essere stato con Bruna fino alle due e mezza del pomeriggio e di essere poi andato via. L’ex marito venerdì sera ha lasciato davanti alla saracinesca del locale un mazzo di fiori con un bigliettino: “Per una stella che non c’è più Bruna sei nel mio cuore”. I carabinieri hanno acquisito quel biglietto.

La donna, due figli di 10 e di 2 anni avuti da due diversi uomini, aveva interrotto da poco una relazione, ma forse frequentava un’altra persona. È tutto il circuito relazionale della 29enne ad essere sotto la lente di ingrandimento degli investigatori. Bruna inoltre il 25 febbraio prossimo avrebbe dovuto testimoniare in aula nel processo in cui si era costituita parte civile nei confronti del suo ex datore di lavoro, il titolare di un centro massaggi di Triggiano dove aveva lavorato fino all’aprile 2011, accusato di induzione e favoreggiamento della prostituzione. A proposito di vicende legali, la 29enne in passato aveva avuto problemi con un suo ex. “C’è un momento giusto per ogni cosa: per agire, per andarsene, per tornare” è uno degli ultimi post della giovane estetista su Facebook. E ancora. “Sarebbe tutto più facile se la gente si parlasse se mettesse da parte l’orgoglio e la piantasse di ingoiare parole. Dev’esserci ancora qualcuno in grado di spingerti contro uno schifoso muro e dirtelo. Ti amo. Ti odio. Guardami”.

Domani avrà luogo l’autopsia, che si terrà nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari. A effettuarla, il professor Francesco Introna. Lo scopo è chiarire le cause della morte e dare una parola definitiva sul fatto che si tratti di un omicidio e non di un incidente.

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Il misterioso incendio all’ospedale Cardarelli

incendio-cardarelli-tuttacronacaFiamme ieri sera all’ospedale Cardarelli di Napoli dove un incendio è divampato intorno alle 20.30, lontano dai reparti di degenza: a fuoco cartoni, materassino e altri oggetti. E’ stata una guardia giurata a lanciare l’allarme e che, dopo aver raggiunto l’ultimo piano del padiglione F, ha anche spento le fiamme con un estintore. La polizia è giunta sul posto per per eseguire i rilievi e avviare le indagini. Nella palazzina si trovano diversi uffici e servizi, tra questi direzione sanitaria e quella infermieristica, odontostomatologia, neurofisiopatologia ed epidemiologia clinica, come spiega il Mattino. Il direttore sanitario di presidio, Franco Paradiso ha spiegato: “Non risultano danni agli impianti elettrici ed è un fatto che diversi senzatetto cercano riparo nel Cardarelli, soprattutto quando fa freddo”. Tali particolari potrebbero aiutare a chiarire la causa del misterioso rogo, ma anche a sollecitare più attenzione al fenomeno legato al disagio sociale già negli anni scorsi segnalato ai vertici di istituzioni e autorità competenti dai dirigenti ospedalieri.

Fiamme a Napoli: incendiata la sede del Comitato Vele di Scampia

comitato-vele-scampia-tuttacronaca“Ma noi non molliamo, è un danno per tutti”. E’ il messaggio che si legge sulla pagina Facebook del Comitato Vele di Scampia, a Napoli, la cui sede è stata data alle fiamme la scorsa notte. Dalla Questura, spiega il Mattino, si è saputo che l’incendio ha distrutto l’arredo della sede, che si trova al piano terra in viale della Resistenza, nella Vela Gialla, nel cuore di Scampia. Mentre la polizia è impegnata nelle indagini, inoltre, è stato reso noto che prima dell’incendio sono stati tagliati i tubi delle bombole di gpl del riscaldamento e le stesse bombole sono state portate all’esterno per evitare esplosioni. Il Comitato è da tempo impegnato per il rilancio del quartiere.

Rogo nel centro benessere di Mola di Bari: s’infittisce il giallo

donna-bruciata-arwen-tuttacronacaSi chiamava Bruna Bovino, aveva 29 anni ed era nata in Brasile ma risiedeva in Puglia, la donna trovata morta ieri all’interno del suo centro estetico Arwen in via Vitulli a Mola di Bari. Il suo corpo è stato trovato semi carbonizzato su un lettino circondato da candele e ora verrà sottoposto ad autopsia. Nel frattempo, il medico legale ha riscontrato alcune lesioni sul cranio “che però potrebbero essere compatibili con una caduta”, spiegano i carabinieri. E gli investigatori aggiungono: “Una scena del delitto non chiara sulla quale sarà necessario fare ulteriori verifiche”.  Secondo quanto ricostruito finora, la donna, figlia di un italiano e di una brasiliana, era l’intestataria del contratto di affitto del centro di estetica. Al momento s’indaga per  ricostruire la vita della donna e le sue frequentazioni.

Rogo in un centro benessere: trovato il cadavere di una 24enne

carbonizzata-moladibari-tuttacronacaSono in corso, da parte dei Carabinieri, le indagini per accertare l’identità di una donna, sembra di nazionalità brasiliana, il cui cadavere in parte carbonizzato è stato rinvenuto in uno stabile di Mola di Bari, all’interno del centro massaggi Arwen di via Vitulli. La vittima aveva 24 anni e al momento sembra non ci siano segni di violenza sul corpo. I militari dovranno accertare anche le circostanze della morte. Il rogo è scoppiato prima delle 18.30, l’allarme è stato lanciato dai vicini che hanno sentito il forte odore di bruciato e sono arrivati sul posto insieme ai vigili urbani. Mistero sulle cause dell’incendio, anche se gli inquirenti pensano che le fiamme possano essere partite dalle candele ritrovate nel locale. Il cadavere è stato rinvenuto dopo che i vigili del fuoco hanno spento l’incendio e, secondo gli inquirenti e come riporta Faxonline, sembra che la giovane, titolare dell’attività, un centro specializzato in diversi tipi di massaggi, tra cui i “candle massage”, si fosse addormentata su un lettino nel pomeriggio: la candele rimaste accese potrebbero aver provocato l’incendio. Ma sull’accaduto indagano i carabinieri, che non escludono alcuna ipotesi.

Fiamme a Roma: incendio al campo nomadi di via del Foro Italico

incendio-foroitalico-tuttacronacaSono intervenuti poco prima delle 9, nel campo nomadi di via del Foro Italico, a Roma, i vigili del fuoco, che hanno provveduto a spegnere l’incendio che era divampato in alcune baracche. L’allarme era stato lanciato da diversi automobilisti che hanno notato l’intenso fumo mentre percorrevano la Tangenziale est. Sono i carabinieri a occuparsi delle indagini e non sono stati segnalati feriti. Come ricorda romaToday, “Il campo di via del Foro Italico 531 non è nuovo a fenomeni di questo tipo, lo scorso 22 aprile lo stesso insediamento venne sgomberato dai vigili del Nucleo Assistenza Emarginati del II Gruppo, insieme al Pronto Intervento Centro Storico e al personale del Commissariato “Villa Glori”, intervenuti in seguito a numerose segnalazioni di esalazioni tossiche visibili nell’area a ridosso della Tangenziale. Nel sopralluogo vennero trovate e identificate quarantacinque, tutte romene. Tra queste anche nove minori che vennero affidati ai Servizi Sociali mentre gli adulti si allontanarono spontaneamente. In quell’occasione vennero demolite ventuno baracche in legno con utenze allacciate illegalmente. Vennero inoltre controllate anche tutte le autovetture presenti sul posto,  due con targa romena, otto con targa bulgara e sei con targa italiana, con due autocarri poi sottoposti a sequestro in quanto privi di copertura assicurativa.”

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11 arresti a Prato per false residenze

rogo-fabbrica-prato-tuttacronacaE’ stato il Gip del tribunale di Prato ad emettere i provvedimenti a seguito dei quali la Guardia di Finanza ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti ad una presunta associazione a delinquere composta da italiani e cinesi che a Prato favoriva il rilascio di falsi certificati di residenza ad immigrati di origine cinese. Nell’inchiesta è coinvolto anche un pubblico ufficiale che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aiutava l’associazione a ottenere illecitamente, in cambio di denaro ed altre utilità, le iscrizioni all’anagrafe di cittadini cinesi che non ne avevano i requisiti ed erano entrati in Italia illegalmente. Stando quanto si apprende, dalle indagini sarebbe emerso che almeno 300 cittadini cinesi hanno usufruito dell’associazione per avere i documenti.

Il caso di Prato e la Kyenge incolpa gli italiani. Di chi ci possiamo fidare?

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La Kyenge incolpa gli italiani per la strage avvenuta a Prato nella fabbrica di abbigliamento e ha ragione.  Ma ha ragione perché l’Italia ha soprattutto  la colpa di tollerare questi comportamenti sul suo territorio, l’Italia ha colpa di non avere risorse e mezzi per accertare chi, come questi imprenditori cinesi, viola non solo le regole basilari di dignità umana, ma anche la sicurezza sul lavoro. La Kyenge ha ragione, ma a questo punto l’unica cura, veramente possibile, sarebbe chiudere le frontiere e ammettere il proprio fallimento, lasciando che  i cinesi e le altre comunità di stranieri vadano a fare imprenditoria in quelle nazioni dove i loro diritti sono tutelati, unitamente ai diritti del paese ospitante. La Kyenge ci accusa affermando «La comunità cinese ha le sue colpe, noi abbiamo le nostre. I cinesi hanno bisogno di uscire dalle loro comunità chiuse, ma per farlo devono potersi fidare di noi. E noi forse non abbiamo dato loro tutta la protezione necessaria», spiega. «I bambini cinesi di Prato sono ormai italiani di terza generazione. Parlano i dialetti locali. Vanno a scuola e si direbbe che siano perfettamente integrati. Ma quando crescono ed entrano nell’età lavorativa si trovano praticamente tutti rinchiusi all’interno delle varie imprese a carattere familiare». E, aggiunge, «se sono sfruttati, non denunciano. Noi dovremmo dare loro la sicurezza della protezione, se denunciano lo sfruttamento. La loro difesa passa per un percorso di immigrazione regolare». Quindi il ministro chiede «ai membri della comunità cinese di sentirsi cittadini a pieno titolo e di non esitare a denunciare una situazione che non va». Kyenge rivolge un monito anche alle Istituzioni affinché «si faccia crescere la sensibilità sul tema della dignità del lavoro».

La Kyenge ha ancora una volta  ragione  a dire che i cinesi sono chiusi nella loro comunità perché non si fidano delle nostre istituzioni, ma quanti italiani hanno ancora  fiducia nello Stato? Basta dare un’occhiata alle statistiche!  Quale italiano che accende la televisione e vede quelle immagini di tragedia e dramma all’interno della fabbrica di Prato, può credere in uno Stato che permette ai cinesi di lavorare e vivere in situazioni disumane, mentre  sale l’angoscia per gli italiani sempre più disoccupati  che non hanno neppure la possibilità di crearsi un futuro? Perché gli italiani devono tollerare che i cinesi possano violare le leggi? Loro una comunità di cui si fidano ce l’hanno,  ma gli italiani ? In fondo la Kyenge, ministro senza portafoglio, parla di protezione necessaria per i cinesi, ma dove sono quelle per la tutela dei nostri figli? Dove solo quelle per i pensionati? Dove sono le tutele per i disabili o per i malati? Dove è lo Stato di diritto se i cittadini italiani sono solo numeri di conto corrente per chiedere tasse  mentre scadono i servizi? Non ci sono tutele, è perfettamente giusto il discorso della Kyenge: l’integrazione è un lusso che non possiamo permetterci!  E allora, non illudiamo gli stranieri, non promettiamogli un futuro, lasciamoli andare in altre nazioni a realizzare i loro sogni e quando e se potremo li accoglieremo… Se le condizioni del nostro paese miglioreranno. Ora è solo sfruttamento e un biglietto da visita per l’estero.

Prato: dalle lacrime, alle polemiche

prato-incendio-tuttacronacaHanno perso la vita in sette persone a Prato, nell’incendio divampato in una fabbrica tessile gestita da cinesi. Ora, dopo un primo momento di sconforto, ex imprenditori e lavoratori del settore gridano la propria rabbia. Strozzati da concorrenza e regole ferree hanno perso il lavoro, come un ex proprietario di un’azienda locale che si chiede: “Subivamo continui controlli, noi, su tutto. Come è possibile che i cinesi possano invece operare in queste condizioni?” Nel capannone non si trovava solo la fabbrica di confezioni, ma anche un dormitorio così che, accanto a materiale altamente infiammabile, si trovavano dei loculi dove riposavano i lavoratori. E mentre la procura di Prato ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo, un imprenditore che ha chiuso la sua azienda 11 anni fa, Massimo Nuti, tiene a sottolineare: “Mi hanno fatto chiudere. Per un’azienda in regola non è possibile sopravvivere. Loro fanno una concorrenza scorretta”. Con lui Alessandro Mati: “La mia azienda ha chiuso nel 2008, era un’impresa regolare. Ma non ce la faceva più, la concorrenza cominciava a essere spietata. Il titolare ha mandato a casa 50 dipendenti, 50 famiglie sulla strada. Ed ecco come vivono i lavoratori cinesi, quattordici ore di lavoro al giorno, dormono e mangiano in loculi, senza igiene, senza sistemi di sicurezza, sottopagati. Come può un’azienda in regola competere in queste condizioni?” Lo stesso procuratore della Repubblica Piero Tony ha dichiarato: “La maggior parte delle aziende sono organizzate così: è il far west. I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, nonostante l’impegno dei tutte le amministrazioni e delle forze dell’ordine, sono insufficienti. Siamo sottodimensionati: noi come struttura burocratica, ha spiegato il procuratore, siamo tarati su una città che non esiste più, una città di 30 anni fa”. Anche dal Colle arrivano moti di indignazione, con il Presidente della Repubblica che sollecita “interventi concertati a livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalita’ e sfruttamento” realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico”. E il ministro del Lavoro Giovannini ha reso noto che nel 76% delle aziende del distretto di Prato sono state rilevate irregolarità nei primi 9 mesi del 2013. Il tasso medio, nella regione Toscana, è del 63%. “Ho parlato con il segretario generale del ministero per valutare i passi da fare” ha aggiunto Giovannini, ricordando come “al ministero spetti il controllo sulla regolarità dei lavoratori mentre ad altri spetta verificare le infrastrutture delle aziende ed i sistemi antincendio”.

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Il rogo della fabbrica-dormitorio a Prato: ipotesi di omicidio plurimo

incendio-prato-tuttacronacaLa procura di Prato ha aperto un’inchiesta a seguito dell’incendio della fabbrica-dormitorio tessile in cui hanno perso la vita sette lavoratori cinesi. I reati per i quali è stata aperta sono quelli di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di mano d’opera clandestina. Piero Tony, il procuratore della Repubblica, al riguardo ha affermato: “E’ il far west. I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, sono insufficienti”.

L’orrore dell’ operaio cinese: ha cercato di rompere il vetro, ma ha trovato le sbarre

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L’orrore della fabbrica cinese a Prato, non ha fine. Uno degli operai morti nell’incendio ha tentato di salvarsi rompendo il vetro di una finestra, ma ha trovato le sbarre a impedirgli la fuga. Il suo corpo è stato trovato nell’unica parte dove c’erano i cosiddetti “loculi” adibiti a dormitorio. Quella parte della fabbrica non è crollata ma è diventata la tomba per quell’operaio che è stato ritrovato con il braccio fuori dalla finestra, tra le sbarre. Gli altri invece sono stati ritrovati sotto le macerie del soppalco che è crollato. Alla fine il bilancio dovrebbe essere di 7 morti, ma potrebbe aggravarsi dato che alcuni feriti sono in ospedale in condizioni critiche.

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L’allarme è stato dato da un ex carabiniere Leonardo Tuci, membro dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo: “Stavo passando con la mia auto quando ho visto una colonna di fumo provenire dal capannone. Mi sono avvicinato e ho visto che c’erano alcuni cinesi che mi venivano incontro piangendo e urlando. Sono corso verso il capannone e ho visto un cinese che con un estintore in mano per cercare di spegnere l’incendio. Allora ho preso anche io un estintore per aiutarlo. Era stremato, anche per il freddo, e continuavo a sentire le urla dei cinesi”.

La gelosia non ha età: a 81 anni incendia l’Ape del compagno

gelosia-tuttacronacaA Cave, in provincia di Roma, una signora di 81 anni, dopo essersi procurata un accendino e una cassetta di legno, ha dato alle fiamme il motocarro Ape del suo compagno, un 70enne, che in quel momento era assente. La donna, in seguito, è stata sottoposta a un lungo interrogatorio in caserma durante il quale, crollata, ha confessato. Ora è accusata di incendio doloso ed è stata denunciata a piede libero. Il motivo del suo gesto? “L’ho fatto perché mi ha fatto ingelosire”.

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Morte in fabbrica, a Prato va in fumo un’impresa tessile: 3 morti e 2 feriti gravi

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Tragico incidente questa mattina in un’impresa tessile di Prato gestita da cittadini cinesi. L’incendio, scoppiato alla periferia della città nell’area del Macrolotto, ha ucciso tre persone. Sono invece sei gli ustionati gravi. Si tratta di una ditta di confezioni di abiti. Le fiamme hanno causato il crollo di una parte del fabbricato che sarebbe adibito a dormitorio: piccoli ambienti ricavati con pareti di cartongesso e dove probabilmente si trovava a dormire l’uomo trovato morto. I Vigili del Fuoco stanno lavorando per capire le cause dell’incendio e per mettere in sicurezza la fabbrica.

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Corto circuito in un negozio, panico in Viale Marconi a Roma

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Viale Marconi, una delle vie più commerciali della Capitale oggi è stata interessata da un incendio, probabilmente dovuto a un corto circuito nel negozio Guess, sito al numero civico 25. Le fiamme si sarebbero sviluppate nel magazzino del negozio intorno alle 13 e i dipendenti avrebbero chiamato i soccorsi e si sarebbero precipitati in strada. I Vigili del Fuoco, intervenuti con 4 squadre, sono ancora a lavoro. Il fumo è arrivato fino al primo piano, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. Il negozio è distrutto e il traffico è in tilt.

Il teodoforo che prende fuoco con la torcia olimpica! Video

torcia-olimpica-atleta-infiamma-tuttacronacaLa torcia olimpica che viaggia verso i giochi di Sochi 2014 continua la sua corsa ma uno dei suoi teodofori è incappato in un incidente: ha preso fuoco! L’atleta in questione è Piotr Makarchuk, membro della squadra di bob russo alle olimpiadi di Torino 2006. Come si vede nel video ripreso da un telefonino, la sua tuta s’infiamma all’altezza della manica sinistra. E’ l’agenzia Iterfax a spiegare che l’incidente, che ha avuto luogo ad Abakan, nell’ovest della Siberia, è stato risolto rapidamente. E’ stato però necessario interrompere per qualche minuto la cerimonia, di modo che l’ex atleta potesse cambiare la sua divisa. Stando a quanto riporta l’Huff Post nell’edizione francese, non si tratta della prima volta in cui la torcia olimpica dei Giochi intevenali russi, in programma dal 7 al 23 febbraio prossimo, mostra problemi di funzionamento. Le agenzie di stampa russe avevano infatti riportato, sempre nel mese di novembre, di una improvvisa e pericolosa fiammata che si era sviluppata durante il trasporto da parte di una giovane donna, che non ha però riportato conseguenze. Ma non solo, la fiamma si è anche spenta diverse volte nel corso della staffetta olimpica.

Giallo a Catania: di chi è il corpo carbonizzato?

carbonizzato-catania-tuttacronacaA Catania, nel rione Nesima, accanto a un’auto in fiamme, una Ford Ka, è stato rinvenuto il cadavere carbonizzato di un uomo la cui identità non è ancora stata identificata. Il proprietario della vettura, un 36enne, non è stato al momento rintracciato. La Procura ha disposto il trasferimento del corpo all’obitorio dell’ospedale Garibaldi. La dinamica dell’accaduto resta ancora da chiarire.

La roulotte va a fuoco: 75enne muore carbonizzato

fiamme-roulette-tuttacronacaHa trovato la morte nella sua roulotte un 75enne che utilizzava il caravan come punto di appoggio quando si trovata in un oliveto di sua proprietà, non troppo lontano dalla sua abitazione, per lavori agricoli. Il mezzo è andato a fuoco, carbonizzando l’anziano, a Potassa di Gavorrano, in località Sant’Ansano (Grosseto). A lanciare l’allarme alcuni abitanti della zona che hanno visto la roulotte in fiamme ed hanno avvisato i carabinieri.

Evacuati i passeggeri di un treno: fiamme a bordo!

incendio-treno-tuttacronacaSono ancora al vaglio delle forze dell’ordine le cause per le quali il vagone di un treno che percorreva la tratta Padova-Calalzo, attorno alle 16, ha preso fuoco nei pressi di Nemeggio, nella frazione di Feltre, nel Bellunese. Il macchinista si è immediatamente fermato e rapido è stata anche l’evacuazione dei passeggeri, che si sono riuniti nella piazza del paese in attesa dei soccorritori anche se, dai primi rilievi, pare non ci siano feriti.

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La discoteca Sugar Reef distrutta dalle fiamme

incendio-sugar-reef-tuttacronacaE’ il Mattino di Padova a riportare la notizia di un incendio devastante che, la scorsa notte, ha completamente distrutto la discoteca Sugar Reef di Piombino Dese. Il pericolo era che le fiamme si propagassero a un vicino supermercato e a un bar: per scongiurarlo, sono intervenuti vigili del fuoco anche da Castelfranco e da Mestre che hanno preso parte all’intervento durato 40 minuti. Stando a una prima stima, i danni ammonterebbero a due milioni di euro. Era la mezzanotte quando le fiamme si sono sprigionate, si pensa a causa di un corto circuito, nella parte centrale della discoteca, dietro le cucine. Spiega il quotidiano che “Paradossalmente, proprio la cucina è l’unica parte del locale di mille metri quadrati che si è parzialmente salvata.”

A dare l’allarme per primi, dei ragazzi che si trovavano nel bar vicino. Il locale, che ieri era chiuso, avrebbe ospitato questa sera una festa per Halloween. “E’ il locale numero uno del Veneto, il più grande di tutta la zona – dice Cristian Simioni, uno dei quattro soci – potete ben immaginare il nostro stato d’animo”. Un altro socio, Fabio Volpato, racconta: “Mi hanno avvisato poco dopo che l’incendio si era sprigionato e sono subito accorso da Padova mentre vedevo mezzi dei vigili del fuoco diretti verso la discoteca. Non sappiamo quali possano essere le cause, lasciamoli lavorare”. Il bar che sorge vicino alla discoteca ha subito a sua volta dei danni, essendo stato parzialmente allagato dall’acqua impiegata dai vigili del fuoco per spegnere l’incendio.

Il fiume dolcissimo e letale: la colata di zucchero liquido

fiume-zucchero-brasile-tuttacronacaIn Brasile un vasto incendio, che ha richiesto oltre 75 ore di assiduo lavoro dei vigili del fuoco per domare le fiamme, ha distrutto uno dei più grandi despositi di zucchero del Paese. Si tratta di sei cappannoni della Copersucar, il più grande esportatore brasiliano. Qui, nello stato di San Paolo, nel centro industriale di Santa Adelia, vi erano stipate 30mila tonnellate di zucchero che si sono sciolte trasformandosi in melassa a causa delle altissime temperature. Liquefattosi, lo zucchero ha originato un fiume rovente e appiccicoso che ora minaccia la città. Già una ventina di persone sono state fatte evacuare perchè vicini alla traiettoria di tale fiume mentre altre quattro sono state ferite. I pompieri sono inoltre impegnati nella creazione di dighe di sabbia. Il pericolo di tale colata risiede del fatto che è otenzialmente in grado distruggere interi edifici senza contare i possibili danni ambientali  visto che la melassa, tuffandosi nei fiumi della città, ne sottrae tutto l’ossigeno uccidendo i pesci.

Dramma in India: 44 morti nel rogo di un bus

bus-incendio-india-tuttacronacaE’ stata l’esplosione di un serbatoio a originare l’incendio a bordo di un autobus costato la vita ad almeno 44 persone, fra le quali dei bambini, stamani nel sud dell’India. A renderlo noto, la polizia locale. Il pullman con 49 persone a bordo, prima che si sviluppasse il rogo, aveva urtato il terrapieno di un’autostrada fra Bangalore e Hyderabad andando andato a schiantarsi contro la barriera centrale. Il conducente aveva perso il controllo del mezzo mentre effettuava un sorpasso a elevata velocità. Dopo lo schianto, le fiamme. Ora l’autista è finito in manette, così come l’addetto alle pulizie del bus, dal quale erano scesi prima che prendesse fuoco fondando un vetro. Secondo la polizia, il loro era un tentativo di fuga. Oltre ai due uomini, altre tre persone si sono salvate e ora sono ricoverate all’ospedale. Non c’è stato nulla da fare per gli altri, che quando è divampato il rogo stavano dormendo. La maggior parte di loro sono rimasti carbonizzati al punto da non poter essere identificati.

Fiamme sul treno della Circumvesuviana

circumvesuviana-incendio-tuttacronacaE’ Luciano Graziano, del sindacato che raccoglie macchinisti e capitreno Faisa-Cisal, a rendere noto che poco dopo le 6.30 si sono sprigionate le fiamme nel vagone di coda del treno della Circumvesuviana sulla tratta Baiano-Napoli, nei pressi della fermata La Pigna. Molta la paura mentre il macchinista e il capotreno in servizio hanno utilizzato gli estintori di bordo per tenere sotto controllo l’incendio. I passeggeri, pochi a quell’ora di domenica mattina, non hanno riportato ferite. Sul luogo sono sopraggiunti anche i vigili del fuoco. Il convoglio interessato dall’incendio è stato sganciato dal resto del treno e i passeggeri sono giunti a destinazione. Sempre a quanto reso noto da Graziano, la circolazione ha subito disagi perchè è stata utilizzata una sola coppia di binari. Il convoglio è stato portato in deposito dove saranno accertate le cause dell’incendio. Ha concluso l’uomo: “Solo coincidenze hanno fatto sì che non ci fossero danni. Ma ora invito tutti i macchinisti a far partire solo treni in condizioni di farlo per evitare ulteriori situazioni di rischio”.

Le fiamme nel Bronx, strappano la vita a 3 bimbi. Il video del soccorso

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Sono morti in un incendio tre bambini nel Bronx, A New York, tra la West 165th Street e l’Anderson Avenue. Sarebbe stata una candela a provocare il rogo che avrebbe strappato la vita a Elijah Artis (5 anni), Jeremiah Artis (2 anni) e Michael Turner (appena 4 mesi). Secondo gli abitanti ci sarebbe stato un calo di tensione nella rete elettrica per cui si era reso necessario l’utilizzo di candele. I residenti hanno riferito che a dare l’allarme è stata la stessa madre dei piccoli, una 25enne che, con solo una maglietta indosso, è scesa tenendo in braccio una bambina, urlando dalla scala antincendio. Immediatamente i residenti e i passanti hanno avvisato il vigili del fuoco, purtroppo per i fratellini non c’era più nulla da fare. La madre e la figlia di 4 anni invece sono state ricoverate presso il Lincoln Hospital per intossicazione da fumo.

Ceneri sulla spia più famosa del mondo, a fuoco la casa di Mata Hari

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E’ rimasta solo la cenere a Leeuwarden – cittadina a 140 km a nord di Amsterdam, in Olanda – dove invece c’era la casa natale di Margaretha Geertruida Zelle, ovvero Mata Hari, la più famosa spia della Prima Guerra Mondiale. Sono ancora ignote le cause del rogo ed è stata aperta un’indagine.

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Ritrovato il corpo del bambino di 6 anni a Grosseto

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Sono cessate le speranze, a dir la verità ormai molto esigue di trovare in vita il bambino svizzero di 6 anni travolto con il padre da un torrente in piena nel Grossetano. Dell’uomo invece ancora nessuna traccia e proseguono le ricerche.

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