Adesso c’è la conferma della scienza: gli uomini ricordano meno delle donne, in particolare nomi e date. Cosa significa? Se il vostro partner non ricorda anniversari e compleanni, non prendetevela troppo. A dimostrare questa caratteristica maschile c’ha pensato una ricerca dell’università norvegese di Scienza e tecnologia pubblicata sulla rivista Bmc Psychology, curata dal professor Jostein Holmen e il suo team. Lo studio è stato condotto coinvolgendo circa 37mila persone, alle quali è stato sottoposto un questionario con nove domande sulle capacità di ricordare. Ai partecipanti sono state poste domande riguardanti la difficoltà di ricordare le cose, di dire con esattezza cosa stessero facendo un anno fa o se fossero in grado di ricordare in dettaglio alcune conversazioni. I risultati hanno dimostrato, appunto, che gli uomini ricordavano peggio delle donne, in particolare nomi e date. Messi alla prova sui nomi, infatti, dichiaravano di aver difficoltà a ricordare l’86,5% delle donne e l’89,7% degli uomini, mentre per le date la stessa problematica riguardava il 79,4% degli uomini e il 64,7% delle donne.”Si aprla molto del fatto che le donne ricordino più degli uomini, ma non abbiamo ancora capito perché. Questo rimane ancora un mistero irrisolto” ha affermato Holmen.
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Il vostro compagno scorda anniversari e compleanni? Non è colpa sua!
Pubblicato da tdy22 in gennaio 25, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/25/il-vostro-compagno-scorda-anniversari-e-compleanni-non-e-colpa-sua/
“Il Governo italiano non fermi la sperimentazione animale”: così la Cattaneo
E’ scontro tra ricercatori e animalista da quando, la scorsa estate, il Parlamento ha varato la legge 96 secondo la quale nei laboratori di ricerca italiani verranno vietati gli xenotrapianti, l’uso degli animali per i test sulle droghe, l’uso di primati, cani e gatti se non dopo l’autorizzazione ministeriale e qualsiasi sperimentazione senza anestesia o analgesico. La senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata e ricercatrice alla Statale di Milano, dove studia da anni la malattia di Huntington, è intervenuta nel dibattito. “Il governo deve recepire la direttiva europea sulla sperimentazione animale senza stravolgimenti, altrimenti si ferma la ricerca italiana”. Dopo le proteste dei ricercatori, che hanno minacciato il ricorso alla Corte di giustizia europea, il governo ha preparato una bozza di decreto legislativo che allo stesso tempo scontenta gli animalisti e che secondo Cattaneo “non è sufficiente”. L’Huffington Post ha intervistato la senatrice:
Senatrice Cattaneo, perché non è soddisfatta dei cambiamenti che il governo ha introdotto nel futuro decreto sulla sperimentazione animale? Credo che abbia sottovalutato le implicazioni e le conseguenze di quello che viene enunciato. Rimane il divieto agli xenotrapianti, rimane anche l’impossibilità di condurre ricerche sulle molecole psicoattive persino nei topi. L’esecutivo deve semplicemente recepire la direttiva comunitaria così come è stata votata dal Parlamento europeo altrimenti costituirà un freno alla ricerca italiana. Non capisco poi perché gli animalisti vogliano cambiarla, visto che in sede europea hanno dato il loro benestare a questa direttiva.
Forse perché l’obiettivo delle associazioni animaliste è l’abolizione della sperimentazione animale? Se viene vietata la sperimentazione animale allora bisognerà assumersi i rischi e parlare onestamente con i malati per informarli che la ricerca sulle malattie è bloccata. Allo stesso tempo occorre dire che non esistono le metodologie alternative alle cavie da laboratorio. Esistono, è vero, le colture cellulari e gli approcci informatici che affiancano la sperimentazione animale ma non potrebbero sostituirla. Sfido chiunque a venire nel mio laboratorio e spiegarmi in quale modo si sarebbe potuto arrivare ai risultati che abbiamo ottenuto senza usare gli animali. Abbiamo scoperto che nella corea di Huntington, malattia neurologica, vi sono dei circuiti molecolari che si parlano, e questo è stato convalidato in 4 modelli sperimentali diversi, verificati e validi sull’uomo, e ora con i test clinici cerchiamo di capire come fare una diagnosi della sintomatologia della malattia. Ecco perché non mi capacito quando sento parlare di inutilità della sperimentazione animale.
Nello stesso preambolo della direttiva europea si indica come obiettivo a lungo termine la completa sostituzione degli animali nella ricerca a favore delle metodologie alternative, mentre il governo americano finanzia generosamente il progetto Tox21 che prevede appunto l’implementazione di metodologie animal-free. Cosa ne pensa? Sono a favore di qualsiasi strategia di ricerca proprio perché sono uno scienziato e non potrei escludere alcuna metodologia. Se in una determinata ricerca scopro che gli animali, o una specie animale, non mi servono allora non li uso. So, però, che se voglio studiare la tossicologia sistemica di un farmaco avrò bisogno di un organismo intero e non di un piattino di cellule. L’aspetto etico tocca noi ricercatori per primi, siamo noi a manipolare e condividere l’esperienza in laboratorio con gli animali, la viviamo tutti i giorni. Personalmente supero il problema etico con un imperativo, quello di dare speranze ai malati, e per questo obiettivo non userò né un animale in più né uno in meno di quello che è necessario. Come scienziata mi prendo la responsabilità etica di quello che faccio. E non accetto che il monopolio dell’etica sia in mano soltanto agli animalisti.
Ultimamente lo scontro tra animalisti e ricercatori si è esacerbato, con il caso di Caterina Simonsene addirittura l’affissione a Milano di volantini con nome e cognome degli scienziati additati come “assassini di animali”. Come riportare la calma? La vivisezione non esiste. E non esistono i vivisettori. Eppure esiste la Lega antivivisezione. Penso di avere incontrato migliaia di scienziati nella mia vita, e mai ho trovato un ricercatore con un atteggiamento aggressivo nei confronti degli animali da laboratorio. Ci dicano dove avviene la vivisezione. Nei nostri laboratori invece c’è un impiego etico e legittimo della sperimentazione animale per dare conoscenza e speranza.
In Italia e nel mondo l’opinione pubblica invece è apertamente contraria all’uso degli animali per scopo scientifico. Secondo lei è soltanto ignoranza? L’opinione pubblica si infiamma perché vuole avere la coscienza pulita. Le persone vogliono farmaci efficaci e medici in grado di guarire le malattie, ma non accetta per esempio le etichette sui farmaci dove si indicherebbe che quel principio attivo è stato ottenuto con la sperimentazione animale: è una proposta di legge di Pia Locatelli e la trovo davvero ottima. Forse c’è bisogno di un’opera pedagogica per far comprendere come la scienza produca fatti definibili, contestabili e pubblici. E invece accade di assistere a pagliacciate come quella di Davide Vannoni, che non a caso tiene segreto il suo metodo Stamina proprio perché non ha niente a che vedere con la scienza.
A proposito di Vannoni, come si sta comportando la ministra Lorenzin? Ha avuto coraggio. Quando la scorsa primavera il Senato ha dato unanimemente il via libera al metodo Stamina approvando il decreto Balduzzi, Lorenzin è andata controcorrente e ha costituito un comitato scientifico affidandosi al suo parere. Così facendo ha messo in angolo Vannoni. Oggi vorrei dire ai miei colleghi senatori che dovrebbero prendersi la responsabilità di quello che è accaduto, perché abbiamo attiratol’attenzione del mondo scientifico internazionale anche a causa di decisioni politiche antiscientifiche. Un disastro.
Anche la medicina ufficiale viene percepita come “casta”? Capisco che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo è facile puntare il dito contro le istituzioni. Ma la scienza è una cosa seria e se viviamo fino agli 80 anni è merito suo, non certo della politica e della religione. Oggi, specialmente in Italia, noi scienziati lavoriamo senza ottenere considerazione dalla società eppure riusciamo a competere con il mondo intero vincendo bandi e ottenendo generosi finanziamenti superando colleghi che lavorano in laboratori prestigiosi in California oppure ad Harvard. E questo nonostante facciamo ricerca, nel mio caso, nell’edificio più brutto di Milano e con strumentazioni vecchie. Questo è il miracolo della ricerca italiana, riconosciuto all’estero e svilito invece nel nostro Paese. E difendo con la stessa passione il metodo scientifico, perché è l’unico che mette in dubbio tutto ogni volta, è l’unico metodo che mi impone di non innamorarmi della mia idea se riesco a dimostrare che è sbagliata.
Tornando alla direttiva sulla sperimentazione animale, domani c’è un convegno al quale la Lav ha deciso di non partecipare perché, spiega, non rispecchia le opinioni dell’antivivisezionismo scientifico. Cosa risponde? Questo convegno serve soprattutto ai senatori della Commissione sanità che devono dare un parere al governo sul decreto che recepisce la direttiva sulla sperimentazione animale. Devono sapere che se la bozza dell’esecutivo rimane invariata, andremo incontro alla procedura di infrazione e la ricerca italiana verrà bloccata. Allo stesso tempo, all’appuntamento di domani avevamo invitato anche molti studiosi e ricercatori contrari alla sperimentazione animale affinché potessero illustrare la loro opinione. Molti hanno rifiutato l’invito o ci hanno fatto sapere di non poter venire, tranne Isabella De Angelis dell’Istituto Superiore di Sanità e Simone Pollo dell’università La Sapienza. Avevamo anche chiesto l’intervento di Umberto Veronesi, notoriamente contrario agli animali da laboratorio, e nemmeno lui purtroppo potrà essere presente.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/14/il-governo-italiano-non-fermi-la-sperimentazione-animale-cosi-la-cattaneo/
Anche i polmoni aiutano a sentire gli odori
Questione di odori! Secondo uan nuova ricerca non solo nel naso ci sarebbero i recettori con funzioni olfattive, ma anche nei polmoni e lo scopo, almeno secondo i ricercatori della Washington University di Saint Louis, sarebbe quello di difenderci dai cattivi odori, specialmente dalle sostanze tossiche e addirittura da alcuni profumi che, nei soggetti allergici, possono causare reazioni violente.
Lo studio è stato pubblicato sull’American journal of respiratory cell and molecular biology e i suoi autori spiegano:
“Se nel naso i recettori si trovano nelle membrane delle cellule nervose che inviano messaggi diretti al cervello, quelli nei polmoni sono invece situati nelle membrane delle cellule neuro endocrine e captano gli odori provocando una reazione ormonale che induce, in presenza di sostanze volatili pericolose, alla costrizione delle vie aeree come meccanismo di difesa”.
Le cellule individuate dai ricercatori americani potrebbero anche essere responsabili della esagerata sensibilità ad alcune sostanze chimiche, frequenti in diverse patologie respiratorie, come l’asma e molte reazioni allergiche, spiegano ancora i ricercatori:
“Nei soggetti allergici molti odori come lo smog, gli odori pungenti, i profumi e irritanti simili possono innescare difficoltà respiratorie e questi recettori possono esserne i responsabili”.
La scoperta potrebbe cambiare l’approccio dei ricercatori alla cura di attacchi allergici e asma, perché impiegando come target queste cellule in futuro potrebbe essere possibile tenere sotto controllo queste patologie riducendo l’uso di steroidi e broncodilatatori.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 10, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/10/anche-i-polmoni-aiutano-a-sentire-gli-odori/
Non dormire fa male al cervello: il nuovo studio
Lo scorso giugno, una ricerca condotta dagli scienziati della University of Pittsburgh School of Medicine and Western Psychiatric Institute and Clinic spiegava gli effetti nocivi per la salute provocati dalla mancanza di sonno. Una nuova conferma al fatto che la mancanza di sonno nuocia all’uomo arriva ora da un nuovo studio effettuato presso l’Università di Uppsala, in Svezia, che dimostra come anche una sola notte di privazione di sonno aumenti la concentrazione mattutina nel sangue di Nse e di S-100B negli uomini giovani e sani. Si tratta di molecole che si trovano nel sangue quando si verifica un danno cerebrale. Il loro aumneto dimostra che la mancanza di riposo può indurre una perdita di tessuto cerebrale, come mostrano i risultati pubblicati sulla rivista ‘Sleep’. Lo studio è stato condotto su 15 uomini normopeso che sono stati invitati a non dormire per una notte, mentre quella successiva hanno riposato per circa 8 ore. Christian Benedetto, del dipartimento di Neuroscienze, ha guidato lo studio. Lui stesso ha spiegato: “abbiamo osservato che una notte di perdita di sonno è seguita da un aumento delle concentrazioni ematiche di Nse e S-100B, che segnalano danno cerebrale. Pertanto, i nostri risultati indicano che la mancanza di sonno può favorire processi neurodegenerativi”. E aggiunge: “In conclusione, il nostro studio suggerisce che una bella dormita può essere fondamentale per mantenere la salute del cervello”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/31/non-dormire-fa-male-al-cervello-il-nuovo-studio/
Ecco perchè le donne hanno bisogno di più ore di sonno rispetto agli uomini
E’ uno studio condotto alla Duke University, nella Carolina del Nord, a dimostrare come le donne hanno bisogno di maggior tempo di riposo rispetto agli uomini. Questo perchè, dimostra la ricerca, sono abituate a svolgere diversi compiti contemporaneamente e, essendo più multitasking rispetto ai compagni, hanno necessità di un maggiore tempo di recupero. Il cervello femminile, dunque, ha maggiori necessità di riposo. La mancanza di sonno nelle donne, del resto, è particolarmente dannosa e la si trova all’origine di depressioni e cambi d’umore. Una delle funzioni più importanti del sonno, infatti, è quella di permettere al cervello di recuperare energia e autoripararsi. Per gli scienziati una possibile soluzione, quando manca il sonno notturno, è la siesta. Un ‘riposinò che però non deve durare oltre i 90 minuti, altrimenti ‘scombussolà i ritmi e provoca ulteriore sonnolenza.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/28/ecco-perche-le-donne-hanno-bisogno-di-piu-ore-di-sonno-rispetto-agli-uomini/
Una donna su 200 è incinta… e non sa come sia successo!
Qualche giorno fa, il quotidiano britannico Independent ha riportato uno studio condotto dal British Medical Journal che spiega come una madre ogni duecento sostiene di essere rimasta incinta senza avere avuto rapporti sessuali (al netto dei casi in cui si è fatto ricorso a strumenti di fecondazione assistita o in vitro o ci si è avvalsi di pratiche mediche artificiali finalizzate al concepimento). Lo studio è stato condotto dai ricercatori della North Carolina at Chapel Hill University su un campione di 7.870 donne americane di età compresa fra i 15 e i 28 anni. E non si tratta di un richiamo al Natale e alla maternità della Vergine Maria. Come riporta l’Huffington Post:
La ricerca, che prende il nome da uno degli storici successi della pop star Madonna (Like a virgin “mother”), infatti fa notare come vi siano alcune caratteristiche ad accomunare le 45 mamme che non hanno saputo spiegare in termini biologici le motivazioni della gravidanza. Il 31 per cento delle donne intervistate ha fatto voto di castità legato a una promessa di tipo religioso. Fra esse, il 15 per cento, pur non dichiarandosi vergine, assicura di aver mantenuto fede all’impegno dell’astinenza. Indagando un po’ più a fondo, si scopre che la maggior parte delle mamme vergini non ha mai affrontato l’argomento “sesso” in famiglia e conosce poco – e male – i rimedi contraccettivi. Dato provato anche dai risultati dei questionari fatti compilare ai genitori delle neomamme che, nel 28 per cento dei casi, sostengono di non aver dato alcun tipo di indicazione o di educazione sessuale alle proprie figlie. La scienza, come spesso accade, riesce ad arrivare ovunque. Anche dove si ferma l’ignoranza.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/21/una-donna-su-200-e-incinta-e-non-sa-come-sia-successo/
La scoperta inaspettata: l’Arena di Verona è più “vecchia” del Colosseo
Ieri, 27 novembre, il Soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè ha effettuato un sopralluogo che ha avuto un esito inaspettato: l’analisi di reperti trovati in uno scavo, un sesterzio di bronzo dell’epoca di Claudio, che consente di datare la costruzione dell’anfiteatro attorno al 41-42 d.C., indicherebbe che, probabilmente, la sua costruzione sarebbe antecedente a quella del Colosseo. Finanziata dal Comune di Verona, la Soprintendenza ha effettuato un’indagine archeologica che rientra nelle operazioni preliminari per il rifacimento degli impianti tecnologici dell’anfiteatro negli arcovoli 58 e 60. Il vicesindaco della città veneta, Stefano Casali, ha spiegato che “Lo scavo ha messo in luce depositi stratificati ancora ben conservati e leggibili, in grado di illustrare una pluralità di vicende di grande interesse con reperti di straordinaria importanza per conoscere le fasi edilizie del monumento e datarne con precisione il periodo di costruzione. Di fatto siamo di fronte a ritrovamenti straordinari, che nessuno si aspettava”. Tinè ha quindi aggiunto: “L’analisi dei reperti ritrovati rappresenta un’opportunità unica per conoscere le fasi edilizie del monumento e le sue vicende con approccio scientifico: il rinvenimento di un sesterzio di bronzo dell’epoca dell’imperatore Claudio, consente di datare la costruzione dell’Arena intorno agli anni 41-42 d.C., confermandone l’antecedenza rispetto al Colosseo, costruito dalla dinastia dei Flavi”. Come spiega l’Ansa:
La campagna di scavi archeologici attualmente in corso ha aperto un doppio fronte di studi che riguardano da una parte, attraverso il palinsesto stratigrafico, la fruizione dell’Arena in età medioevale e risorgimentale, dall’altra il momento costruttivo dell’anfiteatro stesso. Tra i reperti rinvenuti, oltre alla moneta in bronzo, anche oggetti di uso quotidiano come il manico di un ventaglio, i resti di un pettine in osso, una piccola anfora usata per i rituali augurali in occasione dell’avvio di un cantiere, riconducibile alla prima metà del primo secolo d.C.
Pubblicato da tdy22 in novembre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/28/la-scoperta-inaspettata-larena-di-verona-e-piu-vecchia-del-colosseo/
Nuovo scandalo per l’OMS? L’influenza suina fu pandemia
La ricerca è stata volta dalla George Washington University su 26 Paesi:
“Questo conferma che l’H1N1 era più pericoloso di quanto si è pensato dopo le prime stime”, ha spiegato l’autore della ricerca, Lone Simonsen. Lo studio, detto altrimenti, proverebbe che, nonostante i dubbi di molti, quella del 2009 fu una vera pandemia, con un impatto pesante soprattutto tra i giovani e gli abitanti di alcune aree del continente americano.
I morti nel 2009 furono dieci volte di più di quelli stimati dall’Organizzazione mondiale della sanità: 200mila invece di 20mila.
Secondo lo studio, dal 62% all’85% dei morti della pandemia aveva meno di 65 anni. A livello geografico, secondo la nuova ricerca i Paesi con più vittime per l’influenza suina sono stati Messico, Argentina e Brasile, mentre i tassi di mortalità sono stati largamente inferiori in Nuova Zelanda, Australia e nella maggior parte d’Europa.
Fu pandemia? Perché l’Oms sbagliò i dati sottostimandoli a 20mila e non a 200mila?
Pubblicato da tdy22 in novembre 27, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/27/nuovo-scandalo-per-loms-linfluenza-suina-fu-pandemia/
La buona notizia per gli amanti della frutta secca: salutare e amica della linea
Continuano ad arrivare buone notizie per i golosi sul fronte dell’alimentazione. Se prima gli esperti hanno scoperto che la cioccolata non fa ingrassare e che le noci oltre ad essere alleate della salute non incidono sull’aumento di peso, ora vengono riconosciute le stesse qualità anche agli altri frutti secchi. Secondo le ultime scoperte scientifiche, infatti, la frutta secca milgiora la qualità della dieta, aumenta il quantitativo di sostanze nutritive e protettive, come vitamine, fibre e minerali, e non incide sull’aumento di peso. Uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition spiega, ad esempio, che mangiare le mandorle, specie in orari distanti da quelli dei pasti, provoca una diminuzione dell’appetito senza portare in dote un aumento di peso. L’Huffington post spiega che la ricerca ha preso in esame gli effetti che le mandorle hanno provocato su circa 140 persone adulte a rischio di diabete. Ad una parte del campione è stata data disposizione di non mangiare, per circa un mese, frutta secca di qualsiasi tipo, mentre il resto del gruppo di studio è stato invitate a consumare, giornalmente, 43 grammi di mandorle. Ebbene l’aggiunta alla dieta abituale per 4 settimane di mandorle per 250 calorie al giorno non incide sull’aumento di peso. L’American Pistachio Growers, l’associazione che rappresenta membri tra i coltivatori di pistacchio americano e conduce studi scientifici sulle proprietà nutrizionali dell’oro verde della California, ha promosso diverse ricerche. Per esempio, lo studio Predimed che ha analizzato come una manciata di frutta a guscio al giorno (15g di noci, 7,5g di nocciole, e 7,5g di mandorle) riduca del 28 per cento l’incidenza di malattie cardiovascolari (infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare). Non solo, la dottoressa Monica Bullò starebbe portando avanti ricerche sulle proprietà benefiche del pistacchio nel progetto “Epiderm”. Da questo frutto ci verrebbe infatti un prezioso aiuto naturale nel contrastare il diabete di tipo 2.
Pubblicato da tdy22 in novembre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/24/la-buona-notizia-per-gli-amanti-della-frutta-secca-salutare-e-amica-della-linea/
Più magri e più sani con le noci: la nuova ricerca
Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista New England Journal of Medicine, ha rilevato come “mangiare noci fa vivere di più”. Stando ai risultati, infatti, mangiare quotidianamente una manciata di questi frutti aiuta ad avere il 20% in meno di probabilità di morire per cancro. Non solo, un loro consumo regolare aiuta ad essere più snelli. “Il beneficio più evidente – ha spiegato Charles Fuchs, scienziato del Dana-Faber Cancer Institute, fra gli autori della ricerca – è la riduzione del 29% del rischio di morte per malattie cardiache. Inoltre, abbiamo anche riscontrato una riduzione dell’11% del rischio di morire per cancro”. Gli scienziati non sono riusciti a determinare quale specifico tipo di noce era più salutare, anche se la riduzione della mortalità era simile sia per le noccioline che per le noci come nocciole, mandorle, noci del Brasile, noci macadamia, noci pecan, anacardi, pistacchi e pinoli.
Pubblicato da tdy22 in novembre 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/23/piu-magri-e-piu-sani-con-le-noci-la-nuova-ricerca/
Google dice stop alla pedopornografia
E’ stato l’amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, a spiegare che il gruppo è al lavoro sullo sviluppo di una nuova tecnologia che consentirà di bloccare oltre 100mila richerche connesse al tema della pedopornografia. Per far questo, il colosso informatico ha mobilitato oltre 200 dipendenti sullo sviluppo della nuova tecnologia. Le limitazioni verranno applicate inizialmente ai Paesi di lingua inglese, ma saranno estese al resto del mondo (altre 158 lingue) in sei mesi. Spiega l’amministratore: “Abbiamo impostato con precisione Google Search per individuare nei nostri risultati i link legati all’abuso sessuale sui bambini. Anche se nessun algoritmo è perfetto e Google non può impedire che i pedofili aggiungano nuove immagini sul web, le novità introdotte hanno consentito di ripulire i risultati di più di 100.000 applicazioni potenzialmente correlati di abusi sessuali sui minori”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/18/google-dice-stop-alla-pedopornografia/
Golosi di tutto il mondo in festa: il cioccolato non ingrassa!
Tra quello che la scienza si ripropone di fare, c’è anche lo smontare i miti e ora gli scienziati dell’Università di Granada hanno dimostrato che il cioccolato non ingrassa. Lo studio, realizzato con giovani ma i cui risultati indicano che lo stesso processo vale anche per gli adulti, ha mostrato come, nonostante le calorie, il consumo del derivato del cacao si associa a livelli minori di grasso corporeo, inclusi quelli che si concentrano sull’addome. I ricercatori della Facoltà di medicina e della Facoltà di Scienze Motorie hanno confrontato l’assunzione di cioccolato e i livelli di grasso totale e centrale (addominale), determinati tramite l’indice di massa corporea, la percetuale di grasso corporeo e la larghezza della vita. Lo studio è stato condotto su 1458 adolescenti tra i 12 e i 17 anni. Il risultato è stato che, qualsiasi fosse lo stile di vita, l’età o il sesso, maggiore era l’ingestione di cioccolato, minore risultava la grassa massa. Questo dimostra che a far ingrassare non è solo l’apporto calorico. “Le più recenti indagini epidemiologiche stanno concentrando la loro attenzione sullo studio del rapporto tra alcuni alimenti (non solo per il suo contenuto calorico, anche per i suoi componenti) e fattori di rischio per lo sviluppo di malattie croniche, tra cui sovrappeso o l’obesità” affermano gli autori. Il cioccolato è un alimento ricco di flavonoidi, elementi utili per il metabolismo. E ‘ un grande antiossidante , anti-trombotico e anti- infiammatorio, possiede effetti anti-ipertensivi e può aiutare a prevenire le malattia coronariche”, spiega Magdalena Bacino, coautrice dello studio pubblicato su Nutrition. Nello specifico, il cioccolato presenta una grande quantità di catechina, un flavonoide che colpisce la produzione di cortisolo e sensibilità all’insulina, le due sostanze strettamente correlate a sovrappeso e dell’obesità . Gli autori hanno quindi sottolineato che l’impatto biologico del cibo non dev’essere valutato solo dal numero di calorie ma dalle altre funzioni che possono avere tutti i suoi componenti. Sebbene lo studio , che fa parte del HELENA ( Healthy Lifestyle in Europe by Nutrition in Adolescence ) guidato dall’Unione europea, abbia prestato particolare attenzione ai giovani, gli autori sottolineano che negli ultimi anni si stanno accumulando prove che il cioccolato ha la stesso effetto benefico negli adulti. Se ve lo state chiedendo: lo studio è stato finanziato dall’Unione Europea. Una precisazione comunque è stata fatta dai ricercatori: il cioccolato non fa ingrassare… ma non significa che far scorta di cioccolatini abbia un effetto dimagrante!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/26/golosi-di-tutto-il-mondo-in-festa-il-cioccolato-non-ingrassa/
Raffaele Pennacchio: disabile muore dopo due giorni di contestazioni
Sono stati proibitivi, per i manifestanti malati, i due giorni di protesta per il diritto all’assistenza domiciliare ai disabili e Raffaele Pennacchio, medico 55enne malato di Sla e membro del direttivo del Comitato 16 novembre onlus, non ce l’ha fatta. Come racconta la vicepresidente della onlus, Mariangela Lamanna, “”Era stanco e provato per i due giorni di partecipazione alla nostra protesta”. L’uomo è morto mercoledì notte, dopo l’incontro con il governo e il presidio sotto il ministero dell’Economia. Spiega ancora Lamanna: “Raffaele si è battuto per accendere i riflettori sull’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi che hanno diritto a restare a casa con dignità e a cure amorevoli. Chi meglio di un familiare può assistere un congiunto malato grave?”. E ancora: “Mercoledì, nonostante la stanchezza, al tavolo con il governo rappresentato dal viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, dal sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta e dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, Raffaele continuava a dire, ‘fate presto, noi non abbiamo più tempo’”. Era contento mercoledì sera quando è tornato in albergo, soddisfatto perchè il Comitato aveva strappato al governo l’impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi. “Rideva e scherzava, poi all’improvviso si è accasciato sulla sedia tra il nostro sgomento”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/24/raffaele-pennacchio-disabile-muore-dopo-due-giorni-di-contestazioni/
I malati protestano: si chiede l’assistenza domiciliare
Il Comitato 16 novembre onlus questa mattina incontra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il viceministro del Lavoro Guerra e il sottosegretario all’economia Baretta. Ma per far sentire forte la loro voce, ieri notte hanno protestato davanti al Mef a Roma per far valere i propri diritti e le proprie libertà. Tra i manifestanti, anche 30 disabili gravissimi, alcuni anche tracheotomizzati. Il vicepresidente dell’associazione, Mariangela Lamanna, ha spiegato: “La notte è stata un incubo. I malati sono molto provati ma questa prova era necessaria per sostenere il nostro progetto di assistenza domiciliare”. E prosegue: “Ieri in un primo incontro con il sottosegretario Baretta abbiamo presentato i sei punti del nostro progetto ‘Restare a casa’ per assicurare ai malati un’assistenza domiciliare degna di questo nome. Far rimanere a casa i malati di sla e di altre patologie invalidanti ha purtroppo costi enormi: molti di loro sono tracheotomizzati ed attaccati ad un respiratore”. E precisa: “Non capiamo perchè se lo Stato è disposto a spendere 90mila euro l’anno per tenere un malato in una Rsa (Residenza sanitaria assistita) gli stessi fondi non può dirottarli verso le famiglie, ovviamente dietro rendicontazione di tutte le spese sostenute”. Prosegue dunque il presidio sotto il Ministero dell’economia. “Questa notte abbiamo avuto attimi di paura per il nostro segretario, Salvatore Usala, (malato di Sla e trachoetomizzato), il suo respiratore non funzionava bene, ma poi per fortuna l’allarme è rientrato”, precisa Lamanna.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/23/i-malati-protestano-si-chiede-lassistenza-domiciliare/
Terribile lutto in casa di Goran Vujevic: muore il figlio di 5 anni
E’ stato colpito da un lutto dolorosissimo lo schiacciatore della Sir Safety Banca di Mantignana Perugia, Goran Vujevic. Si è infatti spento nella notte il piccolo Stefan, di appena 5 anni, primogenito del pallavolista e della moglie Francesca. A Vujevic, oro olimpico ed europeo con la Serbia, è giunto il cordoglio della Federvolley per la terribile perdita mentre il presidente Sirci e tutta la dirigenza, tecnici, giocatori ed ogni componente societaria si sono stretti al capitano in un forte abbraccio.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/21/terribile-lutto-in-casa-di-goran-vujevic-muore-il-figlio-di-5-anni/
I sogni infranti della ricerca italiana? Rivelazione shock alla Myrmex
C’è chi dice che funziona così e non si pone neppure più il problema, ma c’è anche chi tra i 76 ricercatori del laboratorio Myrmex di Catania – un’eccellenza italiana nel campo della tossicologia, fino al 2011 proprietà di Pfizer – proprio non ci sta e afferma: “la nostra ricerca, negli ultimi due anni, è stata realizzata solo sulla carta: a questo progetto non ho lavorato neanche un minuto. Ho firmato documenti nei quali dichiaravo d’aver lavorato molte ore: è falso. Ho firmato per timore di perdere il lavoro, non sono l’unico, ma ora sono stanco: aspetto che un magistrato mi convochi, per raccontargli tutto, spero che la Guardia di Finanza entri nei nostri uffici. Non abbiamo neanche i reagenti. Sono tutti scaduti. Di quale ricerca parliamo?”
Quanto costa un laboratorio che dovrebbe fare ricerca e forse non la fa? Un progetto targato Myrmex è stato pagato tre mesi da con ben 3 milioni di euro come hanno confermato fonti del Ministero a Il Fatto Quotidiano. La quietanza della Banca d’Italia è datata 7 agosto 2013.
Il Fatto Quotidiano prova quindi a contattare l’amministratore delegato di Myrmex, Gian Luca Calvi, ma senza esiti positivi. Quindi prova anche con il direttore del centro Salvatore Celeste, ma anche lui, secondo il Fatto, non vuole rilasciare dichiarazioni.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/21/i-sogni-infranti-della-ricerca-italiana-rivelazione-shock-alla-myrmex/
Naso all’insù nella notte tra venerdì e sabato: arriva l’eclissi penombrale di luna
E’ l’astronomo Alan MacRobert a parlare dell’eclissi lunare penombrale che potremo ammirare nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre. “Ci sarà un’ombreggiatura inusuale della parte meridionale della Luna. Si dovrebbe essere in grado di individuare le tracce dell’ombreggiatura di penombra per circa 45 minuti prima e dopo la metà dell’eclissi”. Il fenomeno sarà visibile a occhio nudo quasi da ogni angolo della Terra. Per quel che riguarda l’Italia, l’apice è previsto per le 01:50 di notte del 19 ottobre. E anche se l’evento non sarà appariscente come un’eclissi totale, per gli astrologi sarà ugualmente degno di nota. Ammesso che il cielo sia sereno e ce lo permetta, potremo osservare la luna parzialmente oscurata dalla terra e caratterizzata da un colore ambrato appena accennato. L’eclissi penombrale di luna, come ricorda il sito meteolive.it, rappresenta in realtà la fascia d’ombra più esterna, che si verifica quando non è presente una perfetta sovrapposizione tra Terra e luna secondo un asse ben delimitato. In frangenti come questo, il disco lunare appare solo lievemente oscurato dalla presenza della luna.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 16, 2013
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Effetto shutdown: l’orto di Michelle trasformato in banchetto per scoiattoli
Continua lo shutdown negli Stati Uniti e anche l’orto della Casa Bianca, orgoglio della First Lady Michelle, ne fa le spese. La paralisi della pubblica amministrazione statunitense, infatti, ha fatto sì che ora non ci siano più giardinieri che curino frutta e verdura, con la conseguenza che al rigoglio sempre noto si siano sostituiti erbacce e animaletti, in particolare scoiattoli, che mangiano parte del raccolto. E quello che riesce a salvarsi, è destinato a marcire, visto che nessuno raccoglie i frutti della terra. Stando a quanto racconta il blog alimentare della Casa Bianca “Obama foodorama” tra i nuovi ospiti indesiderati del Presidente ci sarebbe anche una volpe. “A causa del blocco, la manutenzione e’ stata notevolmente ridotta”, ha spiegato un funzionario della residenza presidenziale, precisando che l’unica mansione che riescono a svolgere i pochi giardinieri rimasti in servizio è “innaffiare il giardino”. Ma tra gli 800mila dipendenti pubblici rimasti a casa si trova anche il direttore del programma Let’s Move Sam Kass, motivo per il quale anche le iniziative di Michelle Obama contro l’obesità sono al momento bloccate.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 15, 2013
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Con lo shutdown l’America manda a casa anche i Premi Nobel
Continua lo shutdown negli USA ma il governo ha ugualmente deciso di riaprire due dei luoghi cardini per il turismo: la Statua della Libertà e il Grand Canyon. Nonostante questo, dalla Casa Bianca ogni giorno giungono grida d’allarme per le conseguenze della prova di forza sui tetti di spesa del bilancio in atto tra democratici e repubblicani. Ora da Washington è giunta la notizia che, a causa di questa situazione, quattro dei cinque Premi Nobel che lavorano per il governo, tra i quali David Wineland ed Eric Cornell, sono fermi con il loro lavoro. Una fonte della Casa Bianca ha reso noto che “Le agenzie di ricerca del governo sono nella grandissima parte chiuse e i progetti di ricerca bloccati”, ha fatto sapere una fonte della Casa Bianca.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 13, 2013
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“Ci hanno condannato a morte”. E il malato si crocefigge davanti a Montecitorio
La protesta dei malati per la libertà di cura con il metodo Stamina ha preso l’avvio il 23 luglio e ancora prosegue. Uno dei volti più conosciuti di questa lotta è quello di Sandro Biviano, affetto da distrofia muscolare e che oggi ha messo in atto un gesto forte tentando ancora una volta di sensibilizzare chi di dovere: si è fatto crocefiggere. E’ avvenuto nella serata di venerdì, durante una veglia di preghiera per ricordare i bimbi morti negli ultimi mesi che, nel pensiero dei malati, avrebbero potuto salvarsi se avessero fatto subito le infusioni con il metodo Stamina una volta avuta l’autorizzazione da parte del giudice. Sandro indossava una maglia con la scritta “Non ho più voglia di morire”. Sulla croce una targa con la scritta Aifa, Agenzia italiana del farmaco. Le forze dell’ordine che si trovavano in piazza montecitorio hanno tentato d’impedire che la croce venisse messa in posizione ma i manifestanti hanno iniziato ad urlare: “Dov’è la Lorenzin? Starà a dormire”. Dopo di che hanno spiegato che “crocifissione” è quella che stanno subendo loro, non solo per la decisione del ministro di ufficializzare il no alla sperimentazione ma anche per l’indifferenza verso la loro vicenda. “Ho fatto questo gesto perchè ci hanno condannato a morte, come fu per Gesù” ha detto Biviano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Assegnato il Premio Nobel per la Chimica a Karplus, Levitt e Warshel
Dopo i Nobel per la Medicina e per la Fisica, l’Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato oggi il Premio Nobel per la Chimica 2013 a Martin Karplus, Michael Levitt e Arieh Warshel per i loro studi “sullo sviluppo di modelli multiscala per i sistemi chimici complessi”. I tre studiosi hanno posto le basi per i programmi usati oggi in tutto il mondo per comprendere e prevedere i processi chimici. Tali modelli, realizzati al computer, rappresentano per la chimica una risosrsa fondamentale per quanto concerne la ricerca, soprattutto negli ultimi anni. Essi permettono infatti di osservare al rallentatore le reazioni chimiche, prevedendo anche la loro evoluzione. In precedenza, e per lungo tempo, la mappatura di ogni singolo passaggio di un processo chimico ha rappresentato un’operazione impossibile da realizzare. Questo perchè le reazioni chimiche si verificano ad altissima velocità, che gli elettroni che in pochi millisecondi si spostano da un nucleo atomico all’altro.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 9, 2013
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Il web s’indigna per la foto di una donna costretta a partorire in giardino
Sabino, il terzo figlio di Irma Lopez Aurelio e del marito Margarito Andrés Velásquez, è nato nel patio del Centro de Salud de Jalapa de Díaz, a Oaxaca, in Messico, lo scorso mercoledì. E il momento della sua nascita, quando lui si trovava steso sull’erba del giardino con il cordone ombelicale ancora intatto, è stato immortalato in una foto da Eloy Pacheco. L’immagine è poi apparsa sui giornali, scatenando l’ira della struttura ospedaliera, che ha sostenuto che, in questo modo, sono stati violati i diritti umani perchè la foto è apparsa in rete senza il consenso della donna che, al contrario, ha sostenuto che “A me conviene, perchè si sappia come sono le infermiere. Perchè la gente veda come si comportano le infermiere e i dottori.” A cosa si riferisce Irma? Messicana di origine india, la 28enne si era recata all’ospedale attorno alle due di notte dello scorso due ottobre, in preda a contrazioni sempre più forti. Lei e il marito, provenienti dalla Sierra Mezateca, non sono però stati accolti nella struttura per ragioni ancora da chiarire, forse per via dello scarso numero dei sanitari, forse a causa delle incomprensioni linguistiche: nella zona d’origine della coppia, infatti, lo spagnolo è poco parlato. Fatto sta che, come racconta Irma, nonostante fosse completamente dilatata e le acque si fossero rotte, l’infermiera le spiegò che il medico sarebbe arrivato alle 8. Solo che la donna ha partorito alle 7.30, nel giardino antistante l’ospedale. Solo a seguito delle sue urla al momento del parto i sanitari sono subito accorsi sulla scena e si sono presi cura della neomamma e del nuovo nato. Secondo quanto spiegato da German Tenorio, segretario dell’Ospedale di Oaxaca, il personale paramedico avrebbe semplicemente detto alla coppia di aspettare fuori dalla struttura in attesa che fosse preparato tutto l’occorrente per il parto, sottolineando come la donna avesse difficoltà a comprendere lo spagnolo. Del resto, anche se non ha ricevuto tempestive cure mediche, Irma e il marito hanno dovuto sostenere tutte le spese perchè la donna è stata ricoverata nel post-parto.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 8, 2013
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Higgs ed Englert vincono il Premio Nobel per la Fisica
Assegnato a Stoccolma il Premio Nobel per la Fisica 2013: il riconoscimento ha premiato Peter Higgs e Francois Englert per la scoperta del Bosone di Higgs. Entrambi gli studiosi, il primo dell’università di Edimburg, il secondo della Libera Università di Bruxelles, hanno previsto l’esistenza della particella grazie alla quale esiste la massa. Nelle motivazioni si legge che il Nobel è stato assegnato loro “per la scoperta teorica di un meccanismo che contribuisce alla nostra comprensione dell’origine della massa delle particelle subatomiche e che di recente è stato confermato attraverso la scoperta della particella fondamentale predetta dagli esperimenti Atlas e Cms al Cern”. Era il 1964 quando entrambi, in modo indipendente, hanno proposto questa teoria, alla quale Englert aveva lavorato assieme al defunto Robert Brout. Nel 2012 le loro idee sono state confermate dalla scoperta del cosiddetto bosone di Higgs nel laboratorio del Cern di Ginevra, in Svizzera. La loro teoria è al centro del modello standard, la teoria fisica che si occupa di descrivere il funzionamento dell’universo e secondo la quale ogni cosa è fatta con gli stessi mattoncini: le particelle di materia, a loro volta governate da forze che fanno sì che tutto funzioni.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 8, 2013
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Lorenzin contestata dai manifestanti pro-Stamina
Contestazione ieri notte ai danni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la cui auto è stata bloccata e lei costretta a scendere dai malati gravi che dal 23 luglio manifestano in piazza Montecitorio per la libertà di cura con il metodo Stamina. Uno di loro ha chiesto: “Si fermi a parlare con questi ragazzi, si stanno lasciando morire, dice di averci parlato ma non è vero. Non ha una coscienza?” Il ministro ha quindi avuto un colloquio con il ragazzo affetto da distrofia muscolare che è un po’ il simbolo della protesta, Sandro Biviano. A lui ha detto: “Io l’ho già incontrata, capisco la sua sofferenza personale e la sua malattia. Io sono la persona che ha fatto la legge per la sperimentazione del metodo Vannoni umanamente le pare che io non farei qualcosa per lei? Dobbiamo rispettare delle norme che non sono burocratiche, ma è quello che è stato valutato scientificamente”. Rapida la replica del giovane: “noi non abbiamo alternativa, non c’è una terapia”. Il ministro ha quindi sottolineato che la sua patologia “non potrebbe, neanche se funzionasse, essere curata con il metodo Stamina.” Ma la risposta dei manifestanti, in cerca tanto di una cura che di speranza e risposte da parte di una burocrazia che non dà risposte hanno ribadito: “Stiamo parlando di gente in fin di vita, ma che ci importa? Proviamo qualsiasi cosa, firmiamo tutte le carte che volete per assumerci la responsabilità”. Lorenzin ha poi sottolineato che “un trattamento, per essere cura compassionevole, deve aver passato almeno la fase uno della sperimentazione» e che «Brescia è aperta solo sulla base di una sentenza del tribunale, perchè era stata chiusa”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 3, 2013
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Quando in Google… si cercano le proprie tracce! Gli egosurfer
Il Pew Research Center ha iniziato nel 2001 a fare indagini per capire quante persone, in Internet, fanno ricerche in Google inserendo il proprio nome. Stando a quanto rilevato dal Pew, nel 2012 l’ha fatto il 56% degli americani, rispetto al 22% di undici anni prima. Sempre secondo l’indagine, gli egosurfer, come vengono definiti in gergo, sarebbero per il 58% sono maschi e bianchi, mentre la percentuale più alta per fasce di età si ritrova tra gli utenti tra i 18 e i 29 anni (con il 64%), seguiti da quelli tra i 30 e i 49 anni (58%). Superati i 50, invece, l’attenzione sembra spostarsi da se stessi, magari per ricercare online figli e nipoti. Inoltre, dalla ricerca emerge che il 24% degli intervistati non utilizza esclusivamente i motori di ricerca per le indagini biografiche, ma anche social network, forum e altri siti. Perchè inserire il proprio nome in Google? Per egocentrismo, narcisismo, curiosità di sapere cosa gli altri pensano/dicono di noi. Ma non solo. L’individualismo narcisista della generazione dell’era di internet, la me generation, non è infatti l’unica motivazione in un’epoca in cui si fa sempre più affidamento sul web non solo per “confidarsi e raccontarsi” ma anche per “controllare”. Mary Madden, autrice dello studio, ha dichiarato: “È diventato sempre più importante verificare le nostre tracce digitali accessibili a tutti. Impiegati, esaminatori, partner: tutti utilizzano i motori di ricerca per scavare nel passato e nel presente delle persone. Per questo motivo la gestione della reputazione online è diventata un affare sociale e professionale per molti nell’era digitale”. In America, l’anno scorso, alcuni studenti si sono visti negare l’accesso al college perché più di 500 funzionari avevano esaminato i loro profili sui social network (ammettendolo poi al Kaplan Test Prep survey), ma ci sono anche lavoratori che ogni giorno vengono «scartati» per post su Facebook o commenti sparsi qua e là nella Rete. Insomma, in un’epoca in cui le persone con cui possiamo entrare in relazione, sia a livello professionale che sentimentale, hanno l’opportunità di capire chi siamo, è importante tenere sotto controllo l’impressione che diamo in rete. Del resto non è sempre un fatto negativo: una buona immagine online può essere un volano per (alcune) carriere scolastiche e professionali. Del resto ormai è anche facile controllare la propria influenza in rete, con servizi e software tipo Klout, che hanno rappresentato la fortuna e la disgrazia di molti manager americani, promossi o licenziati a seconda del loro punteggio.
Pubblicato da tdy22 in settembre 30, 2013
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110 e lode in Italia, poi il Canada… dove lo finanziano con 100mila euro
Il 15 settembre avevamo parlato del dr. Simone Speggiorin, italiano che ha deciso di emigrare ed ora è un nome noto nell’ambiente medico internazionale. Ma non è l’unica storia di “cervello in fuga” che lascia l’Italia e, una volta all’estero, riesce a distinguersi per le sue capacità. Pierangelo Gobbo è di Cittadella, nel Padovano, e dopo aver ottenuto una laurea in Chimica all’università di Padova con una votazione di 110 e lode ha deciso a sua volta di partire. Al momento è al terzo anno di dottorato alla Western University a London, vicino a Toronto, in Ontario. La durata è variabile: dipende dal lavoro e dalle pubblicazioni. E’ impegnato in studi e ricerca scientifica che sono stati riconosciuti di elevato interesse dal Governo che li ha finanziati con 150mila dollari canadesi, poco più di 100 mila euro. In tutto sono stati 165 i ricercatori che possono usufruire di tale sostegno, tutti presenti nella nazione. Spiega Gobbo: “Alla Western avevo studiato quattro mesi per preparare la tesi con il professor Flavio Maran, che crede nelle esperienze internazionali. Ho deciso di ritornare per fare ricerca considerato l’ottimo ambiente, dai docenti alle aziende presenti ed alla possibilità di collaborazione tra i vari gruppi di ricerca. Il mio è guidato dal professor Mark Workentin”. Lui è stato scelto assieme a un altro collega dallo stesso dipartimento di Chimica dove ora sta seguendo il suo dottorato: “Una soddisfazione personale, ma anche per la mia università – continua – Un finanziamento utile per la ricerca sui nanomateriali importanti poichè grazie alle loro proprietà chimico-fisiche si prestano all’utilizzo in molti settori: dalla medicina ai fotovoltaico, alle batterie, ai sensori, un potenziale altissimo”. Alla domanda se tornerà sul suolo patrio risponde: “Si fa ricerca anche da noi, ma non so se rientrerò”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 29, 2013
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AAA volontari cercasi alla NASA: 3500 euro per trascorrere 70 giorni stesi
La NASA alla ricerca di volontari per un esperimento che si svolgerà nel centro di ricerca ‘Faru’ presso l’università del Texas a Galveston. Lo scopo è quello di osservare come il corpo degli astronauti reagisce alle lunghe missioni spaziali in vista dei futuri viaggi interplanetari. Ma cosa dovrebbero fare i volontari, che guadagneranno circa 3.500 euro al mese? Starsene sdraiati con la testa leggermente in giù e i piedi un po’ alzati per 24 ore al giorno per 70 giorni. Questa posizione, infatti, sarebbe un modo valido per imitare le condizioni di una persona che viaggia nello spazio, per lunghe missioni, in assenza di gravità. I volontari saranno sottoposti a test si prima che dopo questo lungo periodo di riposo, al fine di valutare i cambiamenti che avvengono sia nel sistema cardiocircolatorio che nel sistema muscolo-scheletrico, dopo tanto tempo passato in posizione sdraiata. Tali risultati saranno utili per comprendere quali compiti, tra quelli svolti nel corso di una lunga missione, potrebbero venire influenzati dai cambiamenti che avvengono nell’organismo durante il volo spaziale. Questo permetterà di capire quali contromisure ideare. Lo studio dovrà inoltre valutare l’efficacia di un nuovo programma di esercizio fisico per mantenere la massa e la forza muscolare, nonchè la salute delle ossa e la funzione cardiovascolare durante 70 giorni di riposo a letto che potrà rivelarsi utile che per gli astronauti.
Pubblicato da tdy22 in settembre 18, 2013
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Bocciato il metodo Stamina, il comitato nega consistenza scientifica
Il metodo Stamina messo a punto dal presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, non convince gli esperti nominati del ministero della Salute che lo hanno bocciato. Il comitato scientifico ha infatti consegnato parere negativo sul procedimento medico che utilizza cellule staminali. Il metodo per gli esperti non avrebbe consistenza scientifica. Il parere del comitato non è comunque vincolante, ma è uno strumento di approfondimento scientifico che viene messo a disposizione del ministro della Salute. Ora il rapporto sarà vagliato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La Stamina foundation, che si attendeva un esito simile, ha già annunciato un ricorso al Tar contro il parere del Comitato che ha da sempre giudicato “di parte” perché composto anche di esperti “che già si erano espressi chiaramente contro il metodo Stamina”. “Il ricorso – annuncia Vannoni – era già pronto prima di conoscere la decisione del comitato, perché eravamo già convinti che i membri fossero fortemente prevenuti. Ora aspettiamo di conoscere le motivazioni di questa loro scelta, fermo restando che il Parlamento ha stabilito che la sperimentazione si deve fare, e ha già stanziato 3 milioni di euro. Non credo che il comitato possa bloccarla”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 11, 2013
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Renzi e Letta: sfida a distanza dai palchi di due feste del PD
Uno è premier, l’altro sindaco di Firenze. Uno si trova a Genova, l’altro a Borgo Sisa, in provincia di Forlì. Letta e Renzi prendono la parola per una sfida a distanza, sui palchi di due diverse feste del Pd. Anche se sembra che un vincitore ci sia già: stando a Swg, infatti, Renzi è nettamente in vantaggio su Letta per quanto riguarda la popolarità riscossa negli italiani: 47 contro 43.
Enrico Letta, a Genova, ci tiene a specificare: “Quando discutiamo insieme nelle nostre Feste, vorrei che si partisse sempre da un’idea di fondo: questo è un governo per il quale sto dando tutto, la salute, il sangue, tutto. Ma non è il governo per cui ho fatto la campagna elettorale. La prossima campagna elettorale io la farò per un governo di centrosinistra”. Subito dopo ci tiene a smentire uno dei luoghi comuni sul suo carattere: “Io freddo? no”. Peccato che per esemplificare incappa in una gaffe calcistica che una parte del pubblico non può perdonargli: “Non sono mai mancato alla festa di Genova e ogni volta, nell’iniziare, ho sempre salutato la parte genoana che è gemellata con noi pisani. Un saluto ai rossoblu”, dice infatti letta. I presenti di fede sampdoriana fischiano. E il premier si difende: “no, visto che dicevano che sono freddo…”. Visto che il tema caldo di questi giorni è l’Imu, tiene a specificare: “L’Imu è una tassa iniqua e non progressiva, la Service Tax sarà più bassa e non sarà caricata sugli affittuari contro i proprietari. Risponderà a esigenze di equità e progressività”. E per quanto riguarda l’Iva promette di far di tutto per evitare l’aumento. Ma parla anche del ministro Kyenge: “La mia scelta, fatta in solitudine, di Cecile Kyenge al ministero della Integrazione sta cambiando il paese E’ stata una scelta necessaria” per combattere “il razzismo di ritorno”. Il tema successivo è il lavoro: “Con Camusso Bonanni e Angeletti ragionamento di prospettiva. Legge di stabilità sia scritta con un accordo su più salari e più competitività, rilanciando industria, economia e lavoro. Non voglio che la crescita sia senza lavoro, non bisogna più perdere posti di lavoro”. Ma non poteva mancare un riferimento a Berlusconi: “Non credo ci siano molti margini su vicenda Berlusconi. Separazione tra la vita del governo e queste vicende. Se si votasse oggi con il Porcellum e il tripolarismo non avremmo nuovamente una maggioranza”. Ha quindi sottolineato che “Governo non ha nulla da fare rispetto a vicende che sono di competenza del Senato”. Del resto: “La riforma della giustizia ha a che fare con le esigenze dei cittadini italiani. Ma anche su questo abbiamo fatto dei passi avanti, facendo scelte che erano nel programma del Pd”. Riguardo alla durata del governo spiega: “A una domanda che mi chiedeva la durata del governo ho risposto che non dovevo rispondere a questa questione, e che non mi davo scadenze, non che pensavo ad un governo di legislatura. Poi voi giornalisti fate passi avanti. Se non si può andare avanti e realizzare gli obbiettivi del governo, si va a casa, ma non senza aver cambiato la legge elettorale, altrimenti il paese sarebbe ingovernabile”. E ricorda che “La Corte costituzionale il 3 dicembre si riunirà e, finalmente dico io, dichiarerà incostituzionale il Porcellum”. Del resto, “Con un sistema come il nostro, con questo bicameralismo e questa legge elettorale, è ovvio che saranno larghe intese per sempre. Bisogna arrivare ad un’unica Camera con la metà dei parlamentari, un Senato composto dai rappresentanti di Regioni e Comuni”. E riguardo il suo partito: “Da vicesegretario del Pd ho vissuto nella sua evoluzione la fusione tra Margherita e Ds. Oggi siamo un partito unito”. Quindi: “Nel congresso discuteremo e ci confronteremo, ma alla fine siamo tutti democratici, tutti uniti insieme per lo stesso obiettivo. Con ragionamenti che ci portano al passato la gente ci inseguirebbe con il forcone”. E lancia un appello: “Concentriamoci sul progetto per l’Italia più che sulle regole. Evitiamo che il paese intero ci compatisca, la cosa più stupida che il partito potrebbe fare. Il segretario eletto si impegni a fare il segretario, compito molto significativo di per sé”. Parla anche della questione siriana: “L’utilizzo delle armi chimiche nei confronti della popolazione civile rappresenta crimine contro l’umanità. Iniziamo con una forte condanna di questo gesto”, ma sottolinea: “Condanna e reazione sulla Siria sono dovute e necessarie, ma nella cornice dell’Onu. In caso contrario non parteciperemo. Ma politicamente stiamo con Hollande e Obama, non con Assad”. Il premier coglie l’occasione anche per ringraziare il Presidente della Repubblica: “Non finiremo mai di ringraziare Giorgio Napolitano di quello che ha fatto per l’Italia. Non solo per la scelta dei senatori a vita, ma perché l’Italia non è andato alla deriva”. In precedenza, Letta aveva parlato all’Istituto italiano di tecnologia, dove ha parlato del tema della ricerca:
Matteo Renzi, a Borgo Sisa, ci tiene invece a iniziare sottolineando: “Basta con i referendum su Berlusconi, gli italiani meritano di più” e aggiunge: “Quest’estate i giornali erano pieni di questioni tecniche per gli avvocati, dall’indulto alla buona condotta, dalla Cassazione alla legge Severino”. E ha proseguito: “Poi con i falchi, le colombe e la pitonessa i giornali erano anche per gli appassionati di animali. Basta con questo gorillaio, gli italiani meritano di più del referendum su Silvio Berlusconi che va avanti da vent’anni. Bisogna voltare pagina”. Quello su cui preme il sindaco fiorentino è che la politica non ha raggiunto i suoi obiettivi: “Nessuno oggi è così ingenuo da non sapere che la politica non ha raggiunto tutti i suoi obiettivi. Abbiamo il diritto di chiedere che la politica torni a riscaldare le nostre anime”. Quello che Renzi vuole è il cambiamento: “O tutti insieme ci diamo una mossa e proviamo a cambiare Pd e l’Europa o non andiamo da nessuna parte”. E ancora: “Per archiviare la domanda sul futuro di Berlusconi c’è un solo modo: smettere di parlarne. In qualsiasi paese civile un leader condannato, specialmente per evasione fiscale, va a casa lui, non c’è bisogno della decadenza”. Ha quindi sottolineato: “Non dobbiamo avere la spocchia di giudicare chi ha votato Berlusconi, è il centrodestra che deve rispondere alla domanda se hanno mantenuto le promesse o no. L’unica promessa mantenuta, quella dell’abolizione dell’Imu, gliel’abbiamo fatta mantenere noi”. Anche il sindaco tocca il tema della durata del governo: “Tutti si chiedono quanto dura il Governo. Ma il problema non è quanto dura, ma cosa fa. Noi siamo con il Governo se fa le cose, non tifiamo contro”. Parla anche dell’Imu, “L’unica promessa che il Pdl è riuscito a mantenere” e “li abbiamo aiutati noi”. E sul futuro del PD “O tutti insieme ci diamo una smossa e proviamo a portare Pd e Italia o non si va da nessuna parte. La frontiera è esattamente dove sta il Pd”. E per quel che riguarda le correnti interne: “Se divento segretario la prima cosa che rottamiamo sono le correnti”.
Pubblicato da tdy22 in agosto 30, 2013
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100 anni assicurati da un solo gene! Ma la pensione poi chi l’assicura?
Basta solo un gene modificato per allungare la vita (ai topi per il momento) del 20%. Questo, in futuro, anche prossimo, potrebbe significare che gli uomini potrebbero arrivare tranquillamente a 100 anni. La ricerca è stata effettuata da un gruppo di scienziati americani dell’Istituto nazionale per la Salute che ha pubblicato un articolo sulla rivista Cell Reports. Il gene, chiamato ‘mTOR’ e modificato da alcuni ricercatori americani, ha allungato la vita ai topi.
Pro e contro?
Si è visto che modificando il gene si è ottimizzato il coordinamento e la memoria, ma si è anche deteriorato più velocemente il tessuto osseo e si è verificato un forte abbassamento delle difese immunitarie. Il rischio è quello di avere degli anziani che hanno una perfetta memoria, ma sono affetti da una osteoporosi che gli impedisce di muoversi liberamente. Tuttavia questi risultati potrebbero aiutare le terapie guida per le malattie legate all’invecchiamento su specifici organi bersaglio, come l’Alzheimer.
Sembrerebbe che allo studio ora ci sia un altro gene, che in pratica funziona come un orologio, che serve a regolare e rendere omogeneo l’avanzamento dell’età in tutto le parti del corpo.
Il governo sarà costretto a rivedere la riforma delle pensioni a fronte di questa scoperta?
Pubblicato da tdy22 in agosto 29, 2013
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Pompei restaurata dalla Germania.
Pompei si salverà… grazie a 10 milioni di euro e un team superspecializzato di professori e ricercatori della Technische Universität di Monaco di Baviera e dell’istituto Fraunhofer di Stoccarda. Così la Germania investe nel patrimonio culturale italiano con un programma di restauri e ricerca decennale che si occuperà anche della scelta di materiali antichi da utilizzare per la conservazione del sito vesuviano.
“Conservare Pompei per l’eternità”, “Sottrarre Pompei al secondo seppellimento” gli slogan usati dai ricercatori bavaresi per sintetizzare il senso di un progetto internazionale, che vede scendere in campo il top della scienza tedesca: da un lato il Fraunhofer, il più grande centro di ricerca tecnica d’Europa, una corazzata di tecnologia e innovazione, 22 mila dipendenti, finanziata dall’industria tedesca, oltre che dal governo federale e dai land, con l’Istituto per la fisica delle costruzioni, l’Ibp che ha sede a Stoccarda; dall’altro la Tum, Technische Universität München, l’università numero 1 in Germania secondo la classifica annuale stilata a Shanghai. Progetto definito, saranno inizialmente oltre una cinquantina gli esperti impegnati a Pompei.
Il “Pompei Sustainable Preservation Project”, il Progetto Pompei per la conservazione sostenibile, sarà sviluppato in dieci anni, partenza estate 2014. Terzo promotore del progetto è l’Iccrom, il centro studi per il restauro affiliato all’Unesco, che ha sede a Roma. Partner italiano è il Cnr che partecipa con l’Ibam, l’istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania
“L’idea di fare qualcosa per Pompei – racconta Ralf Kilian, capo del settore restauro del Fraunhofer – venne dieci anni fa a me e all’archeologo Albrecht Matthaei mentre lavoravamo nella città romana e vedevamo le rovine disgregarsi sempre più. La cattedra di restauro della Tum di Monaco e il professor Emmerling potranno introdurre nuovi concetti per la conservazione di Pompei”.
Gli istituti coinvolti collaboreranno con la Soprintendenza per i beni archeologici di Pompei e l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, per far divenire Pompei un centro di ricerca sulla conservazione dell’architettura antica. Il programma coinvolge anche la School of geography and environment dell’Università di Oxford, il Dipartimento di storia antica dell’Historicum della LudwigMaximiliansUniversität Munchen (Lmu Munchen), il Deutsches Archäologisches Institut (Dai) di Roma e l’Università di Pisa.
“Dobbiamo curare questa eredità – ha spiegato Klaus Sedlbauer, direttore del Fraunhofer – non soltanto per conservare l’antico, ma anche per sviluppare il nuovo”. Il programma dei lavori prevede di intervenire in maniera completa su un’intera insula di Pompei. Si opererà in maniera esemplare, con un restauro radicale, dai giardini fino alle coperture, affrontando il problema delle acque piovane e sperimentando l’utilizzo di malte antiche, adatte a resistere e a garantire condizioni di conservazioni ottimali nel tempo.
“Oltre al restauro a regola d’arte e alla messa in sicurezza duratura degli edifici antichi – spiega il professor Erwin Emmerling della Tum di Monaco – il team vuole sviluppare strategie e metodi innovativi per prevenire un ulteriore decadimento. Questo significa anche creare nuovi sistemi per edifici di protezione, e costruirli tutelando sia le rovine, sia i visitatori, nonché allestire aree verdi compatibili con il valore storico degli giardini antichi”.
Oltre al team di archeologi e restauratori che sarà impegnato tutto l’anno, dal 2015 è prevista la nascita di una summer school per formare sul campo 510 persone all’anno. I partner del “Pompei Sustainable Preservation Project” sono alla ricerca di una società di raccolta sponsor o di un mecenate che garantisca la prosecuzione negli anni del programma di restauri.
“Con questo intervento – racconta il referente italiano del progetto, Daniele Malfitana, direttore dell’Ibam Cnr – una nuova generazione di ricercatori e restauratori provenienti da diversi paesi si confronterà con gli esperti del settore e le best practices messe in campo per Pompei potranno così essere impiegate in altri siti nel mondo”.
Speriamo solo che gli archeologi tedeschi non facciano interventi di restauro invasivi come quelli che furono poi oggetto di critiche per il Partenone.
Pubblicato da tdy22 in agosto 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/28/pompei-restaurata-dalla-germania/
Jemal Kedija: la baby-sitter scomparsa sulle colline di Lucca
E’ scomparsa venerdì nei boschi di Mutigliano, sulle colline di Lucca, la 32enne etiope Jemal Kedija. Le ricerche continuano da allora. La donna si trova in Italia al seguito di una famiglia inglese, per la quale lavora come babysitter. Era solita uscire ogni giorno per una passeggiata, senza documenti nè cellulare, ma l’altro giorno non è più tornata. Alle ricerche partecipano anche gruppi cinofili e un elicottero dei carabinieri. La famiglia per la quale lavora è quella del professore inglese Paul Horwich, famoso filosofo e docente alla New York University che da 25 anni anni assieme alla moglie, funzionario Onu a Beirut, trascorre l’estate sulle colline toscane. Stefano Fedele, colonnello dei carabinieri di Lucca, ha spiegato che la scomparsa potrebbe essere legata a un incidente, come una caduta, un morso di vipera o anche l’attacco di un cinghiale. “L’ipotesi al momento più probabile è che la donna sia stata vittima di un incidente”. Ma non vengono comunque escluse altre piste, come quella dell’aggressione, visto che Jemal viene descritta come molta bella: qualcuno potrebbe averla seguita e aggredita nel bosco. Sembrerebbe invece difficile si possa trattare di allontanamento spontaneo: la 32enne non ha portato con sé né soldi né documenti ed era anche libera di allontanarsi o andarsene in qualsiasi momento.
Pubblicato da tdy22 in agosto 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/11/jemal-kedija-la-baby-sitter-scomparsa-sulle-colline-di-lucca/
Gli hamburger alle staminali costano 250 euro e… sanno di seppia
Gli scienziati della Maastricht University in Olanda hanno impiegato circa 3 mesi per trasformare una manciata di staminali in un pezzo di carne. L’hamburger, che costa 250mila euro ed è costituito da 20 mila fibre muscolari sintetizzate a partire da cellule staminali di mucca, verrà cotto e servito oggi a Londra, in occasione di una conferenza a cui prenderanno parte giornalisti e non solo. Due i volontari per l’assaggio, tra cui l’autore della ricerca Mark Post. Da quanto trapelato, sembra che gli hamburger abbiano un sapore che ricorda quello delle seppie. Secondo gli scienziati, la “carne in provetta” potrebbe diventare prossimamanete una’altrenativa valida e più ecologica alla “carne originale”. Una simile “coltivazione”, stando alle prime analisi, potrebbe permettere una riduzione dell’uso di terra e acqua del 90%, e del consumo globale di energia del 70%. Post ha spiegato al guardian: “Le mucche – spiega Post hanno bisogno di 100 grammi di proteine vegetali per produrre solo 15 g di proteine animali commestibili. Quindi abbiamo bisogno di usare moltissimo cibo per nutrirle, per poi nutrirci della loro carne. Con la carne coltivata non bisogna uccidere la mucca e in più non viene prodotto metano”. Al momento l’hambuerger è costituito unicamente da proteine, quindi il passaggio successivo sarà quello di crescere anche cellule di grasso, e forse anche ossee, di modo che la carne ‘alle staminalI’ sia il più possibile simile a quella naturale. Entro la metà del secolo il mercato della carne è destinato a raddoppiare, ma se lo facesse anche la quantità di carne, l’allevamento potrebbe essere responsabile di un impatto climatico simile a quello di auto, camion e aerei.
Pubblicato da tdy22 in agosto 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/05/gli-hambuerger-alle-staminali-costano-250-euro-e-sanno-di-seppia/
Allarme terremoto lanciato dagli scienziati: rapporto diretto con il fracking
La conferma ufficiale che esista un rapporto diretto tra le attività di estrazione di gas naturale attraverso la fratturazione idraulica, o fracking, e alcuni terremoti sembra arrivare da tre articoli pubblicati sulla rivista Science. E se tale tecnica sembra essere responsabile di sismi di bassa intensità, fino al 3°, la tecnica di iniezione delle acque reflue nel sottosuolo – associata al fracking o anche a tecniche per la geotermia – potrebbe produrre terremoti anche superiori al 5°. Andrebbe inoltre considerato il fatto che i terreni sottoposti a queste tecniche possono risultare più sensibili alle conseguenze di violenti terremoti in altre parti del mondo, le cui onde sismiche potrebbero produrre contraccolpi disastrosi. Secondo William Ellsworth, sismologo all’US Geological Survey, il terremoto che colpì l’Oklahoma il 6 novembre 2011 fu causato da un vicino impianto di iniezione di acqua ad alta pressione nel sottosuolo. Stando al sismologo, in soli 10 anni sono quasi decuplicati i terremoti superiori alla magnitudo 3: da una media di 21 all’anno nel 2000 a un massimo di 188 nel 2011. Tale cambiamento non può derivare da cause naturali: negli ultimi 10-15 anni gli USA hanno avvitato una vasta campagna di trivellazioni per l’estrazione di shale gas. Il gas di scisto, più comunemente noto come gas naturale, è abbondantissimo negli USA: lo si estrae pompando in profondità enormi quantità di acqua ad altissima pressione in grado di rompere gli strati geologici dov’è intrappolato, così da permetterne poi la rapida risalita in superficie. Oltre al rischio di contaminazione delle falde acquifere, si sostiene che il fracking possa provocare anche terremoti: su un secondo studio pubblicato si legge che almeno la metà dei terremoti, di intensità pari o maggiore ai 4,5°, avvenuti negli USA negli ultimi 10 anni hanno interessato aree limitrofe ai siti di iniezione delle acque. Un terzo studio, a opera di due ricercatori dell’Università della California a Santa Cruz, ha preso in considerazione la sismicità prodotta dagli impianti geotermici. Stando agli studi, la pratica di iniettare acqua in profondità per favorire l’estrazione di energia geotermica produce terremoti i cui numero e intensità si riducono proporzionalmente alla riduzione del volume di fluido iniettato o estratto. In Italia non si utilizza il frackling, ma ci sono centrali geotermiche. E potrebbe insorgere una preoccupazione anche per l’attuale Campi Flegrei Deep Drill Project, che ipotizza in futuro una centrale geotermica. Emily Brodsky, autrice di uno degli studi, ha spiegato: “Dobbiamo riuscire a studiare più a fondo questi fenomeni per essere in grado di informare gli operatori sulla quantità di acqua che è possibile aspirare o iniettare in sicurezza”. Il timore è che l’indebolimento del sottosuolo e la pressione esercitata sulle faglie possano attivare terremoti di intensità maggiore associati con supersismi in altre parti del mondo. I terremoti in Cile del 2010, in Giappone nel 2011 e a Sumatra nel 2012 hanno avuto ripercussioni negli Stati Uniti: le onde sismiche prodotte hanno infatti fatto tremare con maggiore intensità le aree interessate da fracking o da centrali geotermiche. Per il principio di precauzione, stando a simili valutazioni, tali attività potrebbero essere interrotte e la Francia ha approvato già da qualche anno una monatoria sul fracking. Gli Usa, al contrario, puntando all’indipendenza energetica dall’estero, stanno incrementando gli impianti di estrazione.
Pubblicato da tdy22 in luglio 19, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/19/allarme-terremoto-lanciato-dagli-scienziati-rapporto-diretto-con-il-fracking/
I solari inquinano i mari
Sulle spiagge pensiamo a proteggere la pelle dai raggi del sole ma così facendo stiamo modificando l’ecosistema marino. E’ quanto emerso da uno studio condotto sulle spiagge di Mallorca da parte dei ricercatori del CSIC, che hanno analizzato le acque di tre spiagge dell’isola, tra cui Palmira e Santa Ponça, note per il turismo di massa. Il terzo luogo è invece una spiaggia difficilmente raggiungibile e per questo poco frequentata. Per queste sue caratteristiche è stata utilizzata per fare la comparazione. Nelle acque antistanti le prime si sono riscontrate alte concentrazioni di sostante contenute nelle creme solari, come il benzofenone, la metilbenciledina, composti organici, chimici, biossido di titanio e biossido di zinco. Antonio Tovar del CSIC sostiene che la loro presenza danneggi il fitoplancton mettendone in pericolo lo sviluppo. A farne maggiormente le spese sarebbe una microalga, la Chaetoceros gracile, alla base della catena alimentare del mediterraneo: è lei che permette ai pesci piccoli di nutrirsi. Senza, questi non solo morirebbero, ma negherebbero a loro volta il nutrimento per i pesci più grandi, condannandoli alla stessa sorte.
Pubblicato da tdy22 in luglio 12, 2013
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Poesie e racconti: i colori della fantasia
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