Nessuna libertà di stampa in Vaticano!

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Divieto di accredito. Il Vaticano ha negato al giornalista Gianluigi Nuzzi, autore del libro “Sua Santità” con i documenti riservati di Benedetto XVI al centro della vicenda Vatileaks, l’accredito stampa per seguire il Conclave. Lo riferisce lo stesso giornalista su Twitter commentando: “Scelta oscurantista, altro che trasparenza libertà di stampa”. Nuzzi, che aveva ricevuto dal maggiordomo Paolo Gabriele i documenti fotocopiati nella segreteria particolare del Papa, pubblicati poi in “Sua Santità”, ha avanzato la settimana scorsa una richiesta di accredito, tramite la prevista procedura online, per poter seguire il Conclave per la rete tv La7. Stamane, però, è arrivata la risposta negativa, della quale peraltro – a una telefonata fatta dalla segreteria del network televisivo – non sono stati precisati i motivi. Un documentario realizzato da Nuzzi, “La scelta del Papa”, andrà in onda in prima serata su La7 il prossimo 23 marzo.

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SCANDALO SU SCANDALO AL VATICANO…

 

…COSA SI CELA ANCORA DIETRO QUELLE MURA?

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Dopo Mahony, le dimissioni arrivano da Keith O’Brien, arcivescovo di Edimburgo accusato di ”comportamenti inappropriati”.  Ad accusare il conclavista – che non ha celebrato la messa nella cattedrale di St.Mary a Edimburgo – erano stati tre sacerdoti e un ex religioso. Nonostante le dimissioni, non si pregiudica per ora la sua partecipazione al Conclave. Ieri aveva annunciato di partire per Roma, anche se la Bbc anticipa che adesso potrebbe decidere di rinunciare.

I “COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI” – Il cardinale – il chierico inglese più anziano – aveva contestato le critiche ricevute, mentre il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, aveva spiegato come “il Papa fosse informato del problema”. E come la questione fosse nelle sue mani. Poi la decisione delle dimissioni. O’Brien, che andrà in pensione il prossimo mese, è stato in passato un dichiarato oppositore dei diritti degli omosessuali. In tempi recenti aveva ritenuto i gay “immorali” e sostenuto come il matrimonio omosessuale sarebbe “dannoso per il benessere fisico, mentale e spirituale il benessere delle persone coinvolte “. Ma quali sono le denunce nei suoi confronti? Il Guardian parla di  ”comportamenti inappropriati”, nel 1980. Secondo quanto ha spiegato The Observer era stato un seminarista di 20 anni del College St Andrew, dove O’Brien era “direttore spirituale” a spiegare i suoi “approcci inappropriati”, avvenuti dopo la preghiera della sera. Fatti che risalgono a più di 30 anni fa. Il seminarista ha spiegato come non avesse denunciato prima la questione per timore di conseguenze negative, ma ha sottolineato come si fosse ammalato di depressione a causa dei comportamenti di O’Brien. Che fu poi promosso a vescovo. ”Sapevo che avrebbe avuto molto potere su di me”: una paura tale che ha spinto il prelato a lasciare il sacerdozio.

O’BRIEN  SI DIFENDE – Ma non è stato l’unico a denunciare i “comportamenti” inadeguati di O’Brien. Altri tre accusatori – come si legge sul Guardian – avrebbero raccontato tutto a monsignor Antonio Mennini, nunzio apostolico in Gran Bretagna. Un caso portato alla luce soltanto una settimana prima delle dimissioni improvvise di Benedetto XVI. Ma non si conoscono altri dettagli, dato che le loro testimonianze sono rimaste anonime. Prima delle dimissioni, il cardinale accusato non aveva voluto commentare, ma aveva affidato la sua difesa a Peter Kearney, portavoce della Chiesa cattolica scozzese. “Il cardinale O’Brien ha contestato queste ricostruzioni e ha dato mandato ai suoi legali di occuparsi della questione”. Ma in attesa non aveva celebrato, come al solito, la messa domenicale a Edimburgo.

Scandali e ancora scandali. Un Conclave minacciato sia dall’interno ( con i cardinali schierati gli uni contro gli altri) sia dall’esterno ( con scandali che si sommano ad altri scandali). Già i cattolici degli Stati Uniti avevano consegnato una petizione al Cardinale Roger Mahony, l’ex arcivescovo di Los Angeles, chiedendogli di non andare a Roma. Mahony, come dimostrerebbero anche diversi documenti pubblicati dalla stessa arcidiocesi di Los Angeles, è accusato di aver protetto e cercato di nascondere gli abusi sessuali commessi da decine di sacerdoti nei confronti di minori. Anche il cardinale  Timothy Dolan, arcivescovo di New York al centro del toto-nomine sul successore di Benedetto XVI, è rimasto coinvolto nelle indagini sugli abusi sessuali ai danni di minori, che sarebbero stati commessi da parte di alcuni sacerdoti nell’arcidiocesi di Milwaukee. Senza dimenticare come il pontefice abbia ricevuto questa mattina i tre cardinali (Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi) che hanno indagato sul caso Vatileaks, la questione della fuga di documenti riservati della Santa Sede conclusa con la grazia data dal Papa al maggiordomo Paolo Gabriele. E l’indagine segreta della commissione “ad hoc”, con la relazione top-secret e le polemiche per la presunta ”lobby gay” influente in Vaticano.

Pensione da 2500 euro per il Papa… solo vescovo emerito!

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Ultimi 10 giorni da Pontefice per Benedetto XVI, che riapparirà in pubblico solamente sabato prossimo, in occasione dell’incontro di saluto previsto con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Santo Padre compirà un breve periodo di esercizi spirituali con il Cardinal Ravasi e, intanto, si preparerà al ritiro a Castel Gandolfo: per lui un trasloco molto limitato e il passaggio alla “pensione”, che sarà di soli 2500 euro al mese.
E’ questo l’appannaggio previsto dalle leggi vaticane per la carica di “vescovo emerito”, la carica che – al momento – Ratzinger assumerà dal 1° marzo in poi. Niente “Piatto Cardinalizio”, l’indennità ben più alta (circa 5mila euro) che spetta invece ai cardinali pensionati. Le uniche possibilità che consentirebbero a Benedetto di godere di una rendita più alta sarebbe il conferimento della carica “ad honorem” da parte del suo successore oppure di un cambio di norme “ad personam” che non è davvero nelle corde del Pontefice.

Oltre alla pensione decisamente “umana”, sarà di basso profilo anche il trasloco dagli appartamenti pontifici al luogo di ritiro. Le leggi della Santa Sede non consentono al Papa di trasferire agevolmente tutte le sue cose e i suoi documenti. In genere, alla scomparsa del Santo Padre, la residenza nel Palazzo Apostolico viene sigilllata e tutto quanto vi è contenuto specie a livello di documenti viene trasportato nell’Archivio segreto del Vaticano, dove viene conservato per molti anni e – spesso – poi eliminato. Stavolta, invece, il Papa rimane vivo: e con sé potrà portare solo gli oggetti strettamente personali (i doni ricevuti, gli effetti, la corrispondenza privata, l’amato pianoforte) e tutto il resto, a cominciare da quadri e suppellettili, rimarrà a San Pietro. Trasloco leggero, insomma, in attesa del trasferimento alla sede definitiva di Ratzinger, quello del piccolo monastero di clausura nei Giardini Vaticani, appena alle spalle del Cupolone.

Un Papa in crisi! Benedetto XVI non capisce più il mondo?

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“Non potrei dire, che io sia caduto in qualche sorta di disperazione o dolore universale. Mi è semplicemente incomprensibile. Anche se vedo la persona, non posso capire, che cosa ci si possa aspettare. Non riesco a penetrare in questa psicologia”. Lo ha detto Benedetto XVI sull’ex maggiordomo Paolo Gabriele, condannato a ottobre per aver sottratto carte segrete al Vaticano.
In Vatilieaks era importate che venisse “garantita la indipendenza della giustizia, che un monarca non dicesse, adesso prendo io le cose in mano” ha spiegato il Papa al suo biografo Peter Seewald, secondo una anticipazione del magazine tedesco Focus. Seewald che con il Papa ha scritto il libro-intervista “Luce del mondo”, ha avuto diverse conversazioni con Benedetto XVI, l’ultima una decina di settimane fa.”Né spaesato, né stanco, dopo Vatileaks”. Così si è sentito il Papa secondo quanto ha raccontato circa 10 settimane fa a Seewald. Alla domanda su cosa ci fosse da aspettarsi dal suo pontificato invece il Papa ha risposto: “Da me? Non molto. Io sono un uomo anziano le mie forze diminuiscono. Credo che possa anche bastare quel che ho fatto”.

Graziato! Paolo Gabriele è libero, si chiude così il caso Vatileaks

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Sotto processo Sciarpeletti al processo per favoreggiamento furto di documenti papali

 

Paolo Gabriele, ex maggiordomo papale domani in aula come teste

Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo papale condannato per il furto aggravato dei documenti di Benedetto XVI, domani uscirà dalla cella per essere ascoltato come teste al processo- bis a carico di Claudio Scirpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato, imputato di favoreggiamento nei confronti del “corvo”.

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