Da paradiso a inferno… l’Amazzonia è morta?

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Anni fa ci si preoccupava per l’ecosistema dell’Amazzonia e di un territorio che pian piano si stava modificando e inesorabilmente, a causa degli interventi sbagliati dell’uomo, stava vivendo un momento drammatico. Oggi quel paradiso assomiglia molto a un inferno e sembra che quella morte annunciata ormai si in atto e sarà difficile poter tornare indietro. Proprio nei giorni in cui si tiene a Varsavia  la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, vengono divulgate le immagini aeree egli effetti devastanti della deforestazione sulla foresta pluviale amazzonica. Dopo mesi di lavoro, i fotoreporter Reuters, Nacho Doce e Ricardo Morais, hanno documentato quello che rimane del più grande polmone terrestre. Le foto mostrano intere aree divorate dagli incendi controllati (appiccati per fare spazio a coltivazioni, miniere e altri progetti), responsabili di elevate emissioni di anidride carbonica. L’agenzia spaziale brasiliana ha diffuso dei dati secondo i quali nell’ultimo anno è stato distrutto più di un terzo della foresta, spazzando via un ‘area pari a due volte la città di Los Angeles. Se queste cifre si  dovessero dimostrare esatte, verrano confermati i timori e gli avvertimenti di scienziati e ambientalisti sui rischi che corre l’intero ecosistema.

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Padre vampiro. Uccide e beve il sangue della figlia di 3 anni

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Un macabro e tragico fatto di cronaca nera sta sconvolgendo tutti i media mondiali da quando è stata diffusa la notizia che un uomo è stato arrestato a Lae, seconda città della  Papua Nuova Guinea con l’accusa di aver azzannato la figlia di 3 anni al collo e bevuto il suo sangue, prima di mangiarla. Un atto di cannibalismo e di crudeltà che ha sconvolto la comunità. Secondo il Post Courier, un parlamentare che si sarebbe recato sul posto subito dopo il drammatico episodio avrebbe raccontato che la piccola con la madre erano in visita dal padre quando questi avrebbe strappato la piccola e si sarebbe recato nella vicina foresta. Ci sarebbero anche i testimoni di questo atto di cannibalismo, due ragazzi che erano su un albero di cocco e sono stati i primi a lanciare l’allarme, ma purtroppo per la piccola non c’era più nulla da fare. L’uomo sarebbe poi fuggito prima di essere catturato e consegnato alla polizia. La magia nera, la stregoneria ed episodi di cannibalismo non sono sporadici nel paese dove, l’anno scorso, la polizia ha arrestato decine di persone per presunti riti cannibalistici , accusati di  averucciso almeno sette persone.

La grotta sull’attico. La Cina non gradisce e ordina la demolizione

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La grotta sull’attico non è piaciuta alle autorità cinesi che ne hanno disposto la demolizione. Un eccentrico ex-deputato,  Zhang Biqing, si era fatto costruire sul tetto di un palazzo di 26 piani alla periferia di Pechino, una villa all’interno di una collina artificiale. Sull’attico vi erano pietre e piccoli alberi, una vera e propria foresta. L’abitazione era su due piani di circa 500 mq ciascuno. Gli altri inquilini si erano spesso lamentati delle pietre e della terra che cadevano dal tetto, ma Zhang aveva sempre respinto sdegnato le proteste. «Devo ricevere gente importante, che viene da me e si vuole divertire», avrebbe risposto ad uno degli inquilini che si lamentavano. La foto della «villa sul tetto» è stata pubblicata da alcuni giornali cinesi e ha scatenato una valanga di commenti ironici su Internet, spingendo le autorità ad intervenire. Qualcuno l’ ha paragonata ai «giardini pensili di Babilonia». Secondo il South China Morning Post, uno dei giornali che ha pubblicato le foto, gli abusi agli edifici a Pechino sono «migliaia».

Incidente in mare in Croazia, muore 23enne italiana

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Un tragico incidente e la vita spezzata in pochi attimi di una 23enne in vacanza. Giulia Foresta, ex studentessa del liceo Meli e iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, originaria di Palermo, è morta giovedì pomeriggio (1 agosto) in Croazia durante una vacanza, dove si trovava con amici.  La ragazza avrebbe deciso insieme a una sua amica di provare il parasailing, uno sport che si effettua con il paracadute restando attaccati ad un’imbarcazione, ma appena la giovane si è trovata in aria, il cavo che la teneva legata, si è sganciato e lei è precipitata in acqua, rimanendo travolta dal motoscafo.  Dopo la Croazia sarebbe partita alla volta di Lampedusa, dove andava ogni estate, per raggiungere il suo ragazzo. I genitori, informati dell’accaduto dalla Farnesina, sono partiti per la Croazia per l’identificazione. 

Dibattito su Facebook: sostenitori e contrari della pianta che cura il cancro

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Ci sarebbe una pianta in grado di curare il cancro che le grandi industrie farmaceutiche hanno tenuto nascosta: la Graviola. L’albero di Graviola, o Guanabana, originario della foresta amazzonica sembrerebbe avere effetti miracolosi. Si calcola, anche se gli studi ancora non lo confermano, che il frutto potrebbe avere un potere di 10.000 volte più forte rispetto alla chemioterapia. Inoltre la terapia a base di questo frutto non causerebbe nausea, perdita di peso e perdita di capelli, e proteggerebbe il sistema immunitario.

Pur se i risultati delle ricerche non sono al momento conclusivi, avrebbero comunque identificato, per alcuni tipi di neoplasia, una riduzione del potenziale metastatico. Quindi potrebbe venire usata in alcune tipologie tumorali. Ma c’è anche da sapere  che inevce studi recenti sembrano correlare il consumo di guanàbana con forme atipiche del morbo di Parkinson, dovute all’alta concentrazione di annonacina presente nei suoi frutti. La quantità di annonacina nel frutto è infatti 100 volte maggiore di quello presente nelle foglie e potrebbe essere tossica per gli individui. Si stima che un adulto che consuma un frutto o un barattolo di nettare al giorno ingerirebbe in un anno una quantità di annonacina pari a quella che induce danni cerebrali a ratti da laboratorio ai quali stata somministrata per via endovenosa. 

Si apre quindi un altro dibattito. Poiché  l’importante utilità della Graviola sembrerebbe però non risiedere nei suoi frutti bensì nelle proprietà  terapeutiche del suo tronco, delle sue foglie, delle sue radici e dei suoi semi note alle popolazioni autoctone e utilizzate da secoli per le proprietà astringenti, antibatteriche, analgesiche ed ipotensive.

Ci sarebbe studi iniziati nel 1940 che avrebbero concentrato la loro attenzione sulla medicina etnica e dato alla luce i primi dati scientifici ottenuti dalla medicina convenzionale. In particolare sarebbero stati individuati particolari principi attivi noti come annonacee acetogenine, protagoniste delle proprietà biologiche di questa pianta.

Gli incoraggianti risultati osservati hanno portato in breve tempo ad una florida sperimentazione che conta ad oggi più di 600 studi con ottimi risultati e che purtroppo non è stata affiancata da un altrettanto valido utilizzo in ambito clinico.

Risale al 1976 uno studio effettuato su 20 test di laboratorio indipendenti che avrebbero dimostrato che la Graviola è un fenomenale killer del cancro. Peccato che su questo tipo di analisi, limitata, non è mai stato affiancato nessun altro tipo di test e non è stato mai avviato uno studio randomizzato.  Uno studio pubblicato sul Journal of Natural Products, a seguito di analoga ricerca condotta dall’Università Cattolica della Corea del Sud ha dichiarato che la Graviola è in grado di uccidere selettivamente le cellule tumorali del colon con una potenza 10.000 superiore al farmaco chemioterapico comunemente usato come la Adriamicina.

La relazione dell’Università Cattolica della Corea del Sud afferma che la Graviola ha dimostrato di mirare selettivamente le cellule tumorali, lasciando intatte le cellule sane, a differenza della chemioterapia, che mira indiscriminatamente a tutte le cellule che attivamente si riproducono e che causa gli effetti collaterali spesso devastanti di nausea e perdita dei capelli nei pazienti oncologici.

Uno studio della Purdue University di Lafayette (negli Stati Uniti) ha recentemente provato che le foglie della Graviola uccidono le cellule cancerogene tra sei linee di cellule umane e sono particolarmente efficaci contro i tumori della prostata, del pancreas e del polmone. Il Sour Sop (questo il suo nome in inglese) noto in Italia come il frutto della Graviola è dunque un rimedio miracoloso (e naturale) per debellare le cellule del cancro, 10.000 volte più forte rispetto alla chemioterapia.

Test di laboratorio effettuati fin dal 1970 hanno evidenziato la sua efficacia nel colpire e uccidere le cellule maligne in 12 tipi di cancro, tra cui quello del colon, del seno, della prostata, del polmone e del pancreas, ed è fino a 10.000 volte più forte nel rallentare la crescita delle cellule tumorali rispetto all’ Adriamicina, un farmaco chemioterapico comunemente usato nella cura del cancro. A differenza della chemioterapia, il composto estratto dall’ albero di Graviola uccide solo le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane.

Una major farmaceutica americana ha investito quindi quasi sette anni a cercare di sintetizzare due ingredienti della Graviola anti cancro. Ma non è stato possibile sintetizzare in alcun modo i principi attivi della Graviola contro il cancro. L’originale semplicemente non poteva essere replicato. Non c’era modo con cui la società farmaceutica in questione avesse potuto proteggere i propri interessi, e riavere il denaro investito nella ricerca. Questa società farmaceutica abbandonò quindi il progetto e decise di non pubblicare i risultati della sua ricerca. Ma uno scienziato del team portò alla luce quanto scoperto. Rischiando la sua carriera, contattò una società dedita alla raccolta delle piante medicinali della foresta pluviale amazzonica e denunciò la cosa scatenando roventi polemiche.

Il National Cancer Institute ha eseguito la prima ricerca scientifica nel 1976. I risultati hanno dimostrato che le foglie e gli steli della Graviola sono stati trovati efficaci per attaccare e distruggere le cellule maligne. Inspiegabilmente, i risultati sono stati pubblicati in un rapporto interno, ma mai rilasciato al pubblico.

Il dibattito è aperto. La pianta ha davvero questi effetti e le grandi industrie farmaceutiche non hanno avuto interesse a proseguire gli studi e hanno lasciato morire i malati di cancro oppure è solo l’ennesimo ritrovato miracoloso che poi applicandolo risulta inefficace o anche dannoso?

Cascate deturpate dai graffiti… gli Usa vogliono chiuderle

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Sono da sempre uno dei maggiori patrimoni naturali della california le ‘Sapphire Falls’, ma ora potrebbero essere chiuse agli escursionisti dopo che alcuni vandali le hanno deturpate con i graffiti. Le cascate sorgono all’interno della foresta montuosa di Rancho Cucamonga. L’allarme per la salvaguardia della riserva è stata lanciata su diversi blog e ora l’amministrazione californiana dovrà esprimersi tra la fruizione del sito e la salvaguardia paesaggistica.

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Eispaläste ovvero ghiaccio a colori!

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In mezzo a una foresta svizzera, vicino al Lago Nero a Friburgo, c’è il palazzo di ghiaccio creato dallo scultore Karl Neuhaus. Il momento più bello per concedersi una visita a questo posto è dopo il tramonto, quando è illuminato da luci multicolori che rendono l’atmosfera ancora più magica.

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La casa delle fiabe… a Da Lat, Vietnam!

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Si chiama Hang Nga Guesthouse e sorge nella città di Da Lat, Vietnam. Al suo interno incorpora un albero e la sua architettura non si discosta di molto dall’archetipo della casa dell’orco nella foresta presente in molte fiabe. E’ stato progettato da Dang Nga, la figlia di uno dei precedenti presidenti del Vietnam. Viene spesso chiamata Crazy House e si ispira anche a Gaudì. Sia l’esterno che l’interno richiamano le atmosfere da folletti e gnomi… veramente una casa originale sotto ogni aspetto!

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Scrutare la foresta dal profondo attraverso un vetro

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Juvet, Valldal, Norvegia. Hotel con camere-paesaggio immerse nella foresta. 7 camere con esterni in vetro, costruite su palafitte, sospese su una foresta di betulle, pioppi e pini. All’uscita, l’ospite viene come “abbracciato” dalla natura e si trova immerso nel mondo selvaggio diviso solo da un vetro.

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La foresta taglia e incolla forma la cattedrale verde!

cattedrale verde

Su Reddit, una delle community più popolari del web, l’hanno ribattezzata “The Ctrl+X, Ctrl+V Forest”, ovvero – utilizzando un linguaggio ben noto a chi usa quotidianamente il PC – la foresta “taglia e incolla”. Il perché è abbastanza evidente grazie a questo scatto dall’alto: un’intera porzione di un bosco sembra essere stata trasferita sul prato dell’area adiacente. In realtà la “Green Cathedral” – questo il suo vero nome – è un’installazione che risale al 1987 e si trova in Olanda, nei pressi della cittadina di Almere. 178 alberi sono stati piantati per ricreare le dimensioni e l’aspetto della cattedrale di Notre Dame de Reims di
Parigi. Negli anni gli alberi danneggiati sono stati gradualmente sostituiti. E attualmente la “cattedrale verde” viene utilizzate per matrimoni, riti funebri e altre funzioni religiose

Come ti fertilizzo un albero da morto: in Giappone ci sono i cimiteri-foresta!

Sta prendendo piede in Giappone una nuova idea di sepoltura che risolve anche i problemi di spazio. Si pianta un albero al posto della lapide e lo si fertilizza con le ceneri del defunto, chiaro simbolo della dualità vita/morte. Anche un designer spagnolo, Martin Azua, aveva sviluppato un’idea simile: aveva creato un’urna biologica in cui inserire le ceneri del defunto e da piantare poi a terra per vedere spuntare, in breve tempo, una nuova pianta!

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