L’addio alla vita di Aurora e il rinvio dell’operazione per diventare donna

aurora-suicidio-tuttacronacaAurora aveva 22 anni e nel quartuere genovese di Borgoratti, dopo aver detto al telefono, alla sua migliore amica, “Addio Marzia. Ti voglio bene”, si è lanciata dalla sua finestra. Le ipotesi sulla natura di quest’ultima scelta sono molte. All’inizio dell’anno Aurora aveva festeggiato il primo anniversario con il suo fidanzato. Subito dopo avevano litigato. “Ma capitava spesso, Aurora era impulsiva, ma era certa che la cosa si sarebbe risolta”, racconta l’amica. Aurora dentro di sè manteneva un segreto che solo con poche persone aveva condiviso, ma che sembra non aver avuto ruolo in una simile decisione. Perchè Aurora, per lo Stato, era Luca. “Aspettava ancora di essere sottoposta all’intervento chirurgico per la riassegnazione del genere”, spiega una sua amica. “Aurora era donna, si sentiva donna in tutto e per tutto” dicono all’unisono gli amici. E’ il Messaggero a parlare della vicenda:

A dicembre aveva dovuto fronteggiare una brutta notizia: i sanitari dell’ospedale con i quali aveva preso appuntamento per quell’intervento che era tutto per lei, una meta che era anche un punto di partenza per una nuova vita, le avevano comunicato che sarebbe stato rinviato di cinque mesi, da aprile a settembre. Ma lei era pronta ad aspettare pazientemente. Lei che all’età di 16 anni aveva iniziato il lento e difficile percorso per diventare ciò che sentiva di essere. «Non aveva alcun problema di accettazione – racconta Marzia, l’ultima a sentirla – era accettata da Genova e persino dalla gente del suo paesino di origine, tutta rispettosa verso la sua scelta». Era innamoratissima, faceva progetti dopo un anno di fidanzamento, i viaggi insieme al compagno, documentati con le foto sul suo profilo Facebook. Sorridevano e si baciavano, si tenevano per mano e, qualche volta, avevano anche parlato di lasciare l’Italia. Sul suo profilo Twitter, Aurora aveva scritto una frase, che le aveva detto un amico: «Non te la prendere, sono fatti così. Devi solo credere che un giorno te ne andrai di qui» Forse uno sfogo. Erano Marzia e il fidanzato a rincuorarla, nei momenti più bui. Stava cercando un lavoro, ma non era facile, con quei documenti che raccontavano di un’altra persona. E così, gli amici, oggi, cercano delle risposte che sono destinati a non trovare.

Ancora la sua amica Marzia ricorda: “Era serena, scherzavamo del più e del meno e quando mi ha detto ‘addio’ pensavo stesse scherzando. Insomma, nella chiacchierata non era emerso alcun elemento che potesse far pensare ad un gesto così estremo”. Sabato scorso, durante il funerale, il padre di Aurora aveva detto: “era una ragazza fragile e forte allo stesso tempo”. Ma non è mancata la rabbia. Riversata su una pagina Facebook, a firma di un’altra amica di Aurora, Mariagrazia. Una rabbia che è anche un atto d’accusa verso la famiglia: “Quanta ipocrisia! E’ semplice, dopo, scrivere lettere, farsi vedere disperati, venire al funerale, parlare, parlare…Pochi sanno la verità sulla solitudine, disperazione, sul valore e bellezza di Aurora. Lei ha sempre cercato di farsi amare, accettare, di trovare la sua dimensione vivibile. So, invece, che questo non è stato, soprattutto nell’ambito familiare. Il mondo fuori non ti schiaccia così se hai amore di fondo, un nido che ti protegge,sostegno affettivo. Ho pena per chi non ha fatto, per chi non ha goduto della ricchezza interiore di Aurora. A me è quello che rimane, l’ho amata come una figlia e lei mi ha dato tanta tenerezza, amore, risate, se stessa. Grazie Aurora mia”.

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La madre viaggia per 7 ore per partorire: una gemellina non ce la fa

parto-gemellare-premature-tuttacronacaDramma ad Alessandria dove una neomamma ha perso uno dei suoi gemellini. La donna, partita da Domodossola, ha dovuto infatti percorrere 170 km perchè stava per dare alla luce prematuramente due bimbi ma si è vista rifiutata dagli ospedali perchè non attrezzati al suo caso. Ha così viaggiato per sette ore, in assenza della Stam, il mezzo del servizio trasporto assistito materno. La piccola, Aurora, non ce l’ha fatta, il fratello Cristian sta bene. La donna era arrivata al Dea del San Biagio di Domodossola sabato sera e i medici si sono accorti che si trattava di un parto prematuro. Per questo è stata fatta partire la richiesta di trasferimento vierso l’Ospedale Maggiore di Novara dove però il reparto di neonatologia non aveva posti per ospitarla. Fabrizio Comaita,  segretario della Federazione dei medici pediatri del Verbano-Cusio-Ossola, ha spiegato che l’unico ospedale disponibile a trattare la situazione era quello di Alessandria. “Era notte e quindi l’elicottero non poteva alzarsi in volo, necessitava quindi un trasferimento in ambulanza – dice Comaita alla stampa -. Peccato che la sola medicalizzata fosse impegnata in un altro trasporto urgente e quindi un altro mezzo è partito da Verbania per risalire sino a Domodossola e poi correre ad Alessandria: 170 chilometri”.

Belsito trovato morto nel baule della sua auto

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E’ stato trovato morto nel baule della sua auto abbandonata, Franco Domenico Belsito, 52 anni. Secondo La Stampa, si tratterebbe del prestanome di  Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega Nord. Franco Belsito probabilmente è stato ucciso a bastonate in testa e poi la sua auto è stata lasciata a a Lu Monferrato, paesino vicino ad Alessandria. A Franco Belsito era intestata la società “Aurora”, nel Canton Ticino, che gli inquirenti ritengono sia stata la segreta cassaforte svizzera su cui sarebbero transitati milioni di euro accumulati dalla Lega Nord con i fondi elettorali.

La Stampa scrive:

Francesco e Franco Domenico sono originari della stessa terra, anche se il cinquantaduenne trovato morto l’altra sera, intorno alla mezzanotte, da una dozzina d’anni viveva a Gavi, terra di buon vino, in provincia di Alessandria, ufficialmente impresario edile, benché conservasse ancora la residenza a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.

(…) Gli investigatori sono risaliti all’identità di Franco Domenico Belsito. Un nome non nuovo, un nome già scritto. Ad esempio sulla visura camerale della società «Aurora», con sede in via Gaggio 2 a Lugano, in origine intestata a Giovanni Russo(siamo a novembre 2010) e successivamente, nei primissimi giorni di marzo 2011, rilevata da Franco Domenico Belsito, che ne era diventato gerente, con firma individuale. Gli investigatori che indagano sul «tesoretto» della Lega Nord ritengono cheFrancesco Belsito abbia potuto trovare comodo utilizzare Franco Domenico come prestanome, escamotage che, ad esempio, poteva tornare utile nell’utilizzo di due codici fiscali diversi, ma facilmente confondibili vista la quasi sovrapposizione dei nomi.Franco Domenico Belsito rimase titolare della società svizzera (…) fino alle fine di marzo 2012. Poi fu fatta fallire, quando si stavano scatenando i venti della bufera giudiziaria che ha investito la Lega Nord e il suo tesoriere.

L’aurora boreale di Parmitano

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L’aurora boreale è un fenomeno che stupisce sempre, ma vista dallo spazio è davvero uno spettacolo meraviglioso. Parmitano torna a incantarci con i suoi click spaziali e ci regala l’aurora boreale vista da una prospettiva davvero insolita (siamo sul Polo Nord).

 

Lo show della natura: il cielo di Havre in Montana diventa multicolore

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Colori spettacolari, atmosfere irreali e colori che dipingono il cielo di Havre in Montana: tutto questo è l’aurora boreale fotografata da Michael Stone per l’Associated Press. In particolare il fotografo ha immortalato la statale 232 dove l’aurora ha assunto colori e tonalità da sogno.

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30mila sfollati e due morti, questo il bilancio del tifone Utor. Video!

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Utor è passato, ma non senza lasciare conseguenze. Il tifone, che ha interessato le Filippine settentrionali infatti ha lasciato alle sue spalle due morti, 11 dispersi e oltre 30mila sfollati. Il tifone ha raggiunto i 160 km orari, con punte anche di 195 km/h. Sono state 31.256 le persone che ora non hanno più una casa. Si calcola che sono andate distrutte oltre 1500 abitazioni e molte zone sono senza elettricità a causa di un guasto nella provincia di Aurora. I morti sono un uomo di 22 anni travolto da una frana nella città di Baguio e un 53enne annegato per un’inondazione nella provincia di Nueva Vicaya.

Massacro di Aurora: il killer rischia la pena capitale

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Avevano tentato a presentare un ricorso secondo cui la legge sulla pena capitale del Colorado è incostituzionale i legali di James Holmes, l’autore del massacro del cinema di Aurora. Ma il giudice distrettuale ha respinto tale ricorso e ora l’uomo continua a rischare la pena di morte per quanto accaduto la notte del 20 luglio scorso. In quell’occasione Holmes irruppe, vestito da Joker, in un cinema di Aurora durante la proiezione della prima del film ‘Batman’ e uccise 12 persone.

Chiesta pena di morte per Holmes… Aurora attende giustizia.

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L’accusa chiede la pena di morte per James Holmes, protagonista della strage nel cinema di Aurora durante la prima di Batman. Lo ha annunciato la stessa accusa, che ha spiegato di aver rifiutato l’offerta di Holmes di dichiararsi colpevole se gli fosse stato assicurato il carcere a vita. Holmes, vestito da Joker, è accusato di aver ucciso 12 persone e di averne ferite 70 il 20 luglio scorso.

I suoi legali cercheranno – riporta la stampa americana – di dimostrare che Holmes, al momento della sparatoria, non era sano di mente.
Un strage che aveva lasciato attoniti per la sua efferatezza, tanto da spingere anche Christian Bole ad andare a visitare uno dei sopravvissuti alla strage nell’ospedale della cittadina.
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OBAMA SI ARRENDE ALLE ARMI! Nulla di fatto con i fucili d’assalto.

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La scia di sangue alimentata dalle stragi negli Usa non è bastata a fermare il mercato delle armi. Così la riforma promossa con forza dal presidente americano, Barack Obama, perde uno dei suoi pezzi principali: la messa al bando dei fucili d’assalto. Lo hanno deciso i vertici del partito democratico al termine di un aspro confronto. A stoppare l’iniziativa è stato un senatore dell’Arizona, preoccupato dalla reazione del suo elettorato.

 Il passo indietro imposto dal capogruppo Harry Reid si spiega con la preoccupazione sua e di molti eletti negli Stati del West, dove anche gli elettori democratici sono fan delle armi, di non essere riconfermati alle prossime consultazioni di midterm, nel novembre 2014. Reid ha detto chiaramente che un testo che contenesse questo divieto avrebbe appena 40 voti su 100 al Senato, con ben 15 defezioni tra le fila di Obama.

La più delusa per questa decisione è la senatrice della California, Dianne Feinstein, prima firmataria della riforma. “I nemici della riforma sono molto potenti. Questo lo so da una vita, ma sono ancora fiduciosa di portare a casa la mia idea”. L’obiettivo primario resta comunque l’approvazione finale della riforma sulle armi entro l’anno. Con la Camera in mano all’opposizione repubblicana, Obama per primo sa che è necessario un’intesa bipartisan se si vuole far approvare il provvedimento.

Per la messa al bando delle armi letali, resta ancora aperta la strada dell’emendamento. Secondo la proposta di Feinstein, si dovrebbe proibire la vendita al pubblico di circa 160 fucili mitragliatori: una categoria in cui rientrano le armi tristemente famose per essere state usate nelle stragi più recenti, da Aurora a Newtown.

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