Le intercettazioni del Datagate non risparmiano neanche il Papa!

san-pietro-intercettazioni-tuttacronacaTra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013, la National security agency ha intercettato 46 milioni di telefonate in Italia. Tra queste, secondo il settimanale Panorama, anche alcune chiamate fatte da Papa Benedetto XVI. Quello che si teme, è che siano siano state captate le conversazioni fin sulla soglia del Conclave. E’ lo stesso settimanale a confermare quello che era stato anticipato da Spiegel online: l’esistenza di un centro di spionaggio americano a Roma, una cellula che avrebbe spiato, e forse spia ancora, i politici italiani e che si troverebbe all’interno dell’ambasciata americana nella Capitale. Panorama fa riferimento a un documento della talpa Edward Snowden risalente al 2010 e spiega che la Nsa analizzerebbe il traffico voci e dati, intercettando i cellulari delle autorità e seguendo i flussi finanziari. La Cia prenderebbe quindi contatto con i gestori dei sistemi di comunicazione, amministratori di database, banchieri e ingegneri che gestiscono i siti più riservati. I giornalisti hanno interpellato padre Lombardi in merito alla presunte intercettazioni ricevendo in risposta un: “Non ci risulta nulla su questo tema e in ogni caso non abbiamo alcuna preoccupazione in merito”.

Le grandi sfide di Francesco I: la massoneria e la Chiesa

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Un nuovo libro, pubblicato a quattro mani dai giornalisti Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, “Vaticano massone. Legge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di Papa Francesco” ha riportato prepotentemente l’attenzione sul tema della Massoneria all’interno della Chiesa. Scorrendo le pagine, oltre ad alcuni documenti, si legge anche di eminenze e laici, dipendenti del Vaticano, appartenenti a logge segrete che avrebbero avuto un ruolo determinante nel furto di documento dall’appartamento del Papa, nelle dimissioni di Benedetto XVI e nell’elezione di Francesco al soglio pontificio. Ma vi è anche una lettera scritta da Vigrilio Gaito, l’allora Gran Maestro della loggia massonica Grand’Oriente d’Italia che, asieme al cardinale Silvio Oddi, chiede a Papa Giovanni Paolo II di lasciar perdere gli scontri perchè “è giunto il momento di lanciare un doveroso appello alla riconciliazione che ponga fine a questa secolare incomprensione tra Chiesa Cattolica e Massoneria”. Ma Wojtyla, e Ratzinger con lui, oltre a mantenere la linea dell’inflessibilità promulga un nuovo codice di diritto canonico nel 1983 inserendo anche un canone riguardante le logge massoniche. Al riguardo, lo stesso giorno, Ratzinger chiarì che per un cattolico appartenere a una loggia massonica significava compiere un grave peccato, con il divieto di fare la comunione, senza alcuna deroga.

Ma non è un tema affrontato solo dai giornalisti, anche durante le congregazioni avvenute prima del conclave che ha portato all’elezione di Papa Francesco I c’è stato chi ha sollevato l’argomento. Un cardinale, infatti, ha letto un testo di svariate cartelle sorprendendo tutti con una semplice parola: massoneria. “Oggi dobbiamo seriamente affrontare il problema e fare di tutto per trovare possibili infiltrati dentro al Vaticano”. Il retroscena è stato raccontato da uno degli stessi porporati presenti alle riunioni presiedute dal decano Angelo Sodano. “L’affaire dei massoni in Vaticano sta diventando troppo grande”, avrebbe detto il caridnale, “il collegio cardinalizio deve muoversi per impedire che questa gente possa stare nel cuore della Chiesa e dev’essere uno dei primi punti da affrontare con il nuovo Pontefice eletto”. Ecco allora la richiesta d’impegno da parte di tutti, “per chiudere la vicenda una volta per tutte. Senza tentennamenti e per il bene della Chiesa”. Era stato Papa Paolo VI, nel giugno del ’72, a parlare del fumo di Satana entrato da qualche fessura all’interno della Chiesa, un mistero su cui ora si cerca di far luce.

Anche i gabbiani erano argentini! Solo fatalità?

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Si torna a parlare in Argentina dei due gabbiani che il giorno della fumata bianca si posarono sul comignolo della Cappella Sistina. Appartengono, si scopre, alla specie ‘Larus argentatus’, che fa riferimento al suo colore. Una radice identica a quella da cui deriva il nome Argentina, paese di Papa Francesco. A evidenziare la suggestiva ‘premonizione’ e’ ora fra gli altri un’agenzia cattolica. Che, fra il serio e il faceto, si domanda: ‘E’ stato un caso, solo una coincidenza?”

San Pietro: il confronto Ratzinger e Bergoglio!

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E’ un tappeto di smartphone, telefonini, macchine digitali e tablet quello che ha accolto l’elezione del nuovo Pontefice Francesco I. Uno scenario distante solo otto anni dal Conclave precedente ma che in questo fotoconfronto appaiono secoli. Se nel 2005  infatti solo alcuni dei fedeli in attesa apparivano impegnati ad immortalare il momento, nel 2013 è difficile trovarne qualcuno che non abbia in mano qualche device

Gesuita e Francesco… Contraddizione in termini!

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Il nuovo Papa ormai è fatto. L’Argentino Jorge Mario Bergoglio, proveniente dall’ordine dei Gesuiti, sceglie il nome Francesco I. Ma c’è più di una contraddizione in termini!

Íñigo López de Loyola, che fondò l’ordine, nacque, ultimo di tredici figli, attorno al 1491 da una nobile famiglia basca. A tredici anni venne inviato a Arévalo come paggio del primo tesoriere di Ferdinando II d’Aragona, Juan Velázquez de Cuéllar e nel 1517 si arruolò nelle truppe del viceré di Navarra, il duca di Nájera Antonio Manrique de Lara, prendendo parte alle guerre di Carlo V contro Francesco I.

Il Pontefice sceglie il nome di colui che fu combattuto dal fondatore del suo ordine!

Siamo nel 1523 quando Íñigo López de Loyola raggiunge Venezia e s’imbarca per Gerusalemme, dove visita i luoghi santi. Deve però abbandonare il progetto di stabilirsi in Palestina per il divieto di soggiorno impostogli dai frati francescani, nominati custodi della Terra Santa.

Quindi il Pontefice sceglie il nome di Francesco, colui che fondò l’ordine dei francescani che impedirono al fondatore dei gesuiti di soggiornare in Palestina!

Addirittura nel 1992, il Quart’Ordine dei Francescani accusò i gesuiti di Civiltà Cattolica di essere “eretici”, salvo poi gridare ad un malinteso, fatto che fece scemare rapidamente la guerra fra francescani e gesuiti, almeno pubblicamente, e permise a tutti di essere riportati all’interno della comunità cattolica.

Senza contare poi che i gesuiti sono chiamati l’aristocrazia nera della Chiesa che poco ha che vedere con la povertà dei francescani.

Riuscirà il nuovo Papa a tenere insieme tutte queste contraddizioni?

W IL PAPA!

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Ya hay el nuevo Papa. El argentino Jorge Mario Bergoglio, de la orden de los jesuitas, eligió el nombre de Francisco I. Pero hay algo más que una contradicción en los términos!
Íñigo López de Loyola, fundador de la Orden de los jesuitas, nació, el ​​más joven de trece hijos, en torno a 1491 por una noble familia vasca. A los trece años, fue enviado a Arévalo como paje de Juan Velázquez de Cuéllar, primer tesorero de Fernando II de Aragón, y en 1517 se alistó en las tropas del virrey de Navarra, el duque de Nájera Antonio Manrique de Lara, tomando parte en las guerras de Carlos V contra Francisco I.

¡El Papa elige el nombre del hombre que luchó el fundador de su orden!
Ya estamos en el año 1523 cuando Íñigo López de Loyola llega a Venecia y se embarca para Jerusalén, donde visita los lugares santos. Pero el tiene que abandonar sus planes de establecerse en Palestina debido a la orden de exclusión impuesta por los frailes franciscanos, que se dedicaron a la Custodia de Tierra Santa.
El Papa luego elige el nombre de San Francisco, que fundó la orden franciscana que impidió que el fundador de los jesuitas se quedara en Palestina!
Incluso en 1992, el Cuarto Orden de los franciscanos acusó a los jesuitas, de civilización católica, de ser “herejes”, sólo para en un rato gritar a un malentendido, hecho que hizo disminuir rápidamente la guerra entre los franciscanos y los jesuitas, al menos públicamente, y permitió que permitió que los dos grupos se registraron en la comunidad católica.
Por no hablar de que los jesuitas estan llamados a la aristocracia negra de la Iglesia que tiene poco que ver con la pobreza de los franciscanos.
¿El nuevo Papa tendrá éxito de mantener unidas todas estas contradicciones?

SUERTE A FRANCISCO I!

URBI ET ORBI! Prime parole di… FRANCESCO I – Il Papa Nero!

 

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 L’ANTIPAPA – FRANCESCO I

Fratelli e sorelle buonasera! I miei Fratelli cardinali lo hanno preso quasi alla fine del mondo. Grazie! E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito. Perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. Preghiamo perchè ci sia una grande fratellanza… speriamo che questo percorso sia fruttuoso per questa bella città. La preghiera del popolo per la benedizione del proprio vescovo!

FRANCESCO I – Jorge Mario Bergoglio

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Viva il papa, viva il papa, è il grido che proviene da Piazza San Pietro, dove i fedeli sembrano stare in più in uno stadio che nella piazza della più grande basilica di Roma.

Cresce in piazza S.Pietro l’attesa per l’habemus papam e cresce l’entusiasmo della folla presente. Dalla piazza si levano veri e propri cori, intonati da religiosi e laici, che scandiscono il saluto al nuovo Pontefice. Ma c’è anche chi, in questi momenti, si raccoglie in preghiera con il rosario in mano.

BERGOGLIO

 

Jorge Mario Bergoglio questa volta ce l’ha fatta! Già molto quotato durante le elezioni che videro Ratzinger salire al seggio pontificio, in quell’occasione aveva ottenuto il pieno appoggio dei conservatori e si era guadagnato, grazie alla sua esperienza nei Paesi del Terzo Mondo, quello dei moderati. La sua è l’immagine di un uomo semplice che ha scelto di vivere in un alloggio modesto rinunciando allo sfarzo ed alle comodità del palazzo arcivescovile. E’ un segnale positivo la sua rinuncia ai benefici come la limousine dotata di autista in favore dei mezzi pubblici, ma non va dimenticato che è anche un ortodosso, strettamente fedele alla visione di una Chiesa rigida che si oppone a matrimoni omosessuali, contraccezione e aborto. Certo l’età non è uno dei suoi punti di forza (76 anni contro i 78 di Benedetto XVI) ma è da notare come negli ultimi 8 anni sia riuscito ad annullare le accuse che gli valsero il seggio all’ultimo Conclave. All’epoca, dovette combattere contro l’attacco di un avvocato per i diritti umani argentino che lo accusava di aver partecipato al rapimento di due gesuiti nel Paese.
Arrivando a Roma, Bergoglio in un certo senso “torna a casa”, essendo figlio di immigrati torinesi. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, quello che è arrivato al conclave nelle vesti di Arcivescovo di Buenos Aires, dopo un diploma come tecnico chimico, entra nel seminario di Villa Devoto per passare poi, nel ’58, al noviziato della Compagnia di Gesù, compie studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, consegue la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo ‘San José’ di San Miguel. Ordinato sacerdote nel 1969 prosegue nella sua carriera di insegnante di letteratura e di psicologia fino ad arrivare a rivestire la carica di  professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è eletto Provinciale dell’Argentina e, fra il 1980 e il 1986 è rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel. Nominato il 20 maggio 1992 Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires da Giovanni Paolo II, il 27 giugno dello stesso anno riceve nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Luján, Monsignor Emilio Ogñénovich. Il 3 giugno 1997 è nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino. Dal novembre 2005 al novembre 2011 è Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Dal B. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001.

 

QUINTA FUMATA… IL BIANCO C’E’. HABEMUS PAPAM!

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Al termine della quinta votazione dei cardinali elettori per la scelta del nuovo Papa l’esito è positivo. Il gabbiano ha portato fortuna. Il nome a questo punto è quasi sicuro ANGELO SCOLA.  Il gabbiano, che per la Bibbia è simbolo della forza della libertà che unisce cielo e mare; l’opposto del leviatano, il mostro della brutalità del potere… un Papa eletto sotto il miglior auspicio in una Chiesa dilaniata dagli scandali.

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Un Papa a stelle e strisce? Obama molla Israele per l’Italia… FORSE!

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In visita in Israele, Barak Obama domani prenderà parte ad una cena ufficiale offerta dal capo di stato israeliano Shimon Peres in suo onorealla quale prenderà parte anche la 21enne Miss Israele Yityish ‘Tito’ Aynaw, la sua visita però potrebbe interrompersi prima del tempo: si vocifera infatti che il Presidente americano potrebbe volare a Roma la settimana prossima per assistere all’insediamento del nuovo Papa. Da questa informazione, quello che si legge tra le righe è che i candidati americani al seggio di Pietro siano i favoriti del momento. Tra i papabili americani, sembra molti cardinali indecisi stiano convergendo sul cardinale Timothy Dolan, 63 anni e attuale arcivescovo di New York, nonchè presidente della conferenza episcopale americana, che potrebbe rappresentare per il “partito anti-Curia” un’alternativa al cardinale Scola. La sua “pecca” è però di non aver fatto abbastanza per individuare i responsabili degli abusi sessuali occorsi nella diocesi di Milwaukee, dov’è stato in precedenza vescovo.

Altro nome di spicco è anche il cardinale Sean Patrick O’Malley. 68 anni, di origini irlandesi e dal carattere spumeggiante, indossa sandali e saio da frate cappuccino ed è strettamente collegato alla comunità ispanica negli Stati Uniti. Attualmente sta affrontando la sua più grande sfida, a capo dell’arcidiocesi di Boston, devastata dagli scandali sui preti pedofili che hanno caratterizzato il suo predecessore, il cardinale Bernard Law. O’Malley è riuscito a far fronte agli indennizzi vendendo alcune chiese e la sua abitazione vescovile ed andando così a vivere nella cella di un monastero.

Passeremo dall’ “habemus Papam” al “We have the Pope”?

Fumata bianca… Ecco l’illusione ottica di San Pietro!

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Falso allarme “FUMATA BIANCA”. Un gabbiano si è infatti posato sul comignolo sulla cappella Sistina dando l’illusione ottica ai tanti pellegrini assiepati in piazza che potesse trattarsi della tanto attesa fumata. In molti, dai lati della piazza e da sotto il colonnato, sono corsi avvicinandosi alle transenne che delimitano il sagrato e dove sono appostati fotografi e operatori. Qualcuno si è sbilanciato gridando “c’è del fumo bianco”, mentre altri si sono accorti dell’errore. Dopo qualche momento di entusiasmo, i fedeli sono tornati a trovare riparo dalla pioggia

E’ boom del francobollo per la sede vacante!

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Sede vacante significa generalmente anche emissioni filateliche e numismatiche. In questa occasione sono state tirate duecentotrentamila serie di francobolli, centomila delle quali vendute sino ad oggi. Lo sottolinea all’Osservatore Romano Mauro Olivieri, capo ufficio dell’Ufficio filatelico e numismatico della Città del Vaticano. L’uscita delle monete è invece prevista per il 3 giugno. Si tratterà di monete 2 euro, 5 euro d’argento e 10 euro d’oro.

Dennis Rodman a San Pietro tifa nero!

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E’ stato un personaggio in campo e fuori. E ha sempre destato curiosità per il suo look e i suoi atteggiamenti giudicati a volte estremi. ”Sarà africano, giusto?”. Spera nell’elezione di un Papa nero l’ex campione di basket Dennis Rodman. Il suo arrivo a sorpresa in piazza San Pietro è stato immortalato dai fotografi delle agenzie internazionali

Ratzinger non sarà presente alla prima messa del successore!

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Lo afferma padre Lombardi in conferenza stampa. Un incontro con i giornalisti in cui si è parlato delle abitudini dei cardinali durante il conclave (alcuni preferiscono andare a piedi da Santa Marta alla Cappella Sistina, piuttosto che usare il pullman a disposizione) al vino che è presente sulle tavole dei religiosi fino a mostrare la scheda sulla quale viene votato il successore di Pietro. n foglio bianco semplice, 12×14, con la scritta nera in latino ‘Eligo in Summum Pontificem’. In fondo, una riga per scrivere il nome.

Quanto alle Femen padre Lombardi si è espresso così: la gente stava guardando il comignolo non si è accorta di loro. Spero ceh non gli venga un raffreddore!

 

Se il fumo è nero, Scola perde voti ed… escono gli outsider!

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I fedeli non hanno dubbi: più fumate nere ci sono e più avanzano gli outsider. Se ieri il popolo di piazza San Pietro sperava nel miracolo e nella fumata bianca in tempi record, dopo il secondo esito negativo, cambia rotta. “Così Scola perde quota”, dice un ragazzo romano mentre lascia il sagrato. E ognuno spera nel ‘suo’ Papa. Un folto gruppo di persone, di Palermo, ‘tifa’ l’americano Sean O’Malley, il cappuccino che piace a chi vuole, spera e desidera una chiesa rinnovata. “A questo punto- dice sicuro Marco, 35 anni- o è O’Malley oppure finalmente un Papa nero’.

E’ una corsa all’ultimo voto per Scola, ma Scherer è in recupero!

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Piazza San Pietro era coloratissima: spettacolare mosaico di ombrelli aperti da migliaia di persone che aspettavano la fumata del Conclave.

Ma per conoscere il nome del 266mo successore di San Pietro dovremo aspettare che i 115 Cardinali elettori convergano su un nome e gli diano almeno 77 preferenze. Come aveva pronosticato  Padre Federico Lombardi la prima fumata è stata nera. A fedeli e giornalisti non resta quindi che tenere il naso all’insù e gli occhi puntati sul comignolo della Sistina. Mentre gli scommettitori stranieri, soprattutto inglesi, hanno tempo per puntate dell’ultimo momento.
I favoriti sono l’italiano Angelo Scola e il brasiliano Odilo Scherer che avanza in lavagna e ora tallona l’arcivescovo di Milano.

 

Le facce su piazza San Pietro… l’attesa!

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Con circa un’ora d’anticipo rispetto al previsto, dal comignolo è uscito il fumo scuro. Dai due scrutini di questa mattina in Conclave non è uscito il nome del nuovo Papa. Altre due votazioni sono adesso in programma nel pomeriggio. Intanto su una piazza con il Cielo scuro come le fumate si accalcano le persone in attesa del nuovo Pontefice. Tra religione e curiosità, tra mistero e rito, è comunque uno spettacolo mediatico!

Le suore intonano i canti… ma la fumata è nera!

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Intonano canti nell’attesa di vedere la prossima fumata per l’elezione del nuovo Pontefice. Un gruppo sorridente di suore confessa di aver ‘saltato’ le loro lezioni all’Università Lumsa di Roma per essere qui in piazza San Pietro e assistere di persona ad un momento che loro definiscono davvero speciale. “Per me è la prima volta che assisto alle fumate in San Pietro”, dice suor Marie Reine, dell’Ordine delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. “Vengo dal Togo – continua – e sono a Roma da soli sei mesi. Sono davvero emozionata e sono sicura che il Papa che il Signore ci manderà sarà quello giusto”.

Fumata nera… Nulla di fatto rimandata l’elezione del papa!

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Ancora un nulla di fatto. I cardinali sono ancora indecisi su chi sarà il successore di Pietro. Ci sono varie correnti che nei giorni scorsi si sono confrontate e misurate anche con problemi materiali oltre che spirituali. Tra vatileaks al problema della pedofilia, dallo Ior al problema dell’omosessualità, tra progressismo e conservatorismo. Tutto rimandato al prossimo scrutinio che avverrà verso 12.30.

E venne il giorno in cui la Chiesa PATTEGGIO’!

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L’arcidiocesi cattolica di Los Angeles ha accettato di pagare quasi 10 milioni di dollari (e poi è la Chiesa dei deboli e dei poveri?) per chiudere per vie extragiudiziarie 4 casi di abusi sessuali di un prete su minori. Si tratta del caso dell’ex sacerdote Michael Baker, di cui fu investito a suo tempo l’allora arcivescovo Roger Mahony, ora impegnato nel Conclave.

La notizia è stata confermata dall’avvocato della diocesi, Michael Hennigan, che ha sottolineato che il patteggiamento è stato deciso per tutti i casi in cui è accusato l’ex sacerdote Michael Baker: due di questi sarebbero dovuti andare presto sotto processo. Secondo l’autorità giudiziaria, in 26 anni di ministero l’ex sacerdote avrebbe molestato almeno 23 ragazzini. Solo nel 2007, messo sotto processo, aveva ammesso in tribunale abusi su due minori ed era stato condannato a 10 anni di carcere. Nel 2011 è stato rilasciato sulla parola.
Il caso Baker rientra nei documenti recentemente pubblicati dalla diocesi di Los Angeles da cui emerge che il prete incontrò nel 1986 l’allora arcivescovo Roger Mahony e confessò di aver molestato due fratellini per quasi sette anni. Mahony, che si trova a Roma per eleggere il nuovo papa, ordinò a Baker di sottoporsi a terapia psichiatrica in New Mexico ma alla fine il prete fu reintegrato nel suo ruolo sacerdotale e tornò a molestare di nuovo.

BLACKOUT A SAN PIETRO! Si spegne la Cupola.

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All’improvviso alle 21, è calato il buio. La Cupola di San Pietro è svanita nella notte e sono rimaste illuminate solo le cupolette laterali. La colpa però sarebbe di un problema tecnico che si è verificato in zona, un evento quindi completamente dissociato da quanto sta avvenendo al Conclave. Nessuna notizia ancora trapela, ma sicuramente questo conclave già nato anomalo a causa delle dimissioni di Benedetto XVI sta vivendo una vita di “eccezioni” e di fatti unici che verranno riportati negli annali della storia non solo della Chiesa, ma a livello mondiale.

 

Nera! Nulla di fatto, come da copione!

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La fumata, avvenuta alle 19.43, è nera, come da copione è… nulla di fatto. Nessun Papa ancora. Anche se sicuramente da questo momento le maglie si stringono e la rosa dei candidati diventa senza dubbio avrà già perso alcuni papabili. In piazza San Pietro s’invoca il cardinale Scola e si osanna già un Papa italiano (ed ex ciellino).  Da domani le fumate saranno 4 al giorno!

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Le proteste inutili… Femen a San Pietro! Puro protagonismo.

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Protesta di una esponente del gruppo Femen in piazza San Pietro in occasione dell’apertura del Conclave. La giovane donna a seno nudo, con scritte sul corpo, è stata portata via dalla polizia.

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La protesta si è svolta in piazza Pio XII, proprio davanti all’ingresso di piazza San Pietro, poco dopo l’inizio del conclave. Due le donne di Femen che si sono messe a seno nudo con una scritta sul ventre: «Pope no more». Una ha iniziato ad urlare slogan camminando davanti alla transenna di divisione tra la strada e la piazza. Ambedue sono state fermate e coperte dagli agenti di polizia in servizio.

EXTRA OMNES!

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Una piazza San Pietro silente ha assistito alla chiusura del portone della Cappella Sistina. I pochi fedeli che sono in piazza, molti dei quali si sono riparati dalla pioggia sotto al colonnato, hanno assistito alla cerimonia del giuramento dei cardinali elettori guardando le immagini dei quattro maxischermi. Il tutto in religioso silenzio e senza fare nemmeno un applauso finale. Molti abbandonano la piazza per tornare successivamente a vedere la fumata.

Quel che sembra quasi assodato è il mancato ingresso nella rosa dei papabili  del cardinale brasiliano Scherer. Troppe gaffes a iniziare dalla confusione fra V e VII Comandamento, per continuare con l’ostia caduta durante la comunione e per finire la difesa a spada tratta della Curia. La sua papabilità è quindi stata compromessa!

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A tavola coi cardinali: tra carbonara e sogliola, esce fuori una lobby

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E’ una rivoluzione!

I cardinali statunitensi sono arrivati a roma e sono partiti all’attacco. Il primo a mettersi davanti alle telecamere è stato l’arcivescovo di Washington Donald Wuerl,  a esprimersi liberamente, senza paura di mostrare il suo pensiero e le sue preferenze:

«Un Papa statunitense, proveniente dalla superpotenza americana, incontrerebbe molti ostacoli nel presentare un messaggio spirituale al resto del mondo».

Come mai si sentono tanto forti gli americani? Perchè dietro di loro vi è una lobby molto potente! I Cavalieri di Colombo che gestiscono un immenso patrimonio assicurativo negli Stati Uniti e che, nel 2011, per il diciannovesimo anno consecutivo, è stata insignita della tripla AAA dall’agenzia di rating Standard & Poor’s. Tra le mura vaticane poi hanno  Carl Anderson, membro del board dello Ior e principale fautore del licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi. Fu Anderson, che all’ epoca di Ronald Regan militava nel suo staff, a invitare il capo dei vescovi Timothy Dolan alla convention pre-elettorale dei Repubblicani lo scorso autunno, per ufficializzare come gran parte della chiesa cattolica americana fosse di orientamento anti-Obama.

Insomma gli americani hanno fatto squadra, arrivati al conclave con ipad e computer, hanno cercato in rete anche informazioni sugli altri vescovi, hanno indagato a fondo sull’aria che si respirava nella curia romana e hanno anche deciso di regalarsi un attimo di relax scegliendosi un ristorante a Borgo Pio. Qui, lontano dai riflettori, tra spaghetti alla carbonara e sogliole hanno stretto accordi e studiato strategie.

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Porporati… oggi si vota!

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I cardinali elettori sono partiti in processione dalla Cappella Paolina, nella Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, verso la Cappella Sistina per l’ingresso in Conclave. La processione, che passa per la Sala Regia, si svolge al canto delle Litanie dei Santi. L’ultima sarà santa Elisabetta d’Ungheria. Chiudono la fila i cardinali Bertone e Re.

Piazza San Pietro è gremita nonostante il freddo, il vento e la pioggia!

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Il ciellino Scola ha 50 voti… favoritissimo su tutti!

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Il cardinale Angelo Scola sembra essere tra i favoriti. Secondo alcune indiscrezioni, l’arcivescovo di Milano gode di un forte sostegno tra gli europei e sembra che in questi ultimi giorni gli “ambasciatori”, come il cardinale di Bologna Carlo Caffarra, abbiano lavorato molto per far aumentare i consensi. Si parla addirittura di 45-50 possibili voti potenziali, stando alle riunioni informali. Ma al nome di Scola si aggiungeranno almeno altri papabili: il canadese Marc Ouellet, teologo «raztingeriano» come Scola, il cappuccino di Boston Sean O’Malley e Donald Wuerl, Washington  e il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo.

Cardinale shock!!

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«Che cosa è la molestia? Una carezza sulla testa o a mezza schiena o a fondo schiena? È un pizzicotto che fa godere?». Sono queste le parole choc di un cardinale anonimo intervistato sulla La7.
Il prelato, che parteciperà al prossimo Conclave, considera la pedofilia come un fenomeno fisiologico: «Altrimenti mettiamoci dentro una campana di vetro e siamo tutelati». L’uomo conclude dicendo che  in fondo chi cerca il contatto fisico sono gli stessi ragazzi: «D’altra parte, oggi la situazione di fragilità dei giovani porta anche i ragazzini a cercare l’affettività carnale. Un ragazzo sente il bisogno di una carezza o di un bacio perchè non li ha più in casa e quindi li cerca. E la persona che li dà può sbagliare».

QUANDO SI INIZIERA’ AD ALZARE LA CUPOLA DI SAN PIETRO?

FUMATA ROSA A SAN PIETRO!

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Un gruppo di femministe provenienti da diversi Paesi, fra cui Australia, Stati Uniti, e Gran Bretagna, si sono raccolte su un balcone che affaccia sulla basilica di San Pietro per chiedere che la Chiesa per il futuro prenda in considerazione l’ordinazione a cardinale delle donne. Le femministe hanno simbolicamente acceso dei fumogeni rosa.

Roma-Parma in forse!

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“Roma-Parma rischia uno slittamento. Tutto la calendarizzazione del finesettimana è sottoposta a un grande punto interrogativo. Ci potrebbe essere lo slittamento della partita per la probabile cerimonia di intronizzazione del nuovo Papa, qualora i cardinali avranno scelto per quel giorno il successore di Benedetto XVI”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Gesti di fedeli: Massimo prega in piazza San Pietro

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Ha pregato per ore sotto la pioggia, inginocchiato in Piazza S.Pietro, durante la messa officiata nella basilica dai 115 cardinali. Massimo, un laico di 64 anni, è arrivato da Assisi, vestito come un sacco di iuta, con un bastone e a piedi nudi. I fedeli, commossi dal suo gesto, gli si sono avvicinati: una ragazza lo ha riparato dalla pioggia battenti per diversi minuti con un ombrello; ma c’è stato anche chi si è avvicinato in preghiera al suo fianco. “Spero che il prossimo papa sia un uomo vicino ai poveri – ha detto – Dio resiste ai superbi ma fa grazia agli umili. E’ per questo che prego proprio davanti ad una fogna, qui a Piazza S.Pietro. Auspico che il prossimo pontefice possa essere un francescano”.

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I primi indizi sull’elezione papale!

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La Messa ‘pro eligendo’ si sta svolgendo secondo quanto previsto dal rito ecclesiastico, ma già si sono rivelate molti piccoli indizi che potrebbero far capire le preferenze dei cardinali. Ad esempio il ringraziamento di Sodano a Ratzinger, che viene letto dalla stampa specializzata come un invito a eleggere Angelo Scola. Per altri invece è stato solo un atto dovuto poichè in prima fila dei vescovi e arcivescovi nella Basilica di San Pietro c’è il Prefetto della casa pontificia, Monsignor Georg Gaenswein.

La messa, naturalmente celebrata in latino, ha poi visto recitare una prima lettura in inglese (secondo alcuni è sintomo che il Papa potrebbe essere americano, secondo altri l’ordine non ha una importanza sostanziale) a cui è seguito il salmo in italiano e poi una  seconda lettura in spagnolo.
Sono previste preghiere in francese, swahili (lingua di molti Stati africani), portoghese, malayalam, lingua parlata in India, principalmente nel Kerala, e poi naturalmente in tedesco.

Hacker al Conclave?

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Quando la stufa posizionata nella Cappella Sistina emetterà fumo bianco, indice della scelta del nuovo Papa, migliaia di persone riceveranno messaggi di testo, email e notifiche dalle app sullo smartphone. Amici, parenti e testate di tutto il mondo saranno pronte a comunicare con i loro lettori e a svelare il nome del nuovo Pontefice. Per gli appassionati di tecnologia e telefonia mobile è stato lanciato anche un sito http://www.popealarm.com, non connesso al Vaticano, che promette ai suoi iscritti di “sapere cosa sta succedendo quando si vedrà del fumo” dal comignolo al centro di Roma.

Al di là di ogni possibile previsione sui nomi “papabili”, quella che comincia oggi è la prima vera e propria elezione di un Papa social, capace di monopolizzare l’interesse di cattolici e non: «Mi piace l’idea che i media contemporanei possano dare alle persone l’accesso al conclave in nuovi modi» – ha detto Matthew Bunson, editore dell’Almanacco Cattolico . Quello che, secondo Bunson, è un aspetto positivo dei media moderni, in realtà può rivelarsi un boomerang. In una società come la nostra, abituata a voler sapere tutto e subito, è plausibile che si svolga un evento come il Conclave senza che nulla possa trapelare all’esterno?

Come ha fatto sapere la Santa Sede, nella Cappella Sistina sono stati installati diversi sistemi per isolare il Conclave e renderlo una temporanea “zona d’ombra”. Alcuni dispositivi di disturbo eviteranno la possibile intercettazione di segnali dall’esterno, al fine di assicurare la massima riservatezza ai cardinali presenti nella struttura. Si tratta di una serie di apparecchiature chiamate Jammers che riescono a “disturbare” le frequenze ed il funzionamento delle reti GSM, impedendo di fatto le comunicazioni radio e telefoniche; tutto all’interno di quella che è conosciuta come la “gabbia di Faraday ”, già utilizzate per proteggere e isolare le strutture edili.

Questo vuol dire assoluto divieto di portare con sé smartphone, tablet e computer portatili e, per le eminenze attive su Twitter, l’impossibilità di postare qualsiasi commento dall’inizio alla fine delle votazioni.

Secondo l’italiana Decisyon, agenzia che analizza il contenuto dei social media, gli account Twitter e Facebook del Cardinale di New York Timothy Dolan, di quello di Manila Luis Tagle e dell’italiano Gianfranco Ravasi, raccolgono più dell’85% dell’utilizzo di piattaforme social da parte dei cardinali; un qualsiasi messaggio da parte loro durante il Conclave potrebbe destabilizzare l’equilibrio auspicato dal Vaticano.

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Nonostante le enormi misure di sicurezza previste, il Collegio dei cardinali ha avuto un inizio traballante lo scorso 4 marzo. Come ha riferito USA Today, lunedì scorso agenti della Guardia Svizzera hanno fermato un falso cardinale e il suo entourage al seguito, mentre cercava di intrufolarsi tra coloro che avrebbero partecipato al Conclave. «Un uomo ha cercato di entrare tra il gruppo di cardinali cattolici in procinto di riunirsi – si legge sul sito – indossando un improvvisato vestito da vescovo, è arrivato in Vaticano posando con un vero cardinale, eccolo nella foto con il Cardinale Sergio Sebastiana. L’impostore è riuscito perfino a superare un livello di sicurezza prima vi essere fermato fuori dalla Cappella Sistina».

Un’agenzia di stampa italiana ha riferito che l’uomo è stato identificato come Ralph Napiersky, un tedesco che aveva detto di far parte di un inesistente istituto cattolico chiamato Corpus Dei, in un gioco di parole il vero gruppo Opus Dei. Il suo tentativo di infiltrazione avrebbe quindi spinto il Vaticano a intensificare le misure di sicurezza attorno alla zona del Conclave. Napiersky è stato fermato dalla sicurezza poco prima di entrare nella sala che ospita le riunioni, senza sapere le sue reali intenzioni. «La chiesa è molto gerarchica – ha sottolineato Robert Mickens, corrispondente del britannico The Tablet – ed è quindi molto imbarazzante per la sicurezza chiedere pass e distintivi di autenticità a tutti i cardinali». Padre Federico Lombardi, portavoce italiano del Vaticano dopo la vicenda ha tranquillizzato tutti: «Quello che posso dire è che tutti coloro che siedono nella congregazione sono cardinali veri».

Canti, colpi di tosse e rosso. E’ iniziata l’elezione del PONTEFICE!

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Alle 10.00 in punto  nella basilica di San Pietro è iniziata la messa ‘’pro eligendo Pontifice’’ celebrata dal decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano. Tra i canti sacri e qualche colpo di tosse sono sfilati i porporati. Alle 16.30 è previsto l’ingresso in Conclave dei 115 cardinali elettori che entreranno in processione nella cappella affrescata da Michelangelo: da quel momento in poi sono tagliati fuori dal mondo. Ci sarà quindi il giuramento per l’elezione del Papa, cui potrà far seguito la prima votazione. La prima fumata nera si presuppone avrà luogo intorno alle ore 20. I grandi favoriti: Scola, Scherer e Ouellet, ma c’è anche chi spera in un Papa americano, tra i papabili in questo caso Timothy Michael Dolan e Sean Patrick O’ Malley.

Se mercoledì dal comignolo uscirà una fumata bianca, è probabile che il nuovo Papa sia Scola. Un passato in Comunione e liberazione, marcata anche da una rottura con il fondatore don Giussani nei lontani anni Settanta, e un presente da arcivescovo di Milano, Scola è vicino a Joseph Ratzinger, con cui ha condiviso la linea teologica nella rivista ‘Communio’. Nato a Malgrate, una giovinezza a Milano, è stato ordinato sacerdote a Teramo. Rettore della Lateranense, vescovo a Grosseto, patriarca di Venezia, infine, per volontà di Benedetto XVI, successore di Tettamanzi e Martini a Milano, si è dimostrato buon manager e, tramite la fondazione ‘Oasis’, ha da ultimo ampliato le relazioni internazionali e la dimistichezza con l’inglese, tanto da volare a fine dell’anno scorso a Londra e programmare un viaggio a Washington cancellato dalle dimissioni impreviste di Benedetto XVI.

Con Scola ci sono diversi europei (il francese Vint-Trois, lo spagnolo Rouco Varela, l`olandese Eijk, il croato Bozanic), qualche italiano (Carlo Caffarra in particolare), e forse qualche voce mediorientale. Se al primo voto coagulasse un buon pacchetto di voti, si potrebbe innescare un effetto calamita abbastanza rapido da far presagire una pronta elezione. Il susseguirsi di fumate nere potrebbe, al contrario, indicare che il papabile italiano non ha raggiunto la fatidica quota di 77 voti necessari a divenire Pontefice. In questo caso avrebbero maggiori possibilità altre personalità a lui, per certi versi, assimilabili.

Forti, in particolare, i nomi del canadese Marc Ouellet (che non voterebbe Scola) e dell’ungherese Peter Erdo (presidente moderato del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa), capaci, entrambi, di attrarre diversi voti curiali. Forte anche il nome del cardinale austriaco Christoph Schoenborn, allievo di Ratzinger, campione anti-pedofilia, emerso in passato per uno scontro sia con Tarcisio Bertone (con Scola, Ruini, Bagnasco e Meisner chiese a Benedetto XVI di mandarlo in pensione) che con Angelo Sodano (che aveva liquidato le critiche alla Chiesa sulla pedofilia come “chiacchiericcio”). Sebbene non sia scontato vedere un Papa austriaco dopo un Papa tedesco, Schoenborn, apparso in perfetta forma ad una messa celebrata domenica subito seguita da una conferenza stampa, potrebbe attrarre i voti delle anime più critiche del collegio cardinalizio con la Curia romana (America, Germania).

Scola, ad ogni modo, non sarà l’unico a partire con un buon pacchetto di voti. Ai nastri di partenza si presenza anche il brasiliano Pedro Odilo Scherer, arcivescovo di una città immensa come San Paolo, in passato stimato funzionario della congregazione vaticana dei Vescovi. Di origini tedesche, sarebbe il primo Papa sudamericano. Ha il sostegno del cardinale decano Angelo Sodano e di vari nunzi apostolici, ma il perimetro dei suoi voti è più ampio di quello curiale.

Sono gli americani il terzo attore con possibilità di entrare in partita. Giunti agguerriti a Roma, gli undici cardinali a stelle e strisce sono capitanati dall’arrembante arcivescovo di New York Timothy Michael Dolan. Dovrebbe essere lui il portabandiera al primo scrutinio di questa sera. Se su Dolan convergeranno solo undici voti, la partita degli statunitensi è chiusa. Se invece sin dal primo scrutinio gli americani raccogliessero più voti, potrebbero puntare a dar battaglia. Al posto di Dolan potrebbe subentrare Donald Wuerl di Washington o, più probabilmente, il cappuccino di Boston Sean O’Malley, notevole spiritualità, un buon passato da vescovo (a Boston ha ereditato la disastrosa piaga della pedofilia da Bernard Law), apprezzato da diverse anime del cattolicesimo associativo e stimato – con il suo fluente spagnolo e i suoi rapporti con gli ispanici – da diversi cardinali sudamericani. Se non fosse ancora tempo di un cardinale Usa, gli americani potrebbero comunque convogliare i propri voti su un sudamericano o un canadese.

20 mila firme per una Chiesa “pulita”!

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Savona – «Missione compiuta» dice Francesco Zanardi, della Rete L’Abuso, che questo pomeriggio ha consegnato al Palazzo Apostolico di Roma la petizione con le 20 mila firme «Via Calcagno dal conclave». Zanardi accusa il cardinale, ex vescovo di Savona di «aver coperto preti pedofili nella diocesi ligure».

«Questa mattina, tramite l’ambasciata, siamo riusciti a parlare con il Nunzio Apostolico il quale mi ha confermato la disponibilità a ricevermi. Mi sono intrattenuto circa 40 minuti con il funzionario con il quale ho avuto un colloquio cordiale. Posso dire riguardo alle firme che abbiamo raggiunto l’obiettivo preposto».

Nessuna libertà di stampa in Vaticano!

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Divieto di accredito. Il Vaticano ha negato al giornalista Gianluigi Nuzzi, autore del libro “Sua Santità” con i documenti riservati di Benedetto XVI al centro della vicenda Vatileaks, l’accredito stampa per seguire il Conclave. Lo riferisce lo stesso giornalista su Twitter commentando: “Scelta oscurantista, altro che trasparenza libertà di stampa”. Nuzzi, che aveva ricevuto dal maggiordomo Paolo Gabriele i documenti fotocopiati nella segreteria particolare del Papa, pubblicati poi in “Sua Santità”, ha avanzato la settimana scorsa una richiesta di accredito, tramite la prevista procedura online, per poter seguire il Conclave per la rete tv La7. Stamane, però, è arrivata la risposta negativa, della quale peraltro – a una telefonata fatta dalla segreteria del network televisivo – non sono stati precisati i motivi. Un documentario realizzato da Nuzzi, “La scelta del Papa”, andrà in onda in prima serata su La7 il prossimo 23 marzo.

Entrando in una nuova settimana… il Top di quella appena finita!

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Una settimana di sismi quella italiana, non solo letterali (lo Stivale è stato afflitto da diversi terremoti di lieve entità) ma soprattutto politici e scandalistici. Mentre si aspetta l’insediamento delle Camere e l’inizio del Conclave, con politici afflitti da ansia di prestazione parlamentare e cittadini eletti che si apprestano ad entrare là dove si decidono le sorti del nostro Paese, ecco un ripasso veloce di quello che è accaduto negli ultimi giorni e ci/vi ha coinvolti di più.

Il caso Sarah Scazzi. Dopo la requisitoria del PM che ha richiesto la condanna all’ergastolo per Sabina e Cosima e 9 anni di reclusione per zio Michele, ecco che altre domande sorgono. Sarah ha scritto nel suo cellulare un sms mai inviato che sembrava un presagio di quello che sarebbe successo (L’ultimo sms di Sarah, ma mai inviato!). La ragazza temeva per la sua vita? E questa paura era collegata a ciò che sapeva? A quanto pare voleva raccontare dei festini a cui Sabrina prendeva parte. Serate con amici che diventano mortali per chi vuole denunciarle? Sarah tra festini e strip, bugie o verità nascoste?

Passando da un’aula ad un’altra, a più di una in effetti, Berlusconi e la sua guerra dichiarata alle toghe è stato uno degli argomenti che più ha scaldato gli animi. Pro o contro, nessuno è rimasto indifferente. Dalla condanna per il caso Unipol all’uveite del Cav che gli è costata un ricovero ospedaliero al fatto che non ci sia stato nessun impedimento secondo la Corte e quindi il processo per il caso Ruby possa continuare dopo che era slittata l’udienza per Mediaset. Nel frattempo il Pdl ha organizzato una manifestazione per il 23 marzo contro le toghe e gli esponenti hanno proposto un’altra manifestazione già domani, ricevendo però un secco no da parte del Cavaliere.

Mentre Bersani prosegue la sua corsa al ruolo di Premier, ingaggiando una guerra mediatica con Grillo e non ascoltando i ripetuti appelli di Renzi, i vertici del Monte Paschi tremano. David Rossi, capo della comunicazione, si è suicidato lasciandosi dietro solo un biglietto con scritto “ho fatto una cavolata” e molti interrogativi. Le indagini nel frattempo si sono intensificate e nuove, scottanti realtà, sono venute alla luce.

Se il caso Tremonti ancora non è arrivato a ricevere quello che noi riteniamo essere il giusto grado d’indignazione (del resto è “il colpo di scena” più recente), il caso del tesoretto della Cisl, ben custodito da Bonanni, ha richiamato l’attenzione di molti: il sindacalismo è altra cosa!

Forse quello che maggiormente è passato sottovoce è il capitolo Vatileaks, messo un po’ in ombra dall’attesa che venisse decisa la data del Conclave. Presto avremo un nuovo Papa, un uomo in cui speriamo di poter riporre la nostra fiducia, non obbligatoriamente come guida spirituale, ma come persona in grado di essere al passo con i tempi e con gli stessi insegnamenti che la Chiesa predica: accettazione, tolleranza, amore, rispetto. Vogliamo una società giusta, equa, dove non ci sia il costante pensiero che qualcosa d’importante ci venga celato e, soprattutto, chiediamo ci sia coerenza.

Il rispetto per il prossimo e la sua libertà di essere se stesso è il primo passo.. Questo dovrebbero ricordarlo anche i politici quando si riuniranno: di certo non hanno dato buona prova di sé e ancora ci domandiamo: “Che sarà di noi?”

Con l’augurio che questa domanda possa trovare presto una risposta… ecco il video più visto questa settimana in Italia (e per chi ancora si domandasse cosa sia l’Harlem Shake… qui saranno fugati i vostri dubbi!)

E la prossima settimana? Saremo in prima linea, per continuare a tenervi aggiornati!

Aspettando quello che verrà… e con un ultimo saluto al Presidente Chavez

Good night, and good luck!

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Ultima domenica prima del conclave!

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Un Conclave breve. Se lo augura il cardinale O’Malley, che non vede l’ora di tornare negli States: “Io torno a Boston”, ha detto il porporato. Il cardinale Sean Patrick O’ Malley, arcivescovo di Boston, è uno dei possibili candidati ad essere eletti al soglio di Pietro. Ma lui schiva l’ipotesi di succedere a Benedetto XVI. E prima di chiudersi in conclave celebra la messa domenicale nella sua chiesa di titolarità a Santa Maria della Vittoria.

Messe nelle parrocchie romane per i cardinali in attesa del Conclave. L’ungherese Erdo ha sottolineato che “ora è il tempo opportuno per alzarci e levare il nostro capo”, per “trovare la strada verso la casa unica e vera”. Per il brasiliano Scherer, a cui è caduta l’ostia durante la messa, “senza una possibilità di riconciliazione sociale, tra i popoli e le culture del mondo non potremo avere un futuro di fraternità e di pace per l’umanità”. Padre Lombardi ricorda intanto che Ratzinger “è con tutti noi, silenziosamente ma più profondamente e consapevolmente di tutti, in preghiera”.

«Rallegriamoci perchè Dio è buono e misericordioso con tutti. Questo tempo di Quaresima è il tempo della chiamata al perdono, alla conversione. Senza una possibilità di riconciliazione sociale, tra i popoli e le culture del mondo non potremo avere un futuro di fraternità e di pace per l’umanità». È un forte messaggio di riconciliazione quello che il cardinale brasiliano Pedro Odilo Scherer lancia dalla chiesa di San Andrea al Quirinale celebrando quella che, stando a insistenti indiscrezioni, potrebbe persino essere la sua ultima messa pubblica da cardinale. Martedì si entrerà in conclave e il «papabile» di San Paolo, accerchiato al suo arrivo nella piccola chiesa barocca dei gesuiti da una ressa di giornalisti e cameraman che tenta di strappargli un commento, appare quasi consapevole, mentre celebra la funzione della quarta domenica di Quaresima, di quanto sia forte in questo momento la pressione mediatica su di lui e del rincorrersi delle voci che lo vorrebbero in corsa, in una sfida a due con l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, per il soglio di Pietro. È soprattutto la quantità di operatori della comunicazione giunti dal Brasile che prendono letteralmente d’assalto la chiesa antistante il Quirinale di cui Scherer è titolare, a dare la misura di come l’aspettativa nel Paese in cui a luglio si terrà la Giornata mondiale della Gioventù, primo viaggio internazionale del nuovo Papa, sia davvero alta. Scherer, tuttavia, non si scompone. Alle domande dei giornalisti sul sagrato replica indicando la bellezza della chiesa progettata dal Bernini, chiedendo preghiere per i porporati che da martedì dovranno discernere lo Spirito Santo in Sistina e si dice anche contento che tanta gente sia venuta per partecipare alla funzione. All’interno, la sua omelia, pronunciata in un italiano fluente è tutta incentrata sulla parabola del Figliol prodigo, sul perdono e la riconciliazione che, spiega, «non è solo chiedere perdono ma anche ridare quello che è stato perduto». «Tutti abbiamo da chiedere perdono – sottolinea -. Gesù non è venuto per i giusti ma per i peccatori». «Anche ai Farisei – ricorda – che facevano tutto secondo la legge, sentendosi così nel giusto, mancava invece qualcosa, mancava la misericordia, la comprensione. Questo è ciò che vuole Dio, la conversione del cuore». Al termine della messa, Scherer fa avvicinare all’altare una coppia di anziani romani, Carmine e Maria, per benedire la loro unione di cui festeggiano il settantesimo anniversario. «Che bello, ringraziamo il Signore», si rallegra il papabile di San Paolo, che aggiunge una battuta: «Settant’anni, io non ero nemmeno nato!». In effetti, Scherer, brasiliano di origini tedesche, con i suoi 63 anni e una vasta esperienza pastorale ha dalla sua molte delle caratteristiche attribuite all’identikit del nuovo Pontefice. Arcivescovo in una diocesi sudamericana tra le più grandi del mondo, la sua candidatura nasce però tutta in Curia, lanciata dal grande elettore Giovanni Battista Re che lo ha ‘cresciutò quando guidava la Congregazione dei vescovi dove il brasiliano era officiale. Da allora, Scherer, che è anche membro della commissione di vigilanza dello Ior, ha mantenuto molti legami con Roma. Chissà che non li stringa definitivamente.

CONCLAVE: E’ UFFICIALE, s’inizia il 12 marzo

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Il conclave per l’elezione del nuovo Papa, dopo le dimissioni di Joseph Ratzinger, inizierà martedì 12 marzo. La data ufficiale del conclave è stata decisa oggi pomeriggio, come confermato dallo stesso padre Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede in un briefing.
L’ottava Congregazione Generale del Collegio dei Cardinali ha deciso che il Conclave per l’elezione del Papa inizierà, dunque, martedì. Al mattino nella Basilica di S. Pietro sarà celebrata la Messa «pro eligendo Pontifice» e nel pomeriggio l’ingresso dei cardinali in Conclave.

 

PAPA RAMBO I, questa la proposta del New York Times

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Ad alimentare il totopapa arriva anche un articolo del “New York Times” intitolato ”Pope Wanted”. Si tratta di una lunga analisi in cui si sottolinea la necessità di un Pontefice che abbia al tempo stesso ”un fascino magnetico e coraggio”.

L’identikit del nuovo Papa – scrive il giornale statunitense – deve essere una combinazione tra “il carisma di Papa Giovanni Paolo II” e il coraggio e la determinazione di quello che qualcuno in Vaticano ha chiamato ironicamente ‘”Papa Rambo I”, per sottolineare la necessità di un Pontefice giovane e pieno di energie.

“Il nuovo Pontefice – prosegue il Nyt – potrebbe anche non riuscire a effettuare un giro di vite sulle lotte e i misfatti interni al Vaticano, ma deve almeno avere l’intelligenza di nominare un vice abbastanza coraggioso da sapersi confrontarsi con la trincerata burocrazia vaticana”.

“La prima cosa che dovrebbe fare – spiega il cardinale Edward Egan, ex arcivescovo di New York – è mettere ordine nell’amministrazione centrale della Curia. E deve essere disponibile ad affrontare le critiche”. E allo stesso tempo – prosegue Egan – ”deve essere un uomo che comprende la fede ed è capace di annunciarla in modo affascinante e semplice”.

Un Papa ciellino? Scola in pole position!

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Il cardinale che potrebbe diventare Papa fu professore di filosofia di Silvio Berlusconi e discepolo di don Giussani. Anche se, dopo aver tenuto lezioni al meeting di Comunione e Liberazione, aver benedetto pellegrini ciellini diretti a Loreto, aver ricevuto le congratulazioni per la porpora dal fondatore di Cl, l’arcivescovo di Milano poco più di un anno fa ne ha preso le distanze con stizza. Forse per allontanare la sua figura da un altro ciellino doc Roberto Formigoni, finito nella bufera mediatica e giudiziaria: ”Ma è possibile che uno deve avere non uno ma due peccati originali?” si era chiesto l’arcivescovo, sottolineando di ”non aver partecipato da vent’anni a riunioni organizzative” e ormai di ”non conoscere tutti quelli che hanno meno di sessant’anni”.

Eppure l’arcivescovo di Milano con alcune dichiarazioni – gennaio 2012 per esempio quando ormai alcuni già sapevano che Ratzinger pensava a dimettersi o almeno lo stava per decidere – sembra aver rinnegato l’appartenenza a Cl e anche la sola vicinanza con Formigoni. “Negli ultimi vent’anni ci siamo visti sì e no una volta all’anno a Natale” aveva risposto. E ammonendo i cronisti a “non confondere verità e verosimile” aveva sottolineato:  “Dicono ‘sono nati entrambi a Lecco, hanno militato entrambi in Comunione e liberazione, sono stati amici per tanto tempo. Sarà mai possibile che Scola non c’entri niente con Formigoni?’ No, non c’entra niente”. Insomma, sulla propria militanza in Cl, Scola si era chiesto ironicamente: “Possibile che uno si debba portare addosso non uno ma due peccati originali?”. Una domanda, la sua appartenenza al Cl, secondo l’arcivescovo senza senso, dovuta alla fissazione dei giornalisti che lo “tirano in ballo” quando si parla dell’organizzazione anche se io, spiegava “non ho più partecipato a riunioni organizzative e ormai non conosco nessuno tra quelli che hann0 meno di sessant’anni”. Una versione confermata dal Celeste: “Siccome siamo stati educati in Cl, sembra che tra Formigoni, Scola e tanti altri, noti e meno noti, ci siano costantemente dei summit in cui si prendono decisioni insieme. Questo non è vero. Negli ultimi 20 anni, ben che vada, per il tradizionale scambio degli auguri di Natale. Io e Scola ci conosciamo e siamo amici da tantissimi anni ma è vero che negli ultimi 20 anni ci siamo visti, ben che vada, per gli auguri di Natale”.  Poi nell’aprile del 2012 Scola a una domanda sbottava: “‘Cosa ne so io di Comunione e Liberazione, non parlo di queste cose, né’ di Cl né di Formigoni né di altro”.

Ostacolato sempre da Bertone e percepito come  estraneo alla Curia romana e alla gestione che l’ha caratterizzata in questi ultimi anni, sembra essere uno dei due candidati favoriti.

L’altro, il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo metropolita di Sao Paulo in Brasile, e’ nato il 21 settembre 1949. Creato e pubblicato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 novembre 2007, del Titolo di Sant’Andrea al Quirinale.

Dal 2003 al 2007 e’ stato segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana. Il 21 marzo 2007 e’ stato nominato arcivescovo di Sao Paulo. E’ succeduto nell’incarico al cardinale Claudio Hummes, nominato da Benedetto XVI prefetto della Congregazione per il Clero.

Ha indicato proprio nell’insegnamento e nella testimonianza di Benedetto XVI a Sao Paulo e ad Aparecida i punti centrali della sua missione come pastore: la centralita’ della parola di Dio, la forza della carita’, con una particolare attenzione alle tante ”sacche” di poverta’ che contraddistinguono tragicamente la realta’ brasiliana. E ancora, l’attenzione ai giovani, la catechesi, la formazione, la difesa della vita e la riaffermazione della centralita’ della famiglia nella societa’.

Intanto il Conclave è fissato per la prossima settimana e da allora la partita sarà aperta!

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Roma resta nel dubbio e il “camino della stufa” non è ancora pronto!

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Il cardinale vietnamita Jean-Baptiste Pham Minh Man ha preso oggi parte alla congregazione generale tenuta nel pomeriggio, portando così a quota 115 il numero dei cardinali elettori. La notizia arriva dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e conferma la presenza di tutti i porporati previsti per l’elezione papale. Tuttavia ancora non è stata decisa la data di avvio del Conclave. Stando alle parole dello stesso portavoce, sarà il decano dei cardinali che conduce il collegio, Angelo Sodano, “a percepire quando sarà il momento opportuno per votare la data del Conclave. Se non lo ha ancora fatto vuol dire che ha capito che i tempi non sono ancora maturi.” Sembra ci siano infatti degli scontri interni al proposito: se da una parte i curiali e gli italiani sono favorevoli ad un rapido inizio, gli stranieri chiedono più tempo, forse per favorire qualche outsider. Dopo il gesto forte dell’ormai Papa Emerito Benedetto XVI, “gli uomini di Dio” devono valutare bene la situazione e decidere che caratteristiche deve avere il nuovo eletto, non solo per guidare il popolo cristiano, ma per riportare in seno alla Chiesa quella moralità su cui si dovrebbe fondare.

Intanto però le polemiche serpeggiano: oltre 5mila giornalisti sono stati avvisati da un’improvvisa comunicazione che i cardinali statunitensi avevano annullato il briefing che era stato previsto al collegio del Gianicolo. La stampa ha subito percepito questo come un segno di “tensione” a causa del “bavaglio” che gli attuali reggenti della Chiesa hanno imposto ai porporati anche se padre Lombardi nega ci siano state votazioni “per imporre segretezza ai cardinali riuniti in preconclave”, ha detto padre Lombardi.

Nel frattempo continuano i lavori all’interno della Cappella Sistina, anche se il “camino della stufa”, da cui uscirà il fumo, “non è stato ancora montato”.

La Chiesa, gli scandali, i corvi… uno Stato che si sgretola!

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«Il maggiordomo del Papa non è l’unico corvo del Vaticano. I corvi sono tanti, più di 20 persone, tutte legate alla Santa Sede. Siamo donne e uomini, laici e prelati. Se abbiamo fatto uscire i documenti dall’Appartamento del Papa è stato per compiere un’operazione di trasparenza nella Chiesa. Ora, dopo la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, e alla vigilia del Conclave, il caso Vatileaks continua a tenere banco. E per noi è venuto il momento di tornare a parlare».

La persona si definisce un «ex corvo». «Non ci sono più Papi da difendere o verità da far emergere. È tutto nel rapporto segreto compilato dai tre cardinali anziani», spiega. Nel rapporto c’è la storia della lobby gay, che «è verissima: potrei fare nomi e cognomi di cardinali e monsignori, di vescovi e funzionari». Ci sono poi «questioni finanziarie legate allo Ior», prosegue il corvo, che sottolinea l’esistenza di altri documenti oltre a quelli emersi: «Il libro ‘Sua Santità’ non contiene tutti i documenti in possesso di Nuzzi».
Per risalire alla nascita di Vatileaks «bisogna fare un passo indietro a circa un paio di anni fa, nel momento in cui il Santo Padre decise di realizzare attraverso monsignor Carlo Maria Viganò un’operazione di razionalizzazione nelle attività economiche dalla Santa Sede, unite all’opera di trasparenza affidata a Gotti allo Ior», spiega il corvo.
«L’operazione di Viganò fu ostacolata perchè considerata lesiva di determinati equilibri all’interno degli istituti soggetti a verifiche. Così nacque una lobby in Vaticano, composta da persone che lavoravano fra Governatorato, Apsa, Segreteria di Stato, Biblioteca, Archivio, Musei, Cei, Osservatore Romano, che ha cominciato a dialogare. Abbiamo pensato che rendere noto quello che succedeva nella Curia potesse sollevare l’opinione pubblica scatenando un’operazione di pulizia che avrebbe portato alla trasparenza».
L’operazione, i cui mandanti andrebbero cercati «nelle alte sfere», non ha portato alle dimissioni di Benedetto XVI, che «non si è dimesso per Vatileaks. Anzi, la sua presenza continuava a giustificare un determinato andazzo che invece Ratzinger voleva scardinare», dice il corvo. La rinuncia del Papa «è una sfida per ripartire da zero». Il successo di Vatileaks, aggiunge, «dipende da chi sarà il Papa eletto, da quale fazione verrà votato, e da chi sarà alla testa della prossima Segreteria di Stato».

Dopo l’agenda Monti, c’è l’agenda del Papa… la detta Famiglia Cristiana

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Un’agenda per il nuovo Papa: Famiglia Cristiana stila una lista di priorità da cui ripartire per una Chiesa alle prese con una “crescente perdita di credibilità”, e fra queste figura anche la liberazione per il nuovo Pontificato da ogni legame e compromissione con la finanza: “Basta con lo Ior, sì alle banche etiche”, questo il consiglio che, in un intervento sul settimanale dei paolini, rivolge al Papa che verrà lo storico e sociologo Giorgio Campanini.

Nell’editoriale di presentazione del dossier, il direttore don Antonio Sciortino sottolinea il “coraggio profetico” della scelta di Benedetto XVI che “dopo gli scandali e le ‘sporcizie’, ha riconciliato la Chiesa con i credenti e il mondo intero”. La rinuncia di Ratzinger “rilancia la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento”, scrive Sciortino.

Il settimanale ha chiesto ad autorevoli esponenti del mondo cattolico di suggerire una serie di punti prioritari da cui partire per riportare la Chiesa ad una dimensione “più profetica e meno diplomatica”, pulita e trasparente, “vicina ai poveri e agli ultimi”. Fra questi, viene inserita l’istanza “fortemente avvertita dall’opinione pubblica, anche ecclesiale, della liberazione del Pontificato da ogni legame (e ancor più da ogni compromissione) con la finanza”.

“Oggi esistono, in Italia e in numerosi Paesi, le banche etiche, nelle quali il credito è accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative. Perché non delegare a esse, o a consimili strumenti, ciò che ha a che fare con la finanza (fatta salva una snella Commissione di controllo?). La più totale trasparenza sarebbe in tal modo assicurata e i fedeli, che continuano a offrire generosamente il loro obolo, saprebbero che il denaro dato alla Chiesa, soddisfatti i bisogni legati al suo funzionamento, è destinato prioritariamente ai poveri del mondo”, scrive nel suo intervento Campanini che si definisce un “modesto laico” che osa dare consigli al nuovo Papa nello spirito di franchezza del Concilio.

Tra le altre priorità individuate ci sono la necessità di una maggiore unità fra fede e vita, rilevata da Gianfranco Brunelli, direttore del quindicinale “Il Regno”; una “maggiore trasparenza per chiudere l’era del sospetto”, invocata da Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose; un nuovo linguaggio adatto alla società e all’uomo di oggi, suggerito da padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore del quindicinale Civilità Cattolica; e un nuovo ruolo attivo, non più da comprimari, per i laici nella Chiesa e maggiore collegialità, sottolineato da padre Barolomeo Sorge, gesuita e direttore emerito di Aggiornamenti Sociali.

Un’indagine condotta da Swg per Famiglia Cristiana, rileva, infine, le aspettative degli italiani dal Conclave: al nuovo Papa chiedono soprattutto di farsi interprete dei tempi, riportando alla centralità i valori del Vangelo, una carità accompagnata dalla giustizia e una chiesa unita e dialogante con le altre religioni.

San Pietro si fa bella in attesa del nuovo Papa

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Accelerano i lavori in corso in piazza San Pietro, in vista del prossimo ‘habemus papam’. Una trentina di statue al di sopra del colonnato della piazza vaticana, che rappresentano i Santi, sono state coperte con un reticolato da alcuni operai.

Le statue finora una trentina circa avvolte ognuna da una rete per le operazioni di restauro, si trovano sul lato destro del colonnato: quello da cui è previsto l’affaccio del Pontefice.

FALSO CARDINALE! Voleva votare il Papa.

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Voleva partecipare al Conclave per eleggere il Papa, e forse, se avesse avuto un travestimento un po’ più curato e meno dozzinale ce l’avrebbe anche fatta. Un uomo che si spacciava per cardinale, abbigliato approssimativamente con una talare piuttosto corta, un crocifisso con catena fuori ordinanza e una sciarpa viola al posto della fascia, è riuscito a intrufolarsi in Vaticano, nel piazzale davanti all’Aula Paolo VI, confondendosi tra gli oltre 100 cardinali che arrivavano alla spicciolata per partecipare alla prima delle Congregazioni generali pre-Conclave. Il finto cardinale è stato accompagnato fuori, tra l’ilarità degli operatori tv presenti.

Conclave tra gli scandali… via alla prima congregazione!

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I membri del Collegio cardinalizio, sia “elettori” che non, sono riuniti nell’Aula del Sinodo, in Vaticano, dove hanno dato inizio alla prima delle Congregazioni generali, in preparazione del Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI.

Alle 9,30, nell’Aula Nuova del Sinodo, il cardinale Angelo Sodano, 85enne decano del Collegio cardinalizio, ha dichiarato aperta la prima delle Congregazioni generali: momenti di dialogo e confronto tra i porporati in preparazione del Conclave per eleggere il successore di Benedetto XVI. Alle congregazioni devono partecipare tutti i cardinali non legittimamente impediti, anche se agli ultraottantenni è concessa la facoltà di non essere presenti.

La lettera di convocazione inviata il primo marzo afferma che le riunioni continueranno fino a quando non sarà raggiunto il numero completo dei cardinali elettori.

Solo allora il Collegio deciderà la data di inizio del Conclave. Sono due le congregazioni previste per oggi: quella mattutina e un’altra annunciata per le 17, dopo di che saranno gli stessi cardinali a decidere se continuare a riunirsi due volte al giorno. Al momento, oltre ai 75 cardinali residenti permanentemente a Roma, altri 66 hanno indicato la loro residenza nella capitale.

Gli altri arriveranno entro mercoledì 6 marzo. Come per il conclave, anche le congregazioni sono disciplinate dalla costituzione apostolica Universi Dominici gregis, emanata da Giovanni Paolo II nel 1996. Che tra le tante disposizioni, non manca di indicare ai cardinali anche come dovranno vestire.

D’ordinanza nel periodo di sede vacante sono la talare nera filettata e la fascia rossa, con zucchetto, la croce pettorale e l’anello. Assente il cardinale Keith O’Brien che ieri ha pubblicamente ammesso la sua condotta sessuale disdicevole!

 

Pedofilo e coperto dal clero: storia di don Nello Giraudo

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Un prete pedofilo ligure coperto per anni dalla curia, che invece di fermarlo ha continuto a spostarlo di parrocchia in parrocchia, dal 1980 al 2010. La Iena Pablo Trincia ha intervistato alcuni uomini che, da adolescenti, hanno subito da l’ex padre Nello Giraudo ripetute richieste di essere masturbato o di masturbarli, senza poterne mai parlare, o addirittura impauriti con la minaccia di dovere portare la responsabilità del suo possibile suicidio, se ne avessero ferito la sensibilità raccontandone il vizio. Nello Giraudo ha continuato indisturbato a svolgere la sua professione religiosa fino alle dimissioni spontanee, e spesso con incarichi in cui gli venivano affidati ragazzi. Dopo aver raccolto la testimonianza di un sacerdote secondo cui la curia era al corrente dei fatti, e aver mostrato denunce inequivocabili, Trincia ha cercato di parlare con coloro che al tempo avrebbero dovuto gestire la faccenda, ovvero Monsignor Calcagno, Monsignor Sanguinetti, e Monsignor Lanfranconi. Ma nessuno dei tre, a un passo dal conclave, ha accettato di fornire spiegazioni sulla vicenda.

Un gesto folle: parroco brucia la foto del Papa a Messa!

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Il parroco di Castelvittorio, piccolo borgo nell’entroterra di Ventimiglia (Imperia), ha incendiato durante l’omelia e davanti a diverse decine di fedeli la foto del Papa. Don Andrea Maggio (che alcuni in paese si sono affrettati a dipingere come depresso e con problemi psicologici per arginare lo scandalo) ha accusato Benedetto XVI di “non essere un pastore, un Papa, perché ha abbandonato”. A riferire l’episodio è stato il sindaco di Castelvittorio, Gianstefano Orengo, testimone dell’accaduto.

“E’ stato un gesto scioccante – ha riferito il primo cittadino- commesso davanti a una decina di bambini. Capisco che don Andrea stia attraversando un periodo piuttosto delicato dal punto di vista psicologico, ma è comunque un gesto molto grave”. Il sindaco ha riferito che il gesto inconsulto è stato commesso intorno alle 10.15, durante la consueta messa domenicale. Pochi minuti dopo l’inizio dell’omelia, don Andrea ha preso una fotografia di Papa Ratzinger che era accanto ad un candeliere e le ha dato fuoco davanti a tutti avvicinandola a una candela. Don Andrea ha giustificato il gesto accusando il Papa “di aver abbandonato, un pastore non abbandona le sue pecorelle”.”Molti fedeli hanno protestato ed altri, come me, sono usciti sconcertati – ha riferito il sindaco di Castelvittorio -. Il fatto che don Andrea stia trascorrendo un momento difficile può essere un’attenuante, ma comunque non sono gesti giustificabili”. Secondo il sindaco, quello del parroco è stato il segno di un suo malessere: “Credo che sia l’apice di alcuni discorsi che continuava a ripetere negli ultimi tempi ai fedeli. Sosteneva che bisognava togliere dalla chiesa tutte le le immagini dei Santi, delle Madonne e di Padre Pio”.

DOPO IL PARROCO CHE GIUSTIFICAVA IL FEMMINICIDIO ORA E’ TEMPO DEL PARROCO INCENDIARIO… TROPPA VIOLENZA NELLA CHIESA!

Valeria è andata a salutare Ratzinger!

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Non ha voluto mancare all’ultima udienza del Papa in Piazza San Pietro in Vaticano. Valeria Marini era nell’area riservata, in mezzo a tanti prelati. Valeria Marini ha spesso parlato della sua fede cattolica e del suo partecipare alle celebrazioni della domenica.

Sigillato l’appartamento papale!

PAPA:ALLE 20 SIGILLI APPARTAMENTO, CHIUSURA PORTA C.GANDOLFO

Questa sera, dopo la fine del pontificato di Benedetto XVI, l’appartamento nel quale il Papa ha vissuto per quasi otto anni e’ stato sigillato dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in veste di Camerlengo. E’ stato apposto un sigillo fatto con un nastro adesivo robusto e con sopra il timbro della ”sede vacante”.

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