L’economista liberal per eccellenza Paul Krugman, nemico giurato dell’austerity, ha deciso di lasciare la prestigiosissima università per ricchi Princeton a favore dell’enorme ateneo pubblico con poco budget Cuny, City University of New York. Premio Nobel per l’Economia, Krugman ha spiegato sul suo blog sul New York Times, le ragioni della sua scelta. “A 61 anni è ora di riflettere in profondità su quello che voglio fare in questa fase della mia vita […]. Il mio lavoro si sta concentrando sempre più sui problemi della diseguaglianza di reddito”. Di qui, dunque, la decisione di andare a insegnare alla Cuny, una “fabbrica di laureati democratica e di massa”, come la definisce Federico Rampini su Repubblica. Ma come sottolinea l’Huffington Post,
proprio la Cuny ospita uno dei centri d’eccellenza per gli studi delle diseguaglianze nel settore post laurea, in un dipartimento specializzato che si chiama Luxembourg Income Study. Una università di massa, istituzione democratica e progressista, è il luogo ideale per portare avanti una delle tesi più care all’economista: ossia che l’attuale Slow Economy, vale a dire la ripresa debole degli Usa, sia frenata dal modello diseguale che concentra troppe risorse nelle mani di pochi, riducendo all’osso il potere di acquisto della maggioranza della popolazione.
Sono stati gli ambulatori (privati) specializzati nella rimozione dei pidocchi a lanciare il nuovo allarme made in Usa: i selfie hanno la conseguenza di far aumentare i pidocchi tra i teeenager. Ecco allora che l’invito è di far ripulire bimbi e adolescenti dai parassiti per evitare che possano saltellare da una testa all’altra quando i ragazzini le avvicinano davanti a uno smartphone per immortalare il momento. Marcy McQuillian, in un’intervista ad un sito di San Francisco, ripresa in un articolo che l’Huffington Post dedica alla vicenda, ha detto: “Solitamente tratto bambini piccoli, perché per loro c’è un maggiore rischio che le teste vengano a contatto, ma ora gli adolescenti avvicinano le teste ogni giorno per scattare le foto con i cellulari”. Anche per un’altra “spidocchiatrice” professionista, di un ambulatorio di Oakland, questa tesi “è plausibile”, dal momento che per la diffusione dei pidocchi è necessario “il contatto diretto”. Ovviamente c’è anche chi si discosta da questa tesi. Tra questi anche il dottor Richard Pollack, della School of Public Health dell’università di Harvard, responsabile di un sito che aiuta ad identificare e combattere i diversi tipi di parassiti umani, IdentifyUs. Lo scienziato ricorda che gli adolescenti hanno sempre avuto i pidocchi e non c’è nessuna prova del legame con gli autoscatti. Per Pollack si tratta di una mossa pubblicitaria di questi centri di rimozione dei pidocchi: “ogni volta che apre un nuovo centro, sembra sempre che ci sia una nuova epidemia, fa bene ai loro affari”.
Lei è una studentessa al primo anno alla Duke University e nel tempo libero lavora come attrice porno per pagarsi gli studi. Non è la prima nè l’unica studentessa che sceglie questa strada per avere la possibilità di sostenere le costose rette universitarie americane, solo che lei “è stata scoperta”. Pur lavorando con uno pseudonimo, infatti, alla fine la sua identità è venuta alla luce e i compagni di studi hanno iniziato prima a parlarne e poi a insultarla sui social network. La giovane, tuttavia, non si è lasciata spaventare da questa situazione e, davanti alle offese, ha deciso di rilascare un’intervista al Duke Chronicle, il giornale dell’università. Ha ammesso di essere un’attrice porno spiegando di non vederci nulla di degradante “Lo faccio perché mi piace. Alla fine di ogni scena mi sento più forte, perché ho la sensazione di essere una donna che ha deciso di essere padrona della sua sessualità, contro tutti i pregiudizi”. Il pragmatismo della giovane Lauren ha inevitabilmente aperto il dibattito negli Usa, dove la retta universitaria può arrivare a costare 60mila dollari l’anno, cosa che costringe molti a fare debiti che peseranno per una vita intera. O a darsi al porno.
Il Miur, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha pubblicato ieri gli aggiornamenti sull’Anagrafe degli studenti universitari italiani che evidenziano la crisi del nostro sistema universitario, che risulta sempre meno attraente per gli studenti e sempre più incapace di trattenere le figure accademicamente rilevanti che forma con lauree e dottorati di ricerca. Nel giro di un decennio, il numero degli immatricolati è calato di circa 90mila unità: dai 338.000 iscritti nel biennio 2003/2004 ai circa 260.000 neodiplomati che si sono recati agli sportelli universitari per avere accesso a un corso di laurea. Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nella crisi economica a cui si somma un inadeguato sistema di welfare studentesco. Ma non va neanche sottovalutata la sfiducia nutrita dai giovani: cresce infatti il numero di coloro che ritengono inutile un titolo universitario vista la carenza di prospettive lavorative. Al riguardo la Crui, Conferenza Rettori Universitari Italiani, ha provveduto a inviare un appello al neo premier Matteo Renzi chiedendo interventi in quattro punti:
1. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10.000 ricercatori; sono rimasti fuori dall’Università per il continuo blocco del turn over. Serve un Piano straordinario per i giovani migliori: diamo loro un’opportunità, altrimenti serviranno altri Paesi.
2. Il diritto allo studio è insufficiente. 1 giovane su 4 non può studiare all’Università per censo, anche se ne ha diritto. Non è giusto, occorre ripristinare il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.
3. Il Paese non cresce se non si rafforza l’alleanza tra formazione e mondo del lavoro in tutte le aree. Servono politiche che attraverso azioni di defiscalizzazione incentivino un rapporto più stretto tra Università e Imprese.
4. Siamo travolti da un delirio normativo senza logica che impedisce ogni movimento e una nuova progettualità. Occorre semplificare e dare più libertà alle Università di competere, ovviamente nel rispetto rigoroso della sostenibilità finanziaria e della ricca e differenziata identità e pluralità scientifica e culturale degli Atenei del nostro Paese”.
Un docente universitario di Catania si è visto notificare dalla polizia postale e delle comunicazioni un’ordinanza cautelare per stalking. Il 48enne è infatti ritenuto responsabile di atti persecutori nei confronti di una giovane dottoranda della sua stessa facoltà. All’uomo, come disposto dal provvedimento del Gip, è ora vietato avvicinarsi alla donna e comunicare con qualsiasi mezzo con lei. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, il tutto ha avuto inizio circa 3 anni fa. All’epoca, l’indagato cominciò a molestare la vittima con numerose e continue e-mail in cui manifestava la sua passione, sempre respinta dall’interessata ma non solo: ai messaggi seguivano appostamenti e pedinamenti. Inutili i tentativi di dissuasione nei confronti del docente universitario da parte di suoi colleghi.
Forse mancano artigianai e restano vacanti i posti da gelataio, ma l’altro dato è che i giovani italiani voglio una laurea. Anche a costo di scegliere facoltà che non assicurano un lavoro, in particolar modo in periodi di crisi economica. E proprio perchè “rischiamo troppi disoccupati”, nell’anno accademico 2014/2015 sarà cancellato a Medicina un posto su 4, per un taglio totale del 23% dei posti destinati agli aspiranti medici. Un taglio che implica 2mila futuri dottori in meno e che con il test anticipato ad aprile segna un sempre più difficile percorso per l’accesso alle facoltà a numero chiuso come Medicina, Veterinaria e Odontoiatria. Come spiega Repubblica:
“Per l’anno accademico 2014/2015 i posti sono stati tagliati del 23 per cento: ben 2.239 in meno rispetto a 12 mesi fa. Stesso discorso per Veterinaria — 632 accessi contro gli 825 del 2013 — e Odontoiatria il cui taglio si riduce al 20 per cento: 787 posti in luogo dei 984 del 2013. Per iscriversi ci sarà un mese di tempo: dal 12 febbraio fino alle ore 15 dell’11 marzo prossimo, con domande esclusivamente online sul sito http://www.universitaly. it. Ma i 7.918 posti — più 351 per gli studenti non comunitari non soggiornanti in Italia — renderanno ancora più impervia la strada agli 80-90mila aspiranti studenti della facoltàdi Medicina (l’anno scorso furono 85mila)”.
Ma potrebbe non essere una soluzione temporanea:
“Tanto più che sono in molti a temere che la riduzione dei posti di quest’anno possa essere definitiva a causa dei 3.500 studenti in più entrati l’anno scorso rispetto alle previsioni grazie ai ricorsi contro il bonus-maturità. Nel 2013, i posti messi a concorso per Medicina furono 10.157, più 591 per gli studenti stranieri. E se dal ministero della Sanità dovesse arrivare l’ok per il contingente appena comunicato le chance per le migliaia di aspiranti camici bianchi si ridurrebbero drasticamente”.
La graduatoria sarà nazionale anche nel 2014 e il test prevede 60 quesiti a risposta multipla a cui rispondere in 100 minuti:
“Meno domande, dunque, di Cultura generale e Logica e più quesiti di Biologia, Chimica, Matematicae Fisica. Dopo il pasticcio dello scorso anno, il bonus-maturità è stato invece definitivamente cancellato”.
Il test di Medicina e Odontoiatria si svolgerà l’8 aprile, mentre il 9 aprile sarà il momento di Veterinaria e il 10 aprile Architettura. Il 29 aprile sarà il momento del test di Medicina e Odontoiatria in lingua inglese, mentre il 3 settembre arriverà il test per le Professioni sanitarie.
Allarme bomba all’Università di Paris-8 Saint-Denis, alla periferia di Parigi. Secondo il sito internet del quotidiano Le Parisien, sono state evacuate almeno 2.000 persone tra studenti e personale accademico. Unità cinefile sono già sul posto per rintracciare eventuali tracce di esplosivo. Le operazioni dovrebbero durare almeno due ore.
Il principe William sta frequentando un master in Management dell’agricoltura a Cambridge e, sembrerebbe, beneficeremme di uno sconto sulla retta universitaria. Almeno stanto a quanto riporta il Sunday Mirror secondo il quale l’erede al trono avrebbe pagato solo 10mila sterline per il corso di specializzazione, fatto su misura per lui: gli servirebbe infatti per gestire le proprietà di famiglia, quando il padre Carlo sarà re. La protesta è partita dagli studenti di Cambridge, che già avevano criticato l’ammissione del principe, visto che in passato William non aveva brillato particolarmente negli studi. Il rappresentante del sindacato studentesco Nus, Dom Anderson, ha inoltre sottolineato che molti suoi compagni fanno fatica a pagare la retta annua di 9mila sterline ed escono dall’università con un debito in media di 25mila sterline. “Ci sono di sicuro molti più studenti più meritevoli rispetto all’erede al trono che erediterà una proprietà da 400 milioni di sterline”, ha detto Anderson. Secondo alcune fonti vicine ai Windsor, gli assistenti di palazzo avrebbero fatto una sorta di “autogol” accettando lo sconto dall’università.
Il web non è sempre un posto meraviglioso, ma a volte i codici di un sito e i dati che lo compongono possono davvero dar vita a un’opera d’arte inaspettata. Martyn Dade-Robertson, direttore del master in progettazione all’Università di Newcastle nel Regno Unito, è in grado di far emergere veri e propri capolavori visualizzando i link che s’irradiano dai diversi siti web. Un caso eclatante è quello di Nasa.gov, che come si vede nella foto in alto si presenta proprio come una galassia. Le linee bianche rappresentano come il codice del sito, ad esempio attraverso i collegamenti ipertestuali o i tag correlati alle immagini, è interconnesso e collegato con altri siti. Nella gallery sono presenti altre “opere d’arte” provenienti da altri siti:
Sono iniziati questa mattina gli scontri tra gli studenti che sostengono il presidente egiziano deposto Mohamed Morsi e le forze di sicurezza presso l’Università di al-Azhar al Cairo. Uno studente è morto negli scontri, come riferisce all’agenzia d’informazione “Anadolu” Mahmoud al-Azhari, portavoce del gruppo “Studenti contro il Golpe”, schierato con il movimento dei Fratelli Musulmani, al quale Morsi appartiene. La vittima è Khalid al-Haddad, ucciso da alcuni proiettili sparati dalla polizia davanti alla Facoltà di Economia e Commercio. Sempre stnado a quanto riferito dal portavoce ha quindi sottolineato che le forze di sicurezza hanno anche sparato lacrimogeni contro gli studenti pro Morsi che chiedevano ai loro colleghi di boicottare la sessione di esami. Con la morte dello studente sale a 6 il numero delle vittime in poco più di 24 ore, all’indomani dell’arresto di oltre 250 manifestanti islamisti. Il quotidiano governativo “al-Ahram” riporta che i disordini hanno preso l’avvio quando gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti, che stavano impedendo agli altri studenti di entrare nell’ateneo. I dimostranti hanno allora reagito scagliando sassi e incendiando cataste di pneumatici. Hanno quindi appiccato il fuoco alle facoltà di Commercio e Agricoltura, come mostrato in diretta dalla televisione statale. A quel punto la polizia ha cominciato a effettuare cariche per disperderli, ma senza grandi risultati. L’incendio, che si è esteso a due piani, è stato in seguito estinto dai pompieri.
Ieri la drammatica notizia: R.L., 28enne residente a Padova, dopo un pomeriggio trascorso a girovagare in zona, mentre sulla cittadella delle scienze l’oscurità s’infittiva, è salito all’ottavo piano del palazzo della facoltà di Chimica, in via Marzolo, e si è gettato nel vuoto. Il motivo del gesto è sconosciuto e il ragazzo non ha lasciato biglietti. Il suo corpo è stato trovato attorno alle 18.30, in una pozza di sangue. Una ragazza che era stata nelle aule studio l’ha visto e ha lanciato l’allarme. Inutile l’intervento del 118: per quel neolaureato in farmacia non hanno potuto fare nulla. La tessera sanitaria ha permesso di identificarlo e contattare in tarda serata la famiglia, che però non ha fornito spiegazioni sul gesto estremo. Nei prossimi giorni verranno esaminati il cellulare e il computer del ragazzo, alla ricerca di una traccia utile a capire. Cosa si cerca, lo spiega il Corriere del Veneto:
“a scavare nel passato del ragazzo suicida, si torna all’estate di tre anni fa, quando era stato protagonista di un episodio di cronaca nera. Era il 12 agosto 2010 quando R.L. venne trovato, attorno alle 4.30 del mattino, riverso nel giardino vicino a Pediatria, dentro l’ospedale di Padova. Aveva una vertebra e il bacino rotti, il volto tumefatto e diversi problemi ai polmoni e ai reni. Lui non ne aveva mai voluto parlare, né alla famiglia né tantomeno ai carabinieri, che all’epoca stavano indagando su quello che sembrava un pestaggio in piena regola. Ma chi lo avesse picchiato, e perché poi lo avesse abbandonato nel giardinetto interno all’ospedale, è sempre rimasto un mistero. Tre anni fa, prima che il caso finisse nel dimenticatoio, l’Arma in mancanza di testimoni aveva tentato di ricostruire la serata del giovane, allora 24enne, che la sera prima era uscito di casa in bicicletta dicendo che sarebbe tornato per cena, senza poi dare sue notizie fino al ritrovamento da parte di una guardia giurata. Non si era mai arrivati ad una soluzione anche perché lui non aveva voluto dire alcunché sull’intera vicenda. Che ora ritorna come un boomerang dalle ombre del passato.”
Ieri, lunedì 16 dicembre, a Padova, un 29enne, studente fuoricorso della facoltà di Farmacia, si è tolto la vita gettandosi dall’ottavo piano del palazzo che ospita la facoltà di Chimica dell’Università. Il suo corpo è stato rinvenuto da un passante che si trovava in via Marzolo e ha immediatamente lanciato l’allarme. Il suicidio è avvenuto nel pomeriggio.
Giornata calda oggi a Milano, dove ha avuto luogo la manifestazione degli studenti per il diritto allo studio. Ma se davanti al Pirellone si sono avuti scontri tra i manifestnati e le forze dell’ordine con tanto di lancio di vernice, i colori hanno fatto la loro apparizione anche a largo Cairoli. Qui, nella fontana, gli studenti hanno versato della vernice rossa contro “il dissanguamento della scuola pubblica”. I giovani sono scesi in piazza contro i tagli alla scuola pubblica.
Scontri tra studenti e polizia a Milano, dove il bilancio è di quattro agenti medicati in ospedale, come dice la questura, e sei ragazzi contusi, come rispondono i manifestanti. La tensione è esplosa davanti alla sede del Consiglio regionale, dove gli studenti sono giunti dopo aver attraversato le vie del centro. Il culmine di un corteo di protesta per il diritto allo studio si è avuto davanti al Pirellone, in piazza Duca d’Aosta, protetto da un cordone di polizia. Qui è partito un lancio di uova e bottiglie piene di vernice, con i giovani che hanno provato a forzare il blocco delle forze dell’ordine protetti dai libri-scudo di gommapiuma e che sono ripartiti in corteo dopo due cariche delle forze dell’ordine. Dopo aver ripercorso via Vittor Pisani ed essersi diretti verso Porta Venezia, hanno bloccato al loro passaggio le vie del centro. Qui, in circa 300, hanno gridato slogan (“né Maroni né forconi” e “Maroni e forconi tutti fuori dai c…”) e inscenato un sit in al centro della carreggiata, mandando in tilt il traffico già messo a dura prova in mattinata dallo sciopero dei mezzi pubblici. Ma anche il Pirellone è stato coinvolto nella protesta. Qui, come spiega Repubblica, quattro studenti dell’associazione ‘Non uno di meno’ e due insegnanti, che si trovavano all’interno del palazzo con regolare autorizzazione, hanno interrotto i lavori del Consiglio regionale urlando dalla tribuna del pubblico all’indirizzo dei consiglieri. Come all’esterno del palazzo, anche all’interno, la protesta era contro “i soldi alle scuole private e i tagli alla scuola pubblica”. La seduta è stata sospesa. I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato i loro banchi in segno di solidarietà.
Sono stati evacuati quattro edifici dell’università americana di Harvard, in Massachusetts, a scopo precauzionale. La misura è stata presa perchè delle cariche di esplosivo sarebbero state piazzate all’interno del campus che sorga a Cambridge, vicino a Boston, negli Stati Uniti. Secondo quanto reso noto dallo stesso ateneo sul proprio sito web, al momento non vi sarebbero state esplosioni. Si tratta dei dipartimenti Science center, Thayer, Sever ed Emerson. Diverse auto della polizia sono accorse sul posto. La Cnn, inoltre, riporta che sono stati evacuati anche i dormitori della prestigiosa università mentre gli agenti stanno controllando stanza per stanza in cerca di eventuali bombe. L’incidente arriva a meno di un mese da quando l’università di Yale, storica rivale di Harvard, era stata posta sotto controllo: in una telefonata anonima alla polizia uno studente sosteneva che il suo compagno di stanza fosse pronto a fare una strage.
Era il 12 dicembre 1969 una bomba posta dentro la Banca dell’Agricoltura fece 17 morti e 84 feriti e ieri, a Milano, si sono avute le celebrazioni per il 44esimo anniversario di quella strage. E non sono mancate le contestazioni al presidente della Regione Roberto Maroni e al sindaco Giuliano Pisapia, entrambi nel mirino degli antagonisti nel corso della deposizione delle corone alle 16.37 (ora dell’ esplosione) davanti l’ingresso della Banca. Per quel che riguarda il leghista, è stato ricoperto da cori di “Fascista, vergognati. Fuori dalla piazza”. Ribatte il governatore: “Li compatiscono. Sono loro i veri fascisti”. Al primo cittadino del capoluogo lombardo non è andata meglio, visto che è stato accolto al grido di “Fascista. Smettila di stare con loro”. Una breve tregua c’è stata in occasione del minuto di silenzio, mentre per il resto del tempo la polizia è stata impegnata nel respingere i centri sociali che volevano superare le transenne che li dividevano dalle autorità. Pisapia ha espresso il suo pensiero in Facebook: “Passano gli anni, ma non la determinazione nel trovare giustizia e verità, perché la ferita è ancora aperta”. Senza proteste, invece, il corteo che da piazza Scala alle 17.30 ha raggiunto piazza Fontana dov’è stata letta una lettera del presidente della Camera, Laura Boldrini: “Comprendo il senso di disaffezione e di delusione dei familiari delle vittime, perchè lo Stato non può non dare risposta dopo 44 anni”.
Da giorni è in corso la protesta dei forconi anche a Milano, dove si concentra in piazzale Loreto, ma oggi ha avuto luogo anche un altro corteo, organizzato dai collettivi studenteschi in memoria della strage di piazza Fontana. La manifestazione è stata però in parte rovinata da alcuni tafferugli, anche se il normale svolgimento è stato rapidamente ripristinato. Gli scontri si sono avuti quando i giovani sono entrati in contatto un gruppo di anarchici e No Tav da un lato e le forze dell’ordine dall’altro. Giunti in seguito in via Larga, come spiega MilanoToday, il gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo principale e ha raggiunto la Statale, seguito dalle forze dell’ordine. Mentre il corteo principale arrivava davanti all’ex Banca nazionale dell’agricoltura, gli altri sono entrati in ateneo e hanno cercato di raggiungere il Rettorato, poi hanno provato ad uscire dal retro che dà su via Francesco Sforza ma sono stati bloccati dagli agenti. Al termine dei tafferugli si sono contati due contusi, medicati sul posto, tra i manifestanti.
Non si placano le proteste in Italia e oggi gli studenti de La Sapienza sono scesi in piazza. L’occasione è la manifestazione contro la Conferenza Nazionale sulla Green Economy che si svolge nell’aula magna. I giovani hanno sfondato le transenne e lanciato bombe carta mentre le forze dell’ordine difendono l’ingresso. All’interno dell’Aula magna sono presenti i ministri Saccomanni, Orlando, Lorenzin, Giovannini, e altri sono attesi. I lavori della conferenza nel frattempo proseguono ed è stato trasmesso anche un video messaggio del premier Enrico Letta. Alcuni studenti tra quelli che protestano all’Università la Sapienza sono anche saliti sul tetto della facoltà di Fisica esponendo uno striscione. Tra gli studenti in protesta anche diversi specializzandi di Medicina che lamentano i tagli alle borse di studio. “Questa è l’ennesima passerella odiosa – spiegano – un incontro vergognoso, mentre la ricerca è asservita agli interessi dei privati”. Ma durante la manifestazione sarebbero anche stati fermati due studenti mentre la polizia avrebbe effettuato delle cariche, stnado a quanto raccontano gli stessi giovani mentre, in corteo, accerchiano l’Aula Magna dell’ateneo dove l’incontro si svolge. La polizia sta presidiando la zona ed il corteo è stato momentaneamente bloccato. Gli studenti urlano “bella scena la celere che carica gli studenti all’università. Non ce ne andiamo finchè non ci restituite i nostri compagni”.
Si sono spogliate ma solo per beneficenza. Loro sono le ragazze della squadra femminile di rugby dell’Università di Oxford e si sono spogliate per un calendario sexy, i cui proventi verranno devoluti. Le ragazze danno a tutti appuntamento al Varsity Match che si terrà contro Cambdridge.
Questa è una gallery con le foto di alcuni mesi dell’anno:
L’idea è venuta a un professore d’ingegneria meccanica della Northwestern University, nell’Illinois, Michael Peshkin: si tratta di una lavagna ideata per rendere pià comoda e chiara la spiegazione di formule e grafici. L’idea è di quelle “semplici” a cui però difficilmente si pensa: il professore ha proiettato la sua lezione usando una telecamera e uno specchio. Il risultato finale è di sicuro impatto: la “lavagna magica”, infatti, è un pannello luminoso che permette di scrivere su immagini proiettate con una peculiarità: la visione frontale dà l’illusione che il prof stia scrivendo ‘all’indietro’ per far leggere in maniera corretta i suoi studenti e allo stesso tempo di essere rivolto verso di loro. Peshkin ha inoltre messo a disposizione su internet le istruzioni per costruire la sua ingegnosa lavagna per le scuole e i colleghi che ne vogliano usufruire.
Una nuova serie tv? No, semplicemente una gaffe. In occasione dell’open day della facoltà di Medicina dell’Università di Firenze, gli studenti delle quarte e quinte superiori si sono trovati davanti a una slide proiettata sul maxischermo che mostrava l’attore Patrick Dempsey con sopra la scritta “Grais Anatomy”. Strafalcione subito notato dai giovani appassionati della serie tv Grey’s Anatomy. Se la facoltà voleva strizzare l’occhio ai futuri iscritti… forse non è riuscita bene nell’intento!
Nei giorni in cui si parla dei ricchi e furbi studenti degli Atenei romani, dove il 62% si finge bisognoso per ottenere agevolazioni economiche, Repubblica-Bologna getta uno sguardo a un altro polo universitario del nostro Paese, quello emiliano, e si scopre che, nei quattro Atenei di Bologna, Parma, Modena-Reggio Emilia e Ferrara, i furbetti della borsa di studio sono pochi. “Quasi un quinto degli universitari, l’anno scorso, è stato richiamato dall’azienda regionale per il diritto allo studio dell’Emilia Romagna (Ergo): sei più ricco, ti diamo meno agevolazioni. In 300 casi, circa, nel 2012 (appena l’1,7%), scesi a 180 nel 2013 (1%) invece la borsa di studio è stata revocata. Autocertificazioni sbagliate, ma non casi eclatanti. I controlli hanno fatto emergere soprattutto case di proprietà non dichiarate (“ma non ville con piscina”, precisa Ergo) oppure, nella situazione mobiliare, cifre intorno ai diecimila euro omesse.” Meno furbi, certo, ma anche molti, rigidi controlli, grazie alla collaborazione tra le università e l’azienda regionale per il diritto allo studio da un alto e la guardia di Finanza e l’agenzia delle Entrate dall’altro. Tutte le oltre 18mila domande per le borse di studio che giungono annualmente vengono controllate, con i dati autodichiarati di Isee e Ispe che vengono incrociati con la banca dati dell’Inps e con le banche dati dell’agenzia delle Entrare (per i redditi complessivi dichiarati) e dell’agenzia del territorio (per i patrimoni catastali).In seguito, una domanda su due viene sottoposta a ulteriori controlli. “E il risultato è che nel 2012 è stata rideterminata la fascia di reddito nel 17% dei casi mentre è stata revocata la borsa di studio nell’1,7%, sceso all’1% quest’anno, sugli oltre 18mila universitari che accedono ai benefici.” Il prorettore agli studenti dell’Alma Mater, Roberto Nicoletti, assicura che “Lo studente in Ferrari o con la villa che chiede sussidi qui da noi non esiste”, a riprova che i controlli funzionano. Ed è difficile mentire sulla propria condizione economica. “I controlli sono capillari, le nuove tecnologie ci aiutano in questo. Il dato sulle borse revocate è fisiologico”, fa sapere l’azienda regionale per il diritto allo studio dell’Emilia Romagna. “In genere permettiamo agli studenti di sanare le irregolarità normalmente commesse in buona fede”.
Un’indagine della Guardia di Finanza di Roma, che ha effettuato migliaia di controlli sugli studenti iscritti ai tre atenei della Città Eterna nell’anno in corso, ha scoperto che il 62% di essi si finge bisognoso. Ricchi e furbi quindi, con l’obiettivo di scroccare borse di studio,assegni, affitti calmierati e sconti sui trasporti. Tra i casi più eclatanti la ragazza con padre in Ferrari che dichiarava un reddito di 19mila euro l’anno e un’altra che ne dichiarava 14.313, ma in realtà possedeva un bel ‘gruzzoletto’ da 600mila. “Chi inganna la Regione su una borsa di studio ruba un diritto a chi ne ha titolo – ha detto il presidente della Regione Nicola Zingaretti -, lo nega a chi invece ce l’ha. Si parla di borse di studio che non dovevano essere percepite o addirittura alloggi che vengono sottratti a chi quel diritto ce l’ha. Questo è un fatto gravissimo”. E il generale Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Roma, ha sottolineato: “In questo periodo di crisi si moltiplicano i tentativi di godere illecitamente di sovvenzioni. Da qui, questo Patto anti-furbetti che ha come obiettivo quello di snidare i falsi poveri che cercano di scavalcare i veri poveri”. Nelle università della capitale arriveranno a breve i camper della legalità, dove gli studenti potranno denunciare agli ispettori Gdf gli affitti in nero e, con l’aiuto di funzionari dell’Agenzia delle Entrate, stipulare contratti regolari. Il contratto ex lege, ha spiegato Maccani, può essere anche del 60% più basso di quello in nero.
Una Stabilità che mina la cultura? Poche quest’anno saranno le Università del Sud che riusciranno a restare dentro gli obblighi ministeriali alla voce “spese per il personale”. La nostra istruzione superiore, da sempre un fiore all’occhiello e un vanto internazionale sta attraversando uno dei periodi più bui e così le Università colpite dal decreto Punti organico soprattutto al sud soffrono per il personale. Così saranno 17 Università del Sud a fermarsi e protestare nei prossimi giorni. Dopo le lettere al ministro dei quattro rettori pugliesi (“un decreto devastante”) e il grido angosciato del presidente della Regione Nichi Vendola (“Gli atenei del Sud si trovano in serissime difficoltà nell’erogazione dei servizi istituzionali”), giovedì molte università non terranno lezioni. C’è un accordo tra diversi rettori, associazioni studentesche come la Link, sindacati come la Cgil scuola: “Blocco della didattica”. E questo nel giorno in cui i diciassette rettori meridionali incontreranno il ministro Maria Chiara Carrozza a Roma.
Sono state le autorità dell’Università di Yale, che sorge a New Haven, in Connecticut, a circa 130 km a nord est di New York, a lanciare l’allarme per un uomo armato che si aggira all’interno del campus o nei suoi pressi. Stando a quanto riportano i media locali, le persone sono state invitate a trovare riparo e a chiamare la polizia se in possesso di informazioni utili. Nel messaggio pubblicato sul sito dell’università, viene inoltre riferito che le squadre della polizia accorse sul luogo sono alla ricerca dell’uomo armato. Sempre in rete, si legge che la segnalazione è giunta attraverso una telefonata anonima effettuata da una cabina telefonica e ricevuta dalla polizia di New Haven. L’area in cui sorge l’università è stata isolata e tutti gli accessi al campus sono stati bloccati mentre sul posto si trovano decine di agenti di polizia. Testimoni raccontano sui social network di poliziotti armati fino ai denti. Stando a quanto riporta Cnn, al momento nel campus ci sono pochissimi studenti, visto che per la maggior parte hanno fatto rientro a casa per il giorno del Ringraziamento mentre la ripresa delle lezioni è prevista per il prossimo due dicembre.
Lo scandalo ha coinvolto la Statale di Milano dove il “Gruppo gay” dell’Ateneo ha esposto nei giorni scorsi una locandina in cui appare il Papa emerito Joseph Ratzinger truccato con ombretto e rossetto. Il manifesto è stato realizzato per lanciare un cineforum su omosessualità e religione, ma la polemica non c’ha impiegato molto a esplodere. Il Giornale l’ha definita “Blasfema. Un’offesa all’intera comunità cattolica”, che ha anche sottolineato: “E con i soldi pubblici della Statale”. Matteo Forte, consigliere comunale di Forza Italia, ha invece parlato di “vilipendio all’autorità religiosa”. Il gruppo ha però immediatamente replicato: “Attenzione alla censura” e anche: “Il vero problema non è la provocazione ma l’omofobia”. Nel frattempo gli studenti del collettivo hanno anche smentito di aver ricevuto dall’ateneo 4mila euro solo per cineforum e locandine. Laura Boella, che detiene la cattedra di Filosofia Morale nello stesso ateneo, ha ne ha parlato come di una “polemica pretestuosa”: “La scelta di questi studenti va contestualizzata e come nella satira va rifiutata la misurazione”.
Il ministro all’Istruzione Maria Chiara Carrozza è stata intervistata da Sergio Nava durante la trasmissione Giovani Talenti, su Radio 24. Ai microfoni il ministro ha puntato il dito contro i docenti che, passati i settant’anni, rimangono in ruolo, offendendo tanto i giovani che la stessa università. “A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi od offrire le proprie biblioteche all’università.” E ancora: “Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti, non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perchè è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno settant’anni e che hanno avuto tanto in questo mondo.” Il ministro ha inoltre criticato il blocco del turnover negli atenei: “Abbiamo pensato di risparmiare bloccando il turnover anni, il che significa la morte nell’università e nella ricerca. Risparmiare sul turnover significa chiudere le porte a ciò che è fondamentale per l’università: il ricambio generazionale.” La Carrozza ha anche sottolineato tre punti d’azione per contrastare la fuga dei cervelli, tra quelli avviati nei primi mesi di governo. Il primo è l’aver portato il turnover al 50% nel 2014, il secondo l’aver reperito dei fondi da mettere su un programma per giovani ricercatori e terzo c’è la volontà di premiare gli atenei dove siano giovani ricercatori ad esssere i responsabili dei progetti di ricerca.”
Era prevista per oggi, all’Università Federale di Santa Catarina a Florianopolis, la conferenza “Chi ha il diritto di vivere” che prevedeva come oratore principale Cesare Battisti. Ma il governo brasiliano, alla luce delle ultime polemiche, ha deciso di annullare il seminario. E’ stato lo stesso comitato che aveva organizzato l’incontro ad informare di aver ricevuto una e mail dell’ex terrorista nella quale si annunciava l’annullamento della conferenza. Per la precisione Joa Gabriel Almeida, lo studente che aveva organizzato la partecipazione di Battisti, ha diffuso il messaggio nel quale l’ex terrorista sostiene che “attraverso una richiesta formale, all’ultimo momento, il governo mi ha proibito partecipare al nostro incontro”.
La polizia ha arrestato tre sospetti, tre ragazzi residenti in zona e sembrerebbe che si sia trattato di una “bravata” di cattivo gusto, visto che secondo alcuni testimoni i ragazzi indossavano anche costumi di Halloween. L’allarme quindi, scattato nel campus circa alle 12.00 ora locale sarebbe rientrato. Secondo le prime indiscrezioni i tratterebbe di ragazzi dell’università. Altre fonti però postano la foto di un ragazzo di colore, che indossa una maglia arancione e pantaloni di una tuta mimetica e secondo alcuni questo sarebbe stato il ragazzo sospetto. Al moemnto però non ci sono conferme. Sempre su twitter, sull’account del “The Recorder”, il giornalino universitario dell’ateneo del Connecticut si è saputo più tardi che un uomo era stato arrestato. Gli agenti delle squadre speciali della Swat avrebbero trattato con il presunto uomo armato, barricato nel James Hall, un dormitorio femminile dell’Università del Connecticut, secondo le prime ricostruzioni. Non è chiaro se l’uomo avesse preso con se alcuni ostaggi.
«Non state all’aperto. Cercate riparo, state al sicuro. C’è un’emergenza. Questa non è un’esercitazione. La polizia è già in azione»
Questo è stato il tweet inviato dalla Central Connecticut University, dopo che alcuni testimoni hanno riferito la presenza di un uomo armato.
Squadre speciali di pronto intervento, le famose teste di cuoio americane sono arrivate all’interno del Campus. Gli agenti delle squadre speciali della Swat starebbero parlando con il presunto uomo armato, che sarebbe barricato nel James Hall, un dormitorio femminile dell’Università del Connecticut.
La Central Connecticut University si trova a New Britain, un piccolo centro a meno di 40 miglia, circa 40 minuti di macchina da Newtown.
Con un tweet delle 2.49 p.m. ora locale ( in Italia 20,49) l’università ha sospeso tutte le lezioni per la giornata odierna.
Le autorità della Central Connecticut State University a New Britain hanno diramato un allarme ordinando a tutti gli studenti di chiudersi nella aule o nelle stanze del campus e di stare lontani dalle finestre, avvertendo che la polizia è in loco. Il sito dell’ateneo non specifica quale sia la minaccia ma fonti di stampa locale – non confermate – parlano di un uomo armato che si aggira per il campus.
Scoppiano le polemiche perché Cesare Battisti, terrà nei prossimi giorni, una conferenza in un’università brasiliana dal titolo “Chi ha il diritto di vivere”.
Battisti ex membro dei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, condannato in Italia per quattro omicidi: quello di Pierluigi Torregiani, gioielliere ucciso durante una rapina il 16 febbraio del 1979, quello di Lino Sabbadin, un macellaio iscritto all’Msi, ucciso lo stesso giorno di Torregiani; quello della guardia carceraria Antonio Santoro; e infine per l’omicidio dell’agente della Digos Andrea Campagna.
Nelle vesti di conferenziere Battisti riceverà un compenso 1.500 Real, circa 500 euro, finanziato direttamente dal ministero dell’Educazione.”Battisti è stato chiamato per dar voce agli esiliati, agli imprigionati” ha spiegato Paulo Lopes, organizzatore del seminario, al quotidiano brasiliano “O estado”.
In Italia pensiamo ai travesimenti per Halloween e immaginiamo immediatamente creature della notte: streghe, vampiri, mostri. Tutto quello che riguarda la sfera dell’incubo. All’estero, però, la festa assume molto più le fattezze del nostro Carnevale e la fantasia si scatena, come si nota anche solo girovagando per il web. Ma le “vincitrici” dell’anno sono due ragazze che hanno partecipato ad altrettanti party in università americane. Cos’aveva di così particolare il loro costume? Semplicemente, non c’era! Le loro foto completamente nude, com’era prevedibile, hanno fatto il giro del mondo in poche ore.
Il ministro dell’Istruzione ha dato l’ok al liceo internazionale per l’Impresa, Guido Carli, di Brescia, “sponsorizzato” dall’associazione industriale della città lombarda, per la sperimentazione della riduzione del percorso scolastico da 5 a 4. L’autorizzazione, però, ha messo sull’attenti l’Anief, che teme nuovi tagli al personale della scuola per fare cassa. Era marzo quando Profumo, predecessore della Carrozza, annunciava ai sindacati l’intenzione di avviare una sperimentazione per accorciare il curriculum scolastico, da 13 a 12 anni, che porta al diploma. L’idea era stata accolta tra mille polemiche dai rappresentati dei lavoratori e quindi riposta. Salvo tornare in auge ora. Parlando con gli studenti dell’istituto, infatti, il ministro Carrozza ha detto: “Se ci fosse stata quando ero studentessa anch’io mi sarei iscritta a una scuola come la vostra”. E ha poi aggiunto: “Si tratta di un’esperienza che dovrebbe diventare un modello da replicare in tutta Italia anche per la scuola pubblica”. Il pensiero fa tremare i sindacati: il taglio porterebbe a una perdita netta di quasi 40mila cattedre con un risparmio per le casse del ministero di oltre un miliardo e 300 milioni di euro all’anno. Senza contare che stroncherebbe le speranze dei precari di avere una cattedra fissa. Per Marcello Pacifico questa “sperimentazione non riguarda una semplice decurtazione del percorso di un anno, ma anche l’avvio di una metodologia che punti ad una didattica per competenze, laboratoriale e integrata. Il tutto con lo scopo di accorciare i tempi di apprendimento e consentire di ammortizzare la mancanza del quinto anno”. Secondo il rappresentante dei lavoratori, “l’obiettivo cui punta il ministero è quindi più che evidente: creare un precedente, per il quale nella prossima estate non potranno che essere tessute le lodi, per puntare dritto alla soppressione di 40mila cattedre. Già il Governo Monti aveva quantificato un risparmio nazionale, attraverso la sparizione di altrettanti docenti oggi impegnati nelle classi quinte di tutte le superiori d’Italia, pari a 1.380 milioni di euro”. Un tentativo che “fu fatto proprio da quel governo, prima tentando un improbabile sondaggio sulla riduzione di un anno della scuola secondaria superiore e successivamente provando a portare a 24 ore l’orario di insegnamento settimanale di tutti i docenti”.
Un’affermazione quella di Visco che farà alzare un polverone anche perché un titolo di studio superiore in Europa corrisponde a un lavoro più remunerativo e più soddisfacente. Come riporta l’Huffington Post:
“I dati Eurostat mostrano che ‘studiare conviene’ perché rende più probabile trovare un lavoro”: nel 2011 in media nell’Ue lavorava l’86% dei laureati contro il 77% dei diplomati. “In Italia, tuttavia, studiare conviene meno: per i laureati tra i 25-39 anni, la probabilità di essere occupati era pari a quella dei diplomati (73%) e superiore di soli 13 punti percentuali a quella di chi aveva conseguito la licenza media”. Lo ha sottolineato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, al X Forum del Libro Passaparola.
Il livello di istruzione dei giovani è “ancora distante da quello degli altri paesi avanzati. Questo è particolarmente grave”. Visco segnala poi in Italia un “analfabetismo funzionale” caratterizzato da competenze inadeguate, sottolineando la necessità di investire in “capitale umano”.
“Negli ultimi anni sono stati registrati passi in avanti. Mi riferisco ad esempio al ritorno alle procedure concorsuali per la selezione del personale docente delle scuole elementari, medie e superiori. Si tratta in linea di principio di un importante segnale di novità rispetto alla tradizione di privilegio dell’anzianità di iscrizione nelle liste degli aspiranti al ruolo, con qualche presumibile effetto di ringiovanimento del corpo docente. Proseguire con decisione lungo una direttrice di valorizzazione del merito richiederebbe a regime l’affermazione del concorso come strumento naturale di selezione della professione docente”.
Di fronte ai ritardi italiani in materia di istruzione e di competenze dice ancora Visco “è fondamentale il rilancio della scuola e dell’università. Risorse adeguate andrebbero previste per sistematiche azioni di recupero e sostegno delle scuole in maggiore difficoltà, concentrate nelle regioni del Mezzogiorno, e per il contrasto alla dispersione scolastica”.
Nonostante il livello di istruzione sia nel nostro Paese mediamente basso, ad un grado più alto non corrisponde, come negli altri Paesi avanzati, una remunerazione maggiore. E’ il “paradosso” tutto italiano indicato dal governatore di Bankitalia. “Ad un alto livello di istruzione dovrebbe corrispondere, ceteris paribus, un rendimento della stessa elevato, trattandosi di un fattore relativamente scarso. In Italia, invece, a un alto livello di istruzione si associa una bassa remunerazione”, spiega il governatore.
L’Italia non è un Paese per giovani, non è un Paese per pensionati, non è un Paese per lavoratori, non è un Paese per le donne (basta vedere l’indice dei femminicidi) e non è neppure un Paese per laureati… che Paese è?
Entro la fine dell’anno le istituzioni Ue dovranno confermare lo stanziamento di 15 milioni di euro per il programma Erasmus+, con un aumento di circa il 40% rispetto il periodo 2007-2013 che permetterà a quattro milioni di studenti di fare un’esperienza fortmativa all’estero dal 2014 al 2020. E’ stato il commissario per l’Istruzione e la cultura, Androulla Vassiliou, a presentare il nuovo programma a Bruxelle, nel corso di un Forum al quale sono intervenuti oltre 350 esperti del settore dell’educazione provenienti da 34 paesi europei. La revisione permetterà di elargire borse di studio in numero quasi doppio rispetto al passato, offrendo così a molti più giovani, la maggior parte delle quali sotto i 25 anni, opportunità di formazione e di lavoroi. L’aumento non era scontato, considerato che lo scorso autunno proprio il programma Erasmus era finito ostaggio dello scontro sul bilancio tra l’Europarlamento e il Consiglio a causa dell’austerità dei paesi rigoristi del fronte nordico che si erano opposti a onorare i debiti con l’Ue mettendo a rischio i pagamenti delle borse 2012-2013. Solo a febbraio si era poi raggiunto un accordo, mettendo così in salvo il programma che è un simbolo dell’Europa unita. Dice il commissario Vassiliou: “Erasmus è più importante che mai in tempi di crisi economica e di elevata disoccupazione giovanile”. L’incremento delle borse di studio ha uno scopo chiaro: permettere ai giovani di migliorare le conoscenze di una lingua straniera, certo, ma anche di acquisire competenze essenziali per le attuali esigenze del mondo del lavoro.
Sembrerebbero accidentali le cause che hanno portato alla morte di una studentessa italiana di 23 anni in un dormitorio dell’Università di Lingue e cultura di Pechino. La ragazza proveniente da San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia, frequentava un biennio di specializzazione dopo la laurea triennale in lingue conseguita a Roma. La 23enne sarebbe caduta dall’ottavo piano del suo dormitorio.
La polizia cinese sta indagando sul tragico episodio e al momento non sarebbero emersi elementi che facciano pensare che non si sia trattato di un incidente. L’ambasciata d’Italia a Pechino sta fornendo tutta l’assistenza possibile ai familiari della giovane, giunti nella capitale cinese nei giorni scorsi.
Aggiornamento ore 17:20
Secondo quanto avrebbero riferito alcune fonti dell’Ambasciata italiana alla famiglia, Vittoria Scarano, questo il nome della 23enne, era stata trasportata in ospedale ancora viva e avrebbe fornito anche le proprie generalità ai soccorritori. Le stesse fonti avrebbero rivelato alla madre che la studentessa presentava un taglio sotto il mento ed alcuni ematomi sul torace.
E’ L’Espresso online che denuncia la situazione degli atenei italiani, prendendo ad esempio l’Università Statale di Milano e postando un paio di foto scattate durante la prima lezione di Diritto civile dell’anno, tra le più importanti per gli iscritti di Giurisprudenza. Ma come fare a seguirlo se, come racconta Mattia, un iscritto del quinto anno, “Eravamo forse 500, 600 persone, ammassate in un’aula che anche se è la più grande dell’Università non è sufficiente ad ospitarci tutti”. Lo studente prosegue: “Così è finita che in molti sono rimasti dietro le scale, sotto le finestre, in piedi, in corridoio, fuori dalle porte”. La situazione “vergognosa” è stata denunciata su Facebook, con foto che non solo rendono l’idea “delle condizioni disastrose dell’Università pubblica italiana, ma rappresenta anche un grave problema di sicurezza”. Il problema è che i tagli stanno affliggendo tutta la nostra Penisola, con investimenti che, al contrario delle altre nazioni europee, calano: dal 2008, del 12%. Stefano Paleari, segretario generale della Conferenza dei rettori, solo a giugno ricordava: “Addirittura anche gli spagnoli investono più di noi: 157 euro a cittadino contro i nostri 109. Con questi numeri sarà presto impossibile per le Università garantire il supporto essenziale per il rilancio dell’economia e dello sviluppo. Ovvero ciò che sia il Ministro che Bankitalia si augurano per l’uscita dalla crisi”. Si risparmia dove si può in Italia, ma anche dove non si dovrebbe proprio. Su educazione, cultura, anche salute se si pensa che, come racconta uno studente del Politecnico di Bari, a luglio in concomitanza di un esame “Non c’era l’aria condizionata e una ragazza si è pure sentita male durante l’appello”. E dire che l’università dovrebbe essere il trampolino per il futuro… sempre se non si spezza prima del salto!
Un egiziano ha cercato di stuprare una ragazza in pieno giorno dentro un McDonald’s, questa mattina alle 11, a via Ostiense, nei pressi dell’Università di Roma 3. La vittima ha iniziato a gridare per richiamare l’attenzione dei clienti e del personale. Immediatamente sono state allertate le forze dell’ordine che hanno sottratto l’uomo dal linciaggio.
Sarebbe dovuta, secondo le prime ricostruzioni, a un generatore guasto l’esplosione avvenuta vicino alla biblioteca centrale dell’Università di Berkeley, in California, in una zona in cui sorge anche la Sather Tower e a sinistra della California Hall. Dalle prime informazioni, ci sarebbero alcuni feriti mentre una persona è stata ricoverata in ospedale. Nel frattempo l’ateneo è stato evacuato mentre si è provveduto a sospendere tutte le lezioni e le attività nei laboratori.
I soccorritori hanno dovuto liberare circa venti studenti rimasti intrappolati negli ascensori dei dormitori. Dan Mogulof, portavoce dell’università, ipotizza che l’esplosione possa essere stata causata dal tentato furto di un filo di rame sotterraneo, fatto che sarebbe avvenuto la settimana scorsa. “Sembra che il furto abbia creato più danni di quanto si fosse immaginato inizialmente”, ha detto. Al momento, però, non è giunta dalle autorità alcuna conferma all’ipotesi.
Due docenti dell’Università di Messina sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza con l’accusa di aver gravemente inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l’esito. L’operazione, ribattezzata “Pacta servanda sunt”, è scattata dopo mesi d’indagini che hanno messo in luce “un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l’accesso al mondo accademico”, non solo messinese. Gli arresti domiciliari sono scattati nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell’Università di Messina, che è anche professore ordinario, e di un altro professore ordinario. Anche altri tre docenti, che svolgono la loro attività in altre Università, sono indagati. E’ stato accertato dagli investigatori che sia la commissione giudicatrice che il vincitore del concorso venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione dei loro colleghi. Secondo le indagini il piano sarebbe potuto saltare perché un altro candidato aveva raggiunto un punteggio più alto di quello che secondo i docenti coinvolti dovevo vincere il concorso. Gli indagati, per portare a termine il piano, sarebbero giunti a costringere il concorrente meritevole a ritirarsi permettendo in questo modo la proclamazione del candidato predesignato: “Pacta servanda sunt”, i patti vanno rispettati: su questa base, i due arrestati concordavano che il candidato avrebbe dovuto ritirarsi, con in cambio la promessa di una successiva sistemazione al seguito di un altro concorso. E’ quanto emerso da un’intercettazione.
Strage all’Università, torna la paura in Nigeria con l’ennesima mattanza che sconvolge l’intero Paese. Il sangue oggi è stato fatto scorrere nelle camere degli studenti di un college della facoltà di Agricoltura di Gujba, nello stato di Yobe. Un commando di uomini armati ha fatto irruzione e ha colpito i ragazzi che stavano dormendo. Ancora una volta gli uomini artefici di questo atto di terrorismo sono affiliati alla fazione fondamentalista di Boko Haram.
Un contratto anomalo quello che sono costretti a firmare alcuni studenti cinesi di un ateneo della provincia del Guangdong. Sembra infatti che l’Università in seguito a un incidente avvenuto l’anno scorso in cui uno studente ferì una compagna che si rifiutava di avere una relazione con lui, abbia voluto porre un freno a questi atti di violenza e quindi ha redatto un vero e proprio contratto con il quale l’ateneo non è responsabile per eventuali suicidi o lesioni. Le 5000 matricole lo hanno sottoscritto.
Andare a scuola su un mezzo pubblico sta diventando un lusso. Oltre al caro libri e alle tasse universitarie sugli studenti e sulle spalle delle loro famiglie iniziano a pesare anche i costi degli spostamenti. Gli abbonamenti infatti possono arrivare a prezzi proibitivi e sono solo le fasce di reddito più basse (cioè quelli con redditi Isee inferiori a 20.000 euro annui) a poter usufruire di riduzioni. Gli abbonamenti più cari si sono fatti registrare a Perugia con quasi 300 euro, e a seguire Genova, Verona e Bologna con 200 euro. Questi dati sono stati forniti dalla ricerca del sito Skuola.net che ha messo a confronto le diverse tariffe delle grandi città. Ma a essere bersagliati non sono solo i grandi capoluoghi di provincia di solito sede di prestigiose università, ma anche le regioni più popolose che hanno quindi bisogno di far spostare i ragazzi soprattutto negli anni della scuola superiore. Per gli studenti pendolari le tariffe regionali della rete ferroviaria basate sul chilometraggio possono arrivare a più di 2.000 euro per un abbonamento annuale di ultima fascia in Piemonte, in Sicilia o in Puglia, ed alcune regioni non prevedono tariffe ridotte under 26. Le regioni hanno creato perciò delle tariffe integrate, a zone o a tratte, che possono prevedere agevolazioni e rendono più agevole il passaggio tra la rete di bus urbani e i treni e il collegamento tra due città all’interno della stessa regione, ma che oscillano comunque tra i 500 e oltre i 900 euro per l’annuale di ultima fascia.
La tabella indica come andare a scuola costi caro nelle grandi città:
E anche il trasporto regionale ferroviario è un costo difficile da sostenere per le famiglie italiane:
Un test sbagliato e l’Università nel caos. Un errore banale di scambio di buste, ma se succede con il test di ammissione a La Sapienza succede che 1.600 aspiranti matricole alla facoltà di biologia si trovino a rispondere a domande su Freud e Lacan.
«Io ero nella 4 di Economia – racconta una studentessa al Corriere della Sera – pronta a conquistare uno dei 157 posti in palio. Ci hanno consegnato la nostra busta e noi abbiamo staccato il codice a barre. Ma quando abbiamo letto la prima domanda siamo tutti rimasti a bocca aperta: era qualcosa sull’inconscio… Noi, già ansiosi, abbiamo pensato a un quesito di cultura generale. Nessuno osava parlare».
Più andavano avanti con il test, però, più lo sbaglio era evidente. «Non c’era una domanda di chimica, di fisica, nemmeno un accenno al Dna o al calcolo vettoriale – racconta Giorgia – insomma, non era il nostro test. E quando qualcuno ha protestato, i commissari spiazzati ci hanno risposto: “Voi fatelo, non si sa mai…”».
Così gli aspiranti biologi hanno iniziato a compilare il test di psicologia. È a quel punto che sono iniziate le telefonate della commissione per sostituire il test. «Hanno ritirato le buste. Solo dopo sono arrivate quelle nuove e si è creata un po’ di confusione. E noi eravamo sempre più nervosi». Alla fine le domande giuste sono state distribuite e il test è ricominciato da zero. «Si è trattato di un disguido – fanno sapere da La Sapienza – al mattino c’erano le prove di Psicologia e, nel pomeriggio, sono stati confusi i plichi. Ma il problema è rientrato nel giro di un’ora e si è verificato in sole due aule».
Pompei si salverà… grazie a 10 milioni di euro e un team superspecializzato di professori e ricercatori della Technische Universität di Monaco di Baviera e dell’istituto Fraunhofer di Stoccarda. Così la Germania investe nel patrimonio culturale italiano con un programma di restauri e ricerca decennale che si occuperà anche della scelta di materiali antichi da utilizzare per la conservazione del sito vesuviano.
“Conservare Pompei per l’eternità”, “Sottrarre Pompei al secondo seppellimento” gli slogan usati dai ricercatori bavaresi per sintetizzare il senso di un progetto internazionale, che vede scendere in campo il top della scienza tedesca: da un lato il Fraunhofer, il più grande centro di ricerca tecnica d’Europa, una corazzata di tecnologia e innovazione, 22 mila dipendenti, finanziata dall’industria tedesca, oltre che dal governo federale e dai land, con l’Istituto per la fisica delle costruzioni, l’Ibp che ha sede a Stoccarda; dall’altro la Tum, Technische Universität München, l’università numero 1 in Germania secondo la classifica annuale stilata a Shanghai. Progetto definito, saranno inizialmente oltre una cinquantina gli esperti impegnati a Pompei.
Il “Pompei Sustainable Preservation Project”, il Progetto Pompei per la conservazione sostenibile, sarà sviluppato in dieci anni, partenza estate 2014. Terzo promotore del progetto è l’Iccrom, il centro studi per il restauro affiliato all’Unesco, che ha sede a Roma. Partner italiano è il Cnr che partecipa con l’Ibam, l’istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania
“L’idea di fare qualcosa per Pompei – racconta Ralf Kilian, capo del settore restauro del Fraunhofer – venne dieci anni fa a me e all’archeologo Albrecht Matthaei mentre lavoravamo nella città romana e vedevamo le rovine disgregarsi sempre più. La cattedra di restauro della Tum di Monaco e il professor Emmerling potranno introdurre nuovi concetti per la conservazione di Pompei”.
Gli istituti coinvolti collaboreranno con la Soprintendenza per i beni archeologici di Pompei e l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, per far divenire Pompei un centro di ricerca sulla conservazione dell’architettura antica. Il programma coinvolge anche la School of geography and environment dell’Università di Oxford, il Dipartimento di storia antica dell’Historicum della LudwigMaximiliansUniversität Munchen (Lmu Munchen), il Deutsches Archäologisches Institut (Dai) di Roma e l’Università di Pisa.
“Dobbiamo curare questa eredità – ha spiegato Klaus Sedlbauer, direttore del Fraunhofer – non soltanto per conservare l’antico, ma anche per sviluppare il nuovo”. Il programma dei lavori prevede di intervenire in maniera completa su un’intera insula di Pompei. Si opererà in maniera esemplare, con un restauro radicale, dai giardini fino alle coperture, affrontando il problema delle acque piovane e sperimentando l’utilizzo di malte antiche, adatte a resistere e a garantire condizioni di conservazioni ottimali nel tempo.
“Oltre al restauro a regola d’arte e alla messa in sicurezza duratura degli edifici antichi – spiega il professor Erwin Emmerling della Tum di Monaco – il team vuole sviluppare strategie e metodi innovativi per prevenire un ulteriore decadimento. Questo significa anche creare nuovi sistemi per edifici di protezione, e costruirli tutelando sia le rovine, sia i visitatori, nonché allestire aree verdi compatibili con il valore storico degli giardini antichi”.
Oltre al team di archeologi e restauratori che sarà impegnato tutto l’anno, dal 2015 è prevista la nascita di una summer school per formare sul campo 510 persone all’anno. I partner del “Pompei Sustainable Preservation Project” sono alla ricerca di una società di raccolta sponsor o di un mecenate che garantisca la prosecuzione negli anni del programma di restauri.
“Con questo intervento – racconta il referente italiano del progetto, Daniele Malfitana, direttore dell’Ibam Cnr – una nuova generazione di ricercatori e restauratori provenienti da diversi paesi si confronterà con gli esperti del settore e le best practices messe in campo per Pompei potranno così essere impiegate in altri siti nel mondo”.
Speriamo solo che gli archeologi tedeschi non facciano interventi di restauro invasivi come quelli che furono poi oggetto di critiche per il Partenone.
Non sono più solo gli italiani, anche gli americani sono costretti a vivere con i genitori per la crisi che negli ultimi anni si è abbattuta sull’American Dream. Lo rivela un sondaggio di Pew Research Center, secondo cui 21,6 milioni di ragazzi tra i 18 e i 31 anni vivono con i genitori. Una cifra record, la più elevata degli ultimi 40 anni. E’ il 36% che è ormai costretto a vivere con mamma e papà. A volte si esce di casa per andare all’università, ma poi si torna a casa, i costi per vivere da soli sono troppo elevati e gli stipendi sono troppo bassi.
“La maggior parte dei miei amici, una volta laureati tornano a vivere a casa perché anche se hanno un lavoro non possono permettersi di pagare l’affitto e di rimborsare i prestiti allo stesso tempo”, spiega Stephanie Levonne, 20 anni, studentessa di New York.
La quota dei ragazzi che vivevano con i genitori nel 2007 era pari al 32%, e nel 2009 al 34%.
La Sub Pop Record, casa discografica dei Nirvana, band simbolo degli anni 90 e che cessò la produzione musicale nel 1994, dopo il suicidio del leader del gruppo Kurt Cobain, ha ricevuto una mail che non ha esitato a rendere nota. A inviarla uno studente dell”Istituto Politecnico della Virginia, noto come Virginia Tech. Il giovane ha ricevuto dal direttivo l’incarico di contattare le celebrità al fine di raccogliere brevi clip di buon augurio per proiettarle in occasione della festa di benvenuto delle matricole 2013. “È possibile far partecipare al nostro evento anche i Nirvana? Qui li amiamo molto, sarebbe un’ottima occasione di rilancio, per loro”. Il video, spiega lo studente, può essere “anche realizzato con un Iphone andrebbe benissimo”. Ma non basta, nella missiva si riferisce al cantante con il pronome “her”, di genere femminile. Una volta che la missiva è stata pubblicata sul sito della casa discografica, dopo aver cancellato il nome del mittente, ed è subito diventata bersaglio di scherno da parte dei fans della band.
Corrado Zunino, durante il videoforum di Repubblica Tv, ha intervistato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, che ha parlato anche del concorsone per gli insegnanti: “Verrano tutti assorbiti i vincitori ? Mi auguro di si. Le selezioni sono in corso, alcuni più avanti. Ci sono stati problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi, nonostante avessimo chiesto di assorbirli”. Per quel che riguarda il numero dei nuovi docenti alla partenza del prossimo anno scolastico. “Non appena sarà possibile immetteremo 15mila dipendenti -, 50% dalle graduatorie, 50% dal concorso”. Ma la previsione iniziale era di 28mila: “Anche se il concorso ha validità 3 anni – precisa il ministro – e potranno essere assunti successivamente”. La diminuzione è causa della riforma Fornero: in molti, nonostante abbiano raggiunto l’età pensionabile, non possono infatti lasciare: “Abbiamo presentato una proposta di legge a riguardo con la collega Ghizzoni, stiamo cercando le coperture per sanare il problema. Molte persone classe 52′ sono costrette a rimanere in servizio al di là della loro volontà”. Altre risposte che il ministro intende cercare, inoltre, è per il destino dei corsi Tfa: hanno costi elevati ma il futuro di chi li ha frequentati resta incerto. Riguardo i test d’ingresso alle facoltà, ha spiegato il ministro: “Alcuni servono per l’autovalutazione, come quelli per ingegneria che sono molto importanti per verificare se si sarà in grado di affrontare quel percorso”. Discorso diverso per quelli a numero chiuso. “Non tutti si possono aprire. E’ il caso di quello di Medicina, perché rientra in una logica Paese di possibile immissione alla professione, e di equilibri da salvaguardare”. Carrozza non è poi preoccupato dal turismo scolastico di chi sceglie di provare i test all’estero per avere più possibilità d’ingresso. “Se le scuole rumene di medicina sapranno attrarre i nostri studenti non vedo problemi. Non bisogna bloccare le persone, ma aiutare i nostri studenti nella preparazione”. Riguardo ai fuoricorso il ministro spiega: “Sono contraria a barriere e sanzioni. Vedo l’università efficiente quella che riesce a massimizzare le risorse e a far laureare lo studente in tempo. I fuoricorso sono un male soprattutto per se stessi e per le proprie famiglie”. Anche agli studenti però è richiesto un cambio di mentalità. “Non si può arrivare a 25 anni senza aver lavorato neanche un giorno. Tutti devono aver fatto stage ed avere esperienze di tirocini”. Il ministro ha approfittato dell’incontro per spiegare anche che si continua a lavorare sulle “Misure per l’edilizia e la sicurezza scolastica” e si cercano anche nuovi fondi. Ma ancora ci sono nodi non risolti. Come i precari, “un organico di fatto che dovrebbe essere messo in condizione di entrare stabilmente”. Anche le univertità lamentano situazioni di sofferenza: “Faremo una riunione con gli atenei in difficoltà. Ma non sono per intenti sanzionatori. Per quanto riguarda le università telematiche eviterei slogan e valutazioni ex ante, per questo ho deciso di istituire una comissione indipendente”. Tra le cose da fare anche una riforma del concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione dell’area medica. “Vogliamo spezzare l’attuale atteggiamento clientelare, già dal 2014 se possibile”.
Forse servirebbe una rete di protezione a Mario Monti per non precipitare ancora… dopo aver lasciato la presidenza del Consiglio è stata infatti una caduta dopo l’altra… sembra aver perso l’appoggio di Napolitano, dei grandi giornali, dei suoi alleati… Ha perso le elezioni politiche e ora potrebbe perdere la presidenza della Bocconi. Il dilemma è essere a capo di un partito che non ha voce oppure presiedere una delle più importanti università italiane… ma forse il dilemma è tra potere e non potere?
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*